Marzo 2017- Pagina 3

Il pericolo è il mio mestiere

Il titolo è emblematico, per molti versi: è anche il titolo di una fortunata serie TV di alcuni anni fa, è anche il nome di un cartone animato, è un aforisma che rende l’dea e vale per coloro (e non sono pochi, oggi molto più di ieri…..) che lavorano dove c’è pericolo: l’elenco sarebbe lungo, ma vorrei restringere il campo a chi sta al volante e, guarda caso, a chi li controlla.

Chi non ha mai trasgredito al Codice della Strada, alzi la mano!

Chi non ha mai superato i limiti di velocità, imposti sui vari tipi di strada?

Chi non ha mai usato il telefonino mentre era al volante?

Se c’è un solo lettore che risponde ai vari requisiti, verrà fatto santo: anche se, ovviamente, “est modus in rebus”: di andare a 140 o di dimenticarsi di accendere i fari in autostrada sarà capitato a tutti, di frenare improvvisamente e mettersi di lato per rispondere alla chiamata sul cellulare, sarà capitato a tutti. Gli sbruffoni che vanno costantemente in terza corsia a 200 all’ora in autostrada sono tanti, ma non tutti. Così pure quelli che telefonano al volante, anche per raccontarsi stupidaggini, saranno tantissimi, ma non tutti.

Siamo vittime e carnefici, al tempo stesso. E le forze dell’ordine? Agenti della Polizia Stradale, Carabinieri, Vigili Urbani? Vittime e carnefici: in teoria carnefici, in realtà vittime.

Il colloquio tra chi scrive e Marco Bragazzi, Comandante della Polizia Stradale del Verbano Cusio Ossola è stato molto cordiale, interessante, istruttivo, significativo.

La domanda, come ormai il lettore può aver intuito, era: “Come intervenite sulle due trasgressioni principali da parte di chi guida? Sull’autostrada, molti vanno a velocità ben superiori a 130 KM/h; sulle strade statali provinciali o in centro città, moltissimi sono coloro che tengono all’orecchio il cellulare e intanto guidano.”

“Le leggi ci sono, possiamo anche renderle più severe: purtroppo poi dipende da come si applicano. Lei ha citato autostrade e strade statali: anche la nostra superstrada Ornavasso – Domodossola è molto pericolosa e limite dei 90 non viene rispettato.”

“Moltissimi sono poi coloro che non sanno che” continua il Comandante, “quando inizia a piovere dopo un periodo di siccità, la fanghiglia che si forma sulla strada, aumenta notevolmente i pericoli legati alla tenuta di strada: anche a velocità normali, gli incidenti sono all’ordine del giorno. Le rilevazioni di velocità sono di due tipi: TUTOR (che viene sempre segnalato da un cartello) e TELELASER: il primo misura una velocità media, su un tratto autostradale, il secondo la velocità istantanea, anche su strade normali; la differenza sostanziale tra gli autovelox fissi e quelli mobili sta nel fatto che i rilevatori fissi sono installati permanentemente senza necessitare della presenza della polizia, mentre i mobili necessitano della presenza di una pattuglia.”

“Ma, le multe, arrivano poi ‘a destinazione’?”.

“ Sì, tutte! Anche se i pagamenti non sono immediati, le scappatoie ci sono…….

Avremmo bisogno anche di un numero superiore di pattuglie, anche in autostrada……un mondo a sé stante. Il cellulare ? è la prima fonte di incidente: la buona notizia è che, dall’anno scorso, sono state istituite pattuglie in borghese”.

In effetti, chi usa sistematicamente il cellulare, se vede una divisa, ci mette due secondi ad appoggiarlo sul sedile, per poi riprenderlo poco dopo.

Non mancano nemmeno le reazioni scomposte nei confronti degli agenti: tra gli automobilisti “modello” c’è gente con precedenti penali, ubriachi e …. chi più ne ha…..

Poi, finisci l’intervista e, nelle ore successive, senti leggi o certe notizie, del tipo : “tir si ribalta in autostrada e travolge gli operai di un cantiere: due morti, un terzo è gravissimo; arrestato il conducente, accusato di omicidio stradale. Finisci col pensare che, in confronto, certe infrazioni sono veniali, ma che comunque bisognerebbe costruire molte più carceri.

