SPETTACOLI- Pagina 95

Gospel live show, una magica serata

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Sabato 9 dicembre, ore 21

 

Il sound e il ritmo del gospel più autentico e contemporaneo con il Sunshine Gospel Choir

 

 

Una magica serata sold out in attesa del Natale con il Sunshine Gospel Choir.

Fondato e diretto da Alex Negro, è da oltre 20 anni il più rappresentativo e uno dei migliori cori di musica gospel in Italia. Vincitore del Gospel Jubilee Award come “Migliore coro gospel italiano distintosi per professionalità ed impegno”. Sulla scena dal 1998, anche se le prime apparizioni della stessa formazione risalgono al 1996 con MDV Gospel Choir, ha all’attivo 8 album e un dvd, centinaia di concerti in Italia e all’estero, dove si è esibito in chiese, piazze, programmi televisivi, teatri.

 

Sabato 9 dicembre, ore 21

Gospel live show

Biglietti: intero 20 euro, ridotto 18 euro

“Una giornata particolare” al torinese “Spazio Kairòs”

Il pluripremiato film di Ettore Scola diventa spettacolo teatrale

Venerdì 8 dicembre, ore 21

Inserito nei “100 film italiani da salvare”, nonché  vincitore di un “Golden Globe” come miglior film straniero, di un “Premio Cesar”, di due “David di Donatello”, di tre “Nastri d’Argento” e candidato al “Premio Oscar” nel 1978 sia come miglior film straniero sia per il miglior attore (Marcello Mastroianni), “Una giornata particolare”, celebre lungometraggio del 1977 di Ettore Scola, regista e autore della sceneggiatura (con Ruggero Maccari e Maurizio Costanzo), diventa spettacolo teatrale, firmato dal “Teatro d’Inverno” di Sassari e portato in scena venerdì 8 dicembre (ore 21) allo “Spazio Kairòs” di via Mottalciata 7, a Torino. In scena gli attori Giuseppe Ligios (che dello spettacolo ha curato anche la regia) e Marina Serra, con la partecipazione  di Teresa Soro, lo spettacolo è inserito nella stagione organizzata dalla torinese Compagnia Teatrale “Onda Larsen” e restituisce, in linea con il film di Scola, il senso di amara angosciante “solitudine” e di “annullamento dell’individuo”, frutto di tutti i regimi dittatoriali.

La vicenda narrata è nota a molti e si svolge in un palazzone romano (Palazzo Federici) nell’arco di alcune ore di una singola giornata. “Giornata particolare”, il 6 maggio 1938: data della storica visita di Adolf Hitler a Roma. Nell’enorme casermone popolare semideserto, si consuma, in un’atmosfera di triste e amaro confronto – raffronto, il dramma dei due protagonisti, la casalinga Antonietta Tiberi (interpretata da Sophia Loren nel film di Scola), madre di sei figli e moglie di una camicia nera fascista, e del giornalista ed ex-radiocronista dell’ “EIAR” Gabriele (Marcello Mastroianni), in aspettativa dal lavoro in quanto omosessuale. Le loro storie si sfiorano in un micro – cosmo “in cui sono loro malgrado prigionieri”. E mentre la radio in sottofondo rimanda l’eco dello spaccato in cui l’azione si svolge, lo storico incontro a Roma tra il Duce dell’Italia fascista Benito Mussolini e il Führer della Germania nazista Adolf Hitler, i due protagonisti si troveranno a comparare le loro vite, tanto lontane per estrazione sociale e culturale,  quanto accomunate dallo stesso sentimento di rassegnazione e voglia di riscatto davanti ad una identità negata, una resa che induce Gabriele, condannato al confino, a meditare il suicidio (perché lui– in attesa di essere condotto al confino in Sardegna – non può essere quella figura d’uomo, “marito, padre e soldato” esaltata dall’ideologia nazifascista), e Antonietta in balia dell’inesorabile deriva che la vita le ha riservato nel ruolo marginale di “moglie e madre”, in un mondo tutto al maschile, tra sei figli e un marito padrone che la tradisce regolarmente, pur se intenzionato a mettere al mondo con lei un settimo figlio per ricevere l’ambito premio riservato dal regime alle famiglie più numerose e magari “dargli nome Adolfo, in onore dell’illustre alleato”. L’incontro di questi mondi esplode lentamente aprendo i loro sguardi verso la realtà che li circonda. I due si annusano, si riconoscono: sono due umiliati, due calpestati, due ultimi. La loro la storia è sempre attuale: è quella di coloro che non hanno voce. “Ne scaturisce il disperato bisogno di rifugiarsi nell’altro per lenire l’orrore che li pervade, lasciando fluire il bisogno di amare e sentirsi amati, raccontarsi per ritrovarsi quando tutto sembra ormai privo di senso”. Un finto gioco che si perde fra sentimenti di comprensiva amicizia e di impossibili amori. Per sentirsi finalmente, illusoriamente liberi. E liberati.

g.m.

Per info: “Spazio Kairòs”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 339/3881949 o www.ondalarsen.org

Nelle foto: “Una giornata particolare”, in scena Marina Serra e Giuseppe Ligios

A teatro i Sansoni in “Sogno a tempo determinato”

Dagli USA il Trio Detroit Sounds con la pianista, vocalist, compositrice e lyricist Irene Robbins

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Martedì 5 dicembre, ore 21.30

Irene Robbins

 

Irene Robbins, pianista, vocalist, compositrice e lyricist proveniente da Detroit, presenta martedì 5 dicembre in Osteria Rabezzana tracks dal suo ultimo cd “In my Words” insieme a brani originali e standards.

Irene Robbnis ha un approccio singolare, arrangiando brani del jazz moderno di Monk, Max Roach, Corea, con testi originali dalla voce melodiosa quanto bluesy. Le sue interpretazioni mixano gli stili a lei familiari, swing, latin, funk e, laureata in direzione corale, musica classica.

Il Trio Detroit Sound è composto da Irene Robbins, Francois Laurent di Parigi, fretless bass e chitarrista classico e Stefano Calvano, batterista e percussionista creativo e virtuoso.

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

AL TEATRO COLOSSEO “Cats” il re dei musical

Da martedì 5 a sabato 9 dicembre ore 20.30
domenica 10 dicembre ore 16
CATS
poltronissima 59,00 / poltrona 48,00 / galerial A 43,00 / galleria B 32,00 / ridotto under 16 33,00
Un’irresistibile colonia di gatti che cantano e ballano sulle rovine della Città Eterna in una magica atmosfera scandita da fantasia, dramma, romanticismo e grande musica: dopo il grande successo della scorsa stagione, “CATS”, la nuova grande produzione della PeepArrow Entertainment in collaborazione con il Teatro Sistina – su licenza esclusiva The Really Useful Group, London – firmata da Massimo Romeo Piparo, arriva al TeatroColosseoIl musical per eccellenza, il titolo che ha cambiato la storia di questo genere di spettacolo, con musiche di Sir Andrew Lloyd Webber e testi del premio Nobel Thomas Stearns Eliot, nella meraviglia di uno spettacolo che non subisce il trascorrere del tempo e che conquista il cuore del pubblico di tutte le età.

Cats – foto Gianluca Saragò

Tutte le informazioni sui  social e sul sito www.teatrocolosseo.it sui profili social del Teatro.

“Tu non mi possiedi, non sono uno dei tuoi tanti giochi…”

Music Tales, la rubrica musicale

“Tu non mi possiedi, non sono uno dei tuoi tanti giochi

Tu non mi possiedi, non dire che non posso andare con altri ragazzi

E non dirmi cosa fare

E non dirmi cosa dire

E per favore, quando esco con te

Non mettermi in imbarazzo, perché

Tu non mi possiedi, non provare a cambiarmi in nessun modo

Tu non mi possiedi, non legarmi perché non ci starei mai

Oh, io non ti dico cosa dire

Io non ti dico cosa fare

Quindi lasciami essere me stessa

È tutto quello che ti chiedo”

Cresciuta a Tenafly, nel New Jersey da genitori ebrei, Lesley Gore è stata scoperta nell’età dell’adolescenza.

