Settembre 2015- Pagina 11

Il Teatro stabile di strada anima piazza Carignano

Replica in piazza Carignano a Torino (in caso di pioggia, sotto i portici di Piazza Carlo Alberto), di  1863-1992 | DI GIOVANNI IN OLTRE – Storia d’Italia e di persone da Giovanni Corrao a Giovanni Falcone

 

teatro marco gobettiDi e con Marco Gobetti L’incredibile storia di un uomo dell’Ottocento che si trasforma in un uccellino, per diventare un uomo del Novecento e oltre. La violenza usata con disinvoltura dai poteri forti dello Stato – quegli stessi che dovrebbero essere garanti di giustizia – segna il processo che porta all’unificazione formale dell’Italia, dando luogo a una inquietante deriva verso un sistema viziato e pericoloso: un’oligarchia che, sotto la maschera di un’apparente legalità, infetta tuttora i poteri dello Stato e agisce manipolando il diritto, per perseguire interessi di parte e per ridurre intere masse di cittadini all’ignavia culturale e politica.

 

LA STORIA

 

Uno strano personaggio evoca una vicenda che, correndo sul filo di tre attimi e tre vite, unisce indissolubilmente il XIX secolo e l’evento dell’Unità d’Italia, all’Italia del XX secolo e oltre.

 

Giovanni Corrao, saldatore di scafi al porto di Palermo, organizza una cospirazione dopo l’altra contro i Borboni. Dopo essere stato in prigione ed in esilio, nel 1858 stringe un forte rapporto di corrispondenza con Rosolino Pilo, assieme al quale prepara una spedizione in Sicilia. Nell’aprile del 1860 i due sono a Palermo, dove organizzano gruppi di volontari: promettono ai contadini la proprietà delle terre che lavorano, libertà e giustizia, se combatteranno al fianco di Giuseppe Garibaldi, che sta per sbarcare a Marsala. Rosolino Pilo muore in battaglia e Giovanni Corrao combatte valorosamente per tutta la campagna dei Mille, tanto da essere nominato generale dallo stesso Garibaldi. Dopo l’Unità d’Italia assume il grado di colonnello dell’esercito Regio, dal quale si dimette poco tempo dopo, in polemica con la politica adottata dai Piemontesi in Sicilia. Nel 1862 partecipa alla spedizione per liberare Roma, conclusasi sul nascere con la battaglia dell’Aspromonte e l’arresto di Garibaldi. 

 

Si rifugia allora vicino a Palermo, rimanendo il punto di riferimento per tutti i siciliani che rivendicano lo stato di diritto. Il 3 agosto 1863, mentre ritorna in calesse nel suo agrumeto, viene assassinato con tre colpi di lupara nel petto: le cronache dell’epoca descrivono gli assassini come due sicari travestiti da carabinieri. Negli atti di indagine è usato per la prima volta nella storia del Regno d’Italia il termine mafia. Il delitto rimane impunito e gli atti di indagine, fatti ricercare dieci anni dopo la sua morte da un senatore del Regno d’Italia che intende fare luce sull’omicidio, risultano scomparsi. Verosimilmente, è il primo delitto commissionato alla mafia da parti deviate dello Stato. Su un prato verdissimo, sotto un cielo meraviglioso, fra un’infinità di salme, giace quella di Giovanni Corrao.

 

La stranezza del personaggio che evoca questa vicenda, deriva innanzitutto dal fatto che conosce storie di ogni tempo.

 

Quel prato verdissimo è simile a quello che Er, soldato dell’antica Grecia, ebbe la fortuna di vedere e – ritornato in vita – di descrivere, come racconta Platone nel finale della sua “Repubblica”: su quel prato, davanti ad ogni salma, tre Moire tirano a sorte dei numeri. Via via, la salma che ottiene il numero più alto, ha diritto di scegliere in quale corpo del futuro trasferirsi: di fronte, dove quel prato incontra il cielo, perfettamente allineati all’orizzonte, i corpi del futuro, corpi di uomini e donne e animali di ogni genere. Certamente i primi estratti hanno un’amplissima scelta: è però anche vero che qualcuno, proprio nella foga di scegliere il meglio, deciderà magari di incarnarsi in un tiranno, che avrà sì molto potere e tante ricchezze, ma probabilmente morirà sgozzato.

 

Diversa la sorte degli ultimi estratti, fra i quali Giovanni Corrao, che, terzultima salma a dovere scegliere, si trova di fronte là all’orizzonte solo più tre esseri viventi del futuro: due barboni e un uccellino. Ragione vorrebbe che un uomo scegliesse sempre di rimanere un uomo, se messo di fronte alla possibilità di scegliere fra un uomo e un animale: foss’anche il più reietto degli uomini colui nel quale si deve trasformare. Ma Corrao non ha dubbi: in un attimo lunghissimo ripercorre la sua vita, le battaglie, i discorsi infuocati di speranza alla sua gente, la criniera del cavallo che gli ondeggia davanti agli occhi e la polvere alta alle spalle e il cigolare del calesse e gli aranci e i limoni a destra e a sinistra e le due divise che sbarrano la strada all’improvviso e la criniera del cavallo lanciata verso l’alto da un nitrito e i colpi di lupara e il buio e poi il cielo, all’improvviso solo cielo. E fra quei due uomini e il passerotto, sceglie la pace e la serenità, sceglie di diventare il passerotto.

