DAL PIEMONTE

POESIE MATERICHE

Il racconto del percorso artistico fatto nell’ultimo biennio al Timone attraverso le opere realizzate dagli artisti
 
 
L’Associazione Il Timone – punto di riferimento per la città di Novara e il territorio per le persone con disabilità – presenta una mostra di opere d’arte, risultato del percorso di terapeutica artistica svolta presso la sede dell’Associazione nel biennio 2018/2019 e che ha visto coinvolti circa 40 utenti.
  La mostra sarà inaugurata sabato 6 aprile alle ore 10.00, presso la Sala Accademia del Broletto a Novara e resterà aperta fino a domenica 7 aprile. Gli orari per visitare l’esposizione sono per entrambe le giornate dalle 10.00 alle 19.00 con ingresso libero.
Saranno esposte circa 20 opere – alcune singole altre sotto forma di composizione – frutto del lavoro e della personale espressione artistica degli utenti del Timone, che presenteranno al pubblico le proprie creazioni spiegando le varie tecniche utilizzate. L’obiettivo della mostra è quello di valorizzare i ragazzi per il lavoro svolto con impegno, sotto la supervisione di Laura Lebra, artista terapista, che ha aiutato i partecipanti a trovare la loro migliore forma di espressione attraverso l’arte e le diverse tecniche apprese nei due anni di percorso. Gli artisti del Timone saranno i principali protagonisti del weekend a Novara con questa bellissima mostra dove arte e disabilità si incontrano e si fondono in un racconto unico di esperienze e di emozioni senza confini, perché l’arte ha consentito a ciascun artista di trovare una personale forma di espressione e di comunicazione.
Nei due giorni di esposizione sarà presente al Broletto anche lo staff dell’Associazione Il Timone che affiancherà gli artisti per sostenerli nel momento in cui racconteranno al pubblico le proprie opere d’arte. L’Associazione Il Timone conta circa 120 utenti, e si avvale della collaborazione di numerosi volontari, oltre che di una squadra di educatori e professionisti esperti di psicologia, logopedia, fisioterapia, neuropsicomotricità, pet-therapy, ginnastica e arte terapeutica. La Fondazione De Agostini sostiene l’Associazione Il Timone in tutte le sue quotidiane attività, realizzate negli spazi della sede di Via Giovanni da Verrazano 13, nella consapevolezza di quanto sia importante per il territorio novarese poter usufruire di servizi di qualità, finalizzati all’inclusione sociale, a favore delle persone più svantaggiate.
 
***
 
Associazione “Il Timone”
Costituita a Novara nel maggio 2015 l’Associazione “Il Timone”, che nasce con l’obiettivo di perseguire finalità sociali, formative e ricreative nei settori dello sport, dell’assistenza e dell’educazione, opera nel sostegno alle persone diversamente abili e focalizza la propria attenzione nell’attività socio-assistenziale, terapeutica e sportiva. L’associazione promuove e sostiene anche eventi culturali, artistici e sportivi. La Fondazione De Agostini sostiene e accompagna l’associazione nella promozione delle sue attività.
www.iltimonenovara.it
 
Fondazione De Agostini
La Fondazione De Agostini nasce nel 2007 a Novara, per volontà delle famiglie Boroli e Drago, azioniste del Gruppo De Agostini. Fortemente radicata sul territorio, dove il Gruppo De Agostini è presente dal 1908, la Fondazione è principalmente impegnata in ambito sociale, con l’obiettivo di rispondere ai bisogni delle categorie più deboli, ma anche nella formazione e nella ricerca medico-scientifica. La Fondazione ha attivato una rete di relazioni e collaborazioni con Enti, Fondazioni e Istituzioni che condividono gli stessi obiettivi e le stesse finalità e, insieme a loro, si impegna a dare vita e a sostenere progetti sia in Italia sia in ambito internazionale. Dal 2007, anno della sua nascita, ad oggi la Fondazione De Agostini ha sostenuto 150 interventi per un importo complessivo di circa 14.500.000 Euro erogati.
www.fondazionedeagostini.it

Furto con destrezza, arrestata torinese "in trasferta"

