Novembre 2017- Pagina 30

Al Cto ragazzo falciato da auto in tangenziale

E’ al Cto in prognosi riservata il  23enne di origini romene, residente a None, che  nella notte è stato sottoposto a un intervento d’urgenza per le ferite  a seguito di un incidente stradale sulla tangenziale Sud di Torino, verificatosi  vicino allo svincolo di Stupinigi.  Il giovane è stato investito da un’auto mentre sostava sulla corsia d’emergenza. La polizia lo stava soccorrendo per un precedente incidente. Il ragazzo aveva  perso il controllo della sua Ford Ka, e si era fermato sulla corsia d’emergenza dopo avere urtato il guardrail. Stava aspettando di firmare gli atti, quando è stato travolto da una Volkswagen Polo guidata da una ventenne romena residente a Vinovo, che ha inoltre urtato l’auto della Polizia.

#SENZAFILTRI. La società civile parla alla politica

23 rappresentanti della società civile torinese saranno i protagonisti dell’evento organizzato da Cantiere Civico, dal titolo #SENZAFILTRI: imprenditori, artigiani, studenti, presidi, sacerdoti, giornalisti, detenuti, medici e molto altro a rappresentare i vari strati e i vari anime di questa città.

Cantiere Civico – un movimento aperto a tutti i cittadini che in esso si possono riconoscere e che vogliono impegnarsi per il futuro della propria città – ha fatto del confronto costante la sua cifra identitaria, non soltanto a ridosso dei momenti elettorali, ma sempre, costantemente. Da questo approccio è nata l’iniziativa #SENZAFILTRI, in cui numerose personalità della città condividono la loro idea di futuro per Torino.Luigi La Spina, qualche giorno fa, ha scritto che “La società cittadina, infine, quel ceto di classe dirigente che, nella svolta impressa dal sindaco Castellani a cavallo del secolo, aveva contribuito grandemente, prima ad elaborare la strategia e, poi, a collaborare alla realizzazione di quella importante e inedita esperienza di sviluppo cittadino, si sente abbandonata da una politica che non sa più né individuare un traguardo, né avere la credibilità e l’autorevolezza per suscitare attenzione e attivare l’impegno civile (…) In una situazione che ricorda il vuoto dei partiti che favorì, appunto, l’avvento di Castellani nel 1993, forse toccherebbe proprio a quella società civile che si mobilitò, guidata da Salza, per supplire alla mancanza di leadership politica, prendere l’iniziativa di coordinare le tante e valide forze, produttive, professionali, le tante risorse intellettuali, tecnologiche, lavorative presenti in città per superare un momento così delicato per il futuro dei figli e dei nipoti di Torino”. È in questo che crede Cantiere Civico ed è da qui che vuole partire dando vita ad una giornata in cui protagonista è la società civile.“Spesso la politica ha parlato con retorica della necessità di ascoltare i bisogni dei cittadini per poi, però, rifugiarsi in una gestione del potere in cui le persone diventavano soltanto elettori da contattare per domandare loro il voto. Anche questo è uno degli elementi che ha prodotto quel disamore che è poi sfociato nelle tante manifestazioni di antipolitica che oggi ben conosciamo. Ci teniamo a sottolineare che l’evento non ha alcuna finalità politica-elettorale, nessuno dei partecipanti ha intenzione di candidarsi ma solo di contribuire con la propria voce e le proprie idee al futuro della città” (Mario Giaccone, Consigliere Lista Civica per Chiamparino).

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Si susseguiranno sul palco del Café Muller Paolo Stratta, Marco Albeltaro, Simona Vlaic, Davide Giani, Guido Gobino, Giorgio Saracco, Daniel Martinez, Claudia Spoto, Marco Cossolo, Moussaid Ayoub, Vincenzo Pappalettera, Lorenza Bravetta, Marco Rosso, Antonio Menegon, Lorenzo Galano, Cristopher Cepernich, Paolo Griseri, Sara D’Amario, Daniele Gianni, Mario Brossa, Marco Canta, Paola Allamano, Mauro Mergola, Luca Ferrua a offrire ai politici e amministratori seduti in sala le loro proposte, le suggestioni e le aspettative di cui la politica deve farsi portavoce. Si tratta soltanto di un passaggio di un progetto per costruire una vera e propria partecipazione attiva delle persone alla costruzione di un percorso capace di dare delle risposte e di rendere concrete le suggestioni che provengono dalla società civile, proprio in una fase in cui lo scollamento fra politica e cittadini sembra così ampio. “Abbiamo cercato di costruire un evento che mettesse i politici all’ascolto: non saliranno sul palco e non ci sarà contraddittorio o possibilità di replica alle suggestioni offerte dai cittadini, ma consegneremo loro, a chiusura dell’evento, un documento riassuntivo con l’intento di raccogliere chi ha voglia di contribuire all’elaborazione, chi ha delle idee e delle esperienze da socializzare” (Francesco Tresso, Consigliere Comunale Lista Civica per Torino).

