LA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La Ganga
L’ ennesima conferma di una sostanziale pigrizia della borghesia imprenditoriale torinese, che trascura opportunità di investimento (e di rischio), soddisfatta di vivere degli allori del passato
E’ di questi giorni la notizia dell’acquisizione di un’importante clinica privata torinese da parte di un gruppo lombardo specializzato in investimenti sanitari.
Non è il primo caso, anzi. La sanità privata in Piemonte è principalmente in mano a due soggetti cresciuti e consolidatisi in Lombardia.
Qualcuno potrebbe osservare che non c’è nulla di male: nuovi investimenti privati nella sanità sono certamente benvenuti.
Ma il punto non è questo. Questa vicenda è la conferma, ennesima, di una sostanziale pigrizia della borghesia imprenditoriale torinese, che trascura opportunità di investimento (e di rischio), soddisfatta di vivere degli allori del passato.
Due giorni fa è stato annunciato che La Stampa è stata venduta a Carlo Debenedetti e sarà incorporata nel gruppo editoriale di Repubblica-Espresso.
John Elkann ha spiegato ai giornalisti in assemblea che si tratta di una scommessa sul futuro. Sarà. Ma è assai probabile che, magari non subito, i due giornali diventino uno. La redazione torinese di Repubblica potrebbe scomparire e la redazione della Stampa essere ridimensionata, delegando l’informazione nazionale e internazionale al quotidiano fratello. Con effetti evidenti non solo sul pluralismo informativo ma anche sull’occupazione giornalistica.
Se a questo si aggiunge il disimpegno della famiglia Agnelli dal Corriere della Sera il quadro è completo e non incoraggiante.
Sono due vicende assai diverse ma significative del problema grave che travaglia la nostra comunità torinese e piemontese. Gli investimenti per rilanciare economia e sviluppo scarseggiano.
Certo, ci sono esempi in controtendenza. Giovani intraprendenti avviano nuove attività, le aziende che lavorano per l’export resistono o si espandono. Ma gli effetti percepiti dalla gente sono ancora quelli di una crisi da cui si fatica ad uscire e a cui le energie economiche locali faticano a dare un contributo efficace. Ma non so se affidarsi solo ad apporti esterni, quando arrivano, sia una cosa giusta.
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