Il suo primo singolo, uscito quando aveva 16 anni, fu “It’s My Party”, forse ancora uno dei pezzi più famosi, col quale raggiunse nel 1963 la prima posizione nella Billboard Hot 100 per due settimane ed il 9º posto in Gran Bretagna.

 Nonostante Gore non avesse dichiarato nulla fino al 2005, la sua omosessualità non era propriamente un segreto, e lei stessa dichiarò che, nei circoli di divertimento, il suo orientamento sessuale era ben conosciuto.

Dichiarò inoltre che non sapeva del suo orientamento fino all’età di 20 anni, e quando scoprì di essere omosessuale, non pensò mai di rivelarlo pubblicamente, ma allo stesso tempo non si preoccupò di nasconderlo.

La canzone scelta per voi da me oggi, in un momento di particolare sensibilità all’argomento femminicidio, è
“You don’t own me” canzone che è stata definita una anticipazione del femminismo.

Il brano si rivolge a un fidanzato possessivo e rivendica l’indipendenza delle donne.

Sottolinea a voce discreta la non appartenenza a nessun uomo.

E’ stata vista come una dichiarazione contro la nozione di un uomo che “possiede” una donna e contro i sistemi di disuguaglianza radicati oramai nei secoli.

“In un amore tossico scivoli da un girone dell’Inferno a un altro, sempre più in basso, sempre più nel buio e nell’umiliazione.

E ogni volta che incontri il tuo custode infernale continui a scambiarlo per un angelo.”

Vi invito all’ascolto ed attendo le vostre impressioni sul brano:

Buon ascolto

(8) You Don’t Own Me – YouTube

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

 

I dieci anni di carriera del musicteller Federico Sacchi in un secolo di black music

Black HITstory Revisited. Tra storytelling, musica e teatro, l’esperienza d’ascolto di Federico Sacchi feat. SLWJM con Willie Peyote, Gianni Denitto, Simone Garino, Barbara Menietti e altri

5 e 6 dicembre 2023, ore 21

Teatro Gioiello, Torino

 

Consiste Entertainment, per celebrare i dieci anni di carriera del Musicteller Federico Sacchi, porta sul palco del Teatro Gioiello di Torino, martedì 5 e mercoledì 6 dicembre, con Federico Sacchi, la backing band degli SLWJM e ospiti d’eccezione: Willie Peyote, Gianni Denitto, Simone Garino, Barbara Menietti e altri per un viaggio in un secolo di black music tra storytelling, musica e teatro, alla ricerca dei brani che hanno colpito e cambiato il nostro immaginario collettivo.

Dal blues di Blind Willie Johnson e il jazz di Billie Holiday fino all’Hip-Hop di J Dilla e Common, passando per Miles Davis, John Coltrane, Nina Simone, James Brown, Marvin Gaye, Stevie Wonder, la disco, la techno di Detroit e la House di Chicago. Black HI(T)story Revisited è l’esperienza di ascolto di Federico Sacchi, il narratore di musica e sound designer che ha animato il red carpet dell’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma, unita al future jazz soul screziato di elettronica degli SLWJM.

Black HI(T)story Revisited è una produzione Consiste Entertainment

 

Federico Sacchi, MUSICTELLER

Autore, regista e interprete della performance originale L’esperienza d’ascolto, veri e propri documentari dal vivo che fondono storytelling, musica, teatro, video e nuove tecnologie. Nei suoi spettacoli racconta intrecci tra musica e vita di artisti e dischi che hanno generato o ispirato rivoluzioni e movimenti culturali. Nel 2016 ha creato, in collaborazione con l’associazione DocAbout, il format di divulgazione musicale crossmediale reDISCOvery. Opera professionalmente nel campo musicale da più di tre lustri svolgendo l’attività di divulgatore musicale, organizzatore di eventi, mercante di dischi, presentatore, cantante, produttore, critico e consulente musicale.

