Anche gli utenti con disabilità in situazione di gravità, obbligati per i propri spostamenti ad utilizzare i pulmini attrezzati di Gtt, saranno chiamati a contribuire ai costi del servizio, come già fanno gli utenti che usufruiscono del “buono taxi”.
Lo prevede la delibera presentata dalle Assessore Schellino e Lapietra, approvata oggi in Consiglio comunale con 29 voti favorevoli e cinque astensioni. L’atto recepisce una sentenza del 2015 del Consiglio di Stato e modifica il regolamento comunale in materia di trasporto dedicato alle persone con disabilità. Infatti, in base alle norme vigenti, le agevolazioni fiscali e i benefici assistenziali devono essere ripartiti in base alle capacità economiche dei beneficiari, misurate con lo strumento denominato Isee, che calcola reddito e patrimonio personale.
Il regolamento precedente, varato nel 2012, introduceva l’obbligo di partecipazione ai costi del servizio sulla base del reddito, ma solo per gli utenti dei buoni taxi, cioè quelle persone con disabilità che, teoricamente, avrebbero potuto usufruire anche di quel 51% di tram e 86% di bus accessibili che circolano in Città. Contro quel nuovo regolamento l’Unione italiana ciechi e ipovedenti era ricorsa al Tar, che però nel 2013 aveva dato ragione al Comune. Due anni dopo il Consiglio di Stato aveva cambiato tutto con una sentenza che, pur legittimando la richiesta del Comune (motivata da ragioni di sostenibilità economica) di partecipazione dell’utenza alla spesa del servizio in base all’Isee, considerava “irragionevole” fare differenze tra utenti in base al tipo o alla gravità della disabilità, ed estendeva l’obbligo di contribuzione a tutti gli utenti. Permaneva l’esenzione già prevista per i minori.
Le regole deliberate oggi, pur in linea con il dispositivo della sentenza, prevedono una partecipazione alla spesa differenziata e attenuata per le persone costrette a usare i soli mezzi attrezzati. Questi mezzi infatti offrono un servizio diverso da quello dei taxi: sono collettivi, vanno prenotati con largo anticipo, e hanno itinerari preordinati.
L’atto, portato in aula dopo consultazioni con le associazioni delle persone con disabilità, prevede la restituzione agli utenti del buono taxi delle somme spese in virtù del regolamento soppresso con la sentenza del 2015.
La delibera dà mandato alla Giunta di approvare nuove forme gestionali che prevedano forme alternative di trasporto destinate agli utenti del “buono taxi”. Schellino e Lapietra avevano a tale proposito già annunciato, durante l’iter della delibera presso le Commissioni consigliari competenti, che si intendono studiare con il volontariato associato, modalità legali, tutelanti e non concorrenziali, per il ricorso ai mezzi di trasporto di cui esso dispone. Il nuovo regolamento prevede anche la decadenza dal servizio nel caso di un suo inutilizzo prolungato e non motivato.
Anche i futuri provvedimenti in questo campo saranno sottoposti alle associazioni delle persone con disabilità nell’ambito del Comitato di concertazione previsto dal regolamento.
Il testo approvato accoglie inoltre, con un emendamento di Giunta, alcune delle osservazioni fatte pervenire dalle Circoscrizioni cittadine, perlopiù inerenti l’impegno a proseguire gli sforzi per il superamento delle barriere architettoniche in fatto di trasporto pubblico, mentre le richieste di ritoccare le fasce Isee previste, a partire da quelle relative ai meno abbienti, non sono state accolte.
Lapietra ha spiegato in sede di replica, dopo il dibattito del Consiglio, che attualmente su di esse si basa la sostenibilità del servizio, ed ha ribadito l’intenzione di individuare, assieme all’assessore al bilancio, voci di entrata da “legare” ai costi del servizio per finanziarlo stabilmente, ampliarlo e, se possibile, renderlo meno oneroso.
Una mozione, primo presentatore il Consigliere Tresso, è stata approvata contestualmente. La mozione integrata da un emendamento della Consigliera Grippo, impegna la Giunta a creare un tavolo di concertazione aperto alle associazioni dedicate al tema della disabilità, sia locali che nazionali. Tale organismo di concertazione dovrebbe potersi esprimere in ordine alle modalità organizzative e alle azioni per garantire il diritto alla mobilità.
L’atto chiede anche di avviare a titolo sperimentale un servizio di trasporto collettivo, anche con mezzi non attrezzati, con tariffe non superiori a quelle stabilite per i mezzi attrezzati, un impegno a proseguire nell’adeguamento alle esigenze di accessibilità e fruibilità dei mezzi e della rete del Traporto Pubblico locale e l’impegno a garantire le risorse necessarie a garantire la continuità del servizio.Sono intervenuti nel dibattito sui due provvedimenti i Consiglieri Tisi, Magliano, Carretto, Grippo, Artesio, Carretta, Malanca, Lo Russo.
Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.)
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