Disarmo, la soddisfazione del Comitato per l’intervento del Papa

Abbiamo appreso con grande gioia e contentezza dell’iniziativa che il
Vaticano ha preso di indire una conferenza sul disarmo nucleare cui
parteciperanno diversi rappresentanti degli Stati, dell’ONU, delle associazioni maggiormente impegnate su questo tema a sostegno della
ratifica del Trattato che mette al bando le armi nucleari. Siamo un coordinamento che è nato proprio per spingere il governo italiano alla
firma e siamo movimenti ed associazioni che da tempo credono che un mondo senza armi nucleari sia una priorità per rendere il mondo più
sicuro. Ci sentiamo quindi incoraggiati da questa iniziativa come da tutti i ripetuti interventi che il Pontefice ha fatto in questo stesso senso. Per sottolineare l’importanza di questo evento e rendere maggiormente cosciente l’opinione pubblica dell’urgenza del disarmo nucleare il 10 novembre, giorno di inizio della suddetta conferenza, faremo un presidio in piazza Castello a Torino con inizio alle ore 17,00 cui la cittadinanza è
invitata.
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Per il “Coordinamento di cittadine/i, associazioni e istituzioni contro
l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi”
Paolo Candelari, Giampiero Leo, Walter Nuzzo

Comital, azienda conferma apertura data room

Ieri pomeriggio si è tenuta una riunione tra azienda e sindacati in merito alla vertenzaComital, negli uffici dell’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, con la presenza dell’assessora regionale Gianna Pentenero; per il Comune di Volpiano ha partecipato l’assessore Giovanni Panichelli.

L’azienda ha confermato l’apertura di una “data room”, finalizzata alla consultazione di dati riservati, con un potenziale acquirente sul cui nome viene mantenuto il riserbo. Il tavolo tra le parti è stato aggiornato a mercoledì 15 novembre.

«Il tempo è comunque poco – sottolinea l’assessore Giovanni Panichelli – ma l’elemento significativo è che è stato confermato l’interesse di un potenziale acquirente ritenuto, dalla stessa azienda, affidabile».

Commenta il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne: «Auspichiamo che la vicenda abbia un esito positivo, nell’interesse dei lavoratori».

