Intervista all’autore del manuale per essere liberi, felici e rumorosi edito Blackie Editon
Intramontabile caschetto biondo e liscissimo, un sorriso smagliante, gioielli brillanti, un vestito di glitter, in mano il microfono impugnato come uno scettro. Ce la ricordiamo così Raffaellà Carrà, icona pop della tv degli anni ’90 e personaggio simbolo di un’intera generazione. Donna talentuosa e rivoluzionaria in grado di segnare profondamente la cultura del nostro Paese, sfidando tutte le convenzioni sociali dell’epoca. E’ a lei che lo scrittore e giornalista Paolo Armelli ha dedicato il suo primo libro “L‘arte di essere Raffaella Carrà– Un manuale per essere liberi, felici e rumorosi. E far l’amore con chi hai voglia tu ” (edito Blackie Edition). Un libro che combina il genere del saggio con quello del romanzo, scandagliano la vita, le conoscenze e gli incontri che hanno segnato l’esistenza e la carriera della donna più amata dagli italiani e non solo. Ogni capitolo analizza un principio, una frase o un motto della Carrà, abilmente utilizzato dall’autore per raccontare non solo una storia, ma anche un messaggio più profondo che la donna dal caschetto biondo più famoso d’Italia voleva trasmettere al suo pubblico. Per capire meglio da dove è nata e come si è sviluppata l’idea di questo libro abbiamo incontrato Armellini alla Libreria Bodoni di Torino (Via Carlo Alberto, 41).
Cosa ti ha spinto a parlare proprio di Raffaella Carrà?
L’idea è venuta da Blackie Edition, sulla scia di una precedente edizione dedicata Bill Murray. Al contempo, c’è una motivazione personale che mi lega a questo personaggio: ha rappresentato una figura totalizzante nella mia vita e, quando ho studiato la sua storia, ho capito con quanti stimoli e ispirazioni avesse costellato il mio immaginario: abbiamo unito i puntini.
Studiando la sua storia di vita, cosa pensi abbia rappresentato per il nostro Paese questa donna?
E’ stata un’icona senza tempo e non ha mai stancato il pubblico. Una forza della natura in grado di unire la sua carriera “tradizionale” ad una carica rivoluzionaria: dall’ombelico scoperto al dire “fai l’amore con chi hai voglia tu”. Ha anche presentato molti programmi da sola circondata dai “carraba boys” invece che dalle solite vallette. Inoltre ha sempre mostrato la sua vicinanza alla comunità LGBTQ+. Forse non voleva espressamente cambiare le cose, ma di fatto- con il suo esempio– le ha trasformate profondamente.
Era consapevole di essere un personaggio antesignano dei tempi?
Lei guardava molto all’estero e cercava di anticipare i trends, ma in ogni caso non era così consapevole di quanto stesse cambiando davvero le cose. Per tale ragione, rileggendo la storia della sua vita, possiamo dire che è stato una donna modernissima.
Il tuo libro è suddiviso in dieci capitoli ognuno ispirato ad un motto o una frase tipica della Carrà. Qual è il tuo preferito?
“Fai l’amore con chi hai voglia tu” perché esprime l’importanza che questo personaggio ha dato alla libera espressione dei propri sentimenti. I giudizi sulla sessualità e sul corpo sono impregnati di pregiudizi, talvolta anche tossici. Per tale ragione la sua battaglia non passa mai di moda e può ancora ispirarci.
Sul tema della sessualità, il nostro è un Paese libero?
Non del tutto, ci sono ancora molti pregiudizi. Abbiamo ancora difficoltà a riconoscere un’effettiva parità tra uomini e donne e verso le comunità LGBTQ+. C’è un forte scollamento tra la realtà e la politica o il mondo istituzionale. Quindi ben vengano queste icone che vanno notare il corto circuito tra quello che le persone vivono e le regole imposte dai grandi sistemi.
Alla luce dell’analisi della storia della vita della Carrà, che cosa ha avuto di diverso dalle altre donne della spettacolo di quel momento?
Oltre alla libertà intellettuale e sessuale, sicuramente la caparbia. Ha combattuto per tutto quello in cui credeva. Nel 1970 diceva “partecipo ad un programma sulla Rai, ma voglio tre minuti solo per me“. Ha preteso il proprio spazio e questo è stato il primo segnale di una carriera caratterizzata da coraggio e indipendenza.
