Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Il divorzio voluto dal socialista Fortuna e dal liberale Baslini  era una cosa molto seria. Chi si sposa non può farlo con leggerezza, pensando che c’è a sua disposizione un divorzio facile.  I laici hanno un’etica severa, inconciliabile con l’edonismo, anche se pochi se ne  rendono conto. Il matrimonio non è una semplice convivenza, è una scelta molto impegnativa

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Il divorzio cambia verso 

Con la sentenza della Cassazione  che stabilisce che il coniuge più debole non ha più diritto a fruire di un assegno che  garantisca lo stato economico ottenuto con il matrimonio, anche dopo il suo scioglimento, finalmente l’Italia si adegua al resto del mondo.Ne sarà lieto,in primis, il miliardario  Silvio Berlusconi che si libererà dagli assilli dell’ex moglie, ma  tireranno un sospiro di sollievo i tanti che ,dopo il divorzio, si trovano quasi sulla soglia di povertà per gli assegni dovuti all’ex coniuge. Ne sarà sollevato anche Vittorio Sgarbi che numerose donne spremono come un limone,ma anche e soprattutto l’ultimo impiegato. Il divorzio era diventato un lusso consentito a pochi, anche perché le  sole spese per nuova  casa creano già di per se’ un problema, specie oggi. Nel 2014 al circolo della Stampa di Torino organizzai un dibattito per festeggiare l’esito referendario del 1974 che consentì la difesa di un diritto civile. Fui tra i primi divorzisti torinesi a fianco del magistrato Mario Berutti, avvocato generale dello Stato a Torino e  uomo dalla schiena diritta. Non condivisi recentemente il divorzio che, più che breve, diventò istantaneo ,anche in presenza dei figli ,perché il divorzio voluto dal socialista Fortuna e dal liberale Baslini  era una cosa molto seria. Chi si sposa non può farlo con leggerezza ,pensando che c’è a sua disposizione un divorzio facile.  I laici hanno un’etica severa, inconciliabile con l’edonismo,anche se pochi se ne  rendono conto .Il matrimonio non è una semplice convivenza,è una scelta molto impegnativa .Al convegno del 2014 si presentò un divorziato che disse che l’assegno versato all’ex moglie gli impediva di tirare avanti. Approfondii e vidi che esiste a Torino  persino una associazione di padri separati e divorziati,anzi potremmo dire disperati . Forse per loro il divorzio non sarà più una tragedia peggiore di un matrimonio fallito.  

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Il circolo della Stampa compie 60 anni, ma non li dimostra 

Una delle istituzioni culturali torinesi più  prestigiose , il Circolo della Stampa ,compie il 19 maggio 60 anni,un traguardo importante In una vita culturale subalpina asfittica e assai poco pluralistica  ,in cui l’ente pubblico si rivela un leviatano che vuole tutto assorbire e tutto omologare. i fondatori furono i giornalisti Riccardo Giordano e il grande inviato Giovanni Giovannini ,figura di spicco del giornalismo internazionale . In un suo libro “La Rivoluzione al sicilicio” previde la crisi ,se non la fine ,del giornalismo cartaceo. Un’altra figura di spicco è stato il presidente Alfredo Toniolo che fu fascista,di cui nessuno tuttavia  poté mettere in discussione L’ onestà assoluta e la  cultura. Con Toniolo il Circolo crebbe e divenne crocevia della vita  culturale non solo  torinese. Gli eventi più importanti a Torino  si svolsero nelle sale di palazzo Ceriana Mayneri in corso Stati Uniti .Gianni Romeo ,famoso giornalista sportivo,è un altro dei presidenti che hanno fatto la storia del Circolo con tatto,equilibrio,spirito aperto. L’attuale presidente Alessandro Rosa,tra i fondatori di “Tuttolibri”,quand’era un settimanale a se’ rispetto alla “Stampa”,sta lanciando il circolo su nuove strade  con la collaborazione di Andrea Mosconi,un giovane manager capace e intraprendente .Il Circolo non è mai vissuto di sovvenzioni pubbliche. Parlare di Circolo sarebbe riduttivo perché la sede sportiva ,lo Sporting ,in corso Agnelli  ,è un altro aspetto vitale del circolo con i suoi mitici campi da tennis e la sua piscina olimpionica. Il circolo non è solo riservato ai giornalisti,ma a tanti qualificati torinesi che ne sono soci e sono orgogliosi di farne parte.L’attuale vicepresidente Luciano Borghesan è stato  uno dei migliori cronisti della “Stampa” ,grande esperto degli anni di piombo e del terrorismo. Oggi ci sono altri circoli che contendono il primato al Circolo di corso Stati Uniti ,ma i suoi 60 anni di vita libera, indipendente, coraggiosa fanno  di lui un unicum inimitabile . È superfluo l’augurio di rito : Ad multos annos! Il Circolo non ha bisogno di auguri perché parlano per lui la vitalità con cui sta vivendo i suoi sessant’anni di vita.

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Sante Prevarin tra arte e gastronomia

Sante Prevarin , patron di lungo corso al “Montecarlo “di via San Francesco da Paola,non è il solito oste che gestisce da molti decenni il suo locale. E ‘ molto di più. E’ uomo che coltiva l’arte, e’ stato vicino a tanti artisti  ed è un fotografo geniale e di grande bravura tecnica. Veneto di origini,para’ della  Folgore,un passato in Fiat, è un innamorato di Torino. A volte mi chiedo come faccia a restarne innamorato.La domenica va al Valentino a fotografare il fiume,le piante,le foglie. A modo suo, e’ un poeta. Una volta ci ho anche litigato.Il suo locale è a volte frequentato da persone che non apprezzo e anzi mi infastidiscono,ma lui è gentile,premuroso e attento  con tutti. Il suo locale vuole essere un’altra domus. Fu amico di Carol Rama quando la pittrice ” maledetta ” era dimenticata da tutti ed è amico di Guido Ceronetti che stima ed apprezza Sante. Nel suo locale si possono gustare alcuni piatti veneziani che a Torino non si trovano  perché le mode portano i cuochi  verso altre scelte e li inducono  a disertare spesso la cucina per andare in quache trasmissione. I menù li disegna personalmente ,facendo disegnini teneri che rivelano il suo animo delicato.Ha una sua clientela affezionata,ma anche i giovani non disegnano il locale che è ormai entrato nella storia della città.I due ristoranti concorrenti nella sua stessa via hanno chiuso da tempo,ma Sante resiste.Per fortuna dei suoi clienti.

