Marzo 2017- Pagina 2

Le minoranze unite contro il bilancio comunale fanno ricorso al Tar

Il Tar è diventato l’ultima risorsa anche per le minoranze di Palazzo Civico a Torino, che ricorrono al Tribunale amministrativo regionale  contro il bilancio preventivo del Comune. Le motivazioni saranno illustrate nel corso di una conferenza stampa,che si terrà sabato mattina, per spiegare  i contenuti del ricorso presentato congiuntamente dai capigruppo di tutti i gruppi consiliari delle minoranze per l’annullamento della delibera ‘Indirizzi per la redazione del Bilancio finanziario triennale 2017 -2019’, che permette “l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per pagare la spesa corrente”. Per i  capigruppo di opposizione la delibera “approvata dalla maggioranza del M5S nella seduta del 6 marzo 2017 è viziata da gravi irregolarità nelle procedure adottate”.

 

(foto: il Torinese)

La maternità nell’arte africana, le immagini di una grande collezione

Viene presentato domani venerdì 31 marzo, alle 18,30, presso il Centro Piemontese di Studi Africani di via Vanchiglia 4/E a Torino, il volume Mama Africa. La maternità nell’arte africana, alla presenza degli autori Bruno Albertino e Anna Alberghina, di Silvia Maria Ramasso per le Edizioni Neos e delle autorità del Centro.

Avevamo già presentato nelle settimane scorse le figure degli autori, medici entrami, collezionisti e viaggiatori (ultima loro metà la Dancalia), scrittori e studiosi appassionati, capace lei di catturare immagini che testimonino oggi volti dell’universo femminile, vesti e acconciature, caratteri e tradizioni, usi e costumi, oggetti fermi nel tempo, abituato ormai lui ad affollare certe mostre delle sculture di cui per anni sono andati alla ricerca. Il libro vuol essere la testimonianza di “un viaggio estetico e antropologico nell’arte africana, alla scoperta della maternità, concetto ispiratore di opere scultoree di grande originalità”, vuol essere il desiderio di condurre lo spettatore attraverso i territori dell’Africa subsahariana e occidentale, vuol dire mettere di fronte agli occhi di chi guarda, come risultato di contatti e di scambi proficui, i legami dell’art nègre con le sculture di alcuni popoli del Mali come di quelle che appartengono alla Costa d’Avorio e alla Liberia, al Ghana e al Burkina Faso e all’Angola. Scrivendo in altra occasione dell’attività di raccolta delle differenti opere da parte dei due studiosi, dicevamo come “su ogni immagine colta, sulla più o meno piccola statua, sugli aspetti religiosi che vanno al di là della bellezza del manufatto, sulla sua prima sensazione artistica, balza prepotente in primissimo piano, a testimoniare se stessa, quella genuinità da sempre messa in pericolo”, fatto che ad ogni spedizione ci si ritrova di fronte, pericolo che spinge Bruno Albertino a riaffermare come “i nostri studi, i viaggi che compiamo, gli scambi che da sempre sviluppiamo con altri appassionati e studiosi ci dicono la necessità di testimoniare di un’Africa che lentamente si dilegua, travolta dal vortice della globalizzazione, dall’economia di mercato, dalle religioni importate e dal neocolonialismo economico”. Mama Africa è la vetrina dove si sfogliano più di un centinaio di immagini a colori, corredate ognuna da schede composte di dati tecnici, storici e critici – suddivise in vari capitoli, “Bamboline della fertilità”, “Figure di fertilità”, “Il culto dei gemelli”, “Le figure di maternità”, “Maschere femminili”, “Gli antenati mitici” unite a un ricco apparato bibliografico. Interessante lo scenario dei materiali impiegati (dal legno al metallo, dall’avorio alla terracotta e alla pietra) e delle tecniche, di visi e di posture, di composizioni e di forme, di colori e di intarsi.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini: la copertina del volume firmato da Bruno Albertino e Anna Alberghina e “Figura di maternità reale Baoulé Daoukro”, Costa d’Avorio

“LA NOTTE DEI ROSPI, AIUTIAMOLI AD ATTRAVERSARE LA STRADA”

Venerdì 31 marzo, alle ore 20.30, con ritrovo nel Piazzale Nino Costa (parcheggio Frazione Grignetto) ad Avigliana, si terrà una serata per conoscere i rospi, aiutandoli a raggiungere l’acqua della palude per riprodursi. La serata sarà l’occasione per inaugurare ufficialmente le barriere innalzate dal comune lungo il tratto stradale del Parco Naturale dei laghi di Avigliana interessato dall’attraversamento di rospi e rane a inizio primavera, facilitandone il passaggio sotterraneo attraverso i “rospodotti”. Questo è il nome delle condotte che già erano state realizzate anni fa al di sotto della sede stradale ma che fino ad ora si erano rivelate del tutto inefficaci per via della precarietà delle barriere precedentemente installate, collassate in breve tempo a causa del terreno franoso sottostante. Le nuove barriere sono il frutto della collaborazione tra la LAV di Torino e il Comune di Avigliana. Infatti, a seguito delle richieste avanzate negli ultimi anni dell’associazione animalista, l’amministrazione comunale, in collaborazione con l’Ente del Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, ha fatto posizionare i pannelli, con l’obiettivo di far sì che i piccoli animali utilizzino gli appositi canali sotterranei per raggiungere l’acqua della palude senza più saltare sulla sede stradale. Il lavoro potrà quindi permettere la salvaguardia di molte vite animali, permettendo ai rospi di raggiungere in sicurezza l’acqua della palude, e potrà rendere la strada sicura anche per gli automobilisti, considerato che tale tratto è stato caratterizzato in passato da condizioni non favorevoli dovute alla scivolosità del manto stradale nei mesi primaverili. “Ringraziamo il sindaco di Avigliana, Angelo Patrizio, il direttore dell’Ente Parco, Bruno Aimone e l’assessora all’ambiente, Giulia Bussetti, per l’impegno profuso a tutela di animali e cittadini – dichiara Gualtiero Crovesio, responsabile territoriale della LAV a Torino – e auspichiamo che tale intervento possa rivelarsi finalmente efficace a tutela di rospi e rane, e che possa essere da esempio anche per altre amministrazioni”. Oltre che permettere ai cittadini di entrare in contatto con gli animali palustri, “La notte dei rospi” avrà lo scopo di sensibilizzare gli automobilisti ad una guida prudente nel tratto stradale interessato dalle migrazioni, onde evitare investimenti di rospi o rane che dovessero riuscire a saltare sulla strada nonostante le barriere.

