Uno stile inconfondibile, tanto da coniare il termine “burtoniano”
Dal 10 ottobre prossimo fino al 7 aprile 2024 sarà visitabile al Museo del Cinema la mostra dedicata al famoso regista Tim Burton, curata da Jenny He in collaborazione con la Tim Burton Productions.
L’esposizione rappresenta un viaggio nell’universo visionario e nella creatività del regista statunitense, che è anche scrittore. Il nucleo principale della mostra si concentra sull’architettura personale di Burton, con l’esposizione di visioni e bozzetti, che riprendono i temi ricorrenti da cui hanno preso vita i suoi personaggi .
Divisa in dieci sezioni tematiche questa mostra ha un carattere immersivo, è una sorta di viaggio esclusivo nella mente di un genio creativo come è quello di Tim Burton. Presenta oltre cinquecento esempi di opere d’arte originali, raramente viste, dagli esordi ai progetti più recenti, passando per schizzi, disegni, dipinti, fotografie, concept art, storyboard, costumi, moquette, opere in movimento, installazioni scultoree a grandezza naturale. L’ambientazione suggestiva permetterà ai visitatori di immergersi nell’universo di Tim Burton, approfondendo la sua sensibilità e scattando anche fotografie del Balloon Boy. Si potrà anche esplorare la replica esatta dello studio personale dell’artista.
La mostra si propone di ripercorrere le orme dell’evoluzione della singolare immaginazione visiva di Tim Burton quale artista postmoderno multidimensionale, in una sorta di autobiografia raccontata attraverso il processo creativo dell’autore, senza limiti.
Lo stile di Tim Burton è inconfondibile, fatto di atmosfere oscure, di personaggi malinconici e temi quali la solitudine e l’emarginazione. In particolare è ricorrente nella sua filmografia la figura del “disfunctional kid”, che sviluppa personaggi emarginati dalla società. Il suo cinema è noto per le ambientazioni fiabesche, gotiche, visionarie. Sebbene sia considerato un regista pop, nella sua produzione si possono rintracciare alcune caratteristiche personali, tanto che è stato coniato l’aggettivo “burtoniano”. Il sostrato culturale deriva dalla cultura punk e dal kitsch anni Sessanta, una commistione tra cinema tradizionale e trash
La sua cinematografia, partendo dal modello del “disfuncional kid”, sviluppa il personaggio dell’outsider, frutto di quell’emarginazione che nasce dal rapporto mostro-uomo.
“Per me – ha dichiarato Tim Burton – i mostri, le creature un po’bizzarre sono i personaggi più vicini alla realtà e sono sempre quelli che suscitano maggiori emozioni”. Un altro tema del regista è l’inno alla vita in contrapposizione alla morte. Il mondo dei morti viene rappresentato come colorato e allegro, in contrapposizione al mondo dei vivi assai grigio, come nel suo filmq “La sposa cadavere”.
Dal 10 ottobre 2023 al 7 aprile 2024
Chiuso il lunedì
MARA MARTELLOTTA