Raffronti tra la realtà politica del 1976 e quella attuale. Similitudini: instabilità politica e crisi economica. Finite le similitudini. Tante le diversità. A cominciare dai partiti e dai politici. Allora i partiti esistevano con regole interne . Chi più chi meno ma, appunto esistevano. E poi si correlavano tra loro. Erano un sistema. Sia ben chiaro, erano pieni di difetti. Clientelismo o centralismo democratico erano premessa di voto di scambio o di mancanza di democrazia. Nel Pci erano vietate le correnti. Negli altri le correnti come elementi fondanti. Ex democristiani scrivono tra ricordo e rimpianto sulla storia della Dc. Ex socialisti sul Psi, come ex comunisti sul Pci rimpiangendo e orgogliosamente rivendicano ciò che è stato. Ma confrontare Andreotti, Moro, Craxi, Spadolini o Berlinguer come Ingrao con Renzi, Salvini, Di Maio Berlusconi appare una “bestemmia”. Sacro e profano. Quando fu rapito Aldo Moro votarono il secondo governo Andreotti. Secondo perché il PCI mise in crisi il governo delle astensioni. I terroristi rossi “portavano l’attacco al cuore dello Stato” ed Enrico
Berlinquer non ebbe esitazione nel votate a favore. Prima volta nella storia repubblicana dopo il ’46. Stragismo fascista e terrorismo rosso erano nemici delle istituzioni. Lo stato borghese si abbatte e non si cambia: stupidaggini pericolosissime. Ed ora desidero raccontarvi come un giovane comunista ha partecipato al congresso della Dc, ovviamente come invitato. Debbo l invito ad una carissima amica giovane democristiana. Siamo nel 1979. Collaboravamo con la Consulta giovanile del Comune di Torino. Iscritto a Palazzo Nuovo, esame con Gian Mario Bravo. Storia delle dottrine politiche. Pci e Dc a confronto sulle reciproche dialettiche interne. Contrasti tra il centro e le periferie. Nel Pci sempre si affermava il centro. Nella dc esattamente il contrario. Con Donatella mi ero lamentato di non trovare materiale idoneo sulla Dc. Subito mi disse: se riesco a trovarti un invito
vieni al congresso nazionale? Assolutamente si. Lei era della corrente di sinistra. Dopo Carlo Donat-Cattin Bodrato e Zaccagnini erano stati i suoi punti di riferimento. Dunque Roma, pala Eur. Tacquino alla fine fitto d appunti. Un solo indicativo aneddoto. Donatella delegata mi porge un piccolo cannocchiale. Osserva Giulio Andreotti. In tribuna stava scrivendo per il suo intervento. Un delegato voleva parlargli. Lo fece
spostare d’orecchio. Voleva sentire chi stava parlando al microfono.
eravamo e sono stati nel partito comunista come negli altrui partiti. Che il giusto o l’ingiusto sta in ogni dove.Conoscevo e attraverso la conoscenza imparavo il valore della tolleranza instillando in me il valore del dubbio. Oltre che affrontare l’esame affrontavo facendoli miei questi valori. Crescevo anche in questo e maturavo. Maturità che non vedo oggi in questa classe politica e in parti di società civile. Chi da sinistra sponsorizza un accordo tra i pentastellati e Pd parla con ammirazione di come si è comportato Enrico Berlinguer nel 1976. Assoluta stima verso il capo del PCI. E’ noto che non agiva ” in un deserto politico”: gli interlocutori erano insomma all’altezza. Sia ben chiaro, ripeto, non tutto era lineare. Non tutto era perfetto. Ma sapevano da dove provenivano e dove volevano andare. Discussioni e conflitti. E il conflitto e la contraddizione trovano la sintesi, che per dirla alla Hegel (scuserete la erudita citazione) sintesi come tesi arricchita dalla antitesi. Non mi sbaglio se sostengo che la media dei parlamentari o senatori non conosce l’esistenza del filosofo idealista tedesco. Mentre sono certissimo che la media dei parlamentari e senatori di una volta la conosceva. Sapere, come si diceva una volta, è potere.
