STORIA- Pagina 87

“Dove danzeremo domani?” In occasione del “Giorno della Memoria”

La regista francese Audrey Gordon presenzierà alla proiezione del suo docufilm a Racconigi, a Saluzzo e a Cuneo

Da mercoledì 26 gennaio

Cuneo

Un film documentario di puntuale narrazione storica. Ma anche, e soprattutto, di toccante narrazione d’anime. La famiglia della regista fu, infatti, direttamente coinvolta nelle vicende raccontate – con il supporto di lettere, memorie e straordinarie fotografie private– nel suo recente “Dove danzeremo domani?”, un’opera che, attraverso la storia d’amore di un’ebrea russa (Rima Dridso Levin) e di un ufficiale cattolico italiano (Federico Strobino) entrambi sopravvissuti agli orrori della guerra, narra dei rapporti fra italiani ed ebrei durante l’occupazione italiana del sud est della Francia e subito dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943. Audrey Gordon, regista e sceneggiatrice francese (suoi anche “Siblings” del 2018 e “Première Campagne” del 2019) ha trasposto dunque nel suo docufilm, una coproduzione italo-francese datata 2021, tutta una serie di emozioni e motivazioni che fanno dell’opera una pagina di suggestiva poesia intrecciata a complesse vicende storiche non sminuite negli intrecci drammatici dei fatti e nel  casuale triste computo dei “sommersi” e dei “salvati”. Sarà dunque molto interessante compiere insieme a lei  una rifessione sui principali temi del film, dal momento che la stessa regista, nell’ambito delle celebrazioni del “Giorno della Memoria 2022” ha accettato l’invito giuntole dalle Città di Racconigi, Saluzzo e Cuneo di presenziare alle proiezioni in programma nei tre Comuni del Cuneese, a partire da mercoledì 26 gennaiofino a martedì 1 febbraio. I tre Comuni accoglieranno la proiezione del film offrendo un doppio appuntamento: quello mattutino, dedicato alle studentesse e agli studenti delle scuole del territorio, e quello serale, aperto al pubblico. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti. La prenotazione non è obbligatoria, ma consigliata.

A Racconigi, alla “Soms” (via Costa 23), la pellicola sarà proiettata alle ore 9 e alle ore 11di mercoledì 26 gennaio, per le scuole. Il pubblico potrà assistere alla proiezione della pellicola e all’incontro con la regista domenica 30 gennaio alle ore 17. Gli appuntamenti alla “Soms” sono realizzati in collaborazione con l’ “Anpi” di Racconigi. Info e prenotazioni “Progetto Cantoregi”: tel. 349.2459042, info@progettocantoregi.it.

A Saluzzo il docufilm è in programma lunedì 31 gennaio al “Cinema Teatro Magda Olivero” (via Palazzo di Città, 15): alle ore 9 e alle ore 11 si terranno le proiezioni per le scuole, mentre per il pubblico la serata avrà inizio alle ore 21. Prima della proiezione verranno consegnate alcune copie del libro “Ebrei a Saluzzo 1938 – 1945” di Adriana Muncinelli (“Fusta Editore” gennaio 2022) ai Dirigenti degli Istituti Scolastici saluzzesi da parte del Sindaco, dei Presidenti delle Associazioni “Ratatoj APS”, “Rotary Club Saluzzo”, “Lions Club Saluzzo Savigliano” e della “Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo”. Seguirà la presentazione del docufilm con la partecipazione della regista. Info: www.cinemateatromagdaolivero.it.

A Cuneo, il docufilm sarà proiettato al “Cinema Monviso” (via XX Settembre, 14) martedì 1 febbraio alle ore 21 alla presenza di Audrey Gordon. Info: www.istitutoresistenzacuneo.it.

“Dove danzeremo domani?” è una  coproduzione “Zenit Arti Audiovisive” e “Nilaya Productions”, con la partecipazione di “Rai Documentari” e “France Télévisions” e con il sostegno del “Piemonte Doc Film Fund”, “Film Commission Torino Piemonte”, in concorso alla diciassettesima edizione del “Biografilm Festival 2021”.

g.m.

Nelle foto:

–         Una scena del docufilm

–         Audrey Gordon

 

“Discovery Don Bosco”

A Chieri, itinerario nei luoghi della presenza salesiana

Domenica, 30 gennaio

Chieri (Torino)

Fra i Santi sociali torinesi, fondatore delle Congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, canonizzato da Papa Pio IX nel 1934, Don Bosco (al secolo Giovanni Melchiorre Bosco)  visse per dieci anni, dal 1831 al 1841, a Chieri dove frequentò le scuole pubbliche ed il Seminario. Al suo arrivo in Chieri aveva 16 anni. E proveniva dai Becchi di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco), dov’era nato il 16 agosto del 1815 da una poverissima famiglia contadina e dove trascorse gli anni della fanciullezza e della prima adolescenza, guidato in particolare dalla figura determinante della madre Margherita Occhiena, rimasta vedova del marito Francesco quando Giovanni aveva solo due anni e che affrontò sacrifici d’ogni genere per permettere al figlio di studiare e di seguire la sua fortissima vocazione spirituale. Chieri (dove si stabilì a pensione presso la casa di Lucia Matta e dove per mantenersi agli studi fece molteplici lavori, dal garzone al cameriere all’addetto di stalla) ebbe dunque nella vita del giovane Giovanni Bosco un ruolo di primaria importanza, mantenendo a tutt’oggi tracce indelebili del suo passaggio. Di qui l’organizzazione – da parte del Comune, dell’Istituto Salesiano “San Luigi” e dell’Istituto “Santa Teresa” – di eventi celebrativi tradizionalmente dedicati al “Santo dei giovani”, scomparso il 30 gennaio del 1888, a Torino, dov’era stato ordinato sacerdote il 5 giugno del 1841 nella Cappella dell’Arcivescovado. Quest’anno, l’appuntamento è per domenica 30 gennaio. In programma un itinerario fra strade e piazza del centro storico di Chieri alla scoperta dei luoghi che videro allora la presenza del Santo, beneficiando negli anni successivi delle sue innumerevoli opere. “Siamo profondamente lieti – sottolinea Antonella Giordano, assessore comunale alla Cultura – nel giorno della Festa del fondatore dei Salesiani, organizzata in collaborazione con la rete delle istituzioni salesiane, di proporre un itinerario in alcuni dei luoghi significativi della presenza salesiana a Chieri, a cominciare dal ‘Centro Visite Don Bosco’, museo e luogo di documentazione gestito dal Comune, ubicato all’interno dell’edificio che nell’Ottocento ospitava il Seminario di ‘San Filippo Neri’ dove don Bosco studiò. Dando così anche seguito a un preciso impegno assunto in Consiglio comunale per rilanciare il percorso museale Don Bosco”.

