SPETTACOLI- Pagina 230

Ecco i progetti artistici degli allievi di FLIC Scuola di Circo

Nei giorni 21 e 22 luglio 2021 alle ore 18:30 vanno in scena allo Spazio FLIC di Torino le presentazioni dei progetti artistici personali degli otto allievi iscritti al Terzo Anno Artistico della FLIC Scuola di Circo di Torino.

Le esibizioni si svolgeranno nello Spazio FLIC di via Niccolò Paganini, sena pubblico e con trasmissione in diretta streaming sul canale YouTube della scuola > www.youtube.com/user/ScuolaFlic

 

In questi due appuntamenti si potrà ammirare il frutto di un intenso anno di lavoro svolto, nonostante il Covid, in circa 1400 ore di lezioni, creazioni ed esibizioni varie da questi otto allievi: Eloise Bonnaud Lecoq (Francia), Tommaso Brugiapaglia (Osimo-Italia), Alice Di Stefano (Torino-Italia), Thomas Genevet (Francia), Clara Larcher (Bologna-Italia), Martina Pisano (Pozzuoli-Italia), Meara Roach (U.S.A.) e Alessandro Zabutto (Conegliano-Italia).

Un grande lavoro, svolto in presenza e online nel periodo di chiusura, riflesso dentro una creazione circense personale. Gli allievi si confronteranno con la scena, ognuno con il proprio attrezzo, con la propria tecnica e con la propria rappresentazione.

La direzione scenica delle presentazioni è a cura dei docenti Flavio D’Andrea, Alessandro Maida e Giulio Lanzafame.

 

Il programma formativo del Terzo Anno Artistico prevede un focus su un progetto artistico individuale dell’allievo. Lo sviluppo del progetto è stato accompagnato e seguito da un tutor per tutta la durata dell’anno con l’obiettivo di mettere in scena le creazioni che verranno presentate in questi due eventi.

Il percorso formativo è stato arricchito da lezioni di preparazione fisica, acrobatica, danza e attore ed ogni allievo ha avuto accesso a lezioni specifiche secondo le proprie necessità artistiche e tecniche.

I programmi formativi e gli allievi della FLIC

La FLIC organizza quattro programmi formativi per i propri allievi: in aggiunta al consolidato “Corso Biennale di Formazione per l’Artista di Circo Contemporaneo” e all’anno propedeutico “Mise à Niveau”, dedicato alla preparazione tecnico artistica di ragazzi non ancora pronti per affrontare al meglio un percorso formativo professionale, dal 2019 il Terzo Anno è stato suddiviso in due corsi, il “Terzo Anno Artistico” dedicato alla realizzazione di un proprio progetto artistico e il “Terzo Anno Tecnico” per uno studio approfondito della disciplina circense scelta e arricchito da lezioni di preparazione fisica, acrobatica, danza e attore.

Nella stagione in corso gli allievi sono 94, hanno età comprese tra i 19 e i 29 anni e provengono per oltre il 50% dall’estero. Compresa l’Italia, con provenienze da diverse regioni, gli allievi giungono da 21 diverse nazioni.

Nonostante le note limitazioni dovute alla pandemia, questi dati si allineano a quelli degli ultimi anni e continuano a certificare l’importanza che il centro di formazione torinese ha assunto nel settore del circo contemporaneo in ambito mondiale, ricevendo importanti riconoscimenti per la qualità della sua formazione e per lo stile proprio con il quale sviluppa le tendenze del nuovo circo.

La FLIC Scuola di Circo in breve

La FLIC Scuola di Circo è stata fondata nel 2002 dalla Reale Società Ginnastica di Torino, la più antica società ginnica italiana nata nel 1844, ed è una delle scuole più rinomate a livello internazionale nel settore del circo contemporaneo.

La sua filosofia di alta tecnica circense e una pedagogia artistica innovativa hanno accompagnato più di 450 studenti di 38 paesi diversi in quasi 20 anni, permettendo loro di diventare figure professionali complete.

