Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

“Senza un’effettiva parità di genere la società si priva di energie importanti. Chi sostiene la via delle “quote rose” anche oggi sbaglia perché realizzare la parità significa far crescere il potenziale di sviluppo della società italiana nel suo insieme”

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L’Anpi e Israele 
Ha ragioni da vendere il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti ,uomo sempre aperto al confronto delle idee, a criticare  il patrocinio concesso dall’Anpi di Biella al film “Israele il cancro”, innanzi tutto a cominciare dal titolo. Definire Israele il cancro tradisce un antisemitismo viscerale , incapace di comprendere la storia dell’unico stato democratico del Medio Oriente. Certo, Israele ha commesso degli  errori, anche gravi, ma non va mai dimenticato il fatto incontestabile che nei territori israeliani si vive costantemente con l’ansia di morire ad opera dei terroristi palestinesi. Un’associazione di partigiani dovrebbe ispirarsi ai valori della libertà  e non a quelli dell’apriorismo fazioso. Soprattutto ,affrontando il tema spinoso dei palestinesi che vivono sicuramente una tragedia,dovrebbe anche considerare le ragioni israeliane. E’, per altri versi, un vecchio vizio delle estreme di sinistra e di destra , quello di essere  antiisraeliane e filo palestinesi a prescindere. Ricordo nel 1967,durante la guerra di aggressione ad Israele voluta da Nasser ,gli attacchi contro il piccolo stato “ebraico” di esponenti del vecchio PCI, dimentichi dei motivi storici che portarono ,dopo la II guerra mondiale, a creare quella realtà. Anche Eugenio Scalfari fu della partita ,suscitando l’aspra critica del suo  iniziale maestro Pannunzio. Non parliamo  della estrema destra  che riversa il  terribile antisemitismo della Shoah  nel presente. E non posso dimenticare che l’ebrea Natalia  Levi Ginzburg scrisse  cose piuttosto  imbarazzanti sull’argomento. Erano anni difficili, c’era il Muro di Berlino, oggi si vorrebbe più ponderatezza nel valutare una realtà complessa come il Medio Oriente, a partire dalla minaccia incombente dell’ Isis che per l’Europa rappresenta una sorta di nuovo nazismo volto, anch’esso, allo sterminio .

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L’autostrada del Conte

L’autostrada Torino- Pinerolo, estremamente utile per favorire il turismo invernale, e non solo quello, venne fortemente osteggiata e venne realizzata con grande ritardo. Veniva definita l’autostrada del Conte. Il conte era Edoardo Calleri di Sala, politico democristiano di gran peso, presidente della Cassa di Risparmio di Torino e poi dal 1970 presidente della Giunta Regionale,il primo presidente affiancato prima da Paolo Vittorelli e poi da Aldo Viglione presidenti del Consiglio regionale. Lo conobbi a Moncalieri, di cui era stato sindaco, eletto nel 1964,dove si fece promotore del secondo ponte sul Po (senza il quale il traffico era sempre intasato), anch’esso definito, dall’opposizione comunista, il ponte del Conte o ,più semplicemente, il ponte di Calleri. Era un uomo di poche parole ,ma di grande competenza amministrativa. Aveva una straordinaria resistenza alla fatica e nei dibattiti sapeva fare le ore piccole ,bevendo Coca-Cola. Lo consideravano un ras,ma sicuramente l’uomo era di grande qualità.Una qualità oggi davvero quasi impensabile. Forse non seppe circondarsi di collaboratori validi,come spesso succede anche ai non mediocri.Laureato in medicina,era in grado di tener testa e di mettere in difficoltà architetti esperti nelle discussioni urbanistiche.Era stato giovanissimo resistente a fianco del padre ammiraglio. Donat Cattin, che era suo fiero avversario, riconobbe la sua competenza e la sua onestà,al di là della competizione politica che fu durissima. La sua carriera venne interrotta da una vicenda giudiziaria su cui si fece un gran baccano,ma da cui il Conte uscì, alla fine ,indenne. Calleri aveva una residenza in quel di Bricherasio. La mamma era una Cacherano di Bricherasio,un donna straordinaria che conobbi quando abitava nel palazzo di via Maria Vittoria che ,per caso ,divenne quindici anni dopo sede del Centro “Pannunzio”. Era colta e amabile,ospitava un suo nipote,mio grande amico e coetaneo,che studiava all’Università .A volte mi parlava con un certo orgoglio del figlio,anche se intravvedeva i pericoli della politica.L’autostrada Torino -Pinerolo c’è ormai da molti anni ( senza quell’idea di Calleri le Olimpiadi invernali del 2006 non si sarebbero potute fare )e nessuno pensa più a collegarla al conte Calleri. Ma negli anni ’70 non si sarebbe dovuta realizzare perché avrebbe sveltito l’arrivo del Conte a Bricherasio. Incredibile,ma vero,basterebbe andare a rileggere i giornali di quel periodo.Miserie della politica,stoltezza degli uomini faziosi di quegli anni.

