STORIA- Pagina 82

I cento anni di Enrico Berlinguer

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Un secolo fa nasceva a Sassari Enrico Berlinguer. Il 25 maggio del 1922 era un giovedì e in Italia il fascismo si preparava alla presa del potere imponendo con la forza la dittatura del regime. Il padre era l’avvocato Mario Berlinguer, antifascista e discendente da una famiglia nobile, ufficiale durante la Grande guerra e in seguito, dopo la Liberazione, esponente del Partito d’Azione e a lungo parlamentare socialista.  

La madre, Mariuccia Loriga, era cugina della madre di Francesco Cossiga e figlia del medico igienista Giovanni Loriga, un sassarese di Osilo che si occupò delle condizioni mediche e sociali dei lavoratori specializzandosi nello studio della medicina del lavoro tanto da venire considerato uno dei padri della disciplina. Nella città più estesa della Sardegna, nel nord-ovest dell’isola dei Quattro Mori, trascorse infanzia e adolescenza, frequentando il liceo classico Azuni e iscrivendosi a 18 anni, nel 1940, alla facoltà di Giurisprudenza. A metà agosto del 1943 si iscrisse al Pci clandestino ricevendo la tessera nella serra del comunista pistoiese Renato Bianchi. Il ventunenne Berlinguer costituì e divenne segretario del circolo giovanile comunista che, alla fine di quell’anno, contava una cinquantina di aderenti tra giovani operai e studenti. In una Sardegna sempre più povera e  affamata, nel gennaio del 1944, il futuro segretario generale del Pci e i militanti del movimento giovanile comunista parteciparono attivamente ai cosiddetti moti del pane di Sassari, rivendicando la distribuzione di generi alimentari, in particolare pane, pasta olio. Arrestato, Berlinguer rimase in prigione quattro mesi, fino al 25 aprile di quell’anno. Il rapporto di polizia scrisse che “il B., seguendo la nota prassi comunista, si è chiuso in un assoluto mutismo”. A settembre si trasferì a Roma con la famiglia e successivamente a Milano dove lavorò nel Fronte della gioventù, il movimento politico fondato da Eugenio Curiel per coordinare l’arcipelago delle organizzazioni giovanili antifasciste. La sua carriera politica nel Pci iniziò nel gennaio del 1948, quando a ventisei anni entrò nella direzione del partito e meno di un anno dopo diventò segretario generale della FGCI, la Federazione giovanile comunista. Nel corso dei trentacinque anni che seguirono la sua vita, il pensiero e l’azione si intrecciarono con la storia della nazione.

Compromesso storico, austerità, eurocomunismo, questione morale sono termini del lessico berlingueriano che danno la misura dell’importanza del suo ruolo nella storia della sinistra non solo italiana. Enrico Berlinguer morì l’11 giugno del 1984 a Padova, durante un comizio elettorale per il rinnovo del parlamento europeo. Aveva solo sessantadue anni. Le immagini che restano nella memoria, per lo più in bianco e nero, ci rimandano il suo viso scavato, il corpo minuto. Una velata malinconia nello sguardo, il timbro di una voce antica. Quella stessa voce che proponeva con lucidità una visione del mondo nuova; la necessità di osare scelte più avanzate, di cambiamento, dove impegnare i destini di un popolo che si diceva comunista ma di un tipo del tutto originale, italiano e democratico, innervato nella Costituzione repubblicana. Sembrava un uomo fragile e delicato, Enrico Berlinguer. Gentile, riluttante, pacato, colto. Uomo di unità, affezionato alle speranze dei giovani, schivo e apparentemente inadatto alla leadership al punto che, come qualcuno disse, stava male prima di ogni incontro televisivo. Un uomo, secondo Alfredo Reichlin (scomparso nel marzo del 2017, con il quale ebbi l’onore di lavorare quand’era direttore de L’Unità, glorioso giornale che ora non c’è più) che per conformazione fisica e psicologica “poteva fare il bibliotecario”, ma che si dimostrò un eccezionale e insostituibile “capo di un popolo”. La folla che lo salutò in occasione dei funerali per le strade del centro di Roma fu la testimonianza più evidente dell’amore che il popolo italiano provava per questo uomo gracile e forte allo stesso tempo, partito dalla Sardegna non per fare la “carriera politica” ma per “impegnarsi nella politica”. Tra quei drammatici fotogrammi che accompagnano i suoi ultimi istanti in piazza della Frutta ce n’è uno, quasi impercettibile a un osservatore poco attento: quello del suo ultimo sorriso alla folla, dopo aver pronunciato le sue ultime parole “...lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini”.

In quel sorriso  è racchiusa l’anima di Berlinguer. La bellezza di chi ha scelto di occuparsi in maniera disinteressata degli altri; di avere uno scopo nella vita che va oltre se stessi. In quel sorriso è racchiuso un manifesto politico, troppo in fretta archiviato dopo la sua morte e troppo strumentalmente rispolverato per esigenze di propaganda. Il sorriso di un uomo che è ancora tra noi perché le sue intuizioni politiche e culturali avevano scavato nel profondo della crisi italiana, ne avevano tirato fuori i nervi scoperti attraverso i quali si poteva vedere il futuro della nostra società e dell’Europa. Un uomo fatto passare per un conservatore e che, all’opposto, sapeva leggere con visionaria lucidità il cambiamento in corso, cercando di proporre una via d’uscita democratica, non populista. Berlinguer riuscì ad affrontare un tema ostico e da molti mal digerito come l’austerità che non aveva nulla a che vedere con le ricette neoliberiste e monetarie ma con l’idea di affrontare il tema dei consumi e della produzione all’interno di una società più giusta, sobria, solidale, democratica, attraverso una migliore distribuzione dei redditi e una condivisa responsabilità tra le classi che esistevano (e che esistono) ancora. Un discorso che affascinò il cattolicesimo progressista e che confermò quella diversità dei comunisti italiani che si fondava non certo sulla purezza ideologica ma sull’appartenenza a una comunità e a un’idea della politica basata su una visione morale (e non moralista) intesa come servizio, studio, avanzamento e lotta democratica. Si dirà che il mondo è cambiato, è più veloce, ha altre esigenze, e che sono stati commessi tanti errori lungo il cammino. Non c’è nulla di più vero. Gi stessi che sostengono queste tesi spesso argomentano le loro analisi con la denuncia su come il nostro paese sia cambiato in peggio, per la crisi e per lo spazio esiguo che hanno le giovani generazioni, per l’assenza di futuro.

