Torino- Pagina 50

Studenti di nuovo in piazza contro la dad

La metà degli studenti delle scuole piemontesi è da oggi di nuovo in dad, situazione che ha suscitato  la protesta delle scolaresche in piazza Castello a Torino, di fronte al palazzo regionale.

 

I ragazzi che manifestano  seguono da lì le lezioni  “Ci chiudono le scuole, ma non ci dicono perché. E’ meglio un lockdown totale che chiudere soltanto la scuola”, affermano.

Tra loro anche Anita, la dodicenne che  ha ispirato la protesta contro le lezioni a distanza in tutta Italia.

(foto archivio M. Martellotta)

Controlli alla movida del weekend, verifiche su oltre 350 persone. Chiusi 4 locali

Non rispettavano le norme volte alla prevenzione del Covid-19.

 

Nello scorso fine settimana hanno avuto luogo,  sotto il coordinamento della Polizia di Stato, e con il concorso di personale dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale, diversi servizi di controllo volti alla verifica del rispetto della normativa di prevenzione della pandemia da Covid 19, con particolare riferimento alle aree dove maggiormente è solita concentrarsi la movida.

Complessivamente, sono state oltre 350 le persone identificate durante i servizi, che hanno interessato le zone del centro città, Piazza Castello, via Po, Piazza Vittorio Veneto, via Roma, Piazza Carlo Felice, via Lagrange, Piazza Santa Giulia,  ma anche due grandi parchi cittadini, quali quello del Valentino e il Ruffini.  15 le persone sanzionate in quanto non portavano il previsto dispositivo di protezione individuale (mascherina) e 5 per divieto di mobilità, essendo state trovate al di fuori del Comune di residenza. Sono state elevate 7 contravvenzioni al codice della strada, sequestrata un’auto che viaggiava senza copertura assicurativa e ritirate 2 patenti di guida.

Numerosissimi gli esercizi commerciali sottoposti a controlli, circa un centinaio.

Di questi, tre sono stati sanzionati dagli agenti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale  della Questura. Si tratta di 2 minimarket e 1 bar, ubicati in Corso Belgio, Corso Giulio Cesare e Corso Palermo, che somministravano o vendevano alcolici per asporto oltre l’orario di chiusura. Rimarranno chiusi al pubblico per 5 giorni. I titolari sono stati sanzionati in merito. Un quarto locale, sito in corso Moncalieri, è stato altresì chiuso lo scorso sabato per 5 giorni dai poliziotti della Squadra Volante in quanto, alle 19.45, erano ancora presenti all’interno ben 15 avventori, alcuni ai tavoli, altri al bancone del bar, tutti intenti a consumare bevande alcoliche.

“Train d’union” per un nuovo servizio ferroviario

“Train d’Union”, un comitato spontaneo nato per promuovere la creazione di un nuovo servizio ferroviario tra Nord Europa e Sud della Francia, con un ruolo centrale per Torino

 

“Per promuovere un nuovo progetto infrastrutturale a livello europeo è stato costituito un comitato spontaneo – spiega l’ingegnere torinese Luca Valzano, di cui è vicepresidente  e coordinatore del comitato tecnico scientifico – dal nome evocativo “Train d’Union”. Questo comitato si sta adoperando a favore della creazione di un servizio ferroviario tra il Nord Europa e il Sud della Francia, che sia passante da Torino e che consentirebbe la riapertura di alcune tratte sospese quali la Santhia’-Arona e la cosiddetta Ferrovia delle Meraviglie, che è anche patrimonio del FAI, la Cuneo- Nizza (divenuta  molto importante e preziosa dopo la frana verificatasi sul colle del Tenda nell’ottobre del 2019)L’iniziativa proposta vuole porre rimedio alla crescente marginalità in cui versano il Piemonte e, soprattutto, il suo capoluogo regionale, Torino, ritenendo che la nostra città potrebbe, invece, assumere un ruolo fondamentale quale crocevia della rete dei trasporti transeuropei TEN-T”.

