L’audizione dei Revisori dei Conti in commissione si è svolta in un clima a dir poco lunare. I consiglieri grillini si sono inalberati contro le cifre e le spiegazioni fornite dai Revisori sul bilancio preventivo della giunta pentastellata. Ma è stato assurdo e, ripeto, lunare il clima complessivo in cui si è svolta l’audizione. Le cose sono messe in modo molto più chiaro di quanto non vogliono far apparire i grillini. Delle due l’una: o la maggioranza ritiene infondate le osservazioni dei Revisori, e allora dovrà decidere, per coerenza e in tempi rapidi, la loro eventuale revoca secondo le norme di legge; oppure, la giunta grillina ritiene fondate le osservazioni e allora non deve far altro che uniformare il bilancio ad esse. Tertium non datur.Quello che non è consentito è questo penoso rimpiattino fra giunta e Revisori perché a uscirne umiliato è il diritto dei cittadini torinesi di conoscere la realtà delle cose e non la sua rappresentazione. Entro il 30 novembre il consiglio deve approvare il documento contabile. L’M5s per coerenza deve “rischiare” di votarlo senza in parte l’assenso dei revisori dei conti. Diversamente, in automatico, sarà la Corte dei Conti a doversi muovere per fare quegli accertamenti ulteriori che si renderanno necessari per dire se le osservazioni dei revisori sono giuste oppure se le rimostranze del M5s hanno un fondamento. Una cosa è certa, o la giunta o i revisori faranno una brutta figura.
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