STORIA- Pagina 63

Gigi Meroni, un anniversario che non tramonta

Era il 15 ottobre 1967. Muore in un incidente stradale, a sera inoltrata e in una giornata piovosa, nel centralissimo corso Re Umberto, Gigi Meroni, il George Best del calcio italiano.

Un calciatore singolare, originale, estroso e straordinario. Un idolo del “popolo granata”, ma soprattutto una persona, un giovane ragazzo che ha saputo anticipare le dinamiche di una società in perenne evoluzione e in continuo cambiamento. Gigi Meroni è scomparso ad appena 24 anni e, per tutti, resta la famosa ala destra dal numero 7, i calzettoni abbassati, i capelli lunghi con baffi folti che abita in una soffitta di piazza Vittorio Veneto a Torino, che convive con una donna già sposata e che, soprattutto, entusiasma gli stadi di tutta Italia con i suoi dribbling inconfondibili e le sue fantasie inimitabili sul campo. Un ragazzo corretto in campo che non litiga mai con i difensori, anche quelli che lo marcano duro perchè non riescono a fermarlo nè sulle ali e nè, tantomeno, al centro del terreno di gioco. Eppure Gigi Meroni, anche nella sua trasparenza e correttezza di comportamento, è un “segno dei tempi”. Anticipa, forse inconsapevolmente, il ‘68. Con la sua personalità negli stadi, con il suo stile di vita – mai ostentato – nella dimensione privata e, soprattutto, con il suo modo d’essere nella società di quel tempo. Meroni, per fare un solo esempio, non gioca granché in Nazionale – pur avendone, come ovvio, il talento e le capacità – perchè la sua “capigliatura” è incompatibile con il clichè di quella stagione. E lo stesso Avvocato Gianni Agnelli, recita la leggenda, – ma non solo – rinuncia all’acquisto della mitica “farfalla granata” per ben 600 milioni di lire nel 1966 perchè le avvisaglie parlano già di una rivolta degli operai “granata” della Fiat se quella operazione dovesse andare in porto. E anche l’Avvocato, straordinario conoscitore dei talenti calcistici, si dovette fermare….
Ma Gigi Meroni si ferma per sempre in quella brutta, fredda e piovosa serata del 15 ottobre 1967. È ormai inutile raccontare le dinamiche di quell’incredibile incidente stradale e le ore che lo hanno preceduto. Si spiega solo con quel “destino” crudele e spietato a cui non ci si può ribellare. Ma da quella drammatica serata il “mito” di Gigi Meroni non solo è entrato per sempre nella leggenda granata ma è destinato a segnare la stessa storia del calcio italiano. Perchè oggi, come ieri e come ieri l’altro, quando si parla di Gigi Meroni il pensiero corre subito, e senza esitazioni, lungo la strada del talento calcistico, della capacità di stupire, dell’anticonformismo vissuto e non urlato e della sua voglia di fantasia creativa e non replicabile. E noi, tifosi “granata” ma anche e soprattutto amanti del calcio, ogni qualvolta corriamo lungo corso Re Umberto non possiamo non volgere lo sguardo o a destra o a sinistra – a seconda della direzione di marcia – per continuare a salutare Gigi ricordato da una targa, un pallone e quel suo sguardo triste, genuino e pulito. Uno sguardo identico a quello che lo vede uscire dal prato verde dello stadio “Comunale” di Torino nel tardo pomeriggio di quel 15 ottobre 1967 dopo aver contribuito, con la consueta maestria, a battere la Sampdoria per 4 a 2. In attesa del derby con la Juventus della domenica successiva che vincemmo con un sonante 4 a 0 ma dove Gigi Meroni lo seguì già in compagnia dei “campioni” del Grande Torino di Valentino Mazzola.
Giorgio Merlo

 

“100: 1922 – 2022. Dalla Marcia su Roma alla crisi delle democrazie”. Al “Polo del ‘900”

Un secolo di storia italiana. Dal “Ventennio” a un’attualità assai poco confortante

