STORIA- Pagina 99

Omaggio a Marcello Martini, il più giovane deportato politico italiano a Mauthausen

Mercoledì 5 Maggio, 76° anniversario della liberazione del lager di Mauthausen, l’Associazione “La Memoria Viva – Umanità senza confini” di Castellamonte (To) presenterà il documentario “Da Adolescente a Stück 76430”, dedicato a Marcello Martini, il più giovane deportato politico italiano.

L’evento, con il patrocinio del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, si articolerà nell’arco della giornata con una serie di iniziative che si svolgeranno nel rispetto rigoroso delle norme imposte dalla pandemia. Dalle ore 9.00 alle ore 13.00, presso l’Ufficio Postale di Castellamonte, ci sarà un annullo filatelico speciale predisposto da Poste Italiane per ricordare la figura di Marcello Martini.

Dalle 15.00, sui social (Facebook e Youtube) e sul sito dell’Associazione (www.lamemoriaviva.it) verrà presentato in prima visione il docufilm che rimarrà in seguito a disposizione di tutti per la libera visione.  Dalle 16,30 , al termine della proiezione,  in diretta streaming (sempre sui social, Facebook e Youtube) e sul sito de La Memoria Viva  si terrà un incontro virtuale dal titolo “76430, il dovere della testimonianza”. Marcello Martini è scomparso a 89 anni il 14 agosto del 2019. Nato a Prato il 6 febbraio del 1930 fu, a soli 14 anni, il più giovane tra i deportati politici italiani sopravvissuto al campo di Mauthausen, dove era stato registrato con il numero 76430, prima di essere assegnato ai lavori forzati nell’industria bellica tedesca nel sottocampo di Hinterbrühl. Martini si trovò coinvolto giovanissimo con la sua famiglia nelle attività clandestine di resistenza al nazifascismo, in sostegno all’emittente clandestina Radio CORA. Il padre di Marcello, Mario Martini, da sempre repubblicano e antifascista, era comandante militare della zona di Prato in rappresentanza del CLN locale, con il nome di battaglia “Niccolai”. Quando le attività della radio clandestina furono scoperte nel giugno 1944, anche l’intera famiglia Martini fu arrestata a Montemurlo (dove erano sfollati), con l’eccezione del padre che riuscì a fuggire. Mentre la mamma e la sorella furono detenute al carcere di Santa Verdiana a Firenze (dal quale furono fatte evadere dai partigiani circa due mesi dopo), Marcello fu subito trasferito al campo di Fossoli e successivamente deportato nella fortezza del lager austriaco di Mauthausen. Pochi mesi prima della sua scomparsa, nel corso di una lunga intervista, aveva raccontato tutta la sua vita, dai giorni dell’arresto fino alla liberazione, e poi alla decisione di impegnarsi nel raccontare ai giovani l’orrore e  l’infamia della deportazione. Il dovere della testimonianza lo appassionò, rendendolo protagonista di innumerevoli incontri e viaggi con gli studenti fino alla fine.  Il racconto della sua vita, contenuto nel docufilm, è arricchito dai commenti della famiglia – la moglie,  professoressa Mariella Meucci, e la figlia Alessandra – introdotti dall’attrice Margherita Fumero che nell’altro docufilm prodotto dall’Associazione canavesana  (“70072: la bambina che non sapeva odiare”) ha interpretato Lidia Maksymowicz, collegando così idealmente Auschwitz-Birkenau a Mauthausen, l’indelebile numero 70072 di Lidia con il 76430 di Marcello. Molti giovani hanno conservato un ricordo indelebile di Marcello Martini e nel documentario lo restituiscono con una serie di testimonianze appassionate e commoventi. Il documentario  e la registrazione dell’incontro “76430, il dovere della testimonianza”, verranno messi a disposizione con un apposito supporto informatico (una chiavetta di memoria usb) a tutte le scuole ed enti che ne faranno richiesta, e rimarranno per sempre negli archivi dell’ Associazione e usufruibili liberamente on line.

Marco Travaglini

La Palazzina di Caccia lancia in streaming una visita virtuale unica

La Palazzina di Caccia di Stupinigi ha chiuso le sue porte fisiche per l’emergenza sanitaria, ma ha aperto le porte digitali per interagire con il pubblico. Tra dirette facebook, racconti social di straordinari arredi, laboratori online per famiglie, approfondimenti #aportechiuse sui singoli ambienti, sono state superate le 100mila visualizzazioni, con una crescita costante, nell’ultimo anno, del numero di followers su Facebook e Instagram.

Da lunedì 26 aprile la Palazzina di Caccia di Stupinigi ha aperto di nuovo i cancelli al pubblico, contingentando gli ingressi e applicando tutte le regole in vigore per una visita in sicurezza, rafforzando allo stesso tempo l’esperienza online con l’avvio di una nuova e innovativa piattaforma streaming personalizzata. Il nuovo servizio non utilizza le più comuni piattaforme e non si limita a virtual tour attraverso immagini statiche o con la ormai diffusa tecnologia Google Street View, ma per la prima volta in campo museale offre una vera e propria visita virtuale totale, narrata da Serena Fumero, referente per la Didattica, sala dopo sala, alla scoperta di opere, arredi e curiosità, per una durata complessiva di 45 minuti.

