Era ora. Non che ne siamo contenti. Il cinismo, almeno in questo caso è fuori luogo. Ci portiamo dentro una sottile angoscia mista a disperazione da almeno trent’ anni. Decenni in cui la convivenza civile si deteriorata di giorno in giorno.
Nato e cresciuto in Barriera alla fine dei anni 90, sono letteralmente scappato. Ho tenuto duro fin che ho potuto. La speranza è l’ ultima a morire. 10 anni ho abitato in via Ternengo , lasciando la “sede” storica di via Cherubini. Ci ero arrivato quasi infante nel 1960. Può sembrare assurdo, ogni volta che cambiavo alloggio, i primi giorni dormivo nel vecchio appartamento. D. Nulla di tragico, sicuramente triste. Nel primo articolo su Barriera dissi di sentirmi tradito. Tradito per il ricordo che ne avevo e lo sconforto del presente. Mi beccai diverse critiche dai vecchi amici , in particolare i compagni che continuarono a vivere in Barriera. Ma non vedevano ciò che io vedevo? Vedevano ma non capivano non accettando ciò che vedevano. Non è un gioco di parole. Capendo avrebbero fatto i conti con la propria storia e con le proprie responsabilità. Per oltre 50 anni le forze di sinistra hanno governato Torino. Barriera ha sempre, massicciamente, votato a sinistra , pagando a caro prezzo la sua fedeltà politica. Persino la Lega, di fatto non ha mai sfondato, nonostante l’emigrazione, soprattutto quella irregolare, che la faceva e la fa da padrona. Così, che io sappia, da più di 10 anni, corso Giulio Cesare e corso Vercelli sono tra i più grandi supermercati della droga di tutta Europa. Una volta la cosiddetta provincia bene del Piemonte comprava la droga a Milano. Ora tutti a Torino; in Barriera e più buona, costa meno e ci sono meno controlli. Per le Forze dell’ordine è come svuotare un mare con un cucchiaio. Altro fattore sono i tabù della sinistra. Scambiare l’accoglienza con la tolleranza. Antico vizio. Ad esempio il problema dei Rom. Diventati , da oltre 50 stanziali intorno alla Stura, sono l’evidenziandone del più totale fallimento delle cosiddette politiche integrative. In sostanza vogliono vivere come sempre hanno vissuto. Ma ci vuole il rispetto di un minimo di regole.
Per essere rispettate le regole, dovrebbero o essere condivise o fatte rispettare. Dunque, piaccia non piaccia, ci deve essere qualcosa o qualcuno che le fa rispettare anche, sicuramente non solo, con la repressione. Non ci sono santi che tengano. Inutile e dannoso girarci intorno, come negli ultimi vent’anni si è fatto. Barriera aveva la febbre alta decenni fa , ora la metastasi ha raggiunto tutto o quasi tutto il tessuto sociale. Che l’ Esercito non sia la panacea di tutti i mali di Barriera è indubbio. Ci sono voluti anni per accettare il tutto.
come a Porta Palazzo le ronde saranno miste con la polizia e i civich. Insisto: se c’è un cancro da operare e curare , bisogna operare e fare chemioterapia. Secondo me siamo in ritardo , ma non si deve e non si può rinunciare nel fare. Almeno in un primo momento , ci sarà il riappropriamento da parte dello Stato del territorio. Territorio, un bene di tutti. Non una zona senza controllo e senza regole. Una colpa del passato è stata minimizzare il fenomeno, colpevolizzando chi urlava la propria disperazione nell’abitare in Barriera di Milano. Non vorrei che avvenisse ancora. Concretamente? Spero che la gente, il cosiddetto popolo, solidarizzi e collabori con le Forze dell’Ordine coadiuvate dall’ Esercito. Libertà, almeno in Barriera è (anche) questo.
Patrizio Tosetto