“Se venisse interessata dell’attraversamento di un asse verticale Nord Sud europeo – precisa l’ingegner Luca Valzano Torino diventerebbe un nodo molto importante, acquistando quella centralità che, invece, le politiche nazionali e comunitarie paiono affidare all’area centrale dell’Italia settentrionale e a Milano, comenaturale completamento delle tratte ferroviarie svizzere. Il recupero della tratta CuneoNizza diventa imprescindibile da un ripensamento della complessiva tratta transeuropea.

Il comitato è sorto su iniziativa di Bruno Lanteri Liano’, membro dell’Associazione culturale “A Vastera” che riunisce la comunità brigasca che vive nella zona al confine italofrancese, tra Liguria e Piemonte, e della  regione Provence-Alpes-Cote d’Azur. Si tratta di una comunità che risulta esemplare della collaborazione transfrontaliera tra territori; l’associazione A Vastera, che sostiene il progetto della tratta transfrontaliera, si è sempre adoperata per il recupero e la valorizzazione delle tradizioni brigasche, intese come insieme di beni materiali e culturali tramandati dagli antenati”.

“Il comitato Train d’Union’ – precisa l’ingegnere Luca Valzano – è  nato raggruppando inizialmente  comunità di cittadini italiani e francesi sensibili alle esigenze economiche del territorio, accanto a realtà associative attente ai valori culturali e ambientali,  per porre rimedio all’isolamento infrastrutturale in cui versa il Piemonte. Per ottenere ciò  si è  pensato di promuovere un asse ferroviario che, partendo dalla Riviera francese, attraverso la Liguria di Ponente, Piemonte e Svizzera, potesse unire il bacino mediterraneo con la Germania e le Regioni del Nord Europa. Ilcomitato Train d’Union” propone un sistema di mobilità sostenibile su  rotaia, nell’assoluto rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Oltre al potenziamento della tratta  Arona-Santhia’, questo collegamento ferroviario coinvolgerebbe la Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza, interessando anche la regione meridionale della Francia, connettendo anche il Principaro di Monaco e la Liguria di Ponente, con un ruolo fondamentale assunto dallo scalo di Vado-Savona”.

“ Questo progetto -aggiunge l’ingegner Valzano – si distingue anche per la sua capacità interlocutoria trasversale ed è piaciuto a un consigliere regionale come Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati in Regione Piemonte, che si è iscritto al Comitato Train d’Union. Sarebbe assolutamente auspicabile che questo progetto fosse condiviso da tutte le forze politiche cittadine e regionali, in quanto si pone l’obiettivo del superamento del decentramento in cui versa sempre più Torino, oltre al fatto che risulterebbe un prezioso volano per la crescita economica dell’intero Piemonte”.

Mara Martellotta 

Torino: centrale dello spaccio in appartamento di via Bra

I pusher smistavano poi le dosi in corrispondenza delle fermate del tram di Corso Giulio Cesare

Un modus operandi ormai consolidato da tempo quello notato dai poliziotti del Commissariato Barriera Milano. I due complici erano soliti stazionare nei pressi della fermata “Carmagnola” di Corso Giulio Cesare, ma erano abilissimi a non farsi sorprendere nella flagranza di spaccio. Inoltre, si davano il cambio in modo tale che uno rimanesse sempre in casa per custodire lo stupefacente. Il complice che invece era uscito fuori, doveva prestare molta attenzione nelle fasi del rientro in casa. La prassi, in caso di controllo, era dichiarare di essere senza fissa dimora, sebbene invece alloggiassero in zona, e non portarsi al seguito  nemmeno le chiavi di casa. La scorsa settimana,  i poliziotti individuano lo stabile in cui i due stranieri rientrano ogni sera, però, e si appostano, fin quando l’indomani uno di loro non esce. Alla vista delle divise della Polizia uno dei pusher, un trentanovenne gabonese, ingaggia una colluttazione con i poliziotti nel tentativo di impedire loro di controllarlo e rientra velocemente in casa, cercando di non farli entrare, urlando al complice qualcosa, probabilmente di disfarsi della droga che detengono in concorso. Ma gli agenti vincono la resistenza e si introducono  nell’alloggio. Trovano la seconda persona, un senegalese di 20 anni, goffamente nascosto sotto le coperte della camera da letto con in mano un involucro in plastica contenente degli involucri. Sta cercando di ingoiarli ma viene provvidenzialmente fermato.  Gli agenti sequestrano complessivamente 131 involucri, 84 di eroina e 47 di cocaina, per un peso complessivo di 55 grammi. Dagli accertamenti esperiti, entrambi risultano irregolari sul territorio nazionale, il trentanovenne anche colpito dalla misura del divieto di dimora in Torino; saranno arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente in concorso.