La fruizione online e on-site «non vuole essere un’offerta alternativa – spiega Marta Fusi, direttrice della Palazzina di Caccia di Stupinigi – ma complementare. Noi non abbiamo mai chiuso, in realtà, perché siamo sempre stati presenti online e vogliamo continuare a farlo offrendo questo nuovo servizio. La visita virtuale è pensata per chi preferisce rimanere a casa, per chi è distante fisicamente, ma anche e soprattutto per chi vuole conoscere la Palazzina prima della visita reale».

Oltre alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, si potrà visitare virtualmente anche la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, uno dei più celebri esempi del gotico internazionale, ed è in fase di preparazione anche la visita guidata dell’Abbazia di Santa Maria di Staffarda, uno dei più grandi monumenti medioevali del Piemonte. Sono state inoltre attivate modalità di visite online anche per le scuole.

Tutte le attività Facebook online di approfondimento saranno mantenute: “I Venerdì di Stupinigi”, ciclo di approfondimenti dentro e fuori il museo in programma tutti i venerdì all’ora del tè; “I racconti del Centro a Stupinigi” con protagonisti gli arredi del percorso museale, in collaborazione con il Centro di Conservazione Restauro La Venaria Reale; “Famiglie al Museo!”, l’appuntamento del sabato pomeriggio con le famiglie per una visita virtuale e un laboratorio; “#aportechiuse”, la rubrica del martedì di approfondimento su un ambiente della Palazzina.

Tra i primi appuntamenti in programma online, venerdì 30 aprile alle 18, il concerto dell’Orchestra Barocca dell’Accademia di Sant’Uberto dal titolo “Cerimoniale e Divertissement” che celebra la musica barocca e l’arte dei suonatori del corno da caccia (patrimonio Unesco). Si tratta della prima esecuzione integrale al mondo, dopo quella del 1971 di Paillard, e soprattutto della prima esecuzione assoluta con strumenti originali barocchi. Il concerto sarà trasmesso sulle pagine Facebook della Palazzina di Caccia di Stupinigi, Corni da caccia della Reggia Venaria – Accademia di Sant’Uberto, Regione Piemonte, VisitPiemonte, Reggia di Venaria.

 

Info

www.ordinemauriziano.it

Orario di apertura: dal lunedì al venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato e domenica 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18). Dal 3 maggio consueto orario con apertura dal martedì alla domenica.

Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Il prezzo del biglietto per la visita virtuale è di 5 euro.

www.vivaticket.com/it/biglietto/biglietto-virtuale-stupinigi/155057

www.vivavticket.com/it/biglietto/biglietto-virtuale-ranverso/155118

Lettera aperta al prof. Gastone Cottino sulla Resistenza liberale

Di Pier Franco Quaglieni

Caro Cottino, sono molti anni che non ci vediamo e, al di là della tua gentilezza personale, c’è davvero molto poco a giustificare un nostro rapporto personale. Tu sei un maestro del diritto commerciale ed io mi occupo di storia, ma soprattutto tu sei un esponente di spicco di un’ideologia politica che io non posso condividere, ma al massimo rispettare perché la tua buona fede è fuori discussione.

Tu hai scoperto la buona novella del marxismo, abbandonando il liberalismo della tua giovinezza e della tua famiglia borghese. Il comune amico Gian Vittorio Gabri  mi parlava del tuo entusiasmo liberale giovanile e mi diede la raccolta del giornale liberale con i tuoi articoli, un giornale che facevi insieme a Gabri ed altri che liberali erano a vent’anni e sono rimasti tali fino alla fine. Ti scrivo perché ho letto una tua bella e storicamente equilibrata  intervista sulla tua partecipazione alla Resistenza liberale in cui scrivi di Edgardo Sogno che trasformò la casa di via Donati in un deposito d’armi che tu andasti a prendere con un carretto. Hai parlato con onestà di Sogno ,ma questo mi ricorda un episodio non bello del 1996 quando venisti al Centro “Pannunzio” a sentir parlare di Paolo Greco e dei liberali nella Resistenza. Tra gli oratori c’erano Valerio Zanone ed Edgardo Sogno. Sbagliai a non chiederti di parlare del tuo  maestro Paolo Greco, ma in effetti neppure il genero di Greco con cui concordammo h gli oratori  ,ritenne di coinvolgerti per le tue scelte politiche di quei tempi molto marcate. Tu nella tua intervista invece rivendichi con un qualche orgoglio la tua Resistenza liberale e questo mi fa molto piacere. Ma non posso non ricordare che nel 1996,appena Zanone chiese a Sogno di parlare, tu ti alzasti in modo clamoroso, dicendo qualche parola di troppo, ed uscisti dalla sala. Sogno era indigesto e fazioso e poteva infastidire non soltanto te. Ma tu quella sera esagerasti con quella protesta. Oggi vedo che riconosci a Sogno il ruolo fondamentale che egli ebbe nella Resistenza. Si circondò di amici che ancora oggi creano attorno a lui un’ intercapedine di livore che ha ulteriormente danneggiato la sua figura.
Tu sei, oltre che un uomo appassionato, anche un uomo onesto intellettualmente e una delle glorie del nostro Ateneo. Che ti  sia comportato con Sogno, andando oltre le vecchie ostilità, è cosa degna di menzione e ti fa molto onore. Un cordiale saluto.

