“Ricordati, Barbara. Pioveva senza sosta quel giorno su Brest…”

“Rappelle-toi Barbara. Il pleuvait sans cesse sur Brest ce jour-là. Et tu marchais souriante. É panouie ravie ruisselante. Sous la pluie”. “Ricordati Barbara. Pioveva senza sosta quel giorno su Brest. E tu camminavi sorridente. Serena rapita grondante. Sotto la pioggia”. Barbara è una delle poesie più famose di Jacques Prévert. Nel 1946, terminata la guerra, non più giovanissimo ( era nato il 4 febbraio del 1900, all’alba del secolo, a Neuilly-sur-Seine) pubblicò la raccolta di poesie Paroles, dove  troviamo anche Barbara , uno dei suoi più straordinari poemi. Dopo il periodo surrealista, i testi delle canzoni, l’attività teatrale con il “Gruppo d’Ottobre” , le collaborazioni  cinematografiche con  Jean Renoir e Marcel Carné e nuovamente l’attività  teatrale, videro la luce queste poesie ( insieme ad altre, raccolte in Histoires) che, nell’edizione curata da René Bertelé per Le Point du Jour, ebbero un enorme successo. In perfetta sintonia con il clima culturale del tempo la silloge poetica si presentò come una novità assoluta, mostrando una potenza evocativa intrisa da quell’ansia bruciante di andare oltre le pagine dei libri per entrare prepotentemente nella vita di tutti i giorni. Già dai primi versi Prévert delineò il luogo in cui l’opera era ambientata: la città di Brest, importante porto bretone nel dipartimento del Finistère. La città  era stata quasi completamente distrutta da un devastante bombardamento nell’estate del 1944. Il padre di Prévert era bretone e proprio in Bretagna il piccolo Jacques trascorse diversi anni della sua infanzia portando con sé per tutta la vita l’impronta di quella terra battuta dai venti e impregnata dall’odore salmastro dell’oceano.Barbara, con il suo lungo testo vide Prévert esprimersi in prima persona, filtrando il ricordo di una ragazza, osservandone gli incontri , i gesti e i movimenti mentre felice correva incontro al suo uomo e lo abbracciava. Emozioni e sorrisi che si traducono in versi che sono diventati immagini indimenticabili e senza tempo, vere e proprie icone per intere generazioni, veloci e brevissime incursioni su un avvenimento tanto doloroso, dove l’intimità di una storia d’amore s’incunea nella più grande storia francese. Così la quasi anonima Barbara venne trasformata da Prèvert da vittima in un potente simbolo, donandogli l’immortalità, contestando l’orrore della guerra che uccide anche gli amori felici come quello di Barbara e dell’uomo che la chiamava al riparo di un portico mentre “pioveva senza tregua su Brest”.

 

Marco Travaglini

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