Gino Bartali, il campione su due ruote che salvò la vita a centinaia di ebrei

Grande campione sui pedali e nella vita, a Gino Bartali è stato riconosciuto – quattro anni fa –  il titolo di “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem, il memoriale  delle vittime ebree dell’olocausto fondato di Gerusalemme. Un titolo denso di valore e significato, assegnatogli alla memoria per la sua vicenda umana straordinaria. E’ documentato come il famoso “Ginettaccio” , nato nel 1914 a Ponte Ema, un sobborgo di Firenze, e scomparso nel 2000, durante il fascismo salvò centinaia di ebrei dalla deportazione. Il campione, che divise l’Italia nella sana rivalità con il piemontese Fausto Coppi non fu solo grande sui pedali, vincendo tre Giri d’Italia (1936, 1937 e 1946) e due Tour de France (1938 e 1948). Grazie  alle ricerche negli archivi francesi e italiani, e all’ascolto di testimoni e familiari , è emerso l’impegno  concreto e generoso con il quale contribuì, correndo grandi rischi, a salvare in silenzio centinaia di  ebrei. Per lo Yad Vashem Gino Bartali “un cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa“. Il grande ciclista, si legge sul sito dell’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Israele di Gerusalemme , agì “come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, tutto con la scusa che si stava allenando. Pur a conoscenza dei rischi che la sua vita correva per aiutare gli ebrei, Bartali ha trasferito falsi documenti a vari contatti e tra questi il rabbino Cassuto“. ll periodo in cui lavorò più intensamente per mettere in salvo gli ebrei è tra il settembre 1943 e il giugno 1944.  Bartali  divise il tifo sportivo di tutta una nazione nella storica rivalità con Fausto Coppi ed ha sempre avuto molti estimatori anche in Piemonte. Poco oltre il confine del Monginevro, a Briançon c’è una targa che ricorda le sue imprese più grandi, come quella del 15 luglio 1948 quando – partito da Cannes e dopo aver attraversato i colli d’Allos, di Vars e soprattutto dell’Izoard, Bartali entrò nella storia, recuperando i venti minuti di svantaggio che lo separavano dalla maglia gialla Louison Bobet e avviandosi a vincere il suo secondo e ultimo Tour de France. Notissimo oltre che per le imprese sui pedali anche per le memorabili e fulminanti  battute, condite con l’immancabile  «L’è tutto sbagliato l’è tutto da rifare» ,  rimarrà nei ricordi di tutti. Di questa straordinaria prova di altruismo non si  vantò mai. E questo lo rende ancora più grande.

Marco Travaglini

Immigrato in bici sull’autostrada. Ma viene punito il poliziotto “senza autocontrollo”

Poiché “Manca di capacità di autocontrollo, che invece si deve ragionevolmente pretendere da un organo di polizia” il Tar del Piemonte – come riporta l’agenzia Ansa –  ha rigettato la domanda di reintegro dell’agente di polizia sospeso dallo scorso luglio  per avere diffuso, nel corso di un intervento, un video (poi diventato virale) che conteneva l’audio di espressioni a  possibile sfondo razzista e frasi ingiuriose nei confronti della presidente della Camera, Laura Boldrini.    “Le risorse della Boldrini, ecco come finirà l’Italia”. Così aveva detto l’agente che era in servizio alla Polizia  Stradale di Susa, e che filmò un immigrato scortato dalla pattuglia fuori dall’autostrada che l’uomo aveva imboccato in sella a una bici. Si tenga conto che il poliziotto salvò la vita dell’immigrato, il quale lo ringraziò per averlo scortato.

Disarmo nucleare, la mobilitazione del Consiglio regionale

L’OPERA DI LUCE DI VIA ROCCAVIONE (SEMI)DANNEGGIATA

Dopo le luci d’Artista danneggiate alle Vallette è la volta di  ‘Illuminate Benches’ di Jeppe HEIN,  una Luce d’artista allestita nell’area verde compresa tra le vie Vibò, Stradella e Conte di Roccavione (Circoscrizione 5). Il Comune informa che ’installazione – composta da panche che si illuminano sedendosi sopra -è tutt’ora funzionante e non presenta segni di danneggiamento, come era stato detto invece da alcuni organi di informazione. È stata rimossa invece una parte della copertura del bordo di finitura esterno della pedana, base sulla quale poggia l’opera. Il margine metallico – che non compromette l’effetto scenico della Luce – sarà risistemato nei prossimi giorni. ‘Illuminate Benches’ è composta da due blocchi di sei panchine disposte a ferro di cavallo. Sei delle 12 sedute sono costantemente illuminate. Le altre, invece, si accendono nel momento in cui vengono utilizzate, sedendosi sopra.

Jeppe Hein nato a Copenhagen in Danimarca nel 1974, vive e lavora a Berlino. I suoi lavori sospendono le leggi di causa ed effetto e creano situazioni in cui gli oggetti sembrano prendere vita e reagire alla presenza dei passanti. Le panche che si illuminano diventano parte integrante di un sistema modulare scultoreo e architettonico attraverso il quale Hein articola un dialogo con il pubblico. Le sue opere esistono e si attivano solo in relazione allo spettatore, suscitando contemporaneamente un rapporto di gioco e di disturbo, di dialogo e di fastidio. L’intervento dell’artista sviluppa quindi dei segni scultorei in grado di mettere in discussione la normale percezione del luogo. Illuminate Benches instaura un rapporto diretto con le strutture preesistenti e trasforma i movimenti del pubblico creando uno spazio per attivare delle nuove interazioni sociali.