Il vertice per la formazione dell’Esercito in visita a Torino

Il Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, vertice della Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito si è recato alla Scuola di Applicazione per approfondire la conoscenza dei Comandi dipendenti. Accolto a Palazzo Arsenale dal Comandante dell’Istituto Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto, il Generale Serino ha salutato la Bandiera della Scuola decorata di medaglia d’argento al valore militare prima di assistere a un briefing dedicato alla missione del Comando. Nel corso della visita il Vertice per la Formazione dell’Esercito ha salutato il personale militare e civile appartenente al quadro permanente della Scuola e i frequentatori dei diversi corsi in atto. Rivolgendosi ai capitani del 142° corso di Stato Maggiore e agli ufficiali subalterni del 194° “Coraggio”, 195° “Impeto” e 196° “Certezza” il Gen. Serino ha sottolineato l’importanza di mettere a frutto insegnamenti ricevuti e le esperienze maturate in ambito scolastico per affrontare con serenità e competenza i futuri incarichi in seno alla Forza Armata. Prima di lasciare il capoluogo subalpino e dopo aver visitato le diverse infrastrutture gestite dal Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione, il Gen. Serino ha espresso il proprio plauso nei confronti delle attività didattiche dell’Istituto soffermandosi sui principali fattori di successo: rispetto per le tradizioni e sguardo rivolto verso un futuro nel quale internazionalizzazione degli studi e osmosi culturale con il mondo accademico, scientifico e imprenditoriale rappresentano saldi punti di riferimento.

 

Oggi al Cinema

LE TRAME DEI FILM

NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

Ballerina – Animazione. Regia di Eric Summer e Eric Warin. Félicie vive in un orfanotrofio in Bretagna. Un giorno fugge per raggiungere la Parigi della Belle Epoque, nella speranza di veder realizzato il suo sogni di diventare una étoile dell’Opera. Con lei l’amico Victor: il suo sogno è quello di diventare un famoso inventore. Durata 89 minuti. (Massaua, Uci)

 

La Bella e la Bestia – Fantasy. Regia di Bill Condon, con Emma Watson, Emma Thomson, Kevin Kline, Stanley Tucci e Dan Stevens. Bella finisce prigioniera nel castello governato da un giovane principe tramutato in bestia come punizione del suo cuore senza sentimenti e per il suo egoismo. Fa amicizia con i servitori anch’essi divenuti un candelabro, un pendolo, una teiera, un clavicembalo, uno spolverino. Insieme a loro, saprà guardare al di là dell’aspetto orribile del principe che a sua volta svelerà un animo gentile. Durata 129 minuti. (Massaua, Eliseo Blu, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Classe Z – Commedia. Regia di Guido Chiesa, con Andrea Pisani, Alessandro Preziosi e Greta Menchi. Un preside decide di spostare in una sezione appositamente creata alcuni studenti dell’ultimo anno di un liceo scientifico. Quelli più “problematici” vengono “rifiutati” dai propri insegnanti, soltanto il nuovo supplente di lettere, fautore dei metodi libertari del professor Keating dell’”Attimo fuggente”vorrebbe garantire per loro ma non potrà far altro che decidere di abbandonare la propria missione. Ma forse non definitivamente. Durata 92 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

La cura del benessere – Thriller. Regia di Gore Verbinski, con Dane DeHaan e Jason Isaacs. Lockhart viene mandato in un centro benessere sulle Alpi svizzere con un preciso incarico, recuperare l’amministratore delegato dell’azienda per cui lavora. Si accorgerà subito che i metodi dell’istituto non sono proprio secondo “le norme” e farà fatica a comprendere quanto sta succedendo in quel luogo. Gli verrà in aiuto una misteriosa ragazza, paziente del dottor Volmer. Durata 146 minuti. (Lux sala 3, The Space, Uci)

 