 

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Napoli e Torino : un asse di civiltà

Giovedì scorso a Napoli ho vissuto  ,paradossalmente,una grande giornata torinese. Napoli e Torino sono state due grandi capitali,oggi governate da sindaci anomali. Ma la mia Napoli è quella dei grandi illuministi da Genovesi a Filangieri ,amati alla scuola del torinese Franco Venturi. E’ la Napoli di Benedetto Croce  che amava passare le vacanze in Piemonte ed era lieto che nella sua casa ,nello storico palazzo Filomarino ,risuonasse il dialetto piemontese. Croce aveva sposato una torinese e il personale di casa era torinese.Ha scritto Bobbio che Torino,dopo Napoli,e’stata la  città più crociana d’Italia. Sono stato anche giovedì scorso  a Palazzo Filomarino,pur avendo dedicato mezza giornata allo shopping nei bei negozi napoletani, in primis l’amatissimo Marinella .

C’e’  una lapide, all’inizio dello scalone dello storico edificio dove aveva insegnato il Vico, che ricorda Croce ,parlando di “ricerca del vero e difesa della libertà “.  Due valori irrinunciabili. In quel palazzo ho passato tante giornate in compagnia  delle figlie del filosofo e di Alda soprattutto , che fu presidente del centro Pannunzio. In quelle antiche stanze ci si allontanava dal chiasso sottostante di “Spacca Napoli,  e si respirava l’aria dei ventilati altipiani. Al pomeriggio ho incontrato tanti amici al Circolo Posillipo “sul mare ,sede di incontri culturali molto prestigiosi.  Ho detto al presidente che chi ama il mare ama la libertà e che senza libertà non c’è cultura. Alla fine abbiamo brindato con lo spumante Soldati La Scolca inviato da Gavi dal nipote di Mario. Anche Mario amava Croce e visse a Napoli dopo l’8 settembre 1943. Napoli e Torino un asse di civiltà antica rivissuta nel presente.

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Schettino e la giovane Maria 
La conferma  da parte della Cassazione della mite condanna a poco più  di 16 anni di carcere a Francesco Schettino ,comandante delle Costa Concordia   ,in seguito al disastroso naufragio all’isola del Giglio del 13 gennaio 2012 ,  appare davvero inspiegabile . Le vittime sono state 32 ,tra cui anche la trentenne biellese Maria d’Introno. Schettino ha provocato danni enormi sul piano umano ed ha incrinato l’immagine stessa dell’Italia a livello internazionale.  Ho fatto tante crociere e vivevo sulla nave senza pensieri, in un relax assoluto. Dopo quell’episodio gravissimo, dovuto a superficialità ed anche ad incapacità e codardia, ho evitato quel tipo di vacanza. Quella tragedia mi ha segnato. Ho perso la serenità per una vacanza sul mare che ritenevo  molto piacevole ed ultra sicura. Credo che la giovane  Maria vada ricordata a cinque anni dalla sua tremenda morte. Schettino ce  l’ha sulla coscienza, anche se la giustizia umana si è rivelata non adeguata alle sue colpe .Certo,  vanno sempre rifiutate le condanne esemplari che sono  un segno di barbarie giuridica e di mentalità autoritaria. Ma una sanzione penale più adeguata ai fatti penso che sarebbe stata giusta e  necessaria.  Sono garantista per abito mentale e cultura ,ma il fatto che i legali di Schettino annuncino  un ricorso alla Corte Europea mi sembra un’offesa alle vittime di un naufragio che si sarebbe potuto evitare.

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LETTERE scrivere a: quaglieni @gmail.com

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Sono professore ,vincitore di concorso, in un istituto superiore della provincia di Torino. Sto vivendo da un anno una situazione kafkiana; nella mia scuola la mia libertà di insegnamento è condizionata da colleghi faziosi, la valutazione che sarebbe affidata alla scienza e alla coscienza del docente , è coortata da chi vuole che tutti siano promossi perché un istituto si valuta in base al numero dei promossi e non sulla base della qualità dell’insegnamento È questa la “Buona scuola ” di Renzi , rivista dalla non laureata ministra Fedeli. Il sindacato sta riprendendo il controllo sulla scuola. Io mi sento condizionato anche da genitori impiccioni che giustificano a priori i loro figli. Non so più cosa fare.

Lettera firmata 

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Caro amico, non posso che esprimerle la mia totale solidarietà .Io ho resistito  in tempi peggiori di questi. Tenga duro, molti arroganti sono anche ignoranti. Resista e ,se necessario, faccia esposti alla Magistratura. Un giudice onesto non c’è  solo a Berlino…In certi casi ,gli arroganti ,quando sentono di un  possibile ricorso alla carta bollata,s cendono a più  miti consigli. E tenga i voti come sono, non accetti di modificarli. Un giudice recentemente ha dato ragione ad un professore che venne sospeso dal preside per la sua onestà  professionale .Peccato che ,nel frattempo, il docente fosse andato in pensione…                          

pfq

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