Forse è cambiato in peggio anche perché, invece di contrastare alcune derive, le abbiamo assecondate; perché si è stati troppo indulgenti nello sposare parole d’ordine, modi di essere, ideologie che non appartengono a una parte che si propone di essere la parte dei più deboli; perché così tanto impegnati a ricercare il futuro si è pensato, più volte in questi anni, di trovarlo gettando via le lezioni del passato. Ecco perché, senza nostalgie ma con il senso dell’attualità, riemerge potente l’insegnamento di Berlinguer. Perché non basta un tweet per “riempire la propria vita”, ma occorre riscoprire il pensiero lungo, quello che invita a guardare al mondo con realismo e creatività, innovazione e obiettivi proiettati nel futuro. Quel “pensiero lungo” che non è ideologia arrugginita né fuga dalla realtà, manca molto alla politica di oggi. E Berlinguer qui pensieri lunghi li cercava nelle suggestioni che arrivavano dall’ambientalismo, dal pacifismo, dai movimenti delle donne. Con il sorriso di chi diceva: “Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita”. Parole dette con un sorriso, dolce e determinato. Parole di Enrico Berlinguer.

Marco Travaglini

 

Passano gli anni ma la storia degli Alpini è sempre attuale

Il punto di vista / Le interviste di Maria La Barbera

Gianni Oliva ci parla del suo legame con il famoso e antico corpo militare.

Ottantamila penne nere hanno sfilato per le vie di Rimini per celebrare il raduno annuale degli Alpini. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto ringraziandoli per il loro storico contributo alla pace e per l’impegno profuso durante la pandemia, migliaia di persone hanno partecipato a questo importante e tradizionale evento associativo condividendo momenti di festa e solenni memorie.
Gianni Oliva, legato anche per motivi familiari, allo storico corpo e membro ad honorem della “Tau”, la Brigata Alpina Taurinense, ci parla del suo significato storico e collettivo e dei valori di cui è portatore.

Perché gli Alpini sono così amati e seguiti in Italia?

Perché gli Alpini tra le unità dell’Esercito sono quelli che si identificano maggiormente con la società civile, è un corpo che si è radicato sul territorio con tante associazioni. Le loro manifestazioni coinvolgono molte persone, non esiste in Italia una festa popolare laica così partecipata e così ripetuta, siamo nel 2022 ed è davvero ancora molto seguita.
La commemorazione degli Alpini è anche la rievocazione dell’Italia, esiste una corrispondenza tra la storia degli Alpini e quella nazionale.

Chi sono e cosa rappresentano per la collettività?
Possiamo dire che gli Alpini sono una trasposizione delle attitudini dei montanari: pazienti, coraggiosi, resistenti, determinati. E poi sono portatori di una solidarietà quasi genetica che gli viene dalla provenienza geografica. L’Associazione Nazionale Alpini, poi, è la forma di volontariato laico con un’ottima organizzazione e mette diversi ed importanti servizi a disposizione della comunità, dalla protezione civile alla raccolta fondi, dalla collaborazione con le pro loco nell’organizzazione delle feste patronali ai campi scuola.

Perché è particolarmente affezionato a questo corpo dell’Esercito Italiano?

Ho un legame affettivo in quanto la mia famiglia proviene da una vallata di reclutamento alpino, hanno fatto parte del terzo Alpini sia mio nonno, nato nel 1881, che mio padre, classe 1910. Inoltre sono affezionato perché il mio primo libro è stato “Storia degli Alpini”, pubblicato nel 1984 da un editore della “Rizzoli”, Edmondo Aroldi .

 

L’Accademia Albertina e Torino tra Eclettismo e Liberty: eventi fino a giugno

Visite guidate tematiche dedicate alla mostra

“DISEGNARE LA CITTÀ. L’Accademia Albertina e Torino tra Eclettismo e Liberty”

Un calendario di eventi per singoli visitatori curati dalla Biblioteca dell’Accademia Albertina

Fino a Giugno 2022

Gli Archivi della Biblioteca dell’Accademia Albertina si apriranno solo per voi, per approfondire la mostra “Disegnare la città” e le figure dei Grandi Artisti che tra Otto e Novecento frequentarono le nostre aule, cambiando per sempre il volto della nostra città ed imponendo il loro stile con grande capacità d’innovazione. Scopriremo quella Torino “disegnata” dai celebri maestri della nostra Accademia, come Giulio Casanova, virtuoso interprete dell’Arte Nuova e protagonista indiscusso della mostra. Ogni mese un nuovo racconto, per portarvi sulle “Vie del Tempo”!

Il mese di Maggio sarà dedicato alla Donna nell’Arte e ai Grandi Maestri dell’Albertina.

Quando scoppia la guerra, la prima vittima è la verità

“Quando scoppia la guerra, la prima vittima è la verità”, disse il senatore americano Hiram Johnson nel 1917. E dal 24 febbraio del 2022 chi cerca un informazione, non drogata dalla propaganda filo russa o filo ucraina, trova solo il vociare confuso dei talk show televisivi e perde la consapevolezza delle ragioni della Storia.