Ha collaborato con Teatro Stabile Torino, Fondazione Cinema per Roma, MonfortinJazz Festival, Jazz:Re:Found Festival, Lovers Film Festival, SeeYouSound International Music Film Festival, Compagnia di San Paolo, Galleria Campari (per cui ha curato nel 2016 la sezione musica della mostra Bittersweet Symphony) Salone del Libro, Circolo dei Lettori e L’Indice dei Libri del Mese. Dal 2013 al 2016 è stato consulente musicale e organizzatore per il FuoriLuogo Festival. Dal 2017 è socio fondatore e consulente musicale del centro culturale FuoriLuogo.

SLWJM (SlowJam)

Quartetto future jazz soul di musicisti piemontesi (con base Asti) attivo dalla fine degli anni ’10. Nel 2018 pubblicano l’EP “Undone I” definito dal cantante e divulgatore Gegè Telesforo “una delle uscite più interessanti del 2018”. Nel 2021 pubblicano l’album “Mega” (Bunya Records) che raccoglie ottime recensioni sulla stampa nazionale e internazionale.

Consiste srl è una società che opera nel mondo della musica, dell’entertainment, dei grandi eventi a forte impatto culturale. Ha da poco curato CASA TENNIS, CASA GUSTO, LA NOTTE DEL TENNIS e gli EVENTI DIFFUSI durante le ATP FINALS 2023. Ha curato la regia e la co-direzione artistica dell’EUROVISION VILLAGE di TORINO e la cerimonia di chiusura delle UNIVERSIADI INVERNALI 2023 a (Lake Placid – New York). In parallelo la società si occupa del restauro di spazi culturali, edifici storici e spazi urbani. Fondata da Stefano Pesca, direttore artistico, regista e show designer, attivo nel campo a livello internazionale dal 2003, e dall’Arch. Simone Massimilla, che dal 1995 si occupa di restauro architettonico e di beni tutelati. La Consiste srl ha l’obiettivo di generare impatto sociale tramite la riqualificazione degli spazi e la proposta di eventi artistici unici e tailor made.

INFO

5 e 6 dicembre 2023, ore 21

Teatro Gioiello, via Cristoforo Colombo, 31, Torino

Un’esperienza d’ascolto (con band live) di Federico Sacchi

Regia: Federico Sacchi

Federico Sacchi, Musictelling/voce

Leonardo Barbierato, basso/contrabbasso

Paolo Longhini, voce/chitarra

Davide Mancini, batteria/percussioni

Lorenzo Morra, piano, keyboards

Ospiti:

Willie Peyote, voce

Gianni Denitto, sax contralto

Barbara Menietti, danza

Simone Garino, sax alto e sax baritono

Biglietti: 32 euro + prevendita

Prevendita su Ticketone

www.teatrogioiellotorino.it

Il 41mo TFF a luci spente, premi e dubbi

A luci spente, il 41mo TFF lo si guarda lasciando riaffiorare – forse troppo impietosamente – i difetti che sono serpeggiati attraverso questi otto giorni di proiezioni. Forse il ritorno alla direzione di Steve Della Casa lo scorso anno e le scelte fatte per il concorso e fuori avevano mandato la testa di ognuno in piena euforia, l’aria allegra del quarantennale, il mantenimento del popolare e del colto era ancora una volta riuscito, l’imbarazzo tra una proiezione o l’altra, persino le code e i panini mangiati al volo erano benedetti. Quest’anno, anche cogliendo chiacchierate qua e là, scambi d’idee tra amici e vecchie conoscenze, di pubblico e di addetti ai lavori, è parso che un po’ di magia e di smalto si siano persi per strada e che l’entusiasmo generale abbia difettato, che anche le proiezioni per la stampa al Centrale non abbiano mai visto le resse, che le code all’ingresso delle sale si siano fatte desiderare. Forse un po’ di ripetitività, forse un po’ di stanca, forse la vana ricerca di prime e di anteprime capaci di incuriosire e di farsi inseguire come era capitato negli scorsi anni.

