Maggio 2017- Pagina 28

I 30 anni di To7, giornale libero e aperto

di Pier Franco Quaglieni

Il venerdì le vendite de “La Stampa” hanno un’impennata. Molti che non comprano più il quotidiano di via Lugaro,non vogliono invece perdersi “Torino7” che compie oggi  30 anni di vita  e li festeggerà con un evento musicale importante in piazza San Carlo

Forse nessun giornale riuscirebbe ad affrontare oggi  lo spazio smisurato di quella piazza dove si tenevano grandi concerti al tempo del “Settembre musica “ e i grandi leader politici facevano i loro spettacolari comizi. E’ un supplemento  che ha decisamente  superato in vendite “Tuttolibri” che via via ha perso lo smalto che gli diede Carlo Casalegno e che ancora Bruno Quaranta aveva saputo mantenere.  L’attuale direttore è Cristina Caccia, giornalista colta, aperta, mite, figlia del magistrato Bruno Caccia ammazzato sotto casa nel 1983.Cristina fu la prima a vedere il padre in una pozza di sangue e portò via il cane che stava vicino a lui ed  abbaiava furiosamente. Un ricordo che segna la vita. Dopo trent’anni ,forse, un processo ci dirà chi furono gli assassini del Procuratore di ferro,nobile esempio della tradizione “sabauda” della Magistratura subalpina. L’inventore di Torino7 fu Franco  Pierini, creatore dei supplementi  del giornale durante la direzione di Giorgio Fattori. Era un uomo appartato e gioviale che veniva dalle fila della Resistenza, anche se non se ne vantava mai, come il mitico capo cronista Ferruccio Borio, un giornalista davvero fuori ordinanza. Era un piacere cenare con Pierini che , non torinese, era attento ad ogni aspetto della città ed aveva una conversazione molto piacevole. Nella creazione di Torino 7 ebbe un ruolo di primo piano Edoardo Ballone, responsabile della pagina “In città”, una novità per i quotidiani di quegli anni che  egli sapeva inventare ogni giorno con estremo equilibrio, spirito liberale, apertura. Era di madre viennese e ci teneva moltissimo alle sue radici ebraiche e mitteleuropee.

Aprì la pagina ai gay  in tempi in cui di questi temi proprio non si parlava. Era un uomo raffinato e colto. Non ebbe i riconoscimenti che meritava e morì ancora giovane. Oggi è dimenticato come Pierini. Gabriele Ferraris fu uno dei direttori più innovativi del supplemento  che “curò come un figlio”, per dirla con le sue parole. Ci sarebbero tanti altri nomi da ricordare ,a  partire da Alessandra Comazzi e il poliedrico Rocco Moliterni, ma l’importante è sottolineare che Torino7 ci dà ogni settimana il volto bello ed attrattivo della città. Una città policroma, viva, non condizionata dalla politica che spesso la degrada e la umilia.  Leggere Torino7 – a fianco di Cristina Caccia va ricordata la bravissima Alma Toppino- e’ un piacere a cui non so resistere anche quando sto lontano da Torino .Anzi, è un modo piacevole  per rimanere vicino ad un certo tipo di città, la 7 appunto,  che è l’unica che amo per la  ricchezza vitale delle sue proposte culturali, ma non soltanto culturali. Una volta andai a cercare, in fondo a corso Casale, un negozio che purtroppo non visse molto, dedicato agli amanti dei gatti. Senza To7 non lo avrei mai conosciuto. Articoli brevi, incisivi, spesso scritti da giovani capaci: uno per tutti, Marco Bobbio, il nipote del filosofo.Giovani disponibili, attenti, anche umili , pur nella loro bravura, che mettono entusiasmo  nello scrivere i loro pezzi, sempre precisi e puntuali. Anche il ricordo dei tempi passati di Torino, una rubrica seguitissima, si coniuga bene con le notizie sulle iniziative  promosse dai giovani che sono i primi lettori  di Torino7.Quei giovani che sembrano appiccicati solo al telefonino,amano To7. Gabriele Ferraris continua con la sua bella rubrica ad esprimere il suo dissenso verso le politiche  che non rispettano la vita culturale  torinese che Cristina Caccia fotografa , settimana dopo settimana, con obiettività e intelligenza. E’ quasi impossibile non trovare in quel supplemento un’iniziativa culturale promossa a Torino. E’  forse proprio questo il merito maggiore di “Torino7” che si è reso indispensabile per essere informati di tutto e di tutti in modo rapido e obiettivo.   

IL GSPM TORINO CENTRA IL PODIO AI CAMPIONATI ITALIANI ASPMI DI NUOTO

Medaglia di bronzo a squadre per il sodalizio sabaudo, che conquista due ori con le staffette 4×50 stile libero e può fregiarsi della miglior prestazione femminile assoluta, ottenuta da Susi Penzo

 

Il Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino conferma il proprio feeling con i campionati italiani ASPMI di nuoto, centrando nuovamente il podio in occasione dell’edizione numero 20 della tenzone agonistica, svoltasi a Genova presso la piscina “Lago Figoi”.  Il sodalizio gialloblù, infatti, ha dimostrato ancora una volta di possedere un elevato tasso tecnico, che gli ha consentito di salire sul gradino più basso del podio, alle spalle dei colleghi di Milano e Genova. Sono state moltissime le medaglie agguantate dagli atleti sabaudi, con particolare riferimento ai successi di Susi Penzo, Maria Di Bernardo, Tatiana Chiampo, Cristina Andreoli, Ada Occelli, Eleonora Cava, Andrea Pisoni, Alberto Bellachioma, Massimiliano Lenta e Giuseppe Spatolisano. Degne di menzione anche le prestazioni di Graziella Telatin, Daniela Vizzotto, Pierandrea Delfino, Guido Novarese, Antonio Scarane e Massimo Benincasa.

