Il segretario regionale Claudio Delli Carri: “Nessuno ha ancora fatto nulla: l’unica soluzione è assumere. Siamo pronti a tutelare i nostri lavoratori e i cittadini piemontesi”
La normativa europea recepita dalla Legge 161 del 30 ottobre 2014- Disposizione in materia di orario di lavoro del personale delle aree dirigenziali e del ruolo sanitario del servizio sanitario nazionale, che stabilisce il tetto delle ore lavorabili settimanali per chi opera in sanità, il tetto delle ore di riposo giornaliere (11 ore consecutive) e il riposo settimanale, deflagrerà come una bomba nelle aziende sanitarie piemontesi mettendo addirittura a rischio alcuni servizi. La data in cui inderogabilmente entrerà in vigore questa norma è il 25 novembre 2015 e ad oggi nessuna Azienda Sanitaria piemontese è ancora corsa ai ripari, perché? Perché c’è l’impossibilità di procedere a nuove assunzioni derogando alla recente legge regionale.
Con la disattesa di tali parametri imposti dall’Europa non solo non ci sarà personale sufficiente a coprire tutti i reparti e le aziende sanitarie della nostra regione dovranno chiuderli, ma le stesse aziende si vedranno esposte a numerose segnalazioni che perverranno agli ispettorati del lavoro delle provincie piemontesi con multe salatissime che piomberanno sui direttori generali e su bilanci aziendali già dissanguati. Il Nursing Up, il sindacato degli infermieri italiani, in assenza di un piano, di una strada chiara individuata dalla Regione per sopperire a questa emergenza, è pronto, a partire dal 26 novembre, a rivolgersi agli Ispettorati del lavoro per mettere in regola tutti i lavoratori della sanità piemontese tutelando così anche i cittadini-utenti.
“Siamo in una situazione che va oltre il paradosso – attacca Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up -. La soluzione è una sola: fare subito nuove assunzioni in modo da rimpolpare i reparti e far si che i turni di lavoro siano rispettosi della norma sopra menzionata. Per fare un esempio, già oggi, in uno degli ospedali più grandi della regione, c’è un reparto con 23 infermieri con una programmazione turni di lavoro preventiva già fuori norma. Con le attuali dotazioni organiche non è possibile, per le aziende, ottemperare al rispetto della direttiva che verrà imposta dal 25 novembre 2015.E allora? Che facciamo? Chiudiamo i reparti cancellando dei posti letto? Facciamo esplodere le già sovraffollate liste d’attesa?”.
“A quanto pare sembra che presso il Governo sia in fase di preparazione una deroga a questa norma che scatta dal 25 novembre – aggiunge Delli Carri -. Ciò che non si vuole capire però è che gli ospedali non hanno bisogno di artifici politici o amministrativi per coprire turni massacranti con poco personale, hanno invece necessità urgente di più infermieri e personale di supporto per garantire prestazioni adeguate ed efficaci ai pazienti. Noi siamo contrari a qualsiasi tipo di deroga e lo ripeteremo in Regione all’incontro programmato per il 16 novembre. La soluzione a questo pasticcio non la possono pagare i lavoratori che hanno il sacrosanto diritto al rispetto della sicurezza sull’orario di lavoro, soprattutto per una professione usurante come la nostra.
Le persone, gli infermieri, non sono numeri. L’unica soluzione è rivedere le dotazioni organiche con uno studio adeguato dei carichi di lavoro e una rimodulazione dei modelli organizzativi sia per i servizi ospedalieri sia per quelli territoriali. Ci va, insomma, una riorganizzazione generale vera che deve partire dalla Regione. E, poi, basta perdere tempo, la direttiva che scade il 25 novembre è di un anno fa e fino a oggi nessuno ha fatto nulla. Noi siamo pronti, a partire dal 26 novembre, a tutelare adeguatamente i nostri lavoratori che hanno tutto il diritto di fruire delle ore di riposo necessarie. Le aziende sanitarie, dal 26 novembre, potrebbero trovarsi in serie difficoltà”.
Il Segretario Regionale
Nursing Up Piemonte
Claudio Delli Carri
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