Questo il programma delle celebrazioni, articolate fra il mattino e il pomeriggio:

alle ore 11, Santa Messa solenne nel cortile dell’Istituto Salesiano “San Luigi” (via Vittorio Emanuele II, 80)

dalle ore 15 alle ore 17, i volontari accompagneranno i visitatori in un itinerario che inizia dal “Centro Visite Don Bosco” (via San Filippo, 2) per arrivare al “Caffè Pianta (via Palazzo di Città, 1), la bottega dove Giovanni Bosco lavorò come garzone, all’Istituto “Santa Teresa”, edificio lasciato in eredità da un possidente chierese a Don Bosco che dal 1878 vedrà le “Figlie di Maria Ausiliatrice” occuparsi dell’Oratorio e di centinaia di giovani ragazze (via Palazzo di Città, 5), per concludersi infine in piazza Cavour, dove Giovanni ed i suoi amici fondarono la cosiddetta “Società dell’Allegria”, attraverso la quale tentare di avvicinare alla preghiera i coetanei con metodi decisamente singolari (ma studiati ad hoc per i ragazzi di allora in condizioni di povertà e facili alla trasgressione) come i giochi di prestigio che lo connotarono con simpatia anche negli anni seguenti e perfino numeri di coraggiosa acrobazia, con i quali – egli stesso raccontava – riuscì un giorno a battere un saltimbanco professionista, acquistandosi così il rispetto e la considerazione degli altri ragazzi. E aprendosi la via per attrarne l’attenzione e l’ascolto.

L’iniziativa è gratuita. Per accedere al “Centro Visite Don Bosco” è necessario il “Green Pass Rafforzato”. Per info: www.comune.chieri.to.it/biblioteca

g.m.

Nelle foto

–         Don Bosco e i suoi giovani

–         Antonella Giordano

Sui pannelli la storia di Venaria

Si tratta dell’itinerario legato alla nostra storia recente, realizzato e donato alla Città dall’ Associazione Turistica Pro Loco Altessano – Venaria Reale. Nel tratto iniziale di viale Roma, dall’incrocio con corso Garibaldi sino all’area circostante la vicina stazione ferroviaria, sono stati posati sei pannelli multimediali, che raccontano la Venaria Reale di un tempo.

Dichiara il sindaco Fabio Giulivi: «Un piccolo, ma importante percorso turistico-culturale, sempre aperto e all’aperto, per scoprire parte della nostra storia, le nostre radici. Posizionato nel tratto che dalla stazione ferroviaria porta alla Reggia. Una linea diretta verso il nostro bene turistico più prezioso, che comprende la futura apertura dell’InfoPoint in via Mensa, ulteriore tessera di un puzzle che va a compiere il grande disegno di Venaria Reale città turistica. Lavoreremo per far sì che i pullman turistici lascino i graditi ospiti in viale Roma, davanti al Movicentro, in maniera tale che la passeggiata fino alla Reggia sia un cammino curioso e piacevole (come avviene già in altre città turistiche), alla scoperta della storia della città, sin da subito, grazie al contributo dei pannelli informativi come quelli che la Pro Loco ha voluto regalarci e a quelli già esistenti in via Andrea Mensa sino a piazza della Repubblica».

I titoli dei pannelli sono: l’Antico Borgo di Altessano (nei pressi della rotonda viale Roma-corso Garibaldi), il Torrente e il Canale Ceronda (fronte Movicentro), la Ferrovia Torino-Ceres (fronte stazione ferroviaria in viale Roma), la “Galopada” Reale (viale Roma/ingresso parco Corona Verde), la Snia Viscosa a Venaria Reale (parcheggio Movicentro), le Casermette di Altessano (presso chiesetta di San Marchese – via San Marchese).

Marta Santolin, assessore alla Cultura e ai Rapporti con la Reggia: «Insieme alle visite ad Altessano con il supporto delle guide patentate di Itineraria, si è avviato, tra la realtà della Pro Loco e l’Amministrazione, un lavoro davvero importante di riattivazione di processi culturali sul territorio, che sono convinta non potrà che crescere per il 2022, anche alla luce delle attività in programmazione con l’Atelier e con il Centro studi del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude».

Su ogni pannello è presente un Qrcode che rimanda al sito della Pro Loco Altessano – Venaria Realewww.prolocoaltessanovenaria.eu, dove è possibile trovare ulteriori dettagli e informazioni.

Monica Federico, assessore al Turismo e Commercio: «Un progetto che aiuta a conoscere la città, aggiungendo un tassello della storia cittadina, fruibile ora in maniera semplice e intelligente, ai cittadini in primis, ma anche ai turisti che vogliono conoscere a fondo il territorio. Un’occasione di piacevole conoscenza, a disposizione gratuitamente di tutti. Una ulteriore opportunità per accompagnare i turisti a scoprire e usufruire del nostro commercio locale».

