I consiglieri del Movimento Cinque Stelle hanno divulgato la notizia dopo aver riscontrato alcune irregolarità nelle liste presentate da Rabellino
Ennesimo scandalo legato a firme false in città: purtroppo a Torino questa è ormai normalità e pare ci si debba abituare a tale leitmotiv. Questa volta la presentazione di firme “ritoccate”, per non dire farlocche, è toccata a “Lista del Grillo – No Euro”: non fatevi ingannare dal nome, non si tratta dei Cinque Stelle, che anzi hanno già presentato ricorso proprio per la scelta di questo simbolo.
La richiesta del M5S è stata respinta dal Cecir in quanto “Non si ravvisano elementi di confondibilità tra i due simboli”, nonostante il nome “GRILLO” scritto in stampatello. Sembrava non ci fosse niente da fare per i grillini – quali? Quelli pentastellati, che confusione! – che invece porteranno avanti il ricorso sino ai banchi del Tar. Come se non bastasse, nella giornata di ieri, è saltato fuori che tra le firme presentate dalla “Lista del Grillo- No euro”, vi sarebbero due sottoscrittori deceduti nel 2013.
“Il professionista delle liste tarocche e dei candidati quasi omonimi, Renzo Rabellino, insieme ai suoli sodali (Nocetti, Calleri e compagnia attenzionata dalla Procura torinese), colpisce ancora” – si legge nel comunicato divulgato dal M5S, a firma Bono e Appendino – “non pago della condanna a 2 anni e 10 mesi per le firme false alle regionali 2010, con interdizione dai pubblici uffici e sospensione dei diritti elettorali per 5 anni, delle accuse di truffa per residenza fittizia a Sambuco con cui avrebbe preso per anni rimborsi non dovuti dalla Provincia di Torino, dopo averci provato alle amministrative del 2012 (ricusato a Chivasso e in altre realtà), ricusato alle politiche del 2013 e alle regionali del 2014, ci riprova con ben 6 liste a Torino”.
Analizzando la lista presentata da Rebellino, Calleri, Nocetti e sodali e autenticata da Ferdinando Berthier che si dice estraneo all’accaduto, si è appurato che due sottoscrittori risultano deceduti all’anagrafe di Torino anni prima della data di apposizione della firma, “quindi o Rabellino e i suoi amici fanno resuscitare i morti, oppure è stato compiuto un illecito nella compilazione dei moduli di cui chiederemo conto quanto prima in Procura”.
E’ perlomeno lecito domandarsi come sia possibile che non vi sia più controllo e prevenzione nella presentazione delle firme, soprattutto nei confronti di chi ha ampiamente dimostrato recidività, beffandosi ogni volta delle regole democratiche del nostro paese? Eppure tutti coloro i quali s’improvvisano politicanti per racimolare nelle tasche qualche quattrino in più, continuano imperterriti nella loro causa, senza alcuna correttezza, decenza e rispetto nei confronti dei torinesi (e non solo), che invece sono dileggiati, anche da morti.
Romana Allegra Monti
(foto: il Torinese)
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