A venire incontro al lettore anche in occasione del Salone del Libro di Torino, è il fumettista sardo Igort con ” Quaderni ucraini, le radici della guerra” Oblomov pag. 176 € 20(riedizione 2022).Resoconto di quasi due anni di vita passati in Ucraina a intervistare la gente incontrata sul posto e a farsi raccontare le loro vite. Ne viene fuori un affresco a tinte forti, dove gli altri due poli del pensiero politico contemporaneo, la giustizia e la libertà, entrano in corto circuito e le ombre dello stalinismo e dell’icompiuta contro rivoluzione gorbacioviana, ci restituiscono un’ Ucraina da secoli divisa tra l’anelito all’indipendenza e la difficoltà a conseguirla una volta per tutte. In epoca zarista prima, poi con i piani quinquennali stalinisti( seguiti alla rivoluzione leninista del 1917) e la grande carestia (Holodomor) ceata dal regime sovietico di quegli anni per piegare i gruppi nazionalisti e indipendentisti, l ‘Ucraina arriva così ai giorni nostri al colpo di stato del 2014 e agli accordi di Minsk in Bielorussia per la normalizzazione del Donbass. Ma il Donbass è ucraino. È come se Londonderry non fosse nord irlandese, come se Ajaccio non fosse corsa o Bilbao non basca. I nostri media fanno apparire quei territori come irredentisti russi, ma i confini non rettilinei stanno lì a testimoniare la naturale appartenenza di quelle terre come anche la Crimea, allo stato ucraino, praticamente da sempre. Con la caduta dell’ Unione Sovietica e del Muro nel 1989, il progetto della perestroika e della glasnost gorbacioviana tradito da Eltsin, fece il gioco dell’orso russo, nel concedere una finta indipendenza agli stati ricompresi nella Csi fino alla restaurazione putiniana( vedi Georgia e Shevardnadze). Lo sta a testimoniare l’ultimo testimone ucraino intervistato da Igort, che attribuisce all’utopia capovolta post-comunista (” con il comunismo quel poco che avevamo era nostro”) la tragedia ucraina dei nostri giorni. Unico limite dell’ opera e essersi fermata al 2009 e a non prendere in considerazione i fatti successi negli anni successivi a Kiev come la rivolta arancione, la caduta di Janukovyč, il successivo insediarsi di Porošenko fino alle elezioni del 2019 che hanno portato al governo democraticamente eletto di Zelens’ky. Non è poco. Ma i bei disegni e le fonti originali dell’epoca sovietica ( come aver avuto accesso alle fonti degli archivi della polizia segreta Ceka stalinista durante la carestia) fanno di questa graphic novel un opera da non perdere. Fidel Castro un giorno disse :” solo una contro rivoluzione, può cambiare lo status quo sortito da una rivoluzione, se no ne segue gioco forza una lenta e ardua ” normalizzazione ”. Ma li si era all’Avana e particolare non da poco, su un’ isola. Staremo a vedere. Slava Ukraïni!

Aldo Colonna

22 maggio: la liberazione di Torino da parte degli austro russi nel 1799

Riceviamo e pubblichiamo. Inviate commenti e opinioni a redazioneweb@iltorinese.it


Una pagina memorabile ma proscritta della storia della città.

 

Il 22 maggio è una data che non dice nulla alla stragrande maggioranza dei torinesi. Eppure, 223 anni orsono, la nostra città visse una pagina memorabile della propria storia che vogliamo qui ricostruire. Piemonte, ultimi anni del 1700. Lo Stato sabaudo è stato travolto dal dilagare della rivoluzione francese. Sorretto dalle baionette delle armate repubblicane, a Torino s’installa un governo giacobino. Il nuovo regime raccoglie consensi fra le sole élite cittadine mentre è profondamente inviso alla massa della popolazione che lo identifica con l’occupazione e le ruberie dell’esercito francese.

Approfittando dell’assenza di Napoleone in Egitto, nella primavera del 1799 Austria e Russia formano una coalizione anti-francese per cacciare i giacobini dal norddell’Italia. Il comando delle truppe alleate è offerto al Feldmaresciallo Aleksandr Vasil’evič Suvorov (1729–1800).

A settant’anni Suvorov è riconosciuto quale uno dei più grandi geni della storia militare. Egli conduce la campagna secondo una propria linea che lo mette in contrasto con gli alleati austriaci, desiderosi di sfruttare gli eventi

Per estendere i domini dell’Impero nell’area padana. Suvorov invece fa appello ai sentimenti legittimisti e religiosi della popolazione per suscitare sollevazionipatriottiche. Mettendo in rotta, uno dopo l’altro i generali francesi che confluiscono per sbarrargli la strada, dopo Verona e Milano Suvorov giunge a fine maggio a Torinodove ordina immediatamente di issare la bandiera del Regno di Sardegna. La città accoglie il vecchio generale quale liberatore dal regime giacobino e dalle sue vessazioni e gli reputa accoglienza ed onori degni di un imperatore. Portato in trionfo dalla popolazione,

Suvorov viene celebrato in Duomo dal vescovo Buronzo che lo chiama “novello Ciro”. La municipalità gli dedica un inno e pubblica la sua biografia in italiano.

Si trattò di un’esperienza effimera ma intensa e significativa. Prima della fine dell’anno, lo Zar Paolo I richiamò le sue truppe. Il Piemonte fu lasciato

all’ingombrante tutela austriaca e venne presto riconquistato da Napoleone. Tuttavia, contro il volere austriaco, la presenza russa cercò di favorire l’indipendenza del Piemonte, richiamando il Re Carlo Emanuele IV dall’esilio imposto e ricostituendo l’esercito nazionale. Per questi servigi, il Re conferì a Suvorov il titolo di Principe di Casa Savoia.

E sorprendente che nell’odierna Torino non sia presente alcun segno visibile a commemorazione di una pagina di storia cittadina di una tale intensità.

Conto tenuto dell’accoglienza e dell’ammirazione che i torinesi gli dedicarono, una figura storica quale quella di Suvorov meriterebbe una via od un monumento a memoria di quei giorni. Al contrario, quanto descritto viene mantenuto nell’oblio

 

L’auspicio è che nel futuro questo episodio trovi la collocazione che merita, anche perché ciò

contribuirebbe a porre le relazioni fra Italia e Russia in una più ampia prospettiva storica e a superare l’odierno clima da “nuova guerra fredda” causato dall’attuale crisi in Ucraina.