Ad arricchire il palmarès dei piemontesi ci hanno pensato le staffette 4×50 stile libero femminile (Cava, Chiampo, Di Bernardo, Penzo) e maschile (Lenta, Spatolisano, Bellachioma, Pisoni), unitamente alla responsabile della squadra natatoria del GSPM Torino, Susi Penzo, che ha fatto registrare la miglior prestazione femminile assoluta dell’intera due giorni.

Contestualmente alla rassegna nazionale, tutti gli iscritti hanno partecipato al “Trofeo per un Amico” dedicato al collega nuotatore Fabio della polizia municipale di Genova, prematuramente scomparso due mesi fa: la doppia competizione ha richiesto uno sforzo fisico notevole a tutti i partecipanti per via dell’elevato numero di gare disputate e ha registrato anche la partecipazione degli atleti appartenenti alla Polizia del Canton Ticino, alla Marina Militare, alla Polizia di Stato, ai Vigili del Fuoco di Milano, alla “Genova Nuoto” e al Comune di Genova. Anche in questo caso, i vigili torinesi si sono classificati terzi, mentre Milano ha bissato il successo, precedendo nella graduatoria finale la società “Genova My Sport”.

Nel complimentarsi con tutti i suoi compagni di squadra, Susi Penzo ha asserito: «La manifestazione ha toccato momenti di grande commozione, favoriti dal ricordo dell’amico e collega Fabio. Come sempre, l’organizzazione è stata impeccabile: sono stati due giorni meravigliosi».

Il prossimo appuntamento per il GSPM Torino è in programma mercoledì 17 maggio, quando, a Ravenna, prenderanno ufficialmente il via i campionati italiani ASPMI di tiro a segno.

 

A Trieste, tra gli scaffali della libreria di Umberto Saba

La libreria antiquaria iniziò la sua attività al numero 30 di via San Nicolò, nel cuore di Trieste, nel 1904 con il nome del libraio-editore Giuseppe Mayländer e venne acquistata quindici anni dopo – nel 1919 – dal poeta Umberto Saba, diventando uno dei più importanti luoghi d’incontro gli intellettuali triestini. In quei locali, tra gli scaffali gonfi di libri e antiche carte, Saba s’incontrava con gli scrittori della “città dei venti” come Italo Svevo, Giani Stuparich e Virgilio Giotti, e altri autori come Carlo Levi e Giovanni Comisso. Così quella “strana bottega d’antiquario” che “s’apre, a Trieste, in una via secreta” dove “d’antiche legature un oro vario, l’occhio per gli scaffali errante allieta”, come la definì lo stesso Saba nel suo Canzoniere, entrò a far parte della storia letteraria della città dalla “scontrosa grazia”.
Varcarne la soglia, incontrare Mario Cerne – figlio di “Carletto”, il socio di Umberto Saba che ereditò la Libreria sessant’anni fa, alla morte del poeta, nel 1957 -, ascoltare i suoi racconti e perdersi tra i libri è un’emozione straordinaria, unica, intensa. La libreria oggi raccoglie un patrimonio unico, offrendo un’ampia scelta di libri antichi e rari, stampe e carte geografiche. La storia della “Libreria Antiquaria Umberto Saba“, il suo cammino “ atipico, complesso e complicato, ma a suo modo estremamente affascinante”,  è raccontato in un libro curato da Elena Bizjak Vinci e Stelio Vinci.
Dall’arrivo a Trieste da Pola del croato Mayländer nel 1904 – che intraprese l’attività di libraio, acquistando la sezione antiquaria della libreria Quidde – al trasferimento al pianoterra al “30” di via San Nicolò e alla cessione a Umberto Saba ( pseudonimo di Umberto Poli), le vicende di quello che il poeta descrisse come “l’antro oscuro” si affiancano alla storia di questa città di confine da sempre contesa. Tra le pareti della libreria, l’andirivieni degli “strani clienti” – come Saba usava chiamare i frequentatori dell’Antiquaria –, le chiacchiere e le ricerche di volumi e documenti prese forma una parte molto importante della vita intellettuale triestina. Da Mayländer al signor Stock ( imparentato con il fondatore della nota ditta di liquori, che Saba accettò come socio al cinquanta per cento all’inizio degli anni Trenta), fino al “commesso” Carlo Cerne, che riuscì a gestire con talento e oculatezza la libreria, ereditandola nel 1958,questa miscela di persone e storie ne ha fatto – in più di un secolo – un luogo di cultura unico e originale. Nella libreria, tra le varie pubblicazioni, non si può non acquistare la poesia “Trieste” , la prova del legame inscindibile del poeta  con la città dal grande fascino, sospesa tra il mare e l’asprezza delle colline carsiche. Scritta tra il 1910 e il 1912, “Trieste” è stata tradotta in una moltitudine di lingue e rappresenta la quintessenza di questa città in terra giuliana, al tempo stesso italiana, slovena e mitteleuropea. E’ un modo giusto per approssimarsi o concludere una visita alla libreria di Saba, “nutrendosi” con i versi che raccontano le piazze e le vie, le rive e il mare, dove soffia la bora e “ s’infrange l’ultima onda del Mediterraneo”.