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Lotto marzo torinese

L’8 marzo di quest’anno sembra essere cambiato rispetto al passato, non solo perché l’iniziativa di quest’anno è senza l’apostrofo.Sono state tante le iniziative.alcune molto azzeccate, altre, come quella di bloccare il traffico, assai meno. L’elemento fondamentale ci sembra una maggiore consapevolezza rispetto al passato e una partecipazione molto alta. Soprattutto la partecipazione maschile , non osteggiata, ha rivelato,almeno l’8 marzo, la consapevolezza da parte di tutti che quella che un tempo si chiamava la “questione femminile”, riguarda la società nel suo complesso. Senza un’effettiva parità di genere la società si priva di energie importanti. Chi sostiene la via delle “quote rose” anche oggi sbaglia perché realizzare la parità significa far crescere il potenziale di sviluppo della società italiana nel suo insieme.

 

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Torino Esposizioni

Il palazzo di corso Massimo d’Azeglio-progettato nel 1938 e inaugurato l’anno dopo(!) – segnò un’eccellenza torinese importante :in quei padiglioni si tenevano il Salone della moda,dell’auto e quello della tecnica e lì nacque quello del libro voluto e realizzato in primis dall’intuizione e dalla tenacia di Angelo Pezzana. Oggi è quasi totalmente in stato di abbandono e le scritte ne devastano la facciata. I progetti ci sono e appaiono anche ambiziosi,ma nessuno si pronuncia sul destino di un edificio oggi quasi totalmente inutilizzato. Cosa pensa di farne la nuova Amministrazione torinese ? Sarebbe doveroso domandarlo.

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LETTERE  (indirizzare le mail a quaglieni@gmail.com)

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La rinata piazza Carlina sembra molto bella dopo i lunghi lavori per il parcheggio sotterraneo,ma il monumento a Cavour appare abbandonato,mentre necessiterebbe di un restauro urgente. Cosa ne pensa ?

Carlo Angeli

E’ stata una grande battaglia di Carlo Callieri che , già prima dei lavori per il parcheggio, aveva cercato di attrarre l’attenzione sul monumento a Cavour bisognoso di restauro. Uno, definito “leggero” dall’arch. Paolo Fiora , nel 1991 aveva posto riparo ai danni del tempo,ma in questi ultimi anni c’è stato anche il vandalismo che si è accanito contro il monumento. Addirittura si sono aggiunte recentemente persino delle scritte fatte con lo spray giallo. Ricordo che nel 2011 , 150 ° della morte del più grande statista italiano,quando deposi una corona d’alloro al monumento, essa scomparve nel giro di due giorni.Evidentemente a certi “ torinesi” Cavour non piace. Oggi quel monumento nella piazza rinnovata sembra ancora in condizioni peggiori rispetto a prima. Se il Comune non provvede,occorrerebbe che ci pensasse qualche sodalizio con un Service. I Rotary e i Lions torinesi, ad esempio. Magari insieme.

pfq

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