Una corretta alimentazione e il movimento non sono semplici raccomandazioni, spesso avvertite solo come slogan, ma due medicine più potenti di molti farmaci
OVADA – Parte da Ovada il progetto sperimentale dell’Asl Al per aiutare i cittadini a seguire con maggiore costanza le terapie farmacologiche e, al contempo, aiutarli a ridurre almeno alcune pastiglie sfruttando il cibo, quello sano, e l’attività fisica. Una corretta alimentazione e il movimento non sono semplici raccomandazioni, spesso avvertite solo come slogan, ma due medicine più potenti di molti farmaci. A dimostrarlo, ha spiegato Paola Varese, Primario della Medicina dell’Ospedale di Ovada, sono anche i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per il cancro al seno, ad esempio, la chemioterapia riduce del 10% il rischio di recidiva, con dieta e ginnastica la percentuale sale a 40%. In alcuni casi, ovviamente, i farmaci sono veri e propri salvavita anche se i dati, ancora una volta, dimostrano come i malati cronici tendano ad abbandonare discrezionalmente le terapie.
In questo contesto l’Asl di Alessandria, “la provincia più anziana del Piemonte”, ha ricordato il Direttore Generale Gilberto Gentili ha ideato e avviato a Ovada il “Progetto di Integrazione della Continuità e Appropriatezza Socio-Sanitaria e Ospedaliera”, più semplicemente detto “P.I.C.A.S.S.O.”. Il progetto, che ha già ottenuto, tra gli altri, il patrocinio del Ministero della Salute, di Cittadinanza Attiva, dell’Ordine dei Medici della Provincia di Alessandria e della Fondazione Serono, si muove su tre vettori tutti strettamente legati: il Centro di Accoglienza delle Fragilità (C.A.F.), l’Osservazione Breve Territoriale (O.B.T.) e il progetto di ricerca “Primavengoio – per un migliore uso dei farmaci”.
Grazie alla rete creata anche con i medici e gli infermieri di famiglia e con i farmacisti, l’Asl Al monitorerà l’adesione alla terapia dei pazienti ovadesi che potenzialmente potrebbero scordare di assumere i farmaci. “Non pensate solo agli anziani” ha precisato il dottor Gentili, perché tra i più “distratti” ci sono spesso persone tra i 45/50 anni che, forse prese dal lavoro o dalla frenesia della vita quotidiana, dimenticano di prendere le medicine, esponendosi così al rischio di un evento acuto. Aderendo spontaneamente al Centro di Accoglienza delle Fragilità nei locali della struttura sanitaria di Ovada i pazienti avranno quindi la garanzia di essere seguiti da un team di esperti nel loro percorso di cura.
Forse ancora più innovativo e unico nel panorama regionale è poi il modello assistenziale dell’Osservazione Breve Territoriale (O.B.T.). L’Asl Al ha infatti deciso di mettere a disposizione 4 posti letto all’interno dell’Ospedale di Ovada dove i medici di assistenza primaria e gli infermieri di famiglia potranno tenere in osservazione, per massimo 24 ore, cittadini anziani o pazienti che magari vivono soli e sottoporli ad esami e consulenze specialistiche, fondamentali per valutare un eventuale ricovero in ospedale evitando accessi impropri. Nei quattro posti letto, però, potranno essere tenuti sotto osservazione anche i pazienti obbligati a interrompere le terapie per sottoporsi a determinati esami, come ad esempio i diabetici che devono effettuare una tac.
Ultimo tassello del progetto è poi lo studio scientifico rivolto ai malati cronici che devono seguire terapie che prevedono l’assunzione di più medicine. Grazie alla collaborazione delle associazioni di volontariato Vela, Fondazione Cigno e Adia sono già stati organizzati i primi incontri di educazione alimentare e le prime attività per mantenersi in forma. Un percorso verso uno stile di vita sano che si spera possa aiutare i pazienti ad eliminare almeno alcuni medicine, tenendo però sempre a mente i “codici di colore” che verranno allegati alla terapia farmacologica: “rosso” per la terapia salvavita che non va assolutamente sospesa, “giallo” per i farmaci che si potranno sospendere solo su prescrizione medica, “verde” per le medicine che permettono di migliorare l’esito della malattia e “bianco” in caso di terapie di supporto.
Lo studio, che sarà seguito dalla dottoressa Viola Amprino, specializzanda in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Torino, in primavera sarà poi oggetto di un convegno nazionale ad Alessandria e se i risultati confermeranno le ottimistiche previsioni del Direttore Generale del Asl, Gilberto Gentili, il progetto “P.I.C.A.S.S.O.” sarà poi esportato anche negli altri distretti territoriali dell’azienda sanitaria, “magari a partire da quella di Valenza“.
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