Il Piemonte è al 5° posto nella classifica della top ten delle Regioni start up friendly, secondo EconomyUp, che ha riaggregato i dati della ricerca “The Italian Startup Ecosystem: Who’s Who”, promossa da Italia Startup
Di Paolo Pietro Biancone*
Questa è la settimana dedicata alle start up, l’iniziativa promossa dalla Commissione Europea e da Startup Europe con l’obiettivo di sviluppare le idee innovative e supportare l’imprenditorialità in più di 220 città. Anche Torino partecipa: domani, 4 febbraio presso il 42Accelerator, in via Mantova 36, è in programma un intero pomeriggio completamente dedicato agli investimenti per le startup e alla conoscenza dell’ecosistema dell’innovazione.
Il Piemonte è al 5° posto nella classifica della top ten delle Regioni start up friendly, secondo EconomyUp, che ha riaggregato i dati della ricerca “The Italian Startup Ecosystem: Who’s Who”, promossa da Italia Startup e condotta dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, con il supporto istituzionale del Ministero dello Sviluppo Economico. La ricerca individua le Regioni che per numero di startup, acceleratori, competition, piattaforme di crowdfunding e altri soggetti attivi costituiscono un ambiente più favorevole per la nascita e lo sviluppo delle startup. Senza mai dimenticare che il “cluster” è solo un punto di partenza, perché i mercati sono ormai globali, ancor di più se digitali. In Piemonte, gli attori che ruotano attorno alla nascita di una nuova impresa, fin dal concepimento dell’idea imprenditoriale, sono oltre 250.
Questo dato non tiene conto dei professionisti, in particolare commercialisti, ma anche avvocati, che affiancano numerose imprese anche nell’ambito iniziale di nuova vita. La startup necessita infatti non solo di un forte sostegno economico e finanziario, ma anche di consulenze e, soprattutto, di esperti che siano in grado di mettere il progetto ancora in fase embrionale all’interno di una rete di relazioni e investitori per avere veloci prospettive di sviluppo.
Per entrare nella rete dei potenziali investitori, accanto al tradizionale concetto di Incubatore d’Impresa che fornisce alle startup selezionate spazi di lavoro condivisi, programmi di consulenza e servizi di assistenza legati alla fase di avvio, si sta affermando una nuova forma di aiuto: viene definita Acceleratore d’impresa e opera anch’essa all’interno della filiera di creazione e crescita delle startup. Tali programmi accelerano le startup favorendo l’incontro con gli investitori, combinano i servizi di incubazione con risorse, competenze ed esperienze specifiche finalizzate a validare l’idea di business e a lanciarla sul mercato.
I programmi di accelerazione sono considerati come l’evoluzione del modello incubatore e vanno a coprire un gap tra i principali modelli di finanziamento per le startup. Si collocano infatti in una fase intermedia tra l’autofinanziamento o il ricorso ad amici e parenti e i Venture Capital (i grandi investitori istituzionali, ma non solo), ricoprendo un ruolo da Business Angels (singoli individui con cospicuo patrimonio disposti a impiegarlo nel capitale di rischio), ma in una forma più strutturata. A differenza dei business angels, i programmi di accelerazione solitamente fanno più investimenti in contemporanea su diverse startup e le decisioni di investimento sono prese dal management team mentre è raro che gli investitori individuali siano coinvolti in tali decisioni.
Sono caratterizzati, inoltre, da relazioni più forti e continuative durante i mesi del programma. Come gli incubatori, gli acceleratori forniscono alle startup selezionate spazi di lavoro condivisi, consulenza e assistenza, ma differiscono nel modello di business. Gli incubatori infatti addebitano a tariffe agevolate i servizi offerti alle startup senza trattenere percentuali di equity (spesso sono enti non profit), mentre gli acceleratori si caratterizzano come società che erogano i servizi di incubazione a fronte di un canone e/o di una partecipazione azionaria nella nuova società costituita o da costituire. Tale partecipazione nel capitale della startup è un fattore fondamentale in termini di incentivazione e differenziazione tra incubatore e acceleratore.
Mentre gli incubatori forniscono un supporto finalizzato a mantenere l’impresa in vita nei primi anni “formativi” riducendone il rischio di fallimento, il modello degli acceleratori è finalizzato ad incrementare il valore delle startup per trarre guadagno dalla cessione delle quote istaurando con essa un rapporto più duraturo: il successo e il profitto dell’acceleratore è legato al successo e alla crescita della startup e gli sforzi e gli obiettivi vanno nella stessa direzione.
Accelerare sì, ma occorre rispettare tutti gli aspetti chiave dell’azienda innovativa: l’analisi dei bisogni di mercato e delle relative risposte attraverso la creazione di un nuovo modello di business, il percorso di finalizzazione dall’analisi di fattibilità al business plan, le attività di comunicazione e marketing specifiche per le imprese di nuova costituzione, gli aspetti giuridici e fiscali peculiari, le diverse categorie di investitori e finanziatori a cui rivolgersi a seconda dello stadio di sviluppo del progetto d’impresa, la descrizione delle diverse organizzazioni che sostengono i neo-imprenditori nel percorso di creazione e lancio d’impresa.
Al di là di ogni tentativo di settorializzazione, per stimolare e far sviluppare nuova iniziative imprenditoriali sul territorio occorrono, dunque, professionalità ad hoc che maturino le competenze necessarie allo sviluppo di nuove risposte alla domanda presente sui mercati e colmando la distanza tra la nascita di un’idea innovativa e la sua realizzazione in un business sostenibile. Plauso, quindi, all’istituzione di percorsi di studio universitari, master, dottorati per i futuri professionisti orientati alle start-up, così come all’introduzione di nuove opportunità professionali in questo campo, rivolte in particolare ai dottori commercialisti.
* Presidente del corso di studi in professioni contabili
Coordinatore del Corso di Dottorato in Business & Management
Università di Torino
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE