La sindaca racconta in un post su Facebook le difficoltà incontrate in viaggio per cambiare i pannolini alla figlia. “A Torino, con una delibera dell’assessore al Commercio, Alberto Sacco, abbiamo inserito proprio la presenza di fasciatoi come criterio di qualità per accedere a degli sconti sulle tariffe comunali per le nuove aperture dei locali di somministrazione”
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IL POST DI CHIARA APPENDINO
“Quest’anno, per la prima volta, io e Marco abbiamo affrontato con Sara un viaggio in auto un po’ più lungo del solito: da Torino fino a Roma dove martedì ho incontrato il ministro Delrio. Abbiamo diviso il percorso in più tappe, anche in Liguria e Toscana. Ci siamo fermati in tanti posti magnifici, per un caffè, una merenda, una pizza o per visitare un museo o un’attrazione e così come noi, tantissime famiglie italiane e straniere. E, come tutte le famiglie come la nostra, ci siamo trovati quasi sempre a cambiare pannolini nelle situazioni più disparate: su un tavolino, su due sedie affiancate, su una panca o su un divanetto, sempre perché nella stragrande maggioranza dei casi i servizi non erano dotati di fasciatoio. È vero che alla fine si trova sempre un modo per arrangiarsi, ma la presenza più o meno diffusa di fasciatoi è uno degli indicatori con cui un Paese pensa alla maternità e alla cura dei più piccoli. Quindi, a rischio di essere retorica, anche al futuro. A Torino, con una delibera dell’assessore al Commercio, Alberto Sacco, abbiamo inserito proprio la presenza di fasciatoi come criterio di qualità per accedere a degli sconti sulle tariffe comunali per le nuove aperture dei locali di somministrazione. Si tratta ovviamente di un piccolo passo ma crediamo che sia un segnale importante. Sia chiaro, non solo per i turisti o per chi ha esigenze sporadiche, ma per tutti i cittadini residenti e non. L’auspicio è che i gestori ma soprattutto le Amministrazioni, a tutti i livelli, si adoperino concretamente per migliorare questa situazione che ci vede indietro rispetto a tanti altri paesi più “baby-friendly”, almeno da questo punto di vista. Chissà che Sara e tutti i suoi coetanei un giorno, nelle loro città e nel loro Paese non possano cambiare pannolini in posti più agevoli e igienici rispetto a dove sono stati cambiati loro”.
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