Quasi 200 atleti piemontesi a Genova per il Nico Sapio

Nel prossimo fine settimana, da venerdì 10 a domenica 12 novembre, si terrà alla piscina Sciorba di Genova il Trofeo Nico Sapio, storico meeting internazionale in vasca corta giunto alla 44esima edizione. Un appuntamento di grande importanza, in quanto gara di apertura della nuova stagione a livello nazionale e in quanto – quest’anno – test valido per il conseguimento dei tempi limite di qualificazione ai Campionati Europei in vasca corta, in calendario dal 13 al 17 dicembre a Copenaghen. Moltissimi gli atleti iscritti al Trofeo, provenienti da Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Liguria, Sardegna, Sicilia, Lazio, Campania, Abruzzo, Toscana, Veneto, Puglia e, naturalmente, Piemonte. Ma saranno tanti anche i nuotatori in arrivo dall’estero; da Brasile, Bielorussia, Spagna, Svizzera, Germania, Israele, Kuwait, Messico, Paesi Bassi e Stati Uniti. Diversi, infine, i nomi illustri, con un nutrito gruppo di azzurri della nazionale maggiore guidato dalla campionessa del mondo Federica Pellegrini. Di questo gruppo fanno parte anche Alessandro Miressi e Luisa Trombetti, portacolori delle Fiamme Oro e rispettivamente tesserati anche per Centro Nuoto Torino e Rari Nantes Torino, e Aurora Petronio (Rari Nantes Torino). Alessandro è stato titolare nelle staffette 4×100 dei Mondiali di Budapest 2017, Luisa ha partecipato nel 2016 agli Europei di Londra e alle Olimpiadi di Rio, Aurora ha vestito la maglia azzurra alle Universiadi di Taipei 2017.
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Saranno quasi 200, in tutto, i nuotatori e le nuotatrici del Comitato Regionale FIN Piemonte e Valle d’Aosta, in rappresentanza di 11 società: Aquarium Novi Ligure, CSR Granda, Centro Nuoto Torino, Dynamic Sport, Libertas Nuoto Chivasso, NC Montecarlo Casale Monferrato, OASI Laura Vicuna Rivalta, Rari Nantes Torino, Sisport Spa, Swimming Club Alessandria e Vivisport UISP Fossano. Tra loro anche gli atleti di punta del movimento regionale; chi l’estate scorsa ha preso parte alle manifestazioni internazionali con le nazionali giovanili, chi ha conquistato titoli e medaglie ai Campionati Italiani di Categoria e ai Criteria della passata stagione, chi ha partecipato ai collegiali federali. Tra questi c’è Matteo Senor (CN Torino), che per due settimane nel mese di ottobre si è allenato a Ostia in un raduno di preparazione e monitoraggio della staffetta 4×200 assoluta.
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Il programma del Trofeo Nico Sapio è come detto diviso in tre giornate. Venerdì e sabato saranno dedicati ad Assoluti e Juniores, domenica si tufferanno Ragazzi e Esordienti. Gli Assoluti gareggeranno in tutte le specialità individuali del panorama natatorio, eccezion fatta per gli 800 maschili e i 1500 femminili. Junior, Ragazzi e Esordienti saranno ai blocchi di partenza per i 100 metri di ogni stile e per i 200 misti. La maggior parte delle gare prevede batterie al mattino e finali al pomeriggio; gli 800 e i 1500, i 100 e i 400 misti, avranno una serie unica al pomeriggio; i 400 stile libero avranno due serie al mattino e la più veloce al pomeriggio. Al mattino si gareggerà a partire dalle 9, nel pomeriggio di sabato dalle 15.50, negli altri due pomeriggi dalle 16.30; le finali delle prime due giornate saranno trasmesse in diretta su Rai Sport.

Oggi al cinema

TUTTE LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

Addio fottuti musi verdi – Commedia. Regia di Francesco Ebbasta, con Simone Ruzzo, Fabio Balsamo, Beatrice Arnera, Roberto Zibetti e Ciro Priello. Il gruppo di videomaker The Jackal arriva al cinema con il tema della disoccupazione: scomodando persino gli alieni. Napoletano in cerca di lavoro, Ciro, di professione grafico, quel lavoro proprio non lo trova. I culliculum li ha mandati in ogni parte ma niente. Perché, ultima spiaggia, non mandarne pure uno nello spazio? Là troverà una società aliena che ha i propri pilastri nella professionalità, nella estrema competenza e nella meritocrazia, cose che in terra manco sanno che sono. Durata 93 minuti. (Greenwich sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Auguri per la tua morte – Horror. Regia di Christopher Landon, con Israel Broussard, Ruby Modine e Jessica Roth. Tree, giovane studentessa, si sveglia dopo una notte di bevute nella camera dell’altrettanto giovane Carter. La sera è vittima di un assassino: per risvegliarsi il giorno successivo nelle medesime modalità e per vedere continuamente ripetute vita e morte. Dovrà scoprire il proprio assassino se vorrà interrompere gli eventi. Durata 96 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci anche in V.O.)

 

Borg McEnroe – Drammatico/biografico. Regia di Janus Metz Pedersen, con Shia LaBeouf, Sverrir Gudnason e Stellan Skarsgård. Due campioni, due storie e due personalità diversissime, gli stili che catturano opposte folle di fan, i movimenti freddi e calibrati dell’uno contro quelli nervosi e impetuosi dell’altro, la calma contro il nervosismo, la loro rivalità che li vide a confronto per 14 volte tra il ’78 e il 1981, fino alla finale di Wimbledon, che qualcuno ancora oggi considera una delle più belle partite della storia del tennis. Fino alla loro amicizia, fuori dai campi. Durata 100 minuti. (Centrale V.O., Massaua, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Dove non ho mai abitato – Commedia. Regia di Paolo Franchi, con Fabrizio Gifuni, Emmanuelle Devos e Giulio Brogi. Dall’autore di “Nessuna qualità agli eroi” con Elio Germano. Dove un anziano architetto riesce a riunire, in occasione della costruzione di una villa, la figlia che vive a Parigi dopo aver sposato un ricco finanziere e l’allievo in cui ha sempre maggiormente creduto, ambizioso. Un nuovo rapporto, nuovi sentimenti. Girato a Torino. Durata 93 minuti. (Massimo sala 2)

 

Geostorm – Azione. Regia di Dean Devlin, con Gerard Butler, Jim Sturgess, Abbie Cornish, Andy Garcia e Ed Harris. Due fratelli impegnati a salvare il mondo da un’imminente catastrofe. Mentre i capi di stato delle maggiori potenze mondiali si riuniscono per definire la realizzazione di una complessa rete di satelliti in grado di controllare le condizioni meteorologiche e garantire la sicurezza dei cittadini, ecco che per un malfunzionamento tecnico il sistema che dovrebbe porre tutti in salvo è la causa della imminente distruzione della Terra: tempeste, tsunami, frane, uragani e terremoti. In una corsa contro il tempo i due uomini dovranno tentare di salvare ogni essere umano. Durata 109 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Gifted – Il dono del talento – Regia di Marc Webb, con Chris Evans, Mckenna Grace e Octavia Spencer. Al centro Mary, una ragazzina di sette anni, che come la madre ha una passione incondizionata per la matematica; accanto a lei lo zio Franck che vorrebbe offrire alla nipotina una vita normale e la nonna materna per cui quella passione va di giorno in giorno accresciuta. Durata 101 minuti. (Greenwich sala 1, Uci)

 

Good Time – Azione. Regia di Benny e Joshua Safdie, con Robert Pattinson, Jennifer Jason Leigh e Benny Safdie. Connie e Nick, due fratelli, una rapina in banca per sottrarre alla cassa 65mila dollari. L’uno è l’asse portante della coppia, il motore che fa girare la vita dell’altro e le differenti storie tutte intorno, Nick è il ragazzo più debole, che si fida ciecamente del fratello, quello fuori di testa che va sorretto ad ogni istante. La rapina non è proprio un successo e Nick ci casca, carcere e ospedale, anche con il tentativo di Connie di rapirlo e strapparlo alla struttura, con il risultato di portarsi l’uomo sbagliato. Intorno la notte, la New York dei Queens, gli altri sbandati incontrati per strade: con la critica unanime a ripetere che Pattinson, nella gran voglia di scuotersi di dosso il personaggio di “Twilight”, sta sulla scena con la verità di un consumatissimo e maturo attore. Durata 100 minuti. (Classico anche in V.O.)