Marco Travaglini

Sicurezza, “Un vicino come antifurto”: cresce l’interesse nel Torinese

Continua a crescere l’intesse nella Città Metropolitana di Torino per il Controllo del Vicinato. Venerdì 12 maggio, alle ore 21, nel salone comunale di Sciolze si tiene un incontro sull’argomento a cura dell’amministrazione comunale guidata da Gabriella Mossetto e dell’Associazione Controllo del Vicinato. Interviene Ferdinando Raffero, vice responsabile della Sezione Piemonte e referente per la Città Metropolitana. Il progetto, che ha visto recentemente l’adesione, con la costituzione di gruppi, a Baldissero Torinese ed a Monteu da Po, si prefigge di attuare una desistenza attraverso la solidarietà ed senso civico nei confronti della microcriminalità

Massimo Iaretti

 

 

Letture ad alta voce negli ospedali della Città della Salute

Un po’ di Salone del Libro anche in ospedale, per donare parole, emozioni e spunti di riflessione anche a chi, per motivi di salute, non può frequentare gli appuntamenti del Salone al Lingotto o godere dei tanti momenti di condivisione offerti dal Salone Off in tutta la città. Con Pagine in corsia il Salone entra negli ospedali torinesi per proporre letture ad alta voce ai pazienti, ai loro famigliari ed agli utenti in attesa di visita. Il tutto grazie alla preziosa collaborazione delle Biblioteche Civiche torinesi, del Circolo dei lettori, dei volontari del Servizio civile nazionale e dei volontari civici e del progetto Senior Civico della Città di Torino. Un modo per fare vivere davvero a tutti il Salone del Libro, con letture da romanzi di autori contemporanei e classici.

 

 

Giovedì 18 maggio 2017, luoghi e orari delle letture:

 

AOU Città della Salute e della Scienza di TorinoPresidio CTO

Via Zuretti, 2

Luogo: atrio

Orario: ore 9-13

 

AOU Città della Salute e della Scienza di Torino – Presidio Molinette

Corso Bramante, 88/90

Luogo: Coes-Centro Oncoematologico

Orario: ore 9.30-12.30 e ore 14-16

 

AOU Città della Salute e della Scienza di Torino – Presidio Sant’Anna

Via Ventimiglia, 1

Luoghi: sala d’attesa Centro di Ecografia e Diagnosi Prenatale (2° piano) e sala d’attesa Breast Unit (1° piano)

Orario: 9-11

 

 

Il villaggio CircOLIamo in piazza Solferino

Arriva a Torino CircOLIamo, la campagna educativa itinerante del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati. Oli lubrificanti usati, rischi per l’ambiente e opportunità per l’economia nazionale e locale sono i temi principali della conferenza stampa che si terrà venerdì 12 maggio alle ore 11 in Piazza Solferino, all’interno del villaggio CircOLIamo, alla presenza dell’Assessore all’Ambiente Stefania Giannuzzi e di Franco Barbetti, Direttore Tecnico Operativo del COOU.

 

L’evento rappresenta la principale tappa piemontese della campagna educativa itinerante organizzata dal Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e di ANCI, che nell’arco di due anni toccherà tutti i capoluoghi di provincia italiani allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le amministrazioni locali sul corretto smaltimento dei lubrificanti usati e ottimizzarne la raccolta.

 

Dalle 9 alle 11, all’interno del villaggio CircOLIamo, è previsto l’incontro con i ragazzi delle scuole, che parteciperanno agli educational loro dedicati; i ragazzi si fermeranno al villaggio allestito dal Consorzio e giocheranno a “Green League”, il primo social game finalizzato all’educazione ambientale.

 

Nel corso dell’incontro con la stampa verranno resi noti i dati di raccolta degli oli lubrificanti usati in Piemonte e in particolare in Provincia di Torino. Il Consorzio proporrà, insieme ai relatori, le soluzioni ad eventuali difficoltà o inadempienze. L’olio lubrificante usato è un rifiuto pericoloso che deve essere smaltito correttamente. Se utilizzato in modo improprio può essere estremamente dannoso per l’ambiente e per la salute umana: basti pensare che 4 kg circa di olio – il cambio di un’auto – se versati in mare posso coprire una superficie grande quanto un campo di calcio.

Vaccini, il Piemonte introdurrà l’obbligo per i bambini degli asili nido e delle materne

L’assessore  alla Sanità del Piemonte, Antonio Saitta,  coordinatore degli assessori alla Sanità nella Conferenza delle Regioni,  ha proposto oggi pomeriggio al Consiglio regionale l’introduzione  obbligatoria dei vaccini per i bambini che frequentano gli asili nido e le  scuole materne.  La proposta è stata formulata durante la seduta  delle Commissioni Sanità e Istruzione, riunite per esaminare le proposte di legge relative agli obblighi vaccinali nelle scuole, in  fascia di età 0-3 anni.

Oggi al Cinema

TUTTE LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 ***

A casa nostra – Drammatico. Regia di Lucas Belvaux, con André Dussolier e Émilie Dequenne. In una piccola città del Nord della Francia, la storia di Pauline, una infermiera a domicilio, divorziata, con due figli e vecchio padre a carico. Un partito di estrema destra la vorrebbe capolista alle municipali, lei, convinta per l’occasione di poter fare del bene alla sua gente, accetta. Tema attualissimo, racconto, nelle corde del regista, per scoperchiare i falsi metodi di rispettabilità e buone maniere che stanno da una certa parte politica: all’uscita francese ne febbraio scorso, grandi rimostranze nella destra; da noi “la Repubblica” gli ha riconosciuto uno sguardo “preciso e clinico” senza tuttavia nascondere il difetto “di essere troppo dimostrativo, troppo didascalico”. Durata 95 minuti. (Classico)

 

Adorabile nemica – Commedia. Regia di Mark Pellington, con Shirley MacLaine e Amanda Seyfried. Caratteraccio quello che sfodera Harriet, per questo ormai abituata a vivere in solitudine privata dell’affetto di tutti quanti, compreso quello della figlia. Niente di meglio che tramandare ai posteri un ricordo di sé un po’ più addolcito, grazie alle cure di una giovanissima giornalista, per il momento incaricata esclusivamente dei necrologi. Agli screzi iniziali subentrerà un rapporto forte e complice tra le due donne. Durata 108 minuti. (Romano sala 1)

 

Alien Convenant – Fantascienza. Regia di Ridley Scott, con Michael Fassbender, Katherine Waterston e Naomi Rapace. Il film è ambientato dieci anni dopo le azioni raccontate in “Prometheus” e racconta della missione di colonizzazione del pianeta Origae-6 da parte dell’astronave Convenant: raggiungerà a seguito di un’esplosione un luogo mai esplorato. Troveranno la carcassa di una nave aliena che nasconde al proprio interno il pericolo di mostruose creature. Durata 122 minuti. (Centrale V.O., Massara, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

L’altro volto della speranza – Commedia drammatica. Regia di Aki Kaurismaki, con Sherwan Haji. Khaled ha perso la propria famiglia nella violenza di Aleppo. Fugge e arriva a Helsinki nascosto nella stiva di un cargo, ma al rifiuto delle autorità di prendersi cura di lui preferisce la clandestinità. Mentre si mette alla ricerca della sorella salvatasi da quegli eccidi, trova rifugio nel ristorante di uno sperduto paese, di cui un commesso viaggiatore è appena venuto in possesso. Orso d’argento al FilmFest di Berlino. Durata 91 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Baby Boss – Animazione. Regia di Tom McGrath. Rivisto e rimpolpato per lo schermo da un breve racconto di Maria Fraaze, è la storia di un neonato e dello scombussolamento che procura in una coppia; ma è anche il racconto del rapporto che si instaura tra il bebè e il fratellino maggiore, prima di invidia e piccola cattiveria quotidiana, poi di immancabile affetto e solidarietà quando ci si trova a dover combattere il cattivo di turno. Durata 98 minuti. (Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Codice unlocked – Azione. Regia di Michael Apted, con Orlando Bloom, Michael Douglas, John Malkovic e Naomi Rapace. L’agente della CIA Alice Racine è stata relegata ad un lavoro di routine dopo che non è riuscita a sventare un attacco terroristico compiuto un paio di anni prima a Parigi. È durante l’interrogatorio di un terrorista che viene per caso a conoscenza di un nuovo attacco biologico che vedrà questa volta coinvolta la capitale inglese. Ha perso fiducia in se stessa, deve guardarsi da qualcuno che è pronto a eliminarla e soprattutto deve guardarsi dai colleghi che le stanno intorno per comprendere chi stia facendo il doppio gioco. Durata 98 minuti. (Ideal, Lux sala 2, Uci)

 