Con l’anno prossimo ci sarà l’arrivo di Giulio Base (prodotto del nuovo corso politico: ma anche chi va spesso al cinema mi chiedeva in questi giorni “chi è?”), già guardato malamente e con occhio “sinistro” prima che ancora metta piede in città, e neppure troppo a torto – anche se sarebbe ed è parecchio ingiusto e gratuito buttargli la croce addosso con dodici mesi d’anticipo -, visto il completo digiuno di festival, della presenza di una filmografia un pochino sbiadita, di una perseveranza nei salotti romani e della presenza di una consorte che favoleggia e instaura eventi mondani e che vorrà ben volentieri dare una mano. Il colto e il popolare, da sempre cifre dominanti del TFF, spariranno o per lo meno avranno una brusca virata? Vedremo davanti al Regio o al Lingotto i tappeti rossi, tanto per scimmiottare, con i nostri poveri fichi secchi, Venezia o Roma? Saliranno verso le Alpi manipoli di cinematografari romani, stelline d’alto lignaggio, fior di nomi che si muovono soltanto a certe regole? I finanziamenti, soprattutto, individueranno le strade giuste per poter lievitare? Dovrà lavorare, il Base, far quadrare i conti, magari dovrà scegliere percorsi nuovi che non siano, per le retrospettive, né l’horror della Martini né il western di Della Casa, magari sarà capace di buttare all’interno quella ventata d’aria fresca che rinnovi un po’ il festival.

Viene il forte dubbio, a scorrere i premi che chiudono il concorse di questo 41mo Torino Film Festival che il momento storico che stiamo attraversando, l’Europa in prima linea, abbia forzato un po’ la mano ai giurati, tra i quali i nomi italiani di Lyda Patitucci ed Elisabetta Sgarbi. Delle quattordici opere in concorso, suddivise secondo leggi vigenti (!) non sempre condivisibili tra sette registi e sette registe, il miglior film è stato giudicato “La palisiada” dell’ucraino Philip Sotnychenko, con una motivazione che, in sottotraccia, nella sua estrema stringatezza, pare lasciar intravedere una decisione politicamente corretta e sbrigativa: “Film complesso, di grande libertà registica nella costruzione delle scene che, concatenandosi trovano il loro senso autonomo. Il regista, alla sua opera prima, dimostra assoluta padronanza di mezzi”. Film complesso, perché? Per quali ragioni? Sicuri che quella affermata concatenazione sia la forza del film e la sua superiorità? Sicuri che i due colpi di pistola che dovrebbero far da specchio al passato – del 1996, quando sta per essere abolita la pena di morte – e al presente – ma la guerra attuale non c’entra – dell’Ucraina siano cinematograficamente chiariti, che il cammino tra rastrellamenti e sommari processi porti in tutta chiarezza alla sbrigativa esecuzione del finale? Che la ricostruzione della polizia e la rappresentazione di una realtà falsata siano rese in maniera approfondita e concreta? Le zone buie rimangono, senza negare al giovane regista una sua personale ricerca. Per chi scrive, con la convinzione dell’indomani, assai più coerente, narrativamente potente, capace di tratteggiare con estrema padronanza i vari caratteri della storia, “Le ravissement” della francese Iris Kaltenbäck (una motivazione che non fa una grinza o un piccolo dubbio: “film armonicamente riuscito, dove tutto concorre all’ottimo risultato finale. Iris Kaltenbäck, con la complicità degli interpreti Hafsia Herzi, Alexi Manenti e di tutto il cast, realizza un’opera prima matura e coinvolgente”). Che aggiunge il premio alla migliore attrice (la Herzi: mentre per la nostra Barbara Ronchi, sempre più matura e convincente nell’assolo di “Non riattaccare” di Manfredi Lucibello si è dovuto inventare una Menzione speciale); il premio per il migliore attore all’argentino Martìn Shanly, protagonista (e regista ricco di pretese) del dimenticabile “Arturo a los 30”.