Il Museo del Risorgimento riparte nel 200° anniversario della morte di Napoleone

Da martedì 27 aprile sarà possibile tornare a visitare anche il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, secondo le indicazioni del Ministero della Cultura. Tra le prime iniziative in programma, la celebrazione del 200° anniversario della morte di Napoleone.

 

Con il passaggio in zona gialla e la possibilità prevista di riaprire i musei, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano tornerà ad accogliere i visitatori a partire da martedì 27 aprile, tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle ore 10 alle ore 18. L’ingresso sarà secondo le consuete tariffe e riduzioni.

Come da indicazioni del Ministero della Cultura, nel fine settimana sarà obbligatorio prenotare almeno un giorno prima telefonando al n. 011.5621147, dalle ore 10 alle ore 18.

 

Tra le prime iniziative in programma, segnaliamo la celebrazione del 200° anniversario della morte di Napoleone Bonaparte alle cui vicende storiche il Museo dedica le prime sale del percorso espositivo. Mercoledì 5 maggio 2021 saranno organizzate visite guidate a tema e una lettura scenica dell’ode Il cinque maggio scritta da Alessandro Manzoni nel 1821, in occasione della morte dell’imperatore. L’intervento teatrale sarà a cura dell’attrice Elena Ruzza, dell’Associazione Terra Terra.

L’attuale situazione di emergenza sanitaria impone il rispetto di precise norme che possano garantire la visita in totale sicurezza. Per accedere al Museo sarà obbligatorio indossare una mascherina a copertura di naso e bocca. All’ingresso saranno disposti dispenser con i disinfettanti per le mani. Ciascun visitatore sarà sottoposto al controllo della temperatura corporea che non dovrà essere superiore ai 37,5° C.  All’interno delle sale occorrerà mantenere la distanza interpersonale di oltre un metro ed evitare assembramenti.

I Musei Reali riaprono in zona gialla con nuovi allestimenti

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Con il passaggio in zona gialla, che sancisce finalmente la riapertura dei luoghi d’arte, anche i Musei Reali tornano ad accogliere il pubblico dal 27 aprile:

il complesso museale nel cuore di Torino aprirà le sue porte dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Per garantire modalità di fruizione contingentata, chi vorrà accedere alle collezioni e alle attività in programma nel weekend dovrà obbligatoriamente prenotare l’ingresso entro la mezzanotte del giorno precedente la visita. I biglietti sono acquistabili online tramite sul sito www.coopculture.it oppure chiamando il numero 011.19560449. Per informazioni è possibile scrivere a info.torino@coopculture.it.

 

Nella prima settimana di apertura, dal 27 aprile al 2 maggio, il percorso di visita comprenderà il Palazzo Reale con l’Armeria, la Cappella della Sindone, il primo piano della Galleria Sabauda e i Giardini Reali, in cui concedersi un momento speciale di relax o una passeggiata tra giochi prospettici e sculture immerse nel verde. Da martedì 4 maggio, il percorso tornerà a comprendere anche il secondo piano della Galleria Sabauda e la sezione Torino del Museo di Antichità.

 

I nuovi allestimenti

Numerose sono le novità che attendono i visitatori. Il pubblico potrà finalmente ammirare l’altare della Cappella della Sindone, progettato dall’ingegnere e matematico Antonio Bertola tra il 1688 e il 1694 per accogliere la sacra reliquia, conservata nell’urna centrale dal 1694 al 1993, e restituito alla comunità dopo una complessa opera di restauro.

Durante la chiusura, il percorso di visita dei Musei Reali è stato arricchito con la carrozza Mylord di Vittorio Emanuele II appartenente alle Collezioni Presidenziali del Quirinale, collocata nella Rotonda dell’Armeria Reale a pochi passi dalla loggia dalla quale Carlo Alberto annunciò, il 4 marzo 1848, la promulgazione dello Statuto. L’Armeria Reale presenta inoltre il nuovo allestimento Le armi del Re, una selezione di 21 oggetti di notevole pregio e importanza storica, recentemente restaurati, che facevano parte delle ricche raccolte personali di Vittorio Emanuele II. Bandiere, uniformi, onorificenze e altri oggetti strettamente personali, doni diplomatici, fucili e coltelli, oltre a due armature giapponesi, donate al sovrano dall’imperatore Meiji nel 1869 e nel 1871, in seguito alla firma del trattato di amicizia e commercio che apriva le relazioni diplomatiche tra il Regno d’Italia e l’Impero giapponese.