8 marzo, l’ospedale Mauriziano regala un profumo alle proprie pazienti

BENE-ESSERE: un kit esperienziale “wellness box” di doni che sa di buono e di pulito in regalo alle pazienti ricoverate

Si chiama “Il profumo di bene” ed è il profumo che l’ospedale Mauriziano di Torino regalerà alle proprie pazienti accompagnato da un kit esperienziale di prodotti, in occasione della prossima Festa della donna. Un’essenza del pulito “buono”, del bucato di casa, ma con un tocco raffinato in più: la nuova fragranza firmata Antonella Bondi Immersive Experiences ha forza evocativa così potente da meritarsi un’iniziativa particolare in grado di farne manifestare appieno la capacità emozionale. Così Il profumo di bene diverrà protagonista del primo passo di un bel progetto benefico: sarà infatti parte principale di un kit chiamato “Wellness box”, che verrà donato il prossimo 8 marzo a chi è degente presso l’ospedale Mauriziano.
Così, quando l’inizio della primavera sarà vicina, le pazienti ricoverate nei reparti del Mauriziano riceveranno un regalo inatteso. Il kit loro destinato comprenderà appunto Il profumo di bene (in flacone spray per lenzuola e ambiente da 15 ml) e poi anche altri cadeaux: un gel igienizzante per le mani in flacone da 50 ml; Mon Cheri, orgoglio piemontese coinvolto nel progetto al pari della torinese Lavazza, che regalerà pacchetti di caffè macinato nuovo nato i Tierra Wellness (un caffè speciale con una ridotta quantità di cere e minore acidità, a tutto benessere). Sarà donata anche un’altra “esperienza olfattiva”, sempre firmata AB Immersive Experiences: un flacone da 15 ml di Crumble di cioccolato e ciliegia, che fa parte della linea Food fragrances.
«Abbiamo studiato e realizzato una fragranza a base di biancheria appena stesa, il bucato della nonna in giardino, con la brezza di agrumeti intorno. Abbiamo pensato allora di proporlo come “coccola” al Mauriziano» spiega Antonella Bondi, architetto di esperienze olfattive che realizza da anni fragranze 100% naturali utilizzando essenze preziose e rare, combinate per dar vita a prodotti originali destinati fino ad oggi agli chef per le loro creazioni in cucina, ai mixologist per la sperimentazione nei cocktail, agli interior designer per arricchire l’esperienza degli ospiti in hotel e resort di lusso ed anche a molti brand per identificare prodotti e servizi e dare forma fisica ai propri valori.

Coinvolto sarà anche il professor Vincenzo Russo, coordinatore del Centro di Ricerca di Neuromarketing “Behavior and Brain Lab IULM” a Milano. Commenta: «Credo che si possa e sia interessante misurare la reazione emotiva al profumo e confrontarla con benchmark o altri odori tipici da ospedale. Stiamo già progettando esperimenti in tal senso».