Elio Rabbione

Nelle immagini: “La palisiada” di Philip Sptnychenko, premiato miglior film al 41mo TFF; “Le ravissement” di Iris Kaltenbäck, premio speciale della giuria e miglior attrice a Hafsia Herzi (a sinistra); un intenso primo piano di Barbara Ronchi, menzione speciale per “Non riattaccare” di Manfredi Lucibello.

Al teatro Carignano va in scena FRED!

Di Matthias Martelli, per la regia di Arturo Brachetti, un omaggio al geniale e ironico Fred Buscaglione

Al Teatro Carignano atteso debutto martedì 5 dicembre prossimo alle ore 19.30, per FRED!, lo spettacolo di e con Matthias Martelli, per la regia di Arturo Brachetti, con Walter Ricci e Fabrizio Bosso, coproduzione Teatro Stabile di Torino.

Lo spettacolo, coprodotto da Enfi Teatro insieme al Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale e il Parioli, resterà inscena fino a domenica 17 dicembre.

Il talento istrionico di Matthias Martelli e quello musicale di Fabrizio Bosso, riportano in vita il mondo notturno e pieno di amori, whisky e sigarette di Fred, mescolando narrazione e musica dal vivo alle invenzioni registiche di Arturo Brachetti. Fred Buscaglione è stato il musicista più innovativo degli anni Cinquanta, capace di fondere gli stili americani con il jazz della tradizione melodica italiana, irriverente, istrionico, destinato a una morte prematura sulla sua Ford Thunderbird rosa, che ne consacrò il mito.

Buscaglione, come Gipo Farassino, era originario di Torino.

Il profilo di un artista ironico e provocatorio, che ha segnato la storia d’Italia. Chi era veramente Fred Buscaglione? Un uomo irrequieto e al tempo stesso geniale, ironico, che ha cambiato la storia della canzone italiana.

Il teatro di Matthias Martelli unisce gestualità a mimica e parola e incontra la rivoluzionaria musica di Buscaglione, nell’interpretazione vocale del talentuoso Walter Ricci, impreziosita dalla tromba di Fabrizio Bosso. Al pianoforte Alessandro Gwis, Matteo Rossi al contrabbasso, Mattia Basilico al sassofono e Luca Guarino alla batteria.

Grazie alle visionarie interpretazioni registiche di Arturo Brachetti, FRED! accompagna lo spettatore attraverso vita e canzoni di quello che sarebbe diventato un mito e un genio assoluto.

Una miscela di note, parole e immagini che faranno scoprire un altro Buscaglione, potente e fragile, simbolo della sua epoca e capace di parlare al futuro.

Teatro Carignano, piazza Carignano 6.

Orari degli spettacoli martedì, giovedì e sabato ore 19.30. Mercoledì e venerdì ore20.45. Domenica ore 16. Lunedì riposo.

Mara Martellotta

La Tragédie de Carmen

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO) Domenica 3 dicembre, ore 16

 

 

Carmen è una fra le opere più famose e amate dal pubblico operistico. Nell’adattamento di Lirica Francesco Tamagno “La Tragédie de Carmen” offre un’entusiasmante opportunità per riesaminare la storia e i suoi complessi personaggi da una nuova prospettiva. La scena sarà spogliata dalla natura della grande Operà, la versione di P. Brook considerata molto controversa, si concentra sulle individualità, sulle vite e le passioni dei protagonisti, costringendo a riconciliarsi con gli aspetti violenti e brutali della storia. Il libretto di J.C. Carrière attinge in primis dalla novella Mérimée, accentuando la crudezza degli eventi, M. Constant ridimensiona la poderosa partitura originale in un atto unico per orchestra di 18 elementi.

Con Irene Molinari (Carmen), Giuseppe Raimondo (Don Josè), Maria Cristina Napoli (Micaela), Gangsoon Kim (Escamillo).

 

Domenica 3 dicembre, ore 21

La Tragédie de Carmen

Rielaborazione da G. Bizet di P. Brook, J.C. Carrière e M. Constant

Circuito Lirico Piemontese

Produzione Impresa Lirica Tamagno, con il sostegno del Ministero della Cultura

Biglietti: intero 25 euro, ridotto 23 euro