Dal 15 al 31 ottobre

L’immagine – guida del progetto è una proposta simbolica di alto impatto visivo ed emozionale, firmata da Silvio Giordano, celebre creativo e visual artist di origini potentine, che così la descrive: “Una colonna romana, simbolo di cultura e valori, di equilibrio e stabilità, che si infrange contro un urto quasi invisibile causato da una forza sconosciuta. La colonna bianca in questo caso è spezzata da un’altra forza nera. L’immagine è la metafora dell’arrivo a Roma del Partito Nazionale Fascista. Un evento eversivo che segnò Roma e l’Italia in maniera radicale. Un attacco frontale che non ha avuto paura di infrangere colonne portanti della democrazia e della non violenza”. 28 – 30 ottobre 1922: la “Marcia su Roma”, prologo della “rivoluzione fascista”, al termine della quale Vittorio Emanuele III diede l’incarico a Mussolini di formare un nuovo governo. Parte di qui, ma fa una lunga galoppata fino ai giorni nostri, il progetto speciale promosso, in occasione dei 100 anni dalla “Marcia su Roma”, dal torinese “Polo del ‘900”, su iniziativa della “Fondazione Carlo Donat Cattin”, e che si terrà fra il sabato 15 e il lunedì 31 ottobre prossimo. Patrocinato dal “Ministero della Cultura”, dal “Consiglio Regionale del Piemonte–Comitato Resistenza e Costituzione”, dal “Comune di Torino” e dall’“Ateneo” torinese, il progetto propone una serie di eventi ed iniziative, divisi in tre sezioni (Edu Stories, Cinematografo e Conferenze) per riflettere sul “Ventennio” e ha il pregio di aprirsi con uno sguardo attento e critico sull’attualità. Tutti gli eventi si svolgeranno al “Polo del ’900” (via del Carmine 14, Torino), mentre l’inaugurazione si terrà nell’Aula Magna della “Cavallerizza Reale” (via Giuseppe Verdi 9, Torino) di “UniTo”. Sette talk con importanti storici nella fascia oraria pomeridiana, un cineforum al mattino riservato alle classi quinte delle scuole secondarie di secondo grado e un cineforum preserale compongono un’offerta ricca e variegata rivolta ad un ampio pubblico. La serata di inaugurazione del programma (sabato 15 ottobre, ore 21, alla “Cavallerizza Reale”) è affidata ad Ezio Mauro, già direttore de “La Stampa” e de “La Repubblica”, che terrà una lectio intitolata “22, l’ultimo anno di libertà”.

Particolarmente dettagliata l’agenda delle “Conferenze” (tutte al “Polo del ‘900”, alle ore 18) attraverso un percorso ideale che, partendo dalla lectio “La marcia su Roma e gli inizi del fascismo in Italia” tenuta dal professor Marco Palla dell’“Università di Firenze”, approderà alla riflessione su “Crisi dei partiti e della partecipazione democratica” in un dialogo tra Valentina Pazè, dell’“Università di Torino”, con Lorenzo Pregliasco, fondatore di “YouTrend” (il portale italiano che racconta le tendenze socio-politiche del nostro tempo), passando per le “Interpretazioni del fascismo” con Rosalia Peluso, Marco Revelli e Marco Scavino, fino (solo per citarne alcune) alla tavola rotonda conclusiva “Crisi delle democrazie: consenso, rappresentanza e istituzioni” con Gianfranco Morgando, Dario Tosi, Cristopher Cepernich, Silvano Belligni, Francesco Lo Grasso e moderata da Alberto Sinigaglia, presidente del “Polo del ‘900”.

Per quanto riguarda la sezione Cinema, verrà proposto (sempre al “Polo del ‘900, alle 18) un percorso filmico su tre autentici capisaldi del cinema sul fascismo: “Dalla Marcia su Roma a piazzale Loreto” (19 ottobre), “Il delitto Matteotti” (22 ottobre) e “Cronache di poveri amanti” (29 ottobre) Il primo film, girato da Paolo Gobetti, si compone di due lezioni filmate sui cinegiornali fascisti, con l’inclusione di alcuni cinegiornali tedeschi e dell’intera sequenza del cadavere di Mussolini girata a Piazzale Loreto. “Il delitto Matteotti”, di Florestano Mancini, è la cronaca minuziosa del delitto del segretario del Partito Socialista Unitario e delle ricerche che non condurranno mai ai veri colpevoli.  Chiude il trittico selezionato “Cronache di poveri amanti” di Carlo Lizzani, premiato a Cannes e vincitore di due “Nastri d’argento”.

Due infine gli incontri pensati per il progetto scuole e che –  dopo la visione dei film “La marcia su Roma” di Dino Risi e “Fascisti su Marte” di Corrado Guzzanti a cura dell’“Ordine dei giornalisti del Piemonte”, dell’“Associazione Stampa Subalpina” e di Cgil, Cisl e Uil – avranno come oggetto della discussione “Le libertà”. Dalla libertà di stampa alla libertà di associazione e sindacale. Proprio Torino, il 18 dicembre del 1922, fu infatti teatro di un episodio fra i più efferati del regime con la tristemente nota “strage”, l’aggressione ad un gran numero di operai e sindacalisti (14 le vittime e 26 i feriti), l’assalto alla “Camera del Lavoro” cittadina – data alle fiamme, insieme al “Circolo Anarchico” dei ferrovieri e al “Circolo Carlo Marx” – e la devastazione della sede di “Ordine Nuovo”.

Per info e programma dettagliato: “Polo del ‘900”, via del Carmine 14, Torino; tel. 011/0883200 o www.polodel900.it o www.fondazionedonatcattin.it

g.m.