L’8 marzo sarà l’esordio delle ABImmersive Experiences nel settore ospedaliero: «Per la prima volta al mondo s’interviene con una “coccola riservata al paziente”. Vogliamo dare attenzione al suo aspetto emozionale e supporto a quello emotivo, attraverso il percorso olfattivo che abbiamo realizzato» e che è stato apprezzato e approvato dal Direttore sanitario dell’ospedale Mauriziano, dottoressa Maria Carmen Azzolina, medico e donna estremamente sensibile ed attenta alle esigenze dei degenti. Lo stesso apprezzamento arriva da chi vive il proprio tempo a fianco dei pazienti, come la dottoressa Tiziana Claudia Aranzulla, cardiologa che dedica attenzione speciale alle donne. E così anche lo stesso Direttore generale Maurizio Dall’Acqua che ha accolto favorevolmente l’iniziativa in quanto inquadrabile nell’ambito dei progetti sull’umanizzazione.

Non a caso la data scelta per questa “prima assoluta” è l’8 marzo, festa della donna. L’iniziativa riguarderà inizialmente l’universo femminile, per poi estendersi a tutti i pazienti dell’ospedale. Verrà infatti attivata una sorta di adozione a distanza del Profumo di bene, per poter offrire la possibilità a chiunque di acquistare virtualmente un kit da donare a chi vive un momento difficile, come segno di solidarietà.
Quello del Mauriziano di Torino è solo l’inizio di un percorso; il format potrà essere successivamente esteso altrove, cominciando da un altro importante ospedale italiano, il pediatrico Meyer a Firenze, polo d’eccellenza nel campo delle cure destinate ai più piccoli.

Come racconta la giornalista e scrittrice Camilla Baresani: “Quando desideriamo solo chiudere gli occhi e riposare, quando siamo preoccupati e cerchiamo una distrazione immediata, quando qualche parte del corpo ci duole e proviamo a non ascoltarla, quando cerchiamo sollievo e distrazione ma senza la forza di far nulla, semplicemente da seduti o sdraiati, ecco…
Ecco, è allora che un profumo, un aroma, una fragranza ci permette di sognare da svegli, di innescare i ricordi, i sogni, i desideri. La scatola magica che è dentro di noi comincia a produrre immagini suscitate dall’olfatto. “Mi dai una mano a stendere il bucato?”. Chi di noi non se l’è sentito chiedere! È un ricordo ancestrale quello della biancheria stesa al sole ad asciugare. Ecco perché compare in tanti film: è un richiamo al sentirsi bambini, alla freschezza, alla pulizia, alla vita che si rinnova. Una sensazione analoga ce la procura il profumo di biscotti, della pasta frolla che cuoce ancora per pochi minuti nel forno, da cui si sprigiona il suo magico aroma.
Chiudete gli occhi, spruzzate nell’aria intorno a voi queste fragranze e… sognate!”

Assorbenti per l’8 marzo, campagna di Arci e Cgil

LA PROVOCAZIONE LANCIATA DA ARCI TORINO E CGIL TORINO

 

Assorbenti per l’8 marzo. E’ la provocazione, e insieme la campagna, lanciata dal Comitato Arci Torino e Cgil Torino per la festa della donna. Un’iniziativa, che parte domani, lunedì 8 marzo, e durerà un mese, dal titolo “Non sono beni di lusso!”. Permette di donare assorbenti, in primis, ma anche prodotti per l’igiene personale o per la pulizia della casa: beni che, di norma, non sono oggetto di donazione né sono attualmente presenti nei panieri di beni forniti dal Comune di Torino e del Banco Alimentare alle famiglie in difficoltà.

 

Su assorbenti, tamponi, coppetta mestruale le donne pagano l’Iva al 22%. Carne, birra o cioccolato l’hanno al 10%, come pure tartufo e merendine – che proprio indispensabili non sarebbero – come non lo sarebbero i francobolli da collezione e gli oggetti d’antiquariato. Gli assorbenti vengono considerati al pari delle automobili e dei televisori: non sono beni primari per lo stato italiano.

