La mostra temporanea “Il viaggio delle piante”, apertasi il primo ottobre scorso e visitabile fino a martedì 26 novembre prossimo è parte della decima edizione di Art Site Fest, e si snoda attraverso la peregrinazione del mondo vegetale. In un’epoca in cui l’uomo non è più al centro della narrazione, l’artista Elizabeth Aro invita il pubblico a riflettere sulla rete di interdipendenze che unisce le diverse forme di vita. Le sue opere diventano uno strumento per esplorare un mondo complesso che sfida le categorizzazioni. Aro riprende la breve e intensa poesia del poeta spagnolo Ramón Jímenez “Radici e ali”, ma che le ali mettano radici e le radici volino. La mostra è idealmente suddivisa in tre capitoli, il primo esplora il tema delle radici, il secondo è dedicato al viaggio e rende omaggio alla biodiversità sudamericana e alla tradizione botanica espressa nei taccuini e nei disegni dei primi esploratori; infine, il terzo capitolo, celebra l’esuberanza della vita vegetale, un inno alla crescita e alla vitalità. Elizabeth Aro è nata a Buenos Aires e risiede a Milano, ha esposto in importanti istituzioni quali il Museo Reina Sofia di Madrid, la GAM di Torino, il Mamba di Buenos Aires e il Macro di Rosario.
Museo della Frutta Francesco Garnier Valletti – via Pietro Giuria 15, Torino
Tel: 011 6708195
Orari: da lunedì a sabato 10-18 / domenica chiuso
Mara Martellotta




Era l’uomo dei sogni, l’artista visionario che tutto il mondo conobbe con il nome di Walt Disney, il papà di Topolino e di tanti altri personaggi. Disney amava dire che “l’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare”. Infaticabile, quarto dei cinque figli di Elias Disney e Flora Call, nato a Chicago ai primi di dicembre del 1901, agli albori del secolo breve applicò questa massima alle sue scelte. L’infanzia fu all’insegna dei trasferimenti con il duro lavoro nei campi del Missouri con il successivo approdo a Kansas City, dove aiutò il padre a consegnare i giornali per poi partecipare a sedici anni (falsificando la data di nascita sul passaporto) alla Grande Guerra come autista volontario di ambulanze della Croce Rossa statunitense in Francia. Al ritorno a Kansas City s’impegnò negli studi d’animazione, realizzando cortometraggi come Il Paese delle Meraviglie di Alice (Alice’s Wonderland). Disney nel 1923 partì alla volta della California con quaranta dollari in tasca, diventando in breve tempo imprenditore, produttore cinematografico, regista e animatore. Con Ubbe Ert Iwerks, bravissimo e straordinario disegnatore, iniziò i primi esperimenti e intuì che, se fosse riuscito a far muovere quei disegni inanimati, avrebbe rivoluzionato il mondo del disegno. Il nome di Walt Disney iniziò a farsi sempre più noto, ma ciò che lo rese davvero celebre, prima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo, fu la creazione delle piccole serie animate dove il protagonista era il coniglio Oswald. Il personaggio, inventato nel 1927, diventò ben presto un’icona e il suo creatore riuscì a costituire la prima azienda col suo nome: la Walt Disney Company. Narrano le leggende che tutto prese avvio durante un viaggio in treno quando Walt Disney iniziò a disegnare uno schizzo di Oswald, cercando di semplificarne i tratti. La modifica più evidente era quella delle orecchie, che da lunghe diventarono piatte e tonde, decisamente più simili a quelle di un topo. Da quegli schizzi prese forma Mortimer Mouse, il personaggio che mandò in pensione Oswald. Tuttavia la compagnia decise di cambiarne il nome in Mickey Mouse. Ecco quindi Topolino, protagonista del primo film animato sonoro Steamboat Willie, con il famoso topo alla guida di un battello a vapore fluviale. Il cortometraggio ottenne un successo planetario che crebbe a dismisura quando arrivarono anche gli altri protagonisti: Paperino, Pluto, la fidanzata Minnie, Pippo e tutti i personaggi che hanno accompagnato la nostra infanzia. “If you can dream it, you can do it”, amava ripetere Disney : ”se puoi sognarlo, puoi farlo”. Così nacque l’impero della fantasia e dell’immaginazione: non solo film e fumetti, parchi a tema e prodotti di consumo, ma anche media e spettacolo. Basti pensare al gruppo televisivo Disney-ABC, ai canali sportivi ESPN o agli studios d’animazione della Pixar. Già dal suo primo lungometraggio del 1937, Biancaneve e i sette nani (il primo film d’animazione prodotto in America, il primo ad essere stato prodotto completamente a colori), il mondo intero aveva intuito di aver a che fare con un genio sognatore. Non a caso, il giorno della sua scomparsa, l’allora governatore della California e futuro presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, in sette parole, diede voce al pensiero di tanti: “Da oggi il mondo è più povero”.










