Se Afeva ha ormai un consolidato nella lotta all’amianto, nell’ultimo anno anche un’altra associazione su questo fronte è stata piuttosto attiva, non tanto per i drammi di Casale Monferrato ma per alte parti d’Italia, l’Ona – Osservatorio nazionale amianto. L’associazione, presieduta dall’avvocato Enzo Bonanni ha recentemente elaborato, tramite Nicola Forte, componente del suo Comitato tecnico – scientifico, una proposta di legge che, se è ormai andata perenta in questa legislatura, potrà senz’altro venire posta all’attenzione del Parlamento in quella che nascerà nei primi mesi del prossimo anno. La proposta, presentata a Roma in Campidoglio, prevede che venga riconosciuto un credito d’imposta per le spese di bonifica dei materiali di amianto, nella misura del 50% per i produttori di reddito d’impresa, del 75% per i privati; e la detrazione del 50% dell’importo di erogazioni liberali finalizzate alla bonifica dell’amianto presente nelle scuole e negli ospedali. E come strumento di contrasto viene indicata la strada della bonifica. Luciano Mutti, oncologo di fiducia dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ribadisce come l’unico strumento veramente efficace per fermare la strage delle patologie da amianto sia quello della bonifica, anche con le detrazioni e bonus fiscali, come previsto dalla proposta di legge, mentre Bonanni sottolinea che nei prossimi 10 anni, a causa delle pregresse esposizioni a polveri e fibre di amianto, si registrerà un picco dei casi e purtroppo dei decessi (oltre 50.000), con circa 5 miliardi di euro di spese sanitarie che graveranno sulla collettività e a cui si dovranno aggiungere il peso sociale e i costi per le prestazioni previdenziali e assistenziali, con un conseguente “un rischio collasso del welfare”. In Campidoglio è intervenuto anche il presidente dell’Inps Tito Boeri che ha portato, a livello nazionale, un dato davvero impressionante, prevedendo che l’amianto possa essere bonificato nei prossimi 85 anni: così, però, l’epidemia di patologie asbesto correlate durerebbe almeno 120 anni, e ci sarebbero non meno di 100.000 nuovi decessi solo in Italia. Naturalmente, questa, e per fortuna visto il ruolo di “Città Martire” che ha assunto Casale con il Monferrato, non è il caso della città di Sant’Evasio, dove le bonifiche sono cresciute notevolmente negli ultimi anni, come pure la sensibilità al problema è ormai un patrimonio comune, grazie anche all’impegno delle amministrazioni comunali che si sono succedute sino a quella attuale di Titti Palazzetti.
Massimo Iaretti
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