 

La campagna nasce sotto il grande cappello di Fooding, il progetto avviato nel 2018 da Arci Torino per affrontare il tema della povertà e delle disuguaglianze a partire dalla solidarietà alimentare: mense per persone senza dimora, recupero delle eccedenze alimentari e distribuzione di panieri solidali.
In questo caso, si vuole valorizzare la cultura del dono attraverso due punti di raccolta fisici: il Circolo Anatra Zoppa, in via Courmayeur 5, e la Camera del Lavoro di Torino di via Pedrotti 5. E’ prevista anche l’organizzazione di spese sospese: alcuni punti vendita daranno la possibilità ai clienti di donare prodotti che saranno destinati al progetto.

 

Come tutte le azioni di Fooding, la risposta a un bisogno materiale si accompagna a un obiettivo di sensibilizzazione: narrare come si strutturano le disuguaglianze nel nostro paese e richiamare l’attenzione sulla componente di genere. In Scozia, ad esempio, esiste l’accesso gratuito e universale ai prodotti per le mestruazioni. In Spagna, Grecia o Austria l’aliquota è al 10%. In Francia al 5,5%, in Irlanda l’Iva è allo 0%: parliamo di un bene che ha un impatto nell’economia delle famiglie e delle donne.

 

«E’ passato un anno dall’inizio della pandemia e dall’avvio di Torino Solidale. In questo anno abbiamo avuto modo di conoscere le famiglie e i loro bisogni  – afferma la coordinatrice di Fooding, Alice Eugenia GrazianoQuesta è la prima di una serie di raccolte straordinarie che lanceremo nei prossimi mesi per ampliare la varietà di beni che possiamo mettere a disposizione di chi beneficia del progetto. Siamo voluti partire dai beni per l’igiene personale e la pulizia della casa perché sono tra i beni più richiesti, dopo il cibo ovviamente, e abbiamo voluto mettere al centro di questa raccolta il tema degli assorbenti per ricordare come le crisi e le povertà colpiscano in modo diverso i generi».

 

«La Cgil di Torino ha deciso di partecipare a questo progetto con l’Arci perché accanto alla nostra azione di difesa dei diritti di chi lavora pensiamo che in un momento come questo sia fondamentale occuparsi dei bisogni delle persone in difficoltà,a partire da quelli primari – afferma la segretaria generale Cgil Torino, Enrica ValfrèUn modo concreto di essere solidali, tornando alle origini delle camere del lavoro, che erano anche luoghi di incontro e di sostegno alle necessità delle persone. Partiamo con questo progetto perché sostenere in particolare le donne e la loro dignità, proprio nel momento in cui la pandemia le penalizza di più e rischia di renderle più povere e più sole, è strategico per far ripartire in modo più giusto il paese».

8 marzo: “Uomini contro la violenza”

Un convegno per fare il punto sulla legge Codice rosso

A circa un  anno e mezzo dall’entrata in vigore della legge conosciuta come Codice rosso, quali sono le difficoltà incontrate, i successi raggiunti, l’effettiva operatività della norma?

A queste e altre domande proveranno a dare risposta i tanti relatori che parteciperanno  al convegno “Uomini contro la violenza” , online sui canali istituzionali del Consiglio regionale, lunedì 8 marzoGiornata internazionale della donnaalle ore 15. L’incontro è stato organizzato dall’associazione Ma.ter in collaborazione con la Consulta femminile del Consiglio regionale del Piemonte.

8 marzo amaro: l’imprenditoria femminile piemontese perde 712 aziende

LE IMPRESE ROSA DEL PIEMONTE STANNO PAGANDO: a fine dicembre – 712 imprese rosa

 

Daniela Biolatto (Presidente Donna Impresa Confartigianato Piemonte):

“Le imprese rosa del Piemonte hanno bisogno di essere sostenute sul piano finanziario, attraverso l’erogazione di ristori veloci ed appropriati, e sul piano del welfare”

L’imprenditoria femminile del Piemonte sta pagando l’impatto negativo dovuto al Covid-19.

