“Mi chiedo: nel 2018 ricorre il centenario della Vittoria della Grande Guerra. Con quale faccia noi Artiglieri d’Italia celebreremo sul Piave la Battaglia del Solstizio, al cospetto dei nostri Cauti ed Eroi? col motto sbagliato?”
Gent.mo Direttore,
già lo scorso anno pubblicai un’accurata ricerca su l’origine del motto dell’Artiglieria Italiana che, ripeto, è Sempre e Dovunque e che risale al R.D. 13 luglio 1849 di Vittorio Emanuele II. Tutte le altre versioni, Sempre ed Ovunque e Sempre e Ovunque, sono frutto di errate trascrizioni successive, che possono essere avvenute anche in buona fede. Quando però oggi si insiste a ripeterlo, perde tale aspetto di buona fede per assumere quello di caparbietà di parte.
Quindi, per quegli “ultimi giapponesi” dell’ A.N.Art.I. – per la verità assai pochi – che non si arrendono all’evidenza e rimangono arroccati sulle loro posizioni per non doversi smentire, invio le foto di alcuni reperti storici (medaglie, lapidi, monumenti, etc.) che i nostri “accurati”predecessori – come ebbe a chiamarli il nostro Presidente Nazionale per confutare il mio dire – ci hanno lasciato.
Le fotografie (qui ne pubblichiamo solo alcune) riportano scritto il motto. Ma andiamo per ordine.
medaglia commemorativa del 7° Raduno Nazionale di Palermo del 1939;
medaglia commemorativa dell’inaugurazione del Monumento all’Artigliere da Montagna in Torino;
monumenti, lapidi, altro.
francobollo commemorativo del 5°Regg.to Artiglieria.
Già lo scorso anno ebbi a dimostrare come il motto in argomento Sempre e Dovunque sia a larga maggioranza ripetuto sui vari decreti di conferimento della decorazioni alla Bandiera dell’Arma di Artiglieria. Solo una volta invece compare l’Ovunque, ma è da precisare che trattasi di un duplicato di decreto – datato 25 luglio 1914 – che riporta però ben evidente in alto a destra il timbro DUPLICATO.
Pubblicai inoltre la foto dell’ingresso principale del Comando della Scuola di Artiglieria di Bracciano, con sopra il solito motto ed infine evidenziai come anche il giornale Associativo L’ Artigliere, riportasse – fino a fine anni settanta, allorquando assunse l’attuale formato di rivista – il sottotitolo SEMPRE E DOVUNQUE, sia in epoca monarchica che repubblicana.
Oggi però, a parte tutte le disquisizioni, l’autorevole conferma del vero motto dell’Artiglieria Italiana lo si apprende da due alte Istituzioni dell’Esercito Italiano: l’Accademia Militare di Modena, primo istituto di formazione dei futuri Ufficiali- sia dell’Esercito Italiano sia dei Carabinieri- e il Comando Artiglieria e Ispettorato dell’Arma:
Ad abundantiam, nel frattempo è giunta la risposta della Segreteria della Reale Casa di Savoia ad una mia richiesta- sempre in merito al motto- che avevo inoltrato il 29 set. 2016 a S.A.R. Amedeo di Savoia, 5° Duca d’Aosta, nella considerazione che la tradizione sabauda prevedeva che il primogenito del Duca fosse Artigliere, come lo furono S.A.R. Emanuele Filiberto, il Comandante dell’Invitta 3^ Armata, che da Colonnello aveva comandato il 5° Reggimento Artiglieria e Suo figlio S.A.R. Amedeo II di Savoia, l’Eroe dell’Amba Alagi, che si arruolò a 16 anni volontario nella 1^ Guerra Mondiale come Artigliere e successivamente, nel 1931, comandò il 23° Reggimento da Campagna con sede a Trieste.
Per la verità Sua Altezza Reale, con biglietto a Sua firma, mi aveva già risposto l’8 ottobre da San Rocco dicendo di non potere, al momento, essermi d’aiuto per vari motivi di trasloco, essendo il suo archivio depositato in casse a Firenze, al momento di difficile consultazione. Pur tuttavia la ricerca non e stata messa da parte e il 12 febbraio ho avuto la bella sorpresa di avere altra autorevole risposta circa il motto, come riportato nella lettera sottostante.
Concludo auspicando che la Presidenza Nazionale A.N.Art.I. torni, senza indugiare oltre, alle origini. E poi mi chiedo: nel 2018 ricorre il centenario della Vittoria della Grande Guerra. Con quale faccia noi Artiglieri d’Italia celebreremo sul Piave la Battaglia del Solstizio, al cospetto dei nostri Cauti ed Eroi? col motto sbagliato? Il Decreto riproposto dal Comando Artiglieria, la Lapide dell’Accademia Militare e la risposta della segreteria del Duca d’Aosta docent.
Gen. Luigi Ghezzi
Delegato. A.N.Art.I. Piemonte e Valle d’Aosta
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