Il tutto è stato realizzato grazie al contributo del Liceo Juvarra di Venaria Reale. Il dirigente scolastico, prof. Luciano Mario Rignanese: «Siamo molto felici, come Liceo Juvarra, di collaborare con la Città di Venaria Reale. Un progetto che non è solo accademico, ma che rende più internazionale la città. Un prezioso esercizio sintattico che aiuta i ragazzi ad accrescere la loro formazione. Uno scambio in atto da tempo con la Città di Venaria Reale, che apprezziamo e vogliamo continuare a coltivare, restituendo alla comunità il nostro contributo. Anche questo è il compito della scuola».

Attiva la versione in italiano, a breve anche in lingua inglese, francese, spagnolo.

Giuseppe Palascino, professore di Lettere e referente Commissione PCTO e Progetto con la Pro Loco: «Il liceo linguistico si occupa, in questo progetto, della traduzione nelle lingue straniere già citate. La classe che sta portando avanti il lavoro è la 3^ N. Prossimo passo, la proposta, in collaborazione con la Pro Loco e grazie ai materiali da loro forniti, per la scrittura, con i ragazzi del liceo, della stesura della storia di Venaria Reale. Questa attività PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e Orientamento (ex progetto Alternanza Scuola e Lavoro), si allinea con l’indirizzo di studi intrapreso dagli allievi e dalle allieve del nostro liceo».

Chiude il presidente dell’Associazione Turistica Pro Loco Altessano – Venaria Reale, Claudio Macario Ban: «Questo progetto è per noi un importante inizio di un percorso culturale dedicato al turismo. Fondamentale è stato l’apporto dei nostri associati. Cito Ettore Maschio e  Gianni Segato per il loro costante impegno, per la realizzazione dei testi e la veste grafica, a cui hanno Partecipato molti dei nostri associati. In specifico, voglio ricordare il lavoro di Alessio Picatti, il ragazzo del Servizio Civile Universale, che ha impostato il Qr code e il sito web, che man mano verrà aggiornato con le nuove traduzioni. Segnalo, infine, che è in programma anche una versione in russo».

Alla scoperta dell’antico Pastiss della Cittadella

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IL PASTISS. STORIA E PROSPETTIVE

La costruzione del Pastiss fu voluta da Emanuele Filiberto e avviata nel 1572 come esteso progetto, poi non completato,di integrare la difesa dei tre bastioni della Cittadella piùesposti alle offese rispetto a quelle lato Dora e Po.

Il contratto  per l’esecuzione della casamatta, progettata daFerrante Vitelli dentro il fossato del bastione San Lazzaro,risale al 25 gennaio 1572. L’opera, conclusa nel 1574, risultòmolto complessa, tanto da meritare la denominazione di“Pastiss” (pasticcio).

Il suo fronte esterno a profilo trilobato  eraformato da una spessa muraglia nella cui fondazione eraricavata una galleria di contromina con funzione didispersione dell’onda d’urto di una mina lungo i suoi 140metri di sviluppo ed espulsione dei relativi prodotti gassosiattraverso 15 pozzi aperti nella volta. Presentava all’internovari ambienti operativi, posti su due livelli e autonomamentedifendibili, da cui eseguire le azioni di fuoco a 360°, con lastessa tecnica dei moderni capisaldi. Il fronte di gola era,inoltre, dotato di cannoniere per il tiro rovescio per la difesavicina del fossato e delle muraglie del bastione San Lazzaro,col quale comunicava per mezzo di un’ampia galleria cheintegrava la difesa del fossato con apposite feritoie per fuocodi fucileria.

Dopo la demolizione della Cittadella nel secondo Ottocento,il Pastiss è stato utilizzato come discarica per i materiali dirisulta dei cantieri edili dell’epoca. Fu riattivato nella parte piùprofonda durante la 2^ G.M. come rifugio di protezioneantiaerea per gli isolati di corso Matteotti compresi fra corsoGalileo Ferraris e via Amedeo Avogadro e nuovamenteabbandonato nel dopoguerra.

Riscoperto nel marzo 1958 da Guido Amoretti e CesarinoVolante, dal 1976, dopo i primi interventi di recupero di alcune parti in maniera autonoma da parte dell’allora capitano Amoretti e i primi volontari del gruppo ricerche e scavi, a seguito di autorizzazione del Comune di Torino èoggetto di un cantiere permanente di scavo e recuperogestito dall’Associazione Amici del Museo Pietro Micca,coordinato per oltre 30 anni dallo storino Piergiuseppe Menietti e dalla Direzione del Museo Pietro Micca.

Nel 2014 i principali settori recuperati e ripuliti sono stati restaurati su progetto dello studio di architettura Sonia Bigando e Roberto Nivolo a merito di contributo ministeriale favorito dal Consiglio regionale del Piemonte. Una buona parte degli ambienti recuperati sono stati messi in  sicurezza e dotati degli impianti adeguati alla visita.


Nel
2018 è stato realizzato un regolare ingresso  sul marciapiede di via Papacino 1 al posto dell’originario tombino precedentemente utilizzato come ingresso di fortuna. Dotata di una scala a chiocciola a norma disicurezza, contestualmente con altri complementari lavori dimessa in sicurezza di un delimitato percorso interno dotatodi pannelli didattici, la fortezza è oggi periodicamente apertaalla visita pubblica su diretta gestione dell’AssociazioneAmici del museo Pietro Micca su prenotazione presso il museo stesso ai recapiti info@museopietromicca.it e 011 01167580.

Attraverso un nuove contributo della Regione Piemonte in occasione del 450° anniversario di costruzione della cinquecentesca casamatta, è stato progettato un nuovo intervento di ricerca archeologica e di restauro funzionale che permetterà di valorizzare ulteriormente il percorso di visita sia inglobando un altro settore della galleria di contromina nella fondazione con uno dei pochi pozzi di aerazione ancora efficienti sia permettendo uno straordinario sguardo d’insieme delle gallerie di contromina del 1706 e, soprattutto, l’ingresso della camera di combattimento bassa dalla quale entrò per la prima volta nel marzo 1958 il generale Amoretti alla scoperta del Pastiss.

