Ottobre 2017- Pagina 11

Il Piemonte brucia ancora: 20 incendi in una sola giornata

“Una dura prova per le nostre squadre della Protezione civile e dei Vigili del fuoco che però si stanno dimostrando all’altezza”

In Consiglio regionale, replicando a una richiesta d’informativa di Francesca Frediani (M5s), l’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia, ha risposto che nella sola  giornata di oggi in Piemonte erano “attivi almeno venti incendi di varia intensità e distribuiti nelle diverse province. I più significativi sono nei Comuni di Cumiana, Caprie, Rubiana, Bussoleno e Ribordone nel Torinese;  Pietra Porzio, Sambuco e Casteldelfino in provincia di Cuneo, unitamente a Murazzano, San Damiano Macra, Borgo San Dalmazzo e Cortemilia; anche Oleggio e Bellinzago nel Novarese e Candelo in provincia di Biella”. In Piemonte dal 10 ottobre è stato dichiarato lo stato di massima pericolosità per incendi boschivi su tutto il territorio. Fino ad oggi sono stati eseguiti 161 interventi sugli incendi boschivi con 1281 volontari e 353 mezzi a terra. “In questi 15 giorni sono stati utilizzati 6 elicotteri e 3 canadair, oltre un elicottero del servizio nazionale e uno regionale dei Vigili del fuoco”, ha detto Valmaggia. “E’ probabilmente la prima volta che si verificano così tanti incendi in un lasso di tempo tanto ridotto sul nostro territorio. Una dura prova per le nostre squadre della Protezione civile e dei Vigili del fuoco che però si stanno dimostrando all’altezza”, ha concluso l’assessore. La consigliera Frediani ha ringraziato  a sua volta la Protezione civile e i Vigili del fuoco, augurandosi che “vengano svolte le dovute indagini per capire le cause di alcuni incendi, perché il dubbio che ci sia la mano umana non è purtroppo da escludere”.

 

www.cr.piemonte.it

Inequivocabile circostanza di adesso

LE POESIE DI ALESSIA SAVOINI
Arrampica sul fango arricciato
più in alto delle fronde che tengono umida la terra
infilando le dita nelle ferite della roccia.
Gli occhi socchiudono la corporea esistenza
in un trapelato palpito in accelerazione
senza toccarsi.
L’ambigua fonte di quel tepore
incatenò ad adesso il non accadere
per non tradir sé stesso, un momento più tardi
quando i corpi avrebbero finto di essersi respinti.
Quel che rimane,
la sospensione delle circostanze,
è il limite delle scelte
che ad ogni incontro di sguardi
qualcosa smuove.

Le “Vitamine musicali” si colorano di Jazz

Questo ciclo del progetto, ideato e varato dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus, di cui è Presidente la Prof.ssa Chiara Benedetto, in collaborazione con l’ AVO-Associazione Volontari Ospedalieri, si colora di note jazz