Il diritto di contare – Drammatico. Regia di Theodore Melfi, con Octavia Spencer, Janelle Monàe, Taraji P. Hanson e Kevin Kostner. Una storia vera, tre donne di colore nella Virginia degli anni Sessanta, orgogliose e determinate, pronte a tutto pur di mostrare e dimostrare le proprie competenze in un mondo dove soltanto gli uomini sembrano poter entrare e dare un’immagine vittoriosa di sé. Una valente matematica, un’altra che guida un gruppo di “colored computers”, la terza aspirante ingegnere, senza il loro definitivo apporto l’astronauta John Glenn non avrebbe potuto portare a termine la propria spedizione nello spazio e gli Stati Uniti non avrebbero visto realizzarsi il proprio primato nei confronti dei russi. Durata 127 minuti. (Ambrosio sala 2 (da venerdì), Centrale (V.O.), Due Giardini sala Nirvana, Romano sala 3, Uci)

 

Elle – Drammatico. Regia di Paul Verhoeven, con Isabelle Huppert, Laurent Lafitte e Christian Berkel. Al centro della vicenda, tratta dal romanzo “Oh…” di Philippe Djian, è Michèle, interpretata da una Huppert che a detta di molti avrebbe ben avuto diritto a tenere per il ruolo un luccicante Oscar tra le mani. È una scalpitante imprenditrice di mezza età nel ramo videogiochi, obbligata a gestire una più che variopinta compagine familiare, a cominciare da un ex marito di poca fama nel campo letterario, da una madre che vede non di buon occhio l’età che avanza, da un figlio che non vive certo secondo le sue aspettative, di un amante che le è venuto a noia. Da un padre che in passato con un gesto sanguinoso ha cambiato la sua esistenza. Anche la sua vita ha un segreto, lo scopriamo fin dall’inizio: un uomo mascherato, una sera, si introduce nel suo appartamento e la violenta. Chi è quell’uomo? E perché la donna non va alla polizia per una denuncia, continuando la vita di sempre? Durata 140 minuti. (Ambrosio sala 1 (da venerdì), Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Groucho)

 

Ghost in the shell – Fantascienza. Regia di Rupert Sanders, con Scarlett Johansson, Juliette Binoche e Michael Pitt. Tratto dal manga di Masamune Shirow del 1989, è la storia del Maggiore Kusanagi – cyber-guerriera che non riesce che a ricordare pochi tratti del suo passato di umano – in lotta contro un terrorista in lotta con il mondo. Durata 120 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

In viaggio con Jacqueline – Commedia. Regia di Mohammed Hamidi, con Lambert Wilson e Fatsah Bouyahmed. Un contadino algerino di nome Fatah è invitato al Salone dell’Agricoltura di Parigi, accetterà di parteciparvi ma soltanto accompagnando la sua preziosa mucca Jacqueline e affrontando un’avventura allegra quanto rocambolesca. Durata 92 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

Kong: Skull Island – Avventura. Regia di Jordan Vogt-Roberts, con Tom Hiddleston, Brie Larson, John Goodman, Samuel Jackson e John J. Reilly. Ennesima rivisitazione del mito King Kong, una spedizione ambientata nel 1973 allorché le truppe americane abbandonarono il disastrato Vietnam. Una spedizione voluta dalla scienziato Randa e diretta verso una misteriosa isola, guidata da un ex capitano inglese, con al seguito una fotografa pacifista, un pilota recluso nell’isola dai tempi della fine del conflitto mondiale, il comandante di una squadriglia di piloti di elicotteri che come tutti gli altri se la dovranno vedere con l’immenso mostro. Un budget da far tremare le vene e i polsi, un paio d’anni per preparazione e lavorazione, tra Hawai, Australia e Vietnam: per il gran divertimento degli aficionados si prevede una trilogia. Durata 118 minuti. (Uci)

 

John Wick 2 – Azione. Regia di Chad Stahelski, con Keanu Reeves, Riccardo Scamarcio, Claudia Gerini e Laurence Fishburne. Nuova avventura per il killer cinofilo, questa volta è il cattivo Scamarcio a richiamarlo in azione con il compito dell’eliminazione della sorella Gerini che ha tutte le intenzioni di mettere completamente le mani sulla malavita italiana. La città che fa da sfondo all’azione è Roma. Durata 122 minuti. (The Space, Uci)

 

La La Land – Musical. Regia di Damien Chazelle, con Ryan Gosling e Emma Stone. La storia di due ragazzi in cerca di sogni realizzati e di successo, lui, Sebastian, è un pianista jazz, lei, Mia, un’aspirante attrice che continua a fare provini. Si incontrano nella Mecca del Cinema e si innamorano. Musica e canzoni, uno sguardo al passato, al cinema di Stanley Donen e Vincent Minnelli senza tener fuori il francese Jacques Demy, troppo presto dimenticato. E’ già stato un grande successo ai Globe, sette nomination sette premi, due canzoni indimenticabili e due attori in stato di grazia, e adesso c’è la grande corsa agli Oscar, dove la storia fortemente voluta e inseguita dall’autore di “Whiplash” rischia di sbaragliare alla grande torri gli avversari: 14 candidature. Durata128 minuti. (Reposi)

 