Un interessante e nuovo sguardo sul patrimonio archeologico sotterraneo di Torino e su una struttura unica al mondo nel suo genere, che merita di essere valorizzata e soprattutto di diventare area museale permanente rientrando a pieno titolo nel museo Pietro Micca e dell’assedio di torino del 1706 assieme all’altra area archeologica del Rivellino degli Invalidi venuta alla luce nel 2015 durante i lavori del nuovo parcheggio sotterraneo di corso Galileo Ferraris e unica parte salvaguardata del patrimonio sacrificato alle esigenze della modernità.

Per dare evidenza alla significativa ricorrenza del 450° anniversario di costruzione del Pastiss, il generale Franco Cravarezza, direttore del museo Pietro Micca, è orgoglioso di annunciare che quest’anno il museo Pietro Micca proporrà un nutrito programma di eventi a partire dal 25 gennaio per celebrare l’anniversario e valorizzare il patrimonio sotterraneo della Città con eventi, conferenze, progetti di restauro e tecnologici e, si spera, anche significativi passi per la istituzionalizzazione museale del Pastiss.

Tra i progetti già programmati, di seguito due particolari.

Il primo a inizio febbraio sarà la realizzazione di una speciale visita virtuale del Pastis nell’ambito del progetto VADUS, collaborazione tra Comune di Torino (Torino City Lab), ESA, TIM, ENEA e Università La Sapienza di Roma.

Il secondo progetto, relativo al recupero archeologico e funzionale del pozzo di aerazione all’interno del percorso di visita, andrà in porto entro aprile pv.

La prima attività, il 25 gennaio 2022.

Dopo una breve inaugurazione dell’anniversario, dalle ore 11 alle 17,30 la cinquecentesca fortezza del Pastiss sarà aperta alle visite gratuite.

Obbligatoria prenotazione a eventi@museopietromicca.it e 011 01167580 e necessario green pass rafforzato e mascherina indossata. Non idoneo per portatori di disabilità motoria.

IL DIRETTORE DEL MUSEOPIETRO MICCA

Gen. Franco Cravarezza

San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei Salesiani: mostra e funzione religiosa a Torino

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“Non parlare di Dio a chi non te lo chiede ma vivi in modo tale che prima o poi te lo chieda”.
San Francesco di Sales scriveva e affiggeva sui muri delle case foglietti volanti per diffondere la fede cattolica invitando la gente a leggerli, si rivolgeva principalmente ai giovani e alle donne testimoniando un infinito amore verso Dio e verso l’umanità. Per questo motivo è diventato il patrono dei giornalisti e degli scrittori, un po’ di tutti noi che scriviamo su questo giornale, il nostro patrono la cui festa ricorre il 24 gennaio ma quest’anno la festa è ancora più importante perché ricorrono i 400 anni dalla sua morte e Torino lo ricorda con una grande mostra al Valdocco. Nato in Savoia nel 1567 Francesco studiò teologia ad Annecy e divenne vescovo di Ginevra. Morì a Lione a soli 55 anni nel 1622. In occasione del quarto centenario della morte il Museo Casa don Bosco ha allestito la mostra “Francesco di Sales 400”, un percorso espositivo che narra la vita, la fede e la spiritualità del patrono dei Salesiani di don Bosco. Una rassegna che vuole celebrare il Santo di cui i salesiani portano il nome. Nei saloni del Teatro Grande di Valdocco in via Maria Ausiliatrice 32 si vedono gli scritti liturgici del Santo, lettere olografe, documenti sulle vite dei Santi, croci argentate e un paramento di fine Cinquecento indossato da Francesco di Sales durante una messa al Santuario della Consolata di Torino. È possibile ammirare un ritratto di San Francesco di Sales del 1618, una lettera autografa del 1608, stampe, dipinti, libri e oggetti particolari come un medaglione in osso di manifattura piemontese su cui è raffigurata l’ostensione della Sindone del 4 maggio 1613 in piazza Castello in cui compare anche Francesco di Sales. L’opera più importante scritta dal Santo è La Filotea, brevi scritti che Francesco inviava alla cugina Louise du Chastel diventata sua figlia spirituale. Imitando San Luca che nel suo Vangelo si rivolge a Teofilo (amico di Dio) san Francesco di Sales si rivolge a Filotea (amica di Dio), cioè ad ogni persona che vuole amare Dio sopra ogni cosa. La mostra è anche l’occasione per visitare i numerosi spazi espositivi che compongono il nuovo Museo Casa don Bosco aperto due anni fa. A fine gennaio la Basilica di Maria Ausiliatrice festeggerà come ogni anno don Bosco. Domenica 30 alle 11 la messa sarà celebrata dal rettore maggiore dei salesiani don Angel Fernandez Artime e lunedì 31 alla stessa ora la funzione sarà presieduta da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino. La mostra su san Francesco di Sales è aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2023, martedì e giovedì 9,30-12,30, mercoledì e venerdì 14,30-17,30, sabato e domenica 9,30-12,30, 14,30-17,30, lunedì chiuso.
                         Filippo Re

Il 22 gennaio 1927 la prima partita trasmessa alla radio

Accadde Oggi

Emozione pura nel raccontare che esattamente 95 anni avvenne la prima trasmissione radiofonica di una partita di calcio.L’antenato della televisione diede la prima spinta decisiva a far conoscere il calcio che diffuse,sin dagli albori,la passione che ancora oggi avvolge questo sport meraviglioso.Fu
la radio BBC che si assicurò i diritti di trasmissione del match tra Arsenal e Sheffield United. L’emittente britannica ottenne da appena tre settimane i diritti radiofonici di alcuni principali eventi sportivi. Quell’Arsenal-Sheffield United terminò 1-1 ma il risultato più importante fu quello degli ascolti. La radiocronaca della gara ebbe un successo tale che il pubblico all’ascolto reclamò a gran voce la radiocronaca di tutte le partite del campionato inglese.È trascorso quasi un secolo e quella passione tutt’ora resiste in tutti gli angoli del mondo!