Camera subalpina tra storia e diplomazia

E’ recente l’ incontro dei maggiori Ministri degli affari esteri membri del Consiglio d’Europa

Costruita nel 1683 sul progetto di Guarino Guarini, era il salone d’onore al piano nobile del palazzo dei principi di Carignano. 50 giorni dopo la promulgazione dello Statuto Albertino fu riadattata per scopi parlamentari, divenendo sede della Camera, progettata da Carlo Sada. Fu trasformata in un anfiteatro, con i seggi dei deputati messi a semicerchio davanti al banco del presidente e dei segretari. Inaugurata ufficialmente l’8 maggio 1848, permettendo l’acceso anche al pubblico. Successivamente, nel 1860 ci fu un ampliamento, tale lavoro venne affidato all’architetto Peyron, gli fu chiesto di creare un’aula provvisoria nel cortile. L’aula della Camera Ellittica progettata da Peyron fu chiusa, ma non smantellata. Dopo il restauro del 1988, la Camera non è più accessibile, ma solo in occasione della “Giornata dell’Unità Nazionale e della Costituzione” ad un ristretto numero di persone. Ma durante l’incontro conclusivo del semestre di Presidenza italiana, il quale avvenne a Torino il 19 e 20 maggio, giorni in cui il capoluogo pimontese ospitò la riunione dei Ministri degli Affari Esteri dei 46 Stati membri del Consiglio d’Europa. Ai Ministri fu offerta una visita straordinaria nell’aula della Camera dei deputati del Parlamento subalpino. La Camera, inoltre, venne riconosciuta come monumento nazionale dal 1898 e tutelata dall’Unesco dal 1997 come “Patrimonio dell’Umanità”.

L’evento oltre ad aver rappresentato un’occasione per ricordare i valori del Consiglio d’Europa: cooperazione multilaterale, democrazia, diritti fondamentali, stato di diritto, pace. Diede anche l’opportunità per ricordare la lunga tradizione diplomatica di Torino e del Piemonte, nata fin dall’800.

Sofia Scodino

Il Centro Pannunzio ha reso omaggio al Milite ignoto

Una delegazione del “Centro Pannunzio”, storico centro torinese fondato nel 1968, ha reso oggi omaggio al treno del “Milite Ignoto” che ha stazionato nella stazione Porta Nuova di Torino.

Il Direttore del Centro Pannunzio, Pier Franco Quaglieni ha dichiarato:

“Il Centro Pannunzio che lo scorso anno dedicò un concerto al Milite Ignoto tenuto a Palazzo Carignano, quest’anno ha voluto testimoniare a Porta Nuova la sua presenza davanti al treno del Milite Ignoto che cento anni fa rappresentò un momento di alta concordia nazionale in un momento di grave smarrimento. Oggi come allora vale il suo silenzioso silenzio rotto solo dalla Leggenda del Piave, omaggio a tutti i caduti.”

Pier Franco Quaglieni è nipote di due volontari caduti nella Grande Guerra.

 

La Festa del Rosario

Il 7 ottobre i cristiani festeggiano la Madonna del Rosario. La festa odierna dedicata alla Vergine Maria del Rosario ci ricorda il giorno in cui i Cristiani riportarono la vittoria contro la potente flotta ottomana del sultano Selim II, figlio del grande Solimano il Magnifico, a Lepanto il 7 ottobre 1571. Il Papa alessandrino Pio V la istituì sotto il titolo di Santa Maria della Vittoria e due anni dopo Papa Gregorio XIII la confermò, cambiando il nome in quello di festa del Santo Rosario. La festa del Rosario è un vero culto per i cristiani fedeli fin dal Medioevo e si pensa che ci sia dal tempo delle Crociate. La battaglia navale di Lepanto, di fronte alle isole Curzolari, si svolse durante la guerra per il controllo dell’isola di Cipro. Il 7 ottobre 1571 la flotta dell’Impero Ottomano si scontrò contro la flotta cristiana della Lega Santa che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell’Impero spagnolo, dello Stato pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana e del Ducato di Urbino. Fu una vittoria schiacciante dei cristiani anche se all’interno di una guerra perduta, quella di Cipro, che passò ai turchi. Quel giorno comunque l’Impero turco-ottomano perse per sempre la sua storica supremazia sul mare.                 f.r.

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

AGENDA 7 – 13 ottobre 2022

 

VENERDI 7 OTTOBRE

 

Venerdì 7 ottobre

OTTOCENTO. COLLEZIONI GAM DALL’UNITÀ D’ITALIA ALL’ALBA DEL NOVECENTO

GAM – apre la nuova mostra

Dal 7 ottobre 2022

A inaugurare la stagione espositiva della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino è una mostra ricca di sorprese che intende offrire l’occasione per riscoprire parte della collezione ottocentesca del museo, ormai da quasi quattro anni non più visibile al pubblico. Curata da Riccardo Passoni, Direttore della GAM, e da Virginia Bertone, Conservatore Capo delle raccolte, la mostra presenta settantuno opere tra dipinti, pastelli, grandi disegni a carbone, sculture in marmo, delicati gessi e cere. Nel percorso sarà possibile ritrovare capolavori ben conosciuti come Dopo il duello di Antonio ManciniL’edera di Tranquillo Cremona o Lo specchio della vita di Pellizza da Volpedo, accanto a opere sin qui mai esposte, ma che nell’Ottocento erano considerate come veri gioielli della raccolta moderna del Museo, come la tela di Enrico Gamba, Ecco Gerusalemme! o quella di Francesco Gonin, Nobili in viaggio, che grazie alle ricerche condotte per la mostra ha ritrovato la sua storia e il suo vero titolo: La guida. Studio di castagni dal vero. Per rendere più immediatamente leggibile la trama della collezione, il percorso pone a confronto la nobile tradizione della pittura di figura con la novità delle ricerche sul paesaggio che furono, nelle loro espressioni più libere e sperimentali, oggetto di aspre critiche da parte della stampa conservatrice e dell’istituzione accademica. Otto sezioni tematiche accompagnano il visitatore lungo il percorso espositivo: Nascita di una collezione, Nuove sensibilità e ricerche, La pittura di paesaggio al Museo Civico, Dalla Scapigliatura al Divisionismo e Ricerche simboliste tra pittura e scultura. Ad arricchirlo sono tre spazi monografici dedicati ad Andrea Gastaldi, Antonio Fontanesi e Giacomo Grosso, che sottolineano la loro influenza sulla scena artistica torinese anche attraverso i significativi nuclei delle opere conservate alla GAM.