La FLIC gode del patrocinio della Città di Torinoè sostenuta dalla Regione Piemonte che da tre anni l’ha selezionata come luogo di residenza artistica per il bando “Artisti nei territori, e dal Ministero della Cultura che nel 2015 ne ha premiato il progetto Prospettiva Circo, inserendolo nella rosa dei 6 progetti nazionali di perfezionamento professionale scelti per il triennio 2015/2017, e nel 2018 e nel 2019 le ha assegnato il miglior punteggio in assoluto tra i progetti di formazione circense presentati per l’assegnazione del FUS.

È membro fondatore dell’ACCI (Associazione Circo Contemporaneo Italia) e membro effettivo della FEDEC (Federazione Europea delle Scuole Professionali di Circo).

Foto Davide Garrone

“Musica leggerissima”, in copertina due quadri del Museo del Risorgimento

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Due quadri esposti al Museo del Risorgimento compongono la copertina dello speciale 45 giri in edizione limitata di MUSICA LEGGERISSIMA, il successo di Colapesce e Dimartino, premiato ieri con il quarto disco di platino. I due artisti saranno a Torino giovedì per il Flowers Festival 

“Visitando il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino potete ammirare nella sua interezza Passaggio del Gran San Bernardo, il cui dettaglio è contenuto nell’artwork del 45 giri di Musica Leggerissima. Grazie Museo Nazionale del Risorgimento Italiano!”.

Con due post pubblicati sui loro profili Instagram, i due cantanti Colapesce e Dimartino hanno svelato che la copertina del 45 giri di quella che è una delle hit più ascoltate di quest’anno, premiata con il quarto disco di platino, trae ispirazione da due quadri esposti al Museo Nazionale del Risorgimento.

Sul lato A è riprodotto il dettaglio di una tempera su carta, primo quarto sec XIX Passaggio del Gran San Bernardo, della scuola del pittore torinese Giuseppe Pietro Bagetti, Sul lato B, che contiene un omaggio a Franco Battiato con la cover di Povera patria, compare Napoleone guida l’attacco al ponte di Arcole (15 novembre 1796), sempre della scuola del Bagetti, La doppia copertina è opera dell’artista Fontanesi.

Grazie a Colapesce e Dimartino e a Fontanesi per essersi fatti ispirare da due opere esposte al Museo del Risorgimento di Torino. Ancora una volta si dimostra che non c’è separazione tra diverse espressioni di cultura, che possono e devono dialogare fra loro.

A Stupinigi il concerto di Gianna Nannini

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia Stupinigi

Martedì 20 luglio, ore 21

GIANNA NANNINI

Piano Forte e Gianna Nannini – La Differenza

STUPINIGI SONIC PARK

 

Piano e forte, dolcezza ed energia: la rocker Gianna Nannini è questo e molto altro in “Piano Forte e Gianna Nannini – La Differenza”, il tour in cui si presenta in un’inedita versione pianoforte e voce a sottolineare le due anime della sua musica, piano e forte.

 

Foto a questo link: https://bit.ly/3yxX7eu

Stupinigi Sonic Park è promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura in collaborazione con Fondazione Ordine Mauriziano e il patrocinio di Regione Piemonte. Una produzione Reverse Agency. HR Partner: Lavoropiù.

Quest’anno, inoltre, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro taglia il traguardo dei suoi 35 anni di attività e sarà charity partner di Stupinigi Sonic Park. Una significativa collaborazione con una delle realtà più importanti del nostro territorio, la quale da molti anni offre un contributo significativo alla sconfitta del cancro.

 

Martedì 20 luglio, ore 21

Gianna Nannini

Piano Forte e Gianna Nannini La Differenza

Biglietti da 40 a 79 euro

 

I biglietti sono in vendita su Ticketone (www.ticketone.it)

 

Info

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino

stupinigisonicpark.com

info@stupinigisonicpark.com

FB: StupinigiSonicPark

IG: stupinigisonicpark

#SonicPark2021#RitornoAllaMusica

 

Torna Apolide Festival

Nature, Music & Circus
dal 23 al 25 Luglio 2021
Il festival immerso nei boschi dell’Area Naturalistica Pianezze di Vialfrè (TO)
nel cuore delle Valli del Canavese