 

Il passerotto vive poco tempo, perché un giorno d’estate tornando nel nido, è ucciso con un colpo di fucile nel petto. Anche lui finisce nel prato verdissimo: tre Moire tirano i numeri; davanti a lui, dove quel prato incontra il cielo, perfettamente allineati all’orizzonte, i corpi del futuro, corpi di uomini e donne e animali di ogni genere. Lui è il penultimo estratto, ha due possibilità di scelta: davanti, sulla linea dell’orizzonte, un cacciatore e un giudice. Il passerotto in un attimo lunghissimo ripercorre la sua vita, l’abbandonarsi coraggioso al vento, il cinguettare festoso fra le fronde, il nido sempre più vicino di ritorno da un campo di grano e il tramonto del sole alle sue spalle e poi il colpo di fucile, l’esplosione dentro di sé e il buio e poi negli occhi terra, all’improvviso solo terra. E non ha dubbi: fra l’assassino e l’uomo di legge, fra il cacciatore e il magistrato, sceglie di diventare il magistrato. Il nome di quel magistrato è Giovanni Falcone.

 

Lo strano personaggio che evoca questa vicenda, conosce sì storie di ogni tempo: ma anche quelle non ancora accadute. Si lancia con forza a evocare la vita di Giovanni Falcone, tutta quanta, fino a un viaggio in macchina e a un’esplosione, poco prima di una galleria. Vuole assolutamente arrivare a ciò che di questa infinita vicenda non è ancora accaduto: ciò che può accadere solo se si viene a sapere.

 

Giovanni Falcone è ora nel prato verdissimo di Er: tre Moire tirano i numeri; davanti a lui, dove quel prato incontra il cielo, perfettamente allineati all’orizzonte, i corpi del futuro, corpi di uomini e donne e animali di ogni genere. Lui è l’ultimo estratto, ha un’unica possibilità di scelta: davanti, sulla linea dell’orizzonte, chi gli rimane da scegliere? Chi c’è, là dove quel prato incontra il cielo?Lo strano personaggio finirà per rispondere alla domanda, anche a costo di svelare il segreto della sua identità: evocare l’incredibile vicenda di un uomo dell’800 che grazie a un passerotto diventa un uomo del 900 e oltre, era davvero l’unico mezzo che aveva per farlo.

 

Ass. cult. Compagnia Marco Gobetti  >   Torino – tel. 347-0522739 / 339-4801713 > 

 www.compagniamarcogobetti.com

 

Altri alberi tagliati in Corso Marconi

marconiIl Verde Pubblico è privo di risorse e chi compie le scelte nel campo della mobilità, dei parcheggi e delle infrastrutture si accanisce in scelte controproducenti

 

 

Ci sono nuovi abbattimenti di alberi in corso Marconi. Lo evidenzia il comitato Salviamo Corso Marconi che, da  un lato rileva il taglio di altri due ippocastani, e dall’altro chiede le ragioni al Verde pubblico lamentando, per l’ennesima volta, “la mancanza di cura e manutenzione dell’alberata” ed evidenzia il progetto per realizzare un parcheggio interrato privato, che avrebbe come conseguenza la rimozione di tutti gli ippocastani tra via Madama Cristina e corso Massimo d’Azeglio. Il Comitato Salviamo Corso Marconi esprime viva preoccupazione per la sorte dell’alberata che, una volta rimossa, secondo il progetto della società aggiudicatrice del lavoro, dovrebbe essere sostituita con giovani ippocastani impiantati in vasche di cemento profonde 1,5 metri su soletta, di certo non le condizioni ideali per la loro crescita a piena statura e durata nel tempo.

 

“Intanto – prosegue il Comitato –  con l’abbandono di ogni cura sostanziale, si è arrivati progressivamente alla situazione attuale, con un’alberata che tutti definiscono trasandata e disomogenea, e bisognosa di “interventi chirurgici”. Il Verde Pubblico è privo di risorse e chi compie le scelte nel campo della mobilità, dei parcheggi e delle infrastrutture si accanisce in scelte controproducenti. Di qui la richiesta di Salviamo Corso Marconi: vengano rimpiazzati gli alberi che non sono più stati sostituiti, o che vengono abbattuti. Il degrado dell’alberata non è una scelta casuale, ma frutto di una scelta che porti l’opinione pubblica ad accettare il parcheggio, perché “tanto l’alberata peggio di così non potrà essere”.

