STORIA- Pagina 34

Quando la tv era libera. Renzo Villa e la leggenda di Antenna 3

Le chiamavamo televisioni libere, poi locali, poi private e infine commerciali. Sta di fatto che volenti o nolenti, hanno alimentato il nostro immaginario dagli anni 70, prima dell’avvento della cosidetta “era berlusconiana”. E’stata l’inventiva pionieristica e imprenditoriale di Renzo Villa che nel lontano 1977, in quel di Legnano realizza quel miracolo via etere che è ancor oggi Antenna 3 Lombardia.

 

Ci racconta questa avventura il giornalista Cristiano Bussola, in un agile saggio a metà tra la storia del costume e la sociologia della cultura: “Una fetta di sorriso Renzo Villa, l’inventore della tv commerciale raccontato da chi lo ha conosciuto” ( Paola Caramella editrice, 2022, pagg. 230, €. 18 corredato da un ricco apparato fotografico). In realtà l’autore, Renzo Villa non l’ ha mai conosciuto in maniera diretta. Come precisa nelle pagine introduttive, Villa è stato l’ispiratore principale, del suo avviamento alla professione giornalistica prima cartacea alla “Vita Casalese” poi a Prima Antenna, già Studio Televisivo Padano, come cronista e commentatore politico. Attraverso le interviste (alcune dirette alcune telefoniche) a una carrellata di personaggi (portati poi al successo da Villa) l’autore riesce a ricostruire nei minimi particolari, la realizzazione di quel sogno, nell’arco temporale di un decennio. Teo Teocoli e Massimo Boldi (scoperti al mitico Derby di Milano) poi Donatella Rettore e i Righeira solo per citarne alcuni. Ma anche maestranze e tecnici sentiti sui loro rapporti professionali e umani. Pochi anni dopo la sua prematura scomparsa nel 2010 a 69 anni, la moglie Wally Giambelli, la compagna di una vita, attraverso l’ente “Associazione Amici di Renzo Villa” ne tiene viva la memoria con iniziative di promozione sociale e formazione professionale (per materiale audiovisivo e di testo consultare: viaperbusto15.it ).


Grazie a un mix di volontà, tenacia e capacità non comune di tessere relazioni umane, Renzo Villa lascia il dazio di Varese e prima approda a Tele Biella con Enzo Tortora, imparando tutto sulla televisione, poi dopo mille vicissitudini e traversie, diviene il patron di Antenna 3 Lombardia.

Fa l’intrattenitore, il pubblicitario e addirittura il cantante-attore (sua ambizione giovanile), nel mitico Studio 1 di Via per Busto 15 a Legnano, unendo in qualche modo nelle sue trasmissioni, lo status di direzione a quello di subalternità. In un equilibrato amalgama di assunzione di ruoli. Fino al fallimento nel 1987, determinato dal mercato pubblicitario e dall’accanimento della concorrenza e al passaggio alla nuova proprietà, Espansione Tv, poi dal 2004 passata nel Gruppo Mediapason di Sandro Parenzo, terzo gruppo televisivo privato italiano. Tanto che Silvio Berlusconi gli offrì 9 miliardi delle vecchie lire, per rilevargli il gioiello di Legnano. Ma lui rifiutò, sostenendo, parafraso sintetizzando al meglio il suo essere che: “se la pubblicità è l’anima del commercio, questa non deve divenire commercio dell’anima”. La sua e dei telespettatori. Tra le figure professionali mirabilmente descritte da Bussola nel libro, ne voglio ricordare tre, che più mi hanno colpito.

La prima è Patrizia Ceccarini (in arte Cecchi) che ad Antenna Tre accompagnava da valletta Ric e Gian nei loro sketch, dopo una lunga esperienza al teatro tenda con Vittorio Gassman. Molti anni dopo la sua avventura con Villa, tornò in visita negli studi a Legnano e di fronte alle mura diroccate e dismesse dei locali, si commosse fino alle lacrime, nel ricordare quegli anni meravigliosi, trascorsi lavorando con il con il compianto Renzo Villa.
La seconda è la testimonianza di Gian Paolo Parenti, che come l’autore del volume approdò al mondo della televisione, grazie allo stimolo della televisione stessa, in questo caso citando Karl Popper, divenuta suo malgrado, buona maestra. Oggi è docente di Marketing televisivo al corso di laurea in Media e giornalismo dell’Università di Firenze. Insegna all’Università Cattolica di Milano ed è autore di saggi sulla televisione.
E ultimo ma non ultimo, voglio ricordare il tecnico di trasmissione di Telebiella, conosciuto da Villa all’inizio della sua attività manageriale, Peppo Sacchi, che in parola afferma: “Ormai in tv si assiste a sproloqui di venti minuti. E ogni minuto rubato al pubblico è un minuto rubato alla vita del pubblico stesso. Con il proliferare incontrollato delle televisioni private i cui programmi segnano il trionfo della volgarità, dell’osceno, della violenza, del turpiloquio e forniscono un informazione che quando non è completamente falsa, è incompleta, deformata, tendenziosa, diretta a favorire interessi di parte. È legittimo porsi la domanda: Telebiella fu un bene o un male?”