Info: https://www.gamtorino.it/it/OTTOCENTO

Venerdì 7 ottobre ore 16

IL MAO. LE ANTICHE CULTURE E LO SGUARDO CONTEMPORANEO

MAO – incontro nell’ambito della Settimana della Cultura UNI.VO.C.A

A cura di Davide Quadrio, direttore del MAO Museo d’Arte Orientale

Non esiste “vecchio” o “nuovo”, ma piuttosto una continua testimonianza dell’attività umana. È necessario ripensare agli oggetti del passato per renderli vivi nel presente, rimixare opere classiche con creazioni contemporanee, avviare un dialogo fra collezioni permanenti e mostre temporanee, per dare vita a nuove intersezioni e narrazioni alternative. Gli spazi del museo acquisiscono così nuovi significati sociali, dirigendosi “oltre il senso dei luoghi” dove le antiche culture hanno preso vita e forma.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

SABATO 8 OTTOBRE

 

Sabato 8 ottobre

DICIOTTESIMA GIORNATA DEL CONTEMPORANEO AMACI

Una giornata a ingresso gratuito alla GAM con orario prolungato fino alle 20:00

Claudia Losi. Being There. Oltre il giardino – Performance e workshop

GAM – evento

La Giornata del Contemporaneo, è il grande evento annuale, promosso da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani. La manifestazione ha quest’anno come filo conduttore il tema dell’ecologia, connesso a quello della sostenibilità. Anche la diciottesima edizione presenta una programmazione ad hoc dei 24 Musei associati AMACI, che nel 2022 propongono un particolare focus su attività dedicate al pubblico dei diciottenni, sviluppando il tema proposto da AMACI.

La GAM di Torino, museo associato AMACI partecipa alla Giornata del Contemporaneo offrendo l’ingresso gratuito per tutta la giornata di sabato 8 ottobre alle collezioni permanenti del Novecento e alle mostre OTTOCENTO. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del nuovo secoloFlavio Favelli. I Maestri Serie Oro e Jannis Kounellis in Videoteca e l’orario prolungato fino alle 20:00 per le collezioni del Novecento.

Per questa occasione la GAM è felice di ospitare Claudia Losi con una performance alle ore 18:00 durante la quale l’artista realizzerà, di fronte al pubblico, una piccola serie di amuleti in terra cruda, dal multiforme corpo animale-umano-demonico. Gli amuleti, una volta ultimati, saranno affidati a un gruppo di studenti diciottenni del Liceo Madre Mazzarello di Torino perché li collochino, liberamente, negli spazi del museo, secondo la loro personale sensibilità.

In preparazione di questo gesto di messa a dimora nello spazio delle piccole presenze, gli studenti saranno invitati il giorno prima a partecipare a un workshop a loro dedicato durante il quale lavoreranno con l’artista sui molteplici significati che ciascuno di noi può dare alle parole “luogo naturale”.

Anche per questo progetto – scrive Claudia Losi – ho posto come punto di partenza il rapporto tra spazio reale e spazio immaginario. In questo caso, la domanda scatenante, al centro del mio sforzo condiviso, è apparentemente semplice: Qual è la tua idea di luogo naturale? Quello che mi interessa qui è una prospettiva relazionale e processuale da cui guardare i fenomeni e leggere il mondo che ci circonda. Non c’è nulla di neutro e acquisito una volta per tutte. Ciascun individuo, in base alla propria cultura e lingua, alla geografia da cui proviene, alla storia del proprio corpo, della propria memoria e della propria immaginazione, fornirà uno specifico punto di vista. Barry Lopez ha scritto Le percezioni di qualsiasi popolo invadono la terra come un’inondazione, lasciando che le idee si impiglino tra le setole del pennello, si disseminino come pezzi di carta bagnata da raccogliere e decifrare. Nessuno può raccontare l’intera storia. (cfr. sito https://www.beingthereoltreilgiardino.com/)

Alla fine della giornata di workshop, gli studenti e l’artista comporranno su una parete del museo, attraverso scritte e immagini, le idee, le diverse fantasie e memorie, a cui le parole “luogo naturale” li avranno condotti, attraverso il confronto delle percezioni individuali, il dialogo e la lettura di alcuni testi.