Lunedì 23 ottobre nell’Aula Dellepiane dell’Ospedale S.Anna è stata presentata la programmazione autunnale della musica dal vivo in ospedale, le cosiddette “Vitamine musicali”, in alleanza della cura al day hospital oncologico, nei reparti maternità e nei luoghi di attesa o transito. Questo ciclo del progetto, ideato e varato dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus, di cui è Presidente la Prof.ssa Chiara Benedetto, in collaborazione con l’ AVO-Associazione Volontari Ospedalieri, si colora di note jazz. La Comunità degli Artisti Jazz infatti, capitanata dal regista Raimondo Cesa ( si ricordano lavori teatrali come Jazz Commedia e Barrelhouse ,citati, tra l’altro, nel libro di Marco Basso “Torino è la città del Jazz”) si è offerta di sposare, arricchendolo, il progetto delle “vitamine”. Trentacinque artisti jazz scendono in campo da qui a fine anno, portando a quasi cento gli appuntamenti 2017 del progetto “Vitamine musicali”, realizzati da 130 musicisti provenienti da una rete di dodici istituzioni culturali. Altrettanti musicisti jazz stanno già collaborando alla programmazione 2018. ” Assisteremo ad una invasione pacifica di artisti che con il loro contributo confermano l’importanza di questa musica nella storia culturale della nostra città – ha affermato Raimondo Cesa, presentando il progetto con il Varaldo-Taufic-Silveira Trio – La musica è conversazione, comunicazione in armonia. Il jazz in particolare è condivisione continua sia tra gli stessi musicisti sia tra musicisti e pubblico “. “E’ ormai dimostrato che un ambiente piacevole e rilassante e la partecipazione culturale attiva contribuiscono ad attenuare gli effetti negativi dello stress – ha sottolineato la Prof.ssa Chiara Benedetto – D’altra parte la “salute” è da intendersi non soltanto come assenza di malattia, ma come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Ne vediamo gli effetti attraverso le trasformazioni avvenute grazie alle arti nei luoghi di attesa, di transito e nei reparti dell’ospedale S.Anna”. Le “Vitamine musicali” sono ad oggi autofinanziate dai cantautori dell’Associazione Magica Torino con Ars Nova, dai cantanti del Teatro Regio e i Maestri della Filarmonica, dagli studenti del Conservatorio”Giuseppe Verdi”, dai musicisti di Xenia Ensemble e di S.Pelagia, dalle energie di Festival Mito in Città e di Adotta un pianista, oltre a musicisti come Anton Mario Semolini e Mario Calisi. Alla presentazione dell’entrata del mondo del jazz in ospedale sono intervenuti anche Loredana Segreto, Direttore Generale dell’Università di Torino, Massimo Giovara, consigliere comunale in rappresentanza della Sindaca Chiara Appendino, Marco Basso, giornalista e critico musicale,Sendy Ghirardi, ricercatrice dello IULM di Milano.

 

Helen Alterio

(foto: Cristina Casoli)

4^ edizione: “Libriamoci” torna nelle scuole torinesi fino a sabato

Studenti, insegnanti, genitori, volontari, bibliotecari: una grande maratona di lettura che coinvolge decine di istituti scolastici in città

 

Fino a sabato 28 ottobre  torna anche nelle scuole di Torino la quarta edizione di Libriamoci.Giornate di lettura nelle scuole: l’iniziativa promossa su tutto il territorio nazionale dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, attraverso la Direzione Generale per lo Studente, e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo attraverso il Centro per il libro e la lettura. 
 La formula prevede momenti di lettura ad alta voce per gli studenti degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, a scuola e in altre sedi, ad opera delle figure più diverse: insegnanti, genitori, bibliotecari, volontari, personaggi noti che propongono e raccontano il loro libro preferito. Le attività di Libriamoci a Torino vedono assieme Salone Internazionale del LibroBiblioteche civiche torinesi, il Concorso letterario nazionale Lingua Madre e Torino Rete Libri, il network che unisce gli istituti torinesi sede di biblioteche scolastiche e protagonisti di attività di promozione della lettura.