Ettore Andenna, a destra, con Renzo Villa

Risposta di Sacchi: “Fu sicuramente un bene perché ha dato il via alla televisione privata, favorendo le opportunità di lavoro a decine di migliaia di persone che vivono di televisione. Un male perché aprì la stura a quel gran casino che é la tv di oggi”.  Che non fu quella di Renzo Villa che con Ettore Andenna produsse tra gli altri il programma “la Bustarella” prototipo di ciò che lo stesso Andenna condusse in seguito alla Rai come “Giochi senza Frontiere” che apriva la televisione a una concezione europeista nei contenuti, ancora senza Ue e moneta unica. Concludendo voglio ricordare lo slogan che coniò Marshall McLuhan nel suo scritto “Il villaggio globale” riguardo alla televisione : “Il mezzo è il messaggio”. E allora vigiliamo con la nostra coscienza critica, con l’ausilio dello zapping col telecomando. Senza moralismi. E’ l’unico mezzo di difesa che abbiamo.

Aldo Colonna

Lo studio Uno di Antennatre: ospitava 1200 spettatori

Centro Pannunzio: “9/11, nel Giorno della Libertà’ un pensiero rivolto allo Stato di Israele”

Legge 15 aprile 2005, n. 61 Istituzione del «Giorno della libertà». 1° comma. La Repubblica italiana dichiara il 9 novembre «Giorno della libertà», quale ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo. 2° comma. In occasione del «Giorno della libertà», di cui al comma 1, vengono annualmente organizzati cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti».

 

Il Centro Pannunzio invita a cogliere l’opportunità offerta da una legge dello Stato per ripercorrere le cronache di quei giorni, dell’anno 1989 e di tutto quel prodigioso ciclo di avvenimenti, che permise un così grande rivolgimento positivo con un così minimo spargimento di sangue.

Invita altresì a confrontare la buona riuscita di quel processo con le difficoltà e i fallimenti occorsi ad altre latitudini, come per esempio le cosiddette primavere arabe. E riflettere quindi, in queste settimane di recrudescenza delle pratiche terroristiche, sul portato di valori che denominiamo “giudaico-cristiani”.

Invita poi a mettere a tema, come indica il secondo comma della legge, i due opposti concetti: il totalitarismo a fronte del binomio democrazia-libertà.

Oggi il totalitarismo è declinato in nuove forme: può convivere con un’economia mista e con (più o meno libere) elezioni; l’ingerenza nella vita privata può manifestarsi non più (o non solo) con le ispezioni nelle case private per scorgere crocifissi appesi o libri vietati, ma in forme sofisticate come il “Sistema di credito sociale” della Repubblica popolare cinese, un apparato di sorveglianza di massa, dove il cittadino è osservato in ogni suo comportamento privato ed è passibile di punizioni anche non fisiche ma non meno spietate (esclusione da servizi, da voli aerei, da certe scuole, da lavori di prestigio, iscrizione su “lista nera pubblica”).

Un approfondimento di questi temi permetterebbe di verificare gli elementi di totalitarismo nel territorio governato dall’organizzazione terroristica Hamas. E consentirebbe altresì di valutare Israele secondo indicatori seri e obbiettivi: uno Stato di diritto, l’unica democrazia che si possa incontrare a partire dal mare innanzi alle Canarie fino all’India. Verificare come la minoranza araba sia rappresentata in tutti i livelli della Pubblica Amministrazione, fino alla Magistratura e compresa la Corte Suprema. La assoluta libertà di culto, la possibilità per la popolazione araba di accedere alle università come Medicina senza numero chiuso (ciò che invece vale per la popolazione ebraica) proprio per favorire l’integrazione e la partecipazione alla vita sociale dello Stato di Israele. Magari pure accennando alWelfare e a una Sanità che cura indistintamente tutti, compresi i palestinesi, siano essi della Cisgiordania o da Gaza stessa.

In queste settimane, in cui abbiamo dovuto vedere come il sonno della ragione abbia animato tanti cortei, vera fiera dell’ignoranza e dell’ideologia (in Israele l’apartheid!), ebbene raccogliere l’invito alla riflessione offertoci dalla legge sul 9 novembre può far bene a studenti e docenti.

