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Una sala di Palazzo Lascaris intitolata a Dino Sanlorenzo

Con una partecipata cerimonia è stata intitolata una sala del secondo piano di Palazzo Lascaris a Dino Sanlorenzo, secondo presidente dell’Assemblea legislativa del Piemonte dal 1975 al 1980.

L’evento commemorativo di Sanlorenzo, morto a Torino il 5 dicembre 2020 all’età di 90 anni, si è svolto nella sala Viglione del Consiglio regionale alla presenza dei  famigliari, dei consiglieri regionali e di molte personalità che hanno conosciuto e collaborato con uno dei protagonisti della vita politica piemontese. Dino Sanlorenzo, nato in Borgo San Paolo a Torino il 22 Maggio del 1930, dirigente autorevole del Partito Comunista Italiano, fu tra i “costituenti” della Regione nel 1970, Presidente del Consiglio regionale dal ‘75 all’ 80 e successivamente vice presidente della Giunta regionale fino al 1983 quando lasciò l’incarico in piazza Castello per la Camera dei Deputati dove, dal 1983 al 1987, fece parte della commissione affari esteri di Montecitorio. Dotato di una intelligenza curiosa e vivace, di un carattere vulcanico e anticonformista che lo portava ad esprimere in modo diretto le proprie convinzioni, Dino Sanlorenzo fu tra i principali protagonisti di una lunga stagione politica nella seconda metà del secolo scorso. Dirigente politico, segretario della federazione del Pci a Novara per un decennio, esponente di spicco dell’area riformista fu uno dei più intransigenti difensori delle istituzioni democratiche negli anni tragici del terrorismo. Sanlorenzo ha sempre vissuto con passione e intensità gli impegni istituzionali e quelli di direzione politica. Una delle esperienze più significative dove emerse con un profilo da protagonista furono i tredici anni in Consiglio regionale e gli incarichi di vertice a Palazzo Lascaris e in piazza Castello. In quel periodo i piemontesi e non solo loro ebbero l’opportunità di conoscere quest’uomo dall’infaticabile capacità di lavoro al servizio delle istituzioni e dalla prorompente personalità. Dino Sanlorenzo, con la sua inconfondibile schiettezza si dimostrò capace di esprimere dei pensieri lunghi, accompagnandoli con una visione per nulla provinciale dello sviluppo del Piemonte, immaginandone il futuro in un contesto più ampio. Le regioni nascevano nel 1970 dopo una lunga attesa e, come disse lui stesso in più occasioni “senza soldi e con poteri scritti sulla carta e impossibili da esercitare in concreto”. Dunque, per coinvolgere i cittadini in quell’impresa che dava corpo ad uno dei dettati costituzionali, occorreva mettere al “centro della politica e dello Statuto la partecipazione popolare”. Fu determinante il suo impegno nel creare ,nel corso della II legislatura, gli organismi consultivi come il Comitato Resistenza e Costituzione, la Consulta europea e quella femminile. Nel periodo più buio della storia recente di Torino, nei sanguinosi anni di piombo, di fronte agli attentati terroristici delle Br, di Prima Linea e della galassia di sigle della violenza che si richiamava al comunismo Dino Sanlorenzo ruppe ogni indugio e denunciò con energica veemenza quel fenomeno, contestando le tesi di chi sosteneva si trattasse di “compagni che sbagliano” evidenziando come si trattasse invece di delinquenti e assassini la cui mira era puntata contro lo Stato, gente che sparava per ammazzare, ferire, gambizzare quelli che erano i “simboli” di quello Stato democratico che intendevano abbattere. Sanlorenzo, da dirigente del Pci non si nascose che c’erano anche radici di sinistra all’origine dei terroristi. E lo palesò con grande determinazione. Disse in una intervista che “per troppo tempo si era pensato ad azioni di provocatori. Si arrivava dagli attentati fascisti, da piazza Fontana. In effetti, ci fu un terrorismo nero prima di quello rosso. C’erano tra i terroristi giovani che arrivano dal variegato mondo della politica e della società. Curcio aveva avuto un’educazione cattolica, come la Cagol. Il figlio di Donat Cattin fu tra i protagonisti di Prima linea. Molti ragazzi provenivano da famiglie-bene. E c’era anche chi era stato nel Pci come Franceschini, Bonavita, Gallinari. Nelle Br c’era di tutto: il fenomeno è stato complesso, ma l’adesione è sempre stata di singoli”. Per Sanlorenzo “la Regione” doveva essere “d’orientamento per la cittadinanza contro la violenza politica”. E quando “i terroristi cominciarono a minacciare di colpire le scuole” venne deciso “di intervenire come istituzioni perché non potevamo lasciare sole le forze dell’ordine e la magistratura ad arginare quel fenomeno”. Il Pci, anche sotto la sua spinta, scelse di impegnarsi a fondo con i suoi uomini nelle istituzioni dove, dopo i successi a metà degli anni ’70, aveva un peso rilevante. E non furono soli. Fu ancora lui a rammentare come l’intesa politica fosse generale: “Un ruolo rilevante lo ebbe il capogruppo Dc, Bianchi, medaglia d’argento della resistenza. I socialisti e il Psdi erano con noi. Con gli altri partiti democratici, Dc, Pli, Pri ci fu unità di intenti. Le nostre furono scelte difficili, ma nette. La politica della fermezza fu giusta. Siamo stati un indiscutibile baluardo, uniti nella difesa della democrazia e della libertà, in prima fila nelle istituzioni per proteggere lo Stato e il Paese”. Fu sua l’idea di dotare il Consiglio regionale di un organismo come il Comitato Resistenza e Costituzione che vide la luce, con un’apposita legge, nel 1976. L’obiettivo “di riaffermare i valori e gli ideali democratici della lotta di Liberazione che erano alla base della Costituzione repubblicana” era quanto mai attuale. E il primo obiettivo che venne posto fu quello di rafforzare il senso dello Stato nella convinzione che “il terrorismo andasse sconfitto anche sul piano politico, morale, culturale e ideale; che fosse cioè necessaria la mobilitazione delle coscienze. E la mobilitazione democratica degli uomini e delle istituzioni per far fronte a un acerrimo nemico della democrazia”. Un nemico spietato e violento che feriva e uccideva uomini innocenti responsabili soltanto di lavorare in una azienda, giornalisti, poliziotti che facevano il loro dovere, magistrati coraggiosi. Così il terrorismo che aveva fatto tante vittime venne isolato e battuto. Dino Sanlorenzo raccontò in diversi libri le vicende nelle quali fu protagonista. Dal famoso Gli anni spietati su quel tremendo decennio tra il 1972 e il 1982, a Noi cominciammo così dedicato alle radici dell’impegno di centoventi esponenti della vita politica di Torino, a tanti altri tra i quali i due monumentali volumi sulle Immagini da un secolo, album fotografici “per la memoria storica del movimento democratico, popolare, antifascista e progressista di Torino”. Una doppia raccolta di centinaia di immagini uscite dagli archivi degli Istituti Storici come quello della Resistenza, la Fondazione Vera Nocentini, il Gramsci, il Centro Gobetti e, cosa ancora più importante, emerse dai cassetti di tanti torinesi che le avevano conservate come memoria della propria famiglia e che hanno contribuito a illustrare una memoria collettiva. Sempre attivo nonostante gli acciacchi dell’età negli ultimi anni ricordava con lucidità e un misto di delusione e amarezza il tempo in cui i partiti erano composti da tantissimi semplici cittadini che sentivano di essere parte di un progetto generale e riempivano la loro esistenza del significato civile e morale, di una identità laica, di una missione. Non era nostalgia ma desiderio che si recuperasse il primato di una politica concreta e al tempo stesso mossa da grandi idealità, capace di incontrare e interpretare “il dolore del mondo” e la speranza del riscatto degli ultimi. Ostile, durissimo nei confronti di carrierismo e degenerazioni, rilasciò in una intervista dichiarazioni molto critiche, paragonando la situazione venutasi a creare con quella degli anni del suo impegno. “Penso a quegli anni, quando ci riunivamo per scrivere lo Statuto della Regione che doveva nascere. Un lavoro all’inizio gratuito perché non c’erano ancora i soldi dello Stato. Nessuno sapeva come si doveva fare, ma tutti studiavamo, era tutto da inventare”. E aggiungeva, con fierezza: “Con noi c’erano persone della levatura di Mario Giovana, Valerio Zanone, Nerio Nesi, Adriano Bianchi, medaglia della Resistenza, Adalberto Minucci. In quarant’anni si sono persi i principi che avevamo allora. La politica era davvero un servizio. Io arrivavo da Novara e si stava in Consiglio regionale ogni giorno dalle nove di mattina alla sera e poi il sabato e la domenica si giravano i territori a spiegare quello che stavamo facendo. Prima i principi erano merito, onestà, coerenza. Adesso sono apparenza, successo, denaro. Un cambiamento radicale, difficile da correggere. Ora fare politica significa occupare un posto dove si guadagna bene, non dovrebbe essere così. Ci sono persone che fanno politica e non sono più in grado di parlare ad un comizio o di scrivere un articolo in cui esprimono le loro idee”. Il peso degli anni non gli fece perdere un grammo della passione e dell’impegno, preoccupandosi che l’opinione pubblica maturasse un rifiuto totale della politica (“sarebbe drammatico”, diceva). Nutriva la speranza che la politica, soprattutto nel suo campo d’appartenenza, potesse e dovesse mostrarsi diversa, migliore. A Dino Sanlorenzo, al suo rigore e all’impegno i torinesi e l’intera comunità regionale devono molto.

