Ulisse si salvò chiamandosi Nessuno- Pagina 3

A colui che si vestì di “padre, figlio e spirito tanto” 

Le poesie di Alessia Savoini

 

Al cospetto del re

Un dio sussurrò

Che in guerra ci va solo

Chi non ha sentito il rumore dei propri passi.

Languido e disinvolto

Spostò i capelli in altro modo

Chi tra la folla s’ accorse di non essere sordo.

Cominciò a vedere laddove un cieco sa guardare,

fece un passo

né percepì il suono

il mondo gli piombò sui piedi

rinacque.

 

Lascia traccia il passo sulla terra,

Fertile di momenti e di racconti,

mentre in acqua affonda

Rilasciandone solo il rumore.

 

Involucro di eternità

Confezionato in un corpo

Costruito sul tempo

Statico

Poiché unico.

 

Mediocre non volle essere più

Al cospetto del suo dio

Impregnato di bellezza

Nelle cose.

Barcolla nel sudore della sua pelle

La fine di un incontro

E il mondo gli ripiombò sui suoi piedi

Poiché

 invece di sentire lo spazio

 percepì il vuoto.

Fintanto ch’egli s’ accorse

Ascoltando i passi altrui allontanarsi

E al non più udirli

Dei suoi

Far rumore.

Sui rami, nidi del soave suono

Le poesie di Alessia Savoini
In penombra
Al crepuscolo
Contro luce
Nervature sfiorite
Si diramano allontanandosi dalla radice
Lentamente
Senza far rumore
Al ciglio della strada
Nidi del soave suono
Che affollano in primavera
Quelle nervature ora fiorite
Contro luce
In penombra
Al crepuscolo.

Lividi nelle pupille

LE POESIE DI ALESSIA SAVOINI

 

Balbetta il giorno in cui ebbe paura

Di presenziare a sé stesso

L’atto

Per il quale coinvolgimento avrebbe trovato posto.

 

Odora di nero il suo fumo

Ma la nube resta bianca

Vibra in assonanza l’assenza

Del giorno in cui

Con lo sguardo se n’è andato.

Giocattoli sfioriti

Le poesie di Alessia Savoini

 

Via Roma è una sfilata tra volti spenti

di sagome portavoci di un’epoca

Assenza e posa

Vengono vestiti, svestiti della loro nudità

Non disegnano le bocche per non udirli pronunziare

Le parrucche 

Di fantocci addormentati

Giocan su sé stessi 

Seguendo nuovi passi

Sui manichini

In via Roma

A giudicar passanti.

17.23 in piazza San Carlo

Le poesie di Alessia Savoini
Solenni e muti,
Fermi nei monocromatici corpi
Recitano l’accaduto,
Ornamento su pareti
Ed eretti su marmi
Volgono lo sguardo ai passanti,
Spento, tacito, freddo.
Il vento non smuove le vesti
Il corso delle cose non distoglie loro lo sguardo
Rappresentanti di un’epoca
Testimoni di storie che giovani uomini si raccontano.
Sotto quei gradini,
Sulle terrazze di antichi palazzi,
Come se quel pezzo di storia nella roccia fosse l’unico degno di nota.
Ma al tempo e ai passanti
Quel momento sfugge
E a volatili e vandali non importa.

Limbico limbo

Le poesie di Alessia Savoini

 

Il limbo è la frustrazione di un credo

Un eterno punto fermo nel buio

La fragilità di un dio confuso nel finito

Tra le parole di un uomo troppo attaccato alla sua terra.

 

Fedeli in coda per questioni di merito

In attesa della grazia o della sentenza eterna;

Meritarsi il paradiso è impegno e promessa

Ignorando che il cibo non è meritocrazia.

 

Tra le macerie il frutto di un’opera meschina

In silenzio il popolo recita la messa

Parole vane in nome della salvezza

Stiamo morendo e non ci accorgiamo di non avere più sete.

Da qualche parte nel mondo

Le poesie di Alessia Savoini

Umidi filtri incavati
Tratti incisi e scolpiti
Corrosi dal tempo
Irrisi dal fato.

L’ombra si sfoca più la fonte è distante
La sabbia assorbe passi sincronici
Di storie di vita incrociate
E di racconti soffocati nella roccia.

Dall’alto, fiumi di nebbia nascondono terre abitate
E una donna con i capelli cosparsi di fango
All’interno della sua capanna
È felice quando piove.

Mani ruvide
Ad addomesticare la terra;
Sradicando quel che fu seme
Fu nutrito il mondo di esistenze.

Si abbevera la fauna selvaggia
In un corso d’acqua al crepuscolo
Di una giornata a pascolare
Senza chiedersi cosa accadrà domani.

Nel flusso

alessia-nuovaLe poesie di Alessia Savoini
***
Nel flusso
Lungi dal vivere distante
estinguo l’istinto
imprimo l’esistente
con la forma del respiro
Filtrati i piani astrali
ti incontrai in attesa ..
di rinascere era il motivo
ma questa volta senza un corpo

Il marinaio

alessia-nuovaLe poesie di Alessia Savoini

***

Nella pancia del mondo dorme il pensiero che origina l’immenso. Il seme della terra riposa nell’ignoto, ma c’è. E chi ha il diritto di strappargli le radici? Le stelle esplodono nel cielo, mentre il naufrago ammira dal basso un punto indefinibile tra altri che non vede.Costui si spense in mare e fu così che ricominciò a vivere, nello stesso ambiente che in principio gli diede cuore e forma.

Amon

Le poesie di Alessia Savoini

 

alessia-nuovaIn quel che fu

ciò che accade ora stava già accadendo

in quale forma distorta nel tempo ancora non so

ma il tuo sguardo è caldo come allora

 

La realtà delle cose è la percezione di come ci portiamo a essere

ma io voglio essere più di un corpo soggetto alla trasformazione del divenire

 

Non ti vorrei disturbare chiedendoti di restare

ma a volte lasciare andare rende più liberi che rimanere

 

Perché tu sei ciò che rende questo passaggio meraviglioso

sei l’amaro che non ha sapore

perché quando qualcosa ha gusto

si è scelto che parte di sapore preferire

 

E se le intuizioni sono giuste

in quel tempo che fu

la sacerdotessa capì che colui che per tutti era considerato dio

portava il nome dell’uomo che amò

e che ancora non ha smesso di amare.