 

Massimo Iaretti

Artigianato tessile al Villaggio Leumann

Inaugurazione venerdì 25 settembre. Giunta alla ventunesima edizione la mostra-mercato che porta a Collegno oltre 80 artigiani della tessitura in arrivo dall’Italia e dall’estero

 

Leumann quadroSempre più frequentemente si sente parlare di artigianato d’eccellenza, soprattutto dagli enti preposti alla promozione e valorizzazione dei territori, con l’intenzione di evidenziarne l’aspetto attribuendo la giusta importanza ad una delle attività, certamente di nicchia, ma che lega l’oggi alla storia, al passato. Quando si parla di artigianato per primo viene alla mente quello tessile. È naturale che sia così: la prima attività dell’uomo, dopo la caccia e l’agricoltura, è certamente stata quella della tessitura che rimane allo stadio artigianale, almeno nel nostro paese, fino all’unità nazionale. È solo da quel momento in poi che, un po’ timidamente, si fa strada l’idea del progetto industriale. Tuttavia l’artigianato avrà ancora, per il paese e per un buon lasso di tempo, grande importanza economica.

 

Le brevi considerazioni fatte sopra, ancora una volta, se mai fosse stato necessario, sanciscono l’importanza di “Filo lungo filo, un nodo si farà” che è certamente l’evento più grande ed importante che si svolge nella città di Collegno.Per l’Associazione Amici della Scuola Leumann, che impegna notevoli energie nell’organizzazione di questo quarto fine settimana settembrino, la gratificazione è la sempre crescente richiesta di partecipazione e le continue proposte di mostre importanti e pregevoli.

 

La mostra-mercato nel tempo ha elevato il suo livello passando da fiera nazionale a europea. Oggi possiamo definirla internazionale. Quanto detto è in considerazione della partecipazione, negli anni, dapprima delle nostre venti regioni, poi di Francia, Svizzera, Belgio e ancora Georgia caucasica, Lettonia, Albania, Vietnam, Bolivia, Cile, Nord America, Brasile, Messico,  Canarie… Quest’anno saranno presenti una tessitrice boliviana ed una peruviana che, tramite il ProgettoMondo Mlal, porteranno a Leumann i tessuti della tradizione andina.

 

In 21 anni “Filo lungo filo, un nodo si farà” è cresciuta, non tanto in qualità che è sempre stata di alto livello, tanto da poter essere definita di «artigianato artistico», ma ciò che veramente è cresciuta è la varietà delle cose proposte al pubblico. Dalla materia prima greggia (lana, canapa, lino), ai tessuti, ai semilavorati, all’abbigliamento, ai complementi d’abbigliamento (soprattutto femminili, ma anche maschili), ai complementiLeumann artigiani d’arredo (ninnoli e soprammobili vari): la fantasia non ha confini!.

 

L’inaugurazione è venerdì 25 settembre pomeriggio, alle 17,15, con un convegno dal titolo “L’incontro degli incontri. I luoghi e gli eventi che aggregano la comunità degli artigiani tessili”, ospitato negli spazi dell’Auditorium Arpino, in via Bussoleno 50 a Collegno. La mostra-mercato apre i battenti sabato alle 15 in corso Francia 313 e sarà ospitata in una struttura allestita nel parcheggio messo a disposizione dall’azienda Diffusione Tessile, all’interno dell’ex Cotonificio Leumann. Oltre all’esposizione e vendita, sono previste anche dimostrazioni pratiche e l’attivazione di laboratori dedicati ai bambini, sia sabato che domenica. L’evento si conclude domenica pomeriggio con una sfilata di modelli prodotti dagli espositori e la consegna del premio Magda Cavallo allo stand più originale. Di grande rilevanza e qualità le concomitanti svariate mostre che testimoniano una volta di più, se ancora fosse necessario, la grande capacità, l’inventiva, la fantasia degli artisti tessitori.

 

L’associazione culturale SOCONAS INCOMINDIOS, onlus – che ha come finalità  promuovere in Italia la conoscenza delle culture, della storia e delle problematiche attuali dei Nativi Americani – ha collaborato all’allestimento della mostra I tessuti e i feltri della collezione Leumann, fornendo informazioni e illustrazioni sulla tradizione tessile delle popolazioni indigene d’America e sui loro abiti tradizionali.

 

 

Per informazioni:

Associazione Amici della Scuola Leumann

Tel. 349 7835948

Info@villaggioleumann.it

www.villaggioleumann.it

https://www.facebook.com/EcomuseoVillaggioLeumann?ref=ts&fref=ts

 

 

 

 

La storia

 

leumannIl Villaggio Leumann nasce dalla tessitura. Infatti qui nella seconda metà dell’800 venne impiantato un cotonificio ed intorno alla fabbrica nacque e si sviluppò il Villaggio. Cuore di questa realtà è quindi il lavoro, in particolare un’attività, la tessitura, che è antica quanto la storia degli uomini. Nel 1972 il Cotonificio Leumann chiude e si rompe definitivamente il legame Villaggio-tessitura che sopravvive solo nella memoria di chi qui era venuto a lavorare. Valorizzare il Villaggio Leumann come documento di assoluto valore dello sviluppo industriale nell’area torinese e ristabilire il legame tra lavoro-tessitura-villaggio sono stati propositi che l’Associazione Amici della Scuola Leumann si è imposta e che hanno trovato una fortunata realizzazione nella manifestazione Filo lungo filo, un nodo si farà. Nata nel 1995, si tiene ogni anno all’interno di quel magnifico esempio di architettura industriale rappresentato dal Villaggio Leumann.