 

Elio Motella

 

Comune, 90 milioni in meno a bilancio. La sindaca: “scelte responsabili per recuperarli”

Il bilancio  di previsione del Comune di Torino segna per le entrate  totali, compreso l’avanzo di amministrazione che non c’è più, meno 90 milioni rispetto al 2016. Lo ha annunciato in commissione Bilancio, l’assessore comunale Sergio Rolando.

La sindaca Chiara Appendino: “La trasparenza è un nostro valore, forse il più importante.E il modo migliore per affermarlo è metterla in pratica: sul mio sito trovate il file con i dati di sintesi del bilancio della Città di Torino 2017 approvato dalla Giunta. Tornando brevemente nel merito sottolineo, come è stato fatto questa mattina in commissione, che le entrate totali di quest’anno sono inferiori di 90 milioni rispetto all’anno scorso”. Prosegue Appendino: “Se devi decidere dove recuperare 90 milioni, hai essenzialmente due possibilità: o gonfi le entrate o fai scelte di responsabilità. A chi, della precedente amministrazione, ci accusa di demagogia, rispondo che la demagogia è non affrontare i problemi per paura di perdere consenso. Quello che sta muovendo noi, invece, è senso di responsabilità”.

 

(foto: A. Preteroti)

Torino vuole il turismo sostenibile

Un gruppo di lavoro svilupperà progetti in tema di promozione turistica legata alla mobilità sostenibile, alla realizzazione di ecocamping, aree camper e strutture ricettive certificate dal marchio Ecolabel Europeo, all’organizzazione di grandi eventi, alla ristorazione e ad altro ancora.

Lo ha deciso  la Giunta comunale, approvando una deliberazione presentata dagli assessori Stefania Giannuzzi e Alberto Sacco, sull’iniziativa “Verso un turismo sostenibile”.

“La designazione da parte dell’ONU per il 2017 dell’Anno Internazionale del Turismo Sostenibile  – sottolineano gli assessori all’Ambiente e al Turismo – rappresenta una grande occasione per la nostra città. È importante per Torino costruire un’identità forte e un sistema che lavori per favorire uno sviluppo del territorio rispettoso dell’ambiente e capace di mitigare l’impatto ambientale prodotto dal crescente numero di visitatori”. “Oggi – aggiungono gli assessori – sono ancora largamente sottovalutate alcune opportunità che potrebbero ulteriormente rafforzare la vocazione turistica  della città – sia come meta in sé e come punto di appoggio per viaggi di ecoturismo, sia come luogo di turismo eco-compatibile. Torino, oltre a essere una capitale d’arte e di cultura, gode infatti di un immenso patrimonio naturalistico, anche riconosciuto recentemente dall’Unesco come Riserva di Biosfera”. Il gruppo di lavoro sarà costituito dalle direzioni comunali Ambiente e Turismo, con cui collaboreranno “Turismo Torino”, altri settori della Città,istituzioni e associazioni, soggetti pubblici e privati interessati a contribuire allo sviluppo del programma.

 

(foto: il Torinese)

Prostituta a 14 anni: sei arresti

A Torino dalla Romania per fare la babysitter, ma l’hanno messa in strada, costretta a prostituirsi. L’organizzazione criminale è stata smantellata dalla polizia. C’era  una quattordicenne, partita dal suo paese poco più che bambina, tra le ragazze sfruttate da due gang criminali che si spartivano le strade della periferia torinese. Sei le persone in carcere, tutte di origine romena, due gli obblighi di firma. Una banda, aveva  a capo un 52enne soprannominato ‘Costica’ e aveva il controllo di corso Orbassano. La seconda era capeggiata da un altro romeno 37enne,  che gestiva il mercato sessuale in corso Grosseto.

Chiesti 4 anni al medico che curò con metodi alternativi paziente poi deceduta

A Palazzo di Giustizia a Torino la pm Rossella Salvati ha chiesto una pena di 4 anni  e l’interdizione all’esercizio professionale per Germana Durando, medico di base e omeopata accusata di omicidio colposo. Per l’accusa la colpa dell’imputata è “grave, ostinata e inscusabile. Ha proposto alla sua paziente un percorso senza fondamenti scientifici, portandola alla morte”. Secondo l’accusa, l’imputata, seguace delle  teorie del tedesco Hamer, che sostiene la  medicina alternativa per la lotta contro i tumori, sarebbe la responsabile della morte , nel 2014, di una donna malata di  cancro. La pm ha chiesto al giudice di applicare una sentenza esemplare che dimostri che “chi cura i malati con teorie strampalate e ne causa la morte, risponde di omicidio”.