 

IT – Horror. Regia di Andrés Muschietti, con Bill Skarsgård, Sophia Lillis, Jeremy Ray Taylor e Jaeden Lieberher. Tratto dal romanzo del “maestro” Stephen King, perla rara nel genere ai recenti botteghini Usa. Durante un temporale, il giovanissimo George guarda la sua barchetta di carta scendere giù per i rivoli d’acqua e scomparire nella fogna di Derry, piccola città del Maine che sembra il ricettacolo di ogni male. Là è nascosto IT, che si nasconde sotto gli abiti e il viso colorati di Pennywise, vero orco per le giovani vittima che scoverà in città. Sette ragazzini pieni di paure, molestati, dalla debole salute, grassi e spaventati, con grosse lenti poggiate sul naso, neri ed ebrei. Tutti pronti a unirsi pur di distruggere il Male. Salvo rimandare la conclusione delle gesta ad un prossimo capitolo, buttato al di là di una trentina d’anni, in un’età più che matura. Durata 135 minuti. (Massaua, Lux sala 3, The Space, Uci)

 

Malarazza – Drammatico. Regia di Giovanni Virgilio, con Stella Egitto, Paolo Briguglia e David Coco. Degrado e bellezza a Catania, al centro della storia una famiglia mafiosa, una moglie maltrattata e un figlio che attorno a sé non vede altro che male, la speranza di un riscatto sociale, un nuovo boss emergente, lo spaccio della droga. Durata 94 minuti. (Uci)

 

Il mio Godard – Biografico. Regia Michel Hazanavicius, con Louis Garrel, Bérénice Bejo e Stacy Martin. Con una buona dose di ironia nei confronti di quella critica francese che dagli anni Sessanta ha guardato alla figura di Godard in un misto di rispetto ed esaltazione, Hazanavicius – sopravvalutassimo autore oscarizzato con il muto “The Artist”, (ri)caduto con “The search” – tenta di descrivere il Sessantotto, il maoismo, le proteste contro la guerra in Vietnam, gli scritti e le arringhe, la politica nella vita e dietro la macchina da presa, l’amore per Anne Wiazemsky, la gelosia e il possesso dell’autore della “Cinese”. Durata 107 minuti. (Romano sala 3)

 

Mistero a Crooked House – Drammatico. Regia di Gilles Paquet-Brenner, con Glenn Close, Christina Hendricks, Max Irons, Julian Sands e Gillian Anderson. Basato sul romanzo di Agata Christie pubblicato in Italia con il titolo “È un problema”, il film è un giallo corale, quelli che tanto piacevano all’autrice: un confronto incrociato tra i componenti di una ricca famiglia inglese. Per ottenere finalmente la mano della ricca Sophia, il giovane investigatore privato Charles Hayword deve risolvere il mistero che avvolge la morte del nonno della ragazza. Mentre tutti puntano il dito contro la giovane seconda morte dello scomparso, spetterà a Charles scoprire nuovi moventi e indizi e la verità. Per chi già non conosce il romanzo di partenza, una inaspettata risoluzione finale, magari anche troppo fuori da quella umanità corrotta su cui la Christie ha per anni indagato. Un buon prodotto, con le carte in regola, di sceneggiatura e interpretative soprattutto, con il piacere da parte dello spettatore di inseguire sviluppi e finali. Durata 105 minuti. (Eliseo Grande, Nazionale sala 1, Uci)

 

Mr. Ove – Commedia. Regia di Hannes Holm, con Rolf Lassgård, Ida Engvoll e Bahar Pars. Il signor Ove è un pensionato isolato e sempre di malumore, che trascorre le proprie giornate a far rispettare le regole dell’associazione dei condomini – che un giorno presiedeva – e andando a far visita alla tomba della moglie, un uomo che pare aver rinunciato del tutto alla vita. Finché un giorno ecco comparire i nuovi vicini di casa: con essi il signor Ove pare stringere una nuova amicizia. Durata 116 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Romano sala 3)

 

