SPETTACOLI- Pagina 99

Milonga in Osteria Musica dal vivo con Che Tango Trio di Miguel Angel Acosta

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 25 ottobre, ore 21.30

Milonga in Osteria

Musica dal vivo con Che Tango Trio di Miguel Angel Acosta, letture di Mara Antonaccio e serata danzante con i maestri Riccardo Giustetto e Eugenia Ricci

Dalla strada a Patrimonio dell’Umanità. L’Osteria Rabezzana dedica una serata al tango, dalle origini ai giorni nostri, con filmati, lettura di testi, musica dal vivo, ballo ed esibizione dei maestri. Le letture di Mara Antonaccio si alternano alla musica del Che Tango Trio di Miguel Angel Acosta (voce e chitarra), Lautaro Acosta (violino) e David Pecetto (bandoneon) e alle esibizioni di Eugenia Ricci e Riccardo Giustetto, maestro di tango diplomato all’Accademia Nazionale di Buenos Aires.

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Teatrando al Castello di Miradolo: Muoviamo l’autunno a suon di marionette

 

Domenica 22 ottobre, ore 10.30

 

 

Per la rassegna Di Festa Teatrando, in collaborazione con NonsoloTeatro, nel parco del Castello di Miradolo (TO), circondati dai colori dell’autunno, si leggono storie di fate e folletti, cercando di scovare esseri incantati nelle cavità degli alberi per realizzare insieme, con gli elementi naturali del parco, delle marionette molto speciali.

 

INFO

Castello di Miradolo

Via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)

Muoviamo l’autunno a suon di marionette

Attività per famiglie

Età consigliata: dai 3 ai 10 anni

Costo6 euro a partecipante (comprensivo di attività e ingresso al parco).

Prenotazione obbligatoria per tutte le attività: 0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it

www.fondazionecosso.com

 

Sarà Pupi Avati il protagonista della cerimonia di apertura del Torino Film Festival

La cerimonia di apertura del 41esimo Torino Film festival alla Reggia di Venaria e in diretta su RAI Radio 3 avrà come protagonista di eccezione il regista Pupi Avati, regista, produttore, sceneggiatore e grande affabulatore.

Nel corso della serata, condotta da Steve della Casa, direttore del 41esimo Torino Film Festival, storica voce di Hollywood Party, sul palco, per rendergli omaggio si avvicenderanno alcune personalità del mondo della cultura, del cinema e dello spettacolo che hanno condiviso momenti importanti nel loro percorso umano e artistico con lui, quali Neri Marconi, Lodo Guenzi, Micaela Ramazzotti. Madrina della cerimonia di apertura del Torino Film Festival sarà l’attrice ed ex modella Catrinel Marlon. Nel segno del successo dell’edizione precedente, la cerimonia di apertura del 41esimo Torino Film Festival sarà trasmessa in diretta su RAI Radio 3 nell’ambito del programma Hollywood Party a partire dalle ore 19.

A fare da sfondo alla serata inaugurale, che si inserisce nella collaborazione che da anni il Festival ha intessuto con la RAI, sarà la Reggia di Venaria.

L’inaugurazione sarà sabato 25 novembre prossimo e sarà presentato il primo film fuori concorso del TFF “Un anno difficile”, la nuova commedia irresistibile dei registi di ‘Quasi amicQAmiQuasi amici’ Olivier Nakache e Eric Toledano, con Pio Marmai, Jonathan Cohen e Noemie Merlant.

Fuori concorso, in anteprima italiana, sarà presentato ‘Il Cielo brucia’ di Christian Petzold, alla presenza del regista. Ambientato nel corso di un’estate torrida in una casa isolata in un bosco sulle coste del mar Baltico, il film narra la vacanza di un gruppo di amici, che si trasforma progressivamente in un incubo a causa di un enorme incendio boschivo. Il film, Orso d’Argento all’ultimo Festival di Berlino, sarà nelle sale a partirre dal 30 novembre prossimo.

In programma fuori concorso anche il film ‘A guardia di una fede’, per la regia di Andrea Zambelli, documentario che narra la storia della Curva Nord dell’Atalanta dal 1993 ad oggi, attraverso gli occhi di Bocia Galimberti, una delle figure più carismatiche degli ultras bergamaschi.

Tra gli appuntamenti del 41esimo Torino Film Festival figura anche una retrospettiva dedicata a Sergio Citti, nel novantesimo anno della nascita, realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale. Collaboratore di Pasolini e regista unico nel panorama italiano, Sergio Citti sarà omaggiato dal TFF con la prima retrospettiva completa che gli sia mai stata dedicata, nella quale verranno mostrati tutti i lungometraggi che Citti ha realizzato per il cinema e le opere in televisione, da “Ostia” a “Fratello e sorella”, passando per la serie dei “Sogni e bisogni”.

La retrospettiva è curata da Stefano Boni.

Dopo una prima edizione dedicata a Western minori torna ‘Mezzogiorno di fuoco’, con un omaggio al più importante tra i divi del genere americano per eccellenza, John Wayne.

 

Mara Martellotta

Salvo Lombardo presenta a Collegno il 19 ottobre il nuovo lavoro SPORT

La performance Sport è il terzo capitolo della trilogia L’esemplare capovolto a cui il coreografo lavora con la sua compagnia Chiasma dal 2018. L’intero progetto si è mosso a partire dalla riscrittura di tre opere storiche del repertorio della danza accademica italiana di fine 800 che il coreografo Luigi Manzotti ideò per il Teatro alla Scala di Milano. Seguendo questa traiettoria Lombardo ha realizzato Excelsior (2018), basato su una lettura post-coloniale dell’originale Gran Ballo Excelsior, e poi Amor (2021), che indaga la fenomenologia del potere e le sue manifestazioni nei corpi in rapporto alle eredità iconografiche della classicità, per arrivare a Sport (2023) concepito come rinnovata occasione per ridiscutere i canoni e gli immaginari applicati alla corporeità in Occidente.

La performance SPORT di Salvo Lombardo individua nella condizione fisica della “caduta” una specifica dimensione esistenziale e allo stesso modo un pretesto per riposizionare gli ideali di agonismo e di prestazione normalmente fondati su principi di esclusione e di conformità a precise norme anatomiche, sociali, comportamentali, culturali. Nello specifico SPORT tenta di allargare lo sguardo sul concetto stesso di “performatività” del corpo, tanto nella performance artistica quanto in quella sportiva. In questo senso lo sport è indagato come una delle diverse articolazioni delle forme del potere dominante, nelle intersezioni tra espressione individuale e narrazione pubblica, al crocevia con la costruzione delle identità nazionali, culturali, di genere. SPORT di Salvo Lombardo è l’occasione per ridiscutere i canoni e gli immaginari contemporanei applicati alla corporeità in “Occidente” cercando di disvelare tanto il disperato tentativo di resistere alla sua caduta, quanto l’inevitabile, necessaria e a tratti “amorevole” accettazione del declino: di una condizione, di un sistema di narrazioni, di un mondo.

Salvo Lombardo a Collegno ha svolto numerosi momenti di residenza, incontrando anche le studentesse e gli studenti del Liceo Coreutico Primo di Torino ed essersi confrontato con sportivi e coach del CUS.

Venerdì 20 ottobre al Polo del ‘900 dalle ore 14:00 alle ore 17:30l’Università di Torino – Diupartimento di Studi Umanistici promuove il convegno Da Excelsior a Sport: fra archivio e re-enactment. L’appuntamento è il punto conclusivo del progetto Laboratorio Excelsior: ricerca e coreografia su potere, identità e nazione che ha avuto diversi attraversamenti nel 2023, grazie al sostegno della Fondazione CRT: la Residenza d’artista per student* e docenti al Liceo Artistico e Coreutico Primo e allo StudiumLab dell’Università degli Studi di Torino, la Residenza Sport della compagnia Chiasma di Salvo Lombardo alla Lavanderia a Vapore, oltre alle ricerche negli archivi della Biblioteca civica musicale “Andrea della Corte” e del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino.Il gruppo di ricerca DAMS insieme ad esperti, a Salvo Lombardo, a student* e docenti intende restituire il processo di lavoro approfondendone la portata storico-critica, attraverso la contestualizzazione internazionale e torinese dei balli di Luigi Manzotti (1835-1905), l’analisi di alcuni nodi concettuali come la decostruzione iconica e il re-enactment (André Lepecki), oltre a far emergere il valore geopolitico e la cultura pop della danza d’ispirazione manzottiana in alcuni casi studio.

Le immagini dello spettacolo sono di Eros Brancaleon

Melodie romantiche con il Trio Hamburg: “L’amore troverà una via”

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Martedì 17 ottobre, ore 21.30

“L’amore troverà una via” è il nome del programma di melodie romantiche proposto dal Trio Hamburg: Nadja Kather (soprano, violino), Erdmute Kather (pianoforte), Jonas Schünke (baritono).

In programma: O Sole mio, Dolente immagine di Fille mia, Vois sur ton chemin, Caresse sur l’océan, Vivo per lei, A million dreams, Irgendwo auf der Welt, Razzle Dazzle, The longest time, Le bleu lumière, Humoresque, Gloria, Hallelujah, Romanza, Con te partirò.

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

LiberAzioni Festival. I vincitori della quarta edizione

Si conclude  al Centro Studi Sereno Regis di Torino, la quarta edizione di LiberAzioni Festival – per un dialogo con il carcere. Nell’ambito del ricco programma di presentazioni, proiezioni, iniziative sociali e culturali molto partecipate, la manifestazione ha promosso, come di consueto, un concorso cinematografico dedicato ai cortometraggi. Alla chiusura del festival, sono stati assegnati i relativi premi.

 

 

Primo Premio LiberAzioni Cinema

La giuria, composta da Annalisa Cuzzocrea (presidente, vicedirettrice de La Stampa), Benedetta Perego (avvocata di StraLi e Antigone), Ambra Troiano (esercente) e dai bibliotecari detenuti del carcere Lorusso e Cutugno coordinati da Marco Monfredini, assegna il Primo Premio LiberAzioni Cinema, dedicato al regista Corrado Iannelli (del valore di 2.500 €), al film

 

Polvere di Paolo Carboni

 

Con la seguente motivazione: «Mi ha molto colpita sia per la realizzazione realistica che per il messaggio trasmesso alla fine dal protagonista: basta un attimo, un granello di polvere, e la vita ti cade addosso. Il dramma dei suicidi in carcere e la piaga della mala giustizia sono rappresentati con delicatezza forza e realismo», scrive Annalisa Cuzzocrea a nome della Giuria.

 

«Noi – aggiungono i bibliotecari della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino – votiamo all’unanimità il cortometraggio Polvere assegnando il primo posto. Siamo giunti a questo verdetto poiché in 29 minuti, concisi ma molto esaurienti, la tematica della cosiddetta malagiustizia è stata sviluppata in ogni sua sfumatura, a partire dall’origine del caso concreto fino alle più estreme conseguenze sotto il profilo umano. L’attore protagonista interpreta in maniera calzante la parte del giovane Aldo, sempre più inghiottito come vittima sacrificale in un labirinto giudiziario costruito erroneamente e con superficialità con lo scopo principale di accontentare l’opinione pubblica.

«L’ambiente spazio-temporale appare assai provinciale ma, al tempo stesso purtroppo, molto attuale, se si pensa ai risvolti del declino psico-fisico in cui decade il povero ragazzo. Vicenda ricostruita al meglio anche grazie ai flashback volto al passato e da cui si desume, con spiccata espressività emotiva, una giovane esistenza come tante altre, fra la quotidianità dei propri legami familiari e la dipendenza dagli stupefacenti condivisa con alcuni amici. È proprio per quest’ultimo fattore, così come per il fatto di abitare casualmente nei pressi del luogo della rapina finita male, che Aldo viene incastrato: elementi che la traccia del corto stigmatizza, in modo ottimale come circostanze determinanti della vicenda, mai giustificate dell’applicazione della misura cautelare in carcere inflitta ingiustamente a carico del protagonista».

“Un carrello carico di libri, così leggono i detenuti…”

 

«Il bibliotecario, negli Istituti Penitenziari, svolge un ruolo fondamentale, soprattutto per un recluso appena entrato – proseguono i bibliotecari del carcere torinese – perché il tempo scorre, nonostante la sua preziosità, da recluso non viene spesso apprezzata e bisogna far passare la giornata. La prima azione istintiva e spontanea, anche per chi non legge, è prendere un libro. Di conseguenza, nel cortometraggio, il bibliotecario è il fulcro, colui che socialmente senza accorgersene dona e crea l’atmosfera autentica dell’aiuto reciproco, ma allo stesso tempo, purtroppo, si ritrova a vivere attraverso i suoi occhi la drammaticità della morte, fortemente attuale in tutti gli Istituti Penitenziari d’Italia».

 

 

La presidente della Giuria del Primo Premio LiberAzioni assegna inoltre una segnalazione speciale a

 

Tana libera tutti di Valerio Filardo

 

Con la seguente motivazione: Perché fa sperare – attraverso lo sguardo dei bambini – in un destino meno ingiusto per chi cerca di raggiungere un posto sicuro e conquistarsi un pezzo di felicità.

 

 

La giuria del Primo Premio ha inoltre assegnato delle menzioni speciali.

 

I giorni delle arance di Matteo De Liberato

Con la seguente motivazione: abbiamo dimenticato cosa sono i totalitarismi, qui lo ricordiamo vedendo come la vita ne rimanga intrappolata per sempre, producendo le peggiori ingiustizie e annientando emozioni e sentimenti. O almeno provando ad annientarli, finché riemergono dove non te li aspetti, nel sorriso accennato di una condannata che ha perso tutto, ma sa cos’è l’amore materno (Annalisa Cuzzocrea).

 

Viva di Marianna Turturo e Alessandra Ardito

Con le seguenti motivazioni: per il lavoro fatto con le detenute del carcere di Trani e perché evidenzia la condizione particolarmente fragile delle donne detenute (Annalisa Cuzzocrea).

La vera realtà delle detenute recluse che tratta svariate sensazioni e problematiche quotidiane. I sentimenti contrastanti tra una telefonata negativa che prevale su una stessa telefonata, ma al positivo. Il cortometraggio esprime la quotidianità carceraria: come viene realmente vissuta la giornata. Emotivamente toccante e suggestiva la scena finale dove una delle detenute, il giorno del suo fine pena, dopo tantissimi anni di reclusione, come prima azione da libera corre verso il mare, che in precedenza poteva solo vedere, respirandone il profumo attraverso le sbarre, simbolo rappresentativo di libertà e di inizio di vita (giuria composta dai detenuti bibliotecari).

 

Il posto del padre di Francesco D’Ascenzo

Con la seguente motivazione: un breve film-documentario che ben racconta, direttamente con le voci dei due protagonisti della storia e con tanto sano realismo, il rapporto fra un padre e un figlio che va ricostruito dopo molti anni di forzato distacco, causato dagli errori commessi nella precedente vita dal genitore (giuria composta dai detenuti bibliotecari).

I cinque punti di Andrea Deaglio insieme agli studenti del CPIA di Torino

Con la seguente motivazione: per lo sguardo così concreto e psicologico che il film ha offerto a ciascuno di noi, verso coloro i quali ci sono, ossia esistono per ogni recluso, fuori dalle mura detentive. L’emozione positiva e negativa che allo stesso tempo una madre e un padre provano verso il sé recluso (giuria composta dai detenuti bibliotecari).

 

 

Premio Marina Panarese

 

La giuria, composta da Ikram Mohamed OsmanSara SannaLuisa ZhouEmanuele Bobbio e Hassan Khorzom, assegna il Premio Marina Panarese (da 2.000 €) per autrici e autori di origine straniera, al film

 

When the Leaves Fall di Xin Alessandro Zheng

 

Con la seguente motivazione: per la capacità di tratteggiare un racconto universale, capace di toccare le corde di tutte e tutti noi con delicatezza, rispetto, semplicità. Il ritorno in Cina di Giacomo, giovane sinodiscendente cresciuto in Italia, viene così scandito da elementi che fanno eco a una storia condivisa, a prescindere da età e provenienze: la distanza intergenerazionale e i suoi silenzi, il ruolo della memoria, la ricerca di sé tra i dubbi di chi parte e le risposte di chi resta. A fare da fil rouge è il conflitto dello stesso Giacomo, sospeso tra il proprio sentire le aspettative del mondo “fuori”. Ad aggiungere valore alla scelta dell’opera vincitrice, infine, vi è la vicinanza all’eredità culturale e sociale di Marina Panarese, che da sempre si è battuta per avvicinare mondi lontani e diversi con uno sguardo critico e consapevole.

 

 

La giuria assegna inoltre una menzione speciale a

 

Near Light di Niccolò V. Salvato

 

Con la seguente motivazione: per la delicatezza con cui riflette sul tema del riscatto sociale e per il coinvolgimento di una giovane troupe internazionale.

 

 

 

Premio LiberAzioni Cinema Giovani

 

La giuria, composta da Costanza AgnellaRoberta BaciuIsadora MazonMatilde PacioniFrancesca SapeyAlberto Grometto e Giosuè Tedeschi, coordinati da Carlo Griseri e Alessandro Amato di Agenda del Cinema Torino, assegna il Premio LiberAzioni Cinema Giovani (da 1.000 €, con il sostegno di Nova Coop), al film

 

I giorni delle arance di Matteo De Liberato

 

Con la seguente motivazione: il film ha una poesia e un’intensità uniche, riesce a toccare il cuore, a emozionare, a catturare l’attenzione. Alla giuria è piaciuto davvero molto il feticcio-arancia, quasi una Madeleine proustiana, che richiama alla memoria un tempo infantile, di felicità, di limpidezza che sembra quasi di poter toccare, annusare insieme alla protagonista. Il rapporto che si instaura fra la detenuta e il prete forse figlio, forse semplicemente orfano, entra in profondità nonostante il tempo limitato del film, suggerendo un’apertura, una speranza subito troncata, ma non del tutto spenta.

 

 

 

LiberAzioni Festival è un progetto a cura dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema realizzato con il sostegno dell’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, poi di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Otto per Mille Battista, ITAS Solidale, NovaCoop e Cooperativa Arcobaleno. Il festival si svolge in collaborazione con: Direzione della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, Antigone Piemonte, Agenda del Cinema Torino, Mercuzio and Friends, Centro Studi Sereno Regis, ArTeMuDa, FreedHome, Cooperativa Extraliberi, Mosaico Refugees, Voci Erranti, i donatori della campagna di crowdfunding Tessiamo LiberAzioni, le amiche e gli amici di Marina Panarese.

Va in scena al teatro Regio di Torino la Bohème di Giacomo Puccini

Per la stagione 2023/2024, in occasione del centenario della morte del compositore

 

Dal 21 al 29 ottobre prossimi sarà in scena al teatro Regio di Torino la Bohème, il capolavoro di Giacomo Puccini per la regia di Giuseppe Patroni Griffi. Non vi era opera migliore della Bohème nella scelta per celebrare l’anticipo del centenario della morte del compositore, nato a Lucca, scomparsa che è avvenuta nel 1924.

Direttore d’orchestra Andrea Battistoni con l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio di Torino, diretti da Claudio Fenoglio. In scena l’allestimento intramontabile di Giuseppe Patroni Griffi, ripreso da Vittorio Borelli.

Anno dopo anno le classifiche confermano che la Bohème di Puccini è tra le opere più rappresentate al mondo. Sin dal suo debutto torinese, avvenuto nel 1896, il pubblico ha sempre dimostrato per questo titolo un amore autentico perché vi trova intatto e sublima il fremito della giovinezza insieme al dolore che comporta la consapevolezza della sua perdita.

Il libretto è ambientato a Parigi intorno al 1830 e racconta la storia di Mimì e dello scrittore Rodolfo, i quali, insieme ai loro amici artisti, affrontano le difficoltà di una vita povera con spirito di avventura, finché la realtà non riesce a schiacciarli.

Puccini creò per i suoi personaggi delle melodie memorabili e fantasiose soluzioni orchestrali, trasformando una semplice vicenda in pura poesia. Esempi ne sono il duetto “Che gelida manina/ Mi chiamano Mimì” o l’introduzione al III quarto, che riesce a far sentire al pubblico il freddo della neve sulla propria pelle.

La direzione è del giovane maestro Andrea Battistoni. In scena un allestimento intramontabile realizzato in occasione del centenario dell’opera da Giuseppe Patroni Griffi, capace di ricreare con cura l’atmosfera di una Parigi ottocentesca bohémienne. Erika Grimaldi interpreterà il ruolo di Mimì e l’emergente Federica Guida quello di Musetta.

Venerdì 20 ottobre, alle ore 20, andrà in scena l’anteprima dedicata al pubblico under 30.

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Vinicio Capossela e i Calibro 35

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Il trio del batterista Alessandro Campobasso suona al Cafè Des Arts.

Martedì. Raiz con i Radicanto si esibiscono al Teatro Vittoria per la stagione dell’Unione Musicale.

Mercoledì. Al Lambic è di scena Roberta Di Lorenzo. All’Hiroshima si esibisce Giuse The Lizia.

Giovedì. Al Cap 10100 suonano i Savana Funk con il Cosmic Dub Trio. Al Dash si esibiscono The Blues Against Youth e Phill Reynolds. Al teatro Colosseo arriva Vinicio Capossela con lo spettacolo “Con i tasti che ci abbiamo”. Al Blah Blah Bunna degli Africa Unite rende omaggio a Bob Marley accompagnato da Martin Craig &The Black City. Allo Ziggy si esibisce Leo Pari con Roberto Angelini. Angelina Mango è di scena all’Hiroshima Mon Amour.

Venerdì. Allo Spazio 211 suonano i Liquami con gli Anna Ox. Alla Piazza dei Mestieri si esibisce il trio della vocalist e pianista Olivia Trummer.

Sabato. Al Peocio di Trofarello suona Pino Scotto. Al Teatro Colosseo sono di scena Francesco Renga e Nek. Al Magazzino sul Po suonano i Tanz Akademie. Al Folk Club si esibisce il trio del sassofonista Gabriele Coen con la cantante Barbara Eramo. Al Blah Blah suonano i HypNoge0 e Ambusar. Al Cap 10100 si esibisce il chitarrista Gennaro Porcelli con Joe Bastianich. Allo Ziggy suonano i White Skull e gli Hounds. A El Paso si esibiscono Eu’s Arse, Overcharge e Fukuoka.

Domenica. Al Magazzino sul Po suonano Still Charles, Sami River, Cali e Itto. Al Teatro Sociale di Pinerolo sono di scena i Calibro 35.

Pier Luigi Fuggetta

Chiude LiberAzioni Festival

Termina domenica 15 ottobre, la quarta edizione di LiberAzioni Festival. Alle ore 20.45, la Sala Poli del Centro Studi Sereno Regis di Torino ospiterà la proiezione del secondo blocco di cortometraggi in gara per il concorso cinematografico, fra cui diverse prime nazionali.

Il “Cabaret” di Brachetti e Luciano Cannito, un successo tra divertimento e riflessioni

In prima nazionale nel rinnovato Alfieri, repliche ancora stasera e domani

È pensato e realizzato in grande “Cabaret” che nei giorni scorso ha avuto il suo debutto nell’elegantemente rinnovato teatro Alfieri torinese. È pensato e realizzato in grande nella produzione del Fabrizio Di Fiore Entertainment come nella regia firmata a quattro mani da Arturo Brachetti e Luciano Cannito (sue anche le coreografie) che hanno costruito il privato e il divertimento del Kit Kat Klub – nel doppio piano della scenografia firmata da Rinaldo Rinaldi (il vagone di un treno e una vecchia stazione, una camera d’albergo di poverissime pretese, un negozio di frutta e verdura, le luci dello spettacolo nel più trasgressivo dei locali della Berlino d’inizio anni Trenta; e poi la grandezza di una città, lassù dove trova posto l’orchestra dal vivo) – con un invidiabile ritmo, con il divertimento che non tralascia lo spazio ai momenti di una tragedia che sta per esplodere, ai sogni e al loro infrangersi contro una realtà troppo amara e dolorosa, alle passioni, alla spensieratezza, alla libertà anche sessuale che invadevano quegli anni: arrivando oggi “Cabaret”, diremmo, a proposito, nel filtrare le atmosfere che ci circondano e di cui ogni giorno siamo spinti a guardare.

Il film omonimo di Bob Fosse (otto Oscar su dieci candidature nel ’73) ci ha insegnato l’ascesa e la caduta della spericolata Sally Bowles, cantante di quel locale, e di Cliff Bradshaw, scrittore americano di molte idee e di poca fortuna, ridotto nel suo soggiorno nella capitale tedesca (“Willkommen”) a pensare di fornire lezioni d’inglese, altroché il grande romanzo!, dietro cui il romanziere Christopher Isherwood con molte libertà nascose se stesso, anche lui ospite della sorta Repubblica di Weimar a raccogliere materiali di vita e di esistenze che convoglieranno in seguito in “I am a Camera” e “Addio a Berlino”. Un amore che nasce e sembra eterno, incosciente e solido, mentre tutto sembra votato al piacere e alla spensieratezza, al successo (“Money Money”), mentre iniziano a comparire le nubi del nuovo regime, la Notte dei lunghi coltelli e l’affidamento del Cancellierato al futuro dittatore, mentre le prime squadre prendono a intonare “Il domani appartiene a noi”, come suona il titolo di una delle più belle canzoni del musical (e uno dei momenti di più tragica poesia del film; le musiche sono di John Kander, le parole di Fred Ebb, il libretto di Joe Masteroff). Sally continuerà a costruire e a sperare in una carriera di cantante all’interno del club, perché la vita dopo tutto é un grande “Cabaret”, Cliff tornerà in America, una vera fuga, come in quegli anni abbandonavano e fuggivano il mondo tedesco maestri del cinema come Billy Wilder e Otto Priminger, Robert Siodmak e Fritz Lang, Fred Zinnemann e Max Ophüls, senza la speranza di ritornarvi. Era un mondo che offendeva gli angoli anche appartati e semplici degli affetti privati, come quelli dell’affittacamere Fraulein Schneider e dell’anziano Herr Schultz, un ebreo ancora orgoglioso di essere tedesco: anche per loro un tempo breve di affetti e il doveroso distacco, di fronte ad un futuro più che incerto.

Brachetti credo si sia ritagliato maggiormente i momenti del Kit Kat Klub, con i suoi numeri di Maestro delle Cerimonie, il vulcanico Emcee. Coordina, canta, commenta, chiama il pubblico (di oggi) a testimone, intenso e vero motore di quell’angolo di decadenza. Brevi e più ampi momenti in cui non ha rinunciato ad essere Brachetti, regalando ancora una volta quei flash di trovate – è sufficiente un cambio velocissimo, un abito che appare inspiegabile, uno stupore, una smorfia, una trovata mai superflua, trova anche lo spazio per citare quel nanerottolo del suo fuhrer con un mappamondo, in preciso memento chapliniano – che ce lo fanno ad ogni occasione apprezzare. Ha alle spalle quel mostro sacro di Joel Grey (che si guadagnò l’Oscar come migliore attore non protagonista nel film di Fosse) e parecchi altri: ma il suo sberleffo, i suoi grumi di cattiveria e di diabolico, la sua gran capacità di condurre il gioco sino in fondo, sino a mostrarsi come un prigioniero pronto a entrare tra la nebbia di una camera a gas, un vecchio pastrano addosso e una fascia gialla (di ebreo) e una rosa (di omosessuale), ne decretano il pieno successo. Se lasciamo a Luciano Cannito la supervisione dell’alternarsi e dell’amalgamarsi delle vicende, quei momenti più intimi che potrebbero affaticarsi di troppi sentimentalismi e che al contrario ne sono tenuti fuori dallo sguardo disteso sulla realtà, se diamo a lui e ai suoi collaboratori l’efficace trasposizione italiana dei testi, ottima, sinceramente udibile, semplicemente quotidiana, laddove in altri musical si è incappati in nuovi testi per molti versi stonati e ridicoli, allora il successo è completo. Diana Del Bufalo combatte, pure lei, contro un altro mostro sacro che si chiama Liza Minnelli. Non puoi non “rivedere” certi occhioni sgranati, certi numeri perfetti, certe scene che da cinquant’anni ti stanno nella memoria: ebbene, ad una delle (poche) repliche a cui ho assistito, la sua Sally se la è costruita a poco a poco, piena di grinta, sempre più con ricchezza di particolari, caparbietà, leggerezza, sfrontataggine, humour e vagonate d’affetto, il continuo e disperato voler chiudere gli occhi dinanzi alla tragedia che avanza. Costruzione che sfocia in una personalissima versione di “Cabaret”, travolgente.

Ma tutti quanti, e non è davvero la frase che parecchie volte si sforna per il dovere di non dimenticare nessuno, sono dei necessari quanto autoritari tasselli nella storia. Christine Grimandi, bella prova d’interpretazione e di voce, e Fabio Bussotti, la coppia d’attempati innamorati, il Cliff di Christian Catto, le sortite a sfondo pubblicitario/erotico di Giulia Ercolessi, giovane signorina Kost che ha un forte debole per i marinai, ballerine e ballerini che entrano ed escono a riempire letteralmente di bravura l’intero palcoscenico. Ultime repliche torinesi stasera (ore 20,45) e domani domenica 15 (ore 16), poi una lunga tournée attraverso lo stivale. Un successo.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Diana Del Bufalo e Arturo Brachetti principali interpreti; un momento dello spettacolo.