Una donna quarantenne originaria di Torino e residente nel braidese, è stata arrestata dai Carabinieri della Compagnia di Bra per furto aggravato.
La donna, già segnalata diverse volte dalle Forze dell’Ordine per precedenti casi di furto con destrezza, si era introdotta in piena mattinata all’interno della casa di cura “Cottolengo” di Bra simulando una visita di cortesia ad uno dei pazienti ricoverati presso la struttura: le sue intenzioni tuttavia erano ben altre. Si era infatti intrufolata negli spogliatoi del personale medico e infermieristico della struttura ed aveva forzato nove armadietti metallici, asportando tutto quanto in essi contenuto; aveva poi raggiunto la zona delle camere di degenza, dove si era astutamente impossessata anche di un portafoglio lasciato incustodito da una paziente. L’azione della donna veniva però scoperta dal personale della struttura che, insospettito dal rinvenimento dei mobiletti forzati, aveva colto in flagranza la donna mentre praticava l’ennesimo tentativo di effrazione. Di quanto accaduto venivano avvisati i Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Bra che si recavano sul posto in pochi minuti e dopo avere effettuato le verifiche essenziali, procedevano all’arresto della donna per furto aggravato. La refurtiva recuperata è stata immediatamente restituita ai legittimi proprietari. L’arresto della donna, condotta dinanzi Gip del Tribunale di Asti, è stato convalidato con la successiva sottoposizione all’obbligo di presentazione quotidiana ai Carabinieri di Bra, in attesa del processo.

M.iar.

(foto archivio – il Torinese)
 
 
 

Maltratta la moglie sotto gli occhi dei figli. Arrestato

Ecco un’altra brutta storia di maltrattamenti a donne, come purtroppo non sono infrequenti in Piemonte
Nel 2016 aveva trovato il coraggio di presentarsi dai Carabinieri di Canelli per denunciare il marito dopo aver subito un calvario durato un anno, nel corso del quale aveva subito ogni tipo di vessazione sia fisica che psicologica. Pugni, schiaffi, minacce di morte, spesso davanti agli occhi dei due figli minorenni avevano indotto la giovane donna anch’essa di origine balcanica a rassegnarsi al silenzio e all’umiliazione. Solo l’abbandono del tetto coniugale da parte del marito aveva convinto la donna, residente a Calosso, a recarsi presso la Stazione Carabinieri di Canelli e raccontare ai militari la lunga serie dei soprusi subiti da parte del consorte, il quale spesso dava in escandesacenze in preda ai fumi dell’alcool. Le indagini condotte dai Carabinieri di Canelli avevano suffragato le dichiarazioni della vittima e il 44enne pregiudicato era stato condannato, in via definitiva, con sentenza del Tribunale di Asti, alla pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione. L’uomo che aveva fatto perdere le proprie tracce dal momento in cui si era allontanato dall’abitazione di Calosso, al termine di una articolata attività investigativa, è stato rintracciato dai militari di Canelli nel comune di Govone (CN), ove aveva trovato lavoro presso un’impresa agricola e condotto presso la Casa Circondariale di Asti.

M.Iar.

Le “silenti domande” di Alessandro Marchetti

La mostra sarà fruibile al pubblico gratuitamente fino al 25 maggio negli orari di apertura della sede verbanese di Villa Caramora

Dal 23 marzo al 25 maggio il centro Auxologico Villa Caramora, in corso Mameli 199 a Verbania, ospiterà l’esposizione d’arte “Silenti Domande” di Alessandro Marchetti. Conosciuto da molti solo come attore, Marchetti è in realtà anche un artista capace di conciliare la sua attitudine a calcare le scene dei teatri con la pittura, la scultura e le opere di pittura digitale. Nelle sue opere la pittura e la rappresentazione teatrale si contaminano e i personaggi e le figure mostrano una chiara connessione con la Commedia dell’Arte. I suoi quadri sono un’immaginifica rappresentazione teatrale, in cui alla voce dei personaggi si sostituiscono le parole intime e silenziose degli spettatori che si interrogano e ritrovano se stessi: i personaggi che dipinge infatti sono un’occasione di meditazione su di noi, sulla vita e sulle odierne problematiche sociali. Per Marchetti l’arte rispecchia sempre i cambiamenti culturali e le tecnologie hanno un ruolo importante in questo cambiamento. Per questo l’artista ha iniziato a cimentarsi con la pittura digitale; attraverso questa tecnica infatti i protagonisti sono svuotati della loro consistenza fisica e sono immersi in non- luoghi/luoghi onirici con lo sguardo spesso rivolto all’indietro come a volerci dire che il futuro è nel passato al quale siamo inevitabilmente aggrappati. Marchetti utilizza il digitale consapevole del fondamentale legame con il disegno e la pittura, che rappresentano i punti di partenza. La mostra sarà fruibile al pubblico gratuitamente fino al 25 maggio negli orari di apertura della sede verbanese di Villa Caramora.