Life – Non oltrepassare il limite – Fantascienza. Regia di Daniel Espinosa, con Jake Gyllenhaal, Rebecca Fergusson e Ryan Reynolds. Un gruppo di scienziati, imbarcati su un’astronave, ha il compito di ritrovare una sorgente di vita sul pianeta Marte. Si imbatteranno in una cellula vivente che in poco tempo assumerà forza e proporzioni impensate, e soprattutto una aggressività che gli uomini con conoscono. Durata 103 minuti. (Massaua, Greenwich sala 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Logan – The Wolverine – Fantasy. Regia di James Mangold, con Hugh Jackman, Richard Grant e Patrick Stewart. Un film di congedo, un eroe che depone i propri artigli e vive quasi segregato in un luogo sperduto del Messico, accudendo al suo anziano mentore, il professor Xavier, con la compagnia di un mutante che di nome fa Calibano e vorrebbe uscire dalle pagine della “Tempesta” shakespeariana. Ma c’è un’ultima avventura da combattere, accanto ad una giovanissima Laura che ha gli stessi poteri di Logan. Durata 131 minuti. (Reposi, Uci)

 

Loving – Drammatico. Regia di Jeff Nichols, con Joel Edgerton e Ruth Negga. La storia vera di Richard e Mildred, ambientata sul finire degli anni Cinquanta nello stato della Virginia, lui bianco e lei di colore, il loro amore e il matrimonio a Washington, il loro ritorno per essere arrestati e condannati per aver violato una legge che proibiva i matrimoni interrazziali, l’intervento di Bob Kennedy, il caso davanti alla Corte Suprema per arrivare nel ’67 alla libertà di matrimonio libero nell’intera nazione americana. Durata 123 minuti. (Romano sala 2)

 

La luce sugli oceani – Drammatico. Regia di Derek Cianfrance, con Michael Fassbender, Alicia Vikander e Rachel Weisz. Il regista, già apprezzatissimo autore di “Blue Valentine” e “Come un tuono”, è rimasto folgorato dal romanzo della scrittrice australiana M.L. Stedman e ha affidato al cinema un’opera che dalla sua prima apparizione a Venezia ha diviso i critici come pochi film lo hanno fatto prima. Vedremo come reagirà il pubblico. Un uomo colpito dalle ferite che la Grande Guerra gli ha inferto s’è rifugiato in un’isola lontana, a guardia di un faro, il suo incontro con una donna che lo riporta alla vita, i figli che non possono avere, il ritrovamento in mare di una piccola creatura, l’apparire della vera madre e distrugge tutti i sogni di un destino felice. Insomma un gran mélo, innegabile, che qualcuno appunto ha accolto come un capolavoro e che qualcuno al contrario ha bocciato in modo assoluto e definitivo, accusando di ridicolo situazioni e personaggio, pollice verso per attrici che hanno al loro attivo degli Oscar e considerate qui vittime di un racconto dove nulla sarebbe credibile. Durata 132 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Manchester by the sea – Drammatico. Regia di Kenneth Lonergan, con Casey Affleck, Michelle Williams e Lucas Hedges. Film in corsa per gli Oscar, sei candidature (miglior film e regista, sceneggiatura originale e attore protagonista, attrice e attore non protagonista), un film condotto tra passato e presente, ambientato in una piccola del Massachusetts, un film che ruota attorno ad un uomo, tra ciò che ieri lo ha annientato e quello che oggi potrebbe farlo risorgere. La storia di Lee, uomo tuttofare in vari immobili alla periferia di Boston, scontroso e taciturno, rissoso, richiamato nel paese dove è nato alla morte del fratello con il compito di accudire all’adolescenza del nipote. Scritto e diretto da Lonergan, già sceneggiatore tra gli altri di “Gangs of New York”. Durata 135 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Moonlight – Drammatico. Regia di Barry Jenkins, con Naomi Harris, Mahershala Ali e Trevante Rhodes. Miglior film secondo il parere della giuria degli Oscar, film teso, crudo, irritante. La storia di Chiron – suddivisa in tre capitoli che delimitano infanzia adolescenza ed età adulta del protagonista – nella Miami povera, tra delinquenza e droga, prima solitario e impaurito dalla propria diversità colpita dai pregiudizi, infine spacciatore che non ha paura di nulla e che sa adeguarsi al terrificante e violento panorama che lo circonda. Attorno a lui una madre tossicomane, un adulto che tenta di proteggerlo, un giovane amico. Durata 111 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Non è un paese per giovani – Commedia drammatica. Regia di Giovanni Veronesi, con Sara Serraiocco, Filippo Scicchitano e Giovanni Anzaldo e con Sergio Rubini e Nino Frassica. Sandro e Luciano si ritrovano a lavorare nello stesso ristorante ma preferiscono lasciare l’Italia che è un paese senza futuro. Scelgono Cuba, sono gli ultimi mesi di Castro. Nella capitale trovano Sara, anche lei con qualche ferita da rimarginare. Avventure, dolori e disillusioni porteranno Sandro a tenersi ben stretto ai suo principi, sarà Luciano ad abbandonare quelle certezze in cui pareva credere e a perdersi in un’oscurità che non aveva ancora conosciuto. Durata 105 minuti. (Massaua, Massimo sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Il padre d’Italia – Drammatico. Regia di Fabio Mollo, con Luca Marinelli e Isabella Ragonese. Lo strano incontro tra Paolo, omosessuale introverso, e Mia, ragazza “quasi-madre” al sesto mese di gravidanza, in un locale gay di Torino. Inizieranno un lungo viaggio, fino a Roma prima per proseguire fino a Napoli e in Calabria, terra d’origine della ragazza: durante quei giorni trascorsi uno accanto all’altra nasceranno dei sentimenti cui mai nessuno avrebbe pensato. Durata 93 minuti. (Massimo sala 2)

 

