
Aveva con sé dosi di marijuana, hashish, bilancini di precisione e circa mille euro in contanti
La nevicata di mercoledì ha tradito un trafficante che, mentre spacciava, ha lasciato le proprie impronte sul manto nevoso. Il giovane di 19 anni, è stato pedinato e arrestato dai carabinieri che hanno letteralmente seguito le sue orme . Aveva con sé dosi di marijuana, hashish, bilancini di precisione e circa mille euro in contanti.
(foto: archivio il Torinese)

culturale torinese.Per tutta la giornata, dalle ore 10 alle ore 16.15, varranno le consuete tariffe. Sabato 19 marzo il Museo sarà straordinariamente aperto dalle ore 10 fino alle ore 22.30 e per tutto il giorno offrirà l’ingresso a prezzo ridotto a soli 5 euro. Alle ore 15.30 e alle ore 18.30 verrà riproposta la visita guidata “I fili della storia: caratteristiche, idee, innovazione del percorso museale inaugurato il 18 marzo 2011”, al costo di 4 euro a persona da aggiungersi al prezzo del biglietto ridotto per un totale di 9 euro. Da vistare anche la mostra “Torino e la Grande guerra 1915-1918”, allestita nel corridoio monumentale della Camera dei deputati italiana, che attraverso fotografie, tempere, manifesti, giornali e cartelloni pubblicitari racconta la 
prima guerra mondiale vista da Torino. L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Archivio Storico della Città di Torino, descrive in particolare la propaganda bellica e l’assistenza umanitaria ai profughi e alle famiglie in difficoltà che la città seppe organizzare in quegli anni. Sempre sabato 19 marzo, alle ore 21 faranno tappa al Museo i giovani partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù della Diocesi di Torino, che avrà come tema “Non passare oltre!” ricordando l’invito rivolto da papa Francesco all’apertura del Giubileo. L’evento ospitato si intitolerà “L’Italia, l’Europa, il creato: a quali responsabilità chiama la Misericordia?”. L’accoglienza dei giovani della GMG diocesana in occasione del quinto anniversario conferma quella che è la mission del Museo Nazionale del Risorgimento: da una parte la conservazione e l’esposizione della memoria collettiva della nazione; dall’altra la funzione educativa, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.

interpretativo. Sono stati aggiunti tre aspetti essenziali: poiché questo è il Museo della Nazione, ne è stata rafforzata la dimensione italiana, sia dal punto di vista geografico, sia di tutte le anime e le forze in campo nel Risorgimento, vincitori e vinti. E’ poi aumentata la presenza della storia delle istituzioni, della società, della cultura, dell’arte, della tecnica, della mentalità, rispetto alla precedente esclusiva storia politica, militare e diplomatica. Ed infine è stata aggiunta ex-novo l’Europa: questo è l’unico museo di storia in Italia e uno dei pochissimi in tutto il continente a raccontare le vicende in una comparazione europea. 