Gonzaga al castello San Giorgio Gozzani

L’illustre visita è avvenuta in forma privata nell’antico castello monferrino il 16-10-2021 a conferma della relazione materna tra i Gozzano di Agliè e i Gonzaga, pubblicata sul Torinese online il 3-8-2021. Il proprietario architetto Francesco Rolla ci ha descritto l’evoluzione della struttura risalente all’anno 859, costruita attorno alla torre di origine sassone detta del Barbarossa. Fu sede feudale di nobili famiglie investite dai marchesi del Monferrato. Con le possenti mura edificate dai Paleologi rappresenta una delle fortezze più antiche meglio conservate. Con il passaggio del Monferrato al duca Federico II° Gonzaga di Mantova, il maniero venne occupato dai francesi e in parte distrutto dagli spagnoli agli inizi del ‘600 durante la guerra di successione.
Fu ceduto dal duca Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers a Giovanni Gozzano il giovane per 2100 doppie d’oro nel 1670, succedendo alla famiglia dei Galeazzi-Salvati e infeudato della contea di San Giorgio, proprietà della famiglia Gozzano proveniente da Luzzogno fino agli inizi del ‘900. Nei piani nobili vivevano la corte e gli ambienti amministrativi mentre i piani inferiori erano adibiti a scuderie, cantine, granai e le strutture esterne a panificio, ghiacciaia e l’immenso parco a frutteto. Evidenti i segni lasciati dai marchesi Gozzani: stemmi di famiglia, il doppio scalone barocco, la terrazzata con finestre a scomparsa, il nome in rilievo sulla campana della torre.
La ricerca relativa alle due famiglie si è sviluppata tramite l’atto di cresima del principe SRI Maurizio Gonzaga, celebrata in Vaticano da papa Pio XII° il 16-6-1949 e conclusasi nell’archivio del duomo di Alba con la genealogia della ricca famiglia Alliana che ne ha confermato la parentela. Padrino della cresima fu il neuropsichiatra Mario Gozzano, figlio del generale Francesco di Agliè e nipote del generale principe SRI don Maurizio Ferrante Gonzaga. Ingrid Gozzano, neuropsichiatra infantile a Roma, unica figlia vivente di Mario è ancora in contatto con il cugino Maurizio Gonzaga.
Curiosamente, al battesimo di Maurizio Gonzaga del 3-12-1938 il padrino fu il duca d’Aosta, il re e cavaliere di Spagna a cui era stato offerto dagli ufficiali di cavalleria un trofeo in bronzo posto sulla tomba di Superga dal marchese generale Carlo Giovanni Gozzani, nipote di Evasio detto il marchese pazzo. A Roma venne istituita nel 2010 una visita virtuale a Villa Borghese con due guide d’eccezione, Paolina Bonaparte ed Evasio Gozzani, personale amministratore di casa Borghese e curatore delle nuove mostre nel 1812, accompagnati dalle preziose melodie di Bach, Monteverdi e Pergolesi.
Il principe Maurizio Gonzaga (*1938), discendente da Giovanni (1474-1525) terzo figlio di Federico I° di Mantova e Margherita di Baviera, ancora oggi utilizza una dialettica famigliare con accento italo-tedesco. Maurizio è autore di due romanzi: Fiori nel deserto (12 racconti che accendono una speranza ai piccoli e adolescenti oppressi e indifesi) e Assalto al castello (storia delle famiglie Scotti-Gonzaga nell’Italia del XVI° secolo dominata dalle due superpotenze dell’epoca, i guelfi allineati con la chiesa di Roma e i ghibellini, facenti capo al Sacro Romano Impero). Ad Agazzano i Gonzaga possiedono una rocca del 1200, elegante dimora signorile del rinascimento e un castello del 1700. Le due residenze nobiliari fanno parte dei castelli del ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli, ereditati dai tre figli di Corrado Gonzaga (1941-2021) marito della principessa Erica De Ponti Gonzaga.
Armano Luigi Gozzano

Welcome Tour per scoprire Chieri e Carmagnola

4 appuntamenti: sabato 11 novembre, 23 marzo, 20 aprile e 18 maggio

 

Un Welcome Tour per scoprire il ricco patrimonio storico e artistico della cittadina di Chieri è la nuova iniziativa realizzata da Turismo Torino e Provincia in collaborazione con il Comune di Chieri, socio dell’ATL.

Chieri come non l’avete mai vista” debutta sabato 11 novembre – e prosegue sabato 23 marzo, sabato 20 aprile e sabato 18 maggio – alle ore 15 per una durata di 90 minuti. La visita è in italiano al costo di 8€, ridotto a 6€ (compreso tra 7 e 11 anni, possessori di Abbonamento Musei, possessori di Torino+Piemonte Card Junior, possessori Torino+Piemonte Card), gratuito (compreso tra 0 e 6 anni).

Siamo davvero orgogliosi di questa iniziativa – sottolinea Elena Comollo, Assessore al Turismo e Promozione del Territorio – che grazie alla collaborazione decennale tra il Comune di Chieri e Turismo Torino e Provincia consente ancora una volta di valorizzare la nostra città e le sue eccellenze storico-architettoniche, oltre alle produzioni artigianali di qualità. Il nostro obiettivo è far vivere al visitatore un’esperienza completa, che prevede il tour guidato e può proseguire con un piacevole momento di degustazione in una delle due pasticcerie che hanno ottenuto il riconoscimento di Maestri del Gusto e da uno shopping di qualità nel centro storico cittadino“.

La passeggiata guidata – con l’ausilio di guide professioniste – porterà i visitatori alla scoperta dell’antica cittadina ricca di storia e cultura, fondata dai Celti e successivamente occupata dai Romani con il nome di Càrreum Potentia. Il suo nucleo storico è infatti caratterizzato da stradine acciottolate, edifici medievali ben conservati ed è noto per la sua ricca eredità religiosa e la presenza storica di un ghetto ebraico. Il Welcome Tour Chieri permette di andare alla scoperta di numerose chiese di notevole pregio, tra le quali la cappella Gallieri all’interno del Duomo, oltre a svelare tracce della storia ebraica della città.

Al termine del tour guidato è possibile degustare specialità tipiche a prezzo concordato e fare shopping, approfittando degli sconti offerti dagli aderenti al DUC (Distretto Urbano del Commercio) che partecipano all’iniziativa mostrando la ricevuta di acquisto del Welcome Tour anche dallo schermo dello smartphone. Lo sconto è valido per acquisti effettuati il giorno stesso dello svolgimento del Welcome Tour.

I locali aderenti sono: BUTTIGLIERI Pasticceria caffetteria – DOLCI E DOLCI Pasticceria caffetteria – ARS LUDICA Giocattoli – COMPAGNIA DELLA PELLE Borse e scarpe – FB ABBIGLIAMENTO – IL FARO Alimentari per diete speciali – LA CANTINA DEL CONVENTO Ristorante – PENNAZIO ELISA Hobbistica e filati -.

Siamo certi – evidenzia Marcella Gaspardone, Dirigente di Turismo Torino e Provincia – che questa iniziativa possa contribuire a far conoscere maggiormente le attrattive di Chieri, comune a pochi chilometri da Torino e che rappresenti un importante segnale per il nostro territorio essendo il turismo un settore in grado di valorizzare il tessuto economico-sociale legato a cultura e commercio”.

Per info e prenotazioni

https://www.turismotorino.org/it/esperienze/eventi/welcome-tourr-chieri

“Ricordando Alessandro Galante Garrone”

Il “Polo del ‘900” fa memoria, in Palazzo San Daniele, del “mite giacobino” nel ventesimo della scomparsa

Lunedì 30 ottobre, ore 15

Un incontro, fra dibattito e spettacolo/performance, quello in programma il prossimo lunedì 30 ottobrea partire dalle 15, presso l’“Auditorium” del “Polo del ‘900” nello juvarriano “Palazzo San  Daniele”, per ricordare la figura di Alessandro Galante Garrone (Vercelli, 1° ottobre 1909 – Torino, 30 ottobre 2003), nell’ambito delle iniziative per l’80° della Resistenza e a vent’anni dalla scomparsa dello storico, scrittore, magistrato, antifascista di primo piano e partigiano (militante durante il Ventennio nelle formazioni GL in Piemonte), fra i padri fondatori della Repubblica Italiana. L’incontro servirà anche per presentare il libro di Galante Garrone “Per l’eguaglianza e la libertà”, edito di recente da “Einaudi”, a cura di Paolo Borgna (presidente di “Istoreto – Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della Società Contemporanea”, di cui Galante Garrone fu fra i fondatori nel lontano 1947), Francesco Campobello e Massimo Vogliotti.

Dopo i saluti e l’introduzione di Alberto Sinigaglia (presidente del “Polo” di piazza Antonicelli) e di Paolo Borgna, il programma prevede una “lezione recitata” dall’attore albese Diego Coscia, su testo dello scrittore (e dal 2005 docente di “Civilisation italienne” all’Università “Grenoble Alpes”) Leonardo Casalino avente a tema “Alessandro Galante Garrone: pensare libertà liberatrici”.

Il pomeriggio proseguirà alle 17 sotto il segno de “Le battaglie civili del ‘mite giacobino’”, termine che lui stesso si cucì addosso, nel ’94, in un libretto scritto a quattro mani con Paolo Borgna. Come dire: “un rivoluzionario democratico – così Paolo Bagnoli – a caratura radicale essendo egli un azionista fedele al filone della democrazia radicale che, oltre ad essere una posizione politica, fu per Galante Garrone anche la bussola che mosse il suo continuo impegno pubblicistico, caratterizzato da una moralità concreta nel leggere un paese sempre più tristemente e squallidamente risucchiato dal disprezzo della Costituzione e dalla perdita di senso di quell’Italia civile in cui egli e, con lui tanti altri, avevano creduto ed avevano continuato a credere”. Il valore delle Istituzioni e quello supremo della “libertà” ritornano costantemente nella vita, nei gesti e nelle parole di quel nostro “mite giacobino” che non abbisogna di feroci “ghigliottine”, ma che non cede caparbiamente il passo al progredire di tempi privi di ideali e passione politica e civile, testardo all’estremo nel rifiuto di “ogni neutralità imbelle” lontana e pavida nella negazione di ogni “scelta di campo”.

Posizioni, concetti, idee ben presenti nel recente libro-antologia “Per l’eguaglianza e la libertà” (Einaudi) che raccoglie gli editoriali, ancora oggi di eccezionale attualità , da lui scritti per “La Stampa”: dalla necessità di uno Stato moderno autorevole ma non autoritario all’importanza della scuola pubblica e alla condizione della donna via via fino al rapporto fra politica e giustizia, con l’ideale di una magistratura che viva la propria indipendenza senza trasformarla in separatezza. Temi di cui si discuterà nel tardo pomeriggio al “Polo del ‘900” insieme a Gad Lerner e allo storico Gianpaolo Romagnani, con il coordinamento di Chiara Colombini, ricercatrice presso “Istoreto”. Saranno presenti anche i curatori del volume e la figlia di Gante Garrone, Giovanna.

Per info: “Polo del ‘900 – Palazzo San Daniele”, piazza Antonicelli, Torino; tel. 011/0883200 o www.polodel900.it

g.m.

Nelle foto:

–       Alessandro Galante Garrone (Ph. Paolo Agosti)

–       Alessandro Galante Garrone con il fratello Carlo e Ferruccio Parri, primo presidente del Consiglio dei Ministri a capo di un governo di unità nazionale, al termine del secondo conflitto mondiale

–       Alessandro Galante Garrone con le vedove dei ferrovieri, 1946

Ultima occasione dell’anno per visitare il castello di Marchierù

Domenica 29 ottobre sarà l’ultima occasione dell’anno per visitare il castello di Marchierù, a Villafranca Piemonte, giacchè poi ne saranno chiusi i cancelli in attesa della primavera prossima per la nuova stagione 2024.

CASTELLO DI MARCHIERU ( Villafranca Piemonte * via S.Giovanni 77)

Visite guidate dai proprietari delle sale del castello, del parco, della cappella gentilizia e delle scuderie settecentesche ( ore 10/11/12*15/16/17 )

Alle ore 15/16/17 in collaborazione con la GALUP, divenuta riferimento nel mondo delle galuperie e del celebre panettone, gli Allievi dell’ Istituto alberghiero Prever di Pinerolo serviranno agli ospiti prenotati la MERENDA REALE, una “ cioccolata calda all’uso antico”

Prenotazione obbligatoria al 3394105153 /3480468636 (visita e cioccolata)

Contributo visita € 8 / bimbi fino a 10 anni gratis * visita + cioccolata € 15 / bimbi € 5

 

Torino ed il Piemonte tuttora costituiscono punto di riferimento per gli amanti del cioccolato in tutto il mondo. Qui all’inizio dell’ ottocento si dette vita ai cioccolatini di ogni tipo, e nel 1865, unendo al cacao la nocciola delle Langhe, nacque il “gianduiotto”, così chiamato dal nome della maschera torinese Gianduja, perché messo sul mercato in occasione del Carnevale.

Numerose sono le grandi aziende produttrici nate in questo territorio, ed accanto ad esse esistono in città ottimi artigiani, facendo sì che la provincia di Torino si configuri come il maggior centro italiano di lavorazione del cioccolato.

Fra questi grandi marchi industriali e artigianali spicca la pluripremiata GALUP con sede a Pinerolo, conosciuta ormai in ambito internazionale, che ora ha aggiunto alla lavorazione dei celebri panettoni anche quella dei “gianduiotti” assieme alle tradizionali “galuperie”

Ad essa ed agli esperti Allievi dell’ Istituto Alberghiero Prever dobbiamo la possibilità di offrire ai visitatori del castello una tazza di cioccolata calda, un tempo riservata esclusivamente ai più fortunati, che a tal fine utilizzavano preziose tazze e stoviglie come quelle che si potranno ammirare in esposizione.

 

Gli appuntamenti culturali della Fondazione Torino Musei

27 ottobre – 2 novembre 2023
SABATO 28 OTTOBRE 

Sabato 28 ottobre ore 10 – 13 e 14 – 17

ERBARIO IN BLU

Palazzo Madama – workshop di cianotipia

Il workshop, a cura di Giulia Gentilcore e Irene Lupia (in arte I Lupi Gentili), mette in rapporto arte e natura attraverso le possibilità della tecnica della cianotipia, un’antica tecnica di stampa fotografica che permette di realizzare immagini sui toni del caratteristico colore blu di Prussia, a seguito dell’esposizione di un supporto ai raggi UV.

Il laboratorio è aperto a tutti. Non richiede alcuna conoscenza fotografica o di legatoria; è dedicato a chi si approccia a queste tecniche per la prima volta e desidera scoprirne utilizzi e potenzialità, ama l’arte e la natura.

Gli esemplari vegetali raccolti nel giardino botanico di Palazzo Madama serviranno per realizzare stampe di piccole dimensioni utilizzando la luce solare, che verranno infine assemblate e confezionate attraverso una semplice legatura in un personale erbario.

Dopo una breve introduzione teorica e la visione di alcuni esempi, si inizierà con l’allestimento del laboratorio, preparando i chimici e rendendo le carte fotosensibili. Durante l’asciugatura delle carte si raccoglieranno piante e fiori nel giardino botanico di Palazzo Madama, che serviranno per creare le composizioni botaniche in cianotipia da finalizzare alla realizzazione di un erbario personale. Le stampe verranno assemblate in una struttura editoriale a fisarmonica che conterrà l’erbario, arricchito da appunti e disegni.

 

Giulia Gentilcore e Irene Lupia (I Lupi Gentili) sono due artiste visive specializzate in grafica d’arte presso le Accademie di Belle Arti di Brera e di Torino. Durante gli anni della formazione hanno deciso di creare un laboratorio dove poter seguire la comune vocazione. “La tana dei lupi gentili” è il nome del progetto, un gioco di parole che smentisce lo stereotipo del lupo, considerato da molti come l’animale cattivo per eccellenza, e nato dall’incontro dei cognomi delle due artiste. La loro attività ruota attorno alla grafica e alla stampa d’arte, mirando però ad aprirsi a diversi linguaggi artistici senza porsi troppi limiti. Entrambe vivono e lavorano tra il Lago Maggiore e il Lago d’Orta, con sede presso gli spazi di un’ex officina meccanica nel centro storico di Borgo Ticino, in provincia di Novara.

 

Durata: dalle ore 10.00-13 e 14-17.00 (6 ore)

Costo: 120 € (materiali inclusi)

Prenotazione obbligatoria: t. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

DOMENICA 29 OTTOBRE

 

Domenica 29 ottobre 16.30

TERRIFICHE PARVENZE. Divinità irate nelle collezioni del MAO

MAO – visita tematica speciale

Ghirlande di teste umane, cadaveri come seggi e calotte craniche che fungono da ciotole sono solamente alcuni fra gli innumerevoli simboli apparentemente macabri che costellano l’immaginario tantrico buddhista e induista. Attraverso una selezione di opere d’arte indiana e himalayana, l’itinerario si sofferma su immagini e simboli strettamente connessi alla morte che, molto spesso, si trovano in associazione a divinità dalle fattezze terrifiche, illustrandone i particolari significati e funzioni, in un totale rovesciamento di prospettiva nel quale anche parvenze feroci e mostruose sono strumenti per allontanarsi dalle angosce del samsara.

Costo: 6€ a partecipante; costi aggiuntivi: ingresso alla mostra temporanea (gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte)

Info e prenotazioni: t. 011.5211788, prenotazioni ftm@arteintorino.com

 

 

MARTEDI 31 OTTOBRE

 

martedì 31 ottobre ore 18

MOSTRA GIANNI CARAVAGGIO. Per analogiam

GAM – inaugurazione nuova mostra

 

MERCOLEDI 1 NOVEMBRE

 

Dal 1 novembre

GIANNI CARAVAGGIO. Per analogiam

1 novembre 2023 – 17 marzo 2024 (inaugurazione 31 ottobre)

a cura di Elena Volpato

GAM – nuova mostra

La GAM presenta la mostra antologica di Gianni Caravaggio, artista entrato a far parte della collezione del museo sin dal 2001. L’esposizione si compone di un nucleo di opere realizzate nell’arco di quasi trent’anni di lavoro, dal 1995 ad oggi. Cinque nuove opere sono state prodotte per l’occasione.

Una di queste, una foglia di marmo nero, intitolata Quando nessuno mi vede, è stata collocata nel giardino del museo, all’ombra di un cespuglio. All’interno le fa eco una scultura di marmo verde, speculare alla prima, intitolata Alla luce del sole. Altre opere si rispondono l’un l’altra nel percorso, tracciando relazioni e rispecchiamenti.

Dall’intera mostra emerge il potere evocativo delle opere e delle immagini che, nel presentare se stesse, rimandano sempre anche a ulteriori immagini e ad ulteriori significati. Il pensiero che riconosce tali rimandi è il pensiero per analogiam, dove ogni forma è anche metafora e dove in ogni granello di materia si può riconoscere inscritto l’emblema del tutto. Il pensiero per analogia trova nel finito la memoria dell’infinito e nella più piccola realtà la presenza di quanto ci sovrasta: i visitatori troveranno tra le opere un panno posato a terra, una coperta nera ricamata di stelle bianche, disposte in un preciso ordine. Il loro disegno ripeterà la posizione delle costellazioni sopra Torino il 31 ottobre alle sei della sera, giorno e orario di inizio dell’inaugurazione. I visitatori si troveranno così inclusi in un perfetto rispecchiamento tra il microcosmo del ricamo e il cielo sopra il museo.

Info: https://www.gamtorino.it/it/evento/gianni-caravaggio-per-analogiam/

 

Mercoledì 1 novembre ore 12

RICONOSCERE I SANTI

Palazzo Madama – visita guidata tematica

In coincidenza della festa di Tutti i Santi, Palazzo Madama anche quest’anno propone un appuntamento dedicato. Un’occasione per soffermarsi insieme sugli attributi e gli atteggiamenti che la Chiesa, mediante l’opera degli artisti, ha voluto conferire a santi e sante della liturgia dell’anno, senza tralasciare i cambiamenti apportati nella devozione e nell’arte dallo spirito della Controriforma.

Attraverso una selezione di opere del museo di diversa epoca e impiego di materiali il percorso prenderà avvio da esempi lignei del 1200 per passare alle raffigurazioni su tavola del XV secolo di Gandolfino da Roreto, Macrino d’Alba e Gaudenzio Ferrari, opere in cui   primeggia l’impiego dell’oro per evidenziare il carattere divino dei Santi raffigurati. Il percorso procede con curiosi esempi di oreficeria fiamminga, come il piatto offertorio con testa del Battista del 1500 e suggestive raffigurazioni come il San Michele Arcangelo realizzato dal Bronzino. Tappa dopo tappa il percorso visivo permetterà ai partecipanti di creare una personale Biblia pauperum.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Mercoledì 1 novembre ore 16.30

TERRIFICHE PARVENZE. Divinità irate nelle collezioni del MAO

MAO – visita tematica speciale

Ghirlande di teste umane, cadaveri come seggi e calotte craniche che fungono da ciotole sono solamente alcuni fra gli innumerevoli simboli apparentemente macabri che costellano l’immaginario tantrico buddhista e induista. Attraverso una selezione di opere d’arte indiana e himalayana, l’itinerario si sofferma su immagini e simboli strettamente connessi alla morte che, molto spesso, si trovano in associazione a divinità dalle fattezze terrifiche, illustrandone i particolari significati e funzioni, in un totale rovesciamento di prospettiva nel quale anche parvenze feroci e mostruose sono strumenti per allontanarsi dalle angosce del samsara.

Costo: 6€ a partecipante; costi aggiuntivi: ingresso alla mostra temporanea (gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte)

Info e prenotazioni: t. 011.5211788, prenotazioni ftm@arteintorino.com

 


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.comhttps://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Torino capitale del Liberty trionfa a palazzo Madama in una grande mostra 

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Liberty Torino Capitale è il titolo della mostra che inaugura l’autunno espositivo a Palazzo Madama, Museo Civico di Arte Antica, nella sala del Senato dal 26 ottobre 2023 fino al 10 giugno 2024.

Curata da Palazzo Madama e dalla SIAT, Società degli Ingegneri e Architetti in Torino, in collaborazione con MondoMostre, l’esposizione raccoglie un centinaio di opere, che evidenziano il ruolo fondamentale che Torino ha avuto nell’affermazIone dello stile Liberty, un’arte che nella capitale sabauda travolse ogni aspetto della vita e della società, definendo un’esperienza tanto artistica, quanto architettonica , destinata a diffondersi con le sue suggestioni in tutto il mondo.

L’allestimento offre una prospettiva inedita sulle manifestazioni artistiche del Liberty e i visitatori avranno l’opportunità di comprendere I meccanismi di creazione architettonica e estetica, percependo il processo creativo di opere che spaziano dall’architettura al design di interni, dalle pitture alle sculture, lavor

rafico alla decorazione, dagli oggetti d’uso ai testi letterari, dalla poesia alla musica.

Tutti questi lavori sono caratterizzati dalla particolarità strutturale della natura, eterna generatrice di forme.

Durante i quaranta anni della Belle Epoque vi fu una fiducia illimitata nella scienza e un mondo senza più confini trovava la sua espressione in un nuovo movimento artistico filosofico capace di connettere ogni aspetto della vita con l’eleganza decorativa. La massima espressione a Torino, che ne diventa capitale, sarà raggiunta dal Parco del Valentino quale cornice ideale per esibire la produzione italiana in campo agricolo, artistico e industriale.

Il concetto sul quale la mostra di palazzo Madama si concentra è quello di metamorfosi, presentando una stagione europea di ricche trasformazione. Il passaggio tra l’Ottocento e il Novecento può essere, infatti, considerato un processo di trasformazione di natura estetica, sociale e geopolitica.

Cinque sono le sezioni in cui si articola la mostra, di cui l’esordio è consacrato all’eterno femminile, vale a dire all’immagine della donna che, al passaggio tra Otto e Novecento, emerge per potenza visiva e assume un nuovo ruolo sociale che l’esposizione ricolloca in una dimensione di eccezionalità. Lo dimostrano le opere di Boldini e Bistolfi, Corcos e Canonica. Da qui si passerà nell’ambiente privato della Casa Moderna, accolti dal bow window della palazzina Turbiglio, dove si potrà apprezzare la novità prorompente dell’elemento architettonico del panorama del Liberty torinese. Si potranno ammirare gli abiti di grande eleganza di un tempo, i complementi di arredo e gli accessori illuminati da un lampadario della Officina Mazzucotelli, prendendo coscienza del ruolo della danza e del movimento grazie a immagini quali il magnifico vaso portafortuna di Leonardo Bistolfi.

Da questo interno si è poi proiettati nelle vie e nei quartieri torinesi, città capace di applicare il Liberty a ogni tipologia edilizia. La Gran Via rappresenta il cuore dell’esposizione Internazionale del 1902, rievocato con opere originali allora esposte e i corrispondenti impianti iconografici, che non soltanto testimoniano i fermenti culturali del tempo, ma soprattutto indicano l’essenza della rivoluzione Liberty torinese.

Solo Torino è in grado di declinare questa storia nell’ambito dell’edificare, poiché il Liberty connota scuole e fabbriche, case popolari e eleganti ville, bagni pubblici e oltre cinquecento capolavori distribuiti su tutto il territorio cittadino

La quarta sezione, che si intitola “Nuovi linguaggi per una nuova società “, concentra la sua attenzione sull’industria dell’arredamento e degli interni e spazia dall’editoria scolastica alla grafica pubblicitaria e alle riviste, in un Liberty che diventa linguaggio unificante di un Paese e di una società, trovando il suo massimo esponente in Leonardo Bistolfi, protagonista assoluto dell’ultima sala intitolata “Dalla Sfinge a Città del Messico” percorso emozionante nel meccanismo della creazione artistica, che permette di seguire il farsi dell’idea dal primo schizzo al disegno, dal bozzetto al modello e al gesso preparatorio, dal marmo al bronzo dell’opera compiuta seguendo lo scultore nella genesi di alcuni suoi grandi capolavori.

Nel quarantennio della cosiddetta Belle Epoque, nei decenni di fiducia sconfinata nel progresso sicuramente diventa simbolo di quest’epoca il parco del Valentino. Con l’Esposizione Generale italiana del 1898 si crea la Fontana dei Mesi, una cascata di oltre 600 litri d’acqua al secondo, con due pennacchi lanciati a 20 metri di altezza. Carlo Ceppi, con una scenografia del tutto sorprendente rispetto al rigore della città sabauda, concepisce una fontana di forma neosettecentesca, in grado di conciliare nostalgie rococò a spunti Liberty, utilizzando il moderno cemento. A essa lavorano Luigi Contratti, Giacomo Cometti, Cesare Reduzzi e Edoardo Rubino, scultori protagonisti della grande stagione del Liberty, di cui Torino diviene la capitale indiscussa, riconosciuta per l’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa moderna, che si tenne tra l’aprile e il novembre del 1902, capaci di dare spazio ai massimi protagonisti dell’art nouveau in Italia e in Europa.

Torino sarà anche in grado di innestare sul suo territorio settecentesco una straordinaria avventura urbana e sociale, con l’arte del Liberty che ridefinisce la quotidianità della città.

L’architetto ingegnere Pietro Fenoglio crea capolavori quali Villa Scott, protagonista del film di Dario Argento ‘Profondo Rosso’, e Casa Fenoglio La Fleur ove tutto, dai telai delle finestre ai caloriferi in ghisa, dagli stipiti in legno alle maniglie delle porte, è stato disegnato dall’architetto.

Secondo Rossana Bossaglia “la casa Fenoglio-La Fleur resta per noi forse il più bell’esempio di architettura Liberty in Italia, certo il più puro nel senso di art nouveau”. Fenoglio progettò l’edificio come propria abitazione concedendosi, secondo il gusto francese dell’epoca, di farne una “casa-studio”, favorendo la massima espressione del suo spirito creativo, celando probabilmente l’intenzione di realizzare un vero e proprio modello estetico, nel pieno della gloriosa stagione del Liberty torinese.

Queste costruzioni introducono a un vasto insieme di ville nobiliari e palazzi destinati alla borghesia, che saranno il preludio per esperienze estremamente originali quali la realizzazione del villaggio Leumann, nato nel solco dello spirito del Nord Europa, fino ai caseggiati nei quartieri popolari, operai, artigiani e impiegatizi di Barriera di Milano, San Paolo fino ai bagni pubblici.

Le tecniche, i nuovi materiali quali il litocemento e le forme sinuose si applicano ad ogni contesto con grazia e semplicità. Il sistema decorativo conosce una ridefinizione sia nell’ambito delle dimore private, sia dello spazio urbano. Un esempio su tutti il monumento, esemplare del gusto dell’epoca, ad Amedeo di Savoia duca d’Aosta, posto all’ingresso del parco del Valentino nel 1902, con cui Calandra costruisce un capolavoro del Liberty come lo volle intendere nella rivista ‘L’arte decorativa moderna’, da lui fondata con Leonardo Bistolfi, Enrico Reycend, Enrico Thovez e Giorgio Ceragioli. Una rivista capace di sottolineare con la contemporanea Esposizione torinese, l’affermarsi di un nuovo stile.

La parola chiave intorno alla quale ruota la mostra di Palazzo Madama è metamorfosi. Il passaggio tra Otto e Novecento può essere considerato quale un grande passaggio di transizione estetica, sociale e geopolitica.

La mostra si avvale anche del contributo dato dalla campagna fotografica svolta dall’architetto Pino Dell’Aquila.

Liberty . Torino capitale 26 ottobre 2023- 10 giugno 2024

Palazzo Madama- Museo Civico d’arte Antica. Sala del Senato. Piazza Castello Torino

Mara Martellotta

Lettera dalla Torino romantica della seconda metà dell’800

Camminando sotto i portici di via a Cernaia verso il giornalaio Serafino e verso il Caffè riandavo alla Torino della seconda metà dell’800.

Cavour mentre va a inaugurare la Stazione di Porta Susa della linea Torino-Milano prende il Caffè da Querio (1858) poi unisce l’Italia , ma purtroppo muore troppo presto. Nel 1864 viene costruita la Caserma Cernaia , in quegli anni Don Bosco inizia la sua grande Missione con i ragazzi mentre De Amicis arriva a Torino e va ad abitare nella piazza di Porta Susa sopra il Bar del mio amico Consolato e scrive il libro CUORE, un libro che a noi ha detto molto ma poco letto dai ragazzi di oggi e che viene pubblicato nel 1886. Poco dopo Puccini scrive la Boheme, una delle opere più rappresentate , quella che canta dell’amore più romantico che nasce nelle mansarde, come quella in cui abito io. In quegli anni, dopo l’arrivo degli investimenti esteri attratti dalle grandi scelte del Sindaco Marchese Luserna di Rora’ e dalla apertura del Primo Traforo al mondo, il Frejus, nascevano le prime boite dove si costruivano le prime auto, mentre le caterinette lavoravano a far nascere la Moda italiana.  Nascevano i gianduiotti. Romantica ma laboriosa la Torino d’allora aveva saputo rialzarsi dalla perdita della Capitale mentre la Torino di oggi fa fatica a riprendersi dal Declino provocato da dei Sindaci che tanto parlavano quanto poco misuravano i risultati cosicché Baricco oggi definisce Torino il più bel Quartiere di Milano. Oggi che la linea ferroviaria del Frejus è ferma, la TAV in grave ritardo, la tangenziale intasatissima.
Ma io non mi abbatto e continuò la mia battaglia contro il Declino di Torino.
Chi può mi dia una mano. Ciao a tutti,

Mino Giachino