L’Unione europea, fra passato e futuro

“La ricorrenza cui abbiamo voluto dedicare un Consiglio aperto, su sollecitazione dell’Aiccre, è tanto più importante da celebrare perché si colloca in un momento storico molto difficile per l’Unione europea e rappresenta un’opportunità per rilanciare il processo politico europeo. Questo patrimonio che ci appartiene, fatto di conquiste e avanzamenti sul terreno dei diritti e della democrazia e che soprattutto nelle politiche ambientali ha prodotto risultati importanti, non può disperdersi in politiche sbagliate e a causa degli interessi di singoli governi. Mi auguro quindi che queste celebrazioni non siano solo parate fotografiche di Capi di Stato, ma ci conducano all’assunzione di un nuovo rinvigorito impegno a difendere le ragioni di un’Europa unita, che possa reggere il confronto con il mondo e con i suoi giganti”.Queste le parole del presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, che ha inaugurato la seduta aperta del Consiglio regionale sull’Unione europea, a 60 anni dai Trattati di Roma, che si è svolta oggi, a Palazzo Lascaris.“I cittadini del Piemonte chiedono all’Europa  le stesse fondamentali cose che si aspettano dai livelli di governo locali e nazionali: debellare il gigantismo burocratico, ridurre l’imposizione fiscale che causa troppe vittime tra le imprese, attuare politiche coordinate per favorire i giovani e l’occupazione”, è intervenuta la vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e presidente della Consulta regionale europea, Daniela Ruffino.“È compito in primo luogo delle nostre istituzioni dialogare con l’Unione, saperne cogliere tutte le opportunità che offre a favore dei nostri territori e farla percepire alle comunità locali quale realtà utile, irrinunciabile e vicina. In tale senso, per quanto riguarda l’attività dell’Assemblea regionale, un ruolo davvero importante è rappresentato dalle azioni di comunicazione e sensibilizzazione svolto dagli Organismi consultivi, in particolare la Consulta europea”.Un excursus storico sulle tappe che hanno portato all’Unione europea, fra grandi idealità e battute d’arresto, è stato tracciato da Davide Rigallo, segretario regionale dell’Aiccre, che ha messo in luce la necessità di avviare un processo di revisione istituzionale per sbloccare il motore decisionale dell’Ue: “è una condizione necessaria ma non sufficiente, a cui deve seguire anche una reale dialettica politica a livello europeo, partecipata e democratica”.

ec- www.cr.piemonte.it

(foto: il Torinese)

FIAT TORINO VOLA CONTRO CANTU’ E CONTINUA A SOGNARE

Di Manuela Savini

A sei partite dalla fine del campionato, Fiat Torino continua a sognare in previsione play off e lo ha dimostrato ampiamente domenica contro Cantù. Energia, forza, lucidità, gioco di squadra e concretezza hanno consentito alla squadra di casa di bloccare una formazione avversaria che arrivava da tre successi consecutivi. Torino ha meritato di vincere ed il nuovo innesto americano, Ryan Hollins, ha contribuito a trascinare la squadra verso la vittoria.

In classifica, a sorpresa, Milano è stata fermata da Pistoia (74-85), senza tuttavia vedere compromessa la sua corsa verso lo scudetto; Venezia ha, invece, vinto e grazie alla sconfitta di Avellino, ha conquistato in solitaria il secondo posto; mentre le vittorie di Sassari e Reggio Emilia, da una parte, e le sconfitte di Capo d’Orlando e Trentino, dall’altro, hanno consentito a Torino e Brindisi di avvicinarsi alla zona “play off”della classifica.Per raggiungere l’obiettivo di stagione, Fiat Torino dovrà lottare fino all’ultimo incontro, ma con la vittoria su Cantù ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per farlo.

Prossimo incontro in casa, domenica 2 aprile alle ore 19.30, per la sfida Fiat Torino vs Flexx Pistoia

CLASSIFICA (24a giornata): Milano 40; Venezia 32; Avellino 30; Capo d’Orlando e Trentino 28; Sassari e Reggio Emilia 26; Brindisi e Torino 24; Pistoia 22; Brescia, Cantù e Varese 20; Caserta 18; Pesaro 14; Cremona 12.