Un’area verde, all’aperto, l’Area Naturalistica Pianezze di Vialfrè, incastonata tra Torino e Ivrea, nel cuore del Canavese, è il luogo speciale che accoglie Apolide Festival dal 23 al 25 luglio 2021. Ideato e promosso da sempre da Associazione Culturale To Locals, dal 2019 in collaborazione con Associazione Culturale Hiroshima Mon Amour, questa speciale XVIII edizione, è realizzata grazie al sostegno della Regione Piemonte, in collaborazione con Fondazione Piemonte Dal Vivo, e grazie al contributo del Gal Valli del Canavese nell’ambito del progetto Explor Lab Interreg Alcotra Italia-Francia 2014-2020.

Un’edizione speciale perché, in un anno segnato dalla pandemia, Apolide conferma se stesso, ridimensionato nel format ma non nella sostanza, vera attrattiva per le migliaia di spettatori che negli anni vi hanno preso parte: un esempio di convivenza pacifica tra uomo e natura, un senso di comunità e una line-up che fa dell’eterogeneità e della qualità il proprio spirito guida.

Tre giorni di spettacoli dal vivo, tra concerti, performing arts e incontri, dalle 10 del mattino alle 10 della sera, in un bosco fresco e ombreggiato anche d’estate, in un’area spettacolo all’aperto e accessibile a tutti. Luogo perfetto per passare del tempo insieme nel rispetto dei protocolli anti-covid che garantiscono la sicurezza di pubblico, artisti e lavoratori.

Più di 50 artisti si alternano su 3 palchi.  Il MAIN STAGE, cuore di Apolide, accoglie alcuni fra i nomi più interessanti della scena musicale nazionale che hanno fatto della contaminazione il proprio segno distintivo. Il primo giorno, Venerdì 23 Luglio, accanto alle sonorità jazz-funk fusion del duo partenopeo NU GENEA troviamo quelle degli STUDIO MURENA che si uniscono al flow di CARMA MC; e poi le stelle nascenti MARCO CASTELLO, il polistrumentista già compagno di squadra di Erlend Øye ne La Comitiva, nell’attesodisco d’esordio Contenta Tu (42 Records/Bubbles Records); il tour di debutto della giovane artista italo-palestinese LAILA AL HABASH (Undamento) e con un frullato post-tutto TUTTI FENOMENI, moniker di Giorgio Quarzo Guarascio, che porta il suo mix di canzone d’autore, rap, citazioni alte e voli pindarici nel trash.

 

Gigi D’Alessio a Stupinigi con “Mani e Voce”

Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia Stupinigi Lunedì 19 luglio, ore 21 

GIGI D’ALESSIO

Mani e Voce

STUPINIGI SONIC PARK

 

“Mani e Voce” è il tour acustico di Gigi D’Alessio che torna a calcare i palchi accompagnato solo da ciò che è più essenziale: il suo pianoforte e la voce. Protagoniste: le canzoni di “Buongiorno Special Edition 2021”, il nuovo disco uscito il 18 giugno che contiene tutti i brani della prima edizione di “Buongiorno” (al n.1 della classifica ufficiale FIMI all’indomani del debutto) con l’aggiunta di un secondo cd con 12 canzoni, 4 inediti e nuovi featuring. Ad anticiparlo sono stati il brano “Guagliune” presentato quando D’Alessio insieme a Enzo Dong, Ivan Granatino, Lele Blade e Samurai Jay, è tornato da ospite sul palco del Festival di Sanremo 2021, e la recente “Assaje”, delicata e intensa canzone d’amore uscita solo pochi giorni fa e che fa da apripista alla tracklist del nuovo progetto.

Dalla felice intuizione di “Buongiorno”, questa Special Edition porta a compimento un progetto che segna una ripartenza da Napoli e dalle origini: dalle hit che negli anni ’90 hanno visto Gigi riempire lo stadio San Paolo trasformandolo in un fenomeno che non poteva più rimanere confinato entro il perimetro della città, fino agli inediti, il filo conduttore resta la lingua napoletana e il forte legame di appartenenza alla sua terra. Dal passato sono così state riscoperte altre hit del repertorio degli inizi dell’artista come “Na canzone nova” con Geolier, “‘ O posto d’Annarè” feat. Lele Blade, “Meza Bucia” feat. Coco, “30 canzone” feat. Bl4ir, “Anna se sposa” con il feat. di Ivan Granatino, “Sconfitta d’amore” feat. Hal Qartièr, fino ad un omaggio a Mario Merola con una nuova veste di “Cient’anne”.