Marco Travaglini

STUPINIGI, STAFFARDA, S. ANTONIO DI RANVERSO: 20 milioni di euro per il restauro dei beni della Fondazione Ordine Mauriziano

Con un investimento di 20 milioni di euro nel biennio 2023-2024, la FOM Fondazione Ordine Mauriziano ha costruito progetti, consolidato sinergie territoriali, razionalizzato risorse per il recupero e la valorizzazione della Palazzina di Caccia di Stupinigi, dell’Abbazia di Santa Maria di Staffarda, della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso e della Basilica Mauriziana.

L’obiettivo è l’ampliamento dei percorsi museali di visita con l’apertura al pubblico di spazi chiusi da decenni, di percorsi nascosti, mai resi accessibili e di nuove aree dal grande valore storico e artistico. Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi si vuole ripristinare l’originario percorso ad anello che si chiudeva con la sala dove un tempo era esposta la carrozza napoleonica, ora alla Reggia di Venaria ma che presto ritroverà una nuova specifica collocazione in Palazzina. Il complesso progetto di riqualificazione della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso renderà invece fruibile, per la prima volta nella storia, tutto il complesso monastico destinato alla cura e al rifugio di pellegrini e bisognosi: dalla manica del Corridoio degli Stemmi, alla piccola cappella dell’abate di Montchenu, dal Coro d’Inverno al camminamento con passerella sopra le capriate della navata destra della chiesa, all’Ospedaletto, che sarà trasformato in uno spazio ricettivo di ristoro. All’Abbazia di Santa Maria di Staffarda è stato avviato il progetto di recupero della Manica dei Ricostruttori che ospita decorazioni pittoriche di grande pregio. La Basilica Mauriziana di via Milano a Torino, infine, sarà oggetto nel 2024 di lavori di restauro che porteranno progressivamente alla riapertura della chiesa non solo al culto ma anche alle visite guidate, in collaborazione con la Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro, ente che attualmente gestisce il bene e custodisce l’archivio della più antica confraternita torinese.

«Un anno e mezzo dopo il mio insediamento – spiega Licia Mattioli, presidente della FOM Fondazione Ordine Mauriziano – iniziamo a raccogliere i frutti di una serrata pianificazione in termini di recupero e di valorizzazione dei beni. Al mio arrivo, l’obiettivo chiaro che avevo in mente era quello di una politica della ripresa e della costruzione. La FOM mi è stata consegnata in equilibrio, ma dopo un lungo periodo di commissariamento era arrivato il momento di camminare con le nostre gambe e la squadra che ho incontrato si è dimostrata perfettamente all’altezza di questa onerosa sfida. In silenzio e con determinazione sono stati costruiti progetti, consolidate sinergie territoriali, razionalizzate risorse per permettere a tutti i siti della Fondazione di iniziare a pensare al futuro con basi più solide. La filosofia adottata nel piano strategico di sviluppo si consoliderà anche in futuro secondo il criterio dell’azione sinergica tra interventi di conservazione e valorizzazione, basandosi sul fatto che la sostenibilità passa obbligatoriamente dal bilanciamento tra l’uno e l’atro aspetto delle azioni di restauro».

I RESTAURI

Nel mese di dicembre 2023, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, si sono conclusi i lavori di riqualificazione delle aree di ingresso e accoglienza al pubblico: gli atrii di passaggio laterali e la sala – dove sono stati recuperati gli affreschi del primo Novecento a cura del CCR Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale – e le aiuole del parterre all’esterno, per un progetto cofinanziato con Art Bonus dalla società di sviluppo immobiliare Vailog SEGRO, un perfetto connubio tra conservazione e valorizzazione nel rispetto della sostenibilità ambientale. Nel frattempo, è stato avviato un ambizioso progetto che porterà al restauro del giardino storico e alla sua riapertura nei primi mesi del 2025 grazie ai fondi del PNRR. Il finanziamento consente di coniugare il recupero del disegno caratteristico del giardino, unico nelle sue forme e configurazione ed espressione della genialità di Filippo Juvarra, e la sua componente botanica originale con le esigenze di tutela ambientale presenti. Di prossima partenza, il restauro dell’Appartamento del Re Carlo Felice, ambiente straordinariamente integro nell’originalità degli anni del rococò torinese, dopo quasi 10 anni di chiusura e con un finanziamento di 350mila euro per il recupero degli apparati decorativi fissi, patrocinato dalla Consulta per la Valorizzazione Beni Storico Artistici e Culturali Torino, e la riqualificazione di uno dei più affascinanti percorsi nascosti, la Galleria interrata di Levante da dove si gestiva l’attività che permetteva la vita di corte ai piani superiori. L’appartamento del Re Carlo Felice rientra nel più ampio progetto di restauro dell’ala di Ponente, grazie al finanziamento di 5 milioni di euro del MiC Ministero della Cultura, attraverso il piano strategico “Grandi Progetti Culturali”, che vuole rendere progressivamente di nuovo visitabili gli spazi dell’ala ovest: la Galleria di Ponente, l’atrio degli appartamenti di Ponente e gli Appartamenti del re Carlo Felice e del Principe di Carignano.