Non c’è campo – Commedia. Regia di Federico Moccia, con Gianmarco Tognazzi e Vanessa Incontrada. Tempi duri per le gite scolastiche. Due insegnanti sono alle prese con una di queste, chiaramente con tanto di discepoli al seguito, verso un grazioso paesello dove un artista con i piedi ben piantati nella sperimentazione più attuale li attende per una settimana di studi ed esercitazioni. Ovvero la creatività al potere. Ma tutto sembra ridursi ad un buco del mondo: soprattutto per il fatto che, come sintetizza il titolo, i telefonini in quel tetro angolo non prendono. Come faranno i nostri, adulti e no, a sopravvivere? Durata 90 minuti. (Uci)

 

Paddington 2 – Commedia. Regia di Paul King, con Brendan Gleeson, Hugh Grant, Sally Hawkins e Ben Whishaw. L’orsetto inventato dalla fantasia dello scrittore inglese Michael Bond è in cerca di un regalo per la centenaria zia Lucy. Scova nel negozio di antiquariato del signor Gruber un antico libro, prezioso, che verrà rubato e del cui furto verrà sospettato un fascinoso attore. Durata 95 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

La ragazza nella nebbia – Thriller. Regia di Donato Carrisi, con Toni Servillo, Alessio Boni, Galatea Renzi, Michela Cescon e Jean Reno. Lo scrittore Carrisi passa dietro la macchina da presa, adattando per lo schermo un suo romanzo di successo. Narrando del detective Vogel inviato in un piccolo paese di montagna, vittima sotto choc di un incidente, incolume ma con gli abiti sporchi di sangue, un mite e paziente psichiatra che tenta di fargli raccontare quanto è accaduto. Vogel è lì per occuparsi della sparizione di una ragazzina di soli sedici anni, avvenuta alcuni mesi prima: un groviglio di segreti che arriva dal passato, un piccolo paese dove nulla è ciò che sembra e nessuno dice tutta la verità. Impianto ferreo ma pure con qualche scricchiolio nella parter finale; soprattutto un gioco di scatole cinesi che suona come uno snocciolarsi di colpi di scena ma che è anche un aggrovigliarsi che sbanda e fuoriesce dal campo della chiarezza. Servillo è ormai Servillo, quasi monumento a se stesso, Boni produce qualche bella emozione in più, la Cescon piuttosto inverosimile, gli altri a far parte di un piccolo presepe di montagna ormai cristallizzato. Comunque se dovessimo buttar giù una classifica con “L’uomo di neve” l’Italia batterebbe la fredda Norvegia per molti punti a zero: da noi c’è parecchia più vita, pur tra rapimenti e morti. Durata 127 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Saw: Legacy – Horror. Regia di Michael e Peter Spierig, con Tobin Bell e Laura Vandervoort. Se il seriakiller di un tempo è morto, eccone un altro fresco fresco con la stessa volontà, a voler far fuori quanti si sono prodotti in crimini e colpe per i quali dovranno pagare. E se fosse Kramer tornato a continuare la proprie personali vendette? E se al contrario qualcuno ne volesse emulare le gesta (e gli effettacci)? Durata 91 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Terapia di coppia per amanti – Commedia. Regia di Alessio Maria Federici, con Ambra Angiolini, Pietro Sermonti e Sergio Rubini. Tratto da un romanzo di Diego De Silva, narra di Viviana e Modesto, un tempo vivaci amanti ormai in definitivo tempo di crisi. Un aiutino per salvare la loro situazione, se possibile, e con essa quella delle rispettive famiglie: ed ecco allora che non si può far altro che rivolgersi ad un terapeuta che ha la faccia di Rubini. Pure lui non privo di qualche piccolo problema da risolvere in campo sentimentale. Durata 97 minuti. (Greenwich sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

The Place – Drammatico. Regia di Paolo Genovese, con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini, Silvio Muccini, Vittoria Puccini, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi. Un film corale, un’ambientazione unica, una bella carrellata di attori italiani per altrettanti personaggi che Paolo Genovese – l’autore di quel piccolo capolavoro che è “Perfetti sconosciuti” – ha basato su una serie americana, ripensata e adattata, “The Booth at the Edge”, creta dall’autore e produttore Christopher Kubasik nel 2010. Un uomo misterioso, giorno e notte ospite abituale di un bar, con il suo tavolo sul fondo del locale, e personaggi e storie che a lui convogliano, di uomini e donne, lui pronto a esaudire desideri e a risolvere problemi in cambio di alcuni “compiti” da svolgere. Tutti saranno pronti ad accettare quelle richieste? Durata 105 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