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Dopo gli incontri dei giorni scorsi con Donatella Di PietrantonioGiuseppe Culicchia ed Enrico Caiano, sarà l’Assessora alla Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi mercoledì 25 alle ore 8.30 al Liceo Volta (via Juvrarra 14, Torino) a leggere Le menzogne della notte di Gesualdo Bufalino. L’Assessora alla Cultura della Città di Torino Francesca Leon venerdì 27 alle ore 11.30 al Collegio Convitto Umberto I (via Bligny 1) proporrà a tre classi di 5a elementare le Fiabe Italiane di Italo Calvino. Il giornalista Gabriele Ferraris venerdì 27 ore 11.30 all’Istituto Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera Beccaris di via Nicolò Paganini 22 propone una lettura a sorpresa. Per Torino Rete Libri gli studenti, alternandosi con insegnanti e volontari si scambieranno le letture condividendo con i compagni le pagine dei propri libri preferiti. Sono 91 gli appuntamenti previsti, che vedono coinvolte le seguenti scuole: Direzioni Didattiche Kennedy e Duca d’Aosta; Istituti Comprensivi di Corso RacconigiKing-Mila e Nigra; Scuole Medie Dante AlighieriFoscolo eMeucci; Istituti superiori Curie-Levi e Giulio; Licei Cattaneo, Berti e D’Azeglio. Per info: Antonella Biscetti, 328 4866630. Le Biblioteche civiche torinesi promuovono ogni giorno della manifestazione nelle diverse sedi sul territorio cittadino momenti di lettura affidata ai bibliotecari: ogni mattina letture con bambini e bambine delle scuole primarie. Ecco qualche dettaglio: in zona Lingotto la Biblioteca Bonhoeffer incontra le classi della scuola Pertini e Sidoli animando letture da Amali e l’albero di Chiara Lorenzoni (Edt), eSulla mia testa di Emile Jadoul (Babalibri). A Mirafiori Sud la Biblioteca Mirafiori propone i libri Sei felice? di Nicoletta Zanotti (San Paolo Editore) e La bestia e la bella di Silvana De Mari (Salani) per i ragazzi della scuola Salvemini. Non mancano le buone e sane abitudini settimanali con gli appuntamenti per bambini e le loro famiglie. In particolare la Biblioteca Calvino in Borgo Dora e laBiblioteca Levi in Barriera di Milano con Il nonno racconta e consiglia, la Biblioteca Cognasso alle Vallette e la Passerin d’Entrèves a Santa Rita con le Storie in libertà. A Borgo Po Le storie del mercoledì sono un appuntamento irrinunciabile, e a Mirafiori Sud le Biblioteche Pavese e Mirafiori, fra lettura, animazione e laboratori creativi, offrono alle famiglie preziosi momenti da condividere attorno ai libri e alle storie. Per info: Gabriella Carrè, 349 2584912.

Anche il Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre partecipa a Libriamoci con le autrici dell’omonima antologia annuale: ogni giorno dell’iniziativa letture per tutte le classi della scuola primaria e le scuole dell’infanzia Marco Polo, Marie Curie e Archimede che fanno capo alla direzione didattica J.F. Kennedy di Torino. E mercoledì 25 e venerdì 27 ottobre all’Istituto Comprensivo de La Morra (Cn) letture dedicate alle classi della scuola secondaria di primo grado.

Infermieri, Grimaldi (SEL-SI): “ASL devono chiarire i termini e i tempi del piano assunzioni”

A un anno dallo sblocco del turn over

 

Oggi l’Assessore Saitta ha risposto all’interrogazione urgente del Capogruppo di SEL Marco Grimaldi sulle nuove assunzioni di infermieri in Piemonte. Venerdì 20 ottobre il Commissario della Città della Salute ha deliberato le prime 51 assunzioni per i quattro ospedali dell’azienda ospedaliera-universitaria (Molinette, Cto, Regina Margherita, Sant’Anna): si tratta di 41 infermieri e 10 infermieri psichiatrici. I 41 infermieri sono vincitori del concorso dalla cui graduatoria dovrebbero essere assunti in 150 entro la fine dell’anno; la graduatoria comprende tuttavia 1700 idonei. NurSind Piemonte, Sindacato delle Professioni Infermieristiche maggiormente rappresentativo a livello Nazionale, in rappresentanza di migliaia di aderenti presenti in tutte le Aziende Sanitarie del Piemonte ha manifestato oggi davanti al Consiglio Regionale, da cui è poi stato audito, e ha firmato una lettera aperta rivolta alle istituzioni. Le ragioni che hanno motivato la mobilitazione sono molteplici e riguardano in particolare il blocco delle assunzioni che negli anni ha generato condizioni di lavoro giunte “ormai al limite”. I dati forniti al Sindacato dalle Aziende, riferiti all’anno 2015, dicono che gli infermieri piemontesi hanno generato in un anno più di un milione di ore straordinarie e accumulato più di 220 mila giornate di ferie residue. Insomma, gli infermieri stanno lavorando anche per 1500 unità che non ci sono. Inoltre, in questi ultimi anni l’età media del popolo infermieristico piemontese ha raggiunto i 50 anni, il che significherebbe che a 60 anni si continua a turnare anche di notte. “È importante che le ASL abbiano recepito dai sindacati l’indicazione di limitare forme precarie di lavoro e stabilizzare il personale, come l’Assessore Saitta ha fatto sapere” – dichiara il Segretario di Sinistra Italiana Grimaldi. – “L’Assessore ha sollecitato le aziende sanitarie a fornire le informazioni necessarie. Ora sappiamo anche che l’ASLTO1 assumerà 85 infermieri entro l’anno e che l’ASLTO5 ne assumerà 25. Tuttavia non è possibile che, a ormai un anno dallo sblocco del turn over, non siano chiari i termini e i tempi del piano assunzioni, né si possa disporre di una mappatura ASL per ASL delle carenze rispetto alle reali esigenze, che possa garantire un rapporto infermiere/paziente ottimale ed evitare il sovraffollamento dei DEA”.