Il totale degli investimenti sulla Palazzina per il biennio 2023-2024 si aggira intorno ai 3 milioni e 200mila euro tra fondi pubblici e privati, a cui si aggiungono 5 milioni di euro del MiC destinati al completamento del percorso museale. Il MiC, inoltre, ha anche disposto un finanziamento di 3 milioni e 200mila euro per la messa in sicurezza del Castelvecchio, il castello che si trova a lato della Palazzina juvarriana.

La Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso è interessata da un progetto di riqualificazione finalizzato all’ampliamento del percorso di visita e servizi al pubblico con il recupero dell’area aulica conventuale, il cui investimento ammonta a circa 2 milioni e 400mila euro, ammessi alla richiesta di contributo in conto capitale da parte del Ministero della Cultura come progetto pilota dalla strategica rilevanza territoriale.

Il primo lotto di lavori è iniziato ad ottobre 2023 con gli interventi di ripristino delle coperture della manica conventuale e della cascina alta. Dal 2022 è in atto un cantiere pilota portato avanti dal CCR sugli affreschi tardo gotici della parete sinistra del presbiterio che recano la firma di Giacomo Jacquerio, che terminerà nel mese di gennaio 2024. Il cantiere di analisi e di definizione delle metodologie di intervento è finanziato dalla Fondazione CRT (Bando Cantieri Diffusi 2021) e dalla Fondazione Magnetto di Alpignano. Dopo queste prime attività che si concluderanno a fine anno, in base ai risultati diagnostici e agli studi propedeutici, potrà essere avviato il secondo lotto di lavori, nel 2024-2025, che renderà accessibile la manica denominata “Corridoio degli Stemmi”, al primo piano, alla quale si accede dallo scalone monumentale nel cortile delle guardie e l’Ospedaletto che diventerà una struttura ricettiva di ristoro.

Progetti di grande respiro anche all’Abbazia di Santa Maria di Staffarda. Ad ottobre 2023 è stato avviato un programma di interventi strutturali urgenti che porterà alla riqualificazione di una manica adiacente al chiostro della chiesa, detta “Manica dei Ricostruttori”, per un ampliamento del percorso di visita e potenziamento dei servizi. Il progetto, che richiede un investimento complessivo di 2 milioni e 500 mila euro, è stato ammesso alla richiesta di contributo in conto capitale da parte del MiC, per la copertura di circa il 40% dei costi sostenuti dalla FOM. A questo finanziamento si aggiunge il contributo straordinario di 1 milione e 500mila euro della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

In mostra alla “Sabauda” Giulia & Tancredi Falletti di Barolo collezionisti

MUSEI REALI DI TORINO GALLERIA SABAUDA | Spazio Scoperte DAL 28 NOVEMBRE 2023 AL 7 APRILE 2024

 

Si è aperta ai Musei Reali di Torino, nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda, la mostra dossier Giulia & Tancredi Falletti di Barolo collezionisti, in occasione del bicentenario della nascita del Distretto Sociale Barolo.

 

L’esposizione, curata dai Musei Reali in collaborazione con l’Opera Barolo, celebra i marchesi Giulia e Carlo Tancredi Falletti di Barolo, personalità di spicco della società piemontese del XIX secolo, illustrandone il gusto collezionistico, le committenze e gli interessi culturali, ricostruendo il nucleo originario della loro raccolta attraverso una selezione tra le 45 opere d’arte antica donate nel 1864 con lascito testamentario alla Regia Pinacoteca, oggi Galleria Sabauda, esposte in dialogo con dipinti e sculture un tempo parte della stessa collezione.

 

Nella Torino di primo Ottocento, i marchesi Falletti di Barolo furono molto attivi in campo assistenziale, mostrando un costante impegno a favore delle classi povere. In particolare, dopo aver riformato le carceri femminili torinesi, il 7 marzo 1823 Giulia Colbert fondò il Rifugio, una delle prime istituzioni ad accogliere ed educare le cosiddette “donne pericolanti”; negli anni successivi, i marchesi ampliarono la prima struttura, fino a creare un complesso di istituti riuniti in una sorta di cittadella della promozione umana, in grado di sostenere soprattutto bambine e donne in difficoltà.

La mostra dossier ripercorre gli interessi culturali dei due nobili attraverso la pittura e la scultura loro contemporanee e le loro scelte collezionistiche, frutto di un gusto ecclettico raffinato, orientato verso quanto di più significativo offrisse il mercato antiquario; il racconto dei loro viaggi in Italia, alla scoperta dei monumenti dell’antichità classica e delle opere dei grandi maestri italiani del Rinascimento e del Seicento; il loro amore per l’arte, intesa come strumento di educazione ai valori della morale cattolica, di crescita e riscatto sociale.

 

Il percorso espositivo si apre con la sezione dedicata alla produzione artistica contemporanea, in particolare la plastica neoclassica legata alle teorie estetiche di Bertel Thorvaldsen. Tra i capolavori si segnala l’Erma di Saffo, celebre scultura in marmo commissionata ad Antonio Canova nel 1819-1820 dal marchese Tancredi, donata per sua volontà alla Città di Torino e oggi conservata alla GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. Sono esposte opere come la Fanciulla con le tortore e il Bambino in preghiera dello scultore Luigi Pampaloni con Gesù e i fanciulli, tela commissionata a Pietro Ayres, pittore attivo anche per la corte sabauda come ritrattista, conservate a Torino nel Palazzo Falletti di Barolo; sono presenti due disegni eseguiti da Giuseppe Pietro Bagetti, in prestito dalla GAM di Torino, due dipinti del torinese Pietro Righini, oltre alla tela raffigurante Guglielmo Falletti di Barolo e Luigi XI di Francia, opera di Giovanni Migliara. La sezione si completa con due raffinati ritratti a pastello di Giulia e Carlo Tancredieseguiti nel 1812 da Luigi Bernero (Torino, Palazzo Falletti di Barolo), che mostrano evidenti contatti con la ritrattistica francese di Jacques-Louis David.

 

Fondamentali nell’indirizzare le scelte dei marchesi furono i viaggi in Italia tra il 1815 e il 1834, durante i quali visitarono chiese e collezioni d’arte e acquistarono molti oggetti della loro raccolta, frequentando i più influenti circoli intellettuali dell’epoca e i laboratori degli artisti più in voga. Queste esperienze furono raccolte in tre Diari, due dei quali sono esposti insieme a documenti di archivio e a un nucleo di disegni realizzati dai due coniugidelicati schizzi a matita nei quali Giulia ritrae i suoi familiari, e i disegni raffiguranti tombe papali eseguiti da Carlo Tancredi, a riprova di come l’esercizio del disegno fosse una consuetudine che entrambi praticavano e condividevano. È presente, inoltre, un prezioso modellino-reliquiario del Santo Sepolcro di Gerusalemme realizzato in avorio, madreperla e legno del Getsemani, oggi conservato a Palazzo Madama e parte del gruppo di opere donate dai marchesi al Comune di Torino.

 

L’esposizione prosegue con le opere della collezione appartenenti al nucleo destinato alla Regia Pinacoteca nel 1864: le più significative sono segnalate da didascalie specifiche e pannelli didattici lungo il percorso permanente della Galleria Sabauda. Si incontrano capolavori come l’Incoronazione della Vergine, acquistata da Carlo Tancredi come opera di Giotto e ora attribuita a Bernardo Daddi, I Quattro evangelisti attualmente attribuiti a Mariotto di Nardo di Cione, il tondo con la Madonna e san Giovannino in adorazione del Bambino di Giovanni Antonio Della Robbia, e ancora la Madonna con Bambino di Lorenzo di Credi, uno dei dipinti più apprezzati della quadreria Falletti di Barolo, ricercato da importanti istituzioni internazionali come la National Gallery di Londra. Considerevoli, inoltre, il tondo su tavola raffigurante la Madonna con il Bambino, san Giovannino e un angelo, in cui la qualità stilistica del disegno, emersa da recenti indagini diagnostiche, fa supporre un intervento diretto di Botticelli, la Madonna con il Bambino e san Giovannino, attribuita ad Andrea del Sarto, e il San Pietro in cattedra eseguito da Anton Raphael Mengs.

La mostra dossier presenta inoltre un gruppo di dipinti della collezione finora conservato nei depositi della Galleria Sabauda; sono opere poco note al pubblico e, per la prima volta, vengono esposte insieme per una riflessione sugli interessi dei marchesi in ambito figurativo: la predilezione per la pittura emiliana del Seicento, con opere della cerchia di Guercino, Guido Reni, Francesco Albani, Carlo Cignani, tra le quali un bel Ritratto di gentiluomo attribuito a Simone Cantarini e, per i soggetti religiosi, la Madonna con il Bambino della bottega del Sassoferrato e la Testa di Madonna di Pompeo Batoni.

Nella sala 18, al primo piano della Galleria Sabauda, una sezione espositiva rivela l’interesse dei marchesi per la pittura caravaggesca a tema musicale: alla magnifica tela con il Suonatore di Antiveduto Gramatica (1569-1626), che proviene dalla loro collezione, è accostato il Concerto a due figure dello stesso artista, acquistato recentemente per i Musei Reali dal Ministero della Cultura per riunire i due frammenti di un’opera intitolata La Musica, un tempo appartenente alla collezione romana del cardinale Del Monte. All’opera di Gramatica è accostato il bellissimo Concertinoricondotto all’attività giovanile di Mattia Preti, anch’esso appartenuto alla collezione Falletti di Barolo e donato da Giulia Colbert al Palazzo Comunale di Alba, che lo ha concesso in prestito in occasione della mostra.

GIULIA & TANCREDI FALLETTI DI BAROLO COLLEZIONISTI

Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda | Spazio Scoperte (Piazzetta Reale, 1)

28 novembre 2023 – 7 aprile 2024

Ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali

 

Orari

dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19

La biglietteria chiude un’ora prima

 

Biglietti

Intero: euro 15

Gruppi (massimo 25 persone): euro 13 a persona

Ridotto (18/25 anni): euro 2

Gratuito (0/17 anni, Soci ICOM, Abbonamento Musei, Torino + Piemonte Card, Royal Pass, 1 accompagnatore

per disabili non autosufficienti, giornalisti, dipendenti MiC, insegnanti)

Per l’acquisto online: https://www.coopculture.it/it/prodotti/biglietto-musei-reali-di-torino/

 

Sito internet

https://museireali.beniculturali.it

Cesare Mondon. La Resistenza scuola di vita e di libertà

Presentazione del libro di Raffaella Chiaravalloti sul partigiano Rino. 1° Dicembre 2023 – Sala Consiliare, corso Pastrengo n. 10 Collegno

Era da molto tempo che si sperava che qualcuno scrivesse un libro su Cesare Mondon, meglio conosciuto come “il miracolato di Rubiana”. Finalmente, grazie al lavoro della giornalista Raffaella Chiaravalloti, questo desiderio è diventato realtà.
L’autrice ci guida attraverso i pensieri e le esperienze di Cesare Mondon, condividendo con i lettori i valori di giustizia e libertà che hanno ispirato la sua lotta durante i giorni bui della Resistenza. Non solo un partigiano coraggioso, ma anche un individuo di notevole rilevanza per la comunità nord ovest di Torino.
Cesare Mondon è stato un personaggio molto importante per Collegno; sarà, infatti, l’Amministrazione Collegnese a rendergli omaggio organizzando la prima presentazione del libro a lui dedicato, presso la Sala Consiliare in Corso Pastrengo n. 10, alle ore 18.00.
La presentazione del libro di Raffaella Chiaravalloti promette di essere un momento toccante e significativo, un’opportunità per onorare la memoria di Cesare e soprattutto trasmettere i valori fondamentali ai nostri giovani che rappresentano il nostro futuro e per riflettere sulle lezioni di coraggio e impegno che la Resistenza ci ha lasciato in eredità.

 

I caffè storici di Torino inseriti nella Historic Cafes Route

PATRIMONIO STORICO DELLA TRADIZIONE PIEMONTESE

Una tra le prime cose che ho apprezzato venendo a vivere a Torino sono stati i suoi eleganti caffe’, luoghi di memoria storica, regali e in linea con lo stile frugale di questa citta’ . Non era unicamente la voglia di qualcosa da consumare che mi attirava negli interni di questi ambienti, ma il desiderio di visitarli, di viverli, di ammirarne gli arredi, i particolari e di provare quella gradevole sensazione che ti riporta ad uno splendore del passatoimmaginando il passaggio di personaggi importanti, aristocratici, scrittori, letterati. L’Associazione Caffe’ Storici sa farne un ritratto perfetto riportandone, nella sua presentazione, le peculiaricaratteristiche “ Sono espressione di uno stile di vita, un modo di essere, di vivere, dal senso di sobrietà innato, quasi sommesso, senza eccessi: per quanto eleganti siano gli arredi di ognuno di loro e per quanto garbati siano i gesti di chi serve al banco o ai tavoli, non c’è mai ridondanza ed opulenza sulle pareti e nei banconi, ma raffinata armonia di linee e di colori”.

Queste meraviglie di tradizione e cultura sono state inserite nella Historic Cafes Route, itineraio internazionale dei caffe’ storici che ne riunisce circa 100 in tutta Europa. Il Piemonte rappresenta il maggior numero di caffe’ storici in Italia, solo a  Torino se ne contano 13 mentre gli altri 7 sono sparsi per tutta la regione. I locali torinesi sono: il Bicerin, il Caffe’ Elena, Stratta, Baratti, Florio, Caffe’ Mulassano, la Gelateria Pepino, Platti, il Caffe’ San Carlo, Caffe’ Torino, la Pasticceria Abrate, Pfatish e Moderna Torrefazione Caffe’. Oltre alla bellezza e al loro stile, questi luoghi sono depositari della trazione gastronomica del Piemonte, con i loro prodotti squisiti hanno fatto la felicita’ di centinaia dipalati e allo stesso tempo hanno fatto conoscere specialita’ come il Bicerin, il Pinguino, i Nocciolini o il tramezzino. La tradizione passa anche per la tavola, in questo caso per i tavolini, dove ci vengono servite delizie a cui e’ difficile rinunciare sia per noi cittadini che per chi, mosso da un sentito dire accertato, approda in questa favolosa citta’ e la celebra gustando le sue unicita’culinarie.