Enzo Grassano

Tutti gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

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SABATO 22 GENNAIO

 

Sabato 22 gennaio ore 15

L’ATTIMO INCONTRA L’ETERNO IN DICIASSETTE SILLABE: MINICORSO-LABORATORIO DI HAIKU IN QUATTRO INCONTRI CON COMPOSIZIONE SU SHIKISHI

MAO – workshop per adulti sulla mostra Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese

A cura della dottoressa Roberta Vergagni, iamatologa

I primi tre appuntamenti si articoleranno in tre momenti: teoria della composizione di haiku, visita guidata alla mostra con letture di haiku selezionati, creazione guidata di haiku come scrittura creativa. Nell’ultimo incontro ogni partecipante selezionerà un kanji (carattere giapponese) che scriverà con fude pen (pennarello-pennello) su cartoncino shikishi; la composizione sarà completata da uno tra gli haiku realizzati negli incontri precedenti e impreziosita dalla firma dell’autore in giapponese.

Massimo 12 partecipanti. Costo: 70 € (4 incontri). Tutti i workshop sono comprensivi dei materiali. Prenotazione consigliata alla mail: mao@fondazionetorinomusei.it.

Sabato 22 gennaio ore 15

ARTE E TÈ IN ORIENTE. VERSO L’INDIA

MAO – art speed date con degustazione di tè

In occasione del settantacinquesimo anno di ricorrenza dell’Indipendenza dell’India il MAO, con il patrocinio del Consolato Generale dell’India, propone al pubblico un ciclo di art speed date, accompagnato da degustazioni di pregiati tè indiani a cura di TheTea.

Primo incontro: Buddha. Evoluzione della figura dell’Illuminato nell’arte.

Il primo appuntamento si focalizzerà su alcune opere d’arte legate al buddhismo partendo dalla fase antica, in cui l’immagine antropomorfa del Buddha è assente, per arrivare alla finissima raffigurazione dell’Illuminato nella produzione scultorea risalente al periodo Gupta (IV-VI secolo d.C.).

Degustazione: Dal porto di Bombay o ‘Buona Baia ’alle classificazioni del tè indiano.

I partecipanti saranno accompagnati nel percorso storico ed evolutivo del tè in India. Si parlerà di innovazione, intesa come programmi di sostenibilità rivolti all’ambiente e qualità del lavoro, oltre che della complessa valutazione delle foglie riportata in etichetta con sigle per molti di noi enigmatiche. Ad accompagnare gli argomenti una degustazione comparativa del tè a foglia intera con il tè più moderno ottenuto con lavorazione CTC. Il momento del tè sarà completato da dolcezze in abbinamento alle aromaticità proposte.

Costo: 18€ (più biglietto di ingresso al museo – gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e valle d’Aosta). Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

DOMENICA 23 GENNAIO

 

Domenica 23 gennaio ore 11

CI SONO I LEONI

Palazzo Madama – attività famiglie

Sullo scrigno appartenuto al cardinale Guala Bicchieri e chiuso da una grande serratura appaiono creature fantastiche e animali selvatici, tra cui leoni intenti in una furiosa lotta: sembrano fare la guardia al prezioso contenuto che potrebbe essere sottratto da mani rapaci. Nel corso del laboratorio – usando cartoncini colorati, colla e forbici – proveremo a creare un variopinto leone che ci tenga compagnia e faccia la guardia ai nostri sogni. Durante il laboratorio potrete esplorare le espressioni del volto che volete dare al re della foresta e con un colore fosforescente aggiungere una nuova espressione che apparirà di notte.

Età consigliata: 5/10 anni. Durata: 90 minuti

Costo: € 7 a bambino; biglietto ridotto per gli adulti accompagnatori (gratuito con Abbonamento Musei). Tutti gli spazi sono accessibili

Info e prenotazioni: 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Prenotazione obbligatoria.

 

Domenica 23 gennaio ore 16

PENNELLATA DI GIAPPONE

MAO – attività per famiglie sulla mostra Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese

L’attività prevede la visita della mostra temporanea Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese e un laboratorio in cui i partecipanti potranno realizzare il proprio dipinto verticale su rotolo utilizzando la pittura monocromatica ispirata alla tecnica sumi-e.

Costo: bambini € 7; adulti ingresso ridotto alla mostra (gratuito con Abbonamento Musei)

Prenotazione obbligatoria tel. 011.4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it.

 

GIOVEDI 27 GENNAIO

 

Giovedì 27 gennaio ore 17

CI SONO I LEONI

Palazzo Madama – attività famiglie

Sullo scrigno appartenuto al cardinale Guala Bicchieri e chiuso da una grande serratura appaiono creature fantastiche e animali selvatici, tra cui leoni intenti in una furiosa lotta: sembrano fare la guardia al prezioso contenuto che potrebbe essere sottratto da mani rapaci. Nel corso del laboratorio – usando cartoncini colorati, colla e forbici – proveremo a creare un variopinto leone che ci tenga compagnia e faccia la guardia ai nostri sogni. Durante il laboratorio potrete esplorare le espressioni del volto che volete dare al re della foresta e con un colore fosforescente aggiungere una nuova espressione che apparirà di notte.

Età consigliata: 5/10 anni. Durata: 90 minuti

Costo: € 7 a bambino; biglietto ridotto per gli adulti accompagnatori (gratuito con Abbonamento Musei). Tutti gli spazi sono accessibili

Info e prenotazioni: 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Prenotazione obbligatoria.