Le cose che verranno – Commedia drammatica. Regia di Mia Hansen Love, con Isabelle Huppert e André Marcon. Una insegnante di filosofia di un liceo parigino, di quelle che più che affidarsi ai sacri testi “insegnano ai giovani a pensare con le proprie teste”, due figli, al giro di boa dei sessanta, si ritrova a fare i conti con un marito che ha deciso di abbandonarla per una più giovane amante, l’età avanzata della madre con il bisogno continuo di attenzioni, un editore che non ha più bisogno di lei e dei suoi saggi. Con la vicinanza e la complicità intellettuale di un giovane ex studente, dovrà reinventarsi un percorso per il futuro. Durata 102 minuti. (Centrale, Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse – Commedia. Regia di Hugo Gélin, con Omar Sy e Clémence Poésy. Ancora un’avventura per l’interprete un po’ sballato e dal cuore d’oro di “Quasi amici”. Questa volta, in quattro e quattr’otto, abituato all’allegria dell’animatore turistico, si ritrova padre di una neonata, sua figlia, il frutto di una relazione improvvisa quanto frettolosa. Che sulle prime non vorrebbe, ma poi l’amore di un padre ha il sopravvento e con l’amore i piccoli gesti della vita di ogni giorno: fino a che mamma, dopo otto anni, non si ripresenta l’uscio a reclamare la creatura. Con la vecchia domanda: di chi sono i figli, di chi li alleva o di chi li mette al mondo? Con la modernissima massima secondo cui l’amore c’è dove c’è famiglia. Durata 118 minuti. (Massaua, Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Fast&Furious 8 – Azione. Regia di F. Gary Grey, con Vin Diesel , Michelle Rodriguez, Helen Mirren e Charlize Theron. Arrivata all’ottavo episodio, lasagna sembra non voler assolutamente tirare i remi in barca. Il pubblico applaude e si va avanti. Panorami che si chiamano New York o L’Avana o la lontana e fredda Siberia, macchine di ogni tipo, velocità e corse a più non posso, l’immancabile cattivo che ha i tratti biondi e gentili della Theron. Durata 128 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Gold – La grande truffa – Commedia drammatica. Regia di Stephen Gaghan, con Matthew McConaughey, Edgar Ramirez e Bryce Dallas Howard. Ispirato a una storia vera, il film è la storia di un uomo, Kenny Wells, che nella giungla del Borneo in Indonesia stringe un patto con geologo, convinto costui di aver individuato una preziosa vena d’oro. Malaria e problemi con gli operai non lo distoglieranno dal suo sogno: ma dovrà ben presto accorgersi che non è certo tutto quell’oro a creare la sua nuova felicità. Durata 120 minuti. (Eliseo Rosso, Greenwich sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Guardiani della Galassia vol. 2 – Fantasy. Regia di James Gunn, con Chris Pratt, Kurt Russell e Zoe Saldana. Torna l’agguerrito gruppo del capitolo numero uno, squadra che vince non si cambia, con un bel guadagno alle spalle e tanta voglia di mettere in cantiere il capitolo numero tre. Adesso ecco la scoperta del padre di Star-Lord, l’aggiunta di qualche personaggio nuovo di zecca, ancora divertimento ed effetti speciali, colonna sonora roboante e accattivante. Durata 137 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

La guerra dei cafoni – Commedia. Regia di Davide Barletti e Lorenzo Conte, con Claudio Santamaria, Ernesto Mahieux e Leonardo Morello. A Torrematta, nel Salento degli anni ’70, territorio selvaggio e sconfinato in cui non vi è traccia di adulti, ogni estate si combatte una lotta tra bande: da una parte i figli dei ricchi, i signori, e dall’altra i figli dei poveri, i cafoni. A capo dei rispettivi schieramenti si fronteggiano il fascinoso Francisco Marinho e il torvo Scaleno. Quell’anno i cafoni decidono di ribellarsi alla supremazia dei signori: i simboli del potere sono presi di mira e poi letteralmente attaccati, trasformando lo scontro in una vera e propria guerra di conquista. Mentre nascono alla vita adulta, alle spalle di tutti i giovani protagonisti, muore un’epoca; e con essa l’ultima occasione per combattere una guerra fatta sì di violenza, ma anche di epica e di poesia. Dall’omonimo romanzo di Carlo D’Amicis. Durata 97 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

Insospettabili sospetti – Commedia. Regia di Zach Braff, con Michael Caine, Morgan Freeman, Alan Arkin e Ann-Margret. Tre amici, tutti intorno agli ottanta, una vita di lavoro. Un bel giorno scoprono che la società per cui hanno lavorata è stata venduta all’estero, la loro pensione non esiste più e la banca con i loro risparmi ha fatto quel che ha voluto. L’assistere ad un colpo in banca spinge i tre ad una più che immediata imitazione. Ma sarà facile per questi onesti e vitali vecchietti trasformarsi in altrettanti svaligiatori? Nel momento cruciale avranno sul viso non le maschere dei presidenti americani in perfetto stile “Point Break”, bensì quelle di un altro celebre trio: Frank Sinastra, Dean Martin e Sammy Davis jr. Durata 96 minuti. (Massaua, Uci)

 

King Arthur – Il potere della spada – Avventura. Regia di Guy Ritchie, con Charlie Hunnam, Eric Bana e Jude Law. Il regista che ha riletto il mito di Sherlock Holmes, nel suo personale e scanzonato modo di fare cinema, va diritto adesso al medioevo di Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, dall’assassinio del padre, il buon re Uther, ad opera del cattivo fratello Vortirgern, alla crescita del ragazzo e del suo desiderio di vendetta, dagli insegnamenti dei maghi ai poteri della famosa spada Excalibur. Durata 126 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in 3D e V.O.)

 

Lasciati andare – Commedia. Regia di Francesco Amato, con Toni Servillo, Veronica Echequi e Carla Signoris. Costretto per problemi di salute a frequentare una palestra, lo psicanalista Elia. Qui incontra una petulante personal trainer e il di lei fidanzato piuttosto in debito con la legge, lasciata a casa la ex moglie che si è sempre presa cura di lui. Durata 102 minuti. Da saggiare Servillo, stranamente e inaspettatamente in veste divertente. (Ambrosio sala 3)

 

Libere, disobbedienti, innamorate – Commedia drammatica. Regia di Maysaloun Hamoud, con Sana Jammelieh, Shaden Kamboura e Mouna Hawa. Tre donne palestinesi, immigrate a Tel Aviv, Leila avvocato penalista single, Noor musulmana osservante, Salma per la sua omosessualità in contrasto con la famiglia cristiana. Tra idee, amori e vita sociale, tre esistenze che significano l’abbandono di una cultura per avvicinarsi ad un’altra, traducessi e sconfitte. Soltanto la solidarietà tutta femminile riuscirà a salvare le tre donne. Durata 96 minuti. (Massimo sala 1 V.O.)

