La montagna sempre più in alto

La  programmazione europea vuole la montagna protagonista sfruttando  risorse e opportunità e valorizzandone le peculiarità territoriali. Servono politiche di promozione turistica, storica, enogastronomica, sportiva. Ne parliamo con l’assessore regionale alla Montagna

 

vignale

Montagna uguale Piemonte. Essa è parte fondamentale della storia e dell’economia della nostra regione, ad incominciare dal nome che significa proprio “ai piedi dei monti”. Il Torinese ha intervistato l’assessore regionale alla Montagna, Gianluca Vignale (nella foto) sulle prospettive delle montagne piemontesi.

 

 La Montagna viene spesso considerata come zona marginale e depressa. Quali sono le sue principali criticità in Piemonte?

La Regione conta ben 558 comuni montani e 229 collinari. Queste realtà locali, spesso classificate come  ‘marginali’ hanno in realtà un patrimonio ambientale, turistico, storico e culturale che negli anni ha già dimostrato di essere un punto di forza per la vitalità economica territoriale e regionale. Per trasformare queste opportunità in risorse la Regione Piemonte ha attuato, nel corso degli anni, una serie di interventi finalizzati a monitorare situazioni di disagio e, una volta individuati problemi e territori in sofferenza, è intervenuta con le proprie strutture e risorse finanziarie a garanzia della tutela dei servizi essenziali per le popolazioni delle aree marginali piemontesi. Grazie a queste misure le aree montane stanno registrando alcuni segnali positivi di ripresa. Un dato tra tutti è significativo: dopo un calo secolare della popolazione montana, ad esempio, si registra un saldo migratorio positivo (sia interno che esterno), che permette di controbilanciare il saldo naturale negativo. Se si confrontano i dati del censimento 2001 con quelli del 2011, l’incremento della popolazione è pari allo 0,8%. L’arresto dello spopolamento è sicuramente il primo passo per la rivitalizzazione dei territori.

 

Ma la montagna è certamente anche opportunità di rilancio dell’economia regionale.

Il grande patrimonio turistico, storico, culturale ed economico della montagna piemontese rappresenta più che un’opportunità una vera e propria occasione di sviluppo regionale. Per rendere però queste risorse operative servono politiche di promozione turistica, storica, enogastronomica e sportiva oltre che misure di sviluppo dei servizi (scolastici, welfare, infrastrutture, banda larga, ecc.). La Regione Piemonte già si sta adoperando in questa direzione. Quest’anno ad esempio è stato realizzato il primo sito internet, piemonteoutdoor.it, che raccoglie tutte le attività che si possono praticare nelle aree montane. Ma al di là delle singole misure è importante riuscire a mettere a sistema le tante risorse, statali, regionali ed europee, che ogni anno ricadono sulle aree montane. Si tratta complessivamente di oltre 82,5 milioni di euro fino ad oggi considerate singolarmente anche nel loro complesso. Credo che sia necessario gestire queste risorse in modo unitario avendo ben chiari gli obiettivi e i risultati che si intendono ottenere per lo sviluppo montano.  Per questo motivo, per la prima volta in Piemonte, la Regione ha inserito nel Documento Strategico Unitario (DSU) una Strategia Unitaria per la montagna per la futura programmazione europea 2010-2020.  L’obiettivo è rendere i territori di montagna protagonisti sfruttando l’insieme delle risorse e le opportunità offerte alla montagna e  valorizzandone le peculiarità territoriali. Sarà quindi fondamentale e strategico coordinare meglio le tradizionali politiche d’intervento settoriali in funzione di specifici e concreti obiettivi di sviluppo territoriale.  

 

La Regione ha messo in atto strategie di valorizzazione del territorio montano, in sinergia con le regioni confinanti e con Francia e Svizzera?

La Regione Piemonte porta avanti da oltre 20 anni iniziative di cooperazione con gli Stati confinanti, anche con specifico riferimento al contesto montano, in particolare attraverso due programmi di cooperazione territoriale europea transfrontaliera : il Programma Italia-Francia ALCOTRA e il Programma Italia-Svizzera, finanziati con i fondi FESR. Il Programma Alcotra 2007-13 è il quarto programma di cooperazione transfrontaliera lungo la frontiera alpina tra l’Italia e la Francia e ha come obiettivo il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni, nonché lo sviluppo sostenibile dei sistemi economici. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, l’Unione Europea ha messo a disposizione, attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, 149,7 milioni di Euro. A questi si aggiungono le risorse nazionali e regionali, per un totale di 237,5 milioni di Euro.  Grazie invece al Programma Italia-Svizzera, l’Unione Europea ha reso disponibili, attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, 68,8 milioni di Euro a cui si aggiungono le risorse nazionali e cantonali, per un totale di 100,5 milioni di euro. Tali programmi hanno finanziato progetti singoli, progetti strategici di rilevante impatto finanziario e piani integrati transfrontalieri (PIT), che hanno consentito una prima sperimentazione di uno sviluppo locale integrato a livello transfrontaliero.  Ciò costituirà senz’altro una buona base di partenza per l’avvio delle successive strategie di cooperazione transfrontaliera con la Francia e con la Svizzera per il ciclo 2014-2020, anche in attuazione degli indirizzi definiti nella  Strategia macroregionale per la Regione Alpina condivisa tra Stati  e Regioni dell’arco alpino nell’Accordo di Grenoble del 18 novembre 2013.

 

 

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