Il permesso – 48 ore fuori – Drammatico. Regia di Claudio Amendola, con Luca Argentero, Valentina Bellè, Giacomo Ferrara e Claudio Amendola. Un pezzo di vita fuori dal carcere da parte di quattro reclusi. C’è l’uomo che cercherà di sottrarre il figlio ai suoi stessi errori, la ragazza viziata di buona famiglia finita dentro per problemi di droga, il ragazzo di borgata dietro le sbarre per rapina e Donato, innocente, che ha qualche debito da regolare vendicando la donna che ha amato. L’autore firma la sceneggiatura con Giancarlo Di Cataldo e Roberto Iannone. Durata 92 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Rosso Istanbul – Drammatico. Regia di Ferzan Ozpeteck, con Halit Ergenç, Nejat Isler e Serra Yilmaz. Il regista turco torna a girare nella sua patria, a vent’anni di distanza dal “Bagno turco” e da “Harem Suaré”, ancora una volta avvolto nel suo realismo magico, con una storia che ha le proprie radici (rivisitate) nel romanzo omonimo, a cavallo dell’autobiografia, e che vede il ritorno a Istanbul da una Londra culla d’esilio dello scrittore Orhan richiamato dal regista Deniz al ruolo di editor per una sua nuova opera letteraria. Ma Deniz all’improvviso scompare e Ohran viene a contatto con il mondo di lui, con i suoi amici, con il suo passato. Malinconie, la realtà del quotidiano, i cambiamenti della Turchia, il passato e il presente che si guardano e si confrontano, le “madri del sabato” alla ricerca dei figli scomparsi. Durata120 minuti. (Eliseo Grande)

 

Slam – Tutto per una ragazza – Commedia. Regia di Andrea Molaioli, con Jasmine Trinca, Ludovico Tersigni, Barbara Ramella e Luca Marinelli. Tratto dal romanzo di Nick Hornby. Samuele, romano, sedicenne, grande appassionato di skateboard, va letteralmente nel panico quando viene a sapere la la fidanzatina Alice aspetta un bimbo: terrorizzato ma deciso a non sottrarsi alle proprie responsabilità. Anche lui è venuto al mondo quando i suoi genitori erano decisamente giovani. Grande successo all’ultimo TFF. Dirige il regista di “La ragazza del lago” e “Il gioiellino”. Durata 100 minuti. (Ideal, Reposi, Uci)

 

Il tesoro – Commedia. Regia di Corneliu Porumboiu, con Toma Cuzin e Radu Banzaru. Siamo a Bucarest. Un vicino di casa di Costi va da lui e lo mette al corrente che nel proprio giardino è seppellito un tesoro, è stato suo nonno a nasconderlo prima dell’arrivo del comunismo. Ci vorrebbe un metal detector, lui non ha i soldi per acquistarlo: ma se Costi volesse intervenire, al termine della ricerca farebbero senz’altro a metà. Si apre davanti ai due uomini un lungo, lunghissimo fine settimana. Durata 89 minuti. (Classico)

 

The most beautiful day – Il giorno più bello – Commedia. Regia interpretazione di Florian David Fitz, con Matthias Schweighofer e Alexandra Maria Lara. Produzione tedesca, campione d’incassi in patria. La storia di due ragazzi, malati terminali, che decidono di procurarsi un po’ di soldi e affrontare un viaggio sino in Africa per poter vivere il giorno più bello della loro vita. Durata 113 minuti. (Centrale V.O., Due Giardini sala Ombrerosse)

 

The Ring 3 – Horror. Regia di Javier Gutiérrez, con Johnny Galecki e Mathilda Lutz. Una giovane donna comincia a preoccuparsi per il suo ragazzo quando lo vede interessarsi ad una oscura credenza che riguarderebbe una videocassetta misteriosa che si dice uccida dopo sette giorni chi la guarda. Durata 102 minuti. (Uci)

 

Un tirchio quasi perfetto – Commedia. Regia di Fred Cavayè, con Danny Boon e Laurence Arnè. François Gautier, violinista, è noto per la sua tirchieria. Detestato da tutti, incontrerà una donna pronta ad amarlo e una figlia di cui non aveva conoscenza. Grande successo in Francia grazie alla comicità di Boon noto da noi per il suo divertente personaggio protagonista di “Giù al nord”. Durata 89 minuti. (Ambrosio sala 3 (da venerdì), F.lli Marx sala Chico, Uci)

 

La vendetta di un uomo tranquillo – Thriller. regia di Raùl Arévalo, con Antonio de la Torre, Ruth Diaz e Luis Callejo. Nella capitale spagnola una rapina in una gioielleria finisce male, soltanto uno dei malviventi, Curro, è catturato. Dopo otto anni di carcere, l’uomo esce dal carcere per scoprire che la sua compagna ha intrapreso una relazione con José. Inevitabile per il passato e per il presente un regolamento di conti tra i due. Vincitore di quattro premi Goya, gli Oscar spagnoli. Durata 92 minuti. (Greenwich sala 2)

 