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Nella 9a giornata di ritorno, il coach Vitucci aveva ancora una ‘situazione infermeria’ critica seppure migliore rispetto alla settimana precedente e probabilmente non si sarebbe aspettato una così bella prestazione da parte dei suoi ragazzi. Il nuovo innesto Hollins si è subito ambientato e ha saputo dare un gran contributo alla squadra, dall’alto della sua esperienza e delle tante partite giocate nell’NBA, consentendo di verticalizzare maggiormente il gioco ed infondendo, probabilmente, una maggiore fiducia nelle capacità di ciascuno dei suoi compagni. E così anche Poeta, seppure nessuno avesse mai dubitato delle sue doti, ha disputato una delle sue migliori partite della stagione giocando complessivamente per trentaquattro minuti, mettendo a segno quattro triple su cinque (con l’80% di realizzazione) ed una lunetta su quattro (25%), realizzando un totale di sedici punti e conquistando cinque rimbalzi. Alibegovic è tornato a segnare le sue magiche bombe da tre punti e Okeke ha dimostrato di essere un altro giovane su cui la società deve continuare a puntare. A dimostrazione dell’ottima prestazione di squadra, sono il numero dei giocatori andati in doppia cifra: Harvey (18), Poeta (16), White (13) e Hollins (12). I fatti pare abbiano dato ragione al direttore generale, Renato Nicolai, che, prima della partita, aveva presentato il nuovo ‘rooster’ della squadra come “un giocatore che corre bene, rolla velocemente ed ha nel salto una delle armi in più. Predilige il gioco aereo e sa difendere. Tutto questo dall’alto dei suoi 2 metri e 15 centimetri. Conosce bene alcuni nostri giocatori e si è fatto apprezzare dal gruppo per il modo con cui si è presentato, senza fare il protagonista assoluto dall’alto della sua lunga militanza in NBA. Una pedina in più a disposizione di coach Vitucci“.Nel primo tempo, Fiat Torino è scesa in campo con Wilson, Okeke, Hollins, Harvey e Poeta, mentre per Cantù sono stati schierati Calathes, Pilepic, Johnson, Dowdell e Cournooh.

Fin dai primi minuti,Torino è stata spettacolare grazie a Hollins, Poeta e Wilson; è subito andata in vantaggio e, grazie alla sua maggiore velocità di gioco, è riuscita a portarsi a +14 punti in chiusura del primo quarto (25-11). Nel secondo quarto, Torino ha continuato a giocare con la stessa energia dei primi dieci minuti. Alibegovic è tornato protagonista con le sue triple da tre punti e Hollins ha continuato a distinguersi in tutte le zone del campo. Le squadre sono andate a riposare sul punteggio di 48-32 per Torino. La prestazione entusiasmante di Torino dei primi venti minuti è proseguita anche nel terzo e quarto tempo ed, a differenza di altre partite, domenica, Fiat ha saputo giocare per tutta la durata dell’incontro con la stessa energia, freschezza e determinazione della prima frazione di gioco. Questo ha consentito alla squadra di casa di tenere a bada gli avversari senza concedere nulla, impedendo a Cantù di mantenere la media di ottantotto punti delle ultime tre partite ed arginando, sin dall’inizio, ogni tentativo di recupero. Fiat Torino ha così mantenuto il vantaggio accumulato, portandosi persino a +20 nel terzo quarto -salvo chiuderlo a +16- e terminando definitivamente il match con undici punti di margine sul punteggio finale di 87-76.

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Queste le formazioni:

 

FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8, Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18, Cuccarolo 14, Hollins 15, Vitale 23, Crespi 33; All. Vitucci.

CANTU’: Acker 10, Ballabio, Cournooh 3, Baparapè, Parrillo 6, Pilepic 14, Calathes 3, Callahan 4, Darden 14, Dowdell 9, Quaglia 5, Johnson 8; all. Recalcati

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Queste le dichiarazioni a fine partita:

Coach Vitucci: “Un’ottima e meritata vittoria. Come ha detto Sandro Gamba che abbiamo avuto l’onore di ospitare negli ultimi due giorni, questo non è solo un gruppo. E’ una squadra, un team. L’abbiamo dimostrato in campo al termine di una settimana difficile dal punto di vista clinico e fisico. La squadra ha fatto quello che volevamo facesse, anche mettendo in campo cose creative e provate poco in allenamento a causa dei tempi ridotti. La chiave del successo è da ricercare nel fatto di aver tenuto Cantù a 76 punti, dopo che ne aveva conquistati 88 di media nelle ultime tre partite. Così aver ridotto la loro percentuale da tre al 34% rispetto a quella fatta registrare nelle ultime uscite, ovvero del 47%. Abbiamo messo cinque giocatori in doppia cifra e giocato un ottimo primo quarto che ha dato l’imprinting giusto al match. In questo siamo stati bravissimi ottenendo una grande iniezione di fiducia, risposte e certezze. Ottimo il recupero di DJ White, per un’infermeria nel complesso un po’ meno piena e dalla quale aspettiamo risposte nei primi giorni della prossima settimana. Okeke è un diamante grezzo che tutta la società, staff e compagni sono impegnati a far crescere. Il suo impiego deve essere dosato sfruttandone il potenziale senza mandarlo allo sbaraglio. Hollins è stato un ottimo innesto, per fisicità e capacità di comunicare con gli altri. Un perfetto inserimento il suo. Come ottimo è stato il match di Alibegovic, per punti, assist e scelte. Sta lavorando durissimo in allenamento. Alla fine eravamo stanchi ma soddisfatti.”.

Coach Recalcati: “E’ onesto riconoscere che la partita è sempre stata controllata da Torino, con noi in costante difficoltà, al di là delle statistiche. Torino ha messo in campo maggior energia, quella che noi non abbiamo dimostrato di avere. Un match che doveva darci delle risposte per capire se guardare oltre o pensare alla pratica salvezza, per la quale siamo pienamente in corsa, rimanendo con i piedi per terra. Avremmo dovuto mettere sul terreno di gioco più maturità. Non siamo ancora pronti per i play-off. Torino può provarci. Le nostre problematiche ci sono e dovremo conviverci fino alla fine del campionato. Il rendimento delle due squadre, nettamente diverso nel primo tempo, ha segnato la partita in favore di Torino”.

Ryan Hollins: “Per me è la prima volta in Italia e l’impatto è stato positivo. Non pensavo di trovare tante similitudini con il mio Paese, vedi il traffico e la moda, così di incontrare tanti soggetti capaci di esprimersi bene in inglese. Il Presidente e l’intero staff della Società mi hanno accolto in modo splendido facendomi sentire a casa. Sono molto felice di essere qui e pronto a cogliere questa opportunità. Il basket è un gioco semplice, occorre allenarsi duramente e giocare duro, soprattutto rispettarlo. Mi ritengo complementare a DJ White e Jamil Wilson, giocatori che hanno tanti punti nelle mani. Il segreto sarà giocare di squadra e comunicare molto per ottenere il massimo. Sono eccitato dall’idea di scendere in campo e ho subito sentito di essere desiderato dalla squadra. Le motivazioni non mi mancano e ritengo di essere attualmente all’80% della forma. Con la maglia di Boston giocando a fianco di tanti big che mi hanno inculcato il piacere del gioco prima ancora dell’importanza del guadagno. Avrei potuto ancora attendere qualche chiamata dall’NBA ma mi ero stufato di allenarmi da solo. Così ho deciso di provare l’esperienza europea anche se non è mai facile cambiare radicalmente scenari. Al contempo si tratta di una scelta che permette a me e alla mia famiglia di conoscere nuove realtà, persone, situazioni di vita. Direi arricchente e non solo sotto il profilo sportivo. In Spagna sono stato sorpreso per i pochi minuti d’impiego anche se considero quella appena conclusa un’esperienza comunque positiva”.

 

Foto: Fiat Torino Auxilium

 