Il disegno a parete sarà portato a compimento da Claudia Losi che vi aggiungerà altre immagini e scritte da lei raccolte nell’arco degli ultimi due anni, durante il suo viaggio di esplorazione – tra Israele, Singapore e l’Italia – delle innumerevoli idee di luogo naturale generate nel pensiero di popoli e individui, avviato con progetto Being There. Oltre il giardino realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (IX edizione, 2020), programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC. L’intervento resterà visibile al pubblico fino a domenica 6 novembre 2022.

 

Sabato 8 e domenica 9 ottobre ore 15

SEGNI AD ARTE. VIAGGIO DAL SEGNO AL GESTO

GAM – Visita guidata tematica

a cura di Theatrum Sabaudiae

Il percorso in GAM tra le opere del 900 e del contemporaneo propone un viaggio alla scoperta di come il segno si sia evoluto e modificato accompagnando gli artisti nella loro espressione artistica e personale.

Dalla linea netta di Felice Casorati, alla velocità di Hans Hartung per il quale “Il conoscere dipende dall’agire” fino ai tagli di Lucio Fontana e ai neon di Mario Merz, il segno diventa linea che contiene, pennellata che permette al colore di raccontarsi sulla tela, gesto che esprime energia e emozione, taglio che apre varchi alla ricerca dello spazio e del tempo o luce che crea simboli.

Tariffa: 6 € a persona

Durata: 90 minuti

Possibilità di prenotazione per gruppi di massimo 25 persone in settimana e weekend

Tariffa: 96 € a gruppo (comprensivo di diritti di prenotazione)

Durata: 90 minuti

Tariffa: 81 € a gruppo (comprensivo di diritti di prenotazione)

Durata: 60 minuti

Per informazioni e prenotazioni: 011 5211788 prenotazioniftm@arteintorino.com

Sabato 8 ottobre ore 16.30

TRA GOTICO E RINASCIMENTO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Un itinerario che offre la possibilità di conoscere le collezioni del museo, traendone una visione d’insieme. Previa presentazione generale delle opere custodite a Palazzo Madama, la visita rivolgerà un particolare focus all’arte gotica e rinascimentale. Ci si soffermerà quindi sul Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, sulle opere dell’artista borgognone Antoine de Lonhy, per poi continuare con artisti quali Martino Spanzotti e Defendente Ferrari.

È un’occasione per conoscere il Museo Civico d’Arte Antica di Torino con uno sguardo rivolto ai secoli XV e XVI, quando il Rinascimento e le nuove correnti artistiche raggiunsero il territorio e diedero spunti nuovi a un Nord-Ovest pronto ad accogliere le importanti novità.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

DOMENICA 9 OTTOBRE

 

Domenica 9 ottobre ore 15

DIVERSI MA UGUALI     

GAM –  attività per famiglie in occasione di F@MU, Giornata nazionale delle famiglie in museo

In occasione dell’evento F@MU “Diversi ma Uguali” la GAM propone una attività famiglia dedicata al tema della diversità intesa come valore, opportunità di crescita per il singolo e la comunità, strumento di inclusione sociale e accoglienza. La discussione sulla diversità è un dibattito che riguarda tutti, grandi e piccini, e che diventa sempre più importante nella nostra società contemporanea. Siamo uguali perché siamo diversi: le differenze di cultura, carattere, gusti, attitudini e ingegno, sono il segno che l’uguaglianza vive nella diversità che unisce e arricchisce la comunità. Il percorso nelle sale del 900 permetterà di comprendere come anche in arte l’espressione della propria diversità possa essere stato un punto di forza per molti artisti moderni, e di come questi abbiano saputo liberarsi dalle regole della tradizione e dalle imposizioni del gusto estetico della loro epoca per esprimere sé stessi in modo libero, autonomo, aprendo strade verso nuove forme espressive senza preoccuparsi del pregiudizio esterno. Dalle ricerche più filosofiche di Giorgio De Chirico e Alberto Savinio, al racconto intimo di Marc Chagall, per arrivare ad artisti che abbandonano la figurazione per immergersi in una interiorità fatta di mistero, energia e colore. Il corpo dell’artista stesso si perde nella rappresentazione e diventa protagonista nel gesto: forza, meditazione, espressione di sé attraverso un movimento agito sulla tela. Negli spazi dell’Educational Area i partecipanti, adulti e bambini, lavoreranno su delle sagome, per agire in maniera totalmente libera, cercando di tradurre con materiali, segni, colori la propria essenza e identità. Una galleria di ritratti tutti uguali e tutti diversi, per esaltare l’individuale unicità.

Costo: Euro 7 a partecipante

Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Domenica 9 ottobre ore 16

DIVERSI MA UGUALI     

MAO –  attività per famiglie in occasione di F@MU, Giornata nazionale delle famiglie in museo

Adatto a tutte le età

Tutti insieme alla scoperta dell’Oriente nelle collezioni permanenti del MAO. L’attività prevede un percorso di visita e un laboratorio “a due voci” con un interprete segnante in LIS. La lingua dei segni racconterà e aggiungerà alla visita un momento di inclusione e di curiosità e in laboratorio i partecipanti lasceranno il loro segno grafico/pittorico utilizzando materiali vari.

Costo: €4 per tutti i partecipanti (bambini e adulti).

