FINO AL 16 SETTEMBRE
Venaria Reale (Torino)
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e organizzata in collaborazione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, va di scena nelle Sale delle Arti alla Reggia di Venaria, l’esposizione conclusiva della diciottesima edizione (la più ricca a oggi) di “Restituzioni”, il progetto avviato nel 1989 dall’allora Banca Cattolica del Veneto, confluita poi in Intesa Sanpaolo, e che negli anni, avvalorandosi della curatela scientifica di Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti, ha “restituito” alla collettività – attraverso una provvidenziale opera di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico del Paese – oltre 1300 opere. Opere “fragili”, come vuole appunto ricordarci il titolo della rassegna. Che nel sottotitolo (“Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati”) vuole anche, fin da subito, metterci al corrente del lungo e variegato cammino (fra dipinti, affreschi, mosaici, sculture, manufatti tessili e quant’altro) di un’esposizione che presenta 80 nuclei di opere, per un totale di 212 manufatti restaurati da Intesa Sanpaolo nel biennio 2016-2017, appartenenti a 17 regioni italiane più un dipinto del Canaletto proveniente da Dresda. E i numeri proseguono, con i 44 enti di tutela e i 63 enti
proprietari con i quali Intesa Sanpaolo ha collaborato per questa edizione e per un imponente lavoro di recupero che ha coinvolto ben 205 professionisti del restauro, in tutt’Italia senza escludere il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” con cui s’è stabilita da tempo una collaborazione continuativa.
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Dall’antichità al contemporaneo, la mostra della “Venaria” copre un arco cronologico di quasi 40 secoli: dagli affreschi della “Tomba di Henib” (1976 – 1794 a. C.) dal Museo Egizio di Torino, ai Fiori” di Giorgio Morandi (1918) dalla Pinacoteca di Brera di Milano fino al “Nero Bianco Nero” (1955) di Alberto Burri dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e al “Senza titolo” (1961) di Cy Twombly dalla GAM di Torino. E nel bel mezzo opere (solo per citarne alcune) come il “Ritratto di Caterina Balbi Durazzo”(1624) di Anton Van Dick dal Palazzo Reale di Genova, il “San Girolamo Penitente” (1556-1561) di Tiziano dalla Pinacoteca di Brera fino a “La Trasfigurazione” (1478-1479 ca.) di Giovanni Bellini dal Museo di Capodimonte di Napoli. Oggetti particolari: il “Mantello Tupinamba” realizzato con penne e fibre di cotone, approdato fra il XVI e il XVII secolo in Italia dal Brasile e oggi conservato alla Pinacoteca Ambrosiana o il secentesco “Clavicembalo
dipinto” proveniente dal Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma. A chiudere, significativamente, il percorso espositivo una sala dedicata alle opere danneggiate dagli eventi sismici. In occasione della mostra sono previsti anche un ciclo di incontri divulgativi sul “restauro” ed una serie di laboratori didattici a cura dei Servizi Educativi de La Venaria Reale e del Centro Conservazione e Restauro. Inoltre, sempre nell’ambito di “Restituzioni”, Intesa Sanpaolo sosterrà il simposio internazionale “Anche le statue muoiono. Distruzione e conservazione nei tempi antichi e moderni” che si terrà il 28 e il 29 maggio prossimi a Torino, per affrontare il tema della “fragilità” del patrimonio culturale (“la cui perdita – sottolinea Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa – sarebbe un vulnus della nostra identità nazionale”) con studiosi provenienti da tutto il mondo. Il Simposio è organizzato dal Museo Egizio di Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Musei Reali, in collaborazione con il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino.
Gianni Milani
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“La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati”
Reggia di Venaria, Sala delle Arti, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992333 – www.restituzioni.com – www.lavenaria.it
Fino al 16 settembre – Orari: mart. – ven. 9/17; sab. dom. e festivi 9/18,30; lun. giorno di chiusura, tranne eventuali giorni festivi.
