Pericolosità sociale e libertà personale

garante mellanoCARCERE SBARREAll’iniziativa, promossa dall’Ufficio del garante regionale dei detenuti, è intervenuto Marco Pelissero, ordinario di Diritto penale all’Università di Genova ed esperto in materia penitenziaria, e rappresentanti dell’Assessorato regionale alla Sanità, del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria (Prap) del Piemonte e della Valle d’Aosta e della Magistratura di sorveglianza

“Pericolosi socialmente? Il controllo della pericolosità sociale e la tutela della libertà personale” è il titolo del convegno che si è svolto venerdì 15 gennaio nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris.

 

All’iniziativa, promossa dall’Ufficio del garante regionale dei detenuti, è intervenuto Marco Pelissero, ordinario di Diritto penale all’Università di Genova ed esperto in materia penitenziaria, e rappresentanti dell’Assessorato regionale alla Sanità, del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria (Prap) del Piemonte e della Valle d’Aosta e della Magistratura di sorveglianza.

 

“Nel lungo guado del superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari e dell’approdo alle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), tra diffide del Governo e il rischio di commissariamento delle Regioni inadempienti – ha dichiarato il garante regionale Bruno Mellano in apertura – è quanto mai attuale una riflessione pubblica su un argomento così delicato, nella prospettiva di un concreto potenziamento dei servizi territoriali. Dopo la condivisione delle denunce sul sistema arcaico degli Ospedali psichiatrici giudiziari, si è aperta la sfida per un nuovo approccio alla questione”.

 

Dopo aver ripercorso il graduale passaggio dai manicomi giudiziari, interessati solo alla difesa sociale della collettività, alle Rems che – nelle intenzioni del legislatore – dovrebbero mirare a curare e a contenere la pericolosità dei detenuti Pelissero ha sottolineato che l’Italia si trova davanti a uno scenario ancora in divenire e non esente da criticità, dovute soprattutto al fatto che non viene messa in atto una riflessione sul sistema sanzionatorio.

 

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