dottore di ricerca in Scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè, e da Maurizio Galiano, mastro tostatore della Pasticceria Gocce di Cioccolato di Torino. Il format “Io bevo caffè di qualità” è nato a a Firenze nel 2012 ed approdato a Torino scegliendo la pasticceria Gocce di Cioccolato, che sta diventando in città il luogo adatto per poter degustare uno speciality coffee, preparato in espresso e con altri metodi di estrazione, accompagnato da gustosi prodotti di pasticceria. Quest’anno verranno proposti il Pancito, muffin al caffè versione mignon, un bicchierino con crema al caffè ed un cioccolatino senza cacao a base di caffè, burro di cacao e zucchero. Al teatro Concordia di Venaria si terranno sessioni di assaggio di caffè specialty, abbinati alla pasticceria gourmet di Gocce di Cioccolato. I caffè saranno preparati da baristi in grado di dare tutte le informazioni per far vivere ai partecipanti una degustazione a 360 gradi, con nozioni sulla nascita del caffè nei Paesi di origine fino al prodotto in tazzina. “Io bevo caffè di qualità” è ideato ad Andrej Godina e Francesco Sanapo, in collaborazione con Umami Area e Sesamo Comunicazione Visiva, Main sponsor Gocce di cioccolato.
Nella giornata di mercoledì 11 aprile 2018 è previsto uno sciopero di 4 ore, proclamato dall’organizzazione sindacale USB – Lavoro Privato.
Venerdì 13 aprile alle 21 avrà luogo a Torino in Viale Virgilio 53, si terrà la presentazione della casa editrice “La valigia rossa edizioni“, con la partecipazione di Tamara Brazzi e Corinna Ivaldi

fessure i cunei di legno e le “livére”, le leve di ferro. I cunei, bagnandoli, si gonfiavano aprendo la vena del granito e poi con le leve si staccava il pezzo. Doveva essere un lavoro da bestie, duro come il sasso che ci si trovava davanti“. Poi vennero usate le mine. “Usavamo la mazza per battere lo stampo per i fori. Si batteva a turni di un’ora ciascuno ed era una gran fatica. I fori, spesso, superavano i dieci metri di profondità con un diametro di otto-dieci centimetri, e c’erano stampi che pesavano un quintale, un quintale e mezzo. Quando il foro era pronto infilavamo un tubo lungo una quarantina di centimetri, la “campana”, ancorato con una cordicella e poi la polvere da sparo e la lunga miccia per far “brillare” la mina. Che botti! Che lavori! Rimbombava tutta la cava e il colpo, come un tuono a ciel sereno, annunciato dal suono del corno, si sentiva su tutto il lago“. Per smuovere i massi fino a raggiungere le vie di “strùsa” e di “lizza”, vere e proprie canalizzazioni utili a far scivolare i blocchi di granito lungo la loro discesa a valle, si usavano i “curli” di legno di betulla, sui quali erano applicate le “vere”, anelli di ferro con dei fori passanti nei quali venivano infilate le leve per farli ruotare. Ma c’erano anche i macchinosi “cric”, in massiccio
legno d’olmo, dove un solo cavatore – grazie a marchingegni e ingranaggi – poteva smuovere blocchi oltre i cento quintali. “Ma quella era la vita di una volta, in cava. Adesso è tutto meccanizzato. Usano martelli pneumatici, trivelle. Fanno un decimo della nostra fatica; hanno le protezioni, le mascherine. Ai miei tempi si mangiava pane e polvere di granito e molti dei miei compagni si sono giocati la pelle con la silicosi“. Fino alla prima meta’ del Novecento l’abilità e la fama di questi scalpellini era diventata proverbiale, favorendone la migrazione in tutta Europa e nelle Americhe. “ Ho ancora a casa una cartolina postale che Lauro Mantegni scrisse a mio padre nel 1927 dall’Argentina e una foto di mio nonno, anche lui scalpellino, a Parigi, davanti alla torre Eiffel nel 1892, tre anni dopo l’inaugurazione del monumento più famoso della capitale francese“, confidò Giancarlo. Il granito più famoso è senz’altro quello rosa di
Baveno,estratto dal Monte Camoscio. Roccia pregiata, conosciuta e utilizzata già al tempo dei romani per essere impiegata un po’ ovunque. Giancarlo, di questo, era molto orgoglioso: “Il nostro granito ha fatto il giro del mondo. Da Buenos Aires a Nizza, da Bruxelles alla piazza Colonna di Roma. I tre monumenti equestri di Caracas dedicati a Simon Bolivar, le 180 colonne di via Roma a Torino, la stazione di S.Maria Novella a Firenze, la cupola centrale della Beata Vergine di Pompei. A Milano, Piazza del Duomo , è coperta da 17 mila metri quadrati del nostro “rosa”. C’è n’è dappertutto: persino al santuario dell’Annunciazione di Nazareth , nei cimiteri di Miami e di Hollywood, a Parigi, Ginevra, Praga, Berlino e nelle balaustre della passeggiata a mare di Rapallo”. Parlava delle grandi macine per il grano, dell’attenzione che andava prestata al suono del corno che, annunciando lo scoppio della mina, obbligava tutti a mettersi al riparo per non finire sotto qualche masso o rischiare incidenti come quello che era capitato a lui. Ci teneva a mostrare, sfogliando le pagine di un libro ormai logoro, i disegni dei barconi a vela quadrata che, sfruttando la via d’acqua che dal Lago Maggiore, navigando sul Ticino e sui Navigli , consentiva di trasportare gli enormi blocchi di pietra. Ricordava come nelle cave, oltre al prezioso granito
rosa, si possano trovare circa 60 specie di minerali diversi, ad alcuni dei quali questo nostro piccolo paese di lago aveva contribuito a definirne il nome, come nel caso della “Bavenite”. Giancarlo, una mattina come le altre, recatosi all’osteria di buon ora per il primo caffè della giornata e uno sguardo ai titoli del giornale, ha messo i soldi sul bancone e tirando un lungo e profondo respiro si è accasciato. Gli altri avventori non poterono far altro che constatarne il decesso. Così era venuto a mancare anche lui, un vero galantuomo e gran lavoratore che nella cava aveva lasciato non solo l’occhio destro ma tutti i suoi anni migliori. C’era da capirlo quando si soffermava a guardare, quasi mettendosi sull’attenti, il granitico monumento dedicato ai “picasass” sul lungolago. Era come se rendesse omaggio ai lavoratori della pietra che onorarono nel mondo il nome di Baveno. Lui stesso, con pieno diritto, riposa con loro nel paradiso dei giusti.
In occasione della discussione dell’interpellanza generale in Consiglio comunale sul tema Turismo l’assessore Alberto Sacco
2017 ha superato un record storico con i suoi 4.2 milioni di passeggeri, con un aumento del 3,8%. Tutto ciò grazie a molte nuove rotte ed accordi, come quello con costa Crociere. Sulla base dei dati dell’Osservatorio regionale, il flusso dei turisti nazionali è in aumento mentre registra una leggera flessione quello estero. Poiché il turismo internazionale è meno sensibile alla programmazione degli eventi cittadini di quello nazionale, essendo più legato al business, tale calo ha piuttosto a che vedere con la crisi produttiva che ha toccato Torino più di altre località italiane. “E’ vero che nei primi 20 giorni di marzo 2017 c’è stato un calo rispetto al 2016, – ha aggiunto Sacco – ma in quel periodo ci furono in città due importanti eventi calcistici e due date del Tour di Ed Sheeran. Alla luce dei dati parlare di un calo del turismo mi pare improprio”.
I delitti compiuti in provincia di Torino dal primo marzo dell’anno scorso sino al 28 febbraio 2018 sono stati in tutto124.215, cioè il 6,74% in meno rispetto all’anno prima
sessuale. L’opera di contrasto e repressione dei fenomeni criminali ha visto arrestare 2.217 persone. Questo in sintesi il bilancio dell’ultimo anno di attività della Polizia illustrato dal questore Francesco Messina nel 166esimo anniversario di fondazione della Polizia di Stato. Delitti in calo, ” ma la paura dei cittadini non diminuisce, si deve incidere sulla percezione della sicurezza e aumentare la prevenzione e la repressione dei reati di strada, come scippi e rapine ai passanti”, osserva il questore. Da sottolineare che la presenza delle volanti è aumentata del 25% negli ultimi mesi.
Sabato 14 aprile 2018 inizieranno i primi lavori per rendere via Po la prima via d’Italia totalmente accessibile a tutte le persone disabili. Ad annunciarlo è stata Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino che, in collaborazione con la Consulta per le persone disabili, ha deciso di finanziare e far partire questo importante progetto. L’iniziativa coinvolgerà la maggior parte degli esercizi commerciali presenti lungo la famosa via torinese -un centinaio circa- ed entro fine anno, secondo quanto dichiarato, i lavori dovrebbero essere portati a termine.