“Il giudice – sostengono le toghe romane – deve essere immune dalla tentazione di farsi protagonista di scelte politico-criminali che non gli competono”
Rabbia e sgomento in città e tra i parenti delle vittime, che vogliono addirittura restituire le onorificenze civili assegnate loro in memoria dei parenti morti nel rogo del 2007, il giorno dopo la sentenza della Cassazione. Le condanne inflitte agli imputati nel nuovo processo d’appello Thyssenkrupp verranno ridefinite ma non aumenteranno. In appello ai 6 imputati per l’incendio che nel 2007 uccise sette operai erano state assegnate condanne tra i dieci e i sette anni. Poi lo scorso 25 aprile la Cassazione ha ordinato un processo di secondo grado per ridefinire le pene. “Il giudice – sostengono le toghe romane – deve essere immune dalla tentazione di farsi protagonista di scelte politico-criminali che non gli competono”.
La ragione secondo la quale l’ad del gruppo industriale Harald Espenhahn non deve, rispetto a quanto chiesto dalla procura di Torino, essere condannato per omicidio volontario con dolo, ma per omicidio colposo è che, scrivono i giudici nelle motivazioni: ” la holding aveva avviato (dopo un incendio avvenuto nel 2006 in uno stabilimento tedesco, ndr) una decisa campagna di lotta senza quartiere al fuoco. Espenhahn era un importante dirigente, al quale era stato affidato un ruolo di grande rilievo: nulla induce a ritenere che egli abbia scientemente disatteso tale forte indicazione di politica aziendale”.
(Foto: il Torinese)