La verità, vi spiego, sull’amore – Commedia. Regia di Max Croci, con Ambra Angiolini, Giuliana De Sio, Carolina Crescentini e Massimo Poggio. Tratto dal romanzo di Enrica Testo. Una donna abbandonata dal marito dopo sette anni di matrimonio, le imprese sentimentali e quotidiane di una vita da portare avanti, due figli da crescere, suocera da sopportare, un baby sitter da coordinare, la migliore amica come unico rifugio sempre da ascoltare. Durata 92 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Il viaggio – Commedia drammatica. Regia di Nick Hamm, con Timothu Spall, Colm Meaney e John Hurt. Il viaggio è quello che compiono, in poco più di un’ora per arrivare all’aeroporto di Edimburgo, Martin McGuinness, leader dei Sei Finn, e il reverendo protestante Ian Paisley, alla guida del partito unionista: una finale stretta di mano, faticosissima e insperata, avrebbe nel 2007 cancellato decenni di lotte e di vittime. Da un testo teatrale. Durata 94 minuti. (F.lli Marx sala Chico anche in V.O., Romano sala 1)

 

Victoria – Drammatico. Regia di Sebastian Schipper, con Laia Costa, Frederick Lau e Burak Yigit. Victoria, una ventenne spagnola che vive da qualche tempo a Berlino, incontro una sera fuori di un locale notturno Sono e i suoi amici. Sono berlinesi “veri”, così si definiscono e possono mostrarle la città che gli stranieri non conoscono. Victoria li segue divertita fino a quando qualcuno si fa vivo per esigere dal gruppo un credito: devono compiere una rapina all’alba in una banca. Cosa deciderà di fare la ragazza. Durata 93 minuti. (Classico anche in V.O.)

 

Vi presento Toni Erdman – Commedia. Regia di Marin Ade, con Peter Simonischek e Sandra Hüller. Un padre davvero sui generis che, abbandonando la sua vera identità di Winfried per assumere quella del titolo, compare all’improvviso a Bucarest dove la figlia, donna in carriera solitaria e senza uno straccio di relazione amorosa a farle da supporto in un’esistenza senza troppe luci e molte ombre, sta trattando un grosso affare. Un rapporto e una storia fatti di comicità e di tenerezza, un incontro che scombussola, un chiarimento di intenti e di futuro. Durata 162 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

Parteggia per la madre. Il padre tenta di ammazzare figlio 20enne, ma la pistola si inceppa

Dopo la separazione il figlio 20enne stava dalla parte della mamma. Per questo il padre, un italiano 46enne, con una pistola semiautomatica, si è recato al bar gestito dal ragazzo, a Madonna di Campagna, per ucciderlo. Ama quando stava per sparare l’arma si è inceppata. L’uomo, conosciuto dalle forze dell’ordine, è fuggito, ma gli agenti della Squadra Mobile l’hanno cercato e arrestato. da tempo minacciava e aggrediva l’ex compagna e il  giovane. L’arma che l’uomo ha puntato contro il 20enne non è stata ancora trovata e le ricerche sono in corso. Dopo essersi inceppata, pare che a strappargli di mano la pistola sia stato il figlio minore di 13 anni, che ha assistito alla scena.

Campi nomadi: senza lavoro ma con un patrimonio di quasi due milioni

Una volta dimostrata la pericolosità sociale degli indagati, gli uomini della Gdf hanno analizzato conti bancari, terreni e auto, confrontando il tutto con i redditi dichiarati negli ultimi 15 anni.

Si aggirerebbe intorno ai due milioni di euro, il valore dei beni confiscati dalla Guardia di Finanza di Torino, nei campi nomadi della città. Sulla base delle indagini svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, il Tribunale di Torino ha emesso un provvedimento di confisca di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, nei confronti di 26 persone a cui è stata riconosciuta un’enorme incongruenza tra i beni posseduti e l’inesistenza di redditi fiscalmente dichiarati. L’indagine ha preso vita qualche anno fa quando, dopo le prime verifiche sui residenti dei vari campi nomadi sparsi per la città, è emerso che alcuni di loro fossero proprietari di terreni, auto e conti corrente senza mai aver avuto un lavoro e di conseguenza un reddito. Gli investigatori nel corso di questi anni hanno raccolto molte prove che confermerebbero come la maggior parte dei 26 indagati, vivesse grazie al bottino dei furti commessi nel torinese: tutti gli immobili, le autovetture e il denaro in possesso degli indagati, non parrebbero giustificabili da alcuna lecita fonte di ricchezza. In base a tali indagini, il Tribunale di Torino ha disposto la confisca di tutto il patrimonio.

Avvocato spara a cliente e lo uccide

DALLA PUGLIA

L’ avvocato stava ricevendo un cliente in uno studio legale, quando  c’è stata una violenta discussione e poi si sono sentiti  gli spari  con una pistola calibro 9×21 che il legale ha scaricato contro il suo assistito, uccidendolo. Ha infine chiesto ai colleghi di chiamare i carabinieri. La tragedia, avvenuta  a Oria vede come presunto omicida volontario Fortunato Calò, di 47 anni, avvocato civilista, mentre la vittima è Arnaldo Carluccio, di 45 anni, di Torre Santa Susanna, con piccoli precedenti penali. Il suo corpo è stato trovato  in una pozza di sangue. Calò ha aspettato l’arrivo dei carabinieri e ha  consegnato loro la pistola. poi si è fatto condurre in caserma dove in serata è stato ascoltato e trasferito in carcere.

Frida, la socialista. Per lei meglio un ricordo a più voci

Di Pier Franco Quaglieni*

.

