A cura di piemonteitalia.eu
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https://www.piemonteitalia.eu/it/cultura/fortificazioni/bardonecchia-forte-bramafam
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Cari amici lettori e lettrici, eccoci nuovamente pronti per un’altra piacevole (si spera) ed interessante passeggiata per le vie della città alla scoperta delle sue affascinanti opere. Questa settimana vorrei parlarvi di un noto personaggio storico nato nel capoluogo piemontese e divenuto un personaggio di rilevante importanza per la città di Torino; sto parlando di Cesare Balbo e del monumento a lui dedicato. (Essepiesse)
La statua è situata in via Accademia Albertina sull’asse centrale dell’Aiuola Balbo, ai margini della vasca d’acqua centrale. Cesare Balbo è ritratto in posizione seduta, vestito in abiti borghesi con un ampio mantello sulle spalle; con la mano destra stringe gli occhiali, mentre sul ginocchio sinistro tiene aperto con la mano il libro “Le speranze d’Italia”, libro da lui scritto, pubblicato nel 1844 a Parigi e dedicato all’ideale politico dell’unificazione italiana.
Cesare Balbo nacque a Torino il 21 novembre del 1789 da Prospero Balbo già sindaco di Torino e ambasciatore di Parigi ed Enrichetta Taparelli D’Azeglio, fu un uomo politico, scrittore e Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna. Cesare Balbo maturò culturalmente in varie città europee a causa della continua peregrinazione che il padre dovette subire nei difficili anni del regno di Vittorio Amedeo III di Savoia; fu così che venne a contatto con le nuove teorie illuministiche che, in quegli anni, stavano prendendo sempre più piede nei maggiori centri culturali europei.
Fu propugnatore dell’indipendenza d’Italia dal dominio austriaco ed uno dei più importanti esponenti della cultura liberale piemontese. Nel 1848, dopo la concessione dello Statuto Albertino, divenne presidente del primo Ministero costituzionale piemontese e fu deputato del Parlamento Subalpino fino alla sua scomparsa. Immediatamente dopo la sua morte, avvenuta a Torino il 3 giugno 1853, alcuni cittadini torinesi decisero di erigergli una statua alla memoria. Venne istituito il “Comitato per l’erezione di un monumento a Cesare Balbo” presieduto da Cesare Alfieri di Sostegno e del quale facevano parte Giuseppe Arconati, Ottavio di Revel, Federico Scoplis e Luigi Torelli.
Apertasi una pubblica sottoscrizione, in pochi mesi la cifra raggiunta superò le 10.000 lire delle quali circa la metà fu costituita da oblazioni private, mentre la restante parte venne donata da enti pubblici. Per ciò che riguardava invece il concorso del Municipio di Torino, si fu inizialmente orientati su due ipotesi diverse: rendere disponibile un’area all’interno del Camposanto generale oppure, nel caso il Comitato avesse voluto erigerlo in sito pubblico, concorrere economicamente alla sua realizzazione. Essendo scelta la seconda opzione, il Municipio decise di stanziare la somma di 3.000 lire, alla quale si aggiunsero i contributi dei Municipi di Pinerolo, Susa e della Provincia di Torino (1.000 lire), raggiungendo così la cifra di 10.554 lire.
Della realizzazione dell’opera venne incaricato Vincenzo Vela (lo stesso autore dell’opera già vista da noi “Alfiere dell’ Esercito Sardo”), da pochi mesi professore di scultura dell’Accademia Albertina di Torino. Vela scelse di rappresentare Cesare Balbo in una posa “naturale”, in un atteggiamento anche posturale, che ricordasse la sua vita, il suo lavoro ed anche il suo impegno di letterato e di scrittore. Per la realizzazione del monumento vennero versate a Vela circa £ 10.000, mentre le rimanenti 554 lire furono spese per la realizzazione di una cancellata di protezione.
Nei primi mesi del 1856, Cesare Alfieri propose al Sindaco Notta di posizionare l’opera nel Giardino dei Ripari, tra il nascente Borgo Nuovo e la città storica; il 5 giugno 1856 il Consiglio Comunale, venendo incontro a questa richiesta, diede il suo consenso alla collocazione della statua in cima al declivio che dalla via della Madonna degli Angeli conduce al Giardino. Il monumento a Cesare Balbo venne inaugurato l’8 luglio del 1856 ed in questa occasione venne donato al Municipio che lo accettò ufficialmente nella seduta del Consiglio Comunale del 15 novembre 1856.
In seguito però, nel 1872 delle nuove politiche condussero alla riconfigurazione dell’area occupata dal Giardino dei Ripari; i pesanti lavori per il ricongiungimento della città storica con il Borgo Nuovo, stravolsero completamente l’area implicando la demolizione dello spalto al quale si appoggiava il giardino. Durante questa fase il monumento a Cesare Balbo subì uno spostamento provvisorio, per poi essere riposizionato, nei primi mesi del 1874, nella nuova Aiuola Balbo dove ancora oggi si può ammirare. Purtroppo, durante la seconda guerra mondiale l’opera venne danneggiata durante i bombardamenti.
Visto che abbiamo accennato alla realizzazione della “nuova” Aiuola Balbo, ricordiamo che essa è un giardino d’origine tardo ottocentesca; è caratterizzata dall’essere realizzata su terrapieno e quindi delimitata da un perimetro murario che la isola, sollevandola, dalle strade che la circondano. Di forma rettangolare, ha come fulcro una importante fontana centrale ed è piantumata con alberi disposti in modo naturale lungo tutto il perimetro.
Il disegno definitivo dell’Aiuola Balbo venne realizzato nel 1873 dall’ingegnere capo Pecco, che progettò un giardino totalmente verde, sollevato di circa un metro e mezzo al di sopra del piano stradale. I monumenti a Cesare Balbo, Eusebio Bava e Daniele Manin vennero ricollocati in modo simmetrico e armonico nell’Aiuola Balbo, nel centro del giardino sul suo asse longitudinale; l’ inserimento dell’ importante fontana centrale vennedeciso solo più tardi, nel febbraio 1874. L’Aiuola Balbo, inaugurata il 19 settembre 1874, oggi ospita complessivamente sei monumenti che la caratterizzano come un giardino dedicato ai patrioti attivi nei moti per l’indipendenza degli stati europei.
Simona Pili Stella
Foto G i a n n i C a n e d d u
31 maggio – 6 giugno 2024
Venerdì 31 maggio ore 17 – 19
STUDENTESSE E STUDENTI DI CINESE DELLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI PRESENTANO ALLA CITTADINANZA ROMANZI E AUTORI DELLA CINA ANTICA E MODERNA
MAO – Attività coordinata dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino
La formazione negli anni di scuola è un momento fondamentale della crescita intellettuale ed emotiva di ciascun individuo. Spesso i ragazzi e le ragazze sono capaci di interpretazioni e sintesi creative di quanto apprendono durante il loro percorso di studio, che rimangono di norma all’interno delle mura scolastiche. Questo progetto intende valorizzare il loro lavoro, mettendo gli studenti e le studentesse in dialogo aperto e paritario con un pubblico interessato di “fruitori” delle conoscenze che loro vorranno condividere. La speranza è che si crei uno scambio proficuo tra tutte le parti coinvolte; studentesse e studenti condivideranno i loro saperi, le loro conoscenze e le loro idee intorno alla cultura letteraria cinese. Il pubblico potrà commentare, chiedere, chiosare…Accanto alla presentazione di opere e autori, la lettura di brani scelti, tratti dai lavori presentati al pubblico potrà fornire ulteriori elementi di conoscenza e spunti di dibattito.
ore 17 – 18
Studentesse e studenti del Convitto Umberto I (Torino)
Un romanzo di iniziazione ante litteram: Viaggio in Occidente di Wu Cheng’en (1506-1582).
Raccontano: Laura Artino, Andrea Artusa, Andrea Barni, Zeno Bettoni, Benedetta Bruna, Matteo Damiani, Sofia Jaka Esposito, Federico Cheng Cheng Hu, Federico Jiawei Hu, Francesca Irrera, Alessandro Antonino Rotolo, Ilaria Yu, Noemi Yu
ore 18 – 19
Studentesse e studenti dell’A. Spinelli (Torino)
Sogno, meraviglia e fantastico in due grandi narratori della Cina classica: a colloquio con Feng Menglong (1574-1646) e Pu Songling (1640-1715).
A cura di: Classe IV G.
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili
SABATO 1 GIUGNO
Sabato 1 giugno ore 11
EVENTO CONCLUSIVO DEL PROGETTO FRAMMENTI
MAO – intervento musicale all’interno delle collezioni permanenti
Sabato 1 giugno dalle 11 alle 12:30 il MAO Museo d’Arte Orientale ospita l’evento conclusivo del progetto musicale Frammenti, nato da un’idea di Erik Battaglia.
Nella galleria Giappone 1 risuoneranno dal vivo le note di Bilder aus Osten (Quadri dell’Est) op. 66 per pianoforte a 4 mani di Robert Schumann, eseguite da Milena Dolcetto ed Erik Battaglia.
L’evento è l’ultimo di una serie di esibizioni che fanno parte del progetto Frammenti, frutto della collaborazione avviata lo scorso anno fra il MAO e il Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino in occasione di Sonic Blossom, la performance partecipativa trasformativa di Lee Mingwei che ha animato il museo a maggio 2023.
Nell’ambito di questa collaborazione e del progetto #MAOTempoPresente, che aspira a trasformare le sale e le gallerie del museo in luogo vivo, spazio di sperimentazione e conoscenza delle culture dei Paesi dell’Asia attraverso esperienze multisensoriali, al MAO sono stati installati due pianoforti generosamente messi a disposizione dell’azienda Piatino di Torino, che il Museo ringrazia per il generoso supporto.
Ingresso incluso nel biglietto delle collezioni permanenti. Non è necessaria la prenotazione.
Sabato 1 giugno ore 15
MUSICHE DAL MARE. Storie di culture mediterranee
MAO – Visita guidata alla collezione giapponese e intervento musicale
A cura di Theatrum Sabaudiae in collaborazione con La Estrella Ensemble
I visitatori verranno accompagnati nella lettura di una varietà di opere provenienti dall’Asia occidentale, centrale e orientale – estrose brocche, preziosi tessuti, manoscritti finemente decorati, ceramiche dipinte e notevoli esemplari di metallistica – che svelano interazioni culturali, diffusione e sfumature di temi iconografici e riferimenti simbolici ricorrenti dalla Turchia alla Cina passando per l’Asia Centrale. Inoltre, nel segno di una crescente apertura del museo al dialogo con il presente, il patrimonio artistico del passato condivide spazi e interpretazioni con la creatività più recente in un rapporto di rimandi e suggestioni che rende i confini tra antico e contemporaneo sempre più fluidi e permeabili.
Segue Musiche dal mare, a cura di La Estrella Ensemble, come ideale prosecuzione della visita alla mostra Trad u/i zioni d’Eurasia. Frontiere liquide e mondi in connessione. Duemila anni di cultura visiva e materiale tra Mediterraneo e Asia Orientale. L’intervento musicale si propone come un’esperienza di viaggio, traghettata dalla voce e dal suono degli strumenti antichi, in cui gli esecutori dialogano, in uno scambio fra il passato (le fonti letterarie e musicali del repertorio proposto), il presente (la performance) e un momento futuro (il termine della stessa). Fil rouge è il tema del matrimonio fra la musica e la cultura di un popolo e, in particolare, di quei popoli e di quelle comunità che hanno gravitato attorno al Mar Mediterraneo, insieme alla loro musica e alle storie che essa ci racconta. Ogni viaggio è la trasformazione di chi lo vive e il nostro è occasione e pretesto per immergerci fra le sponde musicali del Mediterraneo, partendo dai racconti della corte di al-Andalus e giungendo fino alle spiagge della Sicilia, per approdare alle lussureggianti corti islamiche e all’inestimabile patrimonio musicale siriaco. Il suono del liuto, dell’arciliuto e della chitarra barocca accompagneranno il timbro della voce di controtenore, erede contemporanea dell’incredibile fortuna degli “evirati cantori”, in un’esperienza di concerto che potrà altresì essere un’occasione per scoprire o approfondire tematiche legate alla proposta musicale. Le fonti di riferimento legate al canto e alla musica attingono a repertori musicali diversi, come quello spagnolo del Siglo de Oro (che, col genere della novela morisca, racconta l’incontro-scontro con i mori), il repertorio orale tradizionale del Sud dell’Italia (con le sue influenze di natura arabo-islamica) e quello sempre tradizionale, ma di natura più mistica, della Chiesa assira d’Oriente (molto più vicina di quanto possa sembrare alla cultura musicale europea, che tanto le deve).
La Estrella Ensemble è una realtà musicale creata da Danilo Pastore (controtenore) e Juan José Francione (liuto, arciliuto, chitarra barocca), giovani e affermati musicisti impegnati nella riscoperta e nella diffusione della musica antica. Si caratterizza per la sua “geometria variabile” e collabora con altri musicisti (Angelo Lombardo, viola da gamba; Paolo Tarizzo, clavicembalo, organo) e ballerini (Elena Ajani, coreografie e danza), offrendo un’esperienza artistica totale; ogni elemento dell’ensemble si è distinto nel suo campo, partecipando a progetti artistici nazionali e internazionali e a festival italiani ed europei. Il gruppo ha all’attivo numerose collaborazioni con importanti realtà nazionali e internazionali (IIC di Stoccarda, IIC di Stoccolma, Palazzo Malacrida a Morbegno, Palazzo Reale, Palazzo Madama, Museo d’Arte Orientale a Torino, Museo del Paesaggio Sonoro a Riva presso Chieri, Galleria degli Uffizi a Firenze), con la creazione ad hoc di progetti performativi originali (a scopo performativo, di divulgazione culturale e didattico), e ha partecipato a festival nazionali e internazionali di musica antica.
Prenotazione obbligatoria; l’iniziativa verrà attivata al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti fino ad esaurimento posti disponibili.
Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)
Costo: 38 € a persona
Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso alla mostra; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei.
Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio.
Sabato 1 giugno ore 16
IO SONO ANJUHIMEKO: LA POETESSA GIAPPONESE ITŌ HIROMI INCONTRA L’ARTISTA DEL SUONO RAMONA PONZINI
MAO – lettura performativa in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino
Il MAO, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, presenta “Watashi wa Anjuhimeko dearu”, lettura performativa della poetessa Itō Hiromi in dialogo con le sonorità dell’artista Ramona Ponzini.
Il testo trae ispirazione dalla leggenda di Anju, la divinità del Monte Iwaki, narrata negli anni ‘30 da una sciamana itako. Attraverso una lettura intensa della poesia, che incarna la voce dello spirito durante una possessione, Itō si fa portavoce delle ferite psicologiche subite da Anjuhimeko, la giovane protagonista.
La performance affronta temi complessi quali il trauma e l’abuso allo scopo di ricostruire le voci delle donne relegate nei secoli ai margini della memoria storica e culturale.
L’intervento di Ramona Ponzini consiste in una duplice operazione di traduzione, di natura sia vocale che musicale: mentre le parole della poetessa vengono rese in italiano e in inglese, le atmosfere della poesia sono veicolate tramite un’inedita performance sonora.
Partecipazione inclusa nel biglietto di ingresso alle collezioni.
Itō Hiromi
Poetessa. Nata nel 1955. Ha scritto poesie, romanzi e saggi sui temi del corpo femminile e della vita. Ha già pubblicato oltre 90 libri. Il suo romanzo del 2007 “Togenuki: Shin-sugamo Jizō Engi” è stato tradotto in inglese con il titolo “The Thorn Puller” e in tedesco e norvegese e sta avendo un grande successo. In Asia è popolare soprattutto per le sue raccolte di saggi che si focalizzano sulla vita delle donne di mezza età in ottica femminista.
Ramona Ponzini
Artista sonora, curatrice e nipponista. Negli anni collabora con figure del calibro di Lee Ranaldo dei Sonic Youth, Tom Greenwood dei Jackie-O Motherfucker, e con il percussionista industrial Z’ev. Il progetto solista consiste in inusuali Dj set contaminati da interazioni vocali e collage sonori. Le sue opere e le sue performance sono state ospitate dal Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea, OGR Torino, dal MACRO di Roma, e Towner Eastbourne, UK.
Sabato 1 giugno ore 16.30
PROFUMI – FIORI – Fiori dipinti, incisi, intessuti
MAO – Visita guidata in collaborazione con Orchestra Filarmonica di Torino
Arte e musica: un abbinamento dal quale sprigiona bellezza. Ispirati dai concerti della Stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino, i musei della Fondazione Torino Musei ogni sabato precedente il concerto propongono a rotazione un ciclo di visite guidate al proprio patrimonio museale.
FIORI – Fiori dipinti, incisi, intessuti
Nella collezione di arte islamica del MAO, foglie e fiori di diverse specie si espandono sulle superfici di piatti, mattonelle, pannelli architettonici, oggetti in metallo, tessuti. Il percorso tra pregiati oggetti d’uso evoca profumi e atmosfere attraverso un repertorio ricco ed esuberante di forme stilizzate che si espandono in forma di arabesco, rivestono piatti e coppe di colori splendenti, si fanno trama fitta e insolubile nei metalli, si tingono di sfumature nei preziosi tessuti.
Visita guidata a pagamento. Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com • è possibile effettuare l’acquisto online https://www.arteintorino.com/
DOMENICA 2 GIUGNO
Domenica 2 giugno dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 17
LIVING SPACE
MAO – performance a cura di YizhongArt
Domenica 2 giugno dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 17 verranno presentate le 10 performance di “Living space”, risultato di una collaborazione del MAO con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, a cura di YizhongArt (Vincenzo Di Federico e Lanxin Zheng) e con la supervisione della Prof.ssa Monica Saccomandi, frutto di un percorso che ha esplorato il concetto di spazio abitato attraverso la performance. In questo progetto sono stati coinvolti studenti italiani, cinesi e iraniani al fine di dare una prospettiva più ampia e completa della nostra realtà contemporanea.
“Crediamo che gli spazi abitati siano spazi vissuti e definiti dalle azioni che noi compiamo rispetto alla relazione che definiamo con essi. Questo si lega anche al concetto di deterritorializzazione e ridefinisce funzioni e prospettive culturali degli spazi soprattutto pubblici e condivisi come il museo e l’accademia.”
I giovani artisti coinvolti sono: Maddalena Gallizia, Lorenzo Grigolo, Yalda Hooshyari, Shixue Huang, Zixin Huang, Wei Liu , Gabriele Meli, Eva Modica, Rachele Montoro, Eleonora Navone, Farzaneh Razavi, Elisa Ripa, Yunyi Zhang, Yiwen Zheng, Han Zhou.
Partecipazione inclusa nel biglietto di ingresso alle collezioni permanenti.
Domenica 2 giugno ore 16:30
IL GIAPPONE DEI TOKUGAWA. Arte e cultura del periodo Edo nella collezione del MAO
MAO – Visita guidata speciale a cura di Theatrum Sabaudiae
Il Giappone del periodo Edo (1603-1868), governato dagli Shōgun Tokugawa e noto per l’immaginario legato alle attività culturali e di svago della vivace nuova cultura urbana dell’odierna Tōkyō, rappresenta un momento storico fortemente connotato dalla sua produzione artistica. L’itinerario di visita alla collezione giapponese del museo si concentrerà su raffinate opere d’arte che hanno caratterizzato le residenze
aristocratiche e la vita quotidiana delle classi dominanti dell’epoca, dagli eleganti dipinti sui paraventi alle armature riccamente decorate fino alle “immagini del mondo fluttuante”, per avvicinare i partecipanti agli usi e costumi della società dell’ultimo periodo feudale della storia giapponese.
Info e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)
Costi: 6 € a partecipante
Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per possessori di Abbonamento Musei.
LUNEDI 3 GIUGNO
Lunedì 3 giugno ore 16:30
ARTE A CORTE. I GUARDAMOBILI IN EUROPA
Palazzo Madama – Conferenza
Intervengono:
Marc Bayard – Mobilier national de France
Paolo Cornaglia – Politecnico di Torino, DAD
Clara Goria – Centro studi del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Reggia di Venaria
Andrea Merlotti – Centro studi del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Reggia di Venaria
Le corti hanno avuto per secoli un ruolo fondamentale nella storia delle arti decorative. Nei loro palazzi i sovrani dovevano mostrare, infatti, la propria capacità di partecipare alla definizione degli stili di moda in tutta Europa. Artisti ed artigiani attivi nelle corti – dai più celebri pittori ai più umili tappezzieri – contribuivano a disegnare la gloria dei monarchi di cui erano al servizio, grandi o piccoli che fossero.
In pressoché tutte le corti fu quindi costituito un apposito ufficio: il Guardamobili, il quale provvedeva alla produzione, gestione e salvaguardia dei beni mobili dei palazzi reali. Un compito essenziale per consentire al potere di manifestarsi con la necessaria magnificenza. Nonostante la sua importanza, l’ufficio del Guardamobili non è stato sinora oggetto di studi adeguati. Per questa ragione il Mobilier National de France (MNF) ha costituito un gruppo di ricerca internazionale, formato da studiosi di tutt’Europa che, in anni di studi, hanno realizzato il volume Arts en cour. Les Gardes-Meubles en Europe (XVIe-XXIe siècles). Edito dal MNF con la collaborazione del Centre de recherche du Château de Versailles e del Centro studi delle Residenze Reali Sabaude, e curato da Marc Bayard, Muriel Barbier, Paolo Cornaglia e Charlotta Scheich, il volume rappresenta la prima grande ricerca sul funzionamento dei Guardamobili delle principali corti europee. I saggi raccolti in esso mostrano bene il ruolo che, pur nelle diversità proprie di ogni paese, tali uffici hanno avuto nella progettazione, creazione, manutenzione, conservazione e restauro di opere e decorazioni che segnano i palazzi del potere di tutta Europa.
Il volume, quindi, ricostruisce una storia centrale nella vicenda delle corti europee, che in alcuni Paesi, a partire dalla Francia, è ancora viva e vitale. Il tutto in una prospettiva comparatistica che sola ne può rendere peculiarità e grandezza.
Il volume sarà presentato da due dei suoi curatori, Marc Bayard e Paolo Cornaglia, coordinati da Giovanni Carlo Federico Villa. Interverranno anche Clara Goria ed Andrea Merlotti, autori di alcuni saggi del volume dedicati alla realtà sabauda.
Ingresso libero fino a esaurimento posti. Non è previsto servizio di prenotazione.
Info: https://www.palazzomadamatorino.it/it/evento/arte-a-corte-i-guardamobili-in-europa-conferenza/
MARTEDI 4 GIUGNO
Martedì 4 giugno ore 18
BEING ORLANDO IN IRAN
MAO – Conversazione tra Shadi Harouni e Mohammed Salemy nell’ambito del public program di Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded
“Orlando” di Sally Potter, liberamente ispirato al romanzo di Virginia Woolf, racconta la storia di un aspirante poeta di origini nobili che, dopo aver ricevuto l’ordine dalla regina Elisabetta I in punto di morte di non “svanire, appassire o invecchiare”, si ritrova – immortale – in viaggio dall’Inghilterra a Costantinopoli e agli Stati Uniti per trovare l’amore, fare arte e occupare un posto nel mondo. A un certo punto, si risveglia in un corpo di sesso opposto, rischiando così di perdere i diritti di proprietà, mentre assiste a molteplici eventi storici da posizioni molto diverse.
Orlando è un testimone che milita nel mondo, scrivendosi dentro e fuori la storia.
Questa oscillazione assomiglia all’esperienza di molti iraniani, sia dentro che fuori dal Paese, spiazzati dalle grandi rotture e trasformazioni regionali. I membri della diaspora, in continua crescita, sono testimoni dei principali eventi storici, che osservano da lontano e attraverso le narrazioni storiche del passato.
In questa lecture/performance, Shadi Harouni e Mohammad Salemy abbracceranno la posizione di testimoni della trasformazione storica delle strutture sociali iraniane. Combinando le narrazioni storiche con le conoscenze vernacolari e la mitopoiesi, intrecceranno storie alternative del loro Paese attraverso molteplici prospettive epistemiche.
Utilizzando la loro ricerca e la loro pratica artistica come linea del tempo, Harouni e Salemy evocheranno e contempleranno le storie emotive, formali, personali e collettive della speranza e della disperazione, così come si sviluppano all’interno di movimenti politici di massa, colpi di stato, guerre, rivoluzioni e altre rotture storiche.
La scultura di Shadi Harouni, MOSADEGH, per la quale Mohammad Salemy ha scritto un testo pubblicato nel libretto della mostra Trad u/i zioni d’Eurasia, funge da punto di partenza per questa conversazione visiva tra i due.
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.
L’evento di svolgerà in inglese.
MERCOLEDI 5 GIUGNO
Mercoledì 5 giugno ore 16.30
PIANTE AROMATICHE: DAL GIARDINO ALLA TAVOLA
Palazzo Madama – Lezioni botaniche “Primavera nel Giardino Botanico Medievale”
Curiosità e aneddoti di alcune delle piante aromatiche coltivate nell’Hortus che hanno fatto la storia e che continuano a essere largamente usate in ambito alimentare e non solo: lavanda e menta, origano e salvia, rosmarino e santoreggia sono le protagoniste di questo viaggio nella storia tra botanica e alimentazione. Le aromatiche sono anche piante di facile coltivazione e con pochi, ma attenti, accorgimenti potranno abbellire aiuole e vasi per molti mesi all’anno.
Costo per ogni incontro: 5€ ingresso in giardino (gratuito Abbonati Musei) + 5€ ogni incontro
Durata: 1 ora
Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
Prenotazione consigliata.
GIOVEDI 6 GIUGNO
Giovedì 6 giugno dalle 9 alle 17
OPEN DAY DELL’ARCHIVIO FOTOGRAFICO PER ARCHIVISSIMA
Archivio fotografico della Fondazione Torino Musei – Evento
In occasione di Archivissima 2024, l’Archivio Fotografico di Fondazione Torino Musei apre le sue porte per una giornata a libero accesso. L’open day è dalle ore 9:00 alle ore 17:00 di giovedì 6 giugno 2024.
All’arrivo alla GAM, entrare nella Palazzina a sinistra: l’Archivio è al secondo piano.
L’Archivio Fotografico dei Musei Civici di Torino nasce per volontà di Vittorio Viale, direttore dei musei stessi dal 1930 al 1965, che fin dall’inizio del suo incarico ne progetta la creazione con l’intento di documentarne il patrimonio e offrire un importante strumento di ricerca e di studio. Oggi l’Archivio fa parte della Fondazione Torino Musei e raccoglie materiale eterogeneo: negativi e positivi fotografici su diverse tipologie di supporto come lastre in vetro, pellicola, carta in monocromia ed a colori. A partire dal 2005 le riprese fotografiche sono effettuate in digitale.
Normalmente l’Archivio è aperto al pubblico su appuntamento, ma in occasione dell’open day, il personale dell’Archivio Fotografico sarà a disposizione per raccontare la sua storia, le attività correnti, il patrimonio e per presentare una selezione di materiali.
Info: https://www.fondazionetorinomusei.it/it/evento/open-day-dellarchivio-fotografico-per-archivissima/
Cambiamenti in vista per gli spazi di accoglienza dei Musei Reali, che rendono effettivo un progetto nato già parecchio tempo fa, quando il complesso museale iniziava a registrare numeri di rilievo e si rendeva necessario facilitare gli accessi. La biglietteria rinnovata si trova sempre a sinistra, varcato l’ingresso a Piazzetta Reale, e ora dà l’accesso diretto allo scalone di Palazzo Reale, senza obbligare il visitatore a uscire in cortile per poi rientrare nel caso voglia dirigersi al primo piano. La grande novità è rappresentata dal piano interrato, un tempo occupato da magazzini e locali di sgombero, oltre a essere il deposito delle porcellane. Oggi è stato trasformato in una struttura dotata di armadietti e bagni (uomini, donne e persone con disabilità) e una nursery. Figura anche un ascensore per consentire l’accesso a persone con disabilità motorie e passeggini.
“Si tratta di una tappa importante di un progetto più ampio – ha spiegato durante la presentazione il Direttore dei Musei Reali Mario Turetta – perché l’ente museale guarda ai prossimi passi oltre alle Serre Reali presentate la scorsa settimana, quindi i bastioni e le facciate”.
Questo lavoro nasce da una procedura negoziata del 2017, e l’obiettivo è quello di ottenere spazi da rendere funzionali e all’altezza di un museo internazionale. Gli attuali interventi sono stati progettati dallo studio Fra Architettura ed Ecoinnovazione Srl e il sostegno di Ales S.p.Ain, e hanno interessato gli ambienti sotterranei della attuale biglietteria, ambienti seicenteschi mai aperti al pubblico e ora adibiti a nuovi spazi per il personale del museo, con servizi di accoglienza che rispondono ai moderni standard internazionali. L’intervento è stato diviso in due lotti: il primo per gli spazi dei dipendenti, con spogliatoi e bagni collocati al di sotto della biglietteria, e uno per il pubblico. I lavori hanno avuto avvio nel maggio 2022 con un impegno economico poco superiore a 1,3 milioni di euro. Attualmente lo spazio per i libri è collocato nel percorso della galleria sabauda, ma il progetto prevede la collocazione di un nuovo bookshop, un angolo all’ingresso per consentire al pubblico di entrare per fare shopping senza per forza dover acquistare il biglietto d’ingresso. Il bookshop si collocherà alle spalle della biglietteria, che valorizza i colori istituzionali dei Musei Reali.
Mara Martellotta
( ore 10/11*15/16/17 )
Prenotazione obbligatoria al 3394105153 /3480468636 * segreteria@castellodimarchieru.it
Stavolta, visti gli accordi raggiunti con associazioni storiche e nobiliari francesi che nei prossimi mesi visiteranno il castello, sarà particolarmente curata, con esposizione di ricordi e documenti, la storia delle Casate facenti parte dei rami d’Oltralpe dei proprietari del castello, dai Richelieu ai Galliffet ai Coriolis de Limaye, ai Rostopchine. ai Segur.
VENERDI 24 MAGGIO
Venerdì 24 maggio ore 17
MOMENTI BONSAI AL MAO
MAO – Lezione con pratica sui bonsai della terrazza – nell’ambito del Festival del Verde
Massimo Bandera, uno dei massimi bonsaisti europei, ci condurrà nel fantastico mondo in miniatura dei bonsai con i suoi allievi. Una lezione sulla terrazza del museo, dove si possono ammirare bellissimi esemplari del #masierobonsaimuseum ed eseguire pratiche di potature sui capolavori: una kata di tradizione giapponese, dove la ripetizione dei gesti stagionali ci riporta alla natura.
Partecipazione gratuita; prenotazione obbligatoria: maodidattica@fondazionetorinomusei.it oppure t. 011.4436928
SABATO 25 MAGGIO
Sabato 25 maggio ore 11 – 12
STUDENTESSE E STUDENTI DI CINESE DELLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI PRESENTANO ALLA CITTADINANZA ROMANZI E AUTORI DELLA CINA ANTICA E MODERNA
MAO – Attività coordinata dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino
La formazione negli anni di scuola è un momento fondamentale della crescita intellettuale ed emotiva di ciascun individuo. Spesso i ragazzi e le ragazze sono capaci di interpretazioni e sintesi creative di quanto apprendono durante il loro percorso di studio, che rimangono di norma all’interno delle mura scolastiche. Questo progetto intende valorizzare il loro lavoro, mettendo gli studenti e le studentesse in dialogo aperto e paritario con un pubblico interessato di “fruitori” delle conoscenze che loro vorranno condividere. La speranza è che si crei uno scambio proficuo tra tutte le parti coinvolte; studentesse e studenti condivideranno i loro saperi, le loro conoscenze e le loro idee intorno alla cultura letteraria cinese. Il pubblico potrà commentare, chiedere, chiosare…Accanto alla presentazione di opere e autori, la lettura di brani scelti, tratti dai lavori presentati al pubblico potrà fornire ulteriori elementi di conoscenza e spunti di dibattito.
ore 11 – 12
Studentesse del Valdese (Torre Pellice)
I padri della Cina moderna a confronto con la tradizione: Le Antiche storie rinarrate di Lu Xun (1881-1936).
Raccontano: Emma Geymonat, Noemi Lo Iacono e Gloria Prina
Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.
MERCOLEDI 29 MAGGIO
Mercoledì 29 maggio ore 17
IL COFANO RITROVA SMALTO
Palazzo Madama – conferenza con con Giovanni Carlo Federico Villa e Simonetta Castronovo
Il cofano di Palazzo Madama rappresenta un unicum nell’ambito dell’arte medievale: per la qualità straordinaria dei suoi smalti e della serratura con figure fantastiche in rame sbalzato – giudicata da sola uno dei massimi capolavori dell’oreficeria del Duecento; per la ricchezza del suo decoro: con i nove medaglioni in rame traforato del lato frontale raffiguranti combattimenti di animali, e gli otto sui fianchi dedicati a scene cortesi e profane descritte con estrema raffinatezza e precisione naturalistica; e perché al mondo esiste solo un altro cofano di Limoges di queste dimensioni e di questa tipologia – nella cattedrale di Aquisgrana -, un’opera tuttavia più tarda e molto rimaneggiata in età moderna.
Palazzo Madama ha avviato una raccolta fondi per acquisire gli smalti e così riposizionarli sul prezioso scrigno, restituendo a quest’opera una parte del suo decoro perduto.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it
Mercoledì 29 maggio ore 18.30
SABINE SALAMÉ
MAO – performance nell’ambito del public program di Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded
Narrativa hip hop di migrazioni
Nel dinamico panorama dell’hip hop in lingua araba, è emersa una voce unica che sta riportando il genere alla sua essenza. Sabine Salamé, rapper e poetessa libanese, con il suo ultimo lavoro “Taffe Daw…”, composto insieme al produttore libanese Jawad Nawfal (Munma), accompagna gli ascoltatori in un viaggio attraverso le fasi emotive della sua migrazione. Miscelando vari stili musicali e una narrazione sincera, “Taffe Daw…” va oltre la semplice raccolta di canzoni, diventando un riflesso delle esperienze di Salamé e delle sue complesse emozioni. Usando il potere della vulnerabilità per affrontare questioni politiche e personali da una prospettiva non convenzionale, Salamé costruisce una testimonianza per il futuro con l’obiettivo di far sentire meno soli tutti coloro che attraversano un simile tumulto.
Costo: 15 € intero – 10 € ridotto studenti (disponibile solo in museo).
I biglietti sono acquistabili il giorno del concerto presso la biglietteria del museo e in prevendita sul nostro sito e su Ticketone.
Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO. Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html |
Nella grande area dei Musei Reali, lungo il corso Regina Margherita, là dove sino a pochi mesi fa trovava spazio il Museo di Antichità, da un paio d’anni collocato presso la Manica Nuova di Palazzo Reale, esiste un nuovo cantiere. Una nuova veste per quella linea delle Serre suddivisa in tre padiglioni, nata nel 1921 sotto la direzione dell’ing. Aurelio Mastrogiacomo e rivolta alla visione delle settecentesche Orangery dei Kew Gardens londinesi. Non soltanto: “punto d’arrivo delle grandi trasformazioni che avevano interessato nel secolo precedente il territorio compreso tra il centro antico e il corso della Dora”, zona altresì salvaguardata dalle demolizioni degli antichi bastioni, su ordine di Napoleone nell’anno 1800, zona ancora oggi unica nella quale si può ammirare quell’antico ricordo che rimane il bastione di San Maurizio. Il cantiere delle Serre Reali, “oggetto del più importante tra gli interventi strategici dei Musei Reali torinesi”, vedrà un finanziamento con un fondo da 12 milioni di euro – a cui vanno aggiunti altre cinque per i bastioni – messo a disposizione dal CIPE – Piano Cultura e Turismo, un progetto che vede il proprio sviluppo suddiviso tra i Musei Reali e la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino, coinvolto un prezioso team di professionisti, guidati dallo studio torinese Isolarchitetti con l’architetto Giovanni Durbiano. Responsabile del progetto l’arch. Filippo Masino, dallo scorso lunedì nuovo direttore delle Residenze Reali Sabaude – Direzione regionale Musei Piemonte, 45enne torinese, già a lui si deve il restauro del Teatro Romano e delle basiliche paleocristiane nella zona inferiore del Duomo nonché l’ideazione del riallestimento della Galleria archeologica.
Mentre Mario Turetta, Segretario generale del Ministero della Cultura e Direttore avocante dei Musei Reali di Torino, parla di un progetto “strategico, straordinario e ambizioso” ovvero “nuovi servizi museali avanzati, integrazione museo-città, reti per le istituzioni del territorio, l’Università, l’associazionismo e i portatori di interessi, giovani e public engagement: sono queste le coordinate sulle quali i “Musei Reali di Torino intendono mettersi in gioco per il futuro, scommettendo sulle Serre Reali in chiave di sostenibilità ambientale, innovazione, condivisione dell’eredità culturale e valorizzazione di quello straordinario insieme di arte e natura che sono i Giardini Reali”, guardando alla seconda parte del 2026 per il fine lavori (ma può darsi che la data debba essere corretta, anticipandola), Filippo Masino parla di “progressiva restituzione alla comunità”, guardando a quella nuova e saggia apertura su corso Regina come ad un punto ravvicinato, “un ponte”, che facilmente potrà mettere in contatto il centro della città con i musei e i giardini con i quartieri di Porta Palazzo e Aurora, definiti con un entusiasmo senza confini, forse un po’ troppo facili e comodi, “veri laboratori di buone pratiche, di istituzioni virtuose, caleidoscopio di culture del mondo e luogo di formazione di nuovi cittadini”.
“Gli edifici del complesso verranno rinnovati sia nell’architettura, a cui sarà restituita l’ariosa spazialità originaria – sottolineano nei loro interventi, ad una sola voce, i vari responsabili -, sia nelle componenti tecnologiche, che consentiranno di installare nuove funzioni e attività allineate ai moderni standard museali. Il programma di rifunzionalizzazione prevede spazi espositivi e depositi climatizzati, un laboratorio di restauro, sale per i servizi educativi del museo, per conferenze ed eventi, spazi per il ricovero delle piante e le attività nel verde.” Quest’ultima ambientata nel padiglione di levante – sottolinea ancora Masino -, mentre ancora una parte superiore ad un auditorium sotterraneo concepirà un tetto-giardino guardato come un tutt’uno con il resto dei Giardini.
Cogliendo infine qua e là tra i tanti e più importanti lavori che saranno messi in cantiere, si procederà con il restauro conservativo delle facciate, i padiglioni saranno liberati dalle ingombranti strutture inserite negli anni Settanta, riconsegnando loro l’antica e suggestiva spazialità, l’offerta al padiglione di Ponente di arredi leggeri in unione con la trasparenza delle vetrate pronte a illuminare una vetrina a tutta altezza dove saranno conservati segmenti delle collezioni mentre quello di Levante sarà nuovamente impiegato quale ricovero delle piante, coinvolte con le attività dedicate al verde. Interessante, dopo l’abbattimento del vecchio padiglione, sarà la costruzione di un nuovo volume vetrato ad alta tecnologia, dalle linee essenziali, che ospiterà una hall di accoglienza per il nuovo ingresso sul corso, un auditorium da 120 posti e alcune sale polivalenti attrezzate per convegni, mostre, restauri visibili, attività culturali ed eventi. La rivoluzione dei giardini, insomma; mentre a poche centinaia di metri di distanze sta prendendo consistenza un altro progetto, quello della Cavallerizza, dove si concretizza il permesso per costruire.
Elio Rabbione
Nelle immagini: le Serre Reali e rendering di future ambientazioni