L’isterica rivoluzione della signora Nora Helmer

Tutto è felicemente ovattato, tutto è ostinatamente dolciastro in questa “casa di bambola” – e Andrée Ruth Shammah, che per il milanese Teatro Parenti e la Fondazione Teatro di Toscana ha messo in scena il testo ibseniano, visto al Carignano per la stagione dello Stabile torinese, ha con coerenza introdotto quell’articolo indeterminativo, “Una casa di bambola”, che ben lascia intravedere la strada che percorrerà -, al di qua degli alti muri di mattoni, il rosa o il verde tenue degli intonaci o dei divani, gli abiti di Nora, gli impalpabili velluti (la scena è di Gian Maurizio Fercioni, i costumi di Fabio Zambernardi con la collaborazione Lawrence Steele), i fiocchi di neve che dondolano al di là della porta, l’albero di Natale e le ghirlande, i pacchetti dei doni, anche l’arpa su cui la piccola di casa dà prova della sua bravura, anche le porte che delimitano gli spazi sembrano fatte di ovatta, aggiungendo il pregevole gioco di luci di Gigi Saccomandi, che accompagnano il cammino psicologico dei personaggi, calde, morbide prima, estese nella loro freddezza poi.In questa cornice esplode la ribellione di Nora Helmer, ostile ormai alla devozione e alla sempre amorevole protezione di Torvald, agli eterni ritrattini di allodola e bambola, ad una vita insieme in cui fino a ieri è circolata quell’aria (inconsapevole?) di tornaconto che ha aiutato la coppia a proseguire “bellamente”, alla prigione dorata cui ci si abitua, quel ruolo di bambola pienamente accettato e condiviso non soltanto all’interno della famiglia ma pure con il dottor Rank, da sempre innamorato di lei, e con il bieco strozzino Krogstad, che da lei attende lo scioglimento di un ingente debito contratto per salvare il marito, a sua insaputa. Non più nella veste quindi di “sorella spirituale del proletariato femminista” come nel 1917 la voleva Gramsci, la donna che rifiuta e sfugge alla maschera che la società norvegese degli ultimi decenni del secolo scorso le ha affibbiato, ma un calcolo in piena regola dove la “ignoranza” verso il mondo che la circonda la spinge ad aprire gli occhi e a crescere, a educare la donna che sino adesso è stata.

Marina Rocco, nella rilettura della Shammah, mentre entra ed esce di scena dalla platea quasi a volersi mescolare nelle idee e nei comportamenti con il pubblico femminile oggi in sala, segue i passi della sua donna-bambina, i suoi pianti e le sue risate, i bamboleggianti, gli affetti, mentre il popolo della servitù orecchia e getta sguardi dagli angoli delle stanze: sino all’ultimo atto, con uno slancio di ossessione e di isteria che rischiano di bloccare il personaggio nel suo percorso di logica “redenzione”, una reazione concretizzata nei tic e nell’affanno continuo delle urla. Il peccato di debordare, quasi di voler scendere a inspiegabile marionetta, coinvolge anche Filippo Timi, che raccoglie in sé i tre personaggi maschili, simboleggiando l’intero sesso forte e dominante, gli è sufficiente un collare, o un bastone a sostegno di una gamba azzoppata, o un aspetto benevolo, per triplicarsi ad effetto e dar di gomito al pubblico con l’imitazione di un cinese o con un numero sfrontato in passerella sulle note di My funny Valentine. Molto meglio l’apporto interpretativo di Mariella Valentini, quelli sono eccessi, sbrodolature, incidenti che finiscono con l’annacquare uno spettacolo che forse aveva le pretese di fare, anche lui, la rivoluzione.

 

Elio Rabbione

Le collezioni di Santateresa

SANTATERESA, questo il nome della boutique situata al numero civico 14D dell’omonima via nel cuore di Torino che aprirà i battenti mercoledì 5 Aprile. In vendita tutte le collezioni create dalla maison fiorentina conosciuta nel mondo per i suoi caleidoscopici oggetti per la tavola – e non solo – in cristallo sintetico e melamina.

Laus a Chiamparino:“Candidati, in Europa c’è bisogno di cavalli di razza”

“L’Europa è il tuo mondo presidente Chiamparino” –  Con queste parole, prima dell’inizio ufficiale del Consiglio aperto dedicato ai sessant’anni dei Trattati di Roma, il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus ha invitato il presidente della Regione Sergio Chiamparino a riflettere sulla sua possibile candidatura a Bruxelles – “L’Europa ha bisogno di cavalli razza che godano di una vera legittimazione politica e che siano in grado di rivolgersi al pubblico europeo con l’ottimismo della ragione.  C’è bisogno di qualcuno in grado di offrire una nuova prospettiva, un salto di qualità che faccia percepire ai cittadini europei tutti, quanto sia prezioso lo spazio civile europeo”.  “Non mi candiderò” – ha però replicato convinto Chiamparino – è mia intenzione seguire invece l’invito dell’ex presidente dell’Europarlamento Martin Schulz che, nella sua corsa alle elezioni in Germania, ha puntato  sul coinvolgimento dei giovani e sulla necessitò di concedere loro nuovi spazi e opportunità”. “Sappi, presidente Chiamparino, che il sottoscritto non si stancherà di chiedertelo” – ha concluso Laus.  

(foto: il Torinese)