 

Giovedì 27 gennaio ore 18.30

OLTRE LA NATURA. RIFLESSIONI SULLA PITTURA DI EPOCA EDO

MAO – conferenza sulla mostra Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese

A cura della professoressa Rossella Menegazzo.

Ingresso libero

 

Giovedì 27 gennaio ore 18.00

IN THE MAKING Incontro con Michelangelo Pistoletto

GAM Sala 1 – conferenza a cura di Federico Vercellone

La GAM ospita in Sala 1 giovedì 27 gennaio alle ore 18 una tappa del progetto “In the Making”, curato dal “Centro Studi Arti della Modernità” e promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.

Michelangelo Pistoletto dialogherà con Federico Vercellone. Modera Chiara Simonigh.

Il ciclo di conferenze “In the Making” promuove dialoghi tra artisti e intellettuali intorno ai molteplici rapporti tra arte, scienza, artigianato e tecnologie.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

 Le modalità di accesso ai Musei sono regolamentate secondo le disposizioni normative vigenti.

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Alla Scuola di Applicazione dell’Esercito il via al 150° anniversario delle Truppe Alpine

La prima conferenza che segna l’inizio di un anno ricco di eventi 

Si è svolto oggi, venerdì 21 gennaio a Torino, nella sede della Scuola di Applicazione dell’Esercito, il primo di una serie di eventi e attività culturali, celebrative, addestrative e sportive che, nell’anno, accompagneranno le penne nere in servizio ed in congedo lungo un percorso che si concluderà il 15 ottobre, con una manifestazione nazionale a Napoli per celebrare i 150 anni di fondazione del Corpo degli Alpini.

Il 2022 segna una tappa significativa nella storia degli Alpini: il 15 ottobre del 1872, a Napoli, Vittorio Emanuele II firmava il Regio Decreto che sanciva la nascita delle prime compagnie montanare del Regio Esercito, destinate a difendere le vallate sui confini d’Italia.

Questa è la prima tappa di un ciclo di conferenze il cui tema è “Alpini 1872/2022: le Truppe da montagna custodi della memoria, esempio di solidarietà”, organizzato da Comando Truppe Alpine dell’Esercito e ANA, in sinergia con il Centro Interuniversitario di studi e ricerche storico–militari, istituzione che sta curando anche la realizzazione di un volume in lingua inglese dedicato alla storia degli Alpini. Le altre tappe del ciclo saranno a Trento (in marzo), Brescia (aprile), Vicenza (giugno), Udine (luglio) e Teramo (settembre).

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito con un video messaggio ha sottolineato: “Oggi, a 150 anni dalla loro costituzione, le Truppe Alpine rappresentano una componente fondamentale dell’Esercito, radicata nel proprio passato e proiettata verso il futuro. In questo percorso, sono da lungo tempo affiancate dall’Associazione Nazionale Alpini, i cui meriti sono troppi per poter essere elencati.

A tutti gli alpini, in servizio ed in congedo, al loro Comandante ed al loro Presidente, rivolgo il mio saluto in occasione del primo evento celebrativo di un traguardo, 150 anni di storia, che segna anche un punto di partenza verso altri prestigiosi obiettivi.”

Il Generale di Corpo d’Armata Ignazio Gamba, Comandante delle Truppe Alpine ha affermato: “Il 2022 si apre con rinnovate aspettative e ci auguriamo tutti di poter riavere momenti di aggregazione alpina come l’Adunata nazionale di Rimini-San Marino, ma soprattutto di vivere un nutritissimo programma di ricorrenze e festeggiamenti che ci porteranno alla importante ricorrenza dei 150 anni di fondazione del nostro glorioso Corpo il 15 ottobre”.

Il Presidente Nazionale dell’ANA, Ing. Sebastiano Favero ha aggiunto: “Per gli alpini sarà un anno storicamente ricco di significati, che celebreremo mirando a trarne indicazioni con lo sguardo rivolto al futuro.”

Il calendario prevede, nel mese di marzo, presso il Palazzo Alti Comandi, sede del Comando Truppe Alpine, l’esposizione di pannelli commemorativi all’interno delle sale ristrutturate recentemente.

Le Truppe Alpine dell’Esercito, tra l’8 e il 13 marzo, daranno vita a Sestriere ad un evento addestrativo complesso, che amplierà spazi e tempi della tradizionale esercitazione denominata “Volpe bianca”, dedicata al combattimento in montagna, mentre in aprile, a Cortina d’Ampezzo e Macugnaga (VB), coordineranno una competizione di triathlon. Quest’anno anche la tradizionale esercitazione “Vertigo”, dedicata alla dimensione militare della verticalità, a settembre, sulle Dolomiti, sarà strutturata su due settimane.

In maggio e giugno, le Brigate alpine Taurinense e Julia organizzeranno, associandole ad eventi in loco, alcune attività di Staff Ride, ovvero ricostruzioni storico-militari con taglio addestrativo, sui luoghi di alcune grandi battaglie (es. Monte Grappa, Pal Picol, ecc.) per comprendere le ragioni che portarono i comandanti ad assumere le decisioni operative.

Tra le manifestazioni più appassionanti, nei mesi estivi verranno svolte delle ascensioni su 150 cime italiane: saranno suddivise in “extra difficili” (assegnate esclusivamente a personale altamente qualificato del Centro Addestramento Alpino), “difficili” (salite dai plotoni “alpieri”) e “facili” (salite a livello di compagnia alpini). Tra le cime che saranno raggiunte ci sono Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa, Gran Paradiso, Monte Matto, Punta Roma, Punta Udine, Monte Argentera, Monviso, Gran Sasso, Ortles, Cima Libera, Tofana di Rozes, Campanile dio Val Montanaia.