 

 

 

 

 

Legalità, viaggio studio a Palermo

Gli studenti, con i loro insegnanti, hanno vinto l’edizione dello scorso anno del concorso “Cultura della legalità e dell’uso responsabile del denaro” bandito dall’Osservatorio regionale sul fenomeno dell’usura

 

palermo giovaniPer vedere e toccare da vicino che cosa significa la parola legalità, venticinque studenti di quindici scuole superiori di tutto il Piemonte, partecipano dal 22 al 24 settembre, ad un viaggio di studio in Sicilia. Gli studenti, con i loro insegnanti, hanno vinto l’edizione dello scorso anno del concorso “Cultura della legalità e dell’uso responsabile del denaro” bandito dall’Osservatorio regionale sul fenomeno dell’usura in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale del Ministero dell’Istruzione e l’associazione Libera. Il concorso consisteva nella realizzazione di un saggio breve o di un video sul tema “Dietro la proposta della facile vincita, rischi, conseguenze ed effetti rovinosi del gioco d’azzardo sulla vita delle persone, delle famiglie e della società”. 

 

Il viaggio in Sicilia prevede la visita guidata alla città di Palermo e ai luoghi più significativi della lotta alla mafia: dai luoghi degli attentati ai giudici Falcone e Borsellino all’Alto Belice Corleonese dove i terreni confiscati alle mafie oggi sono gestiti dalle cooperative “Libera Terra”. Altra tappa importante è quella con il memoriale della strage del 1947 di Portella della Ginestra. A Corleone il gruppo visita il Centro Internazionale di Documentazione della Mafia e dell’Antimafia, mentre a Cinisi gli studenti  incontrano i volontari della Casa della Memoria intitolata a Peppino e Felicia Impastato (nella foto).

 

 

www.cr.piemonte.it

Tag presenta "Ouverture 2015"

 TAG – Torino Art Galleries propone una iniziativa realizzata grazie al supporto di Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT

arte sera 1Giovedì 24 settembre dalle ore 18 alle ore 23 un opening collettivo delle gallerie associate TAG inaugurerà la stagione artistica ed espositiva 2015 -2016. L’associazione propone, anche quest’anno, l’ormai collaudata formula autunnale dell’apertura simultanea delle gallerie torinesi associate Tag, sottolineando la forte sinergia e coordinamento del sistema dell’arte torinese.

 

Gagliardi E Domke presenta la prima personale in italia dell’artista spagnolo mulo Celdrán. Le opere selezionate per questo progetto espositivo – il primo legato al nuovo corso della galleria, che vede la stretta collaborazione di Pietro Gagliardi e Christian Domke – appartengono a un ciclo pittorico che Celdran ha battezzato Zoom, rivelando un criterio metodologico relativo all’osservazione ravvicinata di un inventario di oggetti che gli appartengono e che l’artista impiega costantemente nel suo quotidiano privato e lavorativo.

 

La galleria Norma Mangione persenta la mostra collettiva, a cura di Gianluigi Ricuperati, con la collaborazione di Elisa Troiano, So Much More than the Sum of its Tropes, un susseguirsi di lavori e immagini di artisti contemporanei ispirati al romanzo Cristalli Sognanti dell’auore di fantascienza Theodore Sturgeon. Il mondo fantastico di Sturgeon coinvolge l’uomo e il suo spazio interiore richiamando il concetto di ruolo e di identità, la percezione distorta e la realtà ( Artisti: Antoniai Carrara, Raphael Danke, Fabian Marti, Nucleo, Elisa Sighicelli, Michel E. Smith. Interventi: Enzo Mari, Patricia Urquiola, Richard Wentworth, Marco Cendron).

 

Paesaggi colorati, montagene di fotografie, un ciclo costellato da sedie volanti attraverso retini fotografici, pittura serigrafia e fotografia accoglieranno i visitatori della galleria In Arco con l’esposizione Low culture in a colorful world: Lichtenstein, Rauschenberg, Wahrol dedicata a tre dei maggiori esponenti della Pop Art e curata da Graziano Menolascina.

 

Presso Luce Gallery il perfetto equilibrio tra assenza e presenza, tra vuoto e invisibilmente pieno emerge dalla serie di nuovi dipinti su legno e sculture in ceramica di Davide Balliano la cui ricerca artistica partita dalla fotografia, e formatasi attraverso interventi pittorici su pagine di libro, performance ed installazioni, consolida la sua organicità stilistica approdando ad una nuova maturità formale. 

 

La galleria Guido Costa Projects presenta la seconda parte della personale dedicata a Nan Goldin: mostra di grande importanza storica e documentaria che suggella un lungo rapporto di collaborazione con l’artista. 

 

La gallería Alberto Peola inaugura la seconda mostra personale di Fatma Bucak, artista turca che lavora nell’ambito di performance, fotografia e video su temi legati a identità politica, mitologia religiosa e paesaggio come storia presentando una serie di fotografie e due video.

L’omaggio a Marguerite Dumas attraverso una fotografia leggera, fatta di toni lievi, un po’ rarefatta, che vive nella trasparenza e nella leggerezza delle sue scatole di carta bianca è l’oggetto della mostra di Sylvie Romieul ospitata dalle galleria Weber&Weber.