 

Fabrizio Vielmini

 

Barone Canavese, apre il castello

BARONE CANAVESE – In occasione della XII Edizione della Giornata Nazionale ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane), domenica 22 maggio per l’intera giornata sarà possibile visitare il Castello di Barone Canavese. “Il Castello essendo privato ed abitato soprattutto d’estate – afferma il Sindaco Alessio Bertinato – non viene aperto frequentemente. Domenica sarà possibile visitare l’importante edificio posto su un’altura e progettato dall’architetto Costanzo Michela. Per questa iniziativa – prosegue il primo cittadino- i Baronesi sono felici di poter e far visitare il “proprio” castello ai visitatori che arriveranno dalle diverse zone della regione e non solo. Inoltre, il Comune ha predisposto un parcheggio con relativa segnaletica per facilitare l’ingresso in paese dei turisti”. Si è di fronte ad una struttura di arte barocca, particolare nel suo genere perchè rimasto incompiuto e conferisce allo stesso un fascino particolare.

Gallerie d’Italia, primi giorni ad ingresso gratuito nel nuovo museo di Torino

  • Prenotazioni  sul sito www.gallerieditalia.com

  • In piazza San Carlo cinque piani dedicati alla fotografia e al Barocco piemontese

  • 18 maggio ore 17.30 incontro con Paolo Pellegrin e Mario Calabresi

 Dal 17 maggio, primo giorno di apertura delle “Gallerie d’Italia – Torino”, in Piazza San Carlo e fino al 22 maggio le visite al museo con i suoi diecimila metri quadri di percorso espositivo saranno a ingresso gratuito previa prenotazione sul sito www.gallerieditalia.com. L’orario di apertura del Museo sarà da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 18,00), il mercoledì apertura fino alle 22.30 (la biglietteria chiude alle 21.00), lunedì chiuso.

Appuntamento di eccezione mercoledì 18 maggio alle 18.30 quando si svolgerà un incontro tra lo scrittore e giornalista Mario Calabresi e il fotografo Paolo Pellegrin che racconterà la mostra “La fragile meraviglia, un viaggio nella natura che cambia” (prenotazione consigliata all’indirizzo serviziculturali@civita.art, ingresso fino a esaurimento posti).  Sarà un dialogo sul “più grande conflitto del nostro tempo: il cambiamento climatico” attraverso gli scatti del grande fotografo in viaggio negli angoli più estremi del nostro pianeta per raccontare il mistero di una natura in trasformazione. L’appuntamento porterà nel dietro le quinte della missione fotografica, rivelando la storia di un uomo che non si rifugia nella natura come antidoto all’orrore e come unica strada per recuperare fiducia nel mondo, ma che indaga sul futuro del pianeta partendo dalle sue fragilità.

La mostra “La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia” di Paolo Pellegrin che inaugura il museo è un reportage fotografico d’autore dedicato al tema del cambiamento climatico con la curatela di Walter Guadagnini e il contributo di Mario Calabresi. Il lavoro rappresenta una committenza originale che ha visto impegnato il fotografo in Paesi come Namibia, Islanda, Costa Rica, Italia per fornire una personale lettura per immagini del rapporto tra l’uomo e il suo ambiente naturale, tema cruciale della contemporaneità.

In mostra a Palazzo Turinetti inoltre la mostra “Dalla guerra alla luna. 1945-1969. Sguardi dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo”. La mostra documenta il miracolo economico fino alla più grande conquista dell’uomo moderno, lo sbarco sulla luna con una selezione di immagini storiche dell’Archivio curata da Giovanna Calvenzi e Aldo Grasso. L’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, che conta sette milioni di scatti realizzati dagli anni Trenta agli anni Novanta da una delle principali agenzie di fotogiornalismo italiane, avrà sede permanente in alcuni spazi del museo.

Al piano nobile del Palazzo il percorso museale curato da Fernando Mazzocca, Alessandro Morandotti e Gelsomina Spione: nove grandi tele di proprietà della Banca realizzate nella seconda metà del Seicento per decorare l’antico Oratorio della Compagnia di San Paolo, oggi distrutto, oltre a dipinti, sculture, arazzi, arredi dal XIV al XVIII secolo.

Tutti gli eventi e le mostre della Fondazione Torino Musei

INIZIATIVE PARTICOLARI:

  • venerdì 13 maggio e domenica 15 maggio la performance di Vittorio Montalti e Gloria Campaner per la mostra al MAO Il Grande Vuoto.

  • Sabato 14 maggio la NOTTE EUROPEA DEI MUSEI con ingresso prolungato alle 23, tariffe speciali e visite guidate serali

  • Giovedì 19 maggio alle 18:30 alla GAM la conferenza di presentazione del progetto KAPUTT di Luca Bertolo, vincitore dell’avviso pubblico Cantica 21 Italian Contemporary Art Everywhere

 

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

13 – 19 maggio 2022

 

 

VENERDI 13 MAGGIO

 

Venerdì 13 maggio dalle 11.30 alle 19

PERFORMANCE DI VITTORIO MONTALTI E GLORIA CAMPANER PER IL GRANDE VUOTO

MAO – performance nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto

In occasione di Eurovision Song Contest, il 13 e 15 maggio Vittorio Montalti e Gloria Campaner suoneranno dal vivo i movimenti che compongono l’opera Il Grande Vuoto, la composizione sonora site specific realizzata da Montalti per l’omonima mostra. Le esibizioni avranno durata di 30 minuti e saranno ripetute nell’arco della giornata.

L’intero lavoro è stato registrato e prodotto su cd dall’etichetta discografica Extended Place e sarà acquistabile presso il bookshop del museo.

Non è necessaria la prenotazione.

 

Venerdì 13 maggio ore 16.30

BENESSERE, BELLEZZA E LUSSO A POMPEI

Palazzo Madama – visita guidata alla mostra Invito a Pompei

La visita proposta è un interessante percorso che, descrivendo i numerosi oggetti esposti, si inoltra nel mondo della bellezza e della cura della persona, descrivendo usi e costumi della Pompei di I secolo d.C.

Le terme e le palestre erano luoghi di normale frequentazione e socialità. Gli abiti e i monili di ricco valore erano indossati con attenta raffinatezza. La mostra presenta pezzi di fine oreficeria: anelli, bracciali e collane in oro provenienti da diversi siti dell’area vesuviana. Le cronache del tempo raccontano con puntualità quanto facessero parte del corredo personale. Le donne indossavano bracciali, cavigliere e orecchini, intersecavano pietre preziose fra i capelli per valorizzare le già ricercate acconciature, perfette per delineare lo status sociale di appartenenza. Incensi, unguenti e raffinati profumi riempivano preziosi contenitori, custodendo gradevoli fragranze.

Un racconto di lusso e di abitudini da scoprire guidati, per leggere la mostra con uno sguardo diverso e particolare.

Costo: € 6 a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta

Info e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

SABATO 14 MAGGIO

Sabato 14 maggio
NOTTE EUROPEA DEI MUSEI
GAM
, MAO e Palazzo Madama aderiscono come di consueto all’iniziativa organizzata dal Ministero della Cultura francese e patrocinata dall’Unesco, dal Consiglio d’Europa e dall’ICOM giunta alla sua diciottesima edizione.

Sabato 14 maggio i musei saranno straordinariamente aperti fino alle 23:00 (ultimo ingresso ore 22:00) e, a partire dalle 18:00, si potranno visitare con la tariffa speciale di 1 euro le collezioni permanenti e la maggior parte delle mostre in corso. La tariffa speciale di 1euro sarà applicata anche ai possessori di Abbonamento Musei. Da non perdere le visite guidate serali organizzate da Theatrum Sabaudiae.

  • GAM     Collezioni permanenti 1 euro
    mostra World Press Photo: ridotto a euro 10; gratuito per possessori di Abbonamento Musei
  • MAO     Collezioni permanenti 1 euro
    mostra Il grande vuoto 1 euro 
  • Palazzo Madama  Collezioni permanenti 1 euro
    mostra Invito a Pompei  1 euro

LE VISITE GUIDATE SERALI:

 

GAM
ore 18.30 e ore 20.30 – Visita alla mostra “Una Collezione senza confini”
ore 19.00 e ore 21.00 – Visita alla collezione del 900 “Il primato dell’opera”

MAO
ore 18:30 e ore 20:30 – Visita alle Gallerie

PALAZZO MADAMA
Visita alla mostra “Invito a Pompei” ore 18.30 e 20.30
Visita alla collezione di Palazzo Madama ore 19.00 e ore 21.00

Costo visite guidate: € 6
Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso – gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta
Informazioni e prenotazioni visite: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Sabato 14 e domenica 15 maggio ore 10-13, 14-17

LE ROSE

Palazzo Madama – workshop di acquerello botanico

Penultimo appuntamento del workshop con Angela Petrini dedicato a scoprire le potenzialità del disegno e dell’acquerello come forma di studio e di riproduzione della realtà: il workshop, esercizio di attenzione e creatività, prenderà le mosse dal Giardino Botanico Medievale, che offre un repertorio ricco di colori, forme e profumi.

Nella sala didattica del museo il lavoro proseguirà con esercitazioni dal vero: lo studio del chiaroscuro per la resa dei volumi, l’uso particolare del colore ad acquerello per rappresentare sulla carta la consistenza dei tessuti vegetali e, infine, la composizione. Il corso è aperto a tutte le persone curiose e desiderose di mettersi alla prova. I principianti riceveranno un’impostazione necessariamente di base, mentre i più esperti potranno esercitarsi nell’approfondimento della tecnica per rappresentare dettagli botanici particolarmente impegnativi: dipingere il giallo dei cotogni, rendere la granulosità di certe superfici, il viola-nero delle olive o la superficie delle foglie. Rappresentare queste piante significherà osservarne con attenzione le caratteristiche, per arrivare a conoscerne la morfologia e alcuni particolari che diversamente si perdono nel colpo d’occhio. Il corso ha una durata di 12 ore, si svolge il sabato e la domenica, ed è accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5).

 

Angela Petrini ha ottenuto il Diploma con lode in disegno e acquerello botanico dalla Society of Botanical Artists di Londra; è Presidente dell’Associazione Italiana Pittori Botanici “Floraviva”. Premiata dalla Royal Horticultural Society con la Gold Medal al Plant and Botanical art Fair 2018, Londra.

Ultimo appuntamento:

4-5 giugno 2022 | Piante officinali del giardino

 

Costo: € 140 / ogni incontro. Posti disponibili per ogni appuntamento: 7
Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Info: www.palazzomadamatorino.it

 

 

Sabato 14 e domenica 15 maggio ore 15

SEGNI AD ARTE. PARTICOLARI A CONFRONTO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

 

MAO, GAM e Palazzo Madama accomunati nella ricerca di “segni ad arte”.

Linee, pennellate, simboli araldici, note. Un’occasione per approfondire il concetto di segno, leggibile in differenti espressioni e periodi nelle collezioni dei tre musei, analizzando opere scelte e significative. Tre proposte che si completano a vicenda individuando tracce, simboli e significati.

 

Cercare i segni fra gli oggetti delle collezioni di Palazzo Madama può rivelarsi una interessante esercitazione. Cartigli, blasoni, iniziali, immagini, simboli diversi tra loro: segni importanti che ci permettono di fissare il tempo e dare un significato agli oggetti e alle opere, circoscrivendone la loro storia.

Il percorso guidato nel Palazzo si propone di ricercarli e illustrarveli: dal cassone ligneo con cristogramma e stemmi araldici intagliati, al cartiglio che rivela note di partitura musicale del Maestro di San Domenico di Chieri, fino al monogramma della Madama Reale presente nei lambriggi dorati, in quelle che erano le sue stanze, e il foglio con spartito e la copertina di un libro in avorio, intarsiato sul tavolo di Pietro Piffetti.

Costo: € 6 a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta

Info e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Sabato 14 maggio ore 16.30

PROSPETTIVE

DODECAEDRO – Universo – Il gioco degli dei, divinità e miti nell’Induismo

MAO – visita guidata in collaborazione con Orchestra Filarmonica di Torino

Per il quarto anno consecutivo, Fondazione Torino Musei, OFT – Orchestra Filarmonica di Torino e Abbonamento Musei propongono il progetto di collaborazione che avvicina il pubblico dell’arte a quello della musica e viceversa. Per chi ama esplorare l’arte nelle sue mille sfumature, i tre grandi musei della Città di Torino – GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, MAO Museo d’Arte Orientale e Palazzo Madama Museo Civico d’Arte Antica ogni sabato precedente il concerto propongono una visita guidata, a rotazione, al proprio patrimonio museale, traendo ispirazione dalla stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino.

Il percorso tematico si sofferma sulla collezione di arte indiana, che comprende rilievi e sculture che vanno dal II secolo a.C. al XIII secolo, e sulla sezione dedicata al Sud-est asiatico che ospita, oltre a opere dell’arte thailandese e birmana, importanti sculture cambogiane del periodo Khmer. A partire da una selezione di opere che rappresentano divinità e miti, il percorso racconta concezioni del tempo e dell’universo nell’Induismo.

Costo: 6 euro per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com – è possibile effettuare l’acquisto on-line https://www.arteintorino.com/

 

DOMENICA 15 MAGGIO

 

Domenica 15 maggio dalle 11.30 alle 19

PERFORMANCE DI VITTORIO MONTALTI E GLORIA CAMPANER PER IL GRANDE VUOTO

MAO – performance nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto

In occasione di Eurovision Song Contest, il 13 e 15 maggio Vittorio Montalti e Gloria Campaner suoneranno dal vivo i movimenti che compongono l’opera Il Grande Vuoto, la composizione sonora site specific realizzata da Montalti per l’omonima mostra. Le esibizioni avranno durata di 30 minuti e saranno ripetute nell’arco della giornata.

L’intero lavoro è stato registrato e prodotto su cd dall’etichetta discografica Extended Place e sarà acquistabile presso il bookshop del museo.

Non è necessaria la prenotazione.

 

Domenica 15 maggio ore 15

I PORTATORI DI LUCE. L’Erbario di Stefano Fiorina

GAM – Attività per famiglie per il KID PASS DAY (Adulti e bambini dai 6 anni in su)

La GAM aderisce all’iniziativa di KID PASS DAYS con il progetto del giovane artista Stefano Fiorina “Erbario”. “L’Erbario” nasce come un progetto di ricerca della costruzione di un immaginario naturale fantastico mediante la creazione di sculture che rappresentano fiori e piante utilizzando materiali cartacei.

In un primo momento di accoglienza grazie a una breve introduzione performativa i visitatori saranno avvicinati al lavoro pratico che li vedrà coinvolti durante il workshop.

La visita alle collezioni della GAM incentrata su diversi modi di raccontare il mondo naturale attraverso l’uso di colori, forme e materiali permetterà ai visitatori di avvicinarsi a linguaggi artistici differenti da rielaborare successivamente nelle sale dell’Educational Area.

In laboratorio verranno mostrate a bambini e adulti, divisi in due spazi dedicati, le tecniche di produzione alla quale seguirà la fase di realizzazione di fiori e piante. Al termine dell’attività è previsto uno shooting fotografico finalizzato alla realizzazione di una tavola botanica. Così come la collezione della GAM rappresenta un insieme di artisti e opere differenti che dialogano tra loro, nello stesso modo si realizzerà un’opera collettiva che racchiude il lavoro di tutti i partecipanti.

Costo: 15€ a partecipante

Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

LUNEDI 16 MAGGIO

 

Lunedì 16 maggio ore 16.45

PER UN APPROCCIO INTERDISCIPLINARE: CONOSCENZA E CONSERVAZIONE DI UNA DOMUS POMPEIANA

Palazzo Madama – conferenza con Diego Elia – Dipartimento di Studi Storici, Università di Torino, Daniele Castelli – Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Torino, Sergio Enrico Favero Longo – Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università di Torino, Alessandro Lo Giudice – Dipartimento di Fisica, Università di Torino, Paola Croveri – Dipartimento di Chimica, Università di Torino / Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”

 

Al fianco degli archeologi, un team interdisciplinare vede al lavoro biologi, chimici, fisici e petrografi, impegnati a realizzare un complesso piano della conoscenza volto a riconoscere i materiali impiegati per le strutture e per gli apparati decorativi, ma anche a ricostruire le tecniche di esecuzione di muri, affreschi e mosaici. L’obiettivo è quello di ricomporre la storia di un monumento e indagare i complessi processi di degrado, al fine di mitigare il rischio e di contrastare la fragilità dell’antico.

La conferenza fa parte del ciclo legato alla mostra Invito a Pompei, in corso a Palazzo Madama fino al 29 agosto.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

MARTEDI 17 MAGGIO

 

Martedì 17 maggio ore 18.30

PERFORMANCE DI YEONG DIE PER IL GRANDE VUOTO

MAO – performance nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto

Ambient dalla sensibilità pop, con una strizzatina d’occhio all’IDM.

Yeong Die è una figura centrale della fiorente scena musicale di Seoul, caratterizzata da un approccio fresco e irriverente nei confronti del mondo della musica sperimentale. Questo traspare nelle collaborazioni con Yetsuby e Uman Therma (altri due attori chiave in questa scena) per la collana di Computer Music Club così come nei suoi lavori solisti. Il suo ultimo album “Weather Z” (Psychic Liberation, 2021) è una riflessione sull’inevitabilità del cambiamento climatico in cui dipinge paesaggi sonori impressionistici, scorci emotivi di un mondo che rimane bellissimo nonostante sia sempre più vicino alla fine.

