All’interno di quel piccolo gioiello dell’architettura medievale, posto al centro della val di Susa, che è la chiesa di San Rocco a Condove – un’antica parrocchiale, inizialmente dedicata a Santa Maria de Prato, costruita probabilmente verso il XII secolo e ricca di una sua storia che parte dalle prime notizie scritte datanti al 1290, “girata” nella propria struttura con l’abbattimento dell’abside originaria e la costruzione di quella che noi oggi vediamo, lasciandoci l’operazione scoprire parte dell’affresco dell’arco trionfale, considerato da alcuni studiosi il più antico della valle – è visitabile (fino al 3 dicembre, il mercoledì dalle 10 alle 12, il venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19) in questi giorni la
porta appresso. Sono le tracce delle donne idealizzate, cantate un tempo da qualche bella voce di trovatore, ricompaiono come dame dei vecchi poemi cavallereschi, delle leggenda, di una Storia a tratti offuscata da una narrazione impropria o lacunosa. Cusino ne inventa i nomi, ma ti pare di averle frequentate da sempre, tra novelle, stampe e memorie di pittura. Ammiriamo tra tutte il sentimento che corre tra Isotta e il suo cavallo, Griselda con l’ampio copricapo turrito con quei cavallini bardati di stoffe e colori, Fiammetta che con la sua mandola, tra rossi papaveri e altri fiori, sembra incantare un gruppo di oche, Isadora mascherata e bellissima in quell’intarsio di stoffe e ricami, Violante con la sua importante acconciatura suddivisa in una doppia conchiglia e affettuosa con una piccola volpe, l’incedere elegante di Adelaide. Dieci immagini che si fanno altrettanti personaggi, a tutto tondo.
Elio Rabbione
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