Che lavoro farete da grandi? In un mondo che cambia velocissimo è difficile dirlo, ma il libro “Allenarsi per il futuro” (Rubettino editore) può essere un bel punto di partenza per avere idee più chiare. Gli autori, Stefano Cianciotta e Pietro Paganini, mettono a fuoco idee e strumenti per il lavoro che verrà, nel testo tenuto a battesimo dall’Agenzia Piemonte Lavoro e presentato al Salone del libro di Torino.
E lo fanno con cognizione di causa. Stefano Cianciotta è infatti editorialista ed opinionista economico, docente di Comunicazione di crisi all’Università di Teramo; mentre Pietro Paganini è professore aggiunto alla John Cabot University in Business Administration e consulente di imprese ed istituzioni sui temi dell’innovazione e delle politiche per lo sviluppo.
L’agile volume analizza le trasformazioni subite, e ancora in divenire, del mercato del lavoro e fa alcune ipotesi sulle competenze che saranno sempre più strategiche e richieste nel futuro prossimo. E qui c’è una prima nota dolente: la scuola non le ha ancora colte appieno ed è proprio da lì che bisogna partire. Quindi urge riconsiderare i modelli didattici e pedagogici fin’ora adottati e, nelle scuole italiane, si deve iniziare a parlare maggiormente di business ed imprenditorialità.
L’insegnamento va poi ristrutturato intorno a 3 attitudini da tenere ben presenti: perché in futuro sarà fondamentale essere sempre più curiosi, creativi ed intraprendenti. Tre qualità senza le quali non si andrà da nessuna parte. Allora vai con il restyling della scuola, a partire dai docenti che dovranno avere anche le funzioni di coordinatori, guide e motivatori. Poi aule concepite in modo completamente diverso, con classi non più disposte in modo frontale, ma all’insegna della sperimentazione e della collaborazione.
In estrema sintesi, la scuola deve diventare il luogo per eccellenza in cui scoprire, provare a risolvere problemi, sbagliare ma imparare a rialzarsi. Dovrà essere vissuta maggiormente come palestra in cui giocare, allenarsi e prepararsi, perché è lì che si inventeranno le professioni di un futuro che è già dietro l’angolo.
Laura Goria