Costo: 15€. Biglietti disponibili in museo. Info e prenotazioni: eventiMAO@fondazionetorinomusei.it

 

 

GIOVEDI 19 MAGGIO

 

Giovedì 19 maggio alle 18:30

KAPUTT

GAM – Evento

Conferenza di presentazione del progetto di Luca Bertolo, vincitore dell’avviso pubblico Cantica 21 Italian Contemporary Art Everywhere

Arena Paolini – GAM Torino Ingresso libero

Intervengono Luca Bertolo, artista, autore della video animazione Kaputt, Lucrezia Ercoli, filosofa, autrice del saggio Philosophe Malgrè Soi. Curzio Malaparte e il suo doppio, Edilet, Roma 2011, ed Elena Volpato, conservatore della GAM.

La GAM di Torino organizza un incontro in occasione dell’ingresso nelle collezioni del museo dell’opera video di Luca Bertolo Kaputt, progetto vincitore dell’avviso pubblico Cantica 21 Italian Contemporary Art Everywhere, Sezione Over 35 promosso dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

L’opera di Bertolo prende spunto dall’omonimo romanzo di Curzio Malaparte, pubblicato nel 1944, che restituisce una narrazione cruda e visionaria di luoghi e situazioni incontrati dall’autore in giro per l’Europa durante le Seconda Guerra Mondiale, una narrazione che, in questi giorni segnati dal conflitto in Ucraina, suona inaspettatamente consonante con il nostro presente. A differenza dell’esuberante varietà di aneddoti personaggi e immagini contenuti nel romanzo, la dimensione figurativa e narrativa della video animazione è ridotta ai minimi termini, al limite dell’astrazione: macchie blu scuro si formano e si dileguano sulle pagine di un libro; ogni tanto compaiono un paio di occhietti che sembrano vagare in un luogo oscuro. La fisicità del libro – il numero di pagine, il loro formato, la grana della carta e la presenza dell’inchiostro tipografico – costituisce al tempo stesso l’innesco, il supporto e il limite entro cui prende corpo lo spartito visivo. La traccia audio è composta da una breve registrazione originale in presa diretta di una battaglia della Seconda Guerra Mondiale a cui succede un’improvvisazione alla batteria di un giovane musicista, Andrea Pecchia.

Luca Bertolo e Lucrezia Ercoli si confronteranno sul pensiero di Curzio Malaparte, attraverso le sue pagine letterarie, e su come l’opera di Bertolo abbia trasposto in suggestioni visive e sonore l’intreccio sinestetico della sua scrittura.

La video animazione Kaputt di Luca Bertolo resterà in visione negli spazi della Sala 1 della GAM per 4 giorni: da giovedì 19 alla domenica 22 maggio, secondo gli orari di apertura del museo.

Ingresso libero. info: https://www.gamtorino.it/it

 

Giovedì 19 maggio alle 19

ASIAN GLITCH

MAO – conferenza nell’ambito del Salone OFF del Salone Internazionale del Libro

Asian glitch: editare l’Asia in Europa.

Il MAO e add editore si raccontano negli interstizi artistici e letterari dell’Asia tra storia e contemporaneità. Interverranno: Ilaria Benini, editor collana Asia, add editore, e Davide Quadrio, direttore del MAO.

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Info:  eventiMAO@fondazionetorinomusei.it

 

 

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

 

 

 

 

L’Associazione ex Allievi del S. Giuseppe, 100 anni tra storia e innovazione

1921 – 2021 Festeggiamenti e condivisione nella sede del prestigioso Collegio torinese per il secolo raggiunto con lo sguardo al futuro

Un secolo è un arco temporale importante e raggiungerlo è motivo di orgoglio ed è una solida base per guardare al futuro con una visione innovativa. E’ questo l’ambito traguardo raggiunto dall’Associazione Ex Allievi del prestigioso e storico Collegio torinese S. Giuseppe, di cui è Presidente l’Architetto Dario Tarozzi, giunti ai loro primi cent’anni di vita e per citare le parole del Presidente “ ci sentiamo parte di un secolo di storia”.

Si sono dati appuntamento il 13 Maggio nel giardino del Collegio che li ha visti giovani studenti per i festeggiamenti di questo anniversario tutto loro, di questo importante raggiungimento di cui condividono pienamente lo spirito immutato nel tempo. Era il 18 Dicembre 1921, i duri anni della ripresa dopo la fine del conflitto e nel cuore della storica Torino barocca, tra le mura di una delle più prestigiose istituzioni torinesi nasceva l’Associazione ex Allievi per volere di un gruppo di amici che al termine degli studi vollero continuare a condividere quei valori forti e vitali acquisiti giorno dopo giorno negli anni, in un legame che quel tempo passato insieme aveva cementato, grazie agli insegnamenti ricevuti tra quelle mura accoglienti e sicure, testimoni del tempo e dei cambi generazionali in una realtà cittadina in continua trasformazione.

Questa data parla di un progetto che è stato raggiunto, perseguito negli anni e fortemente voluto e che più che mai oggi non intende essere soltanto un momento commemorativo ed una evocazione verso un importante passato con uno sguardo riconoscente ed affettuoso ai fondatori ma anche e soprattutto un nuovo punto di partenza con la volontà di continuare ad essere presenti e propositivi per successivi impegni nel sociale e nel mondo della cultura, come già avvenuto in passato.

Massima è la loro sollecitudine verso le nuove generazioni con un occhio attento all’innovazione accompagnando la crescita degli studenti con le più avanzate risorse tecnologiche, grazie anche alla presenza ed al supporto di un corpo docenti di prim’ordine, fedeli ed affezionati ad un compito che è diventato per loro una missione. Va anche sottolineata la volontà di partecipare fattivamente con contributi assistenziali e culturali alla vita del Collegio in linea con la Direzione dei Fratelli delle Scuole Cristiane ancora e sempre presenza rassicurante e forte.