Valeria Rombolà
Saggio e allettante il titolo latineggiante. “Iter in hortis”, come dire “viaggiare per giardini”, “andar per giardini”. Bell’idea, indubbiamente, quella dell’Associazione Culturale “Progetto Cantoregi” che, insieme a “Le Terre dei Savoia”, ha pensato bene di organizzare per domenica 19 giugno, a Cavallermaggiore (Cuneo), nell’ambito della “Giornata dei giardini e delle essenze”, una vera e propria azione teatrale open air tesa alla scoperta e riscoperta dei giardini, dei parchi e degli spazi verdi della città, attraverso le suggestioni della letteratura e della storia. Pensato ed ideato da Marco Pautasso (presidente di “Progetto Cantoregi”) con Fabio Ferrero e Paola Galletto, il progetto si avvarrà della recitazione di Annalisa Aragno, insieme a Irene Avataneo e a Corrado Vallerotti. Esordio, dunque, domenica 19 giugno in terra cuneese a Cavallermaggiore, con un itinerario che partirà dai Giardini del Priorato di San Pietro (Orto tintorio e Giardino dei semplici) in Piazza Baden Powell, per poi spostarsi al Giardino Sobrero, quindi arrivare al Giardino Genta, per concludersi alla Chiesa dei Battuti Bianchi, dove un allestimento scenico e sonoro (con musiche da “Le quattro stagioni” di Vivaldi, reinterpretate da Max Richter) ispirato al mondo della natura accoglierà i visitatori. Il percorso, della durata di un’ora, sarà proposto alle ore 10, alle ore 11, alle ore 15.30 e alle ore 16.30. Una scelta di letture di brani letterari e di citazioni (da “Il giardino dei Finzi-Contini” di Bassani, “Il giardino segreto” di Hodgson Burnett e “Apprendista di felicità. Una vita in giardino” di Pia Pera) accompagneranno i partecipanti a ogni tappa, accrescendo così quel rapporto dialogico tra vita e giardino, volto a sottolineare i valori del rispetto dell’ambiente e della cura della natura.
Una creatura dalla sfavillante parrucca azzurra mi guarda dall’alto del suo metro e ottanta enfatizzato da zeppe bianche vertiginose. Attorno a lei la gente balla, la ferma, le parla. In un attimo ritorna nel personaggio sicuro di sé che coinvolge e diverte. Fa battute, trascina il pubblico che ride.
Ci sono stati momenti difficili?
Nei giorni scorsi la presentazione in Regione Piemonte, ancora capofila (insieme, fra gli altri, al Comune di Alba, alle Fondazioni CRC e CRT con Banca d’Alba) nella realizzazione del Festival, che fra meno di un mese, dal 9 al 17 luglio, tornerà ad accogliere il grande pubblico, in versione interamente made in Italy, in piazza Medford ad Alba. Edizione speciale speciale, “Collisioni 2022” sarà quest’anno interamente dedicata ai giovani. Ne sono attesi – dicono gli organizzatori – più di 50mila, provenienti da tutt’Italia. L’obiettivo è quello di realizzare per loro un grande happening musicale, per festeggiare finalmente la prima estate di “normalità” dopo due anni di chiusure di concerti, scuole, attività ricreative e sportive. “Verso i giovani– hanno sottolineato il presidente della Regione, Alberto Cirio, e l’assessore regionale alla Cultura e al Turismo, Vittoria Poggi – abbiamo un debito come comunità, essendo stati proprio loro i più frenati nel percorso più delicato della loro formazione durante la pandemia. E a loro diciamo grazie, così come agli organizzatori, agli sponsor e all’amministrazione per avere mantenuto alta l’asticella della qualità di questa edizione con ospiti che sapranno infiammare l’entusiasmo di un pubblico che arriverà da tutta Italia e non soltanto”. Partenza, dunque, sabato 9 luglio, allorché la line up del Festival ospiterà l’unica data estiva in Piemonte (il concerto è già sold out da giorni) dell’attesissimo Blanco, preceduto da un live di gIANMARIA. Domenica 10 si prosegue con i Pinguini Tattici Nucleari preceduti da La Rappresentante di Lista (ormai un tormentone la loro “Ciao ciao” presentata all’ultimo Sanremo). Mentre sabato 16 luglio, sarà la volta di “Tutto Normale”, la grande giornata del Festival, nata da un’idea degli studenti di Alba e organizzato da “Collisioni” in collaborazione con “Banca D’Alba”, per consentire a tutti i giovani presenti di assistere a 5 concerti con un solo biglietto: 5 ore non stop di live che vedranno susseguirsi ininterrottamente sul palco alcuni dei nomi attualmente più osannati dalle nuove generazioni, da Madame a Tananai a sangiovanni fino a Frah Quintale e Coez. In chiusura, domenica 17 luglio, il concerto-spettacolo del famoso Stand-up Comedian Valerio Lundini accompagnato ad Alba dalla band I Vazzanikki, anche loro amatissimi dai giovani. A corollario del Festival – e sempre in un’ottica di particolare attenzione ai giovani – da segnalare anche il progetto speciale “La generazione delle idee” che (con la collaborazione di Fondazione CRC, che quest’anno festeggia i suoi trent’anni) ha permesso di coinvolgere nell’ambito di “Collisioni” migliaia di studenti della provincia di Cuneo, con laboratori e incontri in presenza a partire dal mese di marzo per la preparazione di videointerviste, workshop di fotografia, Social e radioweb, per rendere protagonisti proprio gli under 30 all’interno delle giornate del Festival. “Collisioni”, infine, anche quest’anno non perderà il suo carattere di “Festival Agrirock”, ospitando le eccellenze del territorio, dal latte piemontese (“Latterie Inalpi”) distribuito in forma di Yogurt ai prodotti di filiera corta di “Confederazione Italiana Agricoltori Cuneo” fino ai vini del “Consorzio Asti Docg”, bollicina ufficiale di “Collisioni”.