“Sul futuro del bitcoin – afferma il notaio Remo Morone – esistono due diversi orientamenti di pensiero: c’è chi ritiene che sia l’Internet della valuta e che, quindi, questi beni siano sottovalutati, e chi, sul versante opposto, sostiene che il bitcoin non possieda nessun sostrato e non abbia garantito nessun valore reale sottostante e possa essere una bolla, come fu quella dei tulipani nel Seicento”.
” Ci sono Paesi – prosegue il notaio Remo Morone – che si sono apertamente schierati contro i bitcoin, come la Cina e alcuni Stati sudamericani. D’altronde le regole sull’esportazione del denaro in Cina sono piuttosto stringenti. Presenta un problema di politica interna fondamentale, che è quello di mantenere in piedi il mercato interno, e quindi ostacola l’esportazione di capitali all’estero. In Cina è, infatti, presente un sistema di controllo centralizzato. Sull’altro versante ci sono, invece, Paesi favorevoli all’uso del bitcoin, come la Bielorussia, che ha indicato che le plusvalenze del bitcoin non devono essere soggette al pagamento di imposte.”
“Quest’anno – precisa il dottor Remo Morone – il G 20 in programma il 30 novembre prossimo a Buenos Aires sarà anche teatro di una discussione sulle criptovalute. Il crollo del bitcoin a inizio 2018 è stato dovuto a una sua precedenza eccessiva salita. Ritengo siano investimenti adatti per quei soggetti che possono non utilizzare quei flussi di denaro per il loro mantenimento. Nel caso del bitcoin, infatti, non esistono limiti giornalieri ( in un solo giorno possono scendere o salire anche + 40%); quindi è uno strumento adatto ad investimenti a lungo termine. Se si poteva considerare all’inizio la moneta degli millenians, ora anche persone di età più avanzata si stanno orientando verso un diversificazione degli investimenti anche nel campo delle criptovalute”.
Mara Martellotta
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