Torino- Pagina 39

Minore arrestato per rapina: colpisce la vittima e si impossessa del borsello

Un diciasettenne è stato arrestato dagli agenti della Squadra Volante domenica sera per tentata rapina.

Poco dopo le 20, in via Nizza il minore, dopo essersi avvicinato, ha improvvisamente colpito al volto un ragazzo che era in compagnia di amici impossessandosi poi del borsello e dandosi alla fuga. Recuperati i suoi occhiali da vista, caduti per terra dopo l’aggressione, la vittima si è resa conto del furto e ha inseguito il reo il quale vistosi inseguito ha gettato per terra la refurtiva continuando la sua fuga che però non è durata a lungo. Gli agenti della Squadra Volante, infatti, allertati dalla vittima e ricevute le descrizioni hanno intercettato il diciassettenne in via Nizza angolo via Vado, non lontano dal luogo dei fatti.

Per il minore, oltre all’arresto, per rapina è scattata anche la denuncia per il possesso di un coltello a serramanico.

Juve determinata, Toro su di giri

Qui Juve: obiettivo decimo scudetto consecutivo. È il mantra che risuona, stabilmente, nelle stanze bianconere.
Il tecnico Andrea Pirlo torchia i suoi giocatori sia dal punto di vista tecnico che tattico. Continua a plasmare una Juve camaleontica, adatta a qualunque tipologia di gioco e con moduli diversi. Mai dare troppi punti di riferimento all’avversario di turno. Domenica, in casa, contro il Benevento serviranno 3 punti fondamentali per non perdere terreno dall’Inter capolista. Quasi tutti disponibili i giocatori bianconeri, compreso qualche acciaccato che sarà convocato egualmente. Fare gruppo significa anche questo: emotività partecipativa e raggiungimento degli obiettivi. Pazienza l’eliminazione dalla Champions League.
Supercoppa italiana vinta, finale di Coppa Italia a maggio contro l’Atalanta, ancora in corsa per vincere il decimo scudetto consecutivo. La Juve c’è.

Qui Toro: granata su di giri e già in campo per preparare la sfida fuori casa contro la Sampdoria domenica prossima. Dopo la grande vittoria contro il Sassuolo tutti disponibili i giocatori granata col solo N’Kolou a parte. Si va verso la conferma del solito e proficuo 3-5-2 da cambiare in 4-4-2 a gara in corsa per sfruttare le molteplici soluzioni che offre l’attacco. Il tecnico granata Davide Nicola si sta rivelando un grande motivatore nonché ottimo tecnico, bravo a leggere le situazioni della partita ed a gara in corso di correggere eventuali sbavature nei reparti. Ottime le prestazioni dei giocatori che subentrano a gara in corso. Il Toro sa sfruttare appieno il suo buon organico che non merita di lottare per i bassifondi della classifica, ma si sa a volte le annate calcistiche nascono male già in fase progettuale ma l’importante è saperle correggere a campionato in corso. I granata ci stanno riuscendo.

Vincenzo Grassano

Impediscono il controllo bloccando la porta con una spranga di ferro

I fatti accaduti scorso in zona Centro

E’ quasi l’una di notte quando un residente segnala al 112 NUE musica alta e schiamazzi provenire dall’interno di un esercizio commerciale. Agli agenti del commissariato Centro giunti sul posto il locale si presenta chiuso dall’esterno, fatta eccezione per una flebile luce che fa capolino dalle imposte nella parte superiore. Gli operatori bussano ripetutamente alla porta dell’attività, al fine di attirare l’attenzione dei presenti, ma solo dopo alcuni minuti la musica, udibile anche dall’esterno, cessa. Una voce maschile dall’interno del locale domanda chi abbia bussato, i poliziotti si qualificano. L’interlocutore nega loro l’accesso, nonostante le ripetute intimazioni ad agevolare l’accesso nel locale. La voce continua a proferire frasi di dissenso. Nel frattempo si distingue chiaramente il rumore metallico prodotto da una spranga in ferro che qualcuno all’interno sta utilizzando per bloccare la porta ed il trambusto riconducibile a persone che cercano di allontanarsi. Personale del commissariato si affaccia allora da un cancello chiuso, attiguo al locale, dal quale si intravedevano due soggetti uscire da una porta secondaria. Gli agenti, fatto accesso al vicino condominio, entrano nel cortile e bloccano i due individui. Uno di questi, cittadino italiano di 39 anni, viene riconosciuto come “la voce” che poco prima aveva impedito l’accesso. Una volta all’interno dell’esercizio, i poliziotti appurano l’effettivo bloccaggio della porta, al fine di ritardare il più possibile il loro ingresso e permettere contestualmente un rapido allontanamento delle persone presenti, come suggerito dai numerosi bicchieri contenenti rimanenze di bevande alcoliche e il rinvenimento di alcuni effetti personali abbandonati degli avventori.