Fino al 4 luglio, le vetrine del Medagliere Reale ospitano il percorso speciale Il Volto delle Donne. L’altra faccia della Storia: nato da un progetto di ricerca avviato nel 2019, con il sostegno di Soroptimist Torino, questa prima tappa della ricerca mira a studiare il ruolo dei personaggi femminili attraverso la lente delle collezioni numismatiche dei Musei Reali. Da sabato 1° maggio sul sito dei Musei Reali sarà fruibile anche online un percorso virtuale in cui conoscere alcune importanti donne che hanno contribuito a fare la Storia.

 

Le mostre in corso

Fino al 30 maggio, nelle sale dedicate ai pittori caravaggeschi della Galleria Sabauda, i visitatori avranno modo di contemplare l’emozionante dipinto di Caravaggio che raffigura il San Giovanni Battista, uno dei santi più venerati dalle chiese cristiane, asceta spesso considerato come l’ultimo dei Profeti. Esposto al pubblico per soli due giorni prima della chiusura forzata, l’opera realizzata tra il 1604 e il 1606 proviene da Roma dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica grazie a uno scambio promosso dalle direzioni dei due musei.

Sempre in Galleria Sabauda, dal 4 al 30 maggio sarà prorogata anche la mostra Sulle tracce di Raffaello nelle collezioni sabaude, dedicata al protagonista assoluto, insieme a Leonardo e Michelangelo, del Rinascimento italiano. A 500 anni dalla sua morte, i Musei Reali hanno reso omaggio al grande maestro di Urbino con un’esposizione che attraverso dipinti, incisioni e oggetti di arte decorativa illustra la diffusione dei modelli derivati dalla sua opera, dalla prima metà del Cinquecento alla fine dell’Ottocento, in Piemonte e nelle raccolte dei Savoia.

Nelle Sale Chiablese, dal 26 aprile al 30 maggio si potrà nuovamente visitare la mostra monografica Capa in color, dedicata al fotografo di fama mondiale Robert Capa e nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione al Centro Internazionale di Fotografia di New York. L’esposizione presenta per la prima volta in Italia oltre 150 immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicate per illustrare il particolare approccio dell’autore verso i nuovi mezzi fotografici e la sua straordinaria capacità di integrare il colore nei lavori da fotoreporter, realizzati tra gli Anni ‘40 e ‘50 del Novecento. È possibile acquistare i biglietti sul sito www.capaincolor.it (per informazioni e prenotazioni: info@capaincolor.it).

 

Le visite guidate

Con la riapertura dei Musei Reali riprendono anche i tour guidati condotti dai volontari dell’Associazione “Amici di Palazzo Reale”. Da venerdì 30 a domenica 2 maggio, alle ore 10, 11, 12, 15, 16 e 17, è in programma la visita all’Appartamento dei Principi di Piemonte al secondo piano di Palazzo Reale, con il suggestivo affaccio sul terrazzo dal quale ammirare i Giardini Reali e piazza Castello. Nei mesi di maggio e giugno sarà eccezionalmente compresa nel prezzo del biglietto anche la visita guidata all’Area Sacra, che include la Sacrestia, la Cappella della Sindone, la Tribuna Reale e la Cappella Regia. I tour si terranno dal martedì al giovedì con orario 15,16 e 17 e dal venerdì alla domenica con orario 10, 11, 12, 15, 16 e 17.

 

Riapre anche il Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale, dal 27 aprile è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una cornice unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Webinar

Lunedì 3 maggio alle 17 prosegue il ciclo di webinar Da Torino tutto intorno con l’appuntamento La stagione più felice: Il Piemonte tra archeologia e sociale, in cui si dialogherà intorno alla figura di Ariodante Fabretti e all’archeologia nella società di metà Ottocento. Info e prenotazioni: mr-to.edu@beniculturali.it.

 

Le visite online

È possibile visitare i Musei Reali anche a distanza, estendendo l’esperienza di visita nel tempo e nello spazio grazie a LiveCulture. Non si tratta di un tour registrato, ma di una vera visita immersiva e interattiva, con immagini fotosferiche a 360° ad altissima risoluzione, guidati da operatori didattici dal vivo, a cui è possibile accedere in pochi semplici passi. Ideata e realizzata da CoopCulture in collaborazione con la start up ad alto contenuto innovativo Twiceout, la piattaforma è dedicata agli studenti di ogni ordine e grado, che da oltre un anno hanno dovuto rinunciare alle uscite didattiche e ai viaggi di istruzione, e ai turisti per i quali l’esperienza digitale, in questo momento di restrizioni a viaggi e spostamenti, è un modo per mantenere viva la percezione della bellezza del nostro patrimonio.