«È stato difficilissimo stare in silenzio e lontani – racconta Gigi D’Alessio – e questo ritorno sul palcoscenico lo sento come un nuovo inizio, con l’emozione e l’entusiasmo di tutte le prime volte. Il pensiero di allontanare finalmente le ombre e le sofferenze che ci hanno accompagnato in questo ultimo anno, mi rende ancora più felice nel poter annunciare che questa estate potrò tornare ad abbracciarvi tutti. Almeno dal palco. La pandemia ci ha costretti a riflessioni e alla ricerca delle cose essenziali. Anche per questo ho pensato di dedicare questa prima parte di tour a ciò che davvero è fondamentale per ricominciare e tornare da voi: le mani che si libereranno sui tasti di un pianoforte, e la voce che aspetta solo di unirsi a quelle del mio pubblico, la mia famiglia, in coro! Vi aspetto questa estate per un grande abbraccio e perché oggi più che mai insieme potremo gridare: Non mollare mai!».

Stupinigi Sonic Park è promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura in collaborazione con Fondazione Ordine Mauriziano e il patrocinio di Regione Piemonte. Una produzione Reverse AgencyHR Partner: Lavoropiù.

Quest’anno, inoltre, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro taglia il traguardo dei suoi 35 anni di attività e sarà charity partner di Stupinigi Sonic Park. Una significativa collaborazione con una delle realtà più importanti del nostro territorio, la quale da molti anni offre un contributo significativo alla sconfitta del cancro.

Rock Jazz e dintorni La voce graffiante di Gianna Nannini e il pianoforte di Ludovico Einaudi

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

 

Lunedì. Per “Stupinigi Sonic Park” arriva Gigi D’Alessio. A Collegno per “Flowers” si esibisce Niccolò Fabi.

Martedì. A “Flowers” si esibiscono i Negrita. Per “Monfortinjazz” suona il pianista Ludovico Einaudi. Sul palco dei Giardini Ginzburg è di scena Davide Shorty. A Stupinigi canta Gianna Nannini. Nel Sound Garden  dell’Hiroshima Mon Amour, si esibiscono Giorgio Canali & Rossofuoco. Al Bunker suona il Max Gallo Quintet.

Mercoledì. Alla biblioteca Archimede di Settimo è di scena il chitarrista Paolo Angeli.

A “Flowers”  suonano i Coma cose.

Giovedì. A Cavoretto  al Petit Cafe si esibisce il trio del chitarrista Luigi Tessarollo. Al “Stupinigi Sonic Park” arriva Levante. A “Flowers” è di scena Colapesce/ Dimartino.

Al “Ginzburg Park Festival” si esibisce Beatrice Antolini.

Venerdì. A “Flowers” è di scena Ghemon. Al forte di Gavi arriva Vinicio Capossela  con il suo progetto “Bestiale comedia”.Inaugurazione  ad Alba del Festival Jazz con il quintetto del trombettista Carlos Sarduy. Al Bunker sono di scena gli Indianizer. Allo Spazio 211 suonano i Kaos  One e Dre Love.

Sabato. A La Thuile per “Musicastelle” si esibisce Francesca Michielin. Il trio di John Patitucci suona ad Alba Jazz. Allo Spazio 211 è di scena Uochi Toki,Cyborgs, Ottone Pesante e OvO. A Stupinigi si esibisce Franco 126.

Domenica.  Il Festival Jazz di Alba propone il sestetto di Giovanni Guidi. A Stupinigi sono di scena gli Psicologi. Per “Monfortinjazz” suona Raphael Gualazzi. All’Alpe Lusentino vicino a Domodossola, concerto di Davide Van De Sfroos.

 

Pier Luigi Fuggetta

Baruffe amorose e inganni per il testo estivo di Shakespeare

“Molto rumore per nulla” sino all’8 agosto al Carignano

Terzo appuntamento con “Prato inglese”, felice area estiva dello Stabile torinese, occasione teatrale che s’allunga sino all’8 agosto, la cornice storica della sala del Carignano che si fonde con un testo shakespeariano. Quest’anno “Molto rumore per nulla”, nella traduzione e nell’adattamento di Emanuele Aldrovandi, opera ambientata a Messina – qualcuno per il piacere di una simile collocazione arrivò ad azzardare una nascita dell’autore nella città dello stretto – e scritta a cavallo tra il il 1598 e il ’99, una fusione di elementi tragici e farseschi per i quali già si rintracciano influenze nella classicità di Caritone, nato in Caria presumibilmente tra il primo e il secondo secolo (sue “Le avventure di Cherea e Calliroe”) e nel nostro cinquecentesco Matteo Bandello, non dimenticando né l’Ariosto né “Il Cortegiano” del Castiglione. Vecchia materia quindi le baruffe amorose che qui coinvolgono Benedetto e Beatrice, schermaglie amorose condite in maniera sulfurea da anni con parole acide e battibecchi, pronte a riesplodere al primo incontro tra i due, sguardi in cagnesco che continuano a guerreggiare l’uno contro l’altro. L’occasione è lo sbarco nella città siciliana del principe Pedro d’Aragona e del suo seguito, di cui fanno parte il fratello Don Juan, il giovane Claudio e lo stesso Benedetto, nell’ospitalità nella casa del vecchio amico Leonato, nell’innamoramento che coglie Claudio per Ero, cugina di Beatrice, esempio di virtù. Quanto poi a contorno vi sia di sgherri troppo impiccioni, di inganni e di equivoci, di malvagità tramate più o meno nell’ombra, di balli mascherati che confondono i tanti personaggi, di confessioni rivelate alla persona sbagliata, di ambigui appuntamenti orchestrati nel cuore della notte, di presunte morti subite da cuori troppo sensibili, di rappacificazioni e di felici matrimoni, questo e molto altro, in un’opera che gioca, quanto più è possibile, a rimescolare le acque ad ogni istante, è la bulimica ossatura di “Molto rumore per nulla”.

Giocano nel testo l’apparenza e la realtà, l’eterno ritorno del doppio, la lunga strada che conduce dagli inganni alla limpida linearità: e il regista Silvio Peroni – non ci saremmo d’altronde aspettati diversamente, con il modernismo (logico per lui rintracciare anche le fake news che popolano “Molto rumore”) che invade oggi, nel bene e nel male, le nostre sale teatrali – ambienta ogni cosa in un tempo che non prevede steccati stretti e riconoscibili, che poggia su di un impianto scenografico (di Gregorio Zurla, decisamente bello e suggestivo, dove le pareti in policarbonato fanno al caso nostro, validamente aiutato dalle luci di Valerio Tiberi) che spinge lo spettatore a “vedere” quanto succede dentro e fuori scena. Se ancora ce ne fosse bisogno, collaborano al successo visivo dello spettacolo i costumi firmati da Veronica Pattuelli, un défilé, è chiaro, per le signore attrici soprattutto, come raramente s’è visto su di un palcoscenico. Alla regia di Peroni al contrario si rimproverano quegli eccessi, in troppi momenti, di svolgimento caotico, di spingersi oltre nella confusione, di voler a tutti i costi affastellare movimenti e azioni e voci, di rinunciare a mettere un capo e una coda a tutto quel disordine e ad appianare tutto quel “rumore” che l’opera porta con sé. Il che non vorrebbe significare snaturarla bensì sfrondarla dei suoi eccessi e “ragionarla” maggiormente, renderla più fruibile allo spettatore, risparmiata altresì dei troppi intermezzi musicali affidati ad una voce femminile che qui la invadono e immersi in una accattivante quanto “facile” luce rossastra.

Tra gli interpreti, da sottolineare le prove di Jacopo Venturiero (Benedetto), di Lorenzo Bartoli (Leonato), di Vittorio Camarota (militaresco Dogberry) e di Sara Putignano (pungente quanto combattiva Beatrice), accolti con i loro compagni da un pubblico più che prodigo d’applausi.

Elio Rabbione

Foto, durante le prove dello spettacolo, di Luigi Di Palma

Teatro Stabile: da Shakespeare a Ibsen, da Pirandello a Brecht

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Presentata la stagione 2021 – 2022 del Teatro Stabile di Torino

 

Sarà “Casa di bambola” di Ibsen ad aprire al Carignano il 4 ottobre prossimo (repliche per l’intero mese) la nuova stagione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, regia e interpretazione di Filippo Dini con Deniz Özdogan nel ruolo di Nora, in una lettura curiosa nella sua novità, non legata soltanto al tema del femminismo e della rivolta familiare – ritroveremo il regista genovese tra marzo e aprile al Gobetti con “Ghiaccio” dell’inglese Bryony Lavery, un dramma pluripremiato, un thriller psicologico, un testo di rimorso, punizione e redenzione, un’opera che dolorosamente affronta un tema scabroso della società di oggi, come è quello della pedofilia.

Parole di grande ottimismo durante la conferenza stampa di presentazione di un calendario (“abbiamo debuttato con ‘Molto rumore per nulla’, ora facciamo molto rumore per qualcosa che funzione davvero”, “in questa Italia vincente il teatro è vincente”) che è presentato dai responsabili, presidente Vallarino Gancia e direttori Fonsatti e Binasco grande intrattenitore, nella sua completezza – da metà settembre a metà giugno -, che poggia sul tanto lavoro sui tanti mesi di chiusura dei teatri e ben oltre, sul rapporto di fiducia del pubblico, sul sostegno continuo della Regione, del Comune e degli Enti bancari maggiori. La riapertura vuol dire “primo amore” ovvero lo spettacolo dal vivo (l’icona annuale mostra due giovanissimi, un lui e una lei ancora ben distinti, sotto l’albero della valle dell’Eden in versione 2.0, con lui tra l’imbronciato e il sospettoso a mostrare nella mano sinistra una rossa mela, mentre lei guarda immobile in macchina incorniciata da una riccioluta chioma bionda), il ritorno a casa definitivo, le poltrone della sala forse a poco a poco tutte utilizzabili, il ritrovarsi e l’abbracciarsi, il tiepido accendersi di qualche discussione (antica costante ormai pressoché spenta). Il luminoso versante ottimistico accoglie in primo luogo le 7 nuove produzioni esecutive, le 5 coproduzioni, le 4 riprese e i 32 titoli ospiti (62 titoli suddivisi tra Carignano, Gobetti e Fonderie Limone), tra i quali s’attendono con curiosità e interesse l’applaudita prova di Kriszta Székely “Il cerchio di gesso del Caucaso”, il 19 gennaio alle Fonderie dal Katona di Budapest (la regista mise in scena da noi un moderno “Zio Vania” nel gennaio 2020 e la vedremo con una nuova produzione sempre per lo Stabile di casa nostra nell’autunno 2022), lo shakespeariano “Antonio e Cleopatra” firmato per il Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona da Tiago Rodrigues (da pochi giorni nominato nuovo direttore del Festival di Avignone), ancora alle Fonderie il 27 marzo, e infine “Come tu mi vuoi” di Pirandello, dall’Odéon parigino al Carignano il 27 maggio, con la regia di Stéphane Braunsschweig.

Il direttore artistico Valerio Binasco, scommettendo anche sulle stagioni e sul loro sovvertimento, nel freddo (forse?) di fine anno inscenerà in un Carignano trasformato in un bosco fin dal foyer “Sogno di una notte di mezza estate”, testo a lungo inseguito, mentre tra maggio e giugno porterà alle Fonderie gli euripidei “Ifigenia” e “Oreste”, la vicenda che abbraccia due vittime, “un ideale percorso di indagine nel dolore dei figli, nella cupa solitudine della famiglia, nel peso delle responsabilità che innervano la storia del teatro”. Leonardo Lidi (la cui “Casa di Bernarda Alba” con Orietta Notari, Francesca Mazza e Francesca Bracchino inaugurerà il 14 settembre la stagione del Gobetti, dove era stata costretta a chiudere dopo un pugno di repliche causa pandemia) metterà in scena, avvicinandoci ai 400 anni dalla prima rappresentazione al Palais-Royal, “Il misantropo” di Molière, Fausto Paravidino ripescherà dagli impegni cancellati della scorsa stagione, con l’interpretazione di Rocco Papaleo (divenuto ormai torinese a tutti gli effetti), “Peachum. Un’opera da tre soldi), personale rivisitazione del testo brechtiano. Restando sempre in casa Stabile, il nome emergente di Emanuele Aldrovandi, “talentuoso drammaturgo”, con “L’estinzione della razza umana”, dove un virus trasforma le persone in tacchini, protagoniste due coppie divorate dalle loro contraddizioni; in ultimo, attesissimo, dopo il planetario successo di “Macbettu”, premio UBU come “migliore spettacolo dell’anno”, Alessandro Serra con “La tempesta”, ancora Shakespeare, uno spettacolo fatto intimamente di amore e di odio, di perdono umanamente abbracciato, di magia in cui è bello perdersi.

Ultima eccellente stazione. Tra le coproduzioni e le ospitalità cogliamo i mostri sacri Giulia Lazzarini e Anna Maria Guarnieri in “Arsenico e vecchi merletti”, Emma Dante, Antonio Latella con “Chi ha paura di Virginia Woolf” interpretato da Sonia Bergamasco e Vinicio Marchionni, Umberto Orsini e Franco Branciaroli, Gabriele Lavia (“Il berretto a sonaglia” al Carignano dal 22 marzo), “Moby Dick alla prova”, con Elio De Capitani regista e interprete, un progetto di Orson Welles che prese vita a New York nel 1955, lui chiaramente maestoso Achab, che prese anche la forma di un film mai completato. E ancora: Mario Martone (in video-collegamento, ha sperato “che i teatri, come le scuole, non chiudano mai più, neppure se dovesse tornare la zona rossa, sarebbe un danno gravissimo, dobbiamo evitarlo e dobbiamo stringerci tutti quanti assieme perché questo non accada”, applauditissimo dal pubblico presente, soprattutto dai tanti attori in sala che per mesi sono stati chiusi tra le mura di casa) che porterà “Il filo di mezzogiorno” di Goliarda Sapienza, eccentrica e controversa scrittrice a relazionare per autobiografia sul proprio percorso psicanalitico, Matthias Martelli alle prese a riverire (si spera anche con un briciolo di divertente humour) nel settecentesimo anniversario padre Dante “fra le fiamme e le stelle” sotto l’occhio attento di Emiliano Bronzino e soprattutto del divulgatore Alessandro Barbero, amabilmente votato alla leggerezza, “Museo Pasolini” di e con Ascanio Celestini, “Il silenzio grande” scritto da Maurizio De Giovanni con la regia di Alessandro Gassmann, Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon con “Eichman. Dove inizia la notte”, testo di Stefano Massini, i due attori nei ruoli di Hannah Arendt e del boia incriminato, processato e condannato a morte per genocidio e crimini contro l’umanità nel 1962.

 

Elio Rabbione

 

 

Nelle immagini, Umberto Orsini, in scena con Franco Branciaroli, con “Pour un oui ou pour un non” di Nathalie Sarraute; Rocco Papaleo in “Peachum” di Fausto Paravidino (foto Tommaso Le Pera; Giulia Lazzarini e Anna Maria Guarnieri in “Arsenico e vecchi merletti” (foto Tommaso Le Pera); il pirandelliano “Comme tu me veux” dall’Odéon di Parigi (foto Simon Gosslin); “Il nodo” di Johanna Adams con Ambra Angiolini e Ludovica Modugno con la regia di Serena Senigaglia (foto Serena Serrani)

 

A Burattinarte torna Gabrielli: “Legno, diavoli e vecchiette… storie di marionette”

Lo spettacolo, originale, sorprendente e straordinariamente godibile anche dagli adulti, andrà in scena a Bra venerdì 23 luglio

Settimana 4. 

 

Il calendario della quarta settimana di Burattinarte si comporrà di un solo appuntamento, ma sarà più interessante e sorprendente che mai.

 

Protagonista della serata di venerdì 23 luglio sarà Giorgio Gabrielli, uno degli artisti più apprezzati e riconosciuti della scena italiana.

Lo spettacolo che Gabrielli proporrà alle 21.30, nei giardini del Belvedere di Bra, si intitola “Legno, diavoli e vecchiette… storie di marionette“.

 

Moderno Geppetto, scultore e designer, appassionato di teatro dei burattini, Gabrielli racconta in questo spettacolo la storia di un saltimbanco (… sarà forse la sua storia?) che, dopo anni passati a fare spettacolo con due burattini e un piccolo teatrino montato sulle spalle, si ferma a ripercorrere la sua vita.

 

Come si diventa burattinai? Quanto è forte il richiamo del viaggio, dell’avventura della scoperta e quanto incide l’amore per il teatro nel decidere di intraprendere questo mestiere? Come nasce uno spettacolo? Cosa ispira l’artista nell’intagliare il burattino in un modo piuttosto che in un altro?

 

Il diavolaccio di Gabrielli

Legno diavoli e vecchiette… storie di marionette

Sono queste alcune delle domande a cui lo spettacolo “Legno, diavoli e vecchiette… storie di marionette” si impegna a dare risposta… ma altre domande e altre risposte ancora ne scaturiranno, anche grazie ai microspettacoli L’Angiolino, Il diavolo dei campi, La vecchia Madùra, con cui il marionettista sorprenderà il pubblico, rivelandoli come fossero perle preziose, nascoste nella conchiglia della storia principale.

Giorgio Gabrielli e il teatrino montato sulle spalle del burattinaio

«Lo spettacolo è il risultato di un progetto sulla didattica museale, nato dalla collaborazione di Gabrielli con il Museo Civico di San Benedetto Po, di cui Gabrielli cura, come responsabile, la sezione marionette e burattini», precisano Claudio Giri e Consuelo Conterno, ideatori e direttori artistici di Burattinarte. «In questo progetto Gabrielli ha unito diversi microspettacoli, non per raccontare una storia classica, quanto piuttosto per raccontare la loro stessa storia, in una sorta di teatro nel teatro di pirandelliana memoria. Singolare poi, in questo spettacolo, è la ricerca tecnica sui burattini: una costante sperimentazione sia sui materiali che sulle tecniche per dare movimento rende questi burattini particolarmente curati e sorprendenti. La combinazione di queste modalità narrative, esecutive e delle soluzioni tecniche innovative adottate rende questo spettacolo particolarmente godibile anche per il pubblico adulto, che ne apprezzerà la finezza progettuale, mentre i bambini ne coglieranno la magia»

 

I direttori artistici della rassegna concludono con una curiosità: «Le scenografie sono formate dalle stesse valige nelle quali sono custodite le marionette che, creando un semicerchio, definiscono lo spazio scenico, interrotto solo da una piccola “baracca” per burattini ricavata da un vecchio zaino della seconda guerra mondiale».

Per assistere agli spettacoli è vivamente consigliata la prenotazione, entro le ore 16scrivendo su whatsapp  al 339 4638307 o all’indirizzo e-mail  prenotazioni.burattinarte@gmail.com.

Si può anche prenotare direttamente presso l’ufficio Turismo e Manifestazioni del Comune di Bra telefonando allo  0172 430185  o scrivendo a turismo@comune.bra.cn.it.

Ingresso a biglietto: 3 € a persona

 

Gli organizzatori ringraziano quanti hanno creduto nel festival e si sono adoperati affinché potesse ancora una volta, avere luogo.

In particolare, Regione Piemonte, Fondazione CRT, fondazione CRC, Banca d’Alba, a cui si sono affiancati i 13 Comuni coinvolti e le associazioni Nel Viale, Anforianus, il Cinema Vekkio oltre all’Ente turismo Langhe, Monferrato, Roero.

 

Con cortese preghiera di pubblicazione