 

La Galleria Franco Noero presenta Painting (Islands), mostra personale dell’artista canadese Andrew Dadson, i cui lavori esposti rappresentano una continuazione dei propri esperimenti intorno alle possibilità dell’astrazione. La video installazione Sunrise/Sunset e un nuovo lavoro fotografico della serie Cuneiforms saranno affiancati da sei nuovi dipinti di grandi dimensioni intercalati da alcuni dipinti “re-stretch” che compongono un unico corpus.

 

Photo&Contemporary present After  Dark, second personale di Francesco Bosso noto interprete del paesaggio in b/n sul filone della grande tradizione americana di Edward, Brett, Kim Weston, dell’indimenticabile Ansel Adams e dei suoi epigoni John Sexton ed Alan Ross, con i quali l’autore ha collaborato a lungo negli USA. La straordinaria padronanza della tecnica di ripresa in esterni con grande formato e il virtuosismo in camera oscura con l’ormai desueto procedimento analogico, permettono all’autore di ottenere meravigliose stampe su rare e pregiate carte baritate che esaltano la pulizia dei banchi e la profondità dei valori tonali e dei contrasti.

 

La Galleria Riccardo Costantini Contemporary presenta Waves: doppia perosnale con i lavori di Enrico Iuliano e Nicola Ponzio, in cui il tema dell’onda, intesa come perturbazione che nasce da una sorgente e si propaga nello spazio e nel tempo, trasportando energia o quantità di moto, è interpretato con suoni, linguaggio, forme, materia e colori in continuo movimento.

 

(Nell’immagine: Francesco Bosso, Fading, 2015)

Vanelli: "Una generazione di imprenditori e di creativi per aumentare il Pil della cultura"

Vanelli“Dopo una stagione di grandi investimenti c’è il rischio di dormire sugli allori. Occorrono meno enti e più capacità sul mercato internazionale, serve il cambio generazionale ma non funzionano artifici burocratici e cooptazione”

 

A partire dalla metà degli anni ’90 Torino ha iniziato un percorso di riconversione della sua immagine: da città grigia legata esclusivamente all’industria  ad una metropoli dal volto più accogliente , consapevole della sua storia e della sua bellezza .  La città doveva trovare delle opportunità alternative a fronte della ormai prevista crisi dell’industria dell’auto e ciò fu possibile grazie alla straordinaria stagione di concordia istituzionale tra i governi nazionale, regionale e municipale che,  se pur di colore politico differente , hanno collaborato per raggiungere obbiettivi comuni. Nel recupero del patrimonio storico e culturale si sono avviate e realizzate importanti trasformazioni nel territorio , come ad esempio il superlativo recupero della Reggia di Venaria, ed inoltre sono stati promossi con grande successo la Fiera del Libro, il Salone del Gusto, i Giochi Olimpici Invernali 2006, Torino World Design Capital, le celebrazioni dell’Unita’ d’Italia e i grandi rinnovamenti urbanistici come la metropolitana e il passante ferroviario. Con questi mutamenti la percezione della città agli occhi dei torinesi, dell’Italia e del mondo e’ completamente cambiata: non solo una realtà industriale e produttiva, ma anche una metropoli apprezzata per il proprio patrimonio architettonico, artistico, paesaggistico ed

polo reale cavallo enogastronomico di qualità . Tutto ciò ha concorso in qualche modo a rendere meno severi gli effetti della crisi economica e sociale di Torino e del Piemonte nell’ultimo decennio. Su questi temi,  il Torinese intende  avviare un’inchiesta , anche con l’opinione dei nostri lettori, sulla situazione attuale e sulle prospettive di rilancio dell’azione pubblica e privata per la valorizzazione culturale e turistica della nostra città e del nostro territorio . Su questo, abbiamo incontrato  Alberto Vanelli (nella foto in alto), uno dei protagonisti di questa trasformazione della città , già dirigente dei Beni Culturali della Regione Piemonte e direttore della Reggia di Venaria, che alla luce degli importanti e ambiziosi risultati raggiunti ci ha illustrato il suo punto di vista.

 

Dottor Vanelli, non è’ che stiamo riposando sugli allori? Dopo tanti risultati brillanti raggiunti, ora che si fa?

 