Frida Malan  è stata una protagonista della vita politica e della vita civile torinese,dagli anni dell’impegno resistenziale,al lungo periodo passato come consigliere e assessore socialista al Comune di Torino. Nel 1968 fu la prima esclusa alla Camera perché Eugenio Scalfari , optando per il collegio di Torino, le soffiò il seggio parlamentare. Ma è stata anche una protagonista delle battaglie femminili e scolastiche ,mantenendo una sorta di straordinario equilibrio ,in  cui- scrivevo un anno fa in un suo ritratto storico-laicità e religiosità evangelica trovavano un punto di sintesi. Esprime  il meglio della grande lezione religiosa delle sue Vallate valdesi,coniugandola con la laicità dello Stato nato dal Risorgimento. Era una donna appassionata,generosa, dedita a nobili e grandi ideali. Era quasi disarmata di fronte ai profittatori, lei persona morale,in fondo anche ingenua, dalla schiena sempre diritta in ogni occasione. La dietrologia politica non la riguardava. Me lo disse molte volte  la giornalista Bona Alterocca che seguiva i lavori del Consiglio Comunale di Torino. Gabriella Poli, allora vice capo cronista de “La stampa”, la apprezzava e l’amava molto,lei donna considerata durissima dai suoi stessi colleghi.

***
Malan primo assessore socialista alla Sanità di una grande città, Poli ,prima donna capocronista di un grande quotidiano dopo che Borio andò a dirigere il “ Piccolo” a Trieste. Nell’articolo di un anno fa ricordavo che nel 2017 sarebbe ricorso il centenario della nascita ed auspicavo che venisse ricordato in modo opportuno,evitando le sterili e faziose piccole commemorazioni precedenti da parte di gente che Frida forse aveva conosciuto più in fotografia che nella frequentazione quotidiana.Gente che si serviva del suo nome per darsi un’importanza che non aveva mai avuto. Un’associazione dedicata al suo nome, dopo poco, fallì miseramente. Invece è accaduto,come temevo, esattamente il contrario:la solita,stucchevole vulgata che ha coinvolto sempre  le stesse persone,escludendo a priori chi con Frida ebbe un lungo periodo di frequentazione assidua e di profonda  amicizia. D’altra parte la scelta della sede  bastava a dirci cosa sarebbe potuto essere il convegno:l’Unione culturale Franco Antonicelli. Basta la parola.Non ci sarebbe da aggiungere altro.  Promotrice un’associazioncina di professori ,la FNISM ,che pensavo morta e sepolta, dopo che, di fatto, si lasciò fagocitare dalla CGIL e abbandonò le storiche battaglie in difesa della laicità e della serietà della scuola condotte dopo il ’68 sotto la guida di uomini come Mario Gliozzi e Giuseppe Tramarollo. Loro preferirono appiattirsi sul Cidi e su altre realtà di estrema sinistra,invece di ribadire la fisionomia autonoma della Federazione.
Io fui della partita come segretario generale della Federazione quando insegnavo nei licei e diressi anche per anni il giornale “L’eco della scuola nuova”,aprendo il giornale al più ampio dibattito,come fece il suo fondatore Gliozzi.

***
La FNISM  era l’aristocrazia della scuola con grandi nomi, Bobbio ebbe simpatia per lei, Tisato la rappresentò insieme a Gliozzi al Consiglio superiore della P.I.Io stesso accettai di succedere a quegli uomini come candidato al nuovo consiglio nazionale della P.I. e non venni eletto perché mancarono i voti per far scattare il seggio. Il latinista e storico Luciano Perelli fu al mio fianco con il coraggio dell’uomo che venne incarcerato durante il fascismo. Ricordo ancora ,in anni successivi, i suoi durissimi giudizi su Di Pietro e Tangentopoli,giudizi per cui venne attaccato selvaggiamente sul quotidiano di Scalfari.  Acqua passata, vecchie esperienze che però rivendico con un certo orgoglio. La Federazione era la più vecchia associazione di professori fondata da Gaetano Salvemini e Giuseppe Kirner  nel 1901. Poi il fascismo la obbligò a sciogliersi  e rinacque già nella Resistenza. Venne pubblicato un libro dedicato alla sua storia che si identificò per anni con la storia stessa della scuola italiana alla ricerca di una riforma che andasse oltre la legge Casati e a cui pose mano(mano felice) Giovanni Gentile che studiò la sua riforma negli anni della sua amicizia con Benedetto Croce. La sezione torinese della FNISM deragliò,quando venne presa da Carlo Ottino,( eletto presidente di strettissima misura solo perché votò per sé stesso)un socialista marxista che finì i suoi giorni politici a fare il consigliere di circoscrizione per Rifondazione comunista che fu il suo  ineluttabile approdo finale. I nipotini di Ottino hanno tenuto in piedi la FNISM torinese e l’hanno dedicata a Frida Malan che non occupò mai cariche nella Federazione,invece,come sarebbe stato  giusto , di dedicarla allo storico della scienza Mario Gliozzi che ne l’anima e fu il suo esponente più impegnato e più prestigioso,mancato nel 1977. Il convegno che ne è venuto fuori non merita neppure un commento.