The Square – Drammatico. Regia di Ruben Östlund, con Elisabeth Moss, Dominic West, Claes Bang, Terry Notary e Linda Anborg. Palma d’oro all’ultimo Cannes. Protagonista del film è Christian, curatore di un importante museo di Stoccolma, divorziato e amorevole padre di due bambine, sempre all’inseguimento delle buone cause. Nel museo c’è grande fermento per il debutto di un’installazione, “The Square”, che invita all’altruismo e alla condivisione: ma quando gli viene rubato il cellulare per strada, Christian reagisce in modo scomposto. Nel frattempo, l’agenzia che cura le pubbliche relazioni del museo crea un’inaspettata campagna pubblicitaria a promuovere l’installazione, ottenendo una risposta da parte del pubblico che manda in crisi sia Christian che il museo stesso. Durata 142 minuti. (Massimo sala 1anche in V.O., Nazionale sala 2, Uci)

 

Thor: Ragnarok – Fantasy. Regia di Taika Waititi, com Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Cate Blanchett e Tom Hiddleston. Il verde Hulk a dare una mano al dio del tuono, questa volta privato del suo fantastico martello e in lotta con Hela, la dea della morte, che vorrebbe prendersi il trono di Asgard, e ancora prigioniero in una terra lontana dove è costretto a combattere per il piacere di un tiranno amante del rischio e pronto a manipolare le deboli vite altrui. Durata 130 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Una donna fantastica – Drammatico. Regia di Sebastiàn Leilo, con Daniela Vega. Marina è una donna giovane e attraente, innamorata di un uomo di vent’anni maggiore di lei. All’improvviso l’uomo muore: è in quel momento che la sua natura transgender la metterà di fronte ai pregiudizi della società in cui vive. Ma lei è una donna forte e coraggiosa, pronta a battersi contro tutto e contro tutti per difendere la propria identità e i propri sentimenti. Durata 104 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Una questione privata – Drammatico. Regia di Paolo e Vittorio Taviani, con Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy e Valentina Bellè. Dal romanzo di Beppe Fenoglio. “Over the rainbow” è il disco più amato da tre ragazzi nell’estate del ’43. Si incontrano nella villa estiva di Fulvia, che gioca con i sentimenti di entrambi: con quelli di Milton, pensoso e riservato, con quelli di Giorgio, bello ed estroverso. Un anno dopo Milton, partigiano, si ritrova davanti alla villa di Fulvia ormai chiusa, il custode lo riconosce e insinua un dubbio, che Fulvia, forse, abbia avuto una storia con Giorgio. Ogni cosa pare fermarsi per il ragazzo, la vita, le amicizie, la lotta partigiana, è ossessionato dalla gelosia e vuole scoprire la verità. Deve ritrovare Giorgio ma l’amico di un tempo è stato fatto prigioniero dai fascisti. Durata 84 minuti. (Romano sala 2)

 

Vittoria e Abdul – Drammatico (ma piuttosto commedia). Regia di Stephen Frears, con Judy Dench, Ali Fazal, Michael Gambon e Olivia Williams. Nel 1887 Abdul lascia l’India per Londra, per poter donare alla regina settantenne, sul trono da oltre cinquant’anni, una medaglia, proprio in occasione del suo Giubileo d’Oro. La sovrana è attratta dalla cultura che l’uomo porta con sé, dalla sua giovinezza e dalla prestanza, contro lo scandalo che il suo nuovo amico semina in tutta la corte, che non esita a bollarla come pazza. Più “storiucola” che Storia, a tratti imbarazzante per quell’aria di operetta senza pensieri che circola all’interno: naturalmente per il regista di “Philomena” (da ricordare) e di “Florence” (da dimenticare) il ventiquattrenne Abdul è senza macchia, la vecchia e inamidata corte inglese da mettere alla berlina e allo sberleffo, il piccolo entourage regale che grida “sommossa” se ne ritorna tranquillo a servire la vecchia sovrana. Ma ci voleva ben altro polso e visuale, e qui Frears ha tutta l’aria di voler andare in pensione. Durata 112 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Blu, Reposi, Uci)