 

Monster Trucks – Fantasy. Regia di Chris Wedge, con Jane Levy e Lucas Till. Un ragazzo, studente liceale, Tripp, costruisce un’auto con pezzi provenienti da vecchi rottami, mentre scopre una strana creatura del sottosuolo che ama la velocità. Durata 104 minuti. (Uci)

 

On the Milk Road – Drammatico. Regia di Emir Kusturica, con Monica Bellucci e Emir Kusturica. Il regista descrive la sua terra, dove tutto sembra essere violenza, dove si combatte e si tenta di sopravvivere: al centro lui, un poeta, che l’attraversa in una sorta di magica poesia a cavallo di un asino, e con lui la bellezza della Bellucci. Durata. 125 minuti. (Massimo sala 2 anche in V.O.)

 

Qualcosa di troppo – Commedia. Regia di Audrey Dana, con Christian Clavier e Audrey Dana. Jeanne si è appena separata dal marito, vede i figli ogni due settimane, sul lavoro è un ingegnere edile di scarso successo: con l’esistenza che conduce, è chiaro che il mondo maschile sia il suo primo bersaglio. Ma in una notte buia e tempestosa proprio lassa esistenza cambia: al suo corpo femminile s’aggiungerà qualcosa di davvero inaspettato. Un pene. Al di là dello shock iniziale, Jeanne imparerà a conviverci, con i vantaggi e gli svantaggi, provando a far parte anche lei di quel genere odiato. Durata 95 minuti. (Greenwich sala 2, The Space, Uci)

 

Sole cuore amore – Commedia drammatica. Regia di Daniele Vicari, con Isabella Ragonese, Francesco Montanari e Eva Grieco. Dal litorale romano, ogni giorno Eli parte per raggiungere con i mesi pubblici il bar del Tuscolano dove lavora, dove il padrone sottolinea i ritardi con un taglio sulla busta paga. Eli che è orfana, sposata con quattro figli e un marito disoccupato, e un’amica del cuore, Vale, di professione danzatrice, pronta a esibirsi in discoteca. Caratteri diversi, la stessa lotta per tirare avanti, la solidarietà e una montagna di affetto per costruirsi una vita, giorno dopo giorno. Durata 112 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Song to song – Drammatico. Regia di Terence Malick, con Ryan Gosling, Michael Fassbender, Rooney Mara, Natalie Portman e Cate Blanchett. Nella cornice di Austin, la storia del discografico Fassbender, del compositore Gosling e della giovane Mara che scrive canzoni, un triangolo amoroso, il coinvolgimento della giovane cameriera Portman, il mondo musicale a far da cornice, Patti Smith e Iggy Pop compresi, i sentimenti, la religiosità, ancora uno studio sull’amore. Il tutto nello sguardo rarefatto del regista di “Tree of Life” e si “Knight of Cups”. Durata 145 minuti. ( F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 1, ReposiThe Space, Uci)

 

La tenerezza – Drammatico. Regia di Gianni Amelio, con Renato Carpentieri, Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Greta Scacchi e Micaela Ramazzotti. Tratto dal romanzo “La tentazione di essere felici” di Lorenzo Marone, è la storia di Lorenzo, un avvocato ultrasettantenne, vedovo, e del suo non-amore nei confronti dei figli, dei loro rapporti cancellati da anni. Qualcosa di nuovo sembra nascere nell’animo dell’uomo quando fa la conoscenza dei suoi nuovi vicini di casa, una coppia in apparenza serena, e dei loro bambini. Durata 103 minuti. (Ambrosio sala 1, Due Giardini sala Nirvana, Romano sala 2)

 

The circle – Drammatico. Regia di James Ponsoldt, com Tom Hanks e Emma Watson. La giovane Mae Holland viene assunta presso una potente azienda di comunicazioni, con grande successo: ma la situazione si può complicare pericolosamente se, dopo aver sottoscritto l’invito a eliminare la propria privacy per essere visibile in rete 24 ore su 24, la sua libertà è annientata e lei altro non è che in potere del grande capo Tom Hanks, capace di distruggere chiunque – anche le persone che alla ragazza sono più vicine – tenti di sottrarsi alla sua volontà e ai suoi disegni. Durata 110 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Rosso, The Space, Uci)

 

Tutto quello che vuoi – Commedia. Regia di Francesco Bruni, con Giuliano Montaldo, Donatella Finocchiaro e Andrea Carpenzano. Tratto liberamente dal romanzo “Poco più di niente” di Cosimo Calamini, è la storia del giovane Alessandro, romano di Trastevere, che vive le proprie giornate tra il bar, lo spaccio e l’amante che è la madre di un suo amico. Sarà l’incontro con un “non più giovane” poeta dimenticato a fargli riassaporare socialmente e culturalmente il gusto per la vita, in un bel rapporto che si va a poco a poco costruendo, senza lasciarsi alle spalle tutta la rabbia e quella speranza che i due si portano inevitabilmente appresso. Durata 106 minuti. (Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Uci)

 

Una settimana e un giorno – Drammatico. Regia di Asaph polonski, con Sharon Alexander, Stai Avivi e Evgenia Dodina. Eyal e Vicki hanno trascorso la rituale settimana di lutto per la morte del giovane figlio prevista dalla religione ebraica. Quando lui si reca alla clinica per malati terminali per recuperare una coperta che apparteneva al giovane scomparso, trova una confezione di marjuana per uso medico: deciderà di appropriarsene e chiederà al figlio del vicino di casa di aiutarlo a farne uso. Durata 98 minuti. (Romano sala 3)

 

Virgin Mountain – Commedia drammatica. Regia di Dabur Kari, con Gunnar Jonsson e Siguriòn Hjartansson. Fùsi è un quarantenne che deve ancora trovare il coraggio di entrare nel mondo degli adulti. Conduce una vita monotona, dominata dalla routine. Nel momento in cui una donna con la sua bambina di otto anni entrano inaspettatamente nella sua vita, Fùsi è costretto ad affrontare un grande cambiamento. Durata 94 minuti. (Classico)

 

Gli studenti interrogano i politici sulle pari opportunità

L’Aula consiliare di Palazzo Lascaris si è trasformata per un giorno nel Parlamento dei ragazzi.È entrato così nel vivo il progetto formativo Diritti 70.0, ideato dalla consigliera di parità regionale Giulia Maria Cavaletto e dalla consigliera supplente Chiara Maria Germano.

Studentesse e studenti degli istituti superiori piemontesi hanno avuto l’occasione per confrontarsi con i rappresentanti delle istituzioni, del mondo del lavoro e della ricerca economico sociale ponendo loro quesiti sul tema delle pari opportunità in famiglia, nei contesti occupazionali, nella società civile.

“Voi giovani sarete protagonisti del futuro e giornate come questa vogliono rappresentare un messaggio per metterci sulla stessa lunghezza d’onda, perché ci aiutiate a capire come superare l’incapacità della politica nel farsi ascoltare e capire da voi”, ha affermato il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus. “Per favorire la conoscenza della nostra istituzione, stiamo ora impostando un progetto di alternanza scuola – lavoro con il Miur per invitarvi in Consiglio regionale a studiare da vicino l’attività nei nostri organismi consultivi, come i Comitati e le Consulte, affinché possiate diventare “ambasciatori” fra i vostri compagni di scuola di questa conoscenza, rendendo ancora più trasparente il nostro palazzo”.Il presidente del Consiglio regionale ha poi risposto alle domande sull’efficacia degli organismi di parità, ricordando che è importante non discriminare e quindi coinvolgere in questi organismi sia donne sia uomini. Sul tema della partecipazione attiva delle donne in politica ha invece riconosciuto come il problema sia ancora aperto, auspicando che tutti i partiti rendano sempre più chiare e tracciabili le regole per l’accesso alla dirigenza in quanto “la diversa sensibilità e capacità interpretativa di uomini e donne rende necessaria anche in politica una equilibrata rappresentanza fra i sessi”.

.

I ragazzi hanno formulato domande articolate e approfondite anche sulle quote e gli stereotipi di genere, su lavoro, maternità e genitorialità, le trasformazioni culturali in atto, anche nel ruolo paterno, donne e sport, carriere e differenze salariali, violenza sulle donne e diseguaglianze a lungo termine, interrogando al riguardo l’assessora regionale al Lavoro, Istruzione e Formazione professionale, l’assessora regionale alle Pari opportunità e Diritti civili, l’assessore regionale allo Sport, Personale e Organizzazione e Germana Muscolo, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale. Sono inoltre stati interpellati esponenti del mondo del lavoro e della ricerca: Fabio Berton, economista e professore associato all’Università di Torino, Giancarlo Cerruti, sociologo ed esperto di relazioni industriali, Adriano Gallea, direttore risorse umane di PrimaIndustrie, Lia Pacelli, economista e ricercatrice dell’Università di Torino, Carla Maria Tiburtini, direttrice risorse umane Microtecnica Utc e Chiara Maria Germano, consigliera regionale di parità supplente.

Il progetto diritti 70.0 prevede una terza fase con il Summer Camp. Gli studenti delle scuole che hanno aderito al progetto incontreranno presso il Campus Luigi Einaudi, Lungo Dora Siena 100, esponenti del mondo del lavoro che svolgono professioni che contrastano lo stereotipo di genere: mestieri da donne svolti da uomini, mestieri da uomini svolti da donne a dimostrazione concreta, attraverso storie e interviste, che lo stereotipo può essere superato.

Il progetto si concluderà nell’autunno 2017 con il CONCORSO GENERE ARTISTICO in cui potranno trovare spazio e sintesi la creatività degli studenti e delle studentesse.