M.Tr.

Daspo a quattro tifosi del Pisa

Sono venuti dalla Toscana in Piemonte per assistere ad una partita, hanno tenuto un comportamento irresponsabile ed ora non potranno accedere per un anno a luoghi dove si tengono manifestazioni sportive. Questa è la sorte toccata a quattro giovani ‘tifosi’ del Pisa, residenti in quella provincia, destinatari di una daspo del Questore di Vercelli, Sergio Molino. Ciascuno di loro, durante l’incontro di calcio Gozzano-Pisa, valevole per il campionato di calcio di serie C, disputato presso lo stadio “Silvio Piola” di Vercelli il 22 ottobre scorso, mentre si trovava all’interno dell’impianto nel settore destinato alla tifoseria ospite, si è reso responsabile di possesso ed accensione di uno strumento per l’emissione di fumo o di gas visibile (fumogeno). Per questo episodio, i quattro erano stati denunciati a piede libero dalla Digos della Questura di Vercelli alla locale Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli. Alla loro individuazione si è giunti grazie alla visione delle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso poste all’ interno dello stadio, elaborate successivamente da personale del Gabinetto di Polizia Scientifica.

Massimo Iaretti

Soprusi in famiglia, marito denunciato

Per ben quattro anni aveva subito ogni sorta di violenze e umiliazioni, ma non aveva mai trovato il coraggio di denunciare i soprusi subiti da parte del marito, un operaio 36enne di nazionalità macedone, così come la coniuge, entrambi residenti a Canelli. A fine dicembre dell’anno scorso, l’ultima serata di follia messa in scena da parte del marito, il quale, tornato a casa per cena già ubriaco, come accadeva quasi quotidianamente, aveva iniziato ad inveire contro la donna afferrandola per i capelli e a percuoterla con pugni e schiaffi senza alcun motivo, mentre alla scena stavano assistendo atterriti i due figli minori della coppia, i quali venivano anch’essi strattonati e percossi. Non pago di aver procurato lesioni ad un orecchio alla donna, l’uomo scendeva in cantina per recuperare una mazza da baseball brandendola nel tentativo di colpire nuovamente la vittima. A quel punto la donna, dopo aver schivato le bastonate che il marito cercava di infliggerle, approfittando di un momento di distrazione, riusciva a divincolarsi ed a fuggire con i bambini, rifugiandosi nell’appartamento al piano superiore, presso una vicina di casa che richiedeva il soccorso da parte del servizio 118, i cui operatori provvedevano ad accompagnare la vittima ed i bambini presso l’Ospedale di Asti per le cure del caso. Successivamente il personale medico avvertiva i Carabinieri della Stazione di Canelli, i quali, giunti sul posto, raccoglievano la testimonianza della vittima, che era finalmente riuscita a trovare il coraggio di denunciare il calvario subito negli ultimi quattro anni. I militari avviavano, di concerto con l’associazione “L’Orecchio di Venere”, il protocollo di tutela delle vittime di violenza familiare per garantire la prima assistenza e la collocazione in comunità protetta. Le risultanze dell’attività svolta dai militari venivano recepite dal Giudice delle indagini preliminari del Tibunale di Asti che emetteva a carico dell’uomo, indagato per maltrattamenti in famiglia, percosse, lesioni personali e minacce, un provvedimento cautelare di “Allontanamento dalla casa familiare con prescrizione del divieto di avvicinamento alla persona offesa”, eseguito nei giorni scorsi dai Carabinieri di Canelli.

M.Iar.

 

CARTELLI ABUSIVI RIMOSSI DALLA POLIZIA PROVINCIALE

Continua da parte della Polizia Provinciale di Novara, in collaborazione con       il Settore Viabilità della Provincia, l’attività  i contrasto all’abusivismo pubblicitario con la rimozione degli impianti pubblicitari non autorizzati

.