“mormoratore”, subì intimidazioni e vessazioni , al punto da essere deferito alla commissione per il confinoed espulso dal Partito, cui era stato iscritto d’autorità in quanto dipendente statale, con grave pregiudizio per la sua carriera. Venne infatti “congelato nel grado e nello stipendio”. Si prese però la sua rivincita il 26 luglio 1943, alla caduta del fascismo, quando staccò dai muri del tribunale di Varese i ritratti del duce e li radunò nella gabbia degli imputati, esponendoli al ludibrio. Dopo l’8 settembre a trattenerlo dall’espatrio fu il timore di lasciare soli gli anziani genitori. Così descrisse quei giorni: “
quelle le “colpe” di cui si era macchiato. Nel verbale, infatti, Piero Chiara, dopo aver dichiarato di avere sempre nutrito sentimenti antifascisti, affermava, tra le altre cose, che dopo la caduta del fascismo si era impegnato, in quanto cancelliere, a “far sparire dal Tribunale di Giustizia di Varese tutti i ritratti di Mussolini” e di aver preso posizione contro “il giudice Michele Poddighe, membro del Tribunale fascista provinciale”. Pochi giorni dopo, grazie all’intervento del vescovo di Lugano, Chiara venne accettato come rifugiato dalla Confederazione. Ai primi di febbraio fu trasferito a Lugano e, successivamente, nel campo di Büsserach, nella Svizzera tedesca e ancora, a marzo, in quello di Tramelan, nella Svizzera francese: e fu lì che lo raggiunse la notizia della condanna, comminatagli in contumacia dal Tribunale speciale di Varese, a 15 anni di reclusione, “per aver, in epoca successiva al 26 luglio 1943, messo il ritratto del Duce nella gabbia degli imputati del Tribunale di Varese, esponendolo alla berlina, derisione e furore popolare”. Nell’agosto del ‘44, riconosciuto colpevole di aver promosso uno sciopero dalle attività lavorative tra gli internati, venne assegnato al campo di punizione di Granges-Lens. Nel settembre, scontata la pena, passò nella casa per rifugiati di Loverciano, ma ottenuta la liberazione, nel febbraio 1945, andò a Zug, al Knaben-Institut Montana, a
sostituire l’amico Giancarlo Vigorelli, come insegnante di lettere, fino alla fine dell’estate del 1945, quando fece ritorno in Italia. Nonostante queste vicissitudini, coerentemente al suo carattere e allo stile della sua narrativa, l’avversione di Piero Chiara al fascismo e a ciò che rappresentò non si espresse mai in un’invettiva forte, diretta, quanto piuttosto in una sottile ironia , dissacratoria e con una vena persino comica. Un esempio illuminante lo si trova nel racconto
Promosso da
Oltre 1600 gli eventi di soccorso gestiti dal Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese durante il 2015. Il totale delle missioni effettuate è di 1.374 e sono state impiegate squadre operative a terra e personale a bordo di elicotteri. Il 33% degli interventi riguarda attività legate all’escursionismo, l’11,9% allo sci su pista e il 6,1% all’alpinismo. 82 Le vittime per incidenti in montagna, rispetto alle 66 del 2014. In tutto 13 gli interventi su valanga, con 28 soggetti coinvolti e sei vittime (erano 4 nel 2014). 76% delle persone soccorse sono uomini, mentre il 24% donne. Gli infortuni in montagna riguardano quasi in toto attività del tempo libero (93%), soltanto il 3,1% quelli relativi ad attività lavorative e 3,9% a persone residenti in alpeggio.
Il soggiorno alla pari (Au Pair) è un modo molto economico e sicuro per vivere qualche mese all’estero presso una famiglia ospitante ricevendo dalla stessa vitto e alloggio gratuiti (oltre ad una paghetta) in cambio di 25-30 ore settimanali di baby sitting . Perché l’esperienza abbia successo è molto importante che entrambe le parti affrontino i rispettivi impegni con serietà e rispetto



anni universitari, o ancora l’impareggiabile luce del Mediterraneo contemplata a Santorini. Ma se c’è un luogo cui ancora oggi ricorro per trovare rifugio e possibilità di quiete per pensare a me stesso e alla comunione con gli altri, questo è la mia cella”. Ed ecco i racconti dei falò nelle notti di vigilia del 24 giugno ( San Giovanni) o di ferragosto (l’Assunta), la lode al vino come gratuità, gioia, piacere anche se “richiede misura, esige responsabilità, il raccogliersi attorno alla tavola dove il cibo è un dono. L’autunno, con la vendemmia, la torchiatura e l’odore del mosto che sconfina nella stagione dei morti, nei lunghi inverni e nella notte dell’attesa. E l’epifania che “tutte le feste porta via” ma che accende anche la speranza e ne fa una festa larga, generosa. Scrive Bianchi: “Non ci sorprende,allora, se perfino i fautori della laicissima rivoluzione francese ripresero le tradizionali galettes des Rois che addolcivano l’Epifania e disposero – con decreto del 4 Nevoso dell’anno III (il 24 dicembre 1792) – che i cittadini condividessero le galettes de l’égalité , semplici biscotti capaci di far assaporare il gusto dell’umanità che ci accomuna allo straniero, che ci fa sentire tutti uguali:quel sapore di cui resta impregnata la festa dell’Epifania”. La madre (“debole di cuore”) persa quand’era ancora bambino , Cotto ed Etta le “maestre” e poi Pinèn, il padre Giuseppe, socialista e burbero, polemico, ma generoso come sanno esserlo le persone che conoscono la fame. Bianchi ricorda come amasse ripetere, con rispetto e mai con cinismo “a ciascuno il suo mestiere. Quello che devi fare, fallo bene. Poco importa quello che uno fa:l’essenziale è che, se ne è convinto,lo faccia bene. Questo è il suo dovere!”.