VENARIA1Sono personalmente soddisfatto del lavoro di questi anni. Eppure, il rischio che la sua domanda paventa effettivamente c’è , la soddisfazione cioè può facilmente trasformarsi in  compiacimento e in appagamento ,logorando la forza, l’entusiasmo e la capacità di iniziativa e consumando il ruolo acquisito da Torino. In questi anni memorabili, l’enorme patrimonio storico derivante dallo status di Torino di città capitale del Ducato di Savoia prima, e del Regno di Sardegna poi, è’ stato recuperato e riproposto al pubblico, dopo un lungo tempo di abbandono , a seguito di un eccezionale lavoro di restauro, che ha visto un investimento di oltre un miliardo di euro.  E un analogo percorso ha investito le architetture realizzate  dopo l’Unita’ d’Italia fino alla fase dello sviluppo industriale della città e al suo declino. E se si fa l’elenco dei beni è’ imponente il numero dei casi che sono stati salvati e ristrutturati . ( ndr:  monumenti come Palazzo Reale, l’ Armeria Reale, Palazzo Madama, il Castello di Rivoli, il Museo d’Antichita, Villa della Regina , Palazzina di Stupinigi, la Basilica di Superga, il Castello del Valentino, la Reggia di Venaria, il Museo del Risorgimento, Palazzo Carignano , e ancora nelle architetture più recenti la Mole Antonelliana , il Lingotto, le OGR , la Chiesa del Sacro Volto, fino al recente completamento della nuova galleria Sabauda e delcc madama Museo Egizio)- Ciò ha consentito a Torino di riproporre la sua autentica e originaria immagine di capitale regale,  riconciliando così ,i torinesi con la loro storia e facendo della città una meta ambita e attrattiva per il turismo , non solo nazionale , ma anche internazionale ; tutte le ricerche confermano questo scenario. C’e’ da rimarcare che nella nostra città l’architettura barocca raggiunge vertici di qualità assoluta, superando sovente per bellezza , magnificenza ed eleganza l’analogo patrimonio di grandi capitali europee. E la Regione e la Città non sono intervenute in questi anni solo per recuperare il patrimonio, ma hanno elaborato e realizzato soluzioni istituzionali e organizzative fortemente originali per la conduzione dei beni culturali italiani. Oggi Torino e’ universalmente considerata una città bellissima,ricca di storia, arte e saper vivere e  i torinesi ne sono orgogliosi  . I torinesi oggi sono soddisfatti di questo cambiamento, però a mio avviso il ciclo avviato negli anni 90 , rischia nei prossimi anni di veder lentamente esaurire la spinta propulsiva e innovativa che la accompagnava.

 

Quindi la cultura è’ un cantiere ancora aperto?

 

Si certo,le pubbliche amministrazioni, Comune e Regione, stanno affrontando  alcuni lavori da portare a compimento e avviando il recupero di alcune strutture che sono rimaste indietro. Basti pensare al Museo Regionale di Scienze  Naturali,a tutto il quartiere  della Cavallerizza Reale , al Borgo Castello del parco della Mandria e ancora al Castello di Moncalieri e al Museo di Artiglieria.

 

Ma c’è una bella addormentata: Stupinigi. Come risvegliarla?

 

TUTTADRITTA STUPINIGIIo credo che Stupinigi dovrà e potrà’ essere davvero l’evento culturale dei prossimi anni. Il grande lavoro di restauro, sia degli edifici che della componente artistica, ormai in dirittura d’arrivo , è’ stato uno dei più ambiziosi , anche se forse troppo lungo, programma di riqualificazione di un bene culturale ambientale . Con la Fondazione Mauriziana  hanno collaborato il meglio delle aziende private torinesi e dei nostri enti pubblici. Sono convinto che il completamento degli attuali lavori con il recupero del borgo circostante e la realizzazione di moderne strutture di accessibilità e accoglienza, accompagnato da un percorso di visita affascinante e ricco di suggestioni, possa elevare quel sito a una delle grandi mete di turismo internazionale . Preliminare è’ però  il consolidamento istituzionale e finanziario della Fondazione Mauriziana.

 

C’è una balcanizzazione nel mondo degli istituti culturali torinesi , in particolare nel settore quello dell’arte contemporanea .  Non è’ il caso di razionalizzare e accorpare i tanti soggetti che se ne occupano?

 

Torino è’ stata in questi anni all’avanguardia nella creazione del modello istituzionale organizzativo per la gestione dei beni culturali, e questoARTE1 modello che garantisce autonomia e operatività ci è molto invidiato sopratutto in Italia. Pero’ sono state costituite strutture di gestione in un numero che, con il senno di poi, appare oggi decisamente eccessivo, oltretutto con squilibri incomprensibili sia sulla quantità dei dipendenti, sia sul finanziamento e sia sulla capacità di reperire risorse autonome dalla propria attività .  Comune e Regione hanno consapevolezza dell’impossibilità,  alla luce delle SALONE 215disponibilità economiche attuali, di mantenere questo sistema, ma le soluzioni non sono semplici. Se è’ vero che ogni struttura si è dotata di propri uffici per la comunicazione, il marketing , per la gestione amministrativa e così via, moltiplicando in questo modo gli uffici e i dipendenti e conseguentemente le spese, per altro verso, oggi questi enti sono naturalmente gelosi dell’identità acquisita e della propria indipendenza, anche per la sotterranea , forte competitività e concorrenza che esiste tra di loro e che oltretutto rende complicatissimo il governo del sistema. Il processo di accorpamento avviato, in particolare dalla Città e dalla Regione, incontra conseguentemente molte resistenze e non poche complicazioni giuridiche. La cosa poi , raggiunge vertici grotteschi nel caso dell’arte contemporanea , dove sono proliferate cinque strutture che operano in questo campo e la stessa CRT vorrebbe fare delle OGR un ulteriore centro per la cultura e l’arte contemporanea. Qualcosa  di non dissimile, anche se qui il problema patrimoniale e istituzionale è’ ancora più complicato riguarda anche il circuito delle residenze sabaude, vera araba fenice della politica culturale piemontese e , se pur in misura molto più limitata, il settore della promozione del libro.