Ricevuta in Consiglio una delegazione del sindacato infermieri

Una delegazione del sindacato delle professioni infermieristiche (Nursind) è stata ricevuta dal presidente del Consiglio regionale del Piemonte Mauro Laus.“Ringrazio per i toni pacati con cui si è svolto l’incontro. Mi farò parte attiva per facilitare l’interlocuzione tra voi, la Giunta regionale e l’assessore competente” ha affermato Laus. Alla presenza dell’assessore Alberto Valmaggia, in rappresentanza della Giunta, di numerosi consiglieri e consigliere e anche di alcuni rappresentanti del Comitato per la salvaguardia dell’Ospedale oftalmico, è stato il coordinatore regionale del Nurisnd, Francesco Coppolella, a spiegare i contenuti della rivendicazione.“Dobbiamo tener conto del blocco del turn over verificatosi negli ultimi anni e dell’insufficiente numero delle previste e annunciate nuove assunzioni”, ha puntualizzato in accordo con gli altri esponenti provinciali.Tra le principali e urgenti richieste ci sono le necessità di nuove risorse sul territorio; i problemi al  sovraffollamento dei Dipartimenti d’emergenza e accettazione (Dea) e l’organizzazione dei servizi legati alla professione.Gli interventi hanno inoltre posto l’accento sulla mancanza di una stima reale del fabbisogno di personale infermieristico, sulla disomogeneità di calcolo delle diverse aziende rispetto al rapporto paziente-infermiere e sul mancato rispetto delle norme relative all’orario di lavoro.

Sono intervenuti Stefania Batzella (Gruppo misto – Movimento libero indipendente), Gian Luca Vignale (Mns), Marco Grimaldi (Sel), Alfredo Monaco (Rete civica) e Daniela Ruffino (Fi).

Salva donna al sesto mese di gravidanza con gravissimo e rarissimo melanoma oculare