A fine dicembre 2020, secondo gli ultimi dati forniti da Unioncamere, le imprese femminili con sede in Piemonte ammontavano a 95.879 unità, in diminuzione rispetto alle 96.591 di fine 2019 (-712 imprese rosa).

In Piemonte a trainare il lavoro indipendente femminile artigiano sono 16.796 titolari di imprese individuali artigiane (dato relativo al II trimestre 2019). Insieme a socie e collaboratrici operano nella nostra Regione 31.995 donne d’impresa. Inoltre, il 48% delle imprenditrici artigiane piemontesi ha tra i 48 ed i 72 anni.

A livello nazionale, la classifica provinciale vede in testa Milano, con 18.151 imprenditrici, secondo posto per Torino (15.769), seguita da Roma (14.829).

Nelle province del Piemonte dopo Torino, con 15.769 imprenditrici, troviamo Cuneo (4.935), Alessandria (3.203), Novara (2.732), Asti (1.547), Biella (1.409), Vercelli (1.256) e Verbania (1.144).

Un focus di Confartigianato Imprese sull’imprenditoria femminile mette in evidenza come quasi il 70% delle 31.995 donne d’impresa operino proprio nei settori più esposti alla “crisi coronavirus”.

 

L’imprenditoria femminile artigiana è caratterizzata soprattutto da piccolissime imprese, spesso a gestione familiare, che hanno più difficoltà di resilienza rispetto a quelle guidate dai colleghi uomini. I settori in cui operano maggiormente le imprese artigiane rosa, infatti, sono tra quelli maggiormente colpiti dalla pandemia: un terzo delle imprese artigiane rosa lavora nella moda, settore che ha patito più di altri la cessazione degli eventi soprattutto quelli legati alla filiera del matrimonio, un’altra importante fetta opera nel benessere (acconciature e centri estetici), che sono stati tra i primi a chiudere nel primo lockdown e gli ultimi a riaprire, un’altra importante fetta dell’ imprenditoriale femminile è legata al turismo, settore che ha subito una flessione del 90%.

 

“La causa della flessione di imprese rosa che ha caratterizzato l’anno pandemico – afferma Daniela Biolatto, Presidente Donna Impresa di Confartigianato Piemonte – è da ricercare anche nella scarsa attenzione che l’imprenditrice donna riceve in termini di welfare, sulla mancanza di investimenti che potrebbero giovare alle donne che lavorano, come ad esempio gli asili nido. In una parola l’imprenditoria femminile è costretta ancora oggi a fare dei veri e propri tour de force per poter coniugare il lavoro, la famiglia e i figli, che in questo anno di pandemia sono stati spesso seguiti da casa con la DAD. La crisi sanitaria ha messo in luce il problema atavico per le donne che fanno impresa, ossia la conciliazione vita-lavoro. Ma le difficoltà vanno ricercate anche sul fronte lavorativo, come ad esempio l’accesso al credito.”

A livello nazionale, secondo l’ultimo rapporto di Unioncamere, le imprese femminili si sono viste rifiutare l’8% delle domande di finanziamento rispetto al 4% delle imprese guidate da uomini.

“In questa fase le imprese rosa del Piemonte – conclude Biolatto – hanno bisogno di essere sostenute sia sul piano finanziario attraverso l’erogazione di ristori tanto veloci quanto appropriati, sia sul piano del welfare attraverso iniziative volte a migliorare la qualità della vita delle donne imprenditrici, come l’implementazione di servizi capaci di andare incontro alle esigenze al femminile. Voglio inoltre ricordare che l’investimento pubblico rivolto alle donne che lavorano ritorna sia in termini di PIL che in posti di lavoro che si creano”.

Le donne italiane sono anche tra le più intraprendenti d’Europa, ma il nostro Paese è agli ultimi posti nell’UE per l’occupazione femminile e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia.