 

Che obbiettivi a suo avviso, andrebbero perseguiti per raggiungere nuovi traguardi ?

 

regio orchestraSicuramente il lavoro già avviato dalle pubbliche amministrazioni di completamento dei cantieri e di ricomposizione organizzativa del sistema con la razionalizzazione dei suoi costi è’ un compito ineludibile, ma io credo che il solo lavoro di riordino non basti. Ho l’impressione che questo settore stia cambiando radicalmente e che i vecchi strumenti della pubblicamadama reale amministrazione stiano diventando sempre meno efficaci, anche perché in fin dei conti, la grande leva per sostenere la cultura era investirvi denaro pubblico e quei soldi non ci sono più . Mi pare che due siano i processi in corso che vanno accompagnati e favoriti. Prima di tutto va avviato e sperimentato un processo di liberalizzazione della gestione del patrimonio culturale e dei suoi servizi favorendo e incentivando l’emergere di una autonoma e non assistita capacità imprenditoriale ,sia pubblica che privata. È’ necessario che si rafforzino e nascano soggetti capaci di progettare e organizzare in economia, con moderato o nullo finanziamento pubblico la gestione di un bene o di un avvenimento culturale,  dalle visite alle mostre, spettacoli , eventi, e servizi nonché la loro promozione e comunicazione. Per altro verso va incentivata e sostenuta la capacità creativa nelle tante diverse espressioni della cultura contemporanea. Sono convinto che siano presenti nel nostro territorio , una molteplicità di soggetti con straordinarie capacità creative lontane dalla frequentazione dei luoghi del potere, un po’ smarriti, disorientati, abituati a fare da se, senza tutele e supporti dalle amministrazioni : una sorta di cultura sommersa spesso conosciuta e apprezzataegizio 22 chissà per quali vie in altri luoghi, non di rado anche internazionali. Ricucire un contatto , virtuoso e non malato , tra le strutture del governo e le strutture della produzione creativa è’ un compito oggi non rinviabile. Va individuato uno strumento di crescita e di inserimento di questi soggetti  nel mercato della cultura ,e ciò non solo nell’arte contemporanea , ma anche nei campi della fotografia e della tecnologia digitale ,  nella produzione musicale e audiovisiva , nel design ,nella moda, nell’artigianato metropolitano, nell’ architettura e  così via . L’altro ponte mole vittorioobbiettivo è’ far diventare sempre di più la nostra città un polo di una rete internazionale ,non solo europea , in cui i nostri operatori sia imprenditoriali ,sia creativi , si misurino con un mercato più ampio , accettando alleanze , sfide e confronti  con gli altri soggetti che ormai in questo campo sono presenti e attivi. Faccio solo degli esempi, si pensi al potenziale che ha il Museo Egizio in un’ iniziativa di scambio e solidarietà per la tutela e la valorizzazione delle collezioni e delle aree archeologiche tra quelle europee e quelle del Medioriente , queste ultime oggi violentate dall’iconoclastia islamica. Si pensi al potenziale di produzione e valorizzazione culturale  che può emergere dal lavoro già imbastito dalla Venaria Reale, tramite il suo Centro Studi, con le altre residenze reali europee per un programma comune di ricerca e di mostre ,per far conoscere la storia e i rapporti tra le città e le corti d’Europa anche in una prospettiva di rafforzamento dell’integrazione europea . Si pensi infine alle opportunità di reinserimento di Torino nel mercato internazionale della produzione culturale contemporanea.  Insomma , l’attrattivita’ turistica e la produzione di cultura devono diventare nei prossimi anni, a partire dal patrimonio culturale recuperato, un pezzo, sicuramente non maggioritario , ma non irrilevante del PIL della nostra città e della nostra regione.

 

Ma chi saranno i protagonisti di questa nuova stagione ?

 

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La mia generazione, su questo punto non ha lavorato bene: e’ rimasta abbarbicata al comando non occupandosi di favorire la formazione di un ricambio generazionale. Così , adesso che siamo invecchiati non è facile trovare nella generazione dei cinquantenni la naturale sostituzione . Per accelerare questo passaggio di testimone si è avviato un  processo di “rottamazione ” un po’ brusco e ciò’ e’ avvenuto in modo burocratico, fissando tetti di età e attuando una selezione un po’ improvvisata  con l’effetto di disperdere competenze e esperienze consolidate, anche se ovviamente invecchiate, mandando un po’ allo sbaraglio persone , sia pur capaci e ambiziose , talora non sufficientemente sicure e strutturate. Credo  che sarebbe necessario ammorbidire in qualche modo il processo di rinnovamento in corso;  una campagna di formazione di quadri e dirigenti potrebbe essere molto utile, programmando un affiancamento per il trasferimento di know how tra una generazione e l’altra. La formazione di una classe dirigente non si fa  con un percorso  burocratico e con un semplice processo di cooptazione, ma attraverso la proposta di nuovi orizzonti e di nuovi obbiettivi, facendo partecipare a questo processo, non solo pochi capaci e qualche abile cortigiano,   ma una generazione disposta a studiare, lottare e sgomitare in un’esperienza collettiva.