I due primi percorsi, entrambi della durata di 45 minuti, sono disponibili in italiano e in inglese:

Musei delle meraviglie: un viaggio nell’arte e nell’archeologia lungo tre chilometri, tra reperti, splendidi dipinti, antichi disegni e i Giardini.

Invito a Palazzo: il Palazzo Reale e la Cappella della Sindone sono tra i protagonisti di una visita a volo d’uccello che attraversa nobili gallerie, sale solenni e appartamenti fastosi, fino alle cucine del Re.

Per maggiori informazioni e dettagli, visitare il sito www.liveculture.it; per le scuole il costo è di 90 euro a classe (per prenotazioni: edu@coopculture.it); 130 euro per i gruppi con massimo 15 partecipanti (per prenotazioni: tour@coopculture.it).

 

La Biblioteca Reale

Dalla prossima settimana anche la Biblioteca Reale estenderà l’orario di visita e sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 13. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta. Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina www.museireali.beniculturali.it/events/biblioteca-reale-riapertura/.

 

 

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MUSEI REALI TORINO

www.museireali.beniculturali.it   

 

Per acquistare i biglietti www.museireali.beniculturali.it/organizza-la-tua-visita

oppure www.coopculture.it/ticket.cfm?office=Musei Reali&id=284

 

Orari:

Da martedì 27 aprile a domenica 2 maggio, biglietteria 9-18 (costo € 13, gratuito fino a 18 anni, € 2 da 18 a 25 anni).

Dal martedì 4 maggio aprirà il percorso completo dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso ore 18, costo € 15, gratuito fino a 18 anni, € 2 da 18 a 25 anni).

 

Da lunedì 26 aprile la mostra Capa in color nelle Sale Chiablese sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 21 con tariffe consuete (www.capaincolor.it).

 

L’ingresso ai percorsi di visita il sabato, la domenica e i festivi, sarà possibile esclusivamente con prenotazione e/o acquisto on line effettuato entro le 24 del giorno precedente.

 

Biglietti:

Da martedì 27 aprile a domenica 2 maggio: ridotto € 13

Da martedì 4 maggio: intero € 15

Ridotto: € 2 (ragazzi dai 18 ai 25 anni)

Gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino + Piemonte Card e della Royal Card. L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.

 

100 anni di Nuto, Fondazione Revelli e Portineria inaugurano la mostra fotografica sotto i portici di Porta Palazzo

25 aprile  “Ricordati di non dimenticare”  Portineria di comunità Piazza della Repubblica 1/F

La Fondazione Nuto Revelli e la “Portineria di Comunità” della Rete Italiana di Cultura Popolare propongono per il 25 aprile la mostra fotografica Ricordati di non dimenticare: Nuto Revelli, una vita per immagini curata da Paola Agosti e Alessandra Demichelis sotto i portici di Porta Palazzo.

Una retrospettiva composta da 15 stendardi bifacciali di 3 metri per 2, allestiti sotto i portici di Piazza della Repubblica, in un percorso visivo bidirezionale che si snoda lungo entrambe le maniche della piazza. Un momento per celebrare il centenario della nascita dello scrittore che fu alpino in Russia, partigiano e ricercatore della memoria contadina. All’inaugurazione, ci saranno Marco Revelli presidente della Fondazione Nuto Revelli, la sociologa Chiara Saraceno, il direttore di Rete Italiana di Cultura popolare Antonio Damasco e Marco Giusta, assessore ai Diritti della Città di Torino. La mostra, che ha il patrocinio della Città di Torino, si svolge nell’ambito delle iniziative del Polo del ’900 per la Festa della Liberazione e vede la collaborazione di Spazio Zero Sei di Compagnia di Sanpaolo, della Fondazione La Contrada, e rimarrà esposta fino al 31 dicembre.
Nuto Revelli è stato, con la sua opera, una figura di rilievo nella storia nazionale: un “testimone del suo tempo”, il Novecento, protagonista delle battaglie per la giustizia e per la libertà, un ricercatore di memoria tra le pieghe di una società in trasformazione spesso drammatica. Fa parte di quella generazione di scrittori (come Primo Levi e Mario Rigoni Stern, di cui era amico) che giunsero alla scrittura non per sola vocazione interiore ma trascinati, per così dire, dalla Storia, per una sorta di dovere civile e morale: per “far sapere” affinché gli orrori di cui erano stati vittime e testimoni non si dovessero mai più ripetere. Il suo impegno permanente è stato quello di restituire voce a coloro che voce non hanno: ai soldati vittime delle guerre, ai montanari e contadini che quelle guerre per primi le avevano pagate e che erano poi stati lasciati ai margini, a quanti senza nulla pretendere si sono sacrificati per il bene di tutti. Queste tracce di memoria, che giungono a noi dal secolo scorso si intrecciano invece oggi con le vicende umane di un nuovo paesaggio, quello di Porta Palazzo, che accoglie popoli e persone a loro volta in fuga da guerre, carestie, oppressione e che qui giungono percorrendo con mezzi di fortuna i mille cammini della speranza.
La pratica dell’ascolto come atto politico per dare voce ai più fragili è la principale eredità di Nuto Revelli. È significativo, quindi, rappresentare la sua storia in un paesaggio urbano e umano così tipico come quello di Porta Palazzo, dove la Portineria di Comunità, attraverso il Portale dei Saperi (www.portaldeisaperi.org), svolge un’importante funzione di presidio proprio attraverso la raccolta di testimonianze, racconti che sono espressione dei percorsi di vita delle tante persone che partendo da un nuovo “mondo dei vinti” costruiscono, giorno dopo giorno, il loro futuro di speranza e di riscatto.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Cuneo “Dante Livio Bianco”, ha ricevuto il sostegno del Mibac, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Città di Cuneo, delle Fondazioni Compagnia di Sanpaolo, CRC e CRT e gode del patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino.

Wall Drawing, l’opera d’arte nelle Langhe firmata David Tremlett

A Coazzolo, piccolissimo comune in provincia di Asti, sorge una piccola chiesa costruita alla fine del Seicento, tuttora consacrata, che vanta una meravigliosa vista mozzafiato sulle colline.


Questa deliziosa cappella, la Beata Maria Vergine del Carmine, edificata tra i filari delle vigne del Moscato e già Patrimonio Unesco, è diventata, in seguito all’intervento di wall drawing dall’artista britannico David Tremlett, un bellissimo esempio di opera moderna pop.
La superfice, di 300 metri quadri circa, è stata dipinta dal pittore con tre colori dominanti: il giallo per il porticato, la terra di Siena per il corpo della chiesa e il verde oliva per la sacrestia e il basamento.
David Tremlett, molto apprezzato per i suoi dipinti murali, è innamorato del nostro paese, che considera, a ragione, la patria della pittura e che lo ha meravigliato con opere d’arte incredibili e potentissime come quelle di Michelangelo e Raffaello.  “Per imparare qualcosa devi lasciarti stupire e saper osservare”, afferma Tremlett, e lui per realizzare quest’opera lo ha fatto profondamente: ha osservato i vigneti, ha parlato con i contadini condividendone il lavoro, le giornate e il cibo.


Il risultato è arrivato dopo centinaia di disegni, forme geometriche e dettagli in cerca di un dialogo con la natura, tra tradizione e modernità. Ed è proprio quest’ultimo l’aspetto più interessante e se vogliamo più sorprendente di questo progetto artistico, l’incontro tra il passato e il contemporaneo, l’unione tra la genuinità ed i valori di una comunità d’altri tempi con nuovi linguaggi artistici, la capacità di far coabitare una natura meravigliosa e portatrice di memorie e semplicità con l’ardire di un opera che si esprime attraverso un lessico innovativo.

 

Maria La Barbera

“R-Esistenza”, musiche e parole dell’Italia post Liberazione

Il 25 aprile alle 10 il docufilm prodotto da Linguadoc live su Facebook del Consiglio regionale

In occasione della 76° Festa della Liberazione, il Consiglio regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione, la Pro Loco e il Comune di Coazze presentano “R – esistenza dalla resa dei conti ai “giorni cantati” dai cantautori italiani”.

Un docufilm di Giulio Graglia che verrà trasmesso domenica 25 aprile alle 10 live sulla pagina Facebook del Consiglio (facebook.com/crpiemonte) .
Registrato negli spazi del Circolo dei Lettori, grazie all’inquadramento storico di Gianni Oliva racconta l’Italia e le italie dell’immediato post Liberazione, la resa dei conti seguita al 25 aprile, attraversando Torino, il Cuneese, la Val Sangone, Cumiana.

Le canzoni di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Sergio Endrigo, Giorgio Gaber, interpretate da Bruno Maria Ferraro (Tangram Teatro), con il commento del giornalista Darwin Pastorin, ripercorrono la “colonna sonora” con cui questi grandi artisti hanno raccontato gli eventi.

Sarà poi la volta dei testi tratti da “La paga del sabato” di Beppe Fenoglio e “La ragazza di Bube” di Carlo Cassola, e le lettere di due partigiani di Coazze scritte prima dell’esecuzione al Martinetto, letti da Carlotta Micol De Palma, Bruno Maria Ferraro e Giulio Graglia.

In conclusione Oliva proporrà un parallelismo tra l’Italia post bellica e l’Italia post pandemia.

Il docufilm è prodotto da Linguadoc, montaggio di Giacomo Filippa, riprese di Erika Facchino, con la consulenza di Andrea Mortara e Sabrina Gonzatto.