Nei giorni scorsi per la prima volta la collaborazione tra Città della Salute ed Oftalmico di Torino ha permesso di salvare una giovane donna al sesto mese di gravidanza, affetta da un gravissimo e rarissimo melanoma oculare. L’intervento è tecnicamente riuscito e soprattutto il feto è sano e non ha subito ripercussioni. Una donna di anni 28 alla 28^ settimana di gestazione è stata sottoposta ad intervento di enucleazione dell’occhio sinistro, perché affetta da un tumore molto raro di uno dei componenti dell’occhio stesso (coroide/uvea). Tale tumore era un melanoma che colpisce in questa sede e nelle donne in gravidanza meno dello 0,4% delle pazienti affette da melanoma in gravidanza. Un caso più unico che raro. La peculiarità di questo caso è rappresentata dalla giovane età della donna e dal fatto che la stessa era al 6° mese di gravidanza. L’équipe di chirurghi che se ne è occupata presso l’ospedale CTO di Torino è stata coordinata dal dottor Luciano Arturi (responsabile del Servizio di Chirurgia Orbito-palpebrale del CTO (servizio che afferisce alla divisione di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva di cui il primario è il dottor Fabrizio Malan), nonché coordinatore del Servizio di chirurgia oftalmoplastica dell’ospedale Oftalmico di Torino). Da quest’ultimo ospedale la paziente, vista la peculiarità del caso e nell’auspicata soluzione di risolvere il fondato sospetto diagnostico di una patologia così grave, era stata inviata ad un luminare svizzero oncologo oculare di fama internazionale. Tale professionista ha dovuto rinunciare a sottoporre la paziente a trattamento con fascio di protoni, perché il tumore aveva raggiunto dimensioni troppo grandi e lo stato di gravidanza non poteva far utilizzare come terapia di appoggio la chemioterapia, non potendo garantire, peraltro, la possibilità di preservare funzione visiva e volume dell’occhio affetto, con rischio aggiuntivo di aumento delle possibili metastasi a distanza. Al suo rientro in Italia la paziente è stata accolta dal dottor Marcello Zanotti, oculista dell’ospedale Oftalmico di Torino, che ne ha affidato il proseguimento cure al Servizio di chirurgia orbito-palpebrale del CTO di Torino, vista la possibilità di stretta collaborazione tra detto ospedale con l’attiguo nosocomio ostetrico-ginecologico Sant’Anna, indispensabile per cure della gravidanza in caso di urgenti necessità subentranti. In tempi molto ristretti (meno di cinque giorni), resi più esigui dallo stato di gravidanza che procedeva, i medici del CTO sono riusciti a coordinare la collaborazione (preziosa ed indispensabile) di valenze polispecialistiche della Città della Salute di Torino, che la rendono un’eccellenza nazionale: il Servizio di gravidanze a rischio del Sant’Anna (coordinato dalla professoressa Tullia Todros), la Radiodiagnostica universitaria delle Molinette (diretta dal professor Giovanni Gandini), l’Anestesia e Rianimazione del CTO (diretta dal dottor Maurizio Berardino). L’intervento è riuscito perfettamente, anche grazie alla collaborazione dell’oculista dell’ospedale Oftalmico di Torino dottor Cosimo Enzo Belcastro ed alla precisa conduzione della narcosi cui è stata sottoposta la paziente da parte del dottor Massimo Benedini, consentendo il recupero morfologico dell’orbita sottoposta ad un intervento così invasivo, ma necessario per garantire possibilità delle cure avanzate che seguiranno, con i tempi previsti dal dottor Piero Gaglioti (Servizio gravidanze a rischio ospedale Sant’Anna) per garantire la completa eradicazione della malattia. Per di più, grazie alla particolare tecnica chirurgica cui si è ricorsi, entro un mese dall’intervento la paziente potrà indossare una protesi oculare che renderà praticamente indistinguibile l’orbita sottoposta ad intervento rispetto a quella del lato “sano”. Il tutto è stato condotto nella massima garanzia di sicuro proseguimento della gravidanza, che sarà portata a termine naturale con la nascita di un bimbo che in nessun momento del percorso di cura ha mai subito ripercussioni del delicato intervento cui è stata sottoposta la mamma.

 