Prenotazione obbligatoria al tel.011-4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Domenica 9 ottobre ore 16.30

ORO, ARGENTO, BRONZO: RIFLESSI METALLICI

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Il metallo e la sua lavorazione è il protagonista della passeggiata guidata tra gli oggetti d’arte di raro pregio del museo. Sguardi rivolti verso oggetti luccicanti da scoprire insieme, partendo dal Tesoro di Desana, per passare a sala Acaia, dove il famoso cofano del Cardinale Guala Bicchieri offre mille spunti da raccontare, e proseguendo tra le vetrine degli smalti limosini. Bronzo, ottone…si fa presto a dire metallo di fronte al reliquiario di San Maurizio, un capolavoro di tecnica completamente rivestito da lamina in argento decorata a sbalzo. Quali sono le differenze fra i vari tipi di leghe e materiali? Ceselli e bulini: quali sono gli strumenti utilizzati? Sono solo alcune delle curiosità che sveleremo durante la visita guidata.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

MERCOLEDI 12 OTTOBRE

 

Mercoledì 12 ottobre ore 16

DELIZIE D’AUTUNNO: FLORA ESOTICA

Palazzo Madama –  visita al Giardino Botanico Medievale con Edoardo Santoro

Il giardino autunnale è ricco di colori e sorprese; maturano gli ultimi frutti, le foglie cambiano colore, emergono bacche e baccelli pieni di semi e le rose tardive sono ancora in fiore. Il mese di ottobre è anche il migliore per approfondire le tecniche di giardinaggio e in particolare i lavori che consentono alle piante di superare al meglio l’inverno e ripartire in primavera con nuovi cicli di fioritura.

Ricino e liquirizia, fagiolo d’Egitto e zucca a bottiglia sono piante di origine orientale e nord-africana conosciute fin dall’antichità e che oggi ben si adattano alle condizioni di crescita nel Nord Italia. Si parlerà di aspetti di coltivazione, idee di accostamenti in giardino e usi pratici in cucina e cosmetica con aneddoti storici e botanici oltre a consigli di coltivazione e gestione delle piante in giardino e in vaso.

Costo: 5€ ingresso in giardino (gratuito Abbonati Musei) + 5€ per la visita guidata

Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Mercoledì 12 ottobre ore 17

PRESENTAZIONE ATTIVITA DIDATTICHE a.s. 2022/23     

MAO –  presentazione online per i docenti

I Servizi Educativi presentano le proposte didattiche 2022/23 sulle collezioni permanenti e le mostre temporanee.

Sono invitati a partecipare i docenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, gli educatori, i formatori di associazioni ed enti legati al mondo del sociale e dell’accessibilità e chiunque sia interessato.

L’appuntamento è dedicato alla presentazione delle attività didattiche sulle Collezioni permanenti e la mostra temporanea.

Prenotazione obbligatoria: 0114436927/28 o maodidattica@fondazionetorinomusei.it.

 

 

GIOVEDI 13 OTTOBRE

 

Giovedì 13 ottobre

MARGHERITA DI SAVOIA, REGINA D’ITALIA

13 ottobre 2022 – 30 gennaio 2023

Palazzo Madama – apertura al pubblico della nuova mostra

Mercoledì 12 ottobre anteprima stampa alle ore 11 | Inaugurazione su inviti alle ore 18

 

Palazzo Madama, dal 13 ottobre 2022 al 30 gennaio 2023, dedica a Margherita di Savoia, la prima Regina dell’Italia unita, una mostra – coordinata da Maria Paola Ruffino – che ne ricostruisce la straordinaria figura.

Margherita di Savoia (Torino 1851 – Bordighera 1926) è stata la prima regina dell’Italia unita. Fin dalle nozze con il principe Umberto, seppe conquistare il cuore degli Italiani e, con la propria popolarità, contribuì a costruire il sentimento di identità della nazione intorno alla corona dei Savoia. Regina dal 1878 al 1900, impose il suo gusto ridondante nella moda, nella decorazione, il suo amore per la musica e la montagna si riverberarono nella vita dell’aristocrazia italiana. Fu testimonial di attività a sostegno delle donne e promosse lo sviluppo di scuole professionali, e di opere di beneficenza. Il mito di Margherita non si eclissò con l’assassinio di Umberto, anzi, accompagnò la nazione nel XX secolo.

Figlia di un eroe del Risorgimento, il duca di Savoia Genova Ferdinando, e nipote del Re Vittorio Emanuele II, Margherita sposa a sedici anni il cugino ed erede al trono, Umberto. Negli anni immediatamente successivi all’unificazione nazionale, si rende protagonista nel costruire un forte sentimento di identità nazionale intorno alla monarchia. La mostra illustra il tumultuoso passaggio tra XIX e XX secolo del Paese attraverso la traiettoria di questa figura che divenne icona femminile di casa Savoia: glamour nelle ricche ed eccessive toilettes, materna nell’interessarsi alle necessità del popolo e nel sostenerne l’istruzione, apripista di un nuovo stile di vita che si relaziona con la natura e la montagna

Il percorso immersivo dell’esposizione, con oltre settanta opere d’arte, tra ritratti, dipinti, sculture, abiti e gioielli, strumenti musicali, manoscritti, tappezzerie e mobili, racconta la Regina d’Italia in rapporto al suo tempo e al suo popolo, il suo essere madre, icona di stile, paladina dell’arte e della cultura, benefattrice pietosa, donna interessata al nuovo e alla modernità.