***

Il concorso prevede quattro sezioni:

Fotografia (la foto vincitrice sarà collocata in copertina del libro sul progetto che sarà diffuso in tutte le scuole del Piemonte)

Disegno e grafica con slogan (il prodotto creativo vincitore diventerà il simbolo del Progetto per le annualità successive)

Componimento letterario breve, in poesia e/o prosa ( il componimento vincitore sarà pubblicato sul libro che verrà realizzato per il progetto e diffuso in tutte le scuole del Piemonte)

Trailer-minifilm (il filmato vincitore sarà ospitato sul sito della Consigliera di parità regionale e diffuso all’interno di sale cinematografiche nella giornata del 25 Novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne).

 

www.cr.piemonte.it

 

Il dramma dei migranti nelle foto di Paolo Pellegrin

 

“Proteggere i migranti è un imperativo morale”. Accoglierli, proteggerli, promuoverne l’integrazione: rimbalzano tristemente a vuoto le parole pronunciate da Papa Francesco al recente Forum Internazionale su “Migrazione e pace”, di fronte agli scatti in bianco e nero di Paolo Pellegrin, raccolti in anteprima mondiale nella mostra “Frontieres”, ospitata al Forte di Bard in collaborazione con l’Agenzia Magnum Photos di Parigi, in cui il fotografo romano (classe ’64, oggi residente a Londra) racconta il dramma dei viaggi della speranza di miglia e migliaia di migranti in fuga alla ricerca di un futuro migliore e di una vita – parola grossa su quei barconi maledetti dondolanti nelle acque di un mare che spesso per loro scrive solo pagine di morte – che sia possibile vivere in modo minimamente dignitoso.

Quanto lontane e, dai più, inascoltate ci accorgiamo essere allora le parole del Pontefice, allorché si va a cozzare (e l’impatto è davvero violento) in quei corpi sfiniti e ammassati gli uni sugli altri –così intensamente fermati nelle immagini di Pellegrin – in quelle braccia e in quelle mani protese alle corde di salvataggio o in quegli occhi senza vita che guardano il nulla alla ricerca di volti, storie e paesaggi perduti per sempre! L’orrore delle traversate del Mediterraneo in balia delle onde e trafficanti di essere umani senza scrupoli, l’esperienza degli sbarchi dopo le operazioni   di salvataggio di “Medici senza Frontiere” e la problematica permanenza nei Centri di accoglienza: su questi tre aspetti si sofferma il reportage esclusivo di Paolo Pellegrin realizzato nel 2015 e prodotto site specific per le sale espositive dell’“Opera Ferdinando”, il nuovo “Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere” inaugurato lo scorso 30 aprile al primo livello della rocca fortificata di Bard. Fra i più importanti fotoreporter a livello mondiale, Pellegrin (che oltre ad essere membro di Magnum Photos, lavora con le più affermate testate internazionali e può vantare, in un palmarés d’eccezione, ben dieci “World Press Photo” oltreché la Medaglia d’oro “Robert Capa”) documenta nei suoi scatti i fatti di cui è testimone con acuto taglio giornalistico, ma soprattutto vuole interpretare la tragicità del fenomeno migratorio – che non si arresterà, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, prima del 2050 – attraverso la sua esperienza di essere umano. “Quella che mi interessa di più – ricorda – è una fotografia non finita, dove chi guarda ha la possibilità di cominciare un proprio dialogo…Io presento la domanda che mi sono fatto davanti ai morti, alle guerre, alla sofferenza, poi lascio spazio ad ognuno perché si interroghi, perché si faccia un’idea”. E questa ha da essere la giusta chiave di lettura della mostra al Forte, dove la maggior parte delle foto esposte racconta la situazione sull’isola greca di Lesbo, in cui, secondo i dati dell’ “Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati” (UNHCR), sono sbarcati più di 500mila degli 850mila migranti arrivati in Grecia nel corso del 2015. Senza possibilità di ritorno per molti. E con prospettive future assolutamente incerte. Emblematico, in questo caso, lo scatto dedicato al giovane Walid, 24enne fuggito da Raqqa in Siria, ritratto a Kos, con i pugni stretti ai fianchi ed incappucciato per non essere riconosciuto, evitando così ripercussioni sulla sua famiglia, rimasta a casa. Metterci di fronte a Walid e alla sua storia dovrebbe indurci a riflettere, e non solo (quando va bene) ad elargire facili pietismi, sul senso di “responsabilità” cui ognuno di noi è chiamato a rispondere al cospetto del dolore e del bisogno altrui. “Incontrare l’altro – scrive giustamente Enzo Bianchi – non significa farsi un’immagine della sua situazione, ma assumersi una responsabilità senza attendersi reciprocità, fino all’ardua ma arricchente sfida di una relazione asimmetrica, disinteressata e gratuita. Solo così la vicenda dell’incontro con lo straniero si fa occasione di umanità per tutti”. E su questa linea, la mostra di Pellegrin potrebbe indurci non solo a considerazioni puramente tecnico-estetiche sulle opere esposte, ma anche all’assunzione di concetti mentali e decisioni esistenziali assolutamente imprevedibili. Forse impensabili.

Gianni Milani

“Paolo Pellegrin. Frontieres”

Forte di Bard (Aosta); tel. 0125/833811 – www.fortedibard.it

Fino al 26 novembre

Orari: da mart. a ven. 11-18; sab. dom. e festivi 11-19; lun. chiuso

Credits: Paolo Pellegrin/Magnum Photos