Da Novara a Teheran, il caso del ricercatore Djalali

FOCUS  di Filippo Re

Sta facendo il giro del mondo la notizia della condanna a morte di Ahmadreza Djalali, il ricercatore iraniano del Crimedim detenuto a Teheran con l’accusa di spionaggio per la cui liberazione si sta muovendo la comunità internazionale. La terribile notizia ha sconvolto anche il mondo universitario piemontese gettando nello sconforto in particolare i colleghi della Scuola di Medicina che hanno lavorato con lui tre anni a Novara 2012 al 2015. Per Ahmadreza Djalali, medico iraniano di 45 anni, finito nel carcere di Teheran alcuni mesi fa, si sta muovendo la Regione Piemonte. Il ricercatore iraniano per quattro anni ha lavorato e studiato all’Università del Piemonte Orientale, collaborando con il Crimedim, il Centro di ricerca in medicina di emergenza e delle catastrofi, con sede a Novara. Arrestato ad aprile a Teheran, dove si era recato per una conferenza, è stato incarcerato e ora è giunta la notizia della condanna a morte. La moglie, che vive a Stoccolma con i due figli, ha chiesto aiuto alle istituzioni italiane e alla stessa Università del Piemonte Orientale che ha lanciato una raccolta fondi per sostenere le spese legali della famiglia. Djalali è un serio professionista che per anni ha lavorato per la sanità piemontese, stimato e apprezzato da tutti i colleghi. La Regione Piemonte ha chiesto l’immediata scarcerazione del medico e ha sollecitato il governo italiano e l’Unione europea a intervenire presso le autorità iraniane. Perchè Djalali è finito in carcere? Le autorità iraniane lo accusano di essere una spia ma la sua unica colpa sarebbe quella di aver collaborato con ricercatori israeliani, americani, italiani e mediorientali per migliorare l’efficienza degli ospedali e i trattamenti sanitari soprattutto nei Paesi poveri o flagellati da guerre e carestie. Djalali è tenuto in isolamento nella famigerata prigione di Evin a Teheran, stracolma di oppositori e prigionieri politici. Rifiuta il cibo da diversi giorni e pare sia stato obbligato a firmare un’ammissione di colpevolezza. La notizia della condanna a morte del ricercatore riporta in primo piano l’uso eccessivo e indiscriminato della pena capitale nel Paese degli ayatollah. Secondo i più recenti dati diffusi da Amensty International, dall’inizio del 2017 l’Iran è, dopo la Cina, lo Stato che ha eseguito finora il maggior numero di condanne a morte, 355 solo fino a ottobre, davanti all’Arabia Saudita e al Pakistan. Un triste record, nonostante le promesse, non mantenute, di invertire la tendenza, del presidente “riformista” Rouhani.

Filippo Re

 

Irene Franchini bronzo mondiale nel mixed team compound


La penultima giornata dei Mondiali Targa di tiro con l’arco a Città del Messico ha regalato due medaglie alla nazionale italiana e in una di queste c’è la firma di Irene Franchini, arciera emiliana tesserata per le Fiamme Azzurre e per la società rivolese degli Arcieri delle Alpi. In coppia con Sergio Pagni, Irene è salita sul terzo gradino del podio del mixed team compound, superando 156-151 l’Olanda di Mike Schloesser e Sanne De Laat. Gli azzurri sono partiti forte, con le prime quattro frecce sul 10 e il primo parziale chiuso 40-38. In parità a quota 38 la seconda volée, poi l’Italia è volata sul più 4 grazie a un terzo parziale di 38-36. 40-39 l’ultimo set, che ha consegnato il bronzo a Sergio Pagni e Irene Franchini. Quarti al termine delle qualifiche, gli azzurri avevano sconfitto 157-152 agli ottavi (primo turno) la Russia e 152-150 ai quarti i padroni di casa del Messico, grazie a una bella rimonta tra terza e quarta volée. In semifinale hanno perso di misura 157-156 contro la Germania, poi sconfitta nella finale per l’oro dalla Corea del Sud.

Nella gara individuale del compound Irene Franchini ha concluso la qualifica in 11esima posizione con il punteggio di 693, accedendo così al secondo turno degli scontri diretti nel quale ha incontrato e battuto 146-138 l’australiana Rachel Morgan. Si è fermata ai 16esimi, allo shoot off contro la francese Lucie Burnet. Nella gara a squadre Sara Ret, Irene Franchini e Marcella Tonioli hanno concluso la loro corsa agli ottavi di finale, perdendo 227-224 contro la Germania dopo il settimo posto in qualifica.

