l’Assessorato alla Sanità, tramite i servizi delle Asl, sosterrà l’iniziativa con corsi di informazione e formazione per i panificatori aderenti, promuoverà azioni educative rivolte alla scuola o alla popolazione
“Con meno sale la salute sale” è lo slogan che sta alla base dell’intesa siglata tra l’Assessorato regionale alla Sanità e l’Unione regionale Panificatori del Piemonte. I panificatori si impegnano a divulgare corrette informazioni di salute rendendo visibili nei loro esercizi poster e opuscoli sull’iniziativa, ridurre gradualmente il contenuto di sale in tutto il pane prodotto (meno 5% all’anno per due anni) e rendere disponibile almeno un giorno la settimana una linea di pane senza sale o con contenuto di sale dimezzato, eventualmente anche prodotto con cereali meno raffinati, integrale o semi integrale, mentre l’Assessorato alla Sanità, tramite i servizi delle Asl, sosterrà l’iniziativa con corsi di informazione e formazione per i panificatori aderenti, promuoverà azioni educative rivolte alla scuola o alla popolazione o a soggetti a rischio e veicolerà informazioni corrette anche mediante i medici di medicina generale e i pediatri.
“La risposta principale al consumerismo farmaceutico si chiama prevenzione: meno pastiglie, più attenzione agli stili di vita e a ciò che mangiamo. L’intesa per diffondere il consumo del pane con meno sale è un tassello importante: ridurre non solo il sale che viene adoperato in cucina ma anche quello presente negli alimenti comporta benefici sia in termini di salute sia sotto il profilo economico”, ha detto l’assessore Saitta che ha siglato l’intesa con il presidente dei panificatori Piero Rigucci.
Il crescente uso del sale nella produzione alimentare ha portato ad un progressivo aumento dei consumi e allo sviluppo della preferenza per i cibi salati, tanto che il consumo medio di sale giornaliero nella popolazione italiana si attesta intorno agli 11 grammi negli uomini ed 8 nelle donne, valori ben superiori ai 5 grammi al giorno raccomandati dall’Oms. Tuttavia, di questi 8/11 grammi solo il 5% è naturalmente presente negli alimenti, il 15% viene aggiunto dalle persone a tavola o nella preparazione degli alimenti, mentre il mentre il restante 80% è presente negli alimenti già pronti. E’ provato che il consumo abituale di sale è associato all’ipertensione arteriosa; secondo l’Oms il 62% dei casi di ictus cerebrale e il 49% dei casi di cardiopatia ischemica sono attribuibili all’ipertensione arteriosa. Le malattie cardiovascolari, di cui l’ipertensione è fra i principali fattori di rischio, rappresentano la prima causa di morte per le persone sopra i 60 anni e la seconda per quelle tra i 15 e i 59 anni. Il consumo di sale è associato anche ad altre patologie cronico degenerative come i tumori dello stomaco, le malattie renali e sembra favorire la calcolosi renale e lo sviluppo di osteoporosi. L’abuso di sale sembra inoltre incrementare il rischio associato all’obesità
In Piemonte l’ipertensione viene riferita da circa un soggetto su cinque, aumenta con l’età ed è particolarmente diffusa tra i soggetti in eccesso ponderale (34%) e con diabete (56%). Il ricorso ai farmaci per il trattamento è diffuso (77% delle donne e 71% degli uomini), ma l’ipertensione si può prevenire con comportamenti salutari (corretta alimentazione ed attività fisica) e con un ridotto consumo di sale. Basta poco tempo per abituare il gusto ad una alimentazione con un basso contenuto di sale. L’intesa con i panificatori punta quindi a diffondere la cultura dell’alimentazione quotidiana come pratica di salute sensibilizzando le persone al problema e al contempo offrire un’alternativa di scelta aumentando la disponibilità di alimenti a basso contenuto di sale. Il pane, specialmente se a basso contenuto di sale e se prodotto con farine integrali o meno raffinate, è un alimento salutare, con un apporto calorico contenuto e con un buon potere saziante, parte irrinunciabile nella dieta mediterranea.
Si è scelto di intervenire sul pane perché, sebbene non sia oggi la maggior fonte di sale della nostra alimentazione, è un alimento consumato quotidianamente da tutti ed un punto di partenza per migliorare l’alimentazione quotidiana. Piccole riduzioni di sale producono effetti importanti sulle singole persone e grandi benefici in termini di salute per la collettività con notevoli risparmi dei costi di cura. Altri Paesi che hanno avviato progetti simili riportano buoni risultati in pochi anni: nel Regno Unito, ad esempio, l’assunzione media di sale si è ridotta del 15% dal 2001, con un guadagno stimato di 9.000 vite l’anno e un conseguente risparmio di costi annuale di circa 1,5 miliardi di sterline; l’iniziativa si è poi allargata ad altri prodotti di uso quotidiano in cui il contenuto medio di sale è stato ridotto in maniera consistente (meno 50% nei cereali per la prima colazione, 40% nei biscotti e prodotti di pasticceria e 25% nelle torte e sughi per la pasta).
(pmora – www.regione.piemonte.it)
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