Un altro evento di elevato spessore simbolico è la Staffetta Ventimiglia-Trieste che, portando la fiaccola della pace, simbolicamente accesa durante l’Adunata Nazionale di Trento del 2018, coprirà – tra maggio e giugno – l’intero arco alpino (con una propaggine sugli Appennini abruzzesi) e sarà affidata, in due tranches suddivise in decine di tappe, a centinaia di soldati delle due Brigate Alpine Taurinense e Julia. in collaborazione con le Sezioni ANA dei territori lungo il percorso.

Sempre in maggio, l’Adunata Nazionale degli Alpini, che si terrà tra il 5 e l’8 a Rimini e San Marino, celebrerà con particolare solennità la ricorrenza, facendo sfilare le Bandiere di Guerra di tutti i Reparti alpini dell’Esercito.

Intense saranno anche le attività promozionali, con le Truppe Alpine direttamente coinvolte nella gestione di stand dell’Esercito a Verona e Torino. Inoltre, una ricca attività di road show, tesa a mostrare attività, dotazioni e peculiarità delle Truppe Alpine dell’Esercito, sarà concentrata nelle città sedi di Raduno di Raggruppamento dell’ANA e quindi Asiago (luglio), Ivrea (settembre), Lecco e Napoli (ottobre).

Sono numerose le attività addestrative, promozionali e sportive previste, che serviranno per condurre verso il Military Tattoo, la grande rassegna delle Fanfare alpine, il 15 ottobre a Napoli.

Gli Alpini concluderanno il loro “150° anno” l’11 dicembre a Milano, in Duomo, celebrando la Messa di ringraziamento e di ricordo.

Alle attività per il 150° Anniversario del Corpo degli Alpini è dedicato il sito www.alpini150.it.

“Anita e le altre…in musica e poesia”

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Al Museo del Risorgimento di Torino, evento a cura di Maurizio Benedetti

Sabato 22 gennaio, ore 15,30

Una mostra di successo declinata in musica e in poesia. Esperimento interessante e di sicuro richiamo. Capita ad “Anita e le altre. Storie di donne del Risorgimento”, dedicata dal Museo Nazionale del Risorgimento, in occasione del bicentenario della nascita, ad Anita Garibaldi, al secolo Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva (nata in Brasile, a Morrinos nelle Stato di Santa Catarina il 30 agosto del 1821 e morta a Mandriole di Ravenna fra le braccia del marito, l’eroe dei due mondi, il 4 agosto del 1849) e, insieme a lei, ad altre 18 donne che, in periodo risorgimentale, seppero occupare spazi pubblici fuori dall’ambito esclusivamente privato, alimentando una consapevolezza nuova ed una coscienza politica tale da permettere loro di dare vita, accanto alle virtù tradizionali di madri e di spose, a nuove forme di partecipazione sociale e culturale che hanno segnato l’evoluzione del nostro paese: dalla nascita dei salotti politici all’arte, dal sostegno alle lotte e alle guerre di indipendenza, dall’assistenza fino al giornalismo e all’istruzione. Orbene, inaugurata due mesi fa la mostra sta ancora oggi riscuotendo un grande successo di pubblico; tale da spingere gli organizzatori a prorogarla fino al prossimo 20 febbraio. Non solo. Al Museo del Risorgimento si è pensato bene e con indubbio acume di “omaggiarla” anche di un evento che si preannuncia di forte presa emozionale, declinandone il percorso sulla scia di musiche e parole. Alta musica e alta poesia. L’evento, a cura del maestro Maurizio Benedetti e ribattezzato “Anita e le altre…in musica e poesia”, si terrà nella “Sala Codici” del Museo di piazza Carlo Alberto 8, dove al pubblico sarà proposto l’ascolto delle musiche e delle poesie ispirate alle figure femminili raffigurate nei dipinti esposti in mostra. L’appuntamento è per il prossimo sabato 22 gennaio, alle ore 15,30. I brani in programma sono soprattutto composizioni di Michele Novaro (autore dell’ “Inno Nazionale”) che fu particolarmente prolifico nel porre in musica le poesie di poeti patrioti come Giovanni Prati, Francesco Dall’Ongaro, Arnaldo Fusinato e Luigi Mercantini, ispirate all’universo femminile. Saranno eseguiti anche brani strumentali tra i quali la “Garibaldi Polka” di Paolo Giorza, autore della famosa “Bella Gigogin”, accanto ad altre composizioni di autori minori come la “Margherita Mazurca” di L.Ottone, dedicata alla Regina Margherita, grande appassionata di chitarra e mandolino. Il maestro Maurizio Benedetti sarà accompagnato dall’attrice Pina Porzio, che leggerà alcune poesie, testimonianze coinvolgenti nel loro documentare come la donna sia stata interprete nei modi peculiari della femminilità, dello spirito e della storia del nostro Risorgimento.

La prenotazione é obbligatoria telefonando allo 011.5621147

Costo: 12 € a persona; 4 € per i possessori di Abbonamento Musei e altre card turistiche. Il biglietto di ingresso darà diritto alla visita alla mostra e al Museo.

L’accesso sarà consentito solo ai possessori di green pass rafforzato e mascherina FFp2.

g.m.

Nelle foto:

–         Pietro Bouvier: “Anita morente”, olio su tela, 1864

–         Gaetano Gallino: “Ritratto di Anita Garibaldi” (l’unico ripreso dal vivo a Montevideo e autenticato dal figlio Ricciotti), olio su carta, 1845

–         Maurizio Benedetti

La Storia rivive: 450° Anniversario della casamatta del Pastiss della Cittadella

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IL PASTISS. STORIA E PROSPETTIVE

La costruzione del Pastiss fu voluta da Emanuele Filiberto e avviata nel 1572 come esteso progetto, poi non completato,di integrare la difesa dei tre bastioni della Cittadella piùesposti alle offese rispetto a quelle lato Dora e Po.