Le imprenditrici offrono un rilevante contributo alla ricchezza nazionale: si attesta, infatti, a 290,3 miliardi di euro il valore aggiunto prodotto dalle imprese guidate da donne. A questa cifra si aggiungono i 219,1 miliardi realizzato dalle lavoratrici dipendenti in imprese maschili. Se nelle attività indipendenti le donne italiane primeggiano in Europa, il nostro Paese rimane ultimo nell’UE per il tasso di occupazione femminile. Le imprenditrici devono fare i conti con un welfare che non aiuta le donne italiane a conciliare il lavoro con la cura della famiglia.

L’Osservatorio di Confartigianato Imprese mette in luce come la spesa pubblica italiana sia fortemente sbilanciata sul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per anziani mentre quella per le famiglie e i giovani si ferma a 26,9 miliardi, pari al 3,2% della spesa totale della PA (rispetto al 3,8% della media UE) e all’1,6% del Pil (rispetto all’1,7% della media UE). Percentuali che collocano l’Italia rispettivamente al 18° posto e al 15° posto tra i Paesi europei.

Tutto ciò si riflette sull’occupazione femminile e sulle condizioni per conciliare lavoro e famiglia: Confartigianato Imprese rileva infatti che il nostro Paese rimane ultimo nell’UE per il tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni: nel 2018 si attestava al 49,5% a fronte di una media del 63,3% nell’UE a 28. Fa peggio di noi soltanto la Grecia, con un tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni del 45,3%. Per giunta siamo ben lontani dal primato della Svezia (76%).

Per supplire alle carenze dei servizi pubblici, le donne si caricano di una notevole mole di impegni, tra cura della famiglia e attività domestiche, cui dedicano in media 3 ore e 45 minuti al giorno di lavoro non retribuito, pari ad un valore complessivo annuo di 100,2 miliardi di euro, di cui 18,5 miliardi attribuibile alle imprenditrici e 81,7 miliardi alle lavoratrici dipendenti. Il valore del lavoro non retribuito delle lavoratrici artigiane autonome è pari a 3,7 miliardi.

Mantova – Reale Mutua Basket Torino 52 – 85. Una partita a senso unico

Il basket visto a distanza

La Reale Mutua Basket Torino vince una partita che non ha più un senso tecnico già poco dopo l’intervallo.

E’ la solita solfa delle squadre che giocano lo stesso campionato ma sono ampiamente differenti nella categoria del merito. Torino è di un livello superiore, mentre Mantova in una A2 a girone unico e non due gironi sicuramente non sarebbe presente.

Il risultato non dice tutto, anzi, avrebbe potuto essere più ampio il divario e potrei dire che è stata un’altra di quelle partite in cui Torino dimostra ampiamente di non appartenere a questa categoria almeno nelle potenzialità. Certo è che alcune squadre sono improponibili da vedere giocare e che la speranza di salire di livello per rivedere la serie A è l’ultima a morire, ma si sa, chi vive sperando… .

Il commento tecnico è inesistente per merito di Torino, ma possiamo segnalare una buona prestazione balistica da tre punti (6 canestri realizzati) di Alibegovic e la solita prestazione di sostanza di Diop e Cappelletti. Il resto è quasi normale amministrazione per Pinkins e Clark e una buona presenza per Campani. Bushati si ricorda che sa tirare da tre punti e ne infila anche lui due che permettono a me di festeggiare con due pizzette in suo onore. Poco altro da narrare perché l’altra squadra riesce a segnare solo 6 punti nel terzo quarto e pochi di più nell’ultimo sicuramente anche per merito di Torino ma altrettanto certa la qualità bassa di tutta la squadra di Mantova.

Un solo commento lo farei sulla gestione dei finali delle partite, non solo di Torino, ma un po’ di tutto il basket nazionale. Si è sottoposti allo  “stress” di giocare ogni tre giorni (inviterei tutti a non usare mai toni disastrosi per la fatica o entusiastici per i sacrifici di chi fa sport in questo periodo ricordando che c’è gente che non lavora o che perderà il posto e che sta male e di sicuro non si guadagna da vivere giocando… ) e poi fino all’ultimo minuto si gioca in pressione o si rischia infortunio sopra di 30 punti.