***
E’ la solita vulgata recitata da persone che sono rimaste prigioniere di una vecchia sinistra settaria, incapace di fare i conti con la scuola d’oggi ,volendo parafrasare Augusto Monti che fu impegnato presidente della sezione torinese della federazione. La FNISM era accusata di essere infarcita di massoni,ma non era vero. Oggi è infarcita dai vedovi di ideologie obsolete condannate dalla storia. La FNISM ha avuto uomini come Remo Fornaca e Igino Vergnano che divenne presidente nel congresso di Rimini del 1978 dove Tramarollo, Bozzetti, Sipala,Palumbo e chi scrive segnarono chiara la linea della Federazione. Chi scrive vergò  di proprio pugno le linee- guida contro una contestazione che stava travolgendo la scuola senza rinnovarla. Ottino non venne neppure al congresso. Dopo il congresso che vincemmo alla grande, finirono  però di prevalere Ottino e i suoi amici e noi lasciammo. Tramarollo era indignato, io, tanto più giovane  di lui, capii cheta tempo sprecato cercare di raddrizzare la gambe ai cani,per dirla con uno dei fondatori, Gaetano Salvemini.  La federazione venne per anni ospitata,per l’intervento diretto di Frida Malan,dirigente del Centro Pannunzio,nella sede di quest’ultimo perché non più in condizioni di avere una propria sede. Adesso scopro che locali pubblici,quello del liceo “Alfieri” sono sede della centenaria federazione.

***
I nipotini di Ottino hanno cancellato quel passato che dimostra come l’associazione abbia deviato e sia diventata una cosetta di sinistra che annaspa alla ricerca stentata della sua sopravvivenza su terreni in cui neppure più la CGIL  riesce a sopravvivere.  Molti sindacalisti ,ottenuto il posto di dirigente scolastico, non si occupato più del loro amato sindacato.I federati subalpini  in marzo hanno superato sé stessi e  sono riusciti anche a produrre un piccolo convegno in cui hanno dato la parola solo ai loro amici. Una  grande tristezza vedere il nome di Frida sbandierato da persone che non sanno o non vogliono sapere chi davvero sia stata la socialista Malan. Socialista e non social-comunista.  Ma la parola socialista oggi risulta essere impronunciabile. Forse l’hanno etichettata come democratica progressista alla maniera di Bersani,ma questa è solo una mia ipotesi maliziosa.  Frida Malan donna straordinaria ,fuori dagli schemi angusti delle ideologie presuntuose novecentesche ,lontanissima dal gramsciazionismo torinese,come dice Dino Cofrancesco,meritava un ricordo a molte voci ricco di testimoni veri. Il passato distrugge la verità,ma chi è stato davvero suo amico non può tacere e non può non levare la sua protesta morale , in verità un po’ indignata,anche se  la situazione è solo patetica e andrebbe ignorata come hanno giustamente fatto altri giornali che hanno la memoria storica di chi sia stata effettivamente Frida nella storia torinese. 

*Direttore del Centro Pannunzio

Trofeo Birra Poletti: il torneo di calcetto per giovani disoccupati – Memorial “lavoro retribuito”

PESCI E DINTORNI / RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

.

Trofeo Birra Poletti: il torneo di calcetto per giovani disoccupati – Memorial “lavoro retribuito”. Ore 15 in via Roma (area pedonale)

 

Il Ministro Poletti si distingue ancora una volta per i suoi preziosi consigli ai giovani: per trovare lavoro, meglio sfruttare i rapporti di fiducia, perché si creano più opportunità giocando a calcetto che mandando in giro il curriculum.

Noi lo prendiamo in parola, ci rimbocchiamo le maniche e infiliamo le scarpette!

 

Regolamento:

–       ogni partita durerà 5 minuti, rinnovabili per altri 5 minuti, rinnovabili per altri 5 minuti, fino a raggiungere i 90 minuti;

–       dopo si potrà proseguire, ma cambiando nome alla squadra;

–       chi fa molti gol può portarne un po’ (o anche tutti) in Irlanda, o in Lussemburgo, o alle isole Cayman, dove valgono doppio;

–       potranno giocare sia maschi che femmine, ma alle donne non sarà consentito di ricoprire il ruolo di capitano.

 

Ma soprattutto, le regole le decide chi porta il pallone… e se sta perdendo, può portare campo e palla in Polonia.

 

Premi:

–       1° premio: biglietto aereo per una capitale europea in cui cercare lavoro;

–       2° premio: contratto a chiamata di 3 settimane come barista;

–       3° premio: accordo tra amici a chiamata di 3 settimane come barista in nero;

–       4° premio: periodo di prova non retribuito come fattorino bici-munito in pettorina rosa shocking.

 

***

Purtroppo ciò che il Ministro afferma è spesso vero: in Italia formazione, curriculum, esperienza non bastano e spesso non aiutano a trovare un impiego. Ma se ciò che Poletti afferma corrisponde alla realtà, il problema è la realtà, lui compreso: un Ministro che si permette e si accontenta di quella dichiarazione in un Paese con il 40% di disoccupazione giovanile; che si limita a prendere atto dello squilibrio delle opportunità, anziché occuparsi di ridurlo.

Altro che partitelle (sempre gradite!). La partita che vogliamo giocare è quella per l’istituzione del reddito minimo, la riduzione e redistribuzione dei tempi di lavoro, delle regole chiare per la “gig economy”, l’aumento dei salari, la tassazione dei grandi capitali e la lotta all’evasione e all’elusione fiscale, un “Green New Deal” per creare occupazione, più investimenti su scuola, università e ricerca! Ma è una partita troppo seria per questo Governo.

Sinistra Italiana Torino