Chieste 11 condanne per i no Tav dell'assalto a Chiomonte

notav ovunque

Le accuse sono di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e di danneggiamento aggravato

 

Sono undici le condanne a pene comprese tra due e tre anni, chieste dal pm Manuela Pedrotta per antagonisti del movimento No Tav, nel processo per gli scontri al cantiere della Torino-Lione, avvenuti a Chiomonte l’8 dicembre 2011. Le accuse sono di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e di danneggiamento aggravato. Per Andrea Bonadonna e Giorgio Rossetto, esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino, sono state chieste le pene più alte.

 

(Foto: il Torinese)

Prestiti a tasso di usura, società nei guai

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L’indagine della guardia di finanza di Torino

 

La «Finanza & factoring, nota società finanziaria, è oggetto di tre denunce e del sequestro di denaro e beni per quasi 700 mila euro. L’indagine della guardia di finanza di Torino ha fatto emergere che i tassi applicati erano molto superiori rispetto a quanto riportato nella documentazione riservata ai clienti. Gli inquirenti ritengono che siano decine le persone truffate.

 

Il ragazzo del risciò, tra belcanto e musicalità tradizionale cinese

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Al teatro Regio in scena il 23 e 24 settembre un grande affresco della Cina dei primi del Novecento

 

Pechino a Torino, due realtà apparentemente così lontane, ma ora così vicine, nell’ambito della rassegna di Mito Settembre Musica,  grazie alla messinscena,  mercoledì 23 e giovedì 24 settembre prossimi, prossimi alle 20, dell’opera in due atti “Il Ragazzo del risciò”, al teatro Regio di Torino, in prima europea. L’opera, commissionata dal National Centre for The Performance Arts di Pechino al compositore Guo Wenjing,  e eseguita in prima mondiale a Pechino il 25 giugno 2014, approda ora al teatro Regio, grazie all’accordo firmato dal sovrintendente dell’ente lirico torinese, Valter Vergnano, con il Presidente del Ncpa, Cheng Ping.

 

Articolata in due atti, su libretto di Xu Yin,  l’opera è tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Lao She (1899-1966), uno dei massimi rappresentanti della letteratura cinese del Novecento.  Il ragazzo del risciò è un adolescente di campagnaadolescente, giunto a Pechino all’inizio del Novecento in cerca di fortuna, di nome Xiangzi.  L’obiettivo che si prefigge è di avere un risciò tutto suo; tuttavia, nonostante la buona volontà e il lavoro duro, i suoi progetti verranno vanificati dalla guerra, dai rovesci della fortuna e da una società dominata dal dio denaro. Pechino emerge in una luce sinistra, quale una città sporca e decadente, ma, al tempo stesso, vivace e caotica, che fa da sfondo, assolutamente non casuale, alla storia, vibrante di vita, e partecipe delle sfortuna dei più deboli. Il punto nodale della drammaturgia dell’opera è rappresentato dal rapporto tra il ragazzo e il suo risciò,  con il quale intrattiene un legame quasi viscerale. I due si muovono all’interno di un gigantesco affresco, in cui il veicolo è la metafora della libertà,  ma, al contempo, anche un giogo crudele. Il servo vuole affrancarsi dal suo padrone, ma rimane, insieme, vinto dall’oggetto che aveva sempre sognato.

 

Il compositore dell’opera, Guo Wenjing,  nato a Sichuan nel 1956, si è formato presso il Conservatorio di Pechino, decidendo, a differenza di altri suoi illustri colleghi, come Tan Dun e Chen Yi, di vivere e lavorare in Cina. In quest’opera mescola abilmente il belcanto con la vocalità cinese, tecniche di composizione occidentale a sonorità tipiche della musica tradizionale, dando vita a un ensemble molto originale nel panorama operistico contemporaneo.

 

Nella recita del 23 settembre, il cast vantera’ la presenza di Han Peng come tenore, nel ruolo del protagonista,  di Sun Xiuwei (soprano) nel ruolo di Hu Niu, e, tra gli altri, come soprano,  nel ruolo di Xiao Fuzi, di Song Yuangming.

 

 (Foto: il Torinese)

Mara Martellotta

Epilessia e Sla, da oggi meno misteri: scoperto un nuovo percorso

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La scoperta permette di avvicinarsi sempre più alla medicina personalizzata

 

La Sla da oggi presenta meno misteri. E’ stato infatti stato scoperto un meccanismo regolatorio di neuro-ossidazione (NOX) che si inserisce nel processo di malattie come SLA, epilessia, sclerosi multipla. La scoperta permette di avvicinarsi sempre più alla medicina personalizzata, cioè alla cura ad personam. A Torino viene presentata nel Simposio internazionale  sul Progetto europeo Neurinox, che è durato 5 anni, coinvolgendo 130 pazienti affetti da SLA, e altri 70 pazienti da malattie extrapiramidali e polineuropatie.