E’ necessario tutelare e promuovere queste eccellenze che fanno parte della nostra cultura e della nostra societa’ e a breve sara’istituito un elenco dei locali storici, “Veri tesori da scoprire e valorizzare” dice l’Assessore alla Culture della Regione PiemoneVittoria Poggio, che dovranno avere alcuni requisiti come almeno 70 anni di attivita’ e vincoli di tutela.

Cavour beveva il suo Bicerin nell’omonivo caffe’, Erminio Macario e Mario Soldati frequentavano  Mulassano, Cesare Pavese prediligeva il Bar Elena, Luigi Einaudi era un cliente di Platti, Benedetto Croce amava il Caffe’ San Carlo; storia e storie,vite vissute in luoghi unici e iconici, un passato glorioso da proteggere, una eredita’  importante da magnificare.

MARIA LA BARBERA

Fred Buscaglione, la vita veloce a ritmo di swing 

Il 23 novembre del 1921, cento e due anni fa, nasceva a Torino da una famiglia originaria di Graglia, nel biellese, Ferdinando Buscaglione, in arte Fred, il cantante più innovativo degli anni cinquanta.

La sua formazione musicale viaggiò su di un doppio binario: da una parte lo studio al Conservatorio Verdi (tra gli 11 e i 14 anni), dall’altro l’apprendistato nelle orchestrine jazz che si esibivano nei locali notturni delle città, suonando il contrabbasso. Iniziò la carriera come cantante grazie all’amico e avvocato Leo Chiosso, a cui si deve anche la scelta di Fred Buscaglione di interpretare un personaggio unico e singolare. Così, in un’epoca in cui la musica leggera italiana era ancora legata a motivi dei decenni precedenti o a rime un po’ melense, un poco banali, proponendo argomenti triti e ritriti, Buscaglione irruppe sulla scena con canzoni completamente diverse, come “Che bambola!”, “Teresa non sparare”, “Eri piccola così” (“T’ho veduta, t’ho seguita, t’ho fermata, t’ho baciata. Eri piccola, piccola, piccola… così!”). Fred, cantautore, musicista e attore, si presentò anche come un personaggio completamente diverso: niente aria ispirata e sofferente, nessun romanticismo zuccheroso o d’effetto. Si affermò come una caricatura da film, con la sigaretta all’angolo della bocca, i baffetti da gangster e le pose da duro viste nei polizieschi americani. Il successo non tardò ad arrivare e il suo primo 78 giri “Che bambola”, nel 1955, consentì al cantante torinese di fare un botto da quasi un milione di copie. Buscaglione entrò rapidamente nella schiera degli artisti più richiesti: il suo personaggio si impose come modello al punto da essere imitato su larga scala. I suoi comportamenti diventarono una sorta di status symbol, come — ad esempio — il suo viaggiare su una Ford Thunderbild color rosa quando in Italia circolavano soprattutto le Topolino e le Seicento. E fu proprio a bordo di quell’auto che, nel momento in cui il suo successo era salito alle stelle, il cantante “dal whisky facile” si schiantò contro un camion in una strada di Roma. Fred Buscaglione, popolare cantante di musica leggera è morto stamani a Roma, in un pauroso incidente stradale alle sei e venti, all’incrocio di via Rossini con via Paisiello”. Così giunse la notizia, in apertura del giornale radio, la mattina del 3 febbraio 1960. Poche ore prima, tra le lamiere della sua Thunderbird, comprata sette mesi prima per l’astronomica cifra di sei milioni di lire, si concludeva la rapida parabola del grande Fred.

Non aveva compiuto nemmeno 39 anni e il successo, quello vero, lo aveva raggiunto da non molto, essendosi fatto conoscere dal grande pubblico solo nel ’57, con l’apparizione in ” Musica alla ribalta”. La trasmissione Rai era una formidabile vetrina nella quale artisti del calibro di Renato Carosone, Henry Salvador e Gilbert Becaud si alternavano a cantanti meno noti. Dopo anni e anni di gavetta, finalmente, la celebrità. Le sue canzoni sono rimaste memorabili, fischiettate e canticchiate un po’ da tutti, iniziando da “Guarda che luna” (“Guarda che luna, guarda che mare,da questa notte senza te dovrò restare; folle d’amore vorrei morire mentre la luna di lassù mi sta a guardare..”) e da “Che notte” (“Che notte, che notte quella notte!Se ci penso mi sento le ossa rotte: beh, m’aspetta quella bionda che fa il pieno al Roxy Bar,l’amichetta tutta curve del capoccia Billy Carr” ). Di successo in successo , da “Cocco bello” all’autocelebrativa “A qualcuno piace Fred”, passando per “Porfirio Villarosa” (“Esta é la cancion de Porfirio Villarosa, che faceva el manoval alla Viscosa…Porfirio dalla bocca fascinosa, lo credevano spagnolo o portoghese, egli invece è torinese..”), Fred Buscagliene, dopo tanta gavetta, visse in fretta i suoi anni ruggenti. Lui stesso, in un intervista del ’59, su “Stampa Sera” raccontava, con una punta d’amarezza: “Sono diventato famoso troppo tardi.. Da vent’anni suono nei night club e nelle sale da ballo”. Così, in un Paese in bianco e nero che stava faticosamente uscendo dal dramma della guerra, con alti tassi di disoccupazione e analfabetismo, Buscaglione aveva scalato il successo con il suo spirito ribelle, irriverente e anticonformista. Come tanti altri personaggi dalla breve vita la sua leggenda non era destinata a spegnersi con lui. Sessantuno anni dopo, la stella di “Fred” Buscaglione brilla ancora, luminosa. Nessuno saprà mai dove se ne sia andato quel 3 febbraio del 1960 ma forse si è ritagliato un posto in qualche luogo che assomiglia al suo “cielo dei bar“.

Marco Travaglini

 

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

24 – 30 novembre 2023

 

VENERDI 24 NOVEMBRE

 

Venerdì 24 novembre ore 14.30

UN NUOVO QUARTIERE AL POSTO DELLA CITTADELLA

Palazzo Madama – percorso guidato in città

Secondo di tre percorsi, legati alla mostra Liberty. Torino Capitale, in corso a Palazzo Madama fino al 10 giugno 2024, che intendono presentare tre aree della città fortemente caratterizzate da costruzioni sorte durante il periodo del Liberty con esempi di edifici destinati sia alla residenza che alla produzione e all’istruzione. Passeggiando lungo le strade sarà possibile cogliere esempi di architetture e decorazioni ispirate sia all’Art Nouveau floreale che ai modelli più geometrici tipici dello Jugendstill.

Dopo la demolizione della Cittadella, Torino vide una rapida espansione urbana nell’area prossima al Maschio salvato dalla distruzione; nel nuovo quartiere scuole e palazzi sorsero prima secondo il modello definito “Umbertino” e successivamente con spiccati riferimenti al Liberty.

Ultimo appuntamento

 

Domenica 03/12Palazzina Lafleur e la bizzarria del nuovo stile Liberty

Costo singolo itinerario: 14€ intero; 11€ ridotto (possessori di Abbonamento Musei, fruitori della visita guidata alla mostra Liberty. Torino Capitale, under 18); gratuito under 6

Durata: 2 ore

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

Ritrovo ore 14.30 davanti al monumento di Pietro Micca, via Cernaia angolo corso Galileo Ferraris

 

 

SABATO 25 NOVEMBRE

 

Sabato 25 novembre ore 10 – 17.30

QUESTO NON È AMORE

Palazzo Madama – proiezione del video della Polizia di Stato in occasione della GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE

Per l’intera giornata del 25 novembre sullo schermo nell’atrio di Palazzo Madama sarà proiettato il video della Polizia di Stato dal titolo Questo non è amore, che ha l’obiettivo di aiutare le donne a difendersi da violenze fisiche, psicologiche, verbali ed economiche.

Il video fa parte di una campagna permanente volta a contrastare il fenomeno della violenza contro le donne, sottolineando alcuni dei concetti chiave che in questi ultimi anni hanno portato ad affrontare il tema con maggiore sensibilità e consapevolezza, al fine di non colpevolizzare la vittima e di sostenerla anche nel suo legittimo desiderio di tornare a gestire in serenità la propria esistenza.

L’iniziativa intende contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sul grave problema della violenza sulle donne, per ricordare le vittime di maltrattamenti, abusi e femminicidi e per combattere le discriminazioni e le disuguaglianze di genere.

 

Sabato 25 novembre ore 15:00

LE DONNE NELL’ARTE – VISITA GUIDATA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE

GAM – visita tematica speciale

In occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne” la GAM propone una visita che si sviluppa tra le sale della collezione del ‘900 alla ricerca delle donne che hanno saputo far sentire la propria voce nel panorama artistico italiano e internazionale.

Diverse per origine e formazione, lontane per personalità e stile, queste artiste sono accomunate dal fatto di essere riuscite a imporsi con passione e intelligenza nella realtà artistica del Novecento sfuggendo agli stereotipi e ai clichés di genere. A partire dai primi decenni del ‘900 con Nella Marchesini e Antonietta Raphaël che hanno cercato di emergere in un ambiente artistico prettamente maschile alle artiste degli anni ‘50 e ’60 come Carla Accardi e Giosetta Fioroni, Carol Rama e Dadamaino che hanno portato avanti, attraverso il loro lavoro, la riflessione sul ruolo della donna nella società e nell’arte.

Costo a partecipante: € 7

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo (gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta)

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Sabato 25 novembre ore 16.30

MATERIA SACRA

MAO – visita tematica speciale

Pietra, legno, bronzo e tessuti sono alcuni tra i materiali che, grazie all’abilità di artigiani e artisti, diventano il tramite con cui dare forma a immagini sacre e strumenti rituali di supporto alla pratica e alla devozione nelle tradizioni religiose dell’Asia. Dalla multiforme iconografia delle divinità induiste all’estetica dell’impermanenza intrinseca alla statuaria buddhista giapponese, dagli immortali del Taoismo nei corredi funerari della Cina alle intense raffigurazioni dell’immaginario tantrico tibetano sino alle preziose decorazioni dell’arte islamica. L’itinerario di visita propone una lettura di vari nuclei di opere delle collezioni permanenti del MAO con particolare interesse a come la componente materiale degli oggetti contibuisca a esprimerne i relativi significati culturali, simbolici e religiosi.

Costo: 6 € a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per possessori di Abbonamento Musei

Info e prenotazioni: t. 011.5211788, prenotazioni ftm@arteintorino.com

 

 

DOMENICA 26 NOVEMBRE

Domenica 26 novembre ore 16

TRAME E ORDITI TRA MONDI IN CONNESSIONE

MAO – attività per famiglie

Il percorso all’interno della nuova mostra temporanea Trad u/i zioni d’Eurasia prevede la visita della mostra temporanea con una particolare attenzione alle opere in tessuto tra fili di seta che tracciano intricate e preziose trame. In laboratorio verranno utilizzati piccoli telai per comprendere l’antica tecnica di tessitura manuale e realizzare uno scampolo di tela.

Da 8 anni in su.

Prenotazione obbligatoria 011.4436927/8 – maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Costo: €7 a bambino; adulti ingresso ridotto in mostra

 

LUNEDI 27 NOVEMBRE

 

Lunedì 27 novembre ore 17

IN BRONZO E IN PIETRA, PER UN LIBERTY MONUMENTALE

Palazzo Madama – conferenza con Giovanni Carlo Federico Villa, direttore Palazzo Madama

Inizia il ciclo di cinque conferenze a ingresso gratuito che approfondiscono alcuni dei temi presentati nella mostra Liberty. Torino Capitale, in corso a Palazzo Madama fino al 10 giugno 2024. Al centro della riflessione Torino e l’Europa, attraverso lo specchio dell’architettura, dell’urbanistica e delle arti figurative.

Le conferenze sono a cura di SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino.

“La scultura italiana, di fatto, non ha ormai in Europa che una rivale: la scultura francese” scrive Ugo Ojetti sul “Corriere della Sera” del 16 giugno 1905, quando la capacità aggregante della poetica di Leonardo Bistolfi è ormai deflagrata nell’Italia al passaggio del secolo, quell’Italia che fa dell’Arte Nuova, il modello artistico unitario per la giovane nazione. A sancire questa apoteosi è, significativamente da Torino, il monumento ad Amedeo di Savoia duca d’Aosta. Con esso Davide Calandra crea un’opera di riferimento nelle forme nuove del Liberty, sdoganando definitivamente il nuovo stile nella statuaria celebrativa e portando all’autore la commessa dell’altorilievo bronzeo con La Gloria dei Savoia (1908-1912) per l’aula del Parlamento italiano a Montecitorio: una delle ultime testimonianze dell’esaltazione di casa Savoia quale espressione della storia nazionale italiana e perfetta visualizzazione di quella che Mazzini definì la “smania dei monumenti”. Da qui nasceranno decine di opere capaci di unire in un’unica lingua tutta la penisola italiana, da nord a sud, con gli scalpelli e le fusioni degli artisti suoi maggiori: da Enrico Butti a Edoardo Rubino, da Mario Rutelli a Luigi Contratti e infine con Bistolfi, capace di chiudere la stagione con le opere liguri dedicate a Garibaldi. A Sanremo con un monumento antiretorico in cui il Generale diviene ora il difensore e propugnatore di un’idea e poi a Savona, dove la stupefacente proiezioni onirica de Il fantasma di Garibaldi segna il culmine di un’arte configurandosi quale uno dei massimi capolavori della scultura celebrativa d’ogni tempo.

 

Giovanni Carlo Federico Villa

Direttore di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, professore presso le Università di Bergamo e di Udine, è stato componente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e Paesaggistici (2019-2022) e direttore onorario dei Musei Civici e Conservatoria Pubblici Monumenti di Vicenza (2015-2018). Ha curato numerosi progetti espositivi in Italia, tra cui quelli per le Scuderie del Quirinale di Roma (2006-2013), e all’estero. Autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche e monografie, numerose sono le sue presenze divulgative relative al patrimonio artistico nazionale sui principali canali radiotelevisivi italiani e stranieri.

 

Prossimi appuntamenti

 

Lunedì 5 febbraio 2024 ore 17: Torino città Liberty? Dionisiaco e apollineo, dalle premesse barocche agli esiti Liberty con Carlo Ostorero

Lunedì 25 marzo 2024 ore 17Eredità del liberty torinese con Roberto Fraternali

Lunedì 29 aprile 2024 ore 17: Architettura e opera d’arte totale: dall’impaginato di facciata al dettaglio costruttivo con Beatrice Coda Negozio

Lunedì 20 maggio 2024 ore 17: Un salotto Liberty a Torino. Annibale Rigotti e Maria Calvi in via Oropa con Chiara Rigotti e Marco Corona

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 9.30-13; 14-16)

madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

MERCOLEDI 29 NOVEMBRE

 

Mercoledì 29 novembre ore 17.30

MEMORIE SQUISITE: LA STORIA GINORI

Palazzo Madama – un racconto di Luca Scarlini

Palazzo Madama ospita l’ultima tappa di una narrazione a cura dello scrittore e drammaturgo Luca Scarlini dedicata alle vicende della manifattura Ginori, impiantata nel 1737 sulle colline di Sesto Fiorentino. È una storia tutta toscana quella della porcellana, nata quando il marchese Carlo Ginori (Firenze, 1702-Livorno, 1757) acquistò la Villa Buondelmonti per fondarvi la Manifattura di Doccia, così chiamata dal nome della località in cui si trovava e che ben presto divenne una delle più prolifiche e rinomate.

L’evento chiude le celebrazioni dei vent’anni dell’Associazione Amici di Doccia, che dal 2003 promuove la ricerca, lo studio, la conservazione e valorizzazione dell’antica porcellana Ginori, che fu una delle prime ad essere prodotte in Italia e tra le più prestigiose in Europa.

Per festeggiare questo importante traguardo l’associazione ha ideato e promosso Memorie squisite: la storia Ginori, un racconto che Luca Scarlini ha portato in cinque grandi città dal 26 settembre al 29 novembre 2023, raccontando la vicenda della manifattura in alcuni dei luoghi più strettamente legati a essa.

Il ciclo è organizzato in collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli a Milano, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – Musei Capitolini a Roma e Palazzo Madama a Torino, con il patrocinio del Comune di Sesto Fiorentino e della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia.

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Prenotazione obbligatoria:

  1. 011 4429929 (lun-ven 9.30-13 e 14-16.30);madamadidattica@fondazionetorinomusei.it


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

14 ottobre 1964. “Il Concerto per la Resistenza” Tre incontri del “Comitato Arci Torino”

Per far conoscere il recuperato Concerto eseguito per la prima volta nel ’64 al “Gobetti”

Si inizia domenica 19 novembre

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Quasi sessant’anni fa. L’evento fu decisamente unico nella storia di Torino e dell’Italia, capace di mettere insieme musica e memoria storica. Era il 14 ottobre del 1964, un mercoledì, quando al torinese “Teatro Gobetti” fu eseguito in primis il “Concerto per la Resistenza”, commissionato da un’allora giovanissima “Arci” (nata nel ’56) a tre grandi compositori – Giorgio Ferrari, Guido Ferraresi e Carlo Mosso – e composto da  tre opere musicali, tributo alla “Resistenza” e all’“antifascismo”, su testi poetici di illustri autori come Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo e Corrado Govoni. Per far conoscere quel concerto, oggi recuperato, il “Comitato Arci Torino” ha organizzato tre incontri tra novembre e dicembre, occasione anche per promuovere la “piattaforma” nata per farlo rivivere.

Il concerto fu voluto e organizzato dall’ “Associazione Culturale Arturo Toscanini” e dall’“Arci di Torino” grazie al presidente del primo Circolo Enzo Lalli, che quel giorno registrò l’evento in maniera amatoriale. Arrivato a noi, il nastro è stato ripulito e distribuito digitalmente. Nel 2022 è stato poi scomposto in più di 150 campioni musicali dai maestri Andrea Maggiora e Giorgio Mirto: con questi campioni è stata ricostruita una bacheca online all’interno del sito www.risuonalaresistenza.it, una “piattaforma digitale” dove è possibile non solo prendere coscienza del “Concerto” e del suo valore culturale e storico ma anche usarne alcuni campioni – selezionati da musicisti esperti – per le proprie composizioni che potranno essere ricaricate e condivise come omaggio, decostruzione e ricostruzione del narrato sulla “Resistenza”.

Gli Incontri

Sono tre. Si inizia con “Il concerto per la Resistenza del 1964 – Un’esperienza d’ascolto con Edoardo Dadone” (giovane musicista e compositore cuneese), in collaborazione con l’associazione “Dewrec”, domenica 19 novembre, ore 17, nella sede dell’“Unione Culturale Antonicelli”, in via Cesare Battisti 4, a Torino.

L’incontro racconterà quel concerto, com’è nato, e guiderà il pubblico all’ascolto e all’approfondimento delle musiche di quel giorno. Sarà anche possibile consultare gli spartiti, avere tra le mani il libretto di sala, proprio in quegli “Infernotti” di “Palazzo Carignano”, culla dell’antifascismo torinese, dove si svolsero tante attività dell’“Associazione Toscanini”, dell’“Arci” stessa, insieme a quelle dell’“Unione Culturale Franco Antonicelli”. Interverranno anche Claudio Simone e Guido Panelladell’“Unione Culturale Antonicelli”, Max Borella dell’“Arci di Torino” e Francesco Salinas, vicepresidente della “Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci”.

A seguire, il secondo appuntamento sarà all’insegna de “L’impegno musicale dell’‘Arci’ negli anni ’60. Dal ‘Concerto per la Resistenza’ a www.risuonalaresistenza.ital “Circolo Arci Margot” di via Donizzetti 23 a Carmagnola, domenica 26 novembre, ore 17. L’incontro vuole raccontare quel momento storico e lo spirito che mosse l’ “Arci” di allora a commissionare tre opere a tre grandi artisti della classica contemporanea. Allo stesso tempo si guarda però avanti, con la presentazione al pubblico più giovane della piattaforma www.risuonalaresistenza.it. Interverranno Max Borella per “Arci Torino” ed Elisa Salvalaggio, etnomusicologa.

Terzo incontro: “Il portale www.risuonalaresistenza.it, funzionamento e potenzialità”, una lezione di introduzione al portale musicale di Max Borella, mercoledì 15 dicembre, ore 19, alla “Gamma Music Institute”, in via Carlo Allioni 3, a Torino. Per partecipare a questo ultimo incontro: info@gammamusicinstitute.com

Scrive Matteo D’Ambrosio, direttore della “Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci”:  “Questo progetto dimostra ancora una volta quanto gli archivi siano non solo fonti documentarie, ma anche e soprattutto strumenti di partecipazione in grado di generare nuova creatività e produzione culturale, a partire però da percorsi di senso, in questo caso specifico, dai valori della ‘Resistenza’ e dell’ ‘antifascismo’”.

g.m.

Nelle foto:

–       L’unica immagine arrivata a noi del Concerto del ‘64

–       Articolo dell’epoca sul Concerto da “L’Unità”, a firma di Nino (Leone) Ferrero, ferito, durante gli anni di piombo, in un attentato terroristico messo in atto da “Azione Rivoluzionaria”

Tutti gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

SABATO 18 NOVEMBRE

Sabato 18 novembre ore 16.30

PROFUMI – CHYPRE – Sulle fragranze del Mediterraneo

Palazzo Madama – Visita guidata in collaborazione con Orchestra Filarmonica di Torino

Arte e musica: un abbinamento dal quale sprigiona bellezza. Ispirati dai concerti della Stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino, i musei della Fondazione Torino Musei ogni sabato precedente il concerto propongono a rotazione un ciclo di visite guidate al proprio patrimonio museale.

CHYPRE – Sulle fragranze del Mediterraneo

Lanciato nel 1917 da François Coty, il profumo Chypre richiamava le fragranze del Mediterraneo e dell’isola dedicata alla dea Afrodite. L’operazione comprendeva anche un flacone di design creato da René Lalique e realizzato dalle Cristallerie de Baccarat. Il percorso intende ripercorrere la storia del profumo, dalla sua nascita come unguento ai primi contenitori testimoniati dalla colorata collezione di vetri archeologici provenienti da Siria ed Egitto; si proseguirà con i preziosi gioielli portaprofumo del Rinascimento, per passare infine al profumo per ambiente, illustrato dagli accessori liturgici in smalti di Limoges per l’incenso, ai magnifici recipienti pot-pourri in porcellana presenti nella sala ceramiche che un tempo arredavo aristocratiche residenze barocche.

Visita guidata a pagamento. Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com  • è possibile effettuare l’acquisto onlinehttps://www.arteintorino.com/

DOMENICA 19 NOVEMBRE

 

Ingresso a tariffa speciale a 1€ per tutti (compreso Abbonamento Musei) alle collezioni permanenti di GAM, MAO e Palazzo Madama in occasione delle Nitto ATP Finals.

 

Domenica 19 novembre, ore 10.30

STORIE DI SENSI

GAM – attività per famiglie sulla mostra Hayez

Bambini 3-5 anni

In occasione della mostra “Hayez. L’officina del pittore romantico” la GAM propone un’attività dedicata ai visitatori più piccoli. Nelle opere di Hayez colpisce il modo sapiente in cui il pittore riesce a realizzare vestiti e costumi che appartengono ad epoche storiche lontane. Insieme ai bambini nel percorso di visita osserveremo panneggi, tessuti, textures, cercando di svelare i metodi e segreti di questo grande pittore, a partire dai disegni preparatori per arrivare alle opere su tela. Gli spazi dell’Educational Area si trasformeranno in un originale atelier di moda dove, sperimentando la sensazione tattile di diversi tessuti, proveremo a creare una nuova veste per i personaggi incontrati e osservati durante la visita.

Costo bambini: 8 € (biglietto d’ingresso al museo gratuito)

Costo adulti accompagnatori: biglietto d’ingresso alla mostra ridotto, ingresso gratuito ai possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 –prenotazioniftm@arteintorino.com

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

 

Domenica 19 novembre ore 11

IM – PRESSIONI FLOREALI

Palazzo Madama – attività per famiglie

L’osservazione di alcune opere esposte alla mostra Liberty. Torino capitale ci consentirà di individuare gli elementi naturali che ispirarono quella linea morbida, sinuosa ed elegante, fil rouge che legava arti e artigianato, avvolgendo tutti gli aspetti della vita e della società. Fiori, foglie e steli che ritroveremo poi in laboratorio e utilizzeremo per dare vita a originali e uniche stampe fitomorfe attraverso la tecnica del monotipo.

Età consigliata: 3/5 anni

Durata: 90 minuti

Costo bambini: € 8 (biglietto di ingresso alla mostra gratuito per i bambini fino a 5 anni);

Costo adulti accompagnatori: biglietto di ingresso alla mostra ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei

Info e prenotazioni: 0115211788 –prenotazioniftm@arteintorino.com

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

 

Domenica 19 novembre ore 11.30

IL GIAPPONE DEI TOKUGAWA Arte e cultura del periodo Edo nella collezione del MAO

MAO – visita tematica speciale

Il Giappone del periodo Edo (1603-1868), governato dagli Shogun Tokugawa e noto per l’immaginario legato alle attività culturali e di svago della vivace nuova cultura urbana dell’odierna Tokyo, rappresenta un momento storico fortemente connotato dalla sua produzione artistica. L’itinerario di visita alla collezione giapponese del museo si concentrerà su raffinate opere d’arte che hanno caratterizzato le residenze aristocratiche e la vita quotidiana delle classi dominanti dell’epoca, dagli eleganti dipinti sui paraventi alle armature riccamente decorate fino alle “immagini del mondo fluttuante”, per avvicinare i partecipanti agli usi e costumi della società dell’ultimo periodo feudale della storia giapponese.

Costo: 6 € a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo 1€ (tariffa speciale in occasione delle ATP Finals); gratuito per possessori di Abbonamento Musei

Info e prenotazioni: t. 011.5211788, prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Domenica 19 novembre, ore 15

SOGNI IN SCENA

GAM – attività per famiglie (adulti e bambini dai 6 anni in su)

Paesaggi evanescenti, personaggi fantastici, la magia del colore, la fantasia e il sogno saranno i temi che guideranno il percorso nella collezione del 900 “Il primato dell’opera”. Un pomeriggio in GAM dedicato a grandi e piccini all’insegna della scoperta e sperimentazione di tecniche artistiche diverse.

Nello Spazio dell’Educational Area in due aree dedicate, i bambini daranno forma a originali e oniriche opere su carta attraverso la sperimentazione cromatica dell’acquerello, mentre l’evanescenza tridimensionale di Fausto Melotti coinvolgerà gli adulti nella creazione di sculture in argilla.

Al termine dell’attività le famiglie si riuniranno per un momento di confronto e condivisione.

Costo: 7 € a partecipante

Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso ridotto (ingresso gratuito per i bambini); gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 –prenotazioniftm@arteintorino.com

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

 

Luciano Del Sette, fondo e archivio alla Fondazione Amendola

 

“Una terra dove il tempo non vola” è il titolo dell’incontro nel corso del quale alla Fondazione Giorgio Amendola verrà presentato il nuovo fondo e il nuovo archivio dedicato a Luciano Del Sette, giornalista, scrittore e intellettuale scomparso nel 2021 a causa del Covid 19.

L’appuntamento sarà per giovedì 16 novembre alle 18.30 presso i locali di via Tollegno 52 a Torino, sede della Fondazione Amendola. Qui verrà presentato il nuovo fondo e archivio dedicato a Luciano De Sette, archivio che conserva materiale fotografico, testuale e multimediale in buona parte inedito e sarà visitabile tutti i giorni dal lunedì al venerdì in orario 9.30-12.30, 15.30/19.30 e le mattine del sabato ( 9.30-12.30)

Durante l’incontro di giovedì verrà approfondita la sua figura di intellettuale, militante e autore, ma si conoscerà anche meglio la dimensione umana e personale di Luciano Del Sette, senza tralasciare il suo alter ego chansonnier Puccio Smith.

Luciano Del Sette era una voce originale e libera, storica firma del Manifesto e voce di Radio Tre; è stato un uomo di cultura nel senso più profondo, ampio e vero del termine. Con il fondo, con l’archivio e l’appuntamento di giovedì prossimo la Fondazione Amendola e la compagna di Luciano De Sette, Roberta Vozza, desiderano ricordare e far meglio conoscere la figura del “Leone dalla rossa criniera”.