Ai Mondiali di Città del Messico è volata anche Tatiana Andreoli (arco olimpico), all’esordio in una rassegna iridata assoluta e vincitrice dell’oro a squadre ai Mondiali Juniores disputati a Rosario nella prima settimana di ottobre. 23esima al termine delle qualifiche con 646 punti, Tatiana è stata promossa al secondo turno del tabellone dove ha superato 6-0 la giapponese Ren Hayakawa. Ancora una “vittima” giapponese ai 16esimi, dove la valsusina classe 1999 tesserata per la Iuvenilia ha piegato 6-0 Tonomi Sugimoto. Agli ottavi Tatiana ha concluso un Mondiale comunque soddisfacente, arrendendosi alla freccia di spareggio contro l’atleta di Taipei Yu-Hsuan Lin.

Nel mixed team Tatiana Andreoli e Mauro Nespoli sono usciti agli ottavi (5-3) contro il Messico, mentre nella prova a squadre femminile dell’arco olimpico il trio azzurro formato da Tatiana Andreoli, Lucilla Boari e Vanessa Landi (la squadra oro ai Mondiali Junior) non ha superato le qualificazioni per cinque punti.

Per quanto riguarda la nazionale italiana è da sottolineare l’argento conquistato da Sergio Pagni, Federico Pagnoni e Alberto Simonelli nella gara a squadre compound. Nella finale per il titolo iridato gli azzurri hanno perso contro gli Stati Uniti, numeri uno del ranking mondiale. Stasera, nell’ultima giornata dei Mondiali, il trio azzurro dell’arco olimpico – Marco Galiazzo, David Pasqualucci, Mauro Nespoli – si giocherà l’oro contro la Francia.

Autonomia apprezzabile, ma il Nord non può mettersi in proprio

di Pier Franco Quaglieni

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Ho letto con interesse la nota del presidente Cota (LEGGI QUI/) e concordo con le valutazioni critiche che egli da’ sul governo regionale di Chiamparino. Io non ho apprezzato la brusca interruzione della Giunta Cota  e non ritengo che Chiamparino abbia fatto meglio. Ciò premesso, se posso capire l’entusiasmo per gli esiti referendari nel  Lombardo – Veneto, mi trovo in difficoltà a condividerli. Non che sia di per se ‘ non apprezzabile l’autonomia, ma ,ad esempio, l’autonomia, come l’autonomia siciliana dimostra , non   e’  di per se’  una garanzia di buongoverno. In più , due referendum possono aprire ad  una trattativa con il governo centrale, ma non certo al federalismo che si può ottenere  solo con una riforma dello Stato di natura costituzionale. L’unica ipotesi federalista seria e ‘ stata quella del giurista Miglio che Bossi dopo poco mise alla porta. Il federalismo in ogni caso deve unire, come voleva Cattaneo, e non disgregare l’unita’ nazionale. Io vedo con preoccupazione altri referendum per l’autonomia soprattutto al Sud . Pensate cosa potrebbero fare De Luca ed Emiliano, ad esempio . C’è uno spirito filoborbonico  e antirisorgimentale meridionale che può diventare da sterilmente nostalgico politicamente pericoloso . Temo che proposte come quella dei 9/10 di tasse alle Regioni non siano praticabili perché disconoscono lo Stato nazionale e impediscono le sue irrinunciabili funzioni. 
Il Nord non può mettersi in proprio, come vorrebbe fare la Catalogna. Chiamparino propose addirittura un Pd regionalizzato e non ebbe giustamente nessun seguito. Più autonomia locale può essere utile ,ma a precise condizioni. Ad esempio: 
-la salvaguardia dello Stato unitario
-i programmi scolastici eguali in tutta Italia e l’insegnamento della lingua italiana
-il valore dei titoli di studio riconosciuti  in tutto il territorio nazionale.
Come dice l’ex presidente della Corte dei Conti del Piemonte Salvatore Sfrecola, occorre accompagnare l’autonomia con la responsabilità e con il buon senso che la Catalogna che nel suo secessionismo  dimostra di non avere. 

 

quaglieni@gmail.com