Il trentanovenne è stato denunciato per resistenza a P.U.

Avetta (Pd): “Quali investimenti per le strade del Canavese?”

Alberto Avetta (Pd): “Variante del Ponte Preti, variante alla SP 460 Lombardore-Front, Peduncolo di Ivrea, Traforo di Monte Navale, Ponte Ribes, nodo di Borgofranco e nodo idraulico di Ivrea: questi gli interventi infrastrutturali indispensabili per il rilancio del Canavese.”

 

“Più di vent’anni fa, era il febbraio del 2000, vennero individuate le strade da trasferire alle Regioni e agli Enti locali. Finalmente con il DPCM del 21 novembre del 2019, il ministero delle Infastrutture e dei Trasporti ha avviato il trasferimento. Essendo prossimo il passaggio formale ad ANAS di tali tratte stradali, è importante che durante la discussione del bilancio regionale 2021 si affronti il tema: questi interventi infrastrutturali sono indispensabili per il rilancio industriale, economico e sociale del Canavese”. Lo afferma il Consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd), che ha presentato un’Interpellanza relativa al trasferimento della rete stradale alla Regione Piemonte e ad Anas. “In particolare segnalo l’importanza della variante alla SP 460 Lombardore-Front per lo sviluppo dell’area dello stampaggio a caldo in alto canavese (opera in attesa di finanziamento, il progetto è affidato alla Città Metropolitana che attende dalla Regione le risorse per aggiornare il progetto definitivo); la Variante del “Ponte Preti” (opera finanziata dal Ministero Trasporti nel 2019 e in fase di progettazione a cura della Città Metropolitana di Torino); il Peduncolo di Ivrea, collegamento tra la SS 26 e la SP 228, e Traforo di Monte Navale (entrambe in attesa di finanziamento); il Ponte Ribes, ricostruzione e adeguamento sulla SP 565 (in attesa di finanziamento); il nodo di Borgofranco (movimenti franosi sulla SS 26) e gestione nodo idraulico di Ivrea (in attesa di finanziamento). Pertanto, ho voluto sollecitare la Regione Piemonte per sapere a che punto è il confronto con Anas e Città Metropolitana di Torino per la futura gestione delle varianti e degli altri interventi infrastrutturali ancora in fase di progettazione, e soprattutto quante risorse si prevede di stanziare in sede di bilancio. E’ bene che la Regione tratti con ANAS le migliori condizioni coinvolgendo fin da subito i sindaci canavesani”.

Sempre i soliti da trent’anni

No… non ci posso credere, il Prof Mario Calderini candidato per centro sinistra e pentastellati a Torino.  Persona degnissima,  sia ben chiaro. Come un riflesso condizionato si pensa subito al Prof Francesco Profumo e Mercedes Bresso. Fu lei nel volerlo a Presidente FinPiemonte,  poi il centro sinistra scelse Fabrizio Gatti. Ma questa è un’ altra storia,  e che storia,  precisamente una storiaccia. Non è da meno Chiaretta Appendino. Molto alternativa quando chiedeva i voti ai centri sociali e no Tav , lei pur sempre figlia della buona borghesia torinese.

Quando è toccato a lei non ha avuto dubbi: riconferma di Francesco Profumo alla presidenza di Fondazione San Paolo. Presidente lo fu Sergio Chiamparino,  e questa è una storia almeno parallela. Sempre i soliti da trent’anni? Francamente il sospetto viene.  Unica che , almeno a Torino,  vorrebbe una alleanza al primo turno tra PD e cinquestelle e Chiaretta. Indubbiamente,  prima o poi Enrico Letta dovrà occuparsene. Avanti coi carri e Irene Tinagli vice segretaria. Grande amica di Calenda ma soprattutto grande professoressa a livello Mondiale e laurea a pieni voti alla Bocconi. Stupendo il suo libro: la grande ignoranza. Dall’ uomo qualunque al Ministero qualunque. L’ ascesa del’ incompetenza e il declino dell’ Italia,  ottima sintesi per un ottimo programma politico. La vedo dura per Giggino ( Di Maio )  e i suoi sodali. E non finisce qui.  Anna Rossomando alla segreteria nazionale responsabile Giustizia.
Lei che ha sempre bollato la legge Bonafede sulla prescrizione come una boiata pazzesca. E poi quell’ abbraccio tra Letta e Bersani la dice lunga. Entrambi letteralmente fregati dal Toscanaccio (Renzi) al quale non rimane altro che viaggiare in Arabia. Molto generosi nei gettoni di presenza nei loro cda.  Mizzica, e 15 giorni fa chi avrebbe immaginato tutto ciò?
Poi finalmente è arrivata la conferma.  Da mesi Nicola Zingaretti era insofferente. Precisamente i beni informati suggeriscono che il primo a parlare a Enrico Letta sia stato proprio il nostro Nicola Nazionale. Martucci e Del Rio non demordono rimanendo al loro posto. Tengono il punto , ma prima o poi dovranno scegliere se continuare nel fare resistenza passiva o voler rimanere nel giro.
Ad oggi, non mi pare che Enrico Letta sia propenso alla seconda soluzione. Se non cambia la legge elettorale,  e difficilmente cambierà, sarà Letta nel decidere i candidati e dunque i probabili eletti. Se son rose fioriranno. Intanto,  per ora si vedono più affinità tra Draghi e Letta che tra Draghi e Salvini. A Matteo Salvini non  rimane che la sterile polemica con Letta definito professorino di Parigi. Totale pochezza. Ma in fondo il Capitano ( Salvini ) fa tenerezza,  molto ma molto in fondo,  s’ intende. Ha endemicamente bisogno della polemica come linfa vitale del suo vivere. Ma Giorgetti lo rabbonisce. Boni, state boni. Concludendo si vedrà. Una cosa è certa: chi ha pensato a Enrico Letta ha fatto,  ad oggi, la cosa giusta per  rafforzare Draghi e qualche difficoltà nel centro destra esiste. Unica contenta è la Meloni che continua nell’urlacchiare. Ma, almeno per ora, non fa testo.

Patrizio Tosetto

Borgata Lesna dimenticata. Non solo dalla politica ma anche da Gtt

È sempre il solito annoso problema.Vengono prese decisioni importanti dalla politica cittadina e dalla GTT senza conoscere il territorio ma soprattutto senza coinvolgere le persone che lo abitano.

Entro il 2023 Borgata Lesna,un piccolo territorio di Torino nella circoscrizione 3 composto da 11 vie interne più quelle che determinano i confini,abitato da 10 Mila abitanti, perderà il capolinea del tram 15 creando un disagio di proporzioni enormi ai suoi cittadini.Andiamo con ordine con una piccola cronistoria:nel maggio del 2020 GTT firma un contratto con Hitachi Raul ed acquista,con contributi governativi,70 nuovi tram dotati di pianale ribassato, ultra moderni,bellissimi,capienti ma lunghi 28 metri!
A partire dal 2023, quando entrerà in funzione il nuovo piano del trasporto pubblico varato dalla giunta comunale, cambierà il capolinea del tram 15,quindi non ci sarà più l’attuale  in via Brissogne ed  il tragitto della linea verrà accorciato con conclusione all’ospedale Martini, in via Tofane  Questo perché l’attuale terminal non permette l’attestamento di due mezzi del nuovo tipo, prodotto da Hitachi che accodati sarebbero troppo lunghi.
Le domande immediate sono: perché si prendono queste decisioni senza coinvolgere il territorio cittadino che usufruisce quotidianamente del tram linea 15 con tutte le fasce d’età possibili ed immaginabili? perché la politica si sveglia in ritardo a cose già fatte senza informare i “suoi elettori” buoni e consultabili solo quando bisogna andare in cabina elettorale?
La Borgata non si arrende!lasciata sola a “combattere questa battaglia”ed essendo abituata a subire questo genere di soprusi siamo certi che farà valere le sue ragioni in campagna elettorale:l’autunno caldo è già cominciato!

Vincenzo Grassano

 

Il protocollo Blockchain a Parlaconme

Al centro della trasmissione di oggi, su Radiovidanetwork, alle 18 condotta da Simona Riccio

Il protocollo Blockchain sarà al centro della trasmissione PARLACONME, in onda oggi pomeriggio alle 18 sulla Radio web Radiovidanetwork e condotta dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio.

A parlarne con la conduttrice, durante questo appuntamento di approfondimento radiofonico settimanale, sarà l’esperto William Nonnis, programmatore e tecnico informatico, da diciotto anni al Ministero della Difesa in qualità di Full Stack e Blockchain Developer.
La Blockchain, ancor prima di essere una tecnologia, rappresenta una rivoluzione sociale, molto impattante sulla nostra quotidianità. Da molti è stata definita come il nuovo volto di Internet o una sorta di macchina della verità, ma in realtà rappresenta un registro distribuito delle transazioni, liberamente accessibile e basato sul consenso che viene stipulato tra i partecipanti della stessa rete. La Blockchain può essere, infatti, considerata come una sottofamiglia di tecnologie, anzi un insieme di tecnologie, in cui il registro è strutturato alla stregua di una catena di blocchi contenenti le transazioni, il cui consenso è distribuito su tutti i nodi della rete, che possono partecipare al processo di validazione delle transazioni da includere nel registro medesimo. La rivoluzione della Blockchain è nata a partire dal mondo delle criptovalute e da quello Bitcoin, ma presenta molteplici applicazioni, non soltanto dal punto di visto finanziario, alcune delle quali ancora da esplorare.
Nel corso della trasmissione si parlerà del ruolo che essa ha assunto all’interno di un rapporto di fiducia tra soggetti e della sua immutabilità, nonché del fatto che, grazie ad un suo uso corretto, sia possibile evitare qualsiasi tipo di manipolazione.
La Blockchain trova anche applicazione nel campo dell’agricoltura e, durante la trasmissione, si parlerà della sua applicazione nei campi, per tracciare la vita di un pomodoro.
Per seguire la trasmissione ci si può collegare al sito www.vidanetwork.it oppure scaricare la app ufficiale Radio Vida Network gratuitamente per Ios e Android o su speaker Alexa e Google Home.
Replica il giorno successivo venerdì alle ore 9 e il sabato mattina della settimana successiva alle ore 11.30.

Mara Martellotta

Torino ricorda le vittime del Covid

L’ ulivo, simbolo di pace e speranza è  l’albero piantato simbolicamente  oggi dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, e dalla presidente dell’associazione Sicurezza e Lavoro, Loredana Polito,  Si tratta del primo passo per  creare il bosco urbano in memoria delle vittime del Covid-19.

La cerimonia si è svolta  al cimitero Monumentale, in occasione della Giornata nazionale per le vittime del Coronavirus, commemorate  dalla Città anche con le bandiere di Palazzo Civico a mezz’asta e con un minuto di silenzio.

Ha detto la sindaca Chiara Appendino: “Con le bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio, i Comuni italiani omaggiano il ricordo dei nostri concittadini che questa pandemia ha strappato alle loro famiglie e alle loro comunità. Dopo un anno il dolore è ancora vivo e la lotta ancora in corso. Nulla potrà mai rimarginare queste ferite. Ma siamo certi che la forza di una comunità unita potrà permettere a tutte e a tutti di guardare avanti, verso quel momento in cui potremo tornare ad abbracciarci, a guardarci negli occhi, a sorridere a volto scoperto e a dire, finalmente, che è finita.”

Donat-Cattin, il magistero che non tramonta

Carlo Donat-Cattin è scomparso 30 anni fa ma il suo magistero politico, culturale, sociale ed istituzionale continua ad essere moderno. Anzi, addirittura attuale.

 

E questo per una semplice ragione. E cioè, quando un leader politico è anche espressione di una cultura politica – e nel caso di Donat-Cattin dotato di un coraggio e di una determinazione non comuni – è quasi scontato che il suo magistero continui ad essere un punto di riferimento anche per le giovani generazioni.

Innanzitutto, per tutti coloro che continuano ad individuare nel cattolicesimo sociale e nel
cattolicesimo popolare una risposta concreta ai problemi, a volte drammatici, che si affacciano di
fronte a noi. E questo, tra gli altri, per almeno 3 motivi di fondo.

Il primo è la costante nel difendere e nel farsi carico, sempre, delle istanze e delle esigenze dei
ceti popolari. Non nella propaganda elettorale o negli slogan quotidiani, ma nella concreta azione
politica. Nel Parlamento come nella società civile, nel partito come nel dibattito culturale. E questo
è stato il leit motiv dell’azione di Donat-Cattin nel suo lungo e fecondo magistero politico ed
istituzionale. I ceti popolari non vanno mai blanditi o ipocritamente strumentalizzati per fini politici.
I problemi che pongono vanno affrontati e risolti e, su tutto, i ceti popolari – per dirla proprio con
Donat-Cattin – “vanno trasformati da ceti subalterni a classe dirigente del nostro paese. E lo
strumento per centrare questo obiettivo era il partito.

Ecco perchè, ed è la seconda considerazione, il partito resta lo “strumento democratico per
eccellenza” dei ceti popolari e di tutti coloro che si battono per una emancipazione politica,
sociale e culturale. E quindi il partito, che non sarà mai un fine dell’azione politica, non può e non
deve mai trasformarsi in un “banale partito di opinione” o in un brutale “partito del capo”. E le
battaglie, infinite e sempre trasparenti, condotte in prima persona e con la sua corrente della
sinistra sociale di Forze Nuove nella Democrazia Cristiana sono sempre e solo state ispirate ad
una concezione, sturziana e popolare, per un “partito di liberi e forti” che “crede nella
partecipazione, nel confronto e nella sua rappresentanza democratica e sociale”.

In ultimo, e per fermarsi a 3 sole osservazioni, la centralità dell’ispirazione cristiana come
fermento e stimolo continuo ed incessante nella sua concreta azione politica, sociale e culturale.
Una ispirazione cristiana lontana da qualsiasi tentazione clericale ed estranea a qualsivoglia
degenerazione confessionale. Ma, nella difesa strenua e precisa della laicità dell’azione politica, si
riscontrava anche una profonda e convinta adesione al magistero della Chiesa e, nello specifico,
alla dottrina sociale della Chiesa.

Il tutto, come ovvio, condito da un carattere e da una tenacia che lo hanno trasformato, da subito,
in un leader politico e di governo autorevole ed indispensabile. E questo perchè, come
ricordarono più volte i grandi leader Dc del passato, Carlo Donat-Cattin rappresentava un pezzo
di società definito e riconoscibile. Un pezzo di società di cui la DC, il suo partito, non poteva farne
a meno nel momento in cui doveva declinare, concretamente, la sua natura di partito popolare,
interclassista, di governo e di ispirazione cristiana. E quando Aldo Moro definiva Donat-cattin un
“democristiano autentico” o quando Forlani lo collocava tra gli “uomini migliori” prodotti dalla
storia della Dc, ciò avveniva perchè ogni suo gesto tradiva la sua appartenenza all’identità che
proprio Aldo Moro nel suo ultimo drammatico discorso faceva risalire agli elementi costitutivi del
pensiero politico di Donat-Cattin, cioè alla promozione simultanea tanto della dimensione
religiosa, quanto della dimensione popolare e liberal democratica.

Ma Donat-Cattin appariva un “democristiano autentico” non solo e non tanto perchè nei suoi
discorsi sapeva “tenere insieme” tutte queste cose, quanto perchè egli riusciva, con rara lucidità,
a farle convivere nelle sue scelte concrete ovunque fosse chiamato ad operare e ad intervenire. In
effetti, la preoccupazione costante di Donat-Cattin di porre la “questione sociale” al centro di ogni
indirizzo politico non si risolveva solo nello sforzo di condizionare le scelte di politica economica e
salariale ponendosi dal punto di vista dei ceti subalterni. La sua vera ambizione era più grande:
egli voleva che nell’architettura amministrativa dello Stato democratico quei ceti e quelle istanze
non avessero un ruolo residuale nè meramente aggiuntivo.

Come si vede, quindi, l’opera e il magistero di Carlo Donat-Cattin rivelano una ricchezza
straordinaria che va studiata sotto ogni aspetto attraverso analisi severe e dettagliate e che vanno
riproposte a tutti coloro che ancora condividono i valori e le scelte che furono alla base della sua
inconfondibile testimonianza terrena.

Insomma, Donat-Cattin continua ad essere un faro che, grazie alla sua testimonianza politica ed
istituzionale, illumina la tradizione del cattolicesimo sociale e popolare nel nostro paese.

Giorgio Merlo

Troppi pregiudicati: chiuso un bar per 10 giorni

Provvedimento notificato venerdì pomeriggio

Un bar di largo Toscana è stato chiuso per 10 giorni. Il Questore di Torino ha disposto la sospensione immediata della validità delle licenze dell’esercizio poiché ritenuto abituale ritrovo di persone pregiudicate e /o pericolose. Gli agenti del Commissariato Madonna di Campagna avevano segnalato il locale in quanto nei precedenti controlli di Polizia avevano identificato diverse persone con precedenti per reati contro la persona, contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, ed erano intervenuti su segnalazione per la presenza di avventori oltre l’orario stabilito dalle vigenti normative in materia di contenimento del rischio epidemiologico. Qualche giorno fa, a seguito di un ulteriore controllo gli operatori hanno denunciato due cittadini per oltraggio e resistenza a Pubblico Ufficiale. I due, nello specifico un ragazzo ed una delle esercenti del locale, avevano avuto un comportamento non consono all’atto del controllo sghignazzando e sbeffeggiando gli operatori durante le attività di controllo al fine di dare man forte ai presenti che tentavano di opporsi al controllo incoraggiati anche da alcuni condomini che si erano affacciati ai balconi.