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Nelle foto:


E’ giallo assoluto sulla morte della giovane canadese che lavorava in una famiglia di Torino come ragazza alla pari


DALLA TOSCANA
l 22 marzo scorso a Torino negli spazi di Paola Meliga Art Gallery è stata inaugurata la personale dell’artista torinese Silvia della Rocca dal titolo “Genesis“
polistirolo. Il suo intervento trasforma la materia e la rende viva attraverso le forme, i colori e i riflessi del mondo in cui è immersa. “Sento la materia che si plasma tra le mie mani” così Silvia descrive il suo modo di dipingere e lavorare le sue opere “pensieri ed emozioni prendono forma tra tavolozze di legno e colori, sperimentando che l’arte, in ogni sua forma, è la manifestazione della nostra anima, della nostra “essenza””. Tra le opere in esposizione sino al 22 aprile risaltano tre grandi Lune – una rossa, una blu ed una color oro – che, suscitando nel visitatore metafore visuali, lo proiettano in quel mondo fantastico cui l’artista dà vita, le Cosmic Eggs, evocazione del mito cosmogonico della creazione dell’universo, e gli Skulls, i teschi che nelle civiltà antiche rappresentavano la trasmutazione interiore, una morte simbolica che conduce alla rinascita spirituale.
di Pier Franco Quaglieni
Pasqua e gli agnelli
responsabilità. La ricerca dello scoop ad ogni costo è contro la stessa deontologia professionale dei giornalisti, ammesso che essa esista ancora e soprattutto venga rispettata. Nell’età del degrado del “Fatto quotidiano” tutto diventa lecito, ad esempio, pur di infangare l’avversario, anzi il nemico politico. In questi giorni dominano sui giornali notizie allarmanti sul pericolo terroristico in Italia,alimentato da una improvvida intervista del ministro Minniti in cui si afferma che l’Italia è in una situazione di grave rischio attentati. Io credo che il terrorismo vada combattuto in silenzio,così come si fece con le BR. Il Generale Dalla Chiesa non
rilasciava interviste, agiva. Se pensiamo che certi titoli di giornali italiani sono già finiti su giornali stranieri,abbiamo anche chiaro il grave danno arrecato al turismo italiano. Minniti che aveva iniziato molto bene,sostituendo il peggior ministro degli interni della storia recente d’Italia, tal Alfano che permise l’invasione del Paese da parte di centinaia di migliaia di immigrati economici, finisce in modo inglorioso. Minniti è incaricato del disbrigo degli affari correnti. Il tempo delle interviste è finito. In ogni caso, va sottolineato che sta emergendo un legame tra terroristi e immigrati che era stato negato per anni, ma che, ad ogni persona di buon senso, appariva come una inevitabile conseguenza del lassismo e della confusione creati da un’accoglienza spropositata e incontrollata.
vecchio Castagno, in via Lagrange sia destinato a chiudere. Un’altra eccellenza torinese scompare. Castagno era anche gastronomia all’angolo di via Gramsci e anche pescheria in via Mazzini. Poi venne il sequestro del titolare del negozio e venne scritta una pagina non edificante. Castagno si ridusse all’attuale negozio,la bottega del formaggio,ma anche ricca di salumi di alta qualità. Dove potremo andare a comprare la salama da sugo di Ferrara? Dove i passatelli? Dove il vero Castelmagno ? Quando chiuse il grande Toja, principe dei formaggi,Mario Soldati quasi sembrò che si mettesse a piangere:era anche un grande attore. Ma ne fu sinceramente molto addolorato perché riteneva Toja il tempio torinese della qualità. La chiusura di Castagno è un fatto molto simile. Torino, alla faccia di Carlin Petrini che continua a pontificare a difesa del buon cibo, arretra , lasciando ad Oscar Farinetti un monopolio che non merita affatto.
LETTERE
“Torinese” che dovette intervenire la Cassazione per riaffermare che il docente è un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Poi c’è la vergogna del comportamento di docenti indegni che vanno condannati, anche se le mele marce non vanno confuse con il corpo docente nel suo insieme. Sicuramente è il prestigio stesso dell’insegnante che è scomparso. Il ruolo e la dignità del professore non ci sono più da decenni. E nella scuola di massa, senza concorsi selettivi, possono anche entrare i pazzi o personaggi incredibili. E’ una realtà dura da accettare, ma la scuola, così com’è, andrebbe rifatta totalmente,anche se qualche isola funzionante c’è. Sono stato di recente a parlare in un liceo torinese che funziona ed ho trovato docenti e studenti motivati, capitanati da una giovane preside entusiasta e capace