In questi giorni, gli agenti della Polizia Provinciale,hanno coordinato gli operai della ditta aggiudicataria dell’appalto di rimozione, rimuovendo n. 33   cartelli   abusivi   tra   cui   un   impianto   delle   dimensioni   di   mt.   6×3   nel territorio del Comune di Trecate. Gli   interventi   sono   stati   effettuati   sulle   principali   strade.   Ora   le   ditte coinvolte   dovranno   rispondere   anche   delle   spese   di   rimozione   delle affissioni e di custodia in locali appositi. L’attività di rimozione degli impianti mira a ristabilire il decoro delle strade provinciali e ad eliminare i cartelli pubblicitari non autorizzati che, oltre a deturpare   le   strade   ed   il   paesaggio,   spesso   influiscono   sulla   sicurezza stradale. E’  risultato   difficile   e   laborioso   per   gli   agenti   riuscire   ad   individuare   i responsabili,   ovvero   le   ditte   pubblicitarie   che   si   sono   occupate   del posizionamento dei cartelloni. La   Provincia   di   Novara,   in   particolare   la   Polizia   Provinciale, ha   sempre avuto   particolare   attenzione   e   sensibilità   rispetto   agli   aspetti   legati   alla sicurezza stradale e alla stabilita’ degli impianti pubblicitari. “Tolleranza zero per chi pensa di poter fare quello che vuole mettendo a rischio la sicurezza stradale e massima tutela per chi rispetta le regole e le leggi. La nostra attenzione riguardo queste tematiche rimane alta e l’attività di controllo sarà continua” – commenta il consigliere delegato alla polizia provinciale Luca Piantanida

Massimo Iaretti

Tratta di persone e prostituzione. Cinque arresti

E’ un’indagine che parte da lontano, fuori dal Piemonte, quella che ha portato all’arresto di cinque persone da parte dei Carabinieri per reati molto gravi
Nel mese di marzo 2018, una giovane nigeriana si presentò presso un Comando Stazione Carabinieri della provincia di Mantova denunciando quanto subito da una connazionale abitante nel comune di Asti. La vittima, raccontava di essersi sposata nel villaggio d’origine, nei pressi di Benin City in Nigeria, con un uomo di altra confessione religiosa ed aver avuto con lui due figli. Nel tempo il marito diventò sempre più aggressivo nei confronti della giovane moglie a causa dei contrasti riguardanti la formazione religiosa dei bimbi, fintanto che un giorno dopo averla picchiata selvaggiamente e minacciata di morte, l’uomo si allontanò dalla casa coniugale portando via con sé i figli, che oggi hanno rispettivamente 2 e 4 anni. La donna avvertendo di essere in pericolo di vita a seguito delle violente percosse e delle minacce ricevute, decise quindi di emigrare dalla Nigeria in Italia, con l’intento di raggiungere la propria madre qui residente. Con l’intermediazione del Pastore del villaggio africano di provenienza, la donna si affidò ad un’organizzazione che le permise di immigrare clandestinamente in Italia dopo un viaggio massacrante durato un mese e mezzo da Lagos, la capitale nigeriana, fino alle coste libiche dalle quali si imbarcò con un gommone e, nel maggio 2017, venne soccorsa e portata presso il centro di accoglienza di Crotone. Dopo alcune settimane di permanenza nel centro veniva contattata da una donna nigeriana che le riferiva di essere in grado di aiutarla a trovare lavoro nel nord Italia. Dopo aver accettato l’offerta la connazionale la accompagnò ad Asti dove la ospitò presso il suo domicilio. Una volta giunta a destinazione, la vittima veniva a conoscenza di aver contratto un debito quale compenso del viaggio effettuato per giungere in Italia, di 25.000 euro con l’organizzazione rappresentata da colei che stava per rivelarsi come la sua aguzzina. L’accompagnatrice, con atti violenza inaudita e minacce di morte la obbligava a prostituirsi in strada con lo scopo di saldare il debito contratto. Trascorsi circa tre mesi, nel corso dei quali la vittima aveva subito pestaggi e vessazioni continue, la stessa riusciva a scappare, con l’aiuto di una ragazza che si prostituiva con lei, ed a raggiungere la madre abitante in un paese del mantovano e lì finalmente trova il coraggio di denunciare la sua odissea ai Carabinieri della locale Stazione. Nella denuncia la vittima riferiva che il denaro “guadagnato” in strada, nella zona di Via Gramsci, circa 80,00 euro giornaliere, veniva sempre ritirato, al rientro in abitazione, dalla donna che la obbligava a prostituirsi. Ulteriori prestazioni sessuali in casa, con altri clienti procacciati da inserzioni in internet, venivano curati direttamente dalla sfruttatrice. I militari del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Asti, coordinati dal dottor Paolo Cappelli della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, al termine di una complessa attività d’indagine, , riuscivano ad identificare la persona indicata dalla denunciante quale responsabile dei fatti, che configurano i reati di tratta di persone aggravata, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nonché favoreggiamento della immigrazione clandestina, in una 24enne nigeriana, residente in Asti con il marito e la figlia di 1 anno, con regolare permesso di soggiorno in attesa di rinnovo. L’attività investigativa accertava la veridicità del racconto della denunciante raccogliendo numerosi elementi a carico della nigeriana in ordine ai reati contestati, fornendo gli elementi per la richiesta di emissione di misura restrittiva formulata dal PM ed accolta dal GIP del Tribunale di Torino Ersilia Palmieri, che emetteva a carico dell’indagata un Ordine di Custodia Cautelare in regime di arresti domiciliari. Nella giornata di martedì 26 febbraio i militari del Nucleo Investigativo di Asti hanno eseguito l’Ordinanza di Custodia Cautelare procedendo all’arresto della donna ritenuta responsabile dei reati contestati sottoponendola al regime degli arresti domiciliari. Nel medesimo contesto nell’abitazione ove la stessa viveva con il compagno e la figlia sono stati rinvenuti 1,2 Kg. di marijuana e per tale motivo è stata tratta in arresto unitamente al convivente anche per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Analogamente, la perquisizione si è estesa ad un appartamento attiguo a quello della donna, all’interno del quale sono stati rinvenuti altri 200 gr. di marijuana e per tale motivo sono stati arrestati altri tre soggetti di nazionalità nigeriana.

