La città di Torino è stata inserita nella rosa ristretta delle pretendenti in particolare per quell’approccio e quella cultura dell’open innovation che ne sta caratterizzando le politiche di innovazione dell’amministrazione
Un nuovo record per Torino, dopo le olimpiadi invernali, la qualifica di capitale Europea dello sport e i successi delle presenze turistiche? Potrebbe essere. la città della Mole è infatti è una delle nove finaliste tra cui sarà scelta la Capitale Europea dell’Innovazione 2016. La Commissione Europea ha comunicato ufficialmente la rosa delle pretendenti, frutto di una selezione tra tutte quelle che hanno presentato la loro candidatura.
Ecco le nove città finaliste:
Amsterdam (NL) – per abbracciare un approccio bottom-up basato su crescita intelligente, start-up, vivibilità e innovazione sociale digitale
Berlino (DE) – per la creazione di un living lab in cui innovative soluzioni Information and Communication Technology possono essere testati
Eindhoven (NL) – per la combinazione di tecnologia digitale con creatività nella sua strategia di illuminazione intelligente urbana, leader a livello mondiale
Glasgow (Regno Unito) – per il suo modello di innovazione replicabile sulla base di partenariati tra l’industria, la scienza e le comunità
Milano (IT) – per aver migliorato l’inclusione sociale e proposto modelli alternativi nella fornitura di servizi pubblici allo scopo di creare maggiori opportunità per l’occupazione
Oxford (UK) – per condividere apertamente il patrimonio di conoscenze all’interno del suo ecosistema di innovazione di livello mondiale
Parigi (FR) – per la sua strategia basata su innovazione aperta, connettività e ingegno, che mira a diventare un hub mondiale per start-up
Torino (IT) – per i suoi modelli di innovazione aperti nel sostenere start-up d’innovazione sociale e la creazione di nuove opportunità di mercato
Vienna (AT) – per la sua strategia di innovazione basata su nove “Principi viennesi», tra cui l’inclusione, la trasparenza, la parità di genere, l’innovazione e l’apprendimento
A seguito della prima edizione 2014 dell’European Capital of Innovation Award, la Commissione Europea aveva lanciato nei mesi scorsi una seconda edizione per celebrare la città europea che sta costruendo il migliore “ecosistema di innovazione”, connettendo abitanti, amministrazioni pubbliche, scuole e imprese, con l’obiettivo di aiutare la città a riuscire al meglio negli sforzi in questa direzione. Le città saranno valutate sia sulla base delle iniziative già effettuate, a partire dal primo gennaio 2012, sia sulla base delle loro idee per migliorare la capacità di innovazione per il futuro. Le tre vincitrici saranno annunciate nel prossimo mese di aprile.
La città di Torino è stata inserita nella rosa ristretta delle pretendenti in particolare per quell’approccio e quella cultura dell’open innovation che ne sta caratterizzando le politiche di innovazione dell’amministrazione: si parla di processi e strumenti integrati e di collaborazione attraverso una serie mirata di iniziative di innovazione, co-sviluppato dal Comune. Si inseriscono quindi in tal senso iniziative come Innova.TO, concorso interno riservato ai dipendenti pubblici per innovare la PA dall’interno, come Torino Social Innovation – FacilitO, un programma di accompagnamento e finanziamento di startup ad impatto sociale, o come Open Incet, il primo centro italiano di “innovazione aperta” dove attori pubblici e privati collaborano insieme per risolvere le sfide sociali.
Soddisfatto il sindaco Piero Fassino. “Siamo felici di competere con grandi capitali, come Berlino, Parigi, Amsterdam, Vienna nel campo dell’innovazione. Siamo sempre stati convinti che la sostenibilità sia la chiave di volta delle politiche condotte dalla nostra Amministrazione. Quello dell’innovazione è un campo di sperimentazione e di idee innovative da parte di imprese e comunità di persone per trovare soluzioni avanzate a vecchi e nuovi problemi: facilitare i servizi pubblici, renderli meno impattanti sull’ambiente, renderli più economici, consumare meno risorse e meno energia, riattivare legami sociali là dove mancano. Vogliamo condividere la nostra visione di città aperta a idee e proposte nuove: è questo ciò che anima le esperienze di social innovation che stiamo accompagnando nei nostri quartieri, veri e propri banchi di prova per costruire una città migliore”
(Foto. il Torinese)
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