 

25 aprile, la Festa della Liberazione con il Polo del ‘900

INCONTRI, PODCAST, PROIEZIONI, SPETTACOLI ONLINE FINO AL 29 APRILE

Sergio Soave, presidente Polo del ‘900: “Sono passate ormai quattro generazioni e il suono e il significato delle parole che allora mossero gli italiani a scegliere nuove vie di convivenza civile è inevitabilmente mutato. Il rinnovare dunque il nostro giuramento di fedeltà ai valori che quel giorno evoca e ripropone esige un pensiero critico attualizzato” 

 

Prosegue fino al 29 aprile il calendario di iniziative che il Polo del ‘900 di Torino e i 22 Enti partner dedicano all’anniversario della Liberazione 2021 alla scoperta di percorsi inediti e per attualizzarne il messaggio 76 anni dopo, grazie al sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte e in collaborazione con la Città di Torino.

Un programma trasversale con incontripodcastproiezionispettacoli teatrali partito il 15 aprile, da rivedere al sito www.polodel900.it e seguire sui canali web del Polo del ‘900 e degli enti organizzatori. Si aggiungono due mostre, unici eventi in presenza, dedicate al reporter-partigiano Felix De Cavero presso il Polo del ‘900, riaperta dal 27 aprile al 16 maggio, e a Nuto Revelli che inaugura sotto i portici di Piazza della Repubblica il 25 aprile.

La giornata del 25 è molto ricca. Si apre alle ore 10, sulla pagina FB e canale YouTube del Consiglio Regionale del Piemonte con: R–esistenza. Dalla resa dei conti ai ‘giorni cantati’ dai cantautori italiani, docu-film di Giulio Graglia con Darwin Pastorin e Gianni Oliva, con canzoni di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Sergio Endrigo, Giorgio Gaber interpretate da Bruno Maria Ferraro. Alle 11, si continua con la presentazione del libro Anche i partigiani però..(Laterza, 2021) di Chiara Colombini tra giudizi e false ideologie maturate negli anni nei confronti dei partigiani, ne discutono con l’autrice Giovanni De Luna e Marco Rovelli, a cura di Istoreto, in diretta su FB e YouTube del Polo. I festeggiamenti sono anche su TradiRadio con È festa d’Aprile, dalle ore 11 fino a sera, contributi musicali, storie e testimonianze con la partecipazione delle scuole del territorio, gli spacciatori di cultura, la Fondazione Nuto Revelli, il Museo audiovisivo della Resistenza e gli Archivi della Resistenza di Fosdinovo a cura di Rete Italiana di Cultura Popolare. Nel pomeriggio, alle ore 18, si procede con La Resistenza spiegata attraverso i discorsi di Norberto Bobbio sul 25 aprile, a cura del Centro Studi Piero Gobetti sul proprio canale YouTube, una rilettura della Resistenza attraverso i discorsi tenuti da Bobbio in occasione del 25 aprile tra il 1955 e il 1999, conservati in originale nell’archivio Bobbio al Centro Gobetti di Torino. Per la giornata disponibili anche il documentario I Giorni di Torino (produzione ANCR su Streen.org) e l’anteprima dello spettacolo Senza sparare un colpo Storie di Resistenza sui canali social della Fondazione Donat-Cattin.

 

MOSTRE

Inaugura il 25 aprile alle ore 11.30, sotto i portici di Piazza della Repubblica a Torino, la mostra fotografica Ricordati di non dimenticare. Nuto Revelli, una vita per immagini, proposta dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Nuto Revelli, la Fondazione Revelli e la “Portineria di Comunità” della Rete Italiana di Cultura Popolare per celebrare il centenario della nascita dello scrittore che fu alpino in Russia, partigiano e ricercatore della memoria contadina. Mentre la mostra 75 anni dopo. Torino liberata nelle fotografie di Felix De’ Cavero a cura di Luciano Boccalatte e Paola Boccalatte in collaborazione con Paola de Cavero, allestita presso la Galleria delle Immagini del Polo del ‘900 (Corso Valdocco 4/a) e sospesa più volte dal 2020 a causa della pandemia, riapre il 27 aprile dalle ore 10 alle 18 se confermata la zona giallo e prorogata fino al 18 maggio.

Le iniziative per la Festa di Liberazione ideate dal Polo del ‘900 e dagli Enti partner vanno avanti fino al 29 aprile. Il programma completo al sito www.polodel900.it

Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale “La Resistenza nacque da una scelta. Lo sgomento dei giorni che seguirono l’armistizio dell’8 settembre ’43 si trasformò per molti in voglia d’azione, le tante umiliazioni patite in desiderio di riscatto. In quei venti mesi si affermò un sentimento nuovo, potente. Ciò che accadde nella primavera del ’45 rappresentò il momento della rinascita, di libero orgoglio per la riconquistata dignità di un intero popolo. Mai come ora, nelle condizioni che stiamo vivendo, occorre riflettere  sull’importanza dei sacrifici di tanti uomini e tante donne che non esitarono ad opporsi al regime fascista che stava distruggendo l’Italia. Da oltre un anno abbiamo dovuto fare i conti con un’emergenza sanitaria imposta da un virus, ma nel paese da tempo serpeggia un altro virus non meno pericoloso: quello del negazionismo, dell’offesa nei confronti degli ebrei e della Resistenza”.

Mauro Salizzoni, vicepresidente del Consiglio regionale “Anche quest’anno l’emergenza sanitaria ci costringe a celebrare e festeggiare il 25 aprile in modo virtuale e distanziato, eppure proprio i tempi dolorosi e complessi che stiamo attraversando fanno sì che questa data fondamentale per la storia del nostro Paese venga ad assumere un significato ancora più profondo. Voglio ringraziare il Polo del ‘900, che, insieme agli istituti e alle associazioni che lì trovano casa, ha saputo costruire un programma importante e stimolante: le dirette radio, i film, la Resistenza nelle parole di Norberto Bobbio, i percorsi che intrecciano le Pietre di inciampo con i luoghi partigiani, lo sport, perché anche lo sport ha conosciuto la deportazione e la brutalità della violenza bellica, ma anche lo sport ha avuto i suoi partigiani. Sono certo che il prossimo anno sarà diverso, potremo ritrovarci in piazza, insieme, a festeggiare. Perché, non dimentichiamolo, il 25 aprile è proprio questo: è Festa! Perché la Resistenza fu morte, dolore, sofferenza, sacrificio. Ma fu anche gioia, la gioia di aver sconfitto i fascisti, la gioia di aver restituito agli italiani la libertà, la gioia per essere stati dalla parte giusta della Storia”

Francesca Leon, Assessora alla Cultura della Città “Festeggiamo il 25 aprile per onorare la memoria di quanti hanno dato la propria vita, patito la galera e le torture sotto il regime nazifascista, per restituirci la libertà e vivere in democrazia. Torniamo con emozione, ogni volta, ogni anno, a ripensare a quanto avvenne e per ravvivare l’entusiasmo propagato dalla Resistenza vittoriosa. Questo giorno continua a rappresentare un momento unificante per gli italiani; un grande momento comunitario, che riattualizza e amplifica il senso profondo di questa festa. Anche quest’anno le associazioni e gli enti realizzeranno iniziative di commemorazione, adattando alla difficoltà del momento le loro proposte, rilanciandole attraverso tutti i possibili i canali di comunicazione. Ricordare la lotta per la Liberazione è indispensabile per costruire un futuro che metta al centro gli ideali di democrazia, giustizia, uguaglianza e solidarietà. Buon 25 aprile a tutte e tutti”.

Sergio Soavepresidente del Polo del ‘900 “Per la 76^ volta scatta, con il 25 aprile, la Festa della liberazione del nostro paese dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista e la Fondazione Polo del ‘900 non manca di offrire (ahimé ancora da remoto) una vasta gamma di occasioni di incontro, dibattito, riflessione perché nessuno dei molteplici significati di quel felice momento vada smarrito. Lo facciamo, cercando di sfuggire a quella sorta di ritualità liturgica che, nella sua forza, nasconde qualche rischio perché, passate ormai quattro generazioni dall’evento, il suono e il significato delle parole che allora mossero gli italiani a scegliere nuove vie di convivenza civile è inevitabilmente mutato. Sicché, oggi, oltre al riproporsi di pericoli che ci ricordano fasi della storia che si ritenevano superate per sempre, si presentano nuove, impersonali e inedite forme di attacco alla libertà, alla democrazia (logorata e fragile), alla dignità della persona umana (fortemente compromessa). Il rinnovare dunque il nostro giuramento di fedeltà ai valori che quel giorno evoca e ripropone esige un pensiero critico attualizzato. Il chè è quanto, faticosamente, stiamo cercando di proporre, avvalendoci delle molte e plurali sensibilità che vivono all’interno della nostra Fondazione”.

Alessandro Bollodirettore del Polo del Polo del ‘900 “Ogni anno ci stringiamo intorno al 25 aprile per tenere viva la memoria della Resistenza e della Liberazione offrendo alla cittadinanza un ricco palinsesto, con un’attenzione particolare ai giovani e giovanissimi. Grazie agli enti partner e molti compagni di viaggio, abbiamo la possibilità di rinnovare il dibattito con percorsi inediti, offrendo nuovi spunti anche grazie all’uso dei più svariati linguaggi, digitali e non, recuperando valori, storie, fatti e testimonianze che a 76 anni di distanza continuano ad essere d’ispirazione e di comprensione del presente”.

Resistenza, una riflessione storica

Sabato 24 aprile ore 18, 30 sulla piattaforma Zoom lo storico Pier Franco Quaglieni in dialogo con la giornalista Mara Antonaccio parlerà su “ La Resistenza 1943 – 1945 – una riflessione storica“.

Quaglieni e’ autore di molti saggi storici sulla Resistenza e su molte figure di patrioti tra cui Montezemolo, il Gen. Perotti, Martini Mauri e Valdo Fusi di cui ha curato il libro “ Fiori rossi al Martinetto“. E’ stato presidente della FIVL di Alassio dove ha promosso una piastrella in ricordo del cap . Franco Balbis  caduto al Martinetto  ed  ex allievo del collegio salesiano.