Info: www.palazzomadamatorino.it

Piemontesi/italiani emigranti in Argentina: il ritorno

L’emigrazione italiana in Argentina iniziò nel 1860 e terminò quasi nel 1970. Predominante l’emigrazione dal nord nel XIX secolo, nel primo periodo, di circa 710mila migranti piemontesi, il 23 per cento scelse come meta l’Argentina.

 

Nel secondo il numero dei migranti aumentò e l’Argentina continuò ad essere tra le mete preferite.

Conosciamo tutti il forte legame che unisce Italia e Argentina. Ma conosciamo lo sfondo? Da argentina emigrata a Torino all’età di 20 anni  e nipote di piemontesi, in 5 articoli ve lo racconterò  in prima persona.

I miei trisnonni sonno  emigrati  in Argentina nel 1895. Mia nonna aveva solo 16 anni; mio nonno 31. Anche se in Italia lui era dedito alla vitivinicoltura, a differenza di tanti piemontesi (che all’epoca rappresentavano il 30 per cento dell’emigrazione italiana) che si dedicavano all’agricoltura e si sono stabiliti principalmente nelle province di Santa Fe e Cordoba, lui si è stabilito a Buenos Aires e si è dedicato alla panetteria.

Mentre l’Italia è stata colpita dalla crisi economica, dalla disoccupazione e dalla povertà (evidenziando la crisi agraria degli anni ’70), in Argentina sono state date le condizioni politico-sociali per accogliere i migranti.

Dato che l’Argentina è stata percepita dagli italiani  come un Paese di crescita economica, di opportunità e di lavoro, non mi sorprende lo stupore di qualsiasi  italiano quando gli diciamo che ora siamo i suoi discendenti che  si lasciano tutto alle spalle, alla ricerca semplicemente di un futuro.

Succede  che, negli ultimi anni, questo fenomeno migratorio si è invertito: ora siamo i nipoti di quegli italiani emigrati in Argentina, quelli che tornano.

 

Bernardita Feldman

La Diplomazia risorgimentale a Torino

Dal Palazzo delle Segreterie alla Società del Whist Accademia  Filarmonica

Torino può essere definita la città italiana dove tutto ebbe inizio in tempi moderni. Il Palazzo delle Segreterie è uno dei primi esempi di struttura appositamente concepita per ospitare i capi a comando degli Stati, specialmente quelli degli Esteri, rendendolo ai tempi, uno strumento molto efficace, semplice e soprattutto veloce accessibile alle predisposizioni di esecuzione del sovrano. Durante il risorgimento si svolgevano anche i balli diplomatici a Corte, uno dei più importanti ed esclusivi si teneva a Torino preso la Società del Whist-Accademia Filarmonica, fondata da Cavour nel marzo 1841, ispirato dai club per gentiluomini londinesi, creò un circolo di nobili liberal-moderati per colmare il “vuoto sociale creato dalla scomparsa della tradizionale vita di corte” ed avere anche un degno luogo d’incontro. Infatti, in essa si incontravano le maggiori diplomazie a Torino e vi trovavano  rifugio e accoglienza molti rifugiati politici di molte nazioni. Ma anche la nobiltà e civiltà dei caffè intellettuali, i quali solitamente erano frequentati dai maggiori esponenti della diplomazia vecchia e nuova, della cultura, dell’eleganza, dell’ esercito e  da noti politici.

Sofia Scodino

Piemonte da scoprire tra arte e storia

Un bel libro-guida da sfogliare e leggere per visitare il Piemonte nella stagione dei grandi colori.

