PIETRO GRASSO ACCADEMICO D’ONORE

Nei giorni scorsi, nel Salone d’Onore dell’Accademia Albertina, alla presenza di importanti cariche istituzionali e di numerosi esponenti del mondo della Cultura e dell’imprenditoria, è stato conferito a Pietro Grasso,Presidente del Senato, il titolo di Accademico d’Onore.

Le foto sono di Emma Ramacciotti (Squadra Report Accademia Albertina)

Dopo i saluti del Presidente dell’Accademia, Fiorenzo Alfieri, Salvo Bitonti, Direttore dell’Accademia, ha illustrato le motivazioni del conferimento. Successivamente ha preso la parola Armando Spataro, Procuratore della Repubblica di Torino, che ha presentato la figura dell’insigne ospite attraverso l’intervento che egli stesso ha voluto intitolare:” Pietro Grasso: la normalità del dovere”.

 

” Pietro Grasso non è un eroe per tutto ciò che ha alle spalle e per la sua attuale funzione – ha esordito – ma per quello che è sempre stato e continua ad essere, un uomo che ha considerato sempre normale il proprio dovere quotidiano, come ciascuno di noi dovrebbe fare, indipendentemente dal ruolo che riveste o dal settore in cui opera”. “Voler capire e conoscere con ostinazione”: ecco il dovere di un magistrato, quello cui Pietro Grasso ha dedicato tutta la sua vita professionale, da giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra , a Procuratore capo a Palermo, prima di diventare, dall’ottobre del 2005 al gennaio del 2013, Procuratore nazionale antimafia, e, infine, dal marzo 2013, Presidente del Senato. Numerosi sono i suoi saggi,” ricchi di storia e sentimenti – ha continuato Spataro – le caratteristiche che a me più piacciono in un libro. Non si può perdere , in particolare, il suo ultimo libro (Storie di sangue, amici e fantasmi) , presentato il 18 maggio al Salone del libro, che, dopo l’autorevole introduzione del Capo dello Stato, inizia e finisce con due lettere che l’autore rispettivamente indirizza a Giovanni Falcone ed a Paolo Borsellino. E comprende, tra i tanti, anche un bel ricordo di un altro magistrato antimafia, Gabriele Chelazzi al quale ero particolarmente legato. Ebbene, Grasso mostra di ricordarli innanzitutto per non essersi mai proposti al Paese come alfieri del bene, unici pronti ad affrontare e vincere il male. Erano invece magistrati – esattamente come Grasso – ben sapevano che il loro dovere era quello di indagare con determinazione, senza fermarsi dinanzi agli ostacoli che incontravano, ma senza mai atteggiarsi a moralizzatori del Paese e senza avere come fine concorrente quello di scriverne la storia”. Tra pochi giorni cade l’anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Armando Spataro ha ricordato che nel maggio del 1991 Grasso era stato chiamato da Giovanni Falcone al Ministero della Giustizia e che, dopo la strage di Capaci , aveva anche sostituito Falcone quale componente della Commissione Centrale per i programmi di protezione nei confronti di testimoni e collaboratori di giustizia. “Come Falcone e Borsellino anche altri magistrati sono stati uccisi per l’adempimento del loro normale e quotidiano dovere: non eroi perchè sono morti, ma perchè hanno voluto capire e conoscere con ostinazione. E tu, Piero Grasso, vivi ed operi per onorarli e per onorare la dignità e la coerenza, le virtù più importanti e necessarie per chi ha pubbliche responsabilità”.Dopo le parole commosse di Armando Spataro ,Sebastiano Lo Monaco ha interpretato un brano tratto dal romanzo ” Per non morire di mafia” di Pietro Grasso. La bella cerimonia si è conclusa con l’intervento dello stesso Pietro Grasso, che ha ringraziato il Consiglio Accademico per il conferimento del titolo tanto gradito.

Helen Alterio

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE
Articolo Precedente

Storie di oppressi e oppressori

Articolo Successivo

28 artisti per il Mozambico

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta