Moncalieri, ore 17-18,30
Biblioteca civica Arduino, via Cavour 31
Diretta sulla pagina facebook @bibliomonc
L’universo pirandelliano è costituito da una miriade di ritratti femminili e maschili che con le loro peculiarità hanno influenzato in maniera significativa il ‘900 italiano. E che ancora oggi sono di un’attualità sconcertante. Se ne occupa una mini-rassegna curata dall’associazione culturale Linguadoc e patrocinata dall’Assessorato alla Cultura di Moncalieri: due incontri da non perdere uno si è svolto lunedì 10 e il prossimo lunedì 17 gennaio (il primo focalizzato sul femminile, il secondo dedicato ai ritratti di uomini) alla biblioteca civica Arduino di Moncalieri.
“Pirandello attinge alla propria esperienza famigliare e di vita (i genitori, i professori, la moglie, l’allieva/attrice e musa ispiratrice) per tracciare minuziosi frammenti che definiscono i personaggi – sintetizzano i curatori – senza mai trascendere nella volgarità o nella critica tout court. Emergono così i caratteri di donne e uomini che affascinano per la varietà che rappresentano”. Nei due appuntamenti previsti, dalle 17 alle 18,30 la scrittrice e giornalista Sabrina Gonzatto e il regista Giulio Graglia intrattengono il pubblico insieme all’attrice Carlotta Micol De Palma, la voce narrante. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti e diretta facebook.
“Sarà anche una stimolante occasione per tornare a sfogliare le pagine di uno dei classici della letteratura nazionale, premio Nobel nel 1934 – commenta soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Verranno proposti diversi testi tratti dalla vasta produzione pirandelliana: tra gli altri Enrico IV, Non si sa come, Il mio viaggio, Trovarsi, La rosa. Con un taglio originale per cogliere lo sguardo penetrante di Pirandello su un tema di grande attualità come la dialettica tra maschile e femminile”.
Prosegue la stagione 2021-2022 al Teatro “Superga” di Nichelino. Con appuntamenti che si mantengono sempre su una linea di proposte aperte al pubblico più ampio e con un occhio attento in particolare a quello famigliare. A chiudere la settimana due piéces di larga notorietà e di funambolici “giochi” teatrali, fra le movenze di una rivisitata ma sempre attuale “Commedia dell’Arte” e le trame avventurose di un “Fantaspettacolo” d’eccezione. Si inizia sabato 15 gennaio (ore 21) con la messa in scena dell’“Arlecchino Furioso”, una produzione di “Stivalaccio Teatro/Teatro Stabile del Veneto” e canovaccio a cura di Giorgio Sangati, Sara Allevi, Anna De Franceschi, Michele Mori e Marco Zoppello. Sul palco, maschere, travestimenti, duelli, canti e musiche e pantomime e una gran varietà di dialetti: tutto quanto, insomma, fa “Commedia dell’Arte”. Interpreti: Sara Allevi, Anna De Franceschi, Michele Mori e Marco Zoppello, curatore anche della regia. Musiche eseguite dal vivo, alla fisarmonica, Veronica Canale e Pierdomenico Simone. Lo spettacolo si preannuncia spumeggiante, all’inseguimento della “maschera” simbolo del teatro italiano, di origine bergamasca, dal caratteristico abito a lasanghe multicolori e creata a metà Cinquecento dall’attore Alberto Naselli o Alberto Gavazzi (Bergamo 1540-1584) noto come Zan Ganassa. Tra il serio e il faceto, l’Amore, quello con la “A” maiuscola, diventa il motore di un originale canovaccio costruito secondo i canoni classici della “Commedia dell’Arte”. Una coppia di innamorati, Isabella e Leandro, costretti dalla sorte a dividersi, si ritrovano dieci anni dopo a Venezia, pronti a cercarsi e a innamorarsi nuovamente. Allo stesso tempo il geloso Arlecchino corteggia la servetta Romanella, pronto a infuriarsi al primo sospetto di infedeltà. Divertimento assicurato fra inganni, imprese, tradimenti, duelli e pentimenti, lazzi e acrobazie: ingredienti essenziali ed eterni e magici della migliore “Commedia dell’Arte”.
Il secondo appuntamento messo in agenda dal Teatro “Superga” è per domenica 16 gennaio, questa volta alle ore 17. Fra duelli e gag comiche, musiche e canzoni originali “Fantateatro”, una delle realtà più innovative a livello nazionale per quanto riguarda il “Teatro Ragazzi”, porta in scena, per la regia di Sandra Bertuzzi (scene di Federico Zuntini e musiche originali di Piero Monterisi) il celeberrimo “Peter Pan”, facendone una versione tutta mozzafiato che mescola fantasia, azione e avventura con canzoni cantate dal vivo che ne fanno uno spettacolo davvero unico. Peter Pan ha nuovi bambini sperduti da incontrare, gioca e scherza con loro ignaro del fatto che sull’“Isola Che Non C’è” sia tornato il terribile Capitan Uncino. Il capitano, accompagnato dal fedele Spugna e dal simpatico Flick, è deciso a sconfiggere Peter Pan e con lui il regno della fantasia. Lo spettacolo è ispirato ai romanzi “Peter Pan nei Giardini di Kensington” e “Peter Pan e Wendy” di Sir James Matthew Barrie, origini scozzesi (Kirriemuir, 1860 – Londra, 1937) e creatore del “personaggio che non voleva crescere”, tanto amato da generazioni e generazioni di adolescenti. E non.
Credo che abbia avuto davvero ragione Valerio Binasco a varare, nel cuore di un gelido inverno, il suo personalissimo “Midsummer Night’s Dream” shakespeariano, per la stagione dello Stabile di Torino – Teatro Nazionale (in scena al Carignano sino al 16 gennaio). Un “Sogno di mezza estate” per tutte le stagioni. Perché questo “Sogno” è il giusto desiderio di un teatrante di tornare alla normalità e di recuperare gli spazi e il proprio pubblico con un bel sorriso stampato in faccia, di agire con l’invenzione e con l’intelligenza e con il cuore, con un testo che porta in sé tutto il divertimento possibile, con uno spettacolo pieno di colore che gioca con una scenografia a due piani capace di stupire e di catturare, con una compagnia numerosa che diverte e si diverte. Non soltanto una pretesa normalità, non soltanto una gran festa: questa festa facciamola subito, in fretta, visti i chiari di luna che ci attendono e che preannunciano nulla di buono, con un incubo che “è sempre dietro l’angolo”. È un ritorno al Bello, alla finzione come rifugio protettivo, al piacere di entrare tra i velluti rossi di una sala teatrale, di accomodarsi in poltrona e di assaporare un gusto da troppo tempo dimenticato, un meccanismo che gira a meraviglia e non delude mai. Cioè, ce ne fossero di serate come questa in una intera stagione.
remi in barca, un angolo conclusivo di teatro, di atmosfere, di colori, di magico che può riportare alla memoria certi attimi delle messinscene strehleriane.

