Tanto rumore per nulla. L’ex governatore della Regione Piemonte, il leghista Roberto Cota, è stato assolto nel processo per la cosiddetta Rimborsopoli dei Consiglieri regionali piemontesi, in relazione al presunto uso distorto dei fondi dei gruppi politici dell’Assemblea regionale. Il processo è terminato con 10 condanne e con 15 assoluzioni, mentre altri politici avevano patteggiato negli anni scorsi. La Procura aveva invece chiesto la condanna di tutti i 25 imputati a pene per oltre 60 anni di reclusione. Vi ricordate il can can ossessivo di tv e giornali sullo “scandalo” delle mutande verdi che l’ex presidente avrebbe acquistato con denari pubblici? Bene, se le sentenze vanno rispettate- come vanno rispettate – allora era tutta fuffa. La gogna mediatica alla quale è stato sottoposto l’esponente politico, e che ha favorito la decadenza di un Consiglio regionale eletto dai cittadini, e i costi esosi dell’inchiesta (decisamente superiori all’eventuale danno arrecato alle casse pubbliche dai consiglieri accusati) sono gli unici elementi che restano e che pesano. Non c’è speranza: siamo in Italia, bellezza.
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