E’ morto Carlo Suzzi, il “quarantatrè”, unico sopravvissuto dell’eccidio di Fondotoce del giugno 1944

E’ morto il giorno prima del suo 91° compleanno Carlo Suzzi, noto con il nome di battaglia “Quarantatrè”, unico sopravvissuto all’eccidio di Fondotoce (Vb) dove, il 20 giugno del 1944, quarantatré partigiani, arrestati nei giorni precedenti durante le operazioni di rastrellamento in Val Grande, vennero fucilati nel luogo dove ora sorge il Sacrario del “Parco della Memoria e della Pace” e la Casa della Resistenza. Suzzi era nato il 16 luglio del 1926 a Busto Arsizio (Va) e da decenni aveva lasciato l’Italia, trasferendosi in Thailandia, nel distretto di Bang Lamung, poco lontano dalla nota località turistica di Pattaya. Dopo essere stati torturati e fatti sfilare in corteo da Villa Caramora, a Intra , fino al luogo della fucilazione, nei pressi del canale che congiunge il lago di Mergozzo al lago Maggiore, costretti a portare un cartello con la scritta “ Sono questi i liberatori d’Italia oppure sono banditi”, dei quarantatrè resistenti, il solo Suzzi si salvò. L’allora diciassettenne partigiano riuscì fortunosamente a sopravvivere e, aiutato dalla gente del posto, si mise in salvo, tornando poi a combattere nella formazione Valdossola con il nome di battaglia “Quarantatré”. La sua testimonianza venne raccolta da Orazio Barbieri nel libro “ I sopravvissuti” (Feltrinelli,1972). Carlo Suzzi mantenne un forte legame con il territorio che lo vide protagonista della Resistenza , tornando in diverse occasioni in Italia per incontrare i suoi vecchi compagni di lotta e, nella ricorrenza dell’eccidio, i 42 martiri di Fondotoce.

Marco Travaglini

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