M.Iar.

 
 

Bimbo di sette mesi muore soffocato

E’ morto soffocato, un  bimbo di 7 mesi, a Premia, un piccolo borgo della valle Antigorio, nel Verbano-Cusio-Ossola. Trasportato con urgenza all’ospedale San Biagio di Domodossola sono state inutili le manovre di rianimazione cardiocircolatorie dei medici. La morte sarebbe stata provocata dalla sindrome Sids (sudden instant death syndrome), la cosiddetta  morte in culla. La procura ha disposto l’autopsia.

Auto e vestiti acquistati online ma era una truffa

Subito.it e Kijiji.it sono alcuni dei più frequentati siti di annunci online italian. Offrono la possibilità a chiunque ne abbia bisogno di  inserire annunci per diverse categorie di oggetti. Con poche parole chiave gli utenti possono non soltanto inserire, ma anche ricercare il prodotto del quale hanno bisogno, connettersi con il soggetto che offre quel determinato prodotto e accordarsi sulle modalità di pagamento e riceverlo. Si tratta di vastissimi negozi online che, pur offrendo un’ampia gamma di servizi, presentano alcune problematiche, prima fra tutte la truffa. Sono ben 8 le persone denunciate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Asti, nella settimana appena trascorsa, ritenute responsabili di truffe perpetrate a mezzo dei siti riportati, ma anche con altre modalità. Acquisti di oggetti mai ricevuti, come una consolle per videogiochi pagata 158 euro, un fuoristrada Suzuki per cui era stata versata una caparra di 500 euro, 8000 euro versati ad una fantomatica concessionaria che pubblicizzava su internet la vendita di un’auto Toyota, la locazione sul sito di affitti di case-vacanze “Airbnb” di un appartamento al mare (mai posseduto dall’inserzionista) per 4100 euro, sono solo alcuni degli episodi denunciati presso le Stazioni Carabinieri della provincia e i cui responsabili sono stati individuati grazie alle indagini eseguite dai militari. La gamma delle truffe poste in essere non si limita ai casi di utilizzo dei siti summenzionati, ma anche a mezzo telefono, come nel caso della Madre Superiora di un Istituto di religiose astigiano, che ha subito il tentativo da parte di due pregiudicati originari di Siracusa, non andato a buon fine, di farsi accreditare 4100 euro, al fine di sbloccare un inesistente contributo da parte dell’ASL di Asti all’Istituto religioso; o ancora l’episodio che ha visto coinvolto un procacciatore di affari torinese, il quale senza il consenso dell’utente sottoscriveva un contratto di fornitura “luce-gas-telefono” apponendo la firma falsa dell’ignaro cittadino truffato.

Massimo Iaretti

 

1 2 3 7