Lo porta in edicola e in libreria un turista curioso che dalla sua Lombardia ha scoperto le bellezze artistiche e paesaggistiche della nostra regione. Si è innamorato così tanto della sua nuova terra che non l’ha più lasciata. Un tal giorno, Paolo Ponga, giornalista e scrittore di romanzi, ha fatto la scelta della sua vita: via dal caos della periferia milanese per trasferirsi sulle dolci colline del Monferrato. Con la macchina fotografica a tracolla ha viaggiato per le otto province del Piemonte scoprendo posti e luoghi di cui si parla poco o meno di tanti altri ma che hanno fascino da vendere. Tutti angoli da conoscere meglio e valorizzare come meritano. Si tratta di trenta località scelte dall’autore lungo un percorso che si snoda tra arte, cultura e storie avvincenti. Ecco qualche suggerimento. Nell’astigiano l’obiettivo di Ponga è puntato su San Secondo di Cortazzone, la chiesa in cima a una collina, in mezzo alla campagna, uno dei più interessanti esempi del romanico astigiano, risalente al secolo XI, e sull’antica cripta di Sant’Anastasio, secondo vescovo di Asti, eretta mille anni fa o forse anche prima, vero e proprio tesoro nascosto nel centro di Asti, la cui atmosfera misteriosa ricorda all’autore le pagine del Codice da Vinci di Dan Brown.
In provincia di Alessandria, a metà strada tra Casale e Valenza, sorge il castello di Giarole fondato in seguito a un diploma concesso da Federico Barbarossa a quattro cavalieri della nobile famiglia Sannazzaro. L’attuale conte Sannazzaro, previo appuntamento, guida i visitatori nelle sale del maniero attraverso otto secoli di storia. Raggiungiamo il paese medievale di Rocca Grimalda, nell’Ovadese, dove il castello è diventato un’oasi fiorita. Furono i Grimaldi piemontesi, ramo collaterale della famiglia del Principato di Monaco, a trasformare nel Settecento il castello militare nella splendida dimora attuale con giardini all’italiana, medievali e romantici. Anche qui è possibile vedere il castello con una visita guidata condotta dai proprietari. Nel biellese ampio spazio al Ricetto medievale di Candelo, uno dei borghi più belli d’Italia, con le mura fatte di ciottoli di fiume, costruito dagli abitanti del paese per ripararsi dalle incursioni dei briganti. Il Ricetto, dal latino “receptum”, ossia un rifugio difeso da fortificazioni, veniva utilizzato come deposito di prodotti agricoli e come luogo per difendersi in caso di pericolo o di guerra. Entrarci significa fare un salto indietro nel tempo di 700 anni. A Dronero, nel cuneese, il famoso Ponte del Diavolo con i suoi merli a coda di rondine. L’opera fu costruita nel 1428 sul torrente Maira, grandioso intervento per quei tempi, così come è molto suggestiva la leggenda sul diavolo, tutta da leggere. A Monticello d’Alba, 2000 abitanti sulle colline del Roero, si trova il castello delle favole, “per le torri potenti e i camminamenti ricchi di merli”, voluto mille anni fa dai vescovi di Asti per difendere il territorio dalle invasioni dei Saraceni, come quella distruttiva del 920 dopo Cristo.
Le cronache medioevali narrano di almeno due grandi assedi al castello tra il 1187 e il 1300. E che dire dell’Abbazia fortificata di San Nazzaro Sesia nel novarese? Ben pochi la conoscono, eppure è uno dei complessi monastici più significativi della nostra regione. Il comune, 700 abitanti, fa parte del Parco naturale delle Lame del Sesia e la sua fondazione risale forse all’età Longobarda, al tempo della regina Teodolinda. Oppure l’affascinante chiesa romanica di San Michele a Oleggio nella campagna novarese, a 15 chilometri dal capoluogo, tra Bisanzio e il Romanico lombardo, con un ciclo pittorico straordinario, di gusto bizantino, risalente all’anno Mille. Investigatore a caccia di opere d’arte: Ponga scova preziosi gioielli quasi perduti, di cui si sa ben poco, e uno di questi si trova vicino a Ivrea. È la piccola pieve di Santa Maria di Vespiolla, nel comune di Baldissero Canavese. Ricca di affreschi risalenti al Quattrocento la chiesa fu eretta forse già prima del X secolo ed era il centro del potere spirituale del territorio circostante. La prima data in cui viene citata in un documento è comunque il 1122. In provincia di Torino citiamo ancora l’antica Abbazia di Santa Fede, vicino a Cavagnolo, in Val Cerrina, dimenticata e da riscoprire, di origine longobarda ma rifatta nel XII secolo e nominata dal Barbarossa in un documento dell’epoca. Nel Verbano-Cusio-Ossola un’attenzione particolare viene riservata alla chiesa monumentale di San Gaudenzio, a Baceno, in Valle Antigorio, adagiata su uno sperone roccioso, con la facciata romanica in pietra e e il portale cinquecentesco. Nel vercellese spiccano le rovine dell’antico castello di Vintebbio e la sua lunga storia iniziata nell’Alto Medioevo e il castello-monastero di Lenta tra misteri, abbandono e uomini di buona volontà. C’è ovviamente molto altro nel volume di Paolo Ponga, un invito quindi a leggerlo e a viaggiare per il Piemonte nella stagione più incantevole dell’anno. Tutte le informazioni per le visite ai siti si trovano alla fine del libro.
Filippo Re
Nelle foto la Chiesa San Secondo di Cortazzone, il castello di Sannazzaro di Giarole, il ricetto di Candelo

Il Papiro dei re, un gioiello torinese

Protagonista al Museo Egizio uno dei papiri della sua collezione più celebre al mondo, noto all’estero con il nome di ‘Turin King List’.

È l’unica lista reale d’epoca faraonica scritta a mano su papiro che si conosca e sarà esposta fino al 21 novembre, dopo un’opera di ricerca e restauro, dovuta a una collaborazione tra Torino, Copenaghen e Berlino. È stato creato un allestimento dedicato, con un’installazione interattiva e un’infografica che raccontano l’evoluzione del manoscritto, giunto a Torino nel 1824 con la collezione Drovetti. È composto da circa 300 frammenti, assemblati in 200 anni. L’allestimento è stato realizzato con il sostegno degli Scarabei, Associazione Sostenitori museo Egizio e della Consulta per la valorizzazione dei Beni artistici e Culturali di Torino. Nel mese di dicembre il Papiro dei Re sarà uno dei reperti di punta della mostra che l’Egizio dedicherà alla lingua e scrittura egiziana.