Imprescindibile ed indissolubile è il contesto in cui si è sviluppata e cresciuta questa Associazione che vanta al suo interno molti nomi importanti che hanno dato un fattivo e valido contributo alla città ed all’intero Paese, raggiungendo le più alte cariche nei loro differenti ambiti lavorativi, culturali, accademici, scientifici, artistici, politici ed ecclesiastici. Sono personaggi che si sono distinti anche grazie a quei valori lasalliani che li hanno formati alla vita, all’impegno, alla lealtà, all’amicizia.

Ricordiamo il Senatore Giovanni Agnelli ed il nipote Umberto, Carlo De Benedetti, il pittore Ottavio Mazzonis, l’artista Mario Merz, i giornalisti Giovanni Minoli e Massimo Gramellini, l’architetto Carlo Mollino, il vescovo Edoardo Cerrato, i costituzionalisti Gustavo e Vladimiro Zagrebelsky e, tra i più giovani, l’attore Luca Argentero, l’imprenditore Federico Grom, il compianto Andrea Pininfarina, per citare soltanto alcuni tra i più famosi ex del San Gip, come viene familiarmente chiamato secondo una consuetudine tutta torinese.

In questa occasione, con uno sforzo economico congiunto gli ex Allievi hanno realizzato, in accordo ai Fratelli, gli storici padroni di casa, la ristrutturazione dell’arco di San Giuseppe, ben nota presenza nel giardino interno del Collegio con l’apposizione di una targa recante il nome di quanti hanno partecipato. Rilevante e di grande utilità anche la seconda opera scelta in questa speciale occasione, l’allestimento cioè di una nuova aula informatica e la revisione di quelle già presenti. Un raggiungimento possibile anche grazie a quello spirito di appartenenza che anima gli ex Allievi, molti dei quali hanno portato i loro figli a vivere in questo angolo di mondo la loro stessa esperienza, appartenenza che si avverte nell’aria in modo quasi palpabile, frutto della consapevolezza di chi sa di aver ricevuto tanto e si rende convinto portavoce di quella ricchezza per le giovani generazioni.

Il Collegio S. Giuseppe con il suo storico ingresso in Via San Francesco da Paola al numero 23, in pieno centro storico, in quell’angolo di città che fu tanto caro ad artisti, poeti, filosofi, scrittori del passato, esiste dal 1875, insostituibile e nota realtà nella vita della città, solida come solide sono le sue mura, si estende su un intero isolato cresciuto e sviluppatosi nel tempo, dove i Fratelli delle Scuole Cristiane, i lasalliani così chiamati in onore al loro fondatore, il teologo Giovanni Battista de La Salle, portano avanti il loro ministero di educatori dedicandosi all’istruzione degli studenti da quando Carlo Felice di Savoia, nel 1829, li volle a Torino come maestri nelle scuole del suo Regno.

Una scelta ponderata quella del sovrano che ben conosceva il loro valore di educatori già da quei tempi, con una particolare attenzione volta ad offrire alle giovani generazioni una preparazione che andasse al di là ed oltre l’apprendimento sui testi scolastici, arricchita cioè di insegnamenti , di valori, di solide basi cristiane di fondamento per la vita. La loro storia si fonde e si interseca con quella cittadina, con le vicende di quel lungo periodo storico che vide i Fratelli impegnati testimoni del tempo nel cuore della città sabauda. Tanti i fatti degni di essere ricordati che hanno preso vita tra quelle mura. Nel 1913 venne aperta una scuola domenicale nelle ore serali per offrire la possibilità di studiare ai giovani spazzacamini mentre nel 1915, in pieno periodo bellico, venne ospitato l’Ufficio Notizie per prigionieri, combattenti e profughi della Prima Guerra Mondiale.

Fu nel 1920 che avvenne l’inaugurazione del Sacrario in onore degli ex Allievi caduti per la Patria, ancora oggi inevitabile e commossa sosta per chi accede all’atrio. Sarà questo gesto di fratellanza a far nascere nei fondatori la volontà di dar vita ad un’ Associazione che fosse un punto di unione e di riferimento certo per quanti tra loro volessero recepirne il messaggio. Nel 1939 venne inaugurato l’importante Museo Naturalistico Pietro Franchetti, il canonico noto studioso di scienze naturali, dove sono raccolti in due ampi corridoi ed in alcune sale storiche attigue importanti collezioni zoologiche e mineralogiche oltre a quella famosissima dei Colibrì, la più importante in Italia insieme ad una libreria scientifica con cinquecento rari volumi. Dal 1949 iniziano i grandi ampliamenti che comprendono anche nuove e moderne strutture sportive.

Nel 1960 la presidenza della Repubblica italiana insignisce il Collegio della Medaglia d’oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte. Sarà il 1984 che aprirà i battenti alla frequenza femminile mentre dal 2010 gli spazi al pianterreno vengono adibiti a polo espositivo per numerose mostre. E mentre gli ex Allievi hanno varcato la soglia dei cent’anni, queste sagge parole di Fratel Enrico ben riassumono lo spirito che anima quanti tra queste mura ci sono passati: “ Illuminarsi per illuminare, addestrare campioni, spiritualmente e moralmente ben attrezzati, perché si facciano anche allenatori di altri. Il San Giuseppe si propone a stadio che allena alla vittoria in tutte le gare della vita”.

Patrizia Foresto

(Si tratta di un evento con numero massimo di posti disponibili già raggiunto)

 

 

 

 

Conferenza di Quaglieni su Forze Armate e Liberazione

Il prof. Quaglieni

Giovedì 12 maggio alle ore 18 sulla pagina Facebook del Centro “Pannunzio”, lo storico professor Pier Franco Quaglieni terrà una lezione su “ Il contributo delle Forze Armate e dei militari italiani alla Guerra di Liberazione. 1943 – 1945“. Introdurrà Valeria Fantino