La gestione dell’atleta è sempre in funzione anche di preservarlo da fatiche inutili. Non è di sicuro in quel minuto in più che si crea la mentalità vincente, e non è recuperando una palla in più contro una squadra “scadente” che si rafforza lo spirito di squadra. Se non c’è un motivo legato alla differenza canestri o a rivalità particolari, far riposare e preservare dai rischi gli atleti fondamentali dovrebbe essere un dovere più che un piacere nel far giocare le riserve. Ma tant’è, e così è se vi pare in tutto il panorama nazionale.

Probabilmente alcune psicologie sportive suggeriscono tali indicazioni e i “santoni delle panchine” ne sanno sicuramente più di me che di basket vero ormai scrivo solamente e quindi mi taccio.

Adesso Torino rigioca mercoledì e, in virtù dei risultati circostanti, può risalire fino in vetta con tutti i recuperi che deve effettuare. Fino al momento in cui si deciderà tutto ai playoff (Lega permettendo) Torino potrà portare alta la bandiera di squadra favorita. E se gioca anche solo normale, vincerle tutte non sarà un’impresa epica.

Paolo Michieletto

Zona arancione, aperti e operativi tutti gli uffici postali

A seguito dell’Ordinanza emessa dalla Regione Piemonte che istituisce l’introduzione di misure straordinarie per il contenimento alla diffusione del virus in alcuni comuni del torinese, Poste Italiane informache gli uffici postali del territorio sono regolarmente aperti e pienamente operativi secondo i consueti orari.

Gli uffici postali, nella fattispecie, saranno quelli di Bricherasio e Scalenghe.

Inoltre, in tutti gli uffici sono stato installati dei termoscannerper la rilevazione della temperatura corporea, davanti ai quali i clienti dovranno sostare pochi secondi prima di poter accedere nella sala al pubblico. L’accesso sarà interdetto nel caso di temperatura rilevata superiore ai 37.5°.

Negli Uffici Postali, inoltre, sono in vigore altre misure di sicurezza finalizzate al contrasto della diffusione del virus Covid-19, come, ad esempio, l’accesso consentitoesclusivamente con mascherina protettiva, l’ingresso contingentato in base alle dimensioni della sala al pubblico, il mantenimento della distanza interpersonale anche grazie all’installazione di apposita segnaletica orizzontale per indicare come comportarsi durante l’accesso e il transito nei locali, l’installazione di barriere protettive in plexiglass per dividere gli operatori e i clienti e, più in generale,l’osservanza di tutte le disposizioni di sicurezza previste dalle normative emanate in materia. In tutte le sedi, inoltre, i dipendenti che svolgono in modo prevalente la propria attività nella sala al pubblico, per esempio gli addetti ai Corner PosteMobile oppure gli Addetti all’accoglienza della clientela, sono dotati quotidianamente di una mascherina FFP2, per prevenire i rischi per la loro salute e per quella dei frequentatori dell’Ufficio.

Poste Italiane coglie l’occasione per invitare i cittadini a recarsi in ufficio postale esclusivamente per il compimento di operazioni essenziali e indifferibili e ad utilizzare gli ATM Postamat per i prelievi di denaro contante e le operazioni consentite. L’Azienda ricorda inoltre che molti dei servizi tradizionalmente erogati allo sportello, come ad esempio il pagamento dei principali bollettini, i trasferimenti di denaro e le spedizioni di corrispondenza e pacchi, sono disponibili attraverso il sito poste.it e le App BancoPosta e PostePay.

Anche durante il nuovo periodo di lockdown, inoltre, Poste Italiane continuerà ad assicurare il servizio di recapito della corrispondenza e pacchi sul territorio comunale interessatodall’ordinanza regionale.