Il contratto  per l’esecuzione della casamatta, progettata daFerrante Vitelli dentro il fossato del bastione San Lazzaro,risale al 25 gennaio 1572. L’opera, conclusa nel 1574, risultòmolto complessa, tanto da meritare la denominazione di“Pastiss” (pasticcio).

Il suo fronte esterno a profilo trilobato  eraformato da una spessa muraglia nella cui fondazione eraricavata una galleria di contromina con funzione didispersione dell’onda d’urto di una mina lungo i suoi 140metri di sviluppo ed espulsione dei relativi prodotti gassosiattraverso 15 pozzi aperti nella volta. Presentava all’internovari ambienti operativi, posti su due livelli e autonomamentedifendibili, da cui eseguire le azioni di fuoco a 360°, con lastessa tecnica dei moderni capisaldi. Il fronte di gola era,inoltre, dotato di cannoniere per il tiro rovescio per la difesavicina del fossato e delle muraglie del bastione San Lazzaro,col quale comunicava per mezzo di un’ampia galleria cheintegrava la difesa del fossato con apposite feritoie per fuocodi fucileria.

Dopo la demolizione della Cittadella nel secondo Ottocento,il Pastiss è stato utilizzato come discarica per i materiali dirisulta dei cantieri edili dell’epoca. Fu riattivato nella parte piùprofonda durante la 2^ G.M. come rifugio di protezioneantiaerea per gli isolati di corso Matteotti compresi fra corsoGalileo Ferraris e via Amedeo Avogadro e nuovamenteabbandonato nel dopoguerra.

Riscoperto nel marzo 1958 da Guido Amoretti e CesarinoVolante, dal 1976, dopo i primi interventi di recupero di alcune parti in maniera autonoma da parte dell’allora capitano Amoretti e i primi volontari del gruppo ricerche e scavi, a seguito di autorizzazione del Comune di Torino èoggetto di un cantiere permanente di scavo e recuperogestito dall’Associazione Amici del Museo Pietro Micca,coordinato per oltre 30 anni dallo storino Piergiuseppe Menietti e dalla Direzione del Museo Pietro Micca.

Nel 2014 i principali settori recuperati e ripuliti sono stati restaurati su progetto dello studio di architettura Sonia Bigando e Roberto Nivolo a merito di contributo ministeriale favorito dal Consiglio regionale del Piemonte. Una buona parte degli ambienti recuperati sono stati messi in  sicurezza e dotati degli impianti adeguati alla visita.


Nel
2018 è stato realizzato un regolare ingresso  sul marciapiede di via Papacino 1 al posto dell’originario tombino precedentemente utilizzato come ingresso di fortuna. Dotata di una scala a chiocciola a norma disicurezza, contestualmente con altri complementari lavori dimessa in sicurezza di un delimitato percorso interno dotatodi pannelli didattici, la fortezza è oggi periodicamente apertaalla visita pubblica su diretta gestione dell’AssociazioneAmici del museo Pietro Micca su prenotazione presso il museo stesso ai recapiti info@museopietromicca.it e 011 01167580.

Attraverso un nuove contributo della Regione Piemonte in occasione del 450° anniversario di costruzione della cinquecentesca casamatta, è stato progettato un nuovo intervento di ricerca archeologica e di restauro funzionale che permetterà di valorizzare ulteriormente il percorso di visita sia inglobando un altro settore della galleria di contromina nella fondazione con uno dei pochi pozzi di aerazione ancora efficienti sia permettendo uno straordinario sguardo d’insieme delle gallerie di contromina del 1706 e, soprattutto, l’ingresso della camera di combattimento bassa dalla quale entrò per la prima volta nel marzo 1958 il generale Amoretti alla scoperta del Pastiss.

Un interessante e nuovo sguardo sul patrimonio archeologico sotterraneo di Torino e su una struttura unica al mondo nel suo genere, che merita di essere valorizzata e soprattutto di diventare area museale permanente rientrando a pieno titolo nel museo Pietro Micca e dell’assedio di torino del 1706 assieme all’altra area archeologica del Rivellino degli Invalidi venuta alla luce nel 2015 durante i lavori del nuovo parcheggio sotterraneo di corso Galileo Ferraris e unica parte salvaguardata del patrimonio sacrificato alle esigenze della modernità.

Per dare evidenza alla significativa ricorrenza del 450° anniversario di costruzione del Pastiss, il generale Franco Cravarezza, direttore del museo Pietro Micca, è orgoglioso di annunciare che quest’anno il museo Pietro Micca proporrà un nutrito programma di eventi a partire dal 25 gennaio per celebrare l’anniversario e valorizzare il patrimonio sotterraneo della Città con eventi, conferenze, progetti di restauro e tecnologici e, si spera, anche significativi passi per la istituzionalizzazione museale del Pastiss.

Tra i progetti già programmati, di seguito due particolari.

Il primo a inizio febbraio sarà la realizzazione di una speciale visita virtuale del Pastis nell’ambito del progetto VADUS, collaborazione tra Comune di Torino (Torino City Lab), ESA, TIM, ENEA e Università La Sapienza di Roma.

Il secondo progetto, relativo al recupero archeologico e funzionale del pozzo di aerazione all’interno del percorso di visita, andrà in porto entro aprile pv.

La prima attività, il 25 gennaio 2022.

Dopo una breve inaugurazione dell’anniversario, dalle ore 11 alle 17,30 la cinquecentesca fortezza del Pastiss sarà aperta alle visite gratuite.

Obbligatoria prenotazione a eventi@museopietromicca.it e 011 01167580 e necessario green pass rafforzato e mascherina indossata. Non idoneo per portatori di disabilità motoria.

IL